due giorni per parlare di pace e proporre soluzioni concrete.
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Segreteria organizzativa:<br />
Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5 - 20122 - Milano<br />
Tel +39 02 76018187 - Fax +39 02 76406966<br />
scienceforpeace@fondazioneveronesi.it - www.fondazioneveronesi.it<br />
Un ringraziamento speciale a Giorgio Armani.<br />
CONFERENCE BOOK<br />
WORLD CONFERENCE<br />
2 a EDIZIONE<br />
18 - 19 NOVEMBRE 2010<br />
Progetto a cura <strong>di</strong> In collaborazione con
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DUE GIORNI<br />
PER PARLARE DI PACE<br />
E PROPORRE<br />
SOLUZIONI CONCRETE.<br />
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
18 NOVEMBRE 2010<br />
LA SCIENZA COME LINGUAGGIO UNIVERSALE DI PACE.<br />
14.00 - 14.30 SALUTI ISTITUZIONALI<br />
14.35 - 15.00 APERTURA<br />
Vincenzo Perrone, Prorettore Università Bocconi, Milano<br />
Roberto Formigoni, Presidente Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Letizia Moratti, Sindaco <strong>di</strong> Milano<br />
Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace 4<br />
Alberto Martinelli, Vice Presidente Science for Peace 9<br />
15.05 - 15.40 DISCORSO INAUGURALE<br />
Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana<br />
15.45 - 16.05 PREMIO “ART FOR PEACE”<br />
a Xavier Beauvois, regista <strong>di</strong> “Uomini <strong>di</strong> Dio” 10<br />
Consegna il premio Paolo Mereghetti, critico cinematografico, Milano<br />
PREMIO CONCORSO NAZIONALE<br />
“DISEGNA IL SIMBOLO DI SCIENCE FOR PEACE”<br />
a Victoria Gorbievscaia e alla classe 5° B - Istituto Statale <strong>di</strong> Istruzione 11<br />
Su<strong>per</strong>iore “Federigo Enriques”, Castelfiorentino (FI)<br />
Assegna il premio Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale<br />
della Moda e Presidente della Giuria, Milano<br />
2<br />
16.10 - 17.20 LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
Chair Claude Cohen-Tannoudji, Premio Nobel <strong>per</strong> la Fisica 1997, Francia 11<br />
Dan Bitan, Co-Direttore IPSO - Israeli-Palestinian Science Organization, Israele 14<br />
Hasan Dweik, Co-Direttore IPSO, Palestina 16<br />
Shri.R.K.Upadhyay, Presidente e Direttore TCIL - Pan African 18<br />
E-Network Project, In<strong>di</strong>a<br />
Mah<strong>di</strong> Rezai, Fondatore Centro Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Herat, Afghanistan 20<br />
Francesco Rocca, Commissario Straor<strong>di</strong>nario della Croce Rossa Italiana, Roma 22<br />
17.25 - 18.00 LECTIO MAGISTRALIS<br />
Brian Wood, Coor<strong>di</strong>natore Amnesty International <strong>per</strong> le attività 24<br />
sul controllo delle armi, Regno Unito<br />
18.05 - 18.30 GLI SCIENZIATI PER LA PACE<br />
Tributo a scienziati pacifisti.<br />
Commento <strong>di</strong> Telmo Pievani, Professore <strong>di</strong> Filosofia della Scienza, 26<br />
Università Bicocca, Milano<br />
e Francesco Calogero, Professore <strong>di</strong> Fisica teorica, 27<br />
Università La Sapienza, Roma<br />
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
UMBERTO VERONESI<br />
Presidente Science for Peace<br />
Umberto Veronesi è nato a Milano e in questa città da sempre vive e lavora come chirurgo,<br />
ricercatore, uomo <strong>di</strong> scienza e <strong>di</strong> cultura. Laureatosi nei primi anni Cinquanta, decide fin da<br />
subito <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care la sua o<strong>per</strong>a professionale allo stu<strong>di</strong>o e alla cura dei tumori: dopo un paio<br />
<strong>di</strong> importanti sog<strong>giorni</strong> all’estero (Inghilterra e Francia) entra all’Istituto dei Tumori <strong>di</strong> Milano<br />
come volontario e ne <strong>di</strong>venta Direttore Generale nel 1975.<br />
Il nome <strong>di</strong> Veronesi è legato a gran<strong>di</strong> contributi scientifici e culturali riconosciuti ed apprezzati<br />
in tutto il mondo e <strong>per</strong> questo premiato con <strong>di</strong>eci lauree Honoris Causa in me<strong>di</strong>cina internazionali:<br />
<strong>due</strong> dall’Argentina (Buenos Aires e Cordoba), una dal Brasile (Rio Grande do Sul), una<br />
dalla Grecia (Athens), una dal Belgio (Antwerp) e una dalla Polonia (Cracovia), in<br />
Biotecnologie Me<strong>di</strong>che dall’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, sempre dall’Università degli stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Milano in Fisica e una in Scienze Agrarie dall’Università <strong>di</strong> Napoli nel <strong>di</strong>cembre 2006.<br />
Nell’ottobre 2007 riceve la decima laurea Honoris Causa in Me<strong>di</strong>cina dall’università <strong>di</strong> Lleida.<br />
I più significativi e importanti contributi riguardano in particolare l’invenzione e la <strong>di</strong>ffusione<br />
della chirurgia conservativa <strong>per</strong> la cura dei tumori mammari. I dati preliminari vennero pubblicati<br />
nel 1981 sul prestigioso New England Journal of Me<strong>di</strong>cine e da quel momento ebbe inizio<br />
nel mondo la grande evoluzione <strong>di</strong> pensiero che doveva portare negli anni successivi a<br />
risparmiare alle donne con tumore al seno l’asportazione della mammella. Più recentemente<br />
ha proseguito sulla stessa strada con la biopsia del linfonodo sentinella <strong>per</strong> evitare la <strong>di</strong>ssezione<br />
ascellare nei casi in cui i linfono<strong>di</strong> siano sani. In questi ultimissimi anni ha rivoluzionato le<br />
procedure della ra<strong>di</strong>oterapia dei tumori mammari, introducendo la ra<strong>di</strong>oterapia intrao<strong>per</strong>atoria,<br />
che si esaurisce in una sola seduta, durante l’intervento stesso.<br />
Vent’anni fa ha a<strong>per</strong>to nel mondo la via alla prevenzione del tumore mammario con <strong>due</strong> stu<strong>di</strong><br />
concentrati sull’azione preventiva dei retinoi<strong>di</strong> (derivati della vitamina A) e del tamoxifene<br />
agenti in grado <strong>di</strong> proteggere le cellule mammarie dal rischio <strong>di</strong> carcinoma mammario.<br />
Con la fondazione del Gruppo Internazionale sul Melanoma nel 1970 ha dato impulso alle<br />
ricerche sul melanoma, il più grande tumore della pelle fino a pochi anni fa quasi ignorato<br />
dalla me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale.<br />
4<br />
Veronesi ha de<strong>di</strong>cato le sue energie a promuovere l’aggiornamento me<strong>di</strong>co. Nel 1982 ha fondato<br />
la Scuola Europea <strong>di</strong> Oncologia che ha riportato l’Italia ad essere uno dei punti <strong>di</strong> riferimento<br />
mon<strong>di</strong>ali <strong>per</strong> tutti coloro che cercano una formazione nel campo della <strong>di</strong>agnosi e della<br />
cura dei tumori.<br />
Nel 1991 ha poi realizzato il suo spirito europeistico creando l’Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia<br />
(IEO), struttura d’avanguar<strong>di</strong>a nel panorama mon<strong>di</strong>ale. Lo IEO ha rappresentato un modello<br />
innovativo <strong>di</strong> trattamento, basato su tre fondamentali principi: la centralità del paziente, l’integrazione<br />
fra la ricerca <strong>di</strong> laboratorio e ricerca clinica, la prevenzione dei tumori come<br />
obbiettivo privilegiato.<br />
Presidente dell’Unione Internazionale contro il Cancro fino al 1982, dell’Organizzazione<br />
Europea <strong>per</strong> le Ricerche sui Tumori (EORTC) dal 1985 al 1988, della Federation of European<br />
Cancer Societies (FECS) dal 1991 al 1993. Nel 1994 è stato nominato Presidente del<br />
“Committee of Cancer Ex<strong>per</strong>t” of Commission of European Communities nell’ambito della<br />
quale ha condotto il programma <strong>di</strong> lotta ai tumori “Europa contro il cancro”. Veronesi è autore<br />
<strong>di</strong> 720 pubblicazioni scientifiche e do<strong>di</strong>ci Trattati <strong>di</strong> Oncologia. è stato Presidente <strong>per</strong> 15<br />
anni del Progetto Finalizzato del CNR sul Controllo delle Malattie Tumorali.<br />
Nel marzo del 2003 ha ricevuto dall’Arabia Sau<strong>di</strong>ta uno dei premi più prestigiosi del mondo:<br />
“2003 King Faisal International Prize award”.<br />
Nel 2003 dà vita alla Fondazione che porta il suo nome, con l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere il progresso<br />
delle scienze.<br />
Da maggio 1994 è Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia a Milano.<br />
Da aprile 2000 a giugno 2001 gli è stato affidato l’incarico <strong>di</strong> Ministro della Sanità della<br />
Repubblica Italiana. Dal 29 aprile 2008 Senatore del Parlamento Italiano nella XVI Legislatura.<br />
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
KATHLEEN KENNEDY TOWNSEND<br />
Vice Presidente Science for Peace<br />
Professore Associato della School of Public Policy della Georgetown University, e Visiting<br />
Fellow alla Kennedy School of Government <strong>di</strong> Harvard. Consulente <strong>per</strong> <strong>di</strong>verse società americane<br />
e internazionali.<br />
Kathleen Kennedy Townsend ha una lunga es<strong>per</strong>ienza nel settore pubblico. Prima donna ad<br />
essere eletta Vice Governatore del Maryland, ha gestito budget multimiliardari e su<strong>per</strong>visionato<br />
<strong>di</strong>versi <strong>di</strong>partimenti, inclusi la Polizia <strong>di</strong> Stato, Sviluppo Economico, Trasporti, e l’Ufficio <strong>per</strong><br />
la Gioventù e le Famiglie. È conosciuta a livello nazionale <strong>per</strong> il suo spirito innovatore e <strong>per</strong><br />
programmi legati ai risultati quali Hot Spots, Break the Cycle, lo sviluppo del settore biotech<br />
del Maryland, il lancio dell’iniziativa e-rea<strong>di</strong>ness e <strong>per</strong> la creazione <strong>di</strong> uno dei primi Uffici statali<br />
de<strong>di</strong>ti all’educazione del carattere.<br />
Prima del suo ruolo <strong>di</strong> Vice Governatore, la Sig.ra Townsend ha lavorato in veste <strong>di</strong> Procuratore<br />
Generale Delegato degli Stati Uniti. Ha steso un piano <strong>per</strong> l’inserimento <strong>di</strong> 100.000 poliziotti<br />
ed ha dato vita ai Police Corps, un programma <strong>per</strong> conferire borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ai giovani che si<br />
impegnano a lavorare come ufficiali <strong>di</strong> polizia durante i quattro anni successivi alla laurea.<br />
Prima della sua es<strong>per</strong>ienza presso il Dipartimento <strong>di</strong> Giustizia, la Sig.ra Townsend ha trascorso<br />
7 anni come fondatrice e <strong>di</strong>rettrice del Maryland Student Service Alliance.<br />
È stato con questo ruolo che si è battuta <strong>per</strong>, e ha ottenuto, l’inserimento del servizio civile come<br />
<strong>di</strong>sciplina obbligatoria nei licei. Prima del lancio <strong>di</strong> questa iniziativa, la Sig.ra Kennedy ha<br />
lavorato come avvocato ambientalista sia come privato, sia come Assistente Procuratore<br />
Generale in Maryland. Ha inoltre coor<strong>di</strong>nato nel 1982 la campagna <strong>per</strong> la rielezione del<br />
Senatore Edward Kennedy.<br />
Kathleen Kennedy ha insegnato Politica Estera presso la University of Pennsylvania e la<br />
University of Maryland, Baltimore County. Ha pubblicato articoli sul New York Times,<br />
Washington Post, Washington Monthly e molti altri ancora. A metà degli anni ’80 ha fondato<br />
la Robert F. Kennedy Human Rights Award - i cui vincitori includono le Comadres <strong>di</strong> El<br />
Salvador, Adam Michnic (Polonia) e Beyers Naude (Sudafrica).<br />
6<br />
La Sig.ra Townsend è Presidente dell’Institute of Human Virology presso la University del<br />
Maryland ed è attualmente membro del consiglio <strong>di</strong> amministrazione della John<br />
F. Kennedy Library Foundation, Points of Light Foundations, Strategic Partnerships, Institute for<br />
Women’s Policy Research, Character Education Partnership ed è membro del Consiglio <strong>di</strong><br />
Relazioni Internazionali e Dialogo Interamericano.<br />
In passato, è anche stata membro della <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Export-Import Bank, Johns Hopkins School<br />
of Advanced International Stu<strong>di</strong>es, Wilderness Society, Baltimore Urban League ed è stato<br />
Presidente del Robert Kennedy Memorial. Laureata cum laude presso la Harvard University, ha<br />
conseguito la specializzazione in legge presso la University of New Mexico dove ha anche<br />
lavorato alla rivista <strong>di</strong> legge. Ha ricevuto <strong>di</strong>eci lauree onorarie.<br />
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
GIANCARLO ARAGONA<br />
Vice Presidente Science for Peace, Roma<br />
Nato a Messina, il 14 novembre 1942. Laurea in giurisprudenza, 14 novembre 1964, presso<br />
l’Università <strong>di</strong> Messina.<br />
Marzo 1969 entra, <strong>per</strong> concorso, nella Carriera Diplomatica. Dopo un primo <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> servizio<br />
presso il Ministero degli Esteri, il 17 gennaio 1972 è inviato come Secondo Segretario<br />
all’Ambasciata a Vienna, ove svolge le funzioni <strong>di</strong> Addetto Stampa.<br />
Il 18 novembre 1974, e’ trasferito come Console a Freiburg im Breisgau. Dal 30 aprile 1977,<br />
Consigliere e Vice Capo Missione all’Ambasciata a Lagos, in Nigeria.<br />
Rientra a Roma il 30 giugno 1980 e viene destinato alla Direzione Generale Affari Politici,<br />
Ufficio Africa.<br />
Mantiene l’incarico sino al 25 maggio 1982, allorché viene nominato Capo dell'Ufficio<br />
Me<strong>di</strong>terraneo e Me<strong>di</strong>o Oriente della Direzione Generale <strong>per</strong> la Coo<strong>per</strong>azione allo Sviluppo.<br />
Il 1° luglio 1984, viene destinato come Primo Consigliere all’Ambasciata a Londra.<br />
Il 23 novembre 1987, viene trasferito alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso la<br />
N.A.T.O., in Bruxelles, ove svolge le funzioni <strong>di</strong> Ministro Consigliere e Rappresentante<br />
Permanente aggiunto.<br />
Il 2 agosto 1991 rientra a Roma e viene nominato Consigliere <strong>di</strong>plomatico del Ministro della<br />
Difesa. Il 1° giugno 1994 rientra al Ministero degli Esteri, con funzioni <strong>di</strong> Vice Capo <strong>di</strong><br />
Gabinetto del Ministro. Il 23 gennaio 1995 viene nominato Capo <strong>di</strong> Gabinetto del Ministro<br />
degli Esteri. Il 15 giugno 1996 è nominato Segretario Generale dell’Organizzazione <strong>per</strong> la<br />
Sicurezza e la Coo<strong>per</strong>azione in Europa con sede in Vienna. Il 22 giugno 1999 viene nominato<br />
Ambasciatore d’Italia a Mosca. Il 16 ottobre 2001 è richiamato al Ministero, <strong>per</strong> svolgere<br />
l’incarico <strong>di</strong> Direttore Generale <strong>per</strong> gli Affari Politici.<br />
Dal gennaio 2004 a <strong>di</strong>cembre 2009 è destinato Ambasciatore a Londra.<br />
Attualmente è Presidente dell'Istituto Me<strong>di</strong>terraneo <strong>di</strong> Ematologia, una Fondazione creata dal<br />
Governo Italiano <strong>per</strong> assistere i Paesi del me<strong>di</strong>terraneo nel trattamento della Talassemia e <strong>di</strong><br />
altre malattie del sangue.<br />
8<br />
ALBERTO MARTINELLI<br />
Vice presidente Science for Peace<br />
Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Scienza politica e Presidente del Corso <strong>di</strong> laurea in Scienze politiche e <strong>di</strong><br />
governo dell’Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Dal 1987 al 1999 Preside della Facoltà <strong>di</strong> Scienze politiche dell'Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
È Past-President della International Sociological Association (Presidente dal 1998 al 2002).<br />
Dal 2006 membro dell’Executive Committee dell’International Social Sciences Council.<br />
Membro del Commitato scientifico della Fondazione I-CSR e <strong>di</strong> EconomEtica.<br />
Membro della Real Academia des Ciencias Morales y Politicas de Espana<br />
Membro del Consiglio Nazionale della Scienza e della Tecnologia <strong>per</strong> tutta la sua durata.<br />
Ha insegnato anche nelle università Bocconi, California-Berkeley, Stanford, New York, Valencia,<br />
Ain Shams del Cairo, San Pietroburgo.<br />
Nel 1984-85 e nel 1997-1998 consigliere del Presidente del Consiglio dei ministri.<br />
Dal 2001 al 2006 è stato eletto nel Consiglio comunale <strong>di</strong> Milano.<br />
È e<strong>di</strong>torialista del Corriere della sera.<br />
Ha coor<strong>di</strong>nato progetti <strong>di</strong> ricerca internazionali e nazionali.<br />
È autore <strong>di</strong> numerosi libri e saggi sulla società italiana, la teoria sociologica e politica, i sistemi politici<br />
e sociali comparati, la modernizzazione, la global governance e lo sviluppo sostenibile, l'impren<strong>di</strong>torialità<br />
e il management, le organizzazioni complesse, la rappresentanza degli interessi.<br />
Principali libri recenti:<br />
Progetto ’89 (con M.Salvati e S.Veca), Il Saggiatore, Milano, nuova e<strong>di</strong>zione, 2009.<br />
L’Occidente alle specchio. Modelli <strong>di</strong> società a confronto, Università Bocconi E<strong>di</strong>tore, 2008.<br />
Transatlantic Divide. Comparing American and European Society, Oxford University Press, 2007.<br />
Global Modernization. Rethinking the Project of Modernity, Sage, 2005.<br />
La democrazia globale, Università Bocconi E<strong>di</strong>tore, 2004, nuova e<strong>di</strong>zione, 2008.<br />
La società italiana, (con A.Chiesi), Laterza, 2002.<br />
La modernizzazione, Laterza, 1998, nuova e<strong>di</strong>zione, 2009.<br />
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
XAVIER BEAUVOIS<br />
Regista <strong>di</strong> “Uomini <strong>di</strong> Dio”<br />
Vincitore del Premio<br />
“Art for Peace” 2010<br />
Un fatto <strong>di</strong> cronaca, doloroso e straziante, ma anche una grande <strong>di</strong>mostrazione d’amore e <strong>di</strong> tolleranza.<br />
Un film sulla fede: <strong>per</strong> Dio ma anche, se non soprattutto, <strong>per</strong> gli uomini e <strong>per</strong> il mondo.<br />
“Uomini <strong>di</strong> Dio” <strong>di</strong> Xavier Beauvois, premiato col Gran premio della Giuria all’ultimo Festival <strong>di</strong><br />
Cannes, racconta la vita dei monaci trappisti del monastero algerino <strong>di</strong> Tibhirine, rapiti e poi uccisi<br />
dai terroristi della Gia nel 1996: un fatto <strong>di</strong> cronaca che commosse il mondo e le cui <strong>di</strong>namiche<br />
non furono mai davvero chiarite.<br />
Se ne sarebbe potuto trarre un film a<strong>per</strong>tamente “politico”, <strong>per</strong> chiedere <strong>di</strong> fare finalmente luce<br />
su quel massacro, le cui responsabilità ricadrebbero secondo molti anche sulle feroci e in<strong>di</strong>scriminate<br />
repressioni dell’esercito algerino. Ma il regista ha preferito smorzare le polemiche e lasciare<br />
ai giu<strong>di</strong>ci il compito <strong>di</strong> chiarire le responsabilità dell’accaduto. A lui interessa soprattutto il messaggio<br />
<strong>di</strong> tolleranza e umana fraternità che quei sette monaci riuscivano a mettere in pratica ogni<br />
giorno. Ai frati del convento si rivolgevano gli abitanti dei villaggi vicini <strong>per</strong> avere cure me<strong>di</strong>che<br />
e aiuti materiali, ma a loro si potevano anche chiedere - come si vede in una delle scene più commoventi<br />
- consigli “sentimentali”. Le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> religione (i frati erano cattolici, i locali mussulmani)<br />
e <strong>di</strong> cultura non impe<strong>di</strong>vano l’aiuto reciproco e la comprensione e questo il film lo sottolinea<br />
con forza, con passione, con fermezza.<br />
«Noi siamo gli uccelli e voi siete i rami su cui ci appoggiamo» <strong>di</strong>ce una delle donne del villaggio<br />
ai monaci, quando gli estremisti della Gia vorrebbero espellere dal Paese ogni straniero, compresi<br />
i frati francesi <strong>di</strong> Tibhirine. E non si poterebbe trovare frase migliore <strong>per</strong> spiegare l’integrazione<br />
reciproca tra <strong>due</strong> comunità che si rispettavano e si aiutavano a vicenda. Il film non nasconde<br />
l’involuzione della politica algerina negli anni Novanta del secolo scorso, le minacce e le pressioni<br />
a cui sono sottoposte le <strong>due</strong> comunità, quella religiosa e quella civile, ma cerca soprattutto<br />
<strong>di</strong> raccontare come si può reagire a questa paura, come si possa contrastare la <strong>di</strong>s<strong>per</strong>azione portate<br />
dalle armi e dalla violenza. Senza fare pre<strong>di</strong>che o tirate ideologiche: solo mostrando la<br />
voglia <strong>di</strong> continuare la vita <strong>di</strong> tutti i <strong>giorni</strong>, fatta <strong>di</strong> preghiere e <strong>di</strong> lavoro nei campi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e<br />
<strong>di</strong> collaborazione. Con «gli uomini e gli dei» (come <strong>di</strong>ce il titolo originale: Des Hommes et des<br />
Dieux). Di qualsiasi razza o religione siano.<br />
Paolo Mereghetti<br />
10<br />
VICTORIA GORBIEVSCAIA<br />
5° B Istituto Statale <strong>di</strong> Istruzione Su<strong>per</strong>iore “Federigo Enriques”, Castefiorentino (FI).<br />
Vincitrice del concorso “Disegna il simbolo <strong>di</strong> Science for Peace”.<br />
Creatività, originalità, riconoscibilità e internazionalità: questi, secondo la Giuria <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ti,<br />
i caratteri <strong>di</strong>stintivi del simbolo ideato da Victoria Gorbievscaia <strong>di</strong> Castelfiorentino (FI) che ha<br />
vinto il Concorso Nazionale promosso dalla Fondazione Veronesi a cui hanno partecipato<br />
11.650 studenti inviando 2.145 proposte.<br />
Secondo Victoria “il simbolo rappresenta il nucleo <strong>di</strong> un atomo graficamente sintetizzato a<br />
<strong>di</strong>ventare la scia <strong>di</strong> volo della colomba. L'insieme racchiude il concetto della scienza come<br />
ricerca, anche <strong>di</strong> <strong>pace</strong>. Diretto, semplice, versatile su qualsiasi tipo <strong>di</strong> supporto e su<strong>per</strong>ficie”.<br />
11
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
CHAIR<br />
CLAUDE COHEN-TANNOUDJI<br />
Premio Nobel <strong>per</strong> la Fisica 1997<br />
Claude Cohen-Tannoudji nasce nel 1933.<br />
Completa il suo Dottorato con i Professori Alfred Kastler e Jean Brossel nel 1962 presso l’Ecole<br />
Normale Supérieure <strong>di</strong> Parigi.<br />
Occupa successivamente il ruolo <strong>di</strong> Professore or<strong>di</strong>nario presso l’Università <strong>di</strong> Parigi.<br />
Dal 1973 è Professore or<strong>di</strong>nario al Collège de France a Parigi.<br />
Con i suoi collaboratori ha scritto 4 libri sulla Meccanica Quantistica, l’Elettro<strong>di</strong>namica<br />
Quantistica, l’Ottica Quantistica e le Statistiche <strong>di</strong> Lévy, oltre a 200 pa<strong>per</strong> teorici e s<strong>per</strong>imentali<br />
su vari problemi della fisica atomica e dell’ottica quantistica.<br />
È un membro dell’Académie des Sciences francese ed un Professore Associato <strong>di</strong> molti atenei<br />
nel mondo.<br />
Fra i riconoscimenti, ha ricevuto la Medaglia d’Oro del Centre National de la Récherche<br />
Scientifique nel 1996. L’anno successivo riceve insieme a Steve Chu e William Phillips il Premio<br />
Nobel <strong>per</strong> la Fisica <strong>per</strong> il contributo allo sviluppo <strong>di</strong> tecniche <strong>per</strong> raffreddare e intrappolare<br />
atomi me<strong>di</strong>ante luce laser.<br />
12<br />
LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
13<br />
ABSTRACT<br />
IPSO è un’entità non politica, il cui scopo è <strong>di</strong> raccogliere fon<strong>di</strong> <strong>per</strong> lo sviluppo e il supporto<br />
<strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca in collaborazione congiunta con team israeliani e palestinesi. S<strong>per</strong>iamo<br />
così <strong>di</strong> promuovere l’interazione, la collaborazione e la comprensione reciproca tra <strong>due</strong> popoli,<br />
le cui rispettive nazioni sono in conflitto. La scienza è un linguaggio universale e siamo profondamente<br />
convinti che essa possa contribuire a stabilire relazioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong> e amicizia.<br />
Con i <strong>due</strong> con<strong>di</strong>rettori dell’IPSO, un israeliano e un palestinese, i Professori Dan Bitan e Hasan<br />
Dweik, descriveremo l’organizzazione IPSO, il management e il comitato scientifico internazionale.<br />
Saranno inoltre analizzati alcuni progetti scientifici che sono già stati supportati.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
DAN BITAN<br />
Co-Direttore IPSO - Israeli-Palestinian Science<br />
Organization, Israele<br />
Dan Bitan ha rico<strong>per</strong>to <strong>per</strong> 25 anni e sino al 1990 <strong>di</strong>verse cariche all’interno della pubblica<br />
istruzione israeliana: es<strong>per</strong>to <strong>di</strong> educazione civica, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> educazione civica<br />
presso la televisione <strong>di</strong>dattica israeliana, iniziatore e primo <strong>di</strong>rettore del <strong>di</strong>partimento <strong>per</strong><br />
bambini dotati presso il Ministero dell’Istruzione israeliano e, infine, preside <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi licei.<br />
Dan ha lavorato presso Schools of Education della Hebrew University of Jerusalem e della Tel-<br />
Aviv University, e ha insegnato Storia presso la Bezalel Academy of Arts and Design <strong>di</strong><br />
Gerusalemme. È attualmente impegnato nella stesura <strong>di</strong> alcuni stu<strong>di</strong> storici sulla Guerra Fredda,<br />
la Partizione della Palestina e la Costituzione <strong>di</strong> Israele. Nel 2008 ha pubblicato in francese<br />
Piani <strong>per</strong> la Internazionalizzazione <strong>di</strong> Gerusalemme nel 1947 ed è <strong>di</strong> prossima pubblicazione<br />
una versione aggiornata in inglese, così come The American Involvement in Planning the<br />
Israeli Water Carrier in the 1940s.<br />
Dan è attivo da molto tempo nella società civile israeliana. Già da studente fu eletto Presidente<br />
dell’Unione studentesca della Hebrew University <strong>di</strong> Gerusalemme nonché Segretario Generale<br />
del World Union of Jewish Students.<br />
Dopo la guerra del 1967, Bitan ha giocato un ruolo fondamentale nell’istituzione e nell’attivazione<br />
<strong>di</strong> gruppi e movimenti <strong>di</strong> <strong>pace</strong> israeliani. Dal 1990 ha partecipato e condotto progetti<br />
<strong>di</strong> coo<strong>per</strong>azione fra israeliani e palestinesi, prima come Vice Presidente del Harry S. Truman<br />
Research Institute for the Advancement of Peace presso la Hebrew University <strong>di</strong> Gerusalemme,<br />
dove furono essenziali gli stu<strong>di</strong> legati alla Pace negli anni novanta, e poi come consulente <strong>per</strong><br />
programmi <strong>di</strong> <strong>pace</strong> e coo<strong>per</strong>azione presso l’ufficio Andrea and Charles Bronfman Philantropies<br />
(ACBP) a Gerusalemme.<br />
Tra il 2002 ed il 2004, Dan Bitan è stato uno dei maggiori catalizzatori della creazione e attivazione<br />
dell’Isreali-Palestinian Science Organization (IPSO), e ne è <strong>di</strong>ventato il Co-<strong>di</strong>rettore<br />
israeliano.<br />
IPSO è attualmente l’impegno più grande <strong>di</strong> Dan. Egli crede fortemente che la coo<strong>per</strong>azione<br />
scientifica fra israeliani e palestinesi, basata sul linguaggio universale della Scienza, possa e<br />
debba essere una componente fondamentale del processo <strong>di</strong> <strong>pace</strong> israelo-palestinese in virtù<br />
della costruzione <strong>di</strong> ponti sostenibili fra i <strong>due</strong> popoli.<br />
14<br />
LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
15<br />
ABSTRACT<br />
Dopo circa quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> spora<strong>di</strong>ca coo<strong>per</strong>azione scientifica tra scienziati israeliani e palestinesi<br />
e dopo sei anni <strong>di</strong> iniziative più sistematiche legate all’IPSO (Israelian-Palestinian<br />
Science Organization) , si possono trarre alcune lezioni:<br />
• il linguaggio universale della scienza colma mancanze e contribuisce a risolvere i conflitti.<br />
• La scienza, quin<strong>di</strong>, crea collaborazione a livello transnazionale e trans-culturale, comprensione<br />
e riconoscimento reciproci.<br />
• La coo<strong>per</strong>azione scientifica migliora la capacità <strong>di</strong> provvedere alla formazione <strong>di</strong> scienziati<br />
e istituzioni.<br />
• La coo<strong>per</strong>azione scientifica tra israeliani e palestinesi può raggiungere eccellenti risultati.<br />
• La coo<strong>per</strong>azione scientifica determina un effetto moltiplicativo.<br />
Due o tre stu<strong>di</strong> illustreranno questi punti e sarà evidenziata una conclusione <strong>di</strong> carattere generale:<br />
manca il necessario supporto <strong>per</strong> una coo<strong>per</strong>azione scientifica maggiore e realizzabile.<br />
L’Europa può e deve giocare, in questo senso, un ruolo sempre più importante.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
HASAN SALAH DWEIK<br />
Co-Direttore IPSO, Palestina<br />
Hasan Salah Dweik è Vice Presidente e Professore della Al-Quds University a Gerusalemme Est.<br />
Dweik ha completato il dottorato in Scienza e Tecnologia dei Polimeri nel 1983 presso la<br />
University of Aston in Birmingham, nel Regno Unito. Nello stesso anno <strong>di</strong>venta il capo del<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Tecnologie Chimiche dell’Al-Quds University. Nel 1999 è Vice Preside <strong>di</strong><br />
Facoltà della stessa università e dal 1991 al 1992 è ospitato dall’Istituto <strong>di</strong> Scienza dei<br />
Polimeri della University of Akron, in Ohio, Stati Uniti. Nel <strong>per</strong>iodo 1994-1996 è capo del<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Al-Quds University e, sempre presso la<br />
stessa università, dal 1997 al 1999 capo del Dipartimento <strong>di</strong> Tecnologie Alimentari, e dal<br />
1999 al 2002 Preside della Facoltà <strong>di</strong> Scienze e Tecnologia. Nell’anno accademico 2004-<br />
2005 è stato Presidente pro tempore dell’Al-Quds University e, a partire dall’anno successivo,<br />
ne è <strong>di</strong>ventato il Vice Presidente Esecutivo.<br />
Il Professor Dweik è autore <strong>di</strong> numerose pubblicazioni in scienza e tecnologia dei polimeri.<br />
Temi <strong>di</strong> suo interesse sono l’inquinamento dell’acqua, la chimica dell’acqua, l’ambiente e la<br />
gestione dello smaltimento dei rifiuti. Ha pubblicato numerosi articoli a proposito <strong>di</strong> queste<br />
tematiche ed è co-e<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> un libro sulle risorse idriche nel Me<strong>di</strong>o Oriente. È, inoltre, membro<br />
<strong>di</strong> numerose ONG e <strong>di</strong> società e associazioni internazionali. Il Prof. Dweik ha creato ed<br />
è <strong>di</strong>rettore del primo centro scientifico interattivo in Palestina e del primo museo interattivo <strong>di</strong><br />
matematica, entrambi in collaborazione con l’Al-Quds University.<br />
Il Professor Dweik ha partecipato a numerose conferenze locali, regionali ed internazionali.<br />
È de<strong>di</strong>to al progresso scientifico e serba un particolare interesse nei confronti dell’istruzione<br />
non convenzionale.<br />
16<br />
LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
17<br />
ABSTRACT<br />
Scienza e ricerca rappresentano un linguaggio comune che mette in relazione culture <strong>di</strong>verse.<br />
Scienziati e ingegneri dovrebbero porre maggiore attenzione a sicurezza, <strong>pace</strong> e coo<strong>per</strong>azione<br />
internazionale, contribuendo allo sviluppo socio-economico e al sostegno dei <strong>di</strong>ritti umani.<br />
La prima Settimana Internazionale degli Scienziati <strong>per</strong> la Pace, (Novembre 1987) ha evidenziato<br />
il legame tra progresso nella scienza, nella tecnologia, e il mantenimento della <strong>pace</strong>.<br />
Il conflitto israelo-palestinese è ancora oggi una enorme sfida da affrontare. Con gli Accor<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Oslo (1993), palestinesi e israeliani riconobbero la necessità <strong>di</strong> convivere in <strong>pace</strong> in <strong>due</strong><br />
stati confinanti; ciò portò <strong>di</strong>versi settori delle <strong>due</strong> comunità a <strong>di</strong>alogare e a impegnarsi nel commercio,<br />
nell’industria, nelle comunicazioni, ecc.<br />
La positiva comunicazione tra scienziati e ricercatori ha <strong>per</strong>messo, nel 2004, la creazione<br />
dell’IPSO, Israeli Palestinian Science Organization, dotata <strong>di</strong> un’unità <strong>di</strong>rettiva internazionale,<br />
l’ISC, International Scientific Council, <strong>di</strong> cui otto membri sono vincitori del Premio Nobel.<br />
Obiettivo dell’Organizzazione era creare un collegamento tra israeliani e palestinesi basato<br />
sulla scienza, sviluppando una ricerca competitiva che affrontasse soprattutto problemi comuni<br />
ai <strong>due</strong> popoli: crisi dell’acqua, cibo e agricoltura, sanità, ricerca su nanotecnologia e cancro.<br />
Questo documento analizzerà alcuni <strong>di</strong> questi progetti e il loro impatto positivo.<br />
L’IPSO costituì l’opportunità <strong>di</strong> fondare una comunità scientifica che godesse <strong>di</strong> fiducia reciproca<br />
e <strong>di</strong> una visione comune riguardo sviluppo socio-conomico, risoluzione del conflitto, costruzione<br />
della <strong>pace</strong>.<br />
Tuttavia, l’attacco israeliano a Gaza del <strong>di</strong>cembre 2008 ha determinato un enorme passo<br />
in<strong>di</strong>etro nel processo <strong>di</strong> <strong>pace</strong>, danneggiando anche le relazioni tra gli scienziati. Il potere politico<br />
influenza ogni interazione tra i popoli; senza una soluzione politica, gli scienziati possono<br />
fare poco <strong>per</strong> il raggiungimento della <strong>pace</strong>.<br />
Viviamo in un mondo senza confini; quando la scienza sparisce, si annulla anche lo sviluppo<br />
del capitale umano.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
RAKESH KUMAR UPADHYAY<br />
Presidente e Direttore TCIL - Pan African E-Network<br />
Project, In<strong>di</strong>a<br />
Shri Rakesh Kumar Upadhyay è un o<strong>per</strong>atore delle Telecomunicazioni in<strong>di</strong>ane dal 1975. Nel<br />
1974 ha conseguito la laurea in ingegneria elettronica presso la I.T. Banaras Hindu University<br />
ed un MBA in Marketing Management presso la In<strong>di</strong>ra Gandhi Open University.<br />
Ha, inoltre, completato gli stu<strong>di</strong> presso il Defence Staff Services College <strong>di</strong> Wellington, in In<strong>di</strong>a,<br />
ed ha completato un Master (D.S) presso la Madras University.<br />
Ha lavorato con successo presso il Dipartimento delle Telecomunicazioni dall’agosto del 1975<br />
sino a luglio del 1996 nelle aree della pianificazione, installazione e avviamento, amministrazione<br />
e o<strong>per</strong>azioni commerciali. Durante il suo incarico <strong>di</strong> delegato <strong>per</strong> la TCIL dall’ottobre del<br />
1996 all’agosto del 1999, Kumar Upadhyay ha lavorato su progetti esteri in qualità <strong>di</strong><br />
Direttore <strong>di</strong> progetto a Sana’a e <strong>di</strong> General Manager in Yemen.<br />
Dopo un <strong>per</strong>iodo presso BSNL in qualità <strong>di</strong> General Manager Jammu & Kashmir Telecom<br />
Circle, durato da gennaio 2000 a giugno 2003, Kumar Upadhyay ha ripreso l’incarico <strong>di</strong><br />
delegato <strong>per</strong> la TCIL nel giugno del 2003, lavorando in qualità <strong>di</strong> Capo Direttore <strong>di</strong> Progetto<br />
<strong>per</strong> l’Algeria, General Manager del gruppo (<strong>per</strong> le Nuove Tecnologie), Direttore Esecutivo (<strong>per</strong><br />
il monitoraggio dei progetti) e con altre rilevanti incarichi.<br />
Upadhyay ha acquisito molta es<strong>per</strong>ienza nei campi della pianificazione, della progettazione,<br />
e dello sviluppo <strong>di</strong> o<strong>per</strong>azioni e <strong>di</strong> business. Dal 1° novembre 2005 è stato nominato Direttore<br />
dei progetti e il 1° marzo 2007 è <strong>di</strong>ventato Presidente e Direttore Generale.<br />
18<br />
LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
19<br />
ABSTRACT<br />
I servizi fondamentali, come sanità, educazione, potere, comunicazione, collegamenti stradali,<br />
ecc. sono essenziali <strong>per</strong> la crescita <strong>di</strong> qualunque società. Nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo, ognuna<br />
<strong>di</strong> queste tematiche rappresenta una grande sfida, <strong>per</strong> molti aspetti. Riguardo la sanità nelle<br />
aree rurali, oltre alle infrastrutture <strong>di</strong> base, come gli e<strong>di</strong>fici <strong>per</strong> Centri <strong>di</strong> Salute <strong>di</strong> prima necessità,<br />
c’è anche bisogno <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci; in un paese come l’In<strong>di</strong>a, con circa 637.000 villaggi, questo<br />
rappresenta evidentemente, una sfida.<br />
Lo stesso si può <strong>di</strong>re anche in merito alla costruzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici scolastici e alla formazione <strong>di</strong><br />
insegnanti e <strong>di</strong> contenuti standard, nelle nazioni in via <strong>di</strong> sviluppo. Non si può colmare in una<br />
notte il gap tra domanda e sod<strong>di</strong>sfacimento della stessa, in quest’area. Ogni citta<strong>di</strong>no ha <strong>di</strong>ritto<br />
ad accedere a tutte le informazioni da parte del governo che esercita un’influenza sulla sua<br />
vita; il governo può amministrare meglio, in tal senso, utilizzando la tecnologia ITC in forma<br />
<strong>di</strong> e-governance.<br />
L’utilizzo dell’ITC può, in larga misura, colmare la <strong>di</strong>visione tra aree urbane e rurali. Obiettivo<br />
<strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è con<strong>di</strong>videre alcuni casi basati sull’es<strong>per</strong>ienza pratica che la TCIL<br />
(Telecommunications Consultants In<strong>di</strong>a Ltd) ha realizzato nel campo della Tele-istruzione e della<br />
Tele-me<strong>di</strong>cina, incluse le prestigiose Pan African e-Network, SAARC (South Asian Association<br />
for Regional Coo<strong>per</strong>ation) e-Network, eccetera.<br />
TCIL è una società <strong>di</strong> Project Management in ambito Telecom e IT. Il compito <strong>di</strong> implementare<br />
il progetto Pan Africa e-Network è stato assegnato “chiavi in mano” alla TCIL, e include la<br />
gestione dei servizi <strong>per</strong> i 5 anni successivi all’assegnazione della delega. Questo e altri progetti<br />
simili hanno sviluppato una grande es<strong>per</strong>ienza, che vorremmo con<strong>di</strong>videre con i partecipanti<br />
alla conferenza.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
MAHDI REZAI<br />
Fondatore Centro Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Herat, Afghanistan<br />
CARRIERA SCIENTIFICA<br />
1971 - 1972: Stu<strong>di</strong> in Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Kabul<br />
1972 - 1973: Università <strong>di</strong> Parigi<br />
1973 - 1974: Certificato <strong>di</strong> lingua tedesca <strong>per</strong> l’ammissione all’Università<br />
1974 - 1975: Stu<strong>di</strong> in Chimica, Università <strong>di</strong> Bochum<br />
1975 - 1981: Laurea in Me<strong>di</strong>cina, Università Heinrich Heine University, Duesseldorf<br />
1982: Tesi <strong>di</strong> Dottorato, Heinrich Heine University of Duesseldorf<br />
1982 - 1987: Assistente me<strong>di</strong>co Frauenklinik Gerresheim Duesseldorf<br />
1987 - 1989: Assistente Direttore Me<strong>di</strong>co Frauenklinik Gerresheim Duesseldorf<br />
1990 - 1997: Assistente Direttore Me<strong>di</strong>co, Dipartimento <strong>di</strong> Senologia, Gerresheim Duesseldorf<br />
Dal 1997: Direttore me<strong>di</strong>co Breast Center Duesseldorf (Centro <strong>di</strong> Senologia Duesseldorf),<br />
Luisen Hospital<br />
2003: Fondatore della Rezai-Foundation - Me<strong>di</strong>cal Help for women in Afghanistan (Aiuti<br />
sanitari <strong>per</strong> le donne in Afghanistan)<br />
2007: Fondatore della European Academy of Senology (Accademia Europea <strong>di</strong> Senologia)<br />
insieme con Prof. Veronesi<br />
20<br />
LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
21<br />
ABSTRACT<br />
Portare la <strong>pace</strong> significa innanzitutto portare <strong>pace</strong> alle donne, specialmente in Afghanistan,<br />
dove sono costrette a sopravvivere in una cultura che limita la loro libertà e i loro <strong>di</strong>ritti umani<br />
fondamentali.<br />
Con oltre mezzo milione <strong>di</strong> donne che muoiono ogni anno <strong>per</strong> complicazioni preve<strong>di</strong>bili,<br />
l’Afghanistan risulta essere il secondo o terzo peggior stato al mondo in merito alla mortalità<br />
materna.<br />
La causa principale della mortalità materna è la crisi dell’assistenza sanitaria riproduttiva, peggiorata<br />
da malnutrizione, povertà, infrastrutture inadeguate e mancanza <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci es<strong>per</strong>ti in<br />
ostetricia e ginecologia.<br />
Influenze religiose, tra<strong>di</strong>zioni, <strong>per</strong>petui stati <strong>di</strong> guerra rendono <strong>di</strong>fficile risolvere la situazione.<br />
Ciò vale anche <strong>per</strong> la mia città e provincia natale, Herat, nel nord-ovest dell’Afghanistan, dove<br />
trascorsi un’infanzia felice; poi stu<strong>di</strong>ai me<strong>di</strong>cina in Francia e Germania.Dopo l’occupazione<br />
sovietica del 1979, non potei tornarvi. Restai in Europa, dove ebbi l’occasione <strong>di</strong> combattere<br />
un male tipico del continente: il cancro al seno.<br />
Quando visitai Herat, nel 2000, il mio shock nel vedere la devastazione, causata da vent’anni<br />
<strong>di</strong> guerra, delle strutture politico-sociali e sanitarie afgane, mi convinsero che quello era il<br />
momento <strong>per</strong> realizzare, con la Fondazione Rezai, il progetto <strong>di</strong> costruire un ospedale con un<br />
<strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> ginecologia e ostetricia nella città <strong>di</strong> Herat. L’ospedale, collocato nel centro <strong>di</strong><br />
Herat, è un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> tre piani, ha una capacità <strong>di</strong> 100 letti ed è ora a <strong>di</strong>sposizione delle<br />
donne <strong>di</strong> tutta la provincia. Ogni giorno vi avvengono circa 70 parti e le donne vengono me<strong>di</strong>cate<br />
da me<strong>di</strong>ci sia donne che uomini. Quel progetto è una s<strong>per</strong>anza <strong>per</strong> l’intera nazione. Il<br />
nostro ospedale gode della fiducia degli abitanti <strong>di</strong> Herat, che forse lo considerano una protezione<br />
contro le interferenze negative provenienti da forze esterne.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
FRANCESCO ROCCA<br />
Commissario Straor<strong>di</strong>nario della Croce Rossa Italiana,<br />
Roma<br />
Nato a Roma, il 1° settembre 1965, sposato con <strong>due</strong> figli<br />
Avvocato Penalista.<br />
Nominato Commissario Straor<strong>di</strong>nario della Croce Rossa Italiana, Novembre 2008.<br />
Membro del Comitato Consultivo dell’Istituto Nazionale <strong>per</strong> le Malattie Infettive, Lazzaro<br />
Spallanzani, Roma. Membro del Nucleo <strong>di</strong> Valutazione dell’Istituto Nazionale Tumori,<br />
Fondazione G. Pascale, Napoli.<br />
General Manager presso HEWO (Hansenian’s Ethiopian Welfare Organization), organizzazione<br />
attiva su tutto il territorio etiope che fornisce assistenza sanitaria ai malati <strong>di</strong> lebbra, AIDS<br />
e TBC. Recentemente è stato a<strong>per</strong>to un nuovo ospedale con reparti <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria e ra<strong>di</strong>ologia a<br />
Quiha, (Macallè), ai confini con l’Eritrea, oltre a un nuovo centro <strong>per</strong> l’infanzia.<br />
Ruoli precedenti:<br />
Capo del Dipartimento delle Politiche Sociali del Comune <strong>di</strong> Roma. Capo del Dipartimento<br />
O<strong>per</strong>ativo della Croce Rossa Italiana. Direttore Generale dell’Ospedale Sant’Andrea <strong>di</strong> Roma;<br />
in precedenza, Commissario Straor<strong>di</strong>nario dell’Ospedale nella fase <strong>di</strong> start up, attuata in coo<strong>per</strong>azione<br />
con la Regione Lazio e l’Università “La Sapienza” <strong>di</strong> Roma.<br />
Presidente dell’IPAB (Pubblico Istituto <strong>di</strong> Pubblica Assistenza e Beneficenza) “Istituti <strong>di</strong> Santa<br />
Maria in Aquiro”, organizzazione pubblica che fornisce assistenza a bambini e anziani.<br />
Presidente dell’IPAB (Pubblico Istituto <strong>di</strong> Pubblica Assistenza e Beneficenza) “O<strong>per</strong>a Pia Asilo<br />
della Patria”, organizzazione pubblica che realizza programmi <strong>di</strong> assistenza <strong>per</strong> bambini<br />
abbandonati.<br />
Revisore Legale delle Coo<strong>per</strong>ative Sociali “Partire dagli Ultimi” e “Lavoro e Integrazione”, legate<br />
alla CARITAS <strong>di</strong> Roma, impegnate in progetti in favore degli esclusi sociali.<br />
Revisore Legale <strong>di</strong> MAGIS una delle ONG più estese, parte del FOCSIV, Federazione degli<br />
Organismi Cristiani dei Servizi Internazionali <strong>di</strong> Volontariato, impegnate nella realizzazione <strong>di</strong><br />
programmi <strong>di</strong> coo<strong>per</strong>azione in particolare in Libano, Madagascar, Chad e nelle Filippine; tra<br />
i partner, il Ministero degli Affari Esteri Italiano.<br />
Consulente <strong>per</strong> numerose Associazioni nel campo dell’assistenza sanitaria e sociale, come la<br />
CARITAS, fornendo anche consulenza legale e volontariato attivo.<br />
22<br />
LA SCIENZA PER LA PACE NELLE AREE DI CRISI<br />
23<br />
ABSTRACT<br />
La Croce Rossa ha un ruolo fondamentale nelle aree <strong>di</strong> crisi: l’organizzazione, neutrale e in<strong>di</strong>pendente,<br />
assicura l’aiuto umanitario e la protezione alle vittime delle guerre e delle violenze<br />
armate. Inoltre garantisce la confidenzialità e la possibilità <strong>di</strong> <strong>parlare</strong> con tutte le parti in<br />
causa, senza pregiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> alcun tipo, mettendo l’aiuto ai vulnerabili al centro dell’azione.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
BRIAN WOOD<br />
Coor<strong>di</strong>natore Amnesty International<br />
<strong>per</strong> le attività sul controllo delle armi, Regno Unito<br />
Brian Wood è stato consulente ricercatore <strong>per</strong> le Nazioni Unite sulle questioni riguardanti la<br />
prevenzione del traffico illecito <strong>di</strong> armi ed è responsabile <strong>di</strong> Amnesty International presso il<br />
Segretariato Internazionale <strong>di</strong> Londra <strong>per</strong> la politica, la ricerca e le campagne dell’organizzazione<br />
concernenti sicurezza, esercito e polizia. È anche autore <strong>di</strong> ricerche sui <strong>di</strong>versi aspetti<br />
del commercio internazionale <strong>di</strong> armi convenzionali e sul commercio <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> tortura.<br />
Con altri, tra cui il vincitore del Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace, il dottor Oscar Arias, Brian ha avviato,<br />
a metà anni ’90, la campagna <strong>per</strong> un trattato internazionale sul rigido controllo <strong>di</strong> questo<br />
commercio.<br />
In Europa ciò ha portato all’istituzione del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Condotta dell’UE sull’Esportazione <strong>di</strong> Armi<br />
(1998), ora riconosciuto come Posizione Comune dell’UE legalmente obbligatoria, e dal 2006<br />
inserito nel processo delle Nazioni Unite <strong>per</strong> l’istituzione <strong>di</strong> un Trattato sul Commercio globale<br />
<strong>di</strong> Armi, il cui completamento è previsto <strong>per</strong> il 2012. Brian è stato anche consulente presso il<br />
Gruppo <strong>di</strong> Es<strong>per</strong>ti delle Nazioni Unite <strong>per</strong> la prevenzione del brokering illecito <strong>di</strong> armamenti.<br />
Attualmente si occupa <strong>di</strong> una ricerca sui sistemi <strong>di</strong> certificazione dell’utente finale.<br />
24<br />
LECTIO MAGISTRALIS<br />
25<br />
ABSTRACT<br />
Il valore del commercio globale e del trasferimento internazionale delle armi convenzionali è<br />
stimato approssimativamente in 100 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari americani; questo commercio tocca<br />
<strong>di</strong>versi aspetti della vita <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone, contribuendo a far precipitare stati e gruppi etnici<br />
in conflitti, creando strumenti <strong>di</strong> repressione, alimentando cicli criminali e influendo sui <strong>di</strong>ritti<br />
umani. Ciononostante, non è ancora regolamentato da alcun trattato a livello globale, internazionale.<br />
Vi fu un tentativo a riguardo sotto la Lega delle Nazioni nel 1920, ma fallì in vista<br />
della Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale. In seguito alla Guerra Fredda, ai molti conflitti armati e alle<br />
atrocità delle ultime <strong>due</strong> deca<strong>di</strong> alimentate dalla proliferazione e dall’abuso <strong>di</strong> armi e munizioni<br />
provenienti da un crescente numero <strong>di</strong> fornitori, i governi mon<strong>di</strong>ali sono stati <strong>per</strong>suasi dalla<br />
società civile internazionale, inclusi <strong>di</strong>versi vincitori del premio Nobel <strong>per</strong> la Pace e i sostenitori<br />
della campagna Control Arms, a definire un trattato globale <strong>per</strong> il monitoraggio del commercio.<br />
Nel 2006, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite votò, con 153 stati a favore e<br />
uno contrario (gli USA <strong>di</strong> George Bush), l’istituzione <strong>di</strong> un processo ONU de<strong>di</strong>cato. Oggi, con<br />
un approccio più positivo da parte dell’Amministrazione Obama, le negoziazioni riguardanti<br />
il Trattato sul Commercio <strong>di</strong> Armi sono in corso e culmineranno nel 2012. Tuttavia, esistono<br />
ancora paesi scettici, come Russia, Cina, In<strong>di</strong>a, Pakistan, Egitto e altri stati del Golfo che si<br />
sono astenuti dal voto ONU.<br />
In vent’anni <strong>di</strong> lavoro politico, <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sostegno della causa con Amnesty International,<br />
con la campagna Control Arms, e <strong>per</strong> le Nazioni Unite, Brian Wood è stato un attivo propositore<br />
<strong>di</strong> rigi<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> controllo tramite l’Arms Trade Treaty (ATT).<br />
Wood fornirà una valutazione dei <strong>di</strong>battiti dell’ATT, e porrà l’accento sulle principali <strong>di</strong>scussioni<br />
riguardo contenuti etici, definizioni concettuali e meccanismi regolatori del nuovo trattato<br />
proposto. Presenterà <strong>soluzioni</strong> <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are le <strong>di</strong>fficoltà legate all’istituzione <strong>di</strong> un trattato che<br />
potrebbe aprire la strada a un nuovo sistema collettivo <strong>di</strong> controllo delle armi basato sul rischio,<br />
sul rispetto <strong>per</strong> i principi normativi internazionali e <strong>per</strong> la tutela dei <strong>di</strong>ritti umani.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
GLI SCIENZIATI PER LA PACE<br />
TELMO PIEVANI<br />
Professore <strong>di</strong> Filosofia della Scienza, Università Bicocca,<br />
Milano<br />
È professore associato <strong>di</strong> Filosofia della Scienza presso l’Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano Bicocca, dove<br />
è coor<strong>di</strong>natore del Corso <strong>di</strong> laurea in Scienze dell’Educazione. È il segretario del Consiglio Scientifico<br />
del Festival della Scienza <strong>di</strong> Genova e il Direttore scientifico del Festival delle Scienze <strong>di</strong> Roma presso<br />
l’Au<strong>di</strong>torium Parco della Musica (con V. Bo).<br />
È autore <strong>di</strong> numerose pubblicazioni, fra le quali: Homo sapiens e altre catastrofi (Meltemi, Roma,<br />
2002); Introduzione alla filosofia della biologia (Laterza, Roma-Bari, 2005); La teoria dell’evoluzione<br />
(Il Mulino, Bologna, 2006 e 2010); Creazione senza Dio (Einau<strong>di</strong>, Torino, 2006, finalista Premio<br />
Galileo e Premio Fermi; e<strong>di</strong>zione spagnola 2009); In <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Darwin (Bompiani, Milano, 2007); Nati<br />
<strong>per</strong> credere (Co<strong>di</strong>ce E<strong>di</strong>zioni, Torino, 2008, con V. Girotto e G. Vallortigara). Alcuni <strong>di</strong> questi volumi<br />
sono in corso <strong>di</strong> traduzione in lingue straniere, fra le quali inglese, spagnolo e portoghese.<br />
Socio corrispondente dell’Istituto Veneto <strong>di</strong> Scienze, Lettere e Arti <strong>per</strong> la classe <strong>di</strong> Scienze, membro della<br />
Società Italiana <strong>di</strong> Biologia Evoluzionistica, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Umberto<br />
Veronesi <strong>per</strong> il progresso delle scienze, componente del Direttivo dell’Istituto Italiano <strong>di</strong> Antropologia,<br />
fa parte dell’E<strong>di</strong>torial Board <strong>di</strong> riviste scientifiche internazionali come Evolutionary Biology e Evolution:<br />
Education and Outreach. E’ <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione, e coor<strong>di</strong>natore scientifico<br />
del Darwin Day <strong>di</strong> Milano. Insieme a Niles Eldredge, è <strong>di</strong>rettore scientifico del progetto enciclope<strong>di</strong>co<br />
“Ecosphera - Il futuro del pianeta” <strong>di</strong> UTET Gran<strong>di</strong> O<strong>per</strong>e (2010). Ha curato il volume ottavo<br />
(“Le scienze e le tecnologie”) dell’enciclope<strong>di</strong>a “La Cultura Italiana” <strong>di</strong> UTET Gran<strong>di</strong> O<strong>per</strong>e (2010),<br />
<strong>di</strong>retta da Luigi Luca Cavalli Sforza. Ha curato inoltre: nel 2003 la prima e<strong>di</strong>zione italiana dell’o<strong>per</strong>a<br />
<strong>di</strong> Stephen J. Gould “La struttura della teoria dell’evoluzione”, <strong>per</strong> Co<strong>di</strong>ce E<strong>di</strong>zioni (Torino); nel 2008<br />
la prima e<strong>di</strong>zione italiana <strong>di</strong> tre dei Taccuini giovanili ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Charles Darwin, <strong>per</strong> Laterza (Roma-<br />
Bari); nel 2008 la prima e<strong>di</strong>zione italiana dei saggi <strong>di</strong> Stephen J. Gould ed Elisabeth Vrba sul concetto<br />
<strong>di</strong> “exaptation”, <strong>per</strong> Bollati Boringhieri (Torino); nel 2009 una nuova e<strong>di</strong>zione italiana dello “Sketch”<br />
del 1842 <strong>di</strong> Darwin, <strong>per</strong> Einau<strong>di</strong> (Torino). Insieme a Niles Eldredge e Ian Tattersall ha curato l’e<strong>di</strong>zione<br />
italiana rinnovata della mostra internazionale “Darwin.1809-2009” (Roma-Milano-Bari 2009-<br />
2010). Insieme a Luigi Luca Cavalli Sforza è curatore del progetto espositivo internazionale “Il viaggio<br />
dell’uomo: la grande storia della <strong>di</strong>versità umana” (Roma, 2011). Collabora con Il Corriere della Sera<br />
e con le riviste Le Scienze, Micromega e L’In<strong>di</strong>ce dei Libri.<br />
26<br />
FRANCESCO CALOGERO<br />
Professore <strong>di</strong> Fisica teorica, Università La Sapienza, Roma<br />
Francesco Calogero (Fiesole, 6 febbraio 1935) è un fisico teorico italiano, attivo membro della<br />
comunità scientifica che si interessa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarmo nucleare.<br />
Ha iniziato ad interessarsi dei problemi legati alla non-proliferazione del nucleare dopo essersi<br />
casualmente trovato a Washington nel weekend cruciale della crisi dei missili <strong>di</strong> Cuba (ottobre<br />
1962).<br />
È stato Segretario Generale delle Pugwash Conferences on Science and World Affairs dal 1989<br />
al 1997, ed è tuttora membro del Pugwash Council. Il Pugwash ha ricevuto il premio Nobel <strong>per</strong><br />
la <strong>pace</strong> nel 1995 quando Francesco Calogero ne era Segretario Generale.<br />
Ha fatto parte del Comitato Direttivo (Board) del SIPRI (Stockholm International Peace Research<br />
Institute) dal 1982 al 1992. È stato uno dei fondatori, ed è tuttora membro attivo,<br />
dell'ISODARCO (International School On Disarmament And Research on Conflicts) e dell'USPID<br />
(Unione Scienziati Per Il Disarmo).<br />
Ha pubblicato oltre 400 articoli e numerosi libri riguardanti le armi nucleari, i rischi della proliferazione<br />
<strong>di</strong> tali armi e le possibili strategie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarmo. Si è anche molto occupato <strong>di</strong> come <strong>di</strong>minuire<br />
il rischio che terroristi possano <strong>di</strong>struggere una città me<strong>di</strong>ante una esplosione nucleari.<br />
Il fisico Francesco Calogero e il filosofo della scienza Telmo Pievani <strong>di</strong>alogano su scienza e<br />
<strong>pace</strong> a partire dalla proiezione <strong>di</strong> un video ine<strong>di</strong>to, che raccoglie alcuni frammenti della vita<br />
del fisico nucleare Joseph Rotblat (1908-2005), ideatore delle Conferenze Pugwash <strong>per</strong> il<br />
<strong>di</strong>sarmo nucleare, insignite del Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace nel 1995.<br />
27<br />
ABSTRACT
SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 28<br />
WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
19 NOVEMBRE 2010<br />
STRATEGIE E MODELLI PER UN PROCESSO DI PACE.<br />
9.30 - 10.15 GRUPPI DI LAVORO DI SCIENCE FOR PEACE: ATTIVITÀ E RISULTATI<br />
PANEL<br />
1. Scuola e Ricerca: la Carta <strong>di</strong> Science for Peace 30<br />
2. La scienza al servizio della <strong>pace</strong> nelle aree più bisognose: 31<br />
presentazione del progetto <strong>di</strong> formazione me<strong>di</strong>ca “Together for Peace”<br />
3. Banche e Società civile: Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> responsabilità bancaria in materia 31<br />
<strong>di</strong> finanziamento al settore degli armamenti<br />
10.20 - 11.30 VERSO UN ESERCITO UNICO EUROPEO E MAGGIORI CAPACITÀ CIVILI?<br />
Emma Bonino, Vice Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Roma 32<br />
e Stefano Silvestri, Presidente IAI - Istituto Affari Internazionali <strong>di</strong> Roma 34<br />
presentano la ricerca “L'Unione Europea e la gestione delle crisi:<br />
istituzioni e capacità”<br />
Richard Gowan, Ricercatore Senior ECFR - European Council 36<br />
on Foreign Relations, U.S.A.<br />
Fabio Mini, Generale Esercito Italiano, Roma 38<br />
11.35 - 13.10 DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
Chair William F. Vendley, Segretario Generale Religions for Peace, U.S.A. 40<br />
Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere Accademia Pontificia 42<br />
delle Scienze, Roma<br />
Father Joseph Muttungal Thomas, Vincitore “World Peace and Harmony 44<br />
Award” 2010, In<strong>di</strong>a<br />
Siti Musdah Mulia, Presidente Conferenza indonesiana Religion 46<br />
for Peace, Indonesia<br />
Frans Goetghebeur, Presidente Unione Europea Bud<strong>di</strong>sta, Belgio 48<br />
Tara Gandhi, Vice Presidente Kasturba Gandhi Memorial Trust, In<strong>di</strong>a 50<br />
Giuseppe Laras, Presidente Emerito Assemblea Rabbinica italiana, Milano 54<br />
Christiane Groeben, Presidente Sinodo Luterano italiano, Napoli 56<br />
28<br />
14.30 - 16.20 DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
Chair Alberto Martinelli, Vice Presidente Science for Peace, Professore 9<br />
<strong>di</strong> Scienze Politiche, Università degli Stu<strong>di</strong>, Milano<br />
Shirin Eba<strong>di</strong>, Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace 2003, Iran 58<br />
Mary Akrami, Co-fondatrice e Direttrice Afghan Women Skills 60<br />
Development Center, Afghanistan<br />
Tara Gandhi, Vice Presidente Kasturba Gandhi Memorial Trust, In<strong>di</strong>a 53<br />
Hei<strong>di</strong> Kühn, Fondatrice e Direttore Roots of Peace, U.S.A. 62<br />
Aicha Ech-Channa, Fondatrice Association de solidarité feminine, Marocco 64<br />
Rita El Khayat, Psichiatra psicanalista antropologa, Marocco 66<br />
Salam Kanaan, Direttore Paese Save the Children UK 68<br />
nei territori occupati palestinesi<br />
16.25 - 17.45 COME LE RELAZIONI ECONOMICHE POSSONO PROMUOVERE LA PACE<br />
Chair Giancarlo Aragona, Vice Presidente Science for Peace, Roma 8<br />
Steve Killelea, Fondatore Institute for Economics and Peace, Australia 70<br />
Michael Intriligator, Vice Presidente Economists for Peace and Security, 72<br />
Professore <strong>di</strong> Economia, Science Politiche e Politiche Pubbliche, UCLA, U.S.A.<br />
Giorgio Sacerdoti, Professore <strong>di</strong> Diritto Internazionale e Comunitario, 74<br />
Università Bocconi, Milano<br />
Fabrizio Battistelli, Professore <strong>di</strong> Sociologia, Università La Sapienza, Roma 76<br />
17.50 - 18.10 SCIENCE FOR PEACE INCONTRA MILANO EXPO 2015<br />
18.15 - 18.30 CONCLUSIONI<br />
Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace 4<br />
Alberto Martinelli, Vice Presidente Science for Peace 9<br />
Giancarlo Aragona, Vice Presidente Science for Peace 8<br />
29
SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 30<br />
WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
GRUPPI DI LAVORO DI SCIENCE FOR PEACE:<br />
ATTIVITÀ E RISULTATI<br />
SCUOLA E RICERCA<br />
GRUPPO DI LAVORO 1<br />
Il gruppo <strong>di</strong> lavoro è stato incaricato <strong>di</strong> stendere la Carta <strong>di</strong> Science for Peace, un manifesto<br />
scientifico che aggiorna e rafforza i propositi della Carta <strong>di</strong> Siviglia, <strong>di</strong>ffusa dall’UNESCO nel<br />
1989.<br />
In tale documento si <strong>di</strong>chiarava che il raggiungimento della <strong>pace</strong> è sempre possibile poiché la<br />
guerra non è una necessità biologica inscritta nella natura umana.<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 21 anni, le ricerche della comunità scientifica confermano questa importante tesi.<br />
La violenza organizzata non è determinata dalla genetica né dall’etologia: libere scelte a favore<br />
della <strong>pace</strong> sono da attribuire all’evoluzione culturale e all’educazione.<br />
30<br />
LA SCIENZA AL SERVIZIO DELLA PACE NELLE AREE PIÙ BISOGNOSE.<br />
GRUPPO DI LAVORO 2<br />
Presentazione della task force me<strong>di</strong>ca itinerante “Together for Peace”, <strong>per</strong> formazione in ambito<br />
oncologico nelle regioni colpite da conflitti o in stato <strong>di</strong> grave necessità.<br />
Together for Peace si rivolge a me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> aree particolarmente <strong>di</strong>sagiate, prevedendo borse <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o <strong>per</strong> la formazione <strong>di</strong> specialisti e fasi <strong>di</strong> training in loco e in Italia.<br />
BANCHE E SOCIETÀ CIVILE.<br />
GRUPPO DI LAVORO 3<br />
Il comitato relativo a questo gruppo <strong>di</strong> lavoro è stato impegnato nella stesura <strong>di</strong> un co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
responsabilità del settore bancario <strong>per</strong> aumentare la trasparenza nei confronti del finanziamento<br />
all’industria delle armi.<br />
Successivamente il co<strong>di</strong>ce sarà <strong>di</strong>ffuso a livello nazionale ed europeo e verranno attivati i conseguenti<br />
meccanismi <strong>di</strong> controllo.<br />
31
SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 32<br />
WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
CHAIR<br />
EMMA BONINO<br />
Vice Presidente del Senato della Repubblica Italiana,<br />
Roma<br />
Emma Bonino è nata il 9 marzo del 1948 a Bra (Cuneo). Laureata all'Università Bocconi in lingue<br />
e letteratura straniera. Dopo aver iniziato la sua militanza nel Partito Ra<strong>di</strong>cale, fonda nel<br />
1975 il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e aborto). Un anno dopo viene eletta alla<br />
Camera dei Deputati dove sarà rieletta nel 1979, 1983, 1987, 1992, 1994 e 2006. Alle elezioni<br />
2008 entra al Senato come ra<strong>di</strong>cale nel Gruppo Pd. E' Vice-Presidente del Senato.<br />
Nel 1978 è Segretaria dell’associazione “Food and <strong>di</strong>sarmament International”. Nel 1979<br />
<strong>di</strong>venta deputato del Parlamento Europeo (riconfermata nel 1984, 1999 e 2004). In quegli<br />
anni parte la campagna <strong>di</strong> mobilitazione internazionale contro lo sterminio <strong>per</strong> fame nel<br />
mondo.<br />
Dal 1995 al 1999 è commissario europeo <strong>per</strong> la Pesca, la Politica dei consumatori e gli aiuti<br />
umanitari <strong>di</strong> emergenza.<br />
Nel 1997, dopo un sequestro lampo a Kabul da parte dei Talebani, denuncia in tutto il mondo<br />
le terribili con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita delle donne afghane promuovendo la campagna internazionale<br />
“Un fiore <strong>per</strong> le donne <strong>di</strong> Kabul”, come pure, nel 2001, quella <strong>per</strong> l’inclusione delle donne nel<br />
Governo ad interim in Afghanistan.<br />
Dal 2000 è tra i promotori <strong>di</strong> una campagna mon<strong>di</strong>ale <strong>per</strong> lo sra<strong>di</strong>camento delle mutilazioni<br />
genitali femminili (MGF) e <strong>per</strong> la ratifica del protocollo <strong>di</strong> Maputo da parte dei Paesi<br />
dell'Unione Africana.<br />
Per l’Unione europea è stata Capo delegazione della missione degli osservatori elettorali in<br />
Ecuador (2002) e in Afghanistan (2005).<br />
È nominata Rappresentante del governo italiano alla Conferenza Intergovernativa della<br />
Comunità delle Democrazie a Seul nel 2002 e a Santiago del Cile nel 2005.<br />
Nel maggio 2006 viene nominata Ministro del Commercio Internazionale e <strong>per</strong> gli Affari europei<br />
nel Governo Pro<strong>di</strong>.<br />
È membro del Comitato Esecutivo dell’International Crisis Group (ICG) ed è tra i fondatori delle<br />
ONG Non c’è Pace Senza Giustizia e Nessuno tocchi Caino.<br />
32<br />
VERSO UN ESERCITO UNICO EUROPEO<br />
E MAGGIORI CAPACITÀ CIVILI?<br />
33<br />
ABSTRACT<br />
"Verso un esercito unico europeo e maggiori capacità civili?" è una domanda alle quale è possibile<br />
dare subito una risposta: No (<strong>per</strong> ora) alla prima parte; Si alla seconda. Nonostante la<br />
crisi economica rappresenti un grande incentivo <strong>per</strong> la messa in comune delle spese militari,<br />
la creazione <strong>di</strong> un esercito sovranazionale europeo non è, obiettivamente, alle porte.<br />
Questo non significa che un maggior grado d'integrazione delle forze armate non sia possibile,<br />
nonché auspicabile; anzi, io continuo a ritenere che sia <strong>di</strong> preminente interesse <strong>per</strong> l'Unione<br />
europea e i suoi Stati membri. E non si tratta solo <strong>di</strong> una questione costi/benefici: è una questione<br />
anche <strong>di</strong> dotare l'Europa dei mezzi <strong>per</strong> assumersi delle responsabilità politiche in maniera<br />
autonoma. A volte occorre la forza <strong>per</strong> ristabilire la <strong>pace</strong>; <strong>per</strong> questo, credo che gli europei<br />
debbano crearsi un'alternativa alla Nato, e non <strong>di</strong>pendere esclusivamente dagli Usa, seppure<br />
rimanga il nostro principale alleato.<br />
Tuttavia, l'es<strong>per</strong>ienza ci <strong>di</strong>mostra che se l'obiettivo è quello <strong>di</strong> riportare <strong>pace</strong> e stabilità duratura<br />
in un'area <strong>di</strong> crisi, allora alla capacità militare occorre affiancare un'altrettanta forte e cre<strong>di</strong>bile<br />
capacità civile. Dopo l'approvazione del Trattato <strong>di</strong> Lisbona e la costituzione del servizio<br />
<strong>di</strong>plomatico europeo, è in campo civile che l'Europa può e deve giocare le sue carte migliori,<br />
ampliando le sue capacità a tutti i settori dello state-buil<strong>di</strong>ng, allineando la pianificazione<br />
delle sue o<strong>per</strong>azioni civili con quelle militari e formando una nuova generazione <strong>di</strong> <strong>per</strong>sonale<br />
civile altamente specializzato.
SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 34<br />
WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
STEFANO SILVESTRI<br />
Presidente IAI - Istituto Affari Internazionali <strong>di</strong> Roma<br />
Stefano Silvestri è Presidente dell'Istituto Affari Internazionali dal 2001. È e<strong>di</strong>torialista de Il Sole<br />
24 Ore dal 1985. È stato Sottosegretario <strong>di</strong> Stato alla Difesa (gennaio 1995 - maggio 1996),<br />
consigliere del Sottosegretario agli Esteri incaricato <strong>per</strong> gli Affari Europei (1975), e consulente<br />
della Presidenza del Consiglio sotto <strong>di</strong>versi governi. Ha svolto e svolge lavoro <strong>di</strong> consulenza<br />
sia <strong>per</strong> il Ministero degli Esteri che <strong>per</strong> quelli della Difesa e dell'Industria. Come giornalista<br />
professionista, è stato anche inviato e notista del Globo (1982), membro del comitato <strong>di</strong>rettivo<br />
de l'Europeo (1979), collaboratore <strong>di</strong> numerosi quoti<strong>di</strong>ani nazionali sui temi <strong>di</strong> politica estera<br />
e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. È stato anche docente sui problemi <strong>di</strong> sicurezza dell'area me<strong>di</strong>terranea, presso<br />
il Bologna Center della Johns Hopkins University (1972-76) e ha lavorato (1971-72) presso<br />
l'International Institute for Strategic Stu<strong>di</strong>es <strong>di</strong> Londra. È membro del Consiglio<br />
d'Amministrazione dell'Associazione Industrie Aerospaziali e Difesa (AIAD) e della<br />
Commissione Trilaterale.<br />
Pubblicazioni<br />
Tra le sue principali pubblicazioni ricor<strong>di</strong>amo molteplici lavori sul Me<strong>di</strong>terraneo come “L'uso<br />
politico della forza nel Me<strong>di</strong>terraneo”, (1973), o “Il fianco sud della Nato”, con Maurizio<br />
Cremasco, (1979); sulla sicurezza europea “La sicurezza Europea” (1969), “La strategia<br />
sovietica, teoria e pratica” (1970 e 1980); sul problema dello scudo <strong>di</strong>fensivo stellare “SDI e<br />
Europa” (1985) e le sue ricerche più recenti su “Il futuro della <strong>di</strong>ssuasione nucleare in Europa”<br />
e “Nuovi modelli della <strong>di</strong>fesa italiana”, ambe<strong>due</strong> pubblicate a Roma nel 1990; “Le forze multinazionali”,<br />
Roma (1993). “Sistema <strong>di</strong> sicurezza dei paesi del Golfo - Riflessi <strong>per</strong><br />
l'Occidente”, Roma (1994); “L'organizzazione e l'architettura C3I <strong>per</strong> il vertice decisionale<br />
nazionale”, Roma (1995).<br />
34<br />
VERSO UN ESERCITO UNICO EUROPEO<br />
E MAGGIORI CAPACITÀ CIVILI?<br />
35<br />
ABSTRACT<br />
L'Unione Europea (UE) è sempre più presente nelle o<strong>per</strong>azioni internazionali <strong>di</strong> gestione delle<br />
crisi, in proprio, accanto alla NATO o attraverso i suoi stati membri. Ciò delinea la necessità<br />
e l'opportunità <strong>di</strong> razionalizzare e migliorare le sue capacità, caratterizzate da una forte integrazione<br />
delle componenti civile e militare. Allo stesso tempo richiede un collegamento chiaro<br />
ed esplicito tra le istituzioni <strong>di</strong> gestione della Politica Estera e <strong>di</strong> Sicurezza Comune (PESC) e<br />
le strutture della Politica <strong>di</strong> Sicurezza e <strong>di</strong> Difesa Comune (PSDC), sulla base delle innovazioni<br />
introdotte dal nuovo Trattato <strong>di</strong> Lisbona. In questo processo va incluso anche un più forte rapporto<br />
con il Parlamento Europeo.<br />
Questi sviluppi possono costituire un modello <strong>di</strong> grande interesse, in almeno <strong>due</strong> <strong>di</strong>rezioni.<br />
Da un lato, <strong>per</strong> la gestione delle crisi, l'es<strong>per</strong>ienza dell’UE suggerisce un approccio integrato<br />
e multi<strong>di</strong>mensionale in tali o<strong>per</strong>azioni, più nell’ottica <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> tipo umanitario, <strong>di</strong> statebuil<strong>di</strong>ng<br />
e <strong>di</strong> sicurezza, rispetto a missioni unicamente o prevalentemente militari. Garantire un<br />
maggiore coor<strong>di</strong>namento della politica estera e <strong>di</strong> sicurezza con le azioni esterne dell’Unione<br />
in settori quali la coo<strong>per</strong>azione allo sviluppo e il commercio è uno degli obiettivi del nuovo<br />
Servizio <strong>di</strong>plomatico europeo. Tuttavia, l’UE deve ancora sviluppare una strategia unitaria che<br />
possa orientare il ruolo internazionale e renderla un partner cre<strong>di</strong>bile nel mantenimento della<br />
<strong>pace</strong> e della stabilità.<br />
Per i Paesi europei, tutto ciò può aprire la strada ad una razionalizzazione delle politiche e<br />
delle spese <strong>per</strong> la <strong>di</strong>fesa, la sicurezza e la gestione delle crisi. Questo obiettivo può essere facilitato<br />
dalla messa in comune delle risorse e attraverso progetti <strong>di</strong> sviluppo congiunto delle capacità,<br />
facilitati dai meccanismi e dalle strutture dell’Unione. Sul fronte interno, l’UE è anche chiamata<br />
ad assicurare una partecipazione democratica efficace alle scelte <strong>di</strong> politica estera,<br />
soprattutto quelle che hanno implicazioni <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong>fesa, attraverso un maggior coinvolgimento<br />
dei citta<strong>di</strong>ni e dei rappresentanti <strong>di</strong>rettamente eletti nei consessi parlamentari nazionali<br />
e sopranazionali.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
RICHARD GOWAN<br />
Ricercatore Senior ECFR - European Council on Foreign<br />
Relations, U.S.A.<br />
Richard Gowan è Direttore Associato del Center on International Coo<strong>per</strong>ation presso la NYU<br />
(New York University) ed analista <strong>per</strong> l’ECFR (Consiglio Europeo sulle Relazioni Estere). Il suo<br />
campo d’azione riguarda le politiche <strong>di</strong> sicurezza europea e le o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong>, peacekeeping<br />
delle Nazioni Unite, <strong>di</strong>ritti umani ed il ruolo dell’UE nell’ONU e nel G20.<br />
Prima <strong>di</strong> approdare nel 2005 alla NYU, Richard Gowan è stato addetto al programma europeo<br />
presso il Centro <strong>di</strong> Politiche Estere <strong>di</strong> Londra. Nel 2005-2006 ha coor<strong>di</strong>nato lo sviluppo<br />
del primo Annual Review of Global Peace O<strong>per</strong>ations, che costituisce la fonte più estesa <strong>di</strong> dati<br />
e analisi sul peacekeeping all’interno del settore pubblico. Nell’anno corrente ha curato l’e<strong>di</strong>zione<br />
del nuovo numero del Review of Political Missions, con un focus sulle o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong><br />
non militari attuate dall’ONU, dall’UE, dall’OSCE e dall’Unione Africana.<br />
Fra i lavori pubblicati dal Dott. Gowan presso l’ECFR si contano: A Global Force for Human<br />
Rights? An Au<strong>di</strong>t of European Power at the UN (con Franziska Brantner, 2008) e Can the EU<br />
Rebuild Failing States? A Review of Europe's Civilian Capacities (con Daniel Korski, 2009).<br />
Ha, inoltre, pubblicato una serie <strong>di</strong> aggiornamenti annuali sulle attività <strong>di</strong> promozione dei <strong>di</strong>ritti<br />
umani da parte dell’UE presso le Nazioni Unite.<br />
Il Dott. Gowan ha recentemente curato l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Coo<strong>per</strong>ating for Peace and Security, un’indagine<br />
ad ampio spettro sulle organizzazioni multilaterali, con Bruce Jones e Shepard Forman<br />
(Cambridge University Press, 2009). Ha scritto <strong>per</strong> la International Herald Tribune, Financial<br />
times and European Voice. Collabora dal 2007, inoltre, al blog Global Dashboard (www.globaldashboard.org).<br />
Il Dott. Gowan è stato consulente <strong>per</strong> il Dipartimento britannico <strong>di</strong> Sviluppo Internazionale e<br />
<strong>per</strong> il Dipartimento <strong>di</strong> Affari Politici presso l’ONU. E’ stato anche ospite della BBC e <strong>di</strong> numerose<br />
emittenti ra<strong>di</strong>ofoniche e televisive statunitensi.<br />
Il Dott. Gowan si è laureato alla University of Cambridge ed ha scritto a proposito della filosofia<br />
politica <strong>di</strong> Raymond Aron.<br />
36<br />
VERSO UN ESERCITO UNICO EUROPEO<br />
E MAGGIORI CAPACITÀ CIVILI?<br />
37<br />
ABSTRACT<br />
Le forze militari europee si riducono sotto la pressione dei tagli <strong>di</strong> budget e la maggior parte<br />
dei membri della NATO confidano <strong>di</strong> spingere le proprie truppe fuori dai confini afagani entro<br />
pochi anni. Ma i governi europei non possono lasciare un così alto livello <strong>di</strong> instabilità in larga<br />
parte del Me<strong>di</strong>o Oriente, dell’Africa e del Caucaso - instabilità che potrebbe portare a crisi<br />
umanitarie, guerre civili e minacce all’Europa.<br />
Come risponderanno i governi europei a queste sfide? L’UE deve rafforzare la sua <strong>di</strong>plomazia<br />
<strong>di</strong> crisi e le capacità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione, considerando la gestione della crisi, un compito centrale<br />
del nuovo Sevizio <strong>per</strong> l’Azione Esterna. Gli stati membri dell’UE dovrebbero intensificare il livello<br />
<strong>di</strong> coo<strong>per</strong>azione nell’ambito dell’aiuto umanitario, su<strong>per</strong>ando le debolezze rivelate quest’anno<br />
a Haiti e in Pakistan.<br />
Pur riducendo la generale <strong>di</strong>mensione dei loro eserciti, i membri dell’UE dovrebbero sviluppare<br />
una nuova generazione <strong>di</strong> Forze Integrate <strong>di</strong> Peacekeeping: militari, carabinieri e ufficiali<br />
civili allenati a o<strong>per</strong>are insieme <strong>per</strong> riportare l’or<strong>di</strong>ne e mantenere la <strong>pace</strong> nelle aree interessate<br />
dai conflitti.<br />
Queste Forze Integrate <strong>di</strong> Peacekeeping dovrebbero essere uno strumento più efficace e flessibile<br />
rispetto agli esistenti Gruppi <strong>di</strong> Battaglia, che si rivelano utili solo in una serie limitata <strong>di</strong><br />
contingenze militari.<br />
Poiché UE e NATO saranno spesso, ma non sempre, alla testa <strong>di</strong> crisi future, i pianificatori<br />
europei dovrebbero anche trovare il modo <strong>di</strong> sostenere le Nazioni Unite e l’Unione Africana<br />
nelle o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong>. Ciò potrebbe includere un supporto non solo a livello logistico, ma<br />
anche <strong>di</strong> intelligence, me<strong>di</strong>co e <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Alcuni paesi europei potrebbero avere intenzione <strong>di</strong> andare oltre, lasciando più truppe sotto il<br />
comando dell’ONU nei prossimi anni. Lavorare con l’ONU fornisce opportunità <strong>per</strong> coo<strong>per</strong>are<br />
con soldati <strong>di</strong> potenze emergenti, come In<strong>di</strong>a e Brasile. L’UE non dovrebbe solo sviluppare<br />
le proprie capacità nelle o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong>, ma anche incoraggiare le potenze nascenti ad<br />
accrescere i loro impegni - l’obiettivo dell’UE non dovrebbe essere un Esercito Europeo <strong>per</strong> la<br />
Pace, ma un sistema globale <strong>di</strong> supporto alla <strong>pace</strong>.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
FABIO MINI<br />
Generale Esercito Italiano, Roma<br />
Nasce nel 1942.<br />
Laureato in Economia Aziendale, ha conseguito tre corsi <strong>di</strong> <strong>per</strong>fezionamento post-laurea <strong>di</strong> cui<br />
<strong>due</strong> in Scienze Umanistiche e uno in Negoziato Internazionale.<br />
Completato il corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> presso l’Accademia Militare <strong>di</strong> Modena nel 1965, frequenta e<br />
completa il ciclo <strong>di</strong> Corsi <strong>di</strong> Stato Maggiore presso la Scuola <strong>di</strong> Guerra dove, nel 1978 si classifica<br />
primo nella sua classe.<br />
Ha comandato tutti i livelli <strong>di</strong> unità meccanizzate, dal Plotone alla Brigata. Dal 1993 al 1996<br />
ha svolto l’incarico <strong>di</strong> Addetto Militare a Pechino, Repubblica Popolare Cinese. Nel 2000 è ai<br />
quartieri generali della NATO in Sud Europa e nel 2002 assume il comando delle o<strong>per</strong>azioni<br />
<strong>di</strong> <strong>pace</strong> in Kosovo a guida NATO (KFOR).<br />
Le sue decorazioni comprendono l’Or<strong>di</strong>ne al Merito della Repubblica Italiana (OMRI), sei<br />
Medaglie <strong>per</strong> o<strong>per</strong>azioni condotte nei Balcani e cinque premi internazionali. Per le sue prestazioni<br />
al comando <strong>di</strong> KFOR, riceve il Riconoscimento al Valore statunitense e l’Or<strong>di</strong>ne Militare<br />
d’Italia, il più alto riconoscimento militare.<br />
È autore <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci libri e <strong>di</strong> oltre quaranta saggi su temi militari e geopolitici. Il suo libro più<br />
recente “Soldati” è stato pubblicato nel 2008 da Einau<strong>di</strong>.<br />
Nel 2009 ha curato la prima traduzione italiana delle conferenze militari <strong>di</strong> Hitler del 1942-<br />
45. Collabora con molti quoti<strong>di</strong>ani e <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ci come La Repubblica, L’Espresso, Aspenia,<br />
Eurasia, Limes.<br />
Ha fondato e <strong>di</strong>rige “Peace Generation”, una ONG che offre supporto umanitario ai fini dello<br />
sminamento e l’eliminazione <strong>di</strong> residui bellici inesplosi.<br />
Ha insegnato presso il corso “Scienze <strong>per</strong> la Pace” dell’Università <strong>di</strong> Pisa ed è stato ospite <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>verse università e scuole militari, quali il US Naval War College. Nel 2009 è entrato a far<br />
parte del corpo docente della Faculty of US Defense Institute of International Legal Stu<strong>di</strong>es ed<br />
insegna in America Latina.<br />
È sposato con Gloria; hanno un figlio e una figlia e <strong>due</strong> nipoti.<br />
38<br />
VERSO UN ESERCITO UNICO EUROPEO<br />
E MAGGIORI CAPACITÀ CIVILI?<br />
39<br />
ABSTRACT<br />
Le ragioni <strong>per</strong> arrivare ad un esercito comune sono politiche, sociali, economiche e, paradossalmente<br />
ultime, <strong>di</strong> sicurezza. Sono ragioni imposte dalla necessità <strong>di</strong> estendere le responsabilità<br />
europee ed arrivare ad una politica estera e <strong>di</strong> sicurezza che non sia comune solo quando<br />
c’è da eludere gli impegni. Sono ragioni economiche <strong>per</strong>ché l’economia è in sofferenza e<br />
<strong>per</strong>fino l’accesso al cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>fficile se non c’è cre<strong>di</strong>bilità.<br />
Sono ragioni sociali che consigliano <strong>di</strong> valutare non solo le ipotetiche minacce ma l’andamento<br />
del consenso, dei costi sociali, della demografia, della democrazia, della giustizia, delle<br />
<strong>per</strong>cezioni, delle alleanze, dei sacrifici richiesti e dei risultati conseguiti. Infine, ci sono ragioni<br />
<strong>di</strong> sicurezza: non c’è più posto <strong>per</strong> avventure nazionali o <strong>di</strong> singoli stati anche se potenti.<br />
La minaccia alla sicurezza non è più <strong>di</strong> natura prettamente militare; non è globale <strong>per</strong>ché unitaria<br />
o <strong>di</strong> blocco, ma <strong>per</strong>ché <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sa; non è <strong>per</strong>icolosa <strong>per</strong>ché sommabile, ma <strong>per</strong>ché suscettibile<br />
<strong>di</strong> ulteriore frazionamento.<br />
Gli strumenti necessari alla sicurezza devono essere preventivi non solo nei riguar<strong>di</strong> dei conflitti,<br />
ma <strong>di</strong> ciò che genera insicurezza. La prevenzione si fa con la conoscenza (informazioni),<br />
il controllo dei fenomeni, l’intervento politico-economico, l’assistenza civile con o senza l’intervento<br />
della sicurezza militare.<br />
Ci sono competenze <strong>di</strong> prevenzione che possono e devono essere assolte dai singoli stati e,<br />
<strong>per</strong> questo, essi devono avere strumenti compatibili e coor<strong>di</strong>nabili con gli altri. Ma ci sono competenze<br />
e responsabilità che nessuno stato può e deve assumere da solo e che nessuno può<br />
delegare a un egemone europeo o extra-europeo. E l’intervento armato è una <strong>di</strong> queste.<br />
L’Europa non ha sviluppato nessuna capacità <strong>di</strong> prevenzione <strong>per</strong>ché essa richiede unitarietà<br />
d’intenti, efficienza e flessibilità: cose che non si ottengono con la semplice sommatoria o duplicazione<br />
<strong>di</strong> strumenti inadatti e inefficienti. Troppo logico.
SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 40<br />
WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
CHAIR<br />
WILLIAM F. VENDLEY<br />
Segretario Generale Religions for Peace, U.S.A.<br />
William Vendley è Segretario Generale <strong>di</strong> Religions for Peace International nonché membro del<br />
suo consiglio mon<strong>di</strong>ale composto da 60 leader religiosi internazionali.<br />
Religions for Peace è l’associazione interconfessionale più grande e più rappresentativa al<br />
mondo con lo scopo <strong>di</strong> promuovere un’azione comune a favore della <strong>pace</strong> attraverso azioni<br />
che eliminino i conflitti e l’estrema povertà e che proteggano la terra.<br />
Willima Vendley è considerato un pioniere nell’impiego della coo<strong>per</strong>azione religiosa come<br />
strumento <strong>di</strong> risoluzione dei conflitti. Ha facilitato la creazione del Consiglio Interreligioso della<br />
Bosnia - Herzegovina nel <strong>per</strong>iodo imme<strong>di</strong>atamente successivo alla guerra civile, riuscendo a<br />
impegnare i leader religiosi nella costruzione <strong>di</strong> un’unica Bosnia multietnica. Ha fondato il<br />
Consiglio interreligioso della Sierra Leone durante la rovinosa guerra civile durata <strong>di</strong>eci anni,<br />
riuscendo a me<strong>di</strong>are con successo fra i ribelli ed il governo e assistendo, su richiesta formale,<br />
agli incontri <strong>per</strong> l’armistizio in Lome, Togo. È stato a capo <strong>di</strong> numerose o<strong>per</strong>azioni multi-religiose<br />
finalizzate ad evitare i conflitti, a me<strong>di</strong>are tra fazioni in conflitto e a prendersi cura delle<br />
società duramente colpite dalla violenza in Etiopia, Eritrea, Liberia, Indonesia, Sri Lanka, Iraq<br />
e in altri paesi ancora. È attualmente impegnato nel Me<strong>di</strong>o Oriente con capi religiosi <strong>per</strong> il progresso<br />
della <strong>pace</strong> in Israele, in Palestina e nei paesi limitrofi.<br />
William Vendley è consigliere del Presidente Obama <strong>per</strong> la coo<strong>per</strong>azione multi-religiosa e <strong>per</strong><br />
la task force degli affari internazionali del White House Faith Based Council. È spesso ospite<br />
<strong>di</strong> forum accademici e governativi. È un teologo ed ha lavorato come professore e rettore <strong>di</strong><br />
scuole <strong>di</strong> teologia. Nato e cresciuto in In<strong>di</strong>ana, USA, ha conseguito la laurea presso la Pur<strong>due</strong><br />
University nel 1972 e nel 2005 gli è stato conferito il premio Distinguished Alumni for Science.<br />
Nel 1976 ha conseguito un Master presso la Maryknoll School of Theology e nel 1984 ha<br />
completato il dottorato presso la Fordham University.<br />
40<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
41<br />
ABSTRACT<br />
I credenti delle gran<strong>di</strong> religioni mon<strong>di</strong>ali si trovano <strong>di</strong> fronte a una svolta in relazione al loro<br />
contributo <strong>per</strong> la <strong>pace</strong>; e questo, nonostante il deplorevole cattivo uso della religione <strong>di</strong> cui si<br />
servono gli estremisti.<br />
Un’opzione è lo status quo. Le comunità religiose potrebbero tranquillamente seguire ognuna<br />
la propria strada, magari rispettandosi reciprocamente, ma senza partecipare realmente ad<br />
un’o<strong>per</strong>a comune. In base a questa opzione, le nostre <strong>di</strong>verse comunità religiose <strong>di</strong>venterebbero<br />
sempre più vulnerabili rispetto alla polarizzazione e all’essere sfruttate <strong>per</strong> supportare violenze<br />
e conflitti. Seguendo questa scelta, le nostre comunità religiose - che contano miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
fedeli in tutto il mondo - potrebbero fallire nel realizzare il loro potenziale come fautrici <strong>di</strong><br />
<strong>pace</strong>.<br />
Esiste un’ulteriore opzione: le comunità religiose possono intenzionalmente coo<strong>per</strong>are <strong>per</strong> la<br />
<strong>pace</strong>; possono agire insieme, con<strong>di</strong>videndo saggi principi procedurali e un impegno morale<br />
in favore della <strong>pace</strong> che sia profondamente sentito e con<strong>di</strong>viso.<br />
Questa opzione, la coo<strong>per</strong>azione multireligiosa, può condurre le comunità religiose verso <strong>due</strong><br />
modalità creative. Da un lato, esse possono contribuire a forgiare una nuovo para<strong>di</strong>gma politico<br />
pubblico in cui risuoni la saggezza delle tra<strong>di</strong>zioni religiose, con<strong>di</strong>visa al livello più profondo.<br />
Esse possono inoltre collaborare sfruttando il patrimonio spirituale, morale e sociale <strong>di</strong><br />
ciascuna comunità <strong>per</strong> un impegno concreto nell’educazione, nel sostegno, nella me<strong>di</strong>azione<br />
e nella riconciliazione, componenti essenziali <strong>per</strong> la risoluzione del conflitto.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
MONS. MARCELO SÁNCHEZ SORONDO<br />
Cancelliere Accademia Pontificia delle Scienze, Roma<br />
Sanchez Sorondo, Marcelo, Prof. or<strong>di</strong>nario, Storia della Filosofia, Libera Univ. Maria SS.<br />
Assunta, Roma. Nato: Buenos Aires (Argentina), 8 settembre 1942. Or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />
(1968, Buenos Aires). Laurea, Univ. Cattolica <strong>di</strong> Buenos Aires (1969), Prof. filosofia morale,<br />
Univ. <strong>di</strong> Buenos Aires (1970). Dottore in Sacra Teologia, Univ. S. Tommaso d’Aquino, Roma<br />
(1974). Laurea in Filosofia, Univ. degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia (1976). Prof. <strong>di</strong> Storia della Filosofia,<br />
Univ. Lateranense (1976-98) e Decano della Facoltà <strong>di</strong> Filosofia (1987-96). Nel 1998 nominato<br />
da Giovanni Paolo II Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della<br />
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Nel 1999 nominato da Giovanni Paolo II Prelato<br />
Segretario della Pontificia Accademia <strong>di</strong> S. Tommaso d’Aquino. Il 19 marzo 2001 consacrato<br />
da Giovanni Paolo II Vescovo titolare <strong>di</strong> Vescovío.<br />
Cavaliere <strong>di</strong> Gran Croce, Rep. Italiana (2000); Premio Francesco Vito, Univ. Cattolica Sacro<br />
Cuore, Milano (2001); Or<strong>di</strong>ne Nazionale della Légion d’Onore, Rep. Francese (2002); Premio<br />
Neruda, Rep. del Cile (2004); Decoration Grão Mestre da Ordem de Rio Branco, Ambasciata<br />
del Brasile presso la Santa Sede (2004); Croce d’Onore <strong>per</strong> la Scienza e la Cultura, Rep.<br />
d’Austria (2004); Grande Ufficiale “Bernardo O’Higgins”, Rep. del Cile (2005).<br />
42<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
43<br />
ABSTRACT<br />
La <strong>pace</strong> è frutto dell’amore, della giustizia, della solidarietà e della verità. Senza questi valori<br />
non esiste <strong>pace</strong>. Oggi, nel nostro mondo globale, è necessario instaurare e curare il <strong>di</strong>alogo<br />
interreligioso.<br />
Il Concilio Vaticano ha avviato il movimento dell’Ecumenismo che ha già prodotto dei risultati.<br />
Ad Assisi, Papa Giovanni II ha riunito <strong>due</strong> volte gli esponenti <strong>di</strong> tutte le religioni, <strong>per</strong> <strong>parlare</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>pace</strong>. Dobbiamo proseguire in questa <strong>di</strong>rezione, creando un <strong>di</strong>alogo più consapevole e più<br />
serio sulla verità, che consideri il contenuto <strong>di</strong> ogni religione, oltre al contributo storico <strong>di</strong> ciascuna.<br />
Inoltre, occorre che “le religioni si esprimano sui problemi concreti e specifici che<br />
rischiano <strong>di</strong> soffocare il nostro futuro, come: clima, riscaldamento globale, crescita mon<strong>di</strong>ale,<br />
acqua ed energia”. Problemi che possono generare conflitti gravi e profon<strong>di</strong>.<br />
La religione cattolica si interroga e si esprime su questi problemi. Recentemente Papa Benedetto<br />
XVI ha <strong>di</strong>chiarato che “la fame è lo scandalo più grande dell’umanità”. Un problema che <strong>di</strong>mostra<br />
l’esistenza <strong>di</strong> valori sbagliati e che interpella noi cristiani in primis, noi che ogni giorno<br />
preghiamo Dio <strong>di</strong> dare a tutti noi il pane quoti<strong>di</strong>ano.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
JOSEPH MUTTUNGAL THOMAS<br />
Vincitore “World Peace and Harmony Award” 2010,<br />
In<strong>di</strong>a<br />
Padre Joseph Muttungal Thomas, nato il 16 giugno 1972, è più comunemente conosciuto come<br />
Padre Anand Muttungal, è un prete cattolico dell’Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bhopal. È noto <strong>per</strong> il suo contributo<br />
alla costruzione <strong>di</strong> <strong>pace</strong> all’interno della comunità e nella promozione <strong>di</strong> grass root leadership<br />
<strong>per</strong> l’istituzione della <strong>pace</strong> contro qualunque forma <strong>di</strong> violenza. Muttungal è nato in<br />
In<strong>di</strong>a, a Ernakulam, un <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Kerala, dai genitori Thomas Muttungal (Late) e Monica<br />
Thomas. Dopo la conclusione degli stu<strong>di</strong> secondari <strong>di</strong> secondo grado, Padre Anand Muttungal<br />
si è unito all’Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bhopal a Madhya Pradesh, nell’In<strong>di</strong>a centrale. Dopo la sua or<strong>di</strong>nazione<br />
nel 2001, ha lavorato in <strong>di</strong>versi campi. Si è laureato in Filosofia, Psicologia e Teologia<br />
e ha successivamente conseguito <strong>due</strong> master ed un dottorato in Psicologia.<br />
La sua nomina a Responsabile delle Relazioni Pubbliche, Portavoce e Segretario della<br />
Commission for Ecumenism and Inter-religious gli ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> o<strong>per</strong>are in maniera più ampia<br />
a favore della <strong>pace</strong>. Nel 2005 ha fondato Vischwa Kalyan Ashram (Universal Welfare<br />
Monastero, www.vkain<strong>di</strong>a.org), un’associazione cristiana laica che coor<strong>di</strong>na <strong>di</strong>verse attività.<br />
L’iniziativa è stata approvata dal Concilio (cattolico) dei Vescovi nel 2007 ed è stato registrato<br />
presso il Governo in<strong>di</strong>ano nel 2010.<br />
Padre Muttungal ha ricevuto riconoscimenti da numerose organizzazioni, fra le quail citiamo:<br />
Citta<strong>di</strong>nanza onoraria <strong>di</strong> Bozeman, nel Montana, Stati Uniti. Partecipazione a The<br />
International Visitor Leadership Programme, uno dei programmi più prestigiosi del governo<br />
americano.<br />
44<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
45<br />
ABSTRACT<br />
Il mondo non è che è un punto nel cuore <strong>di</strong> chi riposa la propria mente e il cuore stesso in<br />
Colui che avvolge l’intero universo nello splendore dell’ispirazione. Io, umile destinatario <strong>di</strong><br />
quello spirito ra<strong>di</strong>oso, mi inchino <strong>di</strong> fronte a Lui, in segno <strong>di</strong> sottomissione.<br />
Vi sono momenti nella mia vita in cui lo spirito ammutolisce ed è impotente, inca<strong>pace</strong> <strong>di</strong> pronunciare<br />
una parola, o <strong>di</strong> proseguire. Allora richiamo alla mente i ricor<strong>di</strong> d’infanzia, mia<br />
madre che mi sveglia <strong>di</strong>cendo che l’incantevole ritmo dei detti Sanscriti nel Tempio, il suono<br />
delle campane della Chiesa <strong>per</strong> l’Angelus e le declamazioni a voce alta delle Moschee su Dio,<br />
che è uno e onnipotente, stanno terminando e bisogna cominciare la giornata con la preghiera.<br />
Finché non ho iniziato a intraprendere gli stu<strong>di</strong> <strong>per</strong> <strong>di</strong>ventare un prete Cattolico, non ho<br />
mai trovato molta <strong>di</strong>fferenza nell’essere Hindu, oppure Musulmano, Bud<strong>di</strong>sta, Cristiano ecc.<br />
E oggi s<strong>per</strong>imento che questa luce eterna <strong>per</strong>mea tutte le religioni, le caste, le fe<strong>di</strong>, i generi, i<br />
colori e ogni pensiero, ogni sco<strong>per</strong>ta umana.<br />
Tutte le mie o<strong>per</strong>e finalizzate all’armonia interreligiosa hanno lo scopo <strong>di</strong> motivare la gente a<br />
raggiungere quella gioia che tutto comprende. Dico a tutti che i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> ogni religione<br />
nutrono la gran<strong>di</strong>ssima s<strong>per</strong>anza <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>ffondere la propria fede, che il mio Dio comprende<br />
tutto, gli oceani, i cieli, le sco<strong>per</strong>te e l’universo intero. Verso quella insondabile grazia le<br />
<strong>per</strong>sone devono dunque muovere, da ogni <strong>di</strong>rezione possibile. Io non sono che un volontario<br />
che le guida <strong>per</strong> aiutarle a giungere nella salvezza, alle sue mani senza confini.<br />
La maggior parte degli uomini e delle donne sagge comprende questo, quin<strong>di</strong>, come protagonista<br />
sul campo, io mi avvicino ai leader religiosi <strong>di</strong> tutte le fe<strong>di</strong>, <strong>per</strong> poter così camminare insieme,<br />
al fine <strong>di</strong> ampliare i sentieri degli abitanti dei quartieri poveri, delle zone rurali e <strong>di</strong> tutti<br />
coloro che necessitano del nostro aiuto <strong>per</strong> poter vivere un’es<strong>per</strong>ienza più profonda del <strong>di</strong>vino.<br />
Estendo i miei saluti agli scienziati <strong>di</strong> tutti i campi, nella s<strong>per</strong>anza che possano aiutarmi a<br />
spianare la mia strada verso i bisognosi, tramite le loro invenzioni e le loro sco<strong>per</strong>te.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
SITI MUSDAH MULIA<br />
Presidente Conferenza indonesiana Religion for Peace,<br />
Indonesia<br />
Siti Musdah Mulia è docente <strong>di</strong> Pensiero Politico Islamico presso la Scuola <strong>di</strong> Laurea<br />
Specialistica dell’Università Islamica Statale Syarif Hidayatullah <strong>di</strong> Jakarta, Indonesia, dal<br />
1998. Ricercatrice presso l’Istituto Indonesiano delle Scienze (Indonesian Institute of Sciences,<br />
LIPI) dal 2003. Dal 2007, è Presidente della Conferenza Indonesiana sulla Religione <strong>per</strong> la<br />
Pace, una ONG che promuove il <strong>di</strong>alogo interreligioso, il pluralismo e la democrazia a favore<br />
della <strong>pace</strong>.<br />
È stata Consulente Senior del Ministero della Legge e dei Diritti Umani della Repubblica<br />
Indonesiana (2000-2002), nonché Consulente Senior <strong>per</strong> il Ministero degli Affari Religiosi<br />
della Repubblica Indonesiana (2000-2007).<br />
È stata inoltre Coor<strong>di</strong>natrice del Gender Mainstreaming Team del Ministero degli Affari<br />
Religiosi e a capo della Divisione <strong>di</strong> Ricerca del Consiglio Indonesiano degli Ulema (MUI) -<br />
(2000-2005).<br />
Molto attiva in ambito accademico, è stata ricercatrice esterna presso <strong>di</strong>verse università a livello<br />
internazionale. Attivista <strong>per</strong> la democrazia, i <strong>di</strong>ritti umani e le questioni legate al genere, è<br />
autrice <strong>di</strong> molti libri, come: “Islamic State” (Parama<strong>di</strong>na, Jakarta, 2001); “Islam Criticizes<br />
Polygamy” (Grame<strong>di</strong>a, Jakarta, 2003); “Reformist Muslimah” (Mizan, Bandung, 2004); “Islam<br />
and The Inspiration of Gender Equity” (Kibar, Yogya, 2005); “Women and Politic” (Grame<strong>di</strong>a,<br />
Jakarta, 2007); “Human Rights and Islam” (Naufan, Yogyakarta, 2009).<br />
È stata inoltre insignita del premio: International Women of Courage Award dal Governo degli<br />
Stati Uniti (2007), <strong>per</strong> il suo eccezionale contributo allo sviluppo dell’Islam moderato e alla promozione<br />
della democrazia e dei <strong>di</strong>ritti umani in Indonesia. Attualmente le è stato assegnato<br />
anche il premio indonesiano: Yap Thiam Hien Human Rights Award (2008) e il premio Donna<br />
dell’Anno 2009 dall’Italia <strong>per</strong> le sue attività a favore della promozione <strong>per</strong> i <strong>di</strong>ritti umani e<br />
delle minoranze.<br />
46<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
47<br />
ABSTRACT<br />
Nel nostro mondo globale il <strong>di</strong>alogo interreligioso è essenziale <strong>per</strong> costruire la <strong>pace</strong>; affinché<br />
sia efficace, dovrebbe sod<strong>di</strong>sfare quattro principi fondamentali:<br />
1°: il principio <strong>di</strong> umanità. Come comunità religiosa, a volte rischiamo <strong>di</strong> assumere la posizione<br />
<strong>di</strong> Dio, agendo in modo arrogante e giu<strong>di</strong>cante; dovremmo invece mantenere sempre il<br />
nostro status <strong>di</strong> esseri umani, rispettando gli altri, agendo <strong>per</strong> il bene e lasciando il giu<strong>di</strong>zio a<br />
Dio.<br />
2°: il principio <strong>di</strong> un’unica famiglia. Siamo tutti parte <strong>di</strong> un'unica famiglia, con un’origine comune,<br />
Dio. Questa affinità ci allontanerà dalla violenza, aumentando il livello <strong>di</strong> empatia, portandoci<br />
alla solidarietà. Abbiamo un nemico comune da affrontare e sconfiggere insieme, che si<br />
concretizza nell’ingiustizia, nell’oppressione, nell’avi<strong>di</strong>tà, nell’ignoranza, nella povertà.<br />
3°: il principio della democrazia, basato sul rispetto <strong>per</strong> la natura e la <strong>di</strong>gnità dell’essere<br />
umano. Tutti i citta<strong>di</strong>ni sono uguali <strong>di</strong> fronte alla legge, con gli stessi <strong>di</strong>ritti fondamentali; è<br />
nostro dovere spingere i governi ad applicare la legge in modo giusto e ad assumere una posizione<br />
neutrale, <strong>per</strong>ché l’attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>scriminatoria causa conflitti. I leader religiosi dovrebbero<br />
promuovere interpretazioni democratiche della dottrina, enfatizzando i principi <strong>di</strong> tolleranza,<br />
pluralismo, uguaglianza <strong>di</strong> genere.<br />
4°: il principio del pluralismo. L’interazione, ma anche la mobilitazione basata sull’identità religiosa<br />
<strong>per</strong> fini politici, possono essere potenziali cause <strong>di</strong> conflitti religiosi. La tolleranza è l’abilità<br />
<strong>di</strong> limitarsi <strong>per</strong> minimizzare potenziali conflitti. Il pluralismo è la volontà <strong>di</strong> riconoscere le<br />
<strong>di</strong>fferenze e accettare la <strong>di</strong>versità come forza naturale, enfatizzando il potenziale positivo insito<br />
nelle naturali <strong>di</strong>fferenze tra religioni. Esso può essere promosso in <strong>due</strong> mo<strong>di</strong>: attraverso un<br />
<strong>di</strong>alogo intenso che coinvolga tutta la società, basato sugli otto obiettivi <strong>di</strong> sviluppo del millennio<br />
stabiliti dai leader mon<strong>di</strong>ali nel 2000, e, infine, grazie ad attività <strong>di</strong> partecipazione; lavorare<br />
e vivere insieme apre la mente eliminando i pregiu<strong>di</strong>zi e la tendenza a creare stereotipi.<br />
Conoscere la religione degli altri determina comprensione reciproca e la ricerca <strong>di</strong> fattori<br />
comuni come fondamenti <strong>per</strong> una coesistenza pacifica.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
FRANS GOETGHEBEUR<br />
Presidente Unione Europea Bud<strong>di</strong>sta, Belgio<br />
Frans Goetghebeur è stato <strong>per</strong> molti anni professore <strong>di</strong> lingue neolatine nella scuola secondaria.<br />
È stato associato a istituzioni bud<strong>di</strong>ste in Schoten, Bruxelles, Huy (Belgio) e Cadzand (Paesi<br />
Bassi) <strong>per</strong> più <strong>di</strong> trent’anni.<br />
È stato Presidente dell’Unione Bud<strong>di</strong>sta del Belgio (BUB) <strong>per</strong> <strong>di</strong>eci anni.<br />
Il 27 settembre 2008 è stato eletto presidente dell’Unione Bud<strong>di</strong>sta Europea (EBU) con un mandato<br />
triennale.<br />
Frans Goetghebeur è fondatore e membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse organizzazioni interreligiose e un oratore<br />
stimato su temi quali l’integrazione del bud<strong>di</strong>smo nell’Ovest e lo stato dello spiritualismo<br />
nella nostra società. Il suo obiettivo è <strong>di</strong> stimolare il <strong>di</strong>alogo ecumenico e quello pluriconfessionale<br />
filosofico all’interno delle svariate scuole del bud<strong>di</strong>smo e fra le tra<strong>di</strong>zioni spirituali, la<br />
scienza e l’ideologia.<br />
Goetghebeur ha collaborato alla stesura <strong>di</strong> numerose pubblicazioni legate all’istruzione multiculturale,<br />
al pacifismo e alla filosofia bud<strong>di</strong>sta. Ha pubblicato i seguenti libri, sia in francese,<br />
sia in olandese:<br />
“Tutto cambia: alcune considerazioni sull’etica, l’economia, la scienza e il bud<strong>di</strong>smo nell’epoca<br />
contemporanea” - Publications Kunchab, 2003<br />
“Alles verandert, enkele beschouwingen over ethiek, economie, wetenschap en boeddhisme in<br />
deze tijd” - Uitg. Kunchab, 2003<br />
“La morte, una compagna <strong>per</strong> tutta la vita” - Publications Kunchab, 2006<br />
“De dood, een metgezel voor het leven” - Uitg. Kunchab, 2005<br />
“Risveglio con il Buddha” - E<strong>di</strong>tions Luc Pire, 2007<br />
“Wakker worden met Boeddha” - Davidsfonds/Leuven Uitgeverij Ten Have, 2006<br />
“I mille volti del bud<strong>di</strong>smo” - E<strong>di</strong>tions Racine, 2008<br />
“De duizend gezichten van het boeddhisme” - Uitg. Lannoo, 2008<br />
48<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
49<br />
ABSTRACT<br />
Mantenere un <strong>di</strong>alogo? Se si vuole proseguire nel <strong>di</strong>alogo, è necessario avere un’idea chiara<br />
e definita della struttura del <strong>di</strong>alogo, le con<strong>di</strong>zioni necessarie, lo scopo, e i <strong>di</strong>vari da evitare.<br />
In questo contesto, ci si deve chiedere se le religioni e le filosofie siano pronte cominciare tale<br />
<strong>di</strong>a-logos, un viaggio intorno al logos dell’altro.<br />
La posizione me<strong>di</strong>ana del Bud<strong>di</strong>smo. Tolleranza e non-violenza – <strong>due</strong> principi basici del<br />
Bud<strong>di</strong>smo – connessi a un inevitabile <strong>di</strong>alogo interiore – risultato storico dell’arrivo del<br />
Bud<strong>di</strong>smo in Occidente – collocano il Bud<strong>di</strong>smo come ponte <strong>di</strong> collegamento tra i <strong>due</strong> estremi,<br />
teistico e ateistico, nelle <strong>di</strong>scussioni riguardanti lo status <strong>di</strong> spiritualità dell’agora.<br />
La mente, l’origine <strong>di</strong> tutto ciò che esiste. - Guerra e <strong>pace</strong> trovano origine nel cuore del cuore<br />
dell’uomo. Il <strong>di</strong>sarmo deve essere ra<strong>di</strong>cato nello stesso medesimo luogo, se vogliamo che sia<br />
sostenibile. Secondo il Bud<strong>di</strong>smo, il velo cognitivo e gli oscuramenti emozionali ci impe<strong>di</strong>scono<br />
<strong>di</strong> avere accesso all’origine <strong>di</strong> tutto: la mente.<br />
- Si attribuisce alle scienze occidentali concernenti la mente, la sco<strong>per</strong>ta dei correlati neurologici<br />
<strong>di</strong> Dio, la compassione, la scelta tra il bene e il male, così come quelli riguardanti le attitu<strong>di</strong>ni<br />
legate all’egocentrismo. Come possiamo inquadrare i risultati <strong>di</strong> tale stu<strong>di</strong>o, che presuppone<br />
che il cervello produca la mente allo stesso modo in cui le reni producono l’urina?<br />
- Lavorare <strong>per</strong> la <strong>pace</strong> e la giustizia sociale nel mondo richiede la decostruzione delle abitu<strong>di</strong>ni<br />
mentali del pilota automatico che sceglie la violenza e le attitu<strong>di</strong>ni esclusiviste, reazioni basate<br />
sulla paura e sulla mancanza <strong>di</strong> fiducia in se stessi, negli in<strong>di</strong>vidui e nelle società.<br />
Riconoscere ed eliminare la sofferenza. La prima verità e il primo compito del Bud<strong>di</strong>smo risiedono<br />
nella comprensione dell’origine della sofferenza e nel riconoscere che questa non è causata<br />
né da un Dio onnipotente, né dal puro caso.<br />
Gli insegnamenti sul “non-sé”, sul carattere precario <strong>di</strong> tutti i fenomeni compositi e sulla vacuità<br />
e l’inter<strong>di</strong>pendenza, sono gli strumenti che ci aiutano ad analizzare, e a impegnarci nel<br />
mondo. Solo un allenamento della mente può aiutarci a liberare noi stessi dalla “bestia dell’identità”.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
TARA GANDHI<br />
Vice Presidente Kasturba Gandhi Memorial Trust, In<strong>di</strong>a<br />
KASTURBA GANDHI NATIONAL MEMORIAL TRUST<br />
“Ho imparato il messaggio <strong>di</strong> nonviolenza da mia moglie”. Queste sono le parole <strong>di</strong> Mahatma<br />
Gandhi espresse nei confronti <strong>di</strong> sua moglie, Kasturba. Nel 1944, alla morte <strong>di</strong> Kasturba,<br />
imprigionata nel Palazzo Agakhan, a Punee, molte <strong>per</strong>sone, dalle più comuni ai gran<strong>di</strong> leader<br />
nazionali ed internazionali hanno espresso parole <strong>di</strong> cordoglio. Ci furono <strong>di</strong>scussioni anche in<br />
merito a quale monumento avrebbe potuto onorare la sua memoria al meglio. Mahatma<br />
Gandhi aveva molto chiaro il monumento che avrebbe eretto <strong>per</strong> onorare la sua defunta<br />
moglie: mettersi al servizio delle donne e dei bambini bisognosi dell’In<strong>di</strong>a rurale.<br />
Analfabeta e al contempo istruita, fragile ma impavida, semplice ma al tempo stesso spiritualmente<br />
solida, Kasturba, come tutte queste donne, rappresenta la madre del potere dell’amore<br />
e della compassione.<br />
Il Kasturba Gandhi National Memorial Trust (KGNMT) è stato fondato nel 1945 come risposta<br />
all’impresa a livello nazionale, condotta da Mahatma Gandhi, <strong>di</strong> occuparsi dei problemi delle<br />
donne provenienti dalle zone più povere dell’In<strong>di</strong>a.<br />
La storia unica del KNGT ha come sfondo la storia dell’In<strong>di</strong>a in lotta <strong>per</strong> la libertà. Tutte le <strong>per</strong>sone,<br />
dalle più alle meno abbienti si sono mobilitate <strong>per</strong> raccogliere le risorse necessarie alla<br />
creazione <strong>di</strong> questo Trust che ha i propri quartieri generali a Kasturbagram (Indore) e oltre 22<br />
agenzie in tutto il paese.<br />
All’inizio del nuovo secolo, il ruolo del Kasturba Trust è stato potente e rilevante quanto lo è<br />
stata la sua creazione. L’organizzazione è rimasta fedele ai propri ideali, <strong>per</strong> oltre 60 anni,<br />
legati al lavoro costruttivo fra donne e bambini dell’In<strong>di</strong>a rurale - nei campi della sanità, dell’istruzione,<br />
dell’alfabetismo, della formazione professionale, dell’assistenza, e della generazione<br />
in età lavorativa.<br />
La visione universale ed eterna <strong>di</strong> Mahatma Gandhi <strong>di</strong> Sarvodaya doveva trovare la sua massima<br />
espressione nel Kasturba Trust poiché Sarvodaya significa il risveglio dello spirito in armonia<br />
con la natura e l’ambiente <strong>per</strong> tutte le forme <strong>di</strong> vita. La ricostruzione dell’or<strong>di</strong>ne sociale è<br />
anche una parte <strong>di</strong> Sarvodaya.<br />
50<br />
Ciascuna delle 24 agenzie, e ciascuno dei 500 centri del Trust, ha dovuto far fronte ai problemi<br />
legati alle sfide dettate dall’ambiente e dalla società circostante. Se le donne in Assam<br />
hanno combattuto coraggiosamente il terrorismo, le sorelle <strong>di</strong> Orissa hanno dovuto far fronte<br />
alla violenza della società. La sede <strong>di</strong> Rajasthan si è <strong>di</strong>stinta <strong>per</strong> il rifugio e la formazione professionale<br />
offerta alle donne vittime <strong>di</strong> ingiustizie sociali. La sede <strong>di</strong> Bengal si è invece recentemente<br />
<strong>di</strong>stinta <strong>per</strong> gli aiuti che ha offerto alle vittime <strong>di</strong> Nan<strong>di</strong>gram.<br />
Vi sono storie <strong>di</strong> coraggio e <strong>di</strong> successo in ciascuna agenzia, in ciascun ramo. Il centro principale<br />
è Kasturbagram (Indore) dove è presente anche un Istituto Rurale ed un Centro <strong>di</strong><br />
Formazione. L’agricoltura, gli asili nido, le industrie Kha<strong>di</strong> e <strong>di</strong> Villaggio, i centri <strong>di</strong> cura: sono<br />
parte <strong>di</strong> praticamente tutte le agenzie dell’organizzazione.<br />
Ciascun Kasturbagram Ashram è de<strong>di</strong>cato al concetto “Ba Ka Ghar” e alla creazione <strong>di</strong><br />
“Shanti Sena”. “Ba Ka Ghar” significa dare support morale e formazione professionale alel<br />
donne vittime <strong>di</strong> ingiustizie sociali. “Shanti Sena” è invece la <strong>di</strong>sciplina del coraggio <strong>di</strong><br />
Gandhi. Negli anni, <strong>di</strong> fronte ai cambiamenti della società e <strong>di</strong> fronte ai confini mutevoli <strong>di</strong> villaggi<br />
e confine urbani, urge nuovamente l’esigenza <strong>di</strong> chiarire e ridefinire i nostri valori e i<br />
nostri obiettivi.<br />
Poiché l’organizzazione si appoggia agli aiuti finanziari, il problema finanziario rappresenta<br />
una costante, ma il vero problema è la mancanza <strong>di</strong> lavoratori de<strong>di</strong>cati. Ogni ramo dell’organizzazione<br />
si è meritato la fiducia della società che lo circonda ed ora è necessario che le<br />
aspettative delle <strong>per</strong>sone non vengano deluse.<br />
Ispirati da Gandhi e da Kasturba, l’organizzazione ha chiamato a raccolta donne e uomini da<br />
tutti gli angoli del paese <strong>per</strong> lavorare <strong>per</strong> la responsabilizzazione delle società dei villaggi del<br />
nostro paese.<br />
Non possiamo, tuttavia, ignorare che, come molte altre istituzioni ispirate a Gandhi, il Kasturba<br />
Trust deve far fronte a molteplici sfide.<br />
Invero, il cammino verso la visione del Sarvodaya è ancora lungo.<br />
51
SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 52<br />
WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
52<br />
ABSTRACT<br />
Il <strong>di</strong>alogo interreligioso dovrebbe considerare il significato della parola religione, dal latino “rilettura”.<br />
Ho chiesto ad amici <strong>di</strong> fe<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> definire il loro credo con messaggi semplici,<br />
sebbene la religione non sia facile da definire.<br />
Questi messaggi esprimono bisogni e ispirazioni universali: il rispetto <strong>per</strong> l’intera creazione,<br />
l’importanza <strong>di</strong> pratiche spirituali, mentali e fisiche (Bud<strong>di</strong>smo, Yoga); la devozione a Dio, la<br />
richiesta <strong>di</strong> aiuto e protezione (Islam); l’importanza dell’amore, della compassione, della <strong>pace</strong><br />
(Cristianesimo); l’uguaglianza universale delle <strong>per</strong>sone, immagini <strong>di</strong> Dio (Ebraismo); l’esigenza<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere il male e proteggere il bene in noi (Durga Thakur); il rispetto della vita, dalla<br />
più piccola particella <strong>di</strong> materia (religione Jain); il coraggio <strong>di</strong> combattere <strong>per</strong> la giusta causa,<br />
il servizio alla comunità (filosofia Sikh, Guru Granth Sahib); l’adorazione della natura, forza<br />
che protegge l’amore e <strong>di</strong>strugge il male in noi (religioni Tribali).<br />
La ricerca della Verità, dell’Ignoto (filosofia Zoroastriana, teorie scientifiche e filosofiche).<br />
Secondo Leo Tolstoy, “Amore è Dio”, noi siamo particelle <strong>di</strong> amore e “la morte è il ritorno alla<br />
sorgente eterna”.<br />
Credo nella rinascita fino alla realizzazione finale e allo sta<strong>di</strong>o “primitivo” della mente (quello<br />
dell’infanzia) come essenza della vita.<br />
“La religione è il luogo più alto del pensiero e della vita umana”, nel bene e nel male (Shri<br />
Vivekananda, religione Ve<strong>di</strong>ca).<br />
La tra<strong>di</strong>zione religiosa implica pregiu<strong>di</strong>zi storico-culturali. Dobbiamo rafforzare una religione<br />
umana basata su <strong>due</strong> gran<strong>di</strong> bisogni spirituali dell’uomo <strong>per</strong> il <strong>per</strong>dono e <strong>per</strong> la bontà. Per il<br />
Dalai Lama, “possiamo vivere senza religione e me<strong>di</strong>tazione, ma non possiamo vivere senza<br />
l’affetto umano”. Ci siamo riuniti qui <strong>per</strong> alzare la nostra voce contro la realtà o<strong>di</strong>erna fatta <strong>di</strong><br />
violenza, inquinamento, paura <strong>per</strong> la minaccia <strong>di</strong> armi biologiche, chimiche e nucleari.<br />
Gandhi <strong>di</strong>ce che l’amore <strong>di</strong> una madre è la forza più potente e il flusso <strong>di</strong> Madre Natura è<br />
insito nell’uomo e nella donna. Il fluire <strong>di</strong> questa forza creativa è chiamato Matrishakti in In<strong>di</strong>a.<br />
Se con<strong>di</strong>videssimo questa forza, Matrishakrti, non ci sarebbe spazio <strong>per</strong> la violenza nel<br />
mondo.<br />
DONNE COME VITTIME<br />
NELLE AREE DI CONFLITTO E PROMOTRICI DI PACE<br />
53<br />
ABSTRACT<br />
La Terra è la Dea Madre; Skati è madre, la creazione è madre; esse sono simboli della forza<br />
della creazione; donne mitologiche come la dea Saraswati, la dea Durga, la dea Kali, ma<br />
anche Draupa<strong>di</strong> e Kunti sono simboli <strong>di</strong> forza spirituale, coraggio, verità e amore; essi sono<br />
innati nella donna. Le donne sono altrettanto consce del senso logico e dell’azione. La loro vulnerabilità<br />
biologica relativa all’essere madre <strong>di</strong>venta anche forza suprema che si estende all’intera<br />
società. La responsabilizzazione della donna deriva dalla forza d’animo. È una questione<br />
<strong>di</strong> consapevolezza e responsabilità.<br />
Una volta Gandhi <strong>di</strong>sse: “La bellezza della lotta non violenta consiste nel fatto che le donne<br />
possono giocarvi lo stesso ruolo dell’uomo. (…)” e anche meglio, <strong>per</strong>ché “nessuno può soffrire<br />
in modo più puro e nobile <strong>di</strong> una donna”. Quando le donne in<strong>di</strong>ane capirono che il paese<br />
aveva bisogno del loro aiuto, agirono con coraggio. Per Gandhi, le donne occidentali dovrebbero<br />
smettere <strong>di</strong> compiacersi nel mandare i propri uomini “a uccidere altra gente (…) Se solo<br />
le donne del mondo si unissero, mostrerebbero una non- violenza così eroica da sbarazzarsi<br />
della bomba atomica come se fosse un semplice pallone (…) Il meraviglioso potere delle donne<br />
giace dormiente (…) il mio es<strong>per</strong>imento sulla non-violenza riuscirebbe all’istante, se solo potessi<br />
assicurarmi l’aiuto delle donne”.<br />
Mahatma Gandhi fondò il Kasturba Gandhi National Memorial Trust (KGNMT) in onore <strong>di</strong> sua<br />
moglie Kasturba, morta nel 1944. Da oltre 64 anni, il fondo lavora incessantemente <strong>per</strong> la<br />
causa delle donne e dei bambini bisognosi dell’In<strong>di</strong>a rurale. Parlando del coraggio e della<br />
responsabilità <strong>di</strong> una donna, penso all’esempio <strong>di</strong> Helen Keller, e a Fatima, una povera bambina<br />
bangladese simbolo dello spirito della sua nazione e dell’integrità umana. La forza madre<br />
è insita in ogni vita. Il bambino è il futuro padre e la futura madre. La responsabilità <strong>di</strong> una<br />
madre e <strong>di</strong> un padre è <strong>di</strong> lasciare un meraviglioso ricordo <strong>di</strong> amore e compassione nel bambino,<br />
<strong>per</strong> il mondo <strong>di</strong> domani.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
GIUSEPPE LARAS<br />
Presidente Emerito Assemblea Rabbinica italiana,<br />
Milano<br />
Giuseppe Laras, è uno stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> filosofia ebraica me<strong>di</strong>evale, conferenziere e scrittore conosciuto<br />
a livello internazionale.<br />
Presidente del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia.<br />
Presidente Emerito dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia.<br />
Rabbino Capo, prima, ad Ancona, quin<strong>di</strong> a Livorno e a Milano, dove ha retto la cattedra <strong>per</strong><br />
25 anni.<br />
Professore universitario, ha insegnato Storia del pensiero Ebraico presso l’Università Statale <strong>di</strong><br />
Milano.<br />
I contributi da lui apportati nell’ambito dell’ebraismo italiano ed europeo e, in particolare, del<br />
<strong>di</strong>alogo interreligioso durante questi anni, nonché la sua costante presenza nel <strong>di</strong>battito politico<br />
e culturale in ambito locale e nazionale, ne fanno una delle figure leader del mondo ebraico<br />
contemporaneo.<br />
Conosciuto <strong>per</strong> i suoi stu<strong>di</strong> sulla filosofia me<strong>di</strong>evale e, in particolare, sul pensiero <strong>di</strong><br />
Maimonide.<br />
È autore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi libri, tra i quali: “Il pensiero filosofico <strong>di</strong> Mosè Maimonide (1998)”, “Mosè<br />
Maimonide - Gli Otto Capitoli : La dottrina etica (2001)”, “ Il Libro <strong>di</strong> Kohelet (2002)”, “Storia<br />
del Pensiero Ebraico nell’Età Antica” (2006) e “Immortalità e Resurrezione nel pensiero <strong>di</strong><br />
Maimonide” (2007), “Meglio in <strong>due</strong> che da soli: storia dell’amore nel pensiero d’Israele”<br />
(2009), Onora il padre e la madre (2010).<br />
Collabora a <strong>di</strong>verse riviste e pubblicazioni.<br />
54<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
55<br />
ABSTRACT<br />
Al momento, il <strong>di</strong>alogo interreligioso è, in genere, circoscritto all'ambito ebraico-cattolico.<br />
Fin dal suo affermarsi, con la fine della guerra e dopo la Shoah, esso ha conosciuto momenti<br />
positivi <strong>di</strong> slancio e momenti critici <strong>di</strong> stasi.<br />
Si è costatato che il <strong>di</strong>alogo ebraico-cattolico tende a risultare utile non solo a livello religioso,<br />
creando un sentimento <strong>di</strong> riavvicinamento e <strong>di</strong> compartecipazione tra i membri delle <strong>due</strong> religioni,<br />
ma, da qualche tempo, anche a livello politico: si considerino, al riguardo, i nuovi rapporti<br />
instauratisi fra Vaticano e Stato d'Israele.<br />
Manca tuttavia oggi, un <strong>di</strong>alogo interreligioso che coinvolga anche l'Islam.<br />
La <strong>di</strong>fficoltà maggiore rispetto al coinvolgimento dei fedeli dell'Islam nel <strong>di</strong>alogo è dovuta al<br />
fatto, del resto valido anche <strong>per</strong> l’ebraismo, che l'Islam non è una realtà monolitica; al suo interno,<br />
sono invece presenti <strong>di</strong>verse componenti, caratterizzate da opinioni contrastanti circa l'opportunità<br />
<strong>di</strong> farsi coinvolgere nel <strong>di</strong>alogo con ebrei e cattolici.<br />
Per mantenere e far progre<strong>di</strong>re il <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> <strong>per</strong> sé tutt'altro che facile, occorrono molta<br />
pazienza e <strong>per</strong>severanza, nonché e soprattutto, una buona dose <strong>di</strong> ottimismo.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
CHRISTIANE GROEBEN<br />
Presidente Sinodo Luterano italiano, Napoli<br />
Christiane Groeben vive in Italia dal 1967 ed è <strong>di</strong> nazionalità tedesca. Ha stu<strong>di</strong>ato Filologia<br />
tedesca e francese prima a Tubinga (1967) e poi a Napoli (1990) e attualmente lavora come<br />
archivista e storica della scienza, de<strong>di</strong>candosi a tematiche legate al passato delle istituzioni,<br />
al knowledge networking e a biografie scientifiche. Il suo lavoro tratta la storia delle stazioni<br />
marittime e, nello specifico, della Stazione Zoologica Anton Dohrn <strong>di</strong> Napoli.<br />
Attraverso le sue numerose pubblicazioni, sono state rese note ad un pubblico <strong>di</strong> nicchia una<br />
serie <strong>di</strong> interessanti e importanti fonti, come, a titolo <strong>di</strong> esempio, la corrispondenza fra Anton<br />
Dohrn e Charles Darwin (1982); Hans von Marées e i Fresco <strong>di</strong> Napoli (2005). Stu<strong>di</strong> recenti<br />
hanno riguardato le attività <strong>di</strong> naturalisti del primo Ottocento (2008), manifesti e mostri marini<br />
(1998), A Bioeconomic Perspective on the Organization of the Naples Marine Station (2000,<br />
insieme a Micheal Ghiselin), ricercatori russi a Napoli (1874-1934), e la storia degli acquari<br />
pubblici (2009). È <strong>di</strong>rettore generale della rivista History and Philosophy of the Life Sciences e<br />
membro <strong>di</strong> numerose associazioni internazionali nel campo della storia delle scienze.<br />
Nel 1996 la Repubblica Federale tedesca le ha conferito l’Or<strong>di</strong>ne al Merito <strong>di</strong> Germania <strong>per</strong><br />
la sua me<strong>di</strong>azione fra le culture e le tra<strong>di</strong>zioni scientifiche italiane e tedesche.<br />
Christiane Groeben è membro attivo della congregazione luterana <strong>di</strong> Napoli. Riveste da <strong>di</strong>eci<br />
anni il ruolo <strong>di</strong> capo tesoriere della Chiesa Luterana in Italia, carica che le ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> toccare<br />
con mano i problemi, le opportunità e le sfide legate ad una confessione minore in<br />
un’Italia a prevalenza cattolica. Nel 2008 è stata eletta Presidente del Sinodo, il corpo supremo<br />
della Chiesa Luterana in Italia. Questa nuova responsabilità le offre svariate occasioni <strong>per</strong><br />
incontri ecumenici internazionali e piattaforme <strong>per</strong> lo scambio <strong>di</strong> problematiche comuni.<br />
56<br />
DIALOGO INTERRELIGIOSO<br />
57<br />
ABSTRACT<br />
Come esseri umani in un mondo sempre più globalizzato, ci troviamo costantemente <strong>di</strong> fronte<br />
a questioni, contesti, linguaggi e uomini e donne che arrivano da tra<strong>di</strong>zioni e culture <strong>per</strong> noi<br />
singolari. Comprendere ciò che non è familiare richiede processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento che vanno<br />
oltre il comunicare attraverso un linguaggio comune. Non solo le parole, ma anche i gesti, i<br />
mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> interagire possono assumere <strong>di</strong>versi significati in realtà nazionali e sociali <strong>di</strong>fferenti.<br />
Ciò che può essere offensivo <strong>per</strong> una cultura può risultare elogiativo <strong>per</strong> un’altra. Alzare la<br />
testa piuttosto bruscamente, <strong>per</strong> esempio, significa “no” a Napoli, e “sì” in In<strong>di</strong>a.<br />
I conflitti spesso nascono laddove regole, convinzioni e fanatismo religioso vengono imposti,<br />
dove la libertà <strong>di</strong> scelta è soppressa, dove non esiste <strong>di</strong>alogo.<br />
Il dono più potente dell’umanità è il linguaggio, ovvero, la capacità <strong>di</strong> comunicare <strong>per</strong>ché solo<br />
la comunicazione porta alla comprensione. Le parole evocano azione e reazione, fanno succedere<br />
le cose. Esse hanno il potere <strong>di</strong> creare azioni che aiutano e guariscono, ma hanno<br />
anche il potere <strong>di</strong> ferire e <strong>di</strong>struggere. Secondo la Genesi, 1, Dio creò il mondo <strong>per</strong> mezzo<br />
della Sua parola. Il breve film del 1938: “Wort und Tat” (Parola e Azione) può servire da esempio<br />
in merito a quello che le parole possono fare. Per mezzo <strong>di</strong> parole forti, Hitler creò non<br />
solo nuove infrastrutture nella Germania post-Versailles – come mostrato nel film – ma anche<br />
infrastrutture finalizzate ad attuare l’omici<strong>di</strong>o organizzato, a livelli mai visti prima.<br />
Il mio contributo si concentrerà sulla responsabilità che le chiese hanno <strong>di</strong> portare guarigione<br />
dove la <strong>pace</strong> del corpo e dell’anima è stata <strong>per</strong>sa e a intervenire dove la giustizia è messa in<br />
<strong>per</strong>icolo.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
SHIRIN EBADI<br />
Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace 2003, Iran<br />
Nel 2003 a Shirin Eba<strong>di</strong>, J.D., è stato conferito il Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace <strong>per</strong> il suo impegno<br />
nella promozione dei <strong>di</strong>ritti umani, in particolare quelli delle donne, dei bambini e dei prigionieri<br />
politici in Iran. E’ la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel e solo il quinto<br />
musulmano a ricevere il Premio in generale.<br />
La Dott.ssa Eba<strong>di</strong> è stata uno dei primi magistrati in Iran. È stata Presidente <strong>di</strong> una sezione del<br />
tribunale <strong>di</strong> Teheran dal 1975 al 1979 ed è stata la prima donna iraniana ad ottenere lo status<br />
<strong>di</strong> Magistrato. Insieme ad altre donne giu<strong>di</strong>ce, Shirin Eba<strong>di</strong> ha <strong>per</strong>so la sua posizione in<br />
seguito alla Rivoluzione Islamica nel febbraio del 1979; ottenne l’incarico <strong>di</strong> semplice impiegata<br />
nella stessa corte che prima presiedeva, finché non chiese e ottenne il pre-pensionamento.<br />
Nel 1992 Shirin Eba<strong>di</strong> ottenne l’autorizzazione a o<strong>per</strong>are come avvocato e aprì il suo stu<strong>di</strong>o<br />
privato. Con la sua nuova attività, Shirin Eba<strong>di</strong> si è presa carico <strong>di</strong> molti casi controversi,<br />
<strong>di</strong>fendendo <strong>di</strong>ssidenti politici, attività che l’ha condotta agli arresti numerose volte. Oltre ad<br />
essere un <strong>di</strong>fensore dei <strong>di</strong>ritti umani riconosciuto a livello internazionale, Shirin Eba<strong>di</strong> ha fondato<br />
molte organizzazioni non governative in Iran, inclusi Million Signatures Campaign, una<br />
campagna <strong>per</strong> la lotta contro le <strong>di</strong>scriminazioni giuri<strong>di</strong>che delle donne presenti nella legge iraniana.<br />
La Dott.ssa Eba<strong>di</strong> è anche professore universitario e spesso i suoi studenti non iraniani hanno<br />
la possibilità <strong>di</strong> seguire i suoi corsi sui <strong>di</strong>ritti umani. Ha pubblicato oltre 70 articoli e 12 libri<br />
de<strong>di</strong>cati ai <strong>di</strong>versi aspetti dei <strong>di</strong>ritti umani, alcuni dei quali sono stati pubblicati da UNICEF. Il<br />
suo ultimo libro, Awakening: A Memoir of Revolution and Hope, è stato pubblicato da Random<br />
House nel maggio del 2006 in inglese, francese e tedesco. E’ in corso la traduzione del testo<br />
in altre 13 lingue. Nel 2004 il Forbes Magazine ha citato Shirin Eba<strong>di</strong> fra le 100 <strong>per</strong>sone più<br />
influenti al mondo.<br />
Nel gennaio del 2006, insieme a Jody Williams, Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace 1997, Shirin Eba<strong>di</strong><br />
ha guidato l’iniziativa Nobel Women.<br />
58<br />
DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO<br />
E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
59<br />
ABSTRACT<br />
Secondo me, la <strong>pace</strong> non significa l’assenza <strong>di</strong> guerre. Non fa alcuna <strong>di</strong>fferenza se un essere<br />
umano muore <strong>per</strong> una pallottola sparata dal nemico o se <strong>per</strong>de la vita <strong>per</strong>ché non ha accesso<br />
all’acqua potabile. Non fa <strong>di</strong>fferenza se una <strong>per</strong>sona viene catturata da un nemico straniero<br />
o se viene incarcerata <strong>per</strong> anni <strong>per</strong> aver scritto un articolo. Tutti questi <strong>di</strong>sagi mettono in <strong>per</strong>icolo<br />
la <strong>pace</strong> che nel suo vero senso significa “tranquillità”. La <strong>pace</strong>, secondo me, è un insieme<br />
delle con<strong>di</strong>zioni nei quali un essere umano può vivere liberamente mantenendo la sua<br />
<strong>di</strong>gnità umana. Queste con<strong>di</strong>zioni si creano quando vengono applicati correttamente i principi<br />
dei <strong>di</strong>ritti umani, compresi la democrazia e la giustizia sociale.<br />
Il mio vero problema sono le <strong>per</strong>sone fanatiche. Queste <strong>per</strong>sone sono fissate sulle proprie idee<br />
e chiudono gli occhi al mondo e alle sue evoluzioni. Non sono nemmeno <strong>di</strong>sposti a tollerare<br />
le opinioni degli altri.<br />
Io considero tutte le <strong>per</strong>sone uguali e credo che ogni in<strong>di</strong>viduo ha il potenziale sufficiente <strong>per</strong><br />
influenzare il proprio ambiente. Io ho sempre contato sulle forze popolari e sono sempre stati<br />
loro i miei interlocutori, quelli ai quali mi sono rivolta maggiormente. Io lavoro <strong>per</strong> la gente non<br />
<strong>per</strong> i governi.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
MARY AKRAMI<br />
Co-fondatrice e Direttrice Afghan Women Skills<br />
Development Center, Afghanistan<br />
Mary Akrami ha fondato e <strong>di</strong>rige dal 1999 l’AWSDC (Afghan Women SKills Development<br />
Center), un centro nato durante il suo esilio in Pakistan con il fine <strong>di</strong> favorire l’emancipazione<br />
delle donne afgane attraverso corsi <strong>di</strong> lingua inglese e <strong>di</strong> informatica. Nel 2001 ha rappresentato<br />
la Società Civile Afgana a Bonn e ha partecipato a numerosi forum portando la sua es<strong>per</strong>ienza<br />
<strong>di</strong> impegno a favore della società civile, inclusa la sua testimonianza in occasione del<br />
World Social Forum tenutosi in Brasile nel 2005.<br />
L’AWSDC ha fondato il primo rifugio <strong>per</strong> donne in Afghanistan, rifugio che la Sig.ra Akrami<br />
sentì la necessità <strong>di</strong> costruire allorché assistette al caso <strong>di</strong> una donna afgana che, arrestata con<br />
l’accusa <strong>di</strong> aver mancato <strong>di</strong> rispetto al suocero ma successivamente scagionata, decise <strong>di</strong> rimanere<br />
comunque in carcere <strong>per</strong> il timore della reazione della famiglia e della società nei confronti<br />
dell’incidente. La Sig.ra Akrami si rese conto che donne come questa avevano bisogno<br />
<strong>di</strong> un porto franco. Il rifugio oggi accoglie donne che sono scappate o che sono state rilasciate<br />
dalla prigione, ma temono <strong>di</strong> tornare a casa. Sotto la guida <strong>di</strong> Mary, <strong>per</strong> la prima volta<br />
molte donne hanno potuto denunciare pubblicamente i loro aggressori. Nonostante le minacce<br />
ricevute, la Sig.ra Akrami continua a de<strong>di</strong>carsi al suo lavoro.<br />
Nel 2007, in occasione del Giorno Internazionale della Donna, il Dipartimento <strong>di</strong> Stato degli<br />
USA ha conferito a Mary Akrami, e ad altre nove donne, il Premio International Women of<br />
Courage.<br />
Nel 2009 Mary Akrami ha partecipato ad un programma <strong>di</strong> ricerca sull’Advocacy a favore<br />
dei Diritti Umani presso la Columbia University. Ha, inoltre, partecipato ad una Conferenza <strong>di</strong><br />
quattro <strong>giorni</strong> a Londra incentrata sulle “Priorità dei leader <strong>per</strong> la stabilizzazione e la ricostruzione<br />
dell’Afghanistan”.<br />
Mary Akrami ha anche rappresentato la Società Civile al femminile nella National Peace Jirga,<br />
tenutasi a Kabul dal 2 al 4 giugno. Per la prima volta nella storia dell’Afghanistan è stata formalmente<br />
riconosciuta la partecipazione da parte <strong>di</strong> donne e si è tenuto conto delle loro opinioni<br />
in occasione della stesura delle <strong>di</strong>chiarazioni finali dell’evento.<br />
60<br />
DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO<br />
E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
61<br />
ABSTRACT<br />
Dopo la Guerra civile, i talebani imposero il proprio severo modello <strong>di</strong> legge e or<strong>di</strong>ne, negando<br />
alle donne i <strong>di</strong>ritti umani, imponendo il “burqua”, punendo chi non ubbi<strong>di</strong>va. Le donne furono<br />
soggette a crescente violenza e subor<strong>di</strong>nazione nell’ambito <strong>di</strong> un sistema domestico patriarcale.<br />
La drammatica situazione economica contribuì a ridurre molte donne all’elemosina,<br />
all’emarginazione.<br />
Dopo trent’anni <strong>di</strong> guerra e conflitti, la gente soffre ancora <strong>di</strong> traumi psicologici, malnutrizione,<br />
malattie, le donne subiscono ancora stupri, matrimoni forzati, torture, uccisioni, esclusione<br />
sociale. Esse sono sempre state considerate proprietà e responsabilità dell’uomo.<br />
Co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> comportamento restrittivi, segregazione <strong>di</strong> genere e una forte associazione della virtù<br />
femminile con il concetto <strong>di</strong> onore familiare caratterizzano le leggi consuetu<strong>di</strong>narie regionali,<br />
norme non ufficiali ma ancora applicate in tutto l’Afghanistan; i governi hanno finora fallito nel<br />
garantire una sicurezza adeguata.<br />
Tuttavia, le donne, specialmente a Kabul, hanno creato proprie reti e gruppi <strong>di</strong> supporto, coinvolgendo<br />
parte della realtà rurale. Ciò ha incoraggiato il <strong>di</strong>alogo con gli “shuras”, aiutando i<br />
citta<strong>di</strong>ni a riven<strong>di</strong>care i propri <strong>di</strong>ritti pacificamente. A Kabul sono stati fondati “Shelters”, rifugi<br />
<strong>per</strong> donne e ragazze vittime <strong>di</strong> stupro e violenze domestiche e <strong>per</strong> i bambini testimoni delle<br />
violenze <strong>per</strong>petrate dai membri maschili della famiglia.<br />
Le donne afgane dovrebbero essere protagoniste paritarie della loro emancipazione; dovrebbero<br />
essere considerate partner da rispettare, non serve o proprietà dell’uomo. È necessario,<br />
destinare programmi <strong>di</strong> aiuto <strong>per</strong> donne e bambini che forniscano protezione, oltre a istruzione<br />
e assistenza sanitaria, soprattutto nelle aree rurali.<br />
C’è vita fuori Kabul, L’Afghanistan non può ignorare oltre il 50% del proprio patrimonio intellettuale,<br />
né più dell’85% della sua terra.<br />
Si è ritenuto che inserire i <strong>di</strong>ritti delle donne nella Costituzione fosse un pilastro a sostegno della<br />
battaglia <strong>per</strong> tali <strong>di</strong>ritti, ma, a causa delle norme consuetu<strong>di</strong>narie, che violano il mandato finalizzato<br />
a eliminare tra<strong>di</strong>zioni contrarie ai principi islamici e al benessere della famiglia, le<br />
donne ne sono ancora prive. Non si può ottenere una <strong>pace</strong> sostenibile senza la piena partecipazione<br />
delle donne.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
HEIDI KÜHN<br />
Fondatrice e Direttore Roots of Peace, U.S.A.<br />
Heid Kühn, <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> quinta generazione <strong>di</strong> Marin County, è fondatrice e Amministratore<br />
Delegato <strong>di</strong> Roots for Peace, un’organizzazione non a scopo <strong>di</strong> lucro basata in California e<br />
de<strong>di</strong>cata allo sra<strong>di</strong>camento delle mine <strong>per</strong> la bonificazione <strong>di</strong> campi e la loro trasformazione<br />
in terreni agricoli fertili nel mondo.<br />
Hei<strong>di</strong> ha fondato Roots for Peace nel 1997 con l’intento <strong>di</strong> rimuovere il flagello delle mine terrestri<br />
e <strong>di</strong> riportare i campi ad un uso produttivo <strong>per</strong> le prossime generazioni – ora residenti in<br />
paesi afflitti dalle mine. L’organizzazione si pone come scopo la sostituzione del flagello delle<br />
mine terrestri con terreni sostenibili in paesi quali Afghanistan, Angola, Bosnia-Erzegovina,<br />
Croazia, Cambogia, Iraq e Vietnam. Il modello Smina/Risemina/Ricostruisci <strong>di</strong> Roots for Peace<br />
è stato riconosciuto dai Segretari Generali delle Nazioni Unite e da molti altri leader internazionali<br />
attivamente impegnati nella fondazione delle ra<strong>di</strong>ci della <strong>pace</strong> nel mondo.<br />
Ad oggi, Roots for Peace ha ricevuto il sostegno finanziario da parte <strong>di</strong> USAID, dalla Banca<br />
Asiatica <strong>di</strong> Sviluppo (ADB), dalla Comunità Europea e dalla Banca Mon<strong>di</strong>ale. È, inoltre, la più<br />
grande ONG a contratto in 27 delle 34 province dell’Afghanistan, fornendo un approccio globale<br />
che include il recu<strong>per</strong>o dei terreni agricoli e la ricostruzione <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> sostentamento<br />
attraverso l’agricoltura, l’istruzione e il senso <strong>di</strong> comunità.<br />
Laureatasi presso la University of California - Berkeley - in Economia Politica delle Società<br />
Industriali, Hei<strong>di</strong> ha ricevuto nel 2002 il premio Cal Berkeley Alumni Award for Excellence and<br />
Achievement. Nello scorso decennio, Hei<strong>di</strong> Kühn si è resa nota a livello sia nazionale, sia internazionale,<br />
<strong>per</strong> la sua visione ed il suo impegno a favore della creazione <strong>di</strong> un’organizzazione<br />
umanitaria con la missione “<strong>di</strong> costruire la <strong>pace</strong> partendo dal suolo”. Hei<strong>di</strong> Kühn ha, inoltre,<br />
ricevuto il premio World Association of Non-Governmental Organizations (WANGO), il<br />
premio SKOLL, ed il prestigioso premio Jacqueline Kennedy Onassis - National Jefferson Award<br />
for Public Service.<br />
62<br />
DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO<br />
E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
63<br />
ABSTRACT<br />
Roots of Peace (ROP) è un’organizzazione umanitaria no profit che costruisce mezzi <strong>di</strong> sussistenza<br />
sostenibili, in terre prima troppo <strong>per</strong>icolose da attraversare, a causa dei resti della guerra.<br />
ROP si de<strong>di</strong>ca a <strong>di</strong>sinfestare il mondo dalle mine e a trasformare i campi minati in rigogliosi<br />
campi agricoli e in fattorie. I campi minati non solo uccidono e mutilano <strong>per</strong>sone innocenti,<br />
ma impe<strong>di</strong>scono il recu<strong>per</strong>o e lo sviluppo economico <strong>di</strong> un Paese. Rimuovere le mine è il primo<br />
passo nella missione <strong>di</strong> ROP <strong>di</strong> restituire mezzi <strong>di</strong> sostentamento alle comunità agricole delle<br />
nazioni interessate dal problema.<br />
L’iniziativa <strong>di</strong> Roots of Peace, Mines to Vines, (“Mine <strong>per</strong> Viti”) ebbe inizio nel 1997 in Croazia<br />
- con la missione <strong>di</strong> rimpiazzare il flagello dei campi minati con vigneti generosi. Oggi, Roots<br />
of Peace ha piantato rigogliosi campi agricoli su quelli che una volta erano campi minati, in<br />
tutto il mondo - inclusi freschi grappoli d’uva in Afghanistan, fragole in Angola, riso in<br />
Cambogia, vigneti in Croazia, fiori in Bosnia-Erzegovina, frumento in Iraq, cacao in Vietnam<br />
e, presto, olive in Israele, trasformando Mines to Vines! (mine in vigne). Il modello<br />
Sminamento/Risemina/Ricostruzione <strong>di</strong> Roots of Peace è stato replicato in 28 delle 34 province<br />
afgane, raddoppiando/triplicando il guadagno dei conta<strong>di</strong>ni afgani durante il “Raccolto <strong>di</strong><br />
S<strong>per</strong>anza” 2010.<br />
Rimuovendo i semi dell’o<strong>di</strong>o causato dalle mine, rivitalizziamo il suolo e insegniamo ai conta<strong>di</strong>ni<br />
afgani moderne tecniche agricole in una nazione che ha sofferto le devastazioni della<br />
guerra. Roots of Peace esplora “nuove” tecniche scientifiche, come BioChar e GIS <strong>per</strong> aiutare<br />
i conta<strong>di</strong>ni afgani a ristabilire l’ere<strong>di</strong>tà della loro orgogliosa nazione, il “Giar<strong>di</strong>no dell’Asia<br />
Centrale”, un paese che <strong>per</strong> l’80% <strong>di</strong>pende dall’agricoltura. E laddove il 44,6% della popolazione<br />
totale ha meno <strong>di</strong> 14 anni, abbiamo l’opportunità <strong>di</strong> “insegnare”, formare una società<br />
agricola che ha <strong>per</strong>so 30 anni <strong>di</strong> conoscenza agraria trasferita <strong>di</strong> padre in figlio. Attraverso<br />
strumenti <strong>di</strong> Agricoltura, Comunità, e Educazione, riportiamo la ra<strong>di</strong>ce “ACE” (“asso, carta vincente”,<br />
in inglese, ndt) alla parola PACE. Insieme, aspiriamo a fornire un ”ace”<br />
all’Afghanistan, trasformando “le spade in lame d’aratro”, lavorando partendo dal suolo, piantando<br />
le ra<strong>di</strong>ci della <strong>pace</strong>, roots of peace, sulla terra.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
AICHA ECH-CHANNA<br />
Fondatrice Association de solidarité feminine, Marocco<br />
Aïcha Ech-Channa, nata nel 1941 nella nuova me<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Casablanca, ha passato tutta la sua<br />
infanzia a Marakech. Nel 1960, si iscrive alla Scuola <strong>di</strong> Stato <strong>per</strong> le infermiere e ottiene il suo<br />
<strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> stato. Dal 1962 al 1980 fa l’animatrice d’educazione sanitaria e sociale presso la<br />
prefettura sanitaria <strong>di</strong> Casablanca.<br />
La sua attività sociale inizia con la lotta contro la tubercolosi e il planning familiare. Fa la volontaria<br />
nella lega <strong>per</strong> la protezione dell’infanzia e l’educazione sanitaria.<br />
Nel 1972, conduce una trasmissione televisiva de<strong>di</strong>cata all’educazione sanitaria attraverso la<br />
televisione e entra a far parte dell’Unione Nazionale delle Donne Marocchine a Casablanca.<br />
Nel 1985, in un paese dove una donna incinta fuori dal matrimonio è una paria, va contro le<br />
tra<strong>di</strong>zioni e crea l’Associazione Solidarietà Femminile <strong>per</strong> aiutare le ragazze madri e le madri<br />
abbandonate con a carico dei bambini piccoli. Agli occhi della legge, queste donne sono considerate<br />
come delle prostitute. Le famiglie le rinnega la maggior parte delle volte anche se sono<br />
state violentate. Il padre biologico <strong>per</strong>lopiù rifiuta <strong>di</strong> riconoscere il bambino. Nel 2003, si contavano<br />
nella Grande Casablanca circa 5.000 madri non sposate, <strong>di</strong> cui 1800 avrebbero<br />
dovuto abbandonare il bambino, una cifra ben al <strong>di</strong> sotto della realtà.<br />
L’obiettivo dell’Associazione è quello si proteggere le madri, dare loro una formazione e un<br />
lavoro <strong>per</strong> <strong>di</strong>ventare autonome, non abbandonare il loro bambino ed evitare la trappola della<br />
rete della ven<strong>di</strong>ta dei neonati.<br />
Nel 2003, la riforma della Moudawana, il co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> famiglia, ha <strong>per</strong>messo a molte ragazze<br />
madri <strong>di</strong> avere il riconoscimento del figlio da parte del padre naturale.<br />
Nel 1995, l’Associazione riceve il Premio dei <strong>di</strong>ritti umani della Francia a Parigi.<br />
Nel 2009, Aïcha Ech-Channa vince il Premio Opus Prize 2009 ed è la finalista al Premio internazionale<br />
della donna dell’anno in Valle D’Aosta.<br />
64<br />
DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO<br />
E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
65<br />
ABSTRACT<br />
L’Associazione, creata il 19 novembre 1985 dalla Sig.ra Aicha Ech-Channa (infermiera professionale)<br />
combatte l’ingiustizia sociale in una realtà culturale che condanna ed emargina le<br />
ragazze madri. La sua finalità principale è lottare contro questa <strong>di</strong>scriminazione, promuovendo<br />
i principi dei <strong>di</strong>ritti della donna e del bambino, incoraggiando un cambiamento <strong>di</strong> mentalità<br />
e comportamenti, assicurando l’autonomia della donna attraverso l’in<strong>di</strong>pendenza finanziaria<br />
e il lavoro. Il suo obiettivo è migliorare le con<strong>di</strong>zioni delle ragazze madri e dei loro bambini<br />
in Marocco, garantendo sostegno e un accompagnamento psico-me<strong>di</strong>co sociale; prevenire<br />
l’abbandono dei bambini, favorendo la riabilitazione delle ragazze madri attraverso programmi<br />
<strong>di</strong> formazione educativa e professionale. Attraverso le sue iniziative Solidarité<br />
Féminine, sostiene il proprio ruolo nello sviluppo socio-economico del paese.<br />
L’organizzazione ha strumenti interni <strong>di</strong> gestione, monitoraggio e valutazione delle proprie attività<br />
e un organigramma che specifica ruoli e funzioni; attualmente comprende 56 membri, <strong>di</strong><br />
cui: volontari (9), <strong>di</strong>pendenti a tempo pieno (32), membri onorari (9), es<strong>per</strong>ti (3), addetti alla<br />
sorveglianza e al giar<strong>di</strong>naggio (3) nonché una ventina <strong>di</strong> tirocinanti all’anno.<br />
Da gennaio 2003 a giugno 2010 abbiamo trattato annualmente:<br />
• 1000 fascicoli, in me<strong>di</strong>a, sulla problematica del bambino nato fuori dal matrimonio, • 50<br />
coppie madre/bambino accompagnate ai programmi <strong>di</strong> preparazione all’inserimento professionale<br />
e agli asili-nido. • 57 ragazze madri hanno seguito <strong>per</strong>corsi <strong>di</strong> alfabetizzazione e/o <strong>di</strong><br />
formazione professionale. • 261 bambini seguiti dagli asili-nido dell’associazione. • 100%<br />
delle ragazze madri seguite da Solidarité Féminine non abbandona i propri bambini. • 100%<br />
delle ragazze madri seguite da Solidarité Féminine trova un lavoro e sod<strong>di</strong>sfa i propri bisogni<br />
quoti<strong>di</strong>ani. • 40% delle ragazze madri seguite da Solidarité Féminine ha un lavoro stabile con<br />
tutti i <strong>di</strong>ritti sociali garantiti.<br />
Riconoscimenti: • 1996: Premio dei Diritti Umani della Repubblica Francese. • 1996: Premio<br />
Grand Atlas <strong>per</strong> il libro “Miseria”. • 2000: Medaglia d’Onore dal Re del Marocco<br />
Mohammed VI. • 2005: Premio Elisabeth Norgall. • 2009: Premio Donna dell’Anno<br />
(Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, Italia). • 2009: Opus Prize.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
RITA EL KHAYAT<br />
Psichiatra psicanalista antropologa, Marocco<br />
Rita (nome arabo Ghita) EL KHAYAT<br />
Me<strong>di</strong>co psichiatra e psicoanalista (laureata a Parigi)<br />
Laurea in me<strong>di</strong>cina del lavoro ed ergonomia (Bordeaux)<br />
Laurea in me<strong>di</strong>cina aeronautica (Parigi)<br />
Dottorato in antropologia del mondo arabo, «Ecole des hautes etudes en sciences sociales»<br />
(Ehess/Paris)<br />
Professoressa presso univ. italiane, creatrice della cattedra <strong>di</strong> «antropologia della conoscenza<br />
e del sa<strong>per</strong>e»<br />
Membro del <strong>di</strong>partimento degli stu<strong>di</strong> femministi de l’Uqam, università del Quebec, Canada.<br />
Ha scritto 37 libri e circa 500 articoli.<br />
È considerata una tra le più importanti intellettuali del Marocco e del Maghreb. Scrittrice, etnopsichiatra,<br />
psicoanalista, antropologa e scienziata, Rita El Khayat ha deciso <strong>di</strong> vivere a<br />
Casablanca dove esercita la professione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co psichiatra. Nel 1999 fonda l’Association<br />
Aïni Bennaï <strong>per</strong> <strong>di</strong>ffondere la cultura in Maghreb e nel 2000 anche le E<strong>di</strong>tions Aïni Bennaï.<br />
Nel 1999 è stata la prima donna nella storia del Marocco a scrivere a un sovrano. La lettera<br />
è stata in<strong>di</strong>rizzata al giovane re, Mohammed VI, quattro mesi dopo la sua incoronazione,<br />
denominata appunto “Epitre d’une femme à un jeune monarque” (“Citta<strong>di</strong>ne del Me<strong>di</strong>terraneo<br />
- Il Marocco delle Donne” - Castelvecchi E<strong>di</strong>tore, 2009), scritta <strong>per</strong> contrastare un movimento<br />
islamista e reazionario che voleva il ritorno a casa delle donne.<br />
Due mesi prima dell’11 settembre, Rita El Khayat ha scritto la “Lettera a<strong>per</strong>ta all’Occidente”<br />
che avrebbe dovuto essere pubblicata in Francia ma, all’ultimo minuto, fu <strong>di</strong>chiarata irricevibile<br />
dalla casa e<strong>di</strong>trice. (“Rita El Khayat, N-èmica - Lettera a<strong>per</strong>ta all’Occidente” - Avagliano<br />
E<strong>di</strong>tore, Roma, 2008).<br />
Nel 2006 ha ricevuto la citta<strong>di</strong>nanza onoraria italiana, conferitale dal Presidente Giorgio<br />
Napoletano e dagli ex Ministri agli Interni e agli Affari Esteri, come figura d’eccellenza che si<br />
è <strong>di</strong>stinta nel nostro Paese <strong>per</strong> meriti speciali in campo sociale, scientifico e culturale.<br />
Can<strong>di</strong>data al Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace 2008.<br />
66<br />
DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO<br />
E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
67<br />
ABSTRACT<br />
Non vivendo in aree <strong>di</strong> conflitto, posso promuovere la <strong>pace</strong> <strong>per</strong> mezzo del mio coinvolgimento<br />
come donna scienziato, delle mie idee, dei miei scritti, e della ferma volontà <strong>di</strong> offrire a tutto<br />
il mondo un’altra concezione <strong>di</strong> vita, piena <strong>di</strong> rispetto <strong>per</strong> gli esseri umani, <strong>per</strong> le generazioni<br />
future e nel convincimento del valore delle basi <strong>per</strong> costruire un <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong> relazione tra<br />
tutti noi.<br />
… Nella <strong>pace</strong>, nella <strong>di</strong>gnità, in paritarie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita…<br />
Dovevo presentare una conferenza sul tema “Donne e guerra” durante il <strong>per</strong>iodo peggiore<br />
della trage<strong>di</strong>a irachena (Reggio Emilia, 2003), entrando negli ambiti della violenza, degli stupri,<br />
della morte dei bambini <strong>di</strong>s<strong>per</strong>si, dei cosiddetti “effetti collaterali” del bombardamento e<br />
del terrore: procedevo con certe rivelazioni, <strong>per</strong> le quali la guerra non è una con<strong>di</strong>zione normale<br />
<strong>per</strong> le donne e <strong>per</strong> i loro bambini. Forse è qualcosa legato alla virilità. Continuando, mi<br />
sono resa conto che le guerre e le lotte non sono solo reali, ma attengono anche ad ambiti simbolici<br />
e immaginativi. Sto combattendo <strong>per</strong> qualcos’altro; la nascita <strong>di</strong> un nuovo Pensiero proposto<br />
dalle Donne, e le più ricche <strong>di</strong> immaginazione tra loro, come Scienziate e Pensatrici,<br />
Intellettuali, e dai più avanzati trend femminili finalizzati a cambiare il mondo. Queste donne<br />
esistono. Forse sono costrette a morire <strong>per</strong> le loro idee. Gli uomini hanno fallito nel cambiare<br />
il mondo, nonostante ne siano morti così tanti, a causa delle innumerevoli guerre che si sono<br />
succedute nel corso della storia, che è impossibile contarli. È tempo <strong>di</strong> ascoltare le possibilità<br />
e i suggerimenti proposti dalle donne <strong>per</strong> una vita pacifica su una Terra meglio preservata.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
SALAM KANAAN<br />
Direttore paese Save the Children UK nei territori<br />
occupati palestinesi<br />
Salam Kanaan è una professionista dello sviluppo e un’es<strong>per</strong>ta in emergenze, con più <strong>di</strong> 20<br />
anni <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> gestione e leadership nell’ambito delle Nazioni Unite, dell’INGO e <strong>di</strong><br />
istituti accademici e <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> West Bank, a Gaza, e in Giordania.<br />
Ha rico<strong>per</strong>to posizioni senior presso l’INGO, e presso l’UN. Prima <strong>di</strong> unirsi a Save the<br />
Children, era CARE West Bank Gaza Health Sector Coor<strong>di</strong>nator, e gestiva gli interventi <strong>di</strong> alta<br />
emergenza sanitaria nei Territori Occupati Palestinesi. Per quattro anni prima <strong>di</strong> CARE, ha lavorato<br />
con la Banca Mon<strong>di</strong>ale come Analista delle O<strong>per</strong>azioni Sanitarie e <strong>di</strong> Educazione<br />
nell’OPT.<br />
È specialista nell’ambito della sanità e dell’educazione <strong>per</strong> formazione. Ha conseguito un BSc.<br />
in Salute Pubblica, un Diploma <strong>per</strong> l’Educazione alla Salute e un Diploma <strong>di</strong> Master in<br />
Educazione, con specializzazione in Psicologia Educazionale, presso l’Università Americana<br />
<strong>di</strong> Beirut.<br />
Si considera un’iniziatrice <strong>di</strong> idee e attività con un’ampia visione delle questioni, nonché una<br />
<strong>per</strong>sona che lavora <strong>per</strong> affrontare le cause fondamentali in modo globale.<br />
68<br />
DONNE COME VITTIME NELLE AREE DI CONFLITTO<br />
E FAUTRICI DI PROCESSI DI PACE<br />
69<br />
ABSTRACT<br />
La demolizione <strong>di</strong> una casa non <strong>di</strong>strugge solo una struttura fisica, ma comporta numerose altre<br />
conseguenze; il crollo della struttura famigliare, l’incremento della povertà, della vulnerabilità,<br />
e da ultimo, lo sra<strong>di</strong>care una famiglia da un ambiente che fornisce coesione e supporto. Ciò<br />
ha conseguenze a lungo termine sulla salute mentale e fisica.<br />
Mentre lo spostamento forzato è una parte riconosciuta della storia palestinese, lo si è spesso<br />
messo in <strong>di</strong>scussione come fenomeno storico limitato, accaduto durante le guerre araboisraeliane<br />
che hanno prodotto centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> rifugiati e <strong>di</strong> IDPs, internally <strong>di</strong>splaced<br />
<strong>per</strong>sons, ovvero, profughi costretti a fuggire e a spostarsi internamente. Ma i palestinesi, siano<br />
essi rifugiati o meno, rimangono tuttora dei profughi. Una delle cause primarie del loro spostamento<br />
forzato è la politica israeliana della demolizione delle case.<br />
Dall’occupazione israeliana <strong>di</strong> West Bank e Gaza, del 1967, è stato stimato che le autorità<br />
civili e militari <strong>di</strong> Israele hanno <strong>di</strong>strutto 24.000 case palestinesi nel Territori Palestinesi<br />
Occupati (TPO), <strong>di</strong>ventando una delle cause più rilevanti <strong>di</strong> spostamento forzato.<br />
Quando una casa viene demolita, la famiglia <strong>per</strong>de sia la casa come bene finanziario, che le<br />
proprietà ivi contenute. Ma l’impatto che questo determina va oltre la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una proprietà<br />
fisica e <strong>di</strong> un’opportunità economica. Questa presentazione <strong>di</strong>pinge un quadro delle donne<br />
palestinesi che hanno subito la demolizione delle loro case, attraverso la descrizione dei loro<br />
bisogni e i meccanismi <strong>di</strong> reazione nell’affrontare le loro vite dopo lo spostamento forzato, evidenziando<br />
l’ampio spettro delle conseguenze legate all’impatto sanitario, sociale ed economico<br />
successivo agli eventi demolitori.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
STEVE KILLELEA<br />
Fondatore Institute for Economics and Peace, Australia<br />
Steve Killelea è un impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> successo nel campo dello sviluppo dell’alta tecnologia ed è<br />
attivo in prima linea in attività filantropiche de<strong>di</strong>cate allo sviluppo sostenibile e alla <strong>pace</strong>.<br />
Dopo il successo raggiunto dalle <strong>due</strong> società internazionali <strong>di</strong> software che ha fondato, Steve<br />
de<strong>di</strong>ca la maggior parte del suo tempo e del suo capitale allo sviluppo sostenibile e alla <strong>pace</strong>.<br />
Nel 2000 Steve ha fondato la propria fondazione privata, The Charitable Foundation (TCF),<br />
che lavora con le comunità più povere del mondo. TCF è una delle organizzazioni umanitarie<br />
d’oltre mare più gran<strong>di</strong> presenti in Australia. Il suo obiettivo è attuare interventi che possano<br />
cambiare la vita a più <strong>per</strong>sone possibile, soprattutto ai più poveri fra i poveri. TCF lavora attivamente<br />
nell’Africa Centrale e Orientale e in alcune parti dell’Asia.<br />
Steve Killelea è, inoltre, fondatore del Global Peace Index, il primo strumento <strong>di</strong> misurazione<br />
dello status pacifico dei paesi nonché <strong>di</strong> identificazione delle correlazioni insite nella <strong>pace</strong>.<br />
Con i dati raccolti e or<strong>di</strong>nati dalla Economist Intelligence Unit, GPI ha scatenato <strong>di</strong>battiti a livello<br />
governativo, nei me<strong>di</strong>a e negli atenei <strong>di</strong> tutto il mondo. Il Global Peace Index è oggi riconosciuto<br />
come il punto <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> la misurazione dello status pacifico delle nazioni.<br />
La più recente iniziativa <strong>di</strong> Steve, l’Institute for Economics and Peace, è specializzata nelle relazioni<br />
fra business, <strong>pace</strong> ed economia. Si tratta <strong>di</strong> un istituto <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>pendente non a<br />
scopo <strong>di</strong> lucro che si prefigge <strong>di</strong> fornire alla comunità accademica, alla società civile, al settore<br />
privato, alle istituzioni internazionali e ai governi gli strumenti necessari all’applicazione<br />
proattiva della <strong>pace</strong> nel raggiungmento dei propri obiettivi.<br />
Steve siede attualmente in <strong>di</strong>versi organi consultivi, incluso l’International Crisis Group (ICG),<br />
Alliance for Peacebuil<strong>di</strong>ng e il Global Project on Measuring Progress of Societies dell’OECD.<br />
È, infine, Garante Internazionale del World Council of Religions for Peace.<br />
70<br />
COME LE RELAZIONI ECONOMICHE<br />
POSSONO PROMUOVERE LA PACE<br />
71<br />
ABSTRACT<br />
Il concetto <strong>di</strong> <strong>pace</strong> è <strong>di</strong>fficile da definire e da misurare. L’Institute of Economics and Peace (IEP)<br />
ha sviluppato, attraverso il Global Peace Index, un framework <strong>per</strong> definire la <strong>pace</strong> in<strong>di</strong>viduando<br />
i fattori che la creano e il relativo valore monetario. Ciò <strong>per</strong>mette agli o<strong>per</strong>atori del business<br />
<strong>di</strong> comprendere l’impatto della <strong>pace</strong> sui mercati, sui costi, sulle strutture e sui margini.<br />
La ricerca realizzata con i dati provenienti dal Global Peace Index, primo in<strong>di</strong>ce atto a misurare<br />
i livelli <strong>di</strong> <strong>pace</strong> delle nazioni del mondo, <strong>di</strong>mostra che le società che hanno governi con<br />
un buon funzionamento, un sano ambiente business, un elevato grado <strong>di</strong> libertà <strong>di</strong> informazione,<br />
bassi livelli <strong>di</strong> corruzione, alte <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> partecipazione all’educazione, rispetto dei<br />
<strong>di</strong>ritti umani e buone relazioni con gli stati vicini, hanno maggiori possibilità <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentare<br />
bassi livelli <strong>di</strong> violenza.<br />
La <strong>pace</strong> ha anche un valore monetario esprimibile in termini <strong>di</strong> valore aggiunto al PIL globale<br />
derivante dal raggiungimento della <strong>pace</strong> a livello mon<strong>di</strong>ale.<br />
Se il costo dell’investire nella creazione della <strong>pace</strong> fosse minimo paragonato al potenziale <strong>di</strong><br />
<strong>per</strong><strong>di</strong>ta causato dalla violenza, allora i governi potrebbero liberare risorse <strong>per</strong> costruire società<br />
pacifiche, il mondo del business potrebbe convenientemente impegnarsi con governo e<br />
società civile <strong>per</strong> creare <strong>pace</strong> nei mercati in cui o<strong>per</strong>a.<br />
Lo IEP ha calcolato che l’impatto economico derivante dalla cessazione della violenza sarebbe<br />
stato pari a 7,4 trilioni <strong>di</strong> dollari americani (12,9% del prodotto lordo mon<strong>di</strong>ale) <strong>per</strong> il<br />
2009. È possibile ritenere che un aumento del 25% delle situazioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong>, rientri nelle capacità<br />
umane. Se nel 2009 si fosse raggiunto un miglioramento del 25% dell’armonia globale,<br />
si sarebbero liberati 1,75 trilioni <strong>di</strong> dollari americani <strong>per</strong> altre attività economiche.<br />
Una riduzione parziale della violenza frutterebbe un sostanziale aumento del PIL globale, liberando<br />
ricchezza da destinare alle sfide che il mondo deve affrontare.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
MICHAEL INTRILIGATOR<br />
Vice Presidente Economists for Peace and Security,<br />
Professore <strong>di</strong> Economia, Science Politiche<br />
e Politiche Pubbliche, UCLA, U.S.A.<br />
Michael D. Intriligator è Professore <strong>di</strong> Economia presso la University of California, Los Angeles<br />
(UCLA), dove è anche Professore <strong>di</strong> Scienze Politiche, Professore <strong>di</strong> Politiche Pubbliche nella<br />
School of Affairs e Co-Direttore del Jacob Marschak Inter<strong>di</strong>sciplinary Colloquium on<br />
Mathematics in the Behavioral Sciences. È, inoltre, Senior Fellow del Milken Institute <strong>di</strong> Santa<br />
Monica.<br />
Il Dott. Intriligator si è laureato in Economia al Massachusetts Institute of Technology nel 1959;<br />
l’anno successivo ha conseguito un Master presso la Yale University, dove ha ottenuto la borsa<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o Woodrow Wilson, e nel 1963 ha completato il dottorato in economia presso il<br />
Massachusetts Institute of Technology, dove ha lavorato con Robert M. Solow e Paul A.<br />
Samuelson, entrambi futuri vincitori del Premio Nobel in Economia.<br />
Michael Intriligator è autore <strong>di</strong> oltre 300 articoli e <strong>di</strong> altre pubblicazioni nel campo delle teorie<br />
economiche e matematica economica, econometria, economia della salute, riforma dell’economia<br />
russa e, infine, strategia e controllo delle armi, suoi principali campi <strong>di</strong> ricerca.<br />
È Vice Presidente e membro del CdA <strong>di</strong> Economists Allied for Arms Reductions e nel 1993 è<br />
stato Presidente del Peace Science Society (International). È stato eletto membro estero della<br />
Russian Academy of Sciences nel 1999 e ha rico<strong>per</strong>to il ruolo nel 2000. L’anno successivo è<br />
stato eletto AAAS Fellow della American Association for the Advancement of Science. Nel<br />
2006 è stato eletto futuro Presidente del Western Economic Association International (WEAI),<br />
carica che attualmente ricopre, con all’attivo l’organizzazione nel marzo del 2009 del Pacific<br />
Rim Conference a Kyoto, Giappone. Nel giugno del 2009 a Vancouver ha tenuto un <strong>di</strong>scorso<br />
in qualità <strong>di</strong> presidente alla conferenza annuale del WEAI.<br />
72<br />
COME LE RELAZIONI ECONOMICHE<br />
POSSONO PROMUOVERE LA PACE<br />
73<br />
ABSTRACT<br />
Le relazioni economiche legate al commercio, a investimenti esteri <strong>di</strong>retti e a programmi <strong>di</strong> assistenza<br />
economica, possono essere protagoniste <strong>per</strong> la promozione della <strong>pace</strong>. Tali relazioni economiche<br />
possono contribuire alla conoscenza <strong>di</strong> altre nazioni che a loro volta possono sostenere la costruzione<br />
della <strong>pace</strong>. Queste relazioni non sono tuttavia in grado <strong>per</strong> se stesse <strong>di</strong> evitare conflitti e guerre<br />
e <strong>di</strong> promuovere la <strong>pace</strong>, possono <strong>per</strong>ò concorrere a un’integrazione economica e politica che<br />
può raggiungere tale scopo. La storia dell’Europa del 20° secolo illustra questo punto nell’o<strong>per</strong>a <strong>di</strong><br />
<strong>due</strong> <strong>di</strong>stinti economisti: il britannico Sir Norman Angell e il francese Jean Monnet. L’economista britannico<br />
Sir Norman Angell (1873 - 1967) argomentava, nella sua o<strong>per</strong>a più importante, The Great<br />
Illusion (1910) che, grazie alle forti relazioni economiche internazionali e alla generale inter<strong>di</strong>pendenza<br />
economica, in Europa non esistevano i presupposti <strong>per</strong> lo scatenarsi <strong>di</strong> guerre; ironicamente<br />
<strong>per</strong>ò, la Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale scoppiò solo pochi anni dopo, nel 1914. Angell fu insignito del<br />
Premio Nobel <strong>per</strong> la Pace nel 1933, e le sue tesi meritano <strong>di</strong> essere riconsiderate, alla luce della<br />
globalizzazione dell’economia mon<strong>di</strong>ale e dei successivi sviluppi in Europa. L’economista francese<br />
Jean Monnet (1888 - 1979) si occupò della questione legata alla prevenzione <strong>di</strong> un'altra guerra in<br />
Europa, dopo la 2 a Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Monnet era un es<strong>per</strong>to della contestualizzazione industriale<br />
a livello regionale e analizzava il problema utilizzando mappe, tabelle <strong>di</strong> input-output, e stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
organizzazione industriale. Giunse alla conclusione che l’integrazione delle economie delle maggiori<br />
nazioni europee avrebbe potuto promuovere la <strong>pace</strong> ed evitare un’altra devastante guerra.<br />
Propose la creazione <strong>di</strong> una comunità europea del carbone e dell’acciaio che coinvolgesse le miniere<br />
<strong>di</strong> carbone in Francia e quelle dell’acciaio in Germania. Questo piano fu promosso da Robert<br />
Schuman, il Ministro degli Esteri francese, è conosciuto come il piano Schuman, e fu adottato, nel<br />
1949, da Francia, Germania Occidentale, Italia, e Benelux. La Comunità Europea del Carbone e<br />
dell’Acciaio portò alla creazione della CEE, che a sua volta determinò la fondazione dell’UE, la<br />
quale attualmente include 27 stati membri che hanno trasferito parte della loro sovranità ad essa.<br />
L’integrazione economica e politica ha assicurato la <strong>pace</strong> in Europa, ma è la fondazione dell’Unione<br />
ad aver rappresentato un passo importante <strong>per</strong> il raggiungimento <strong>di</strong> tale risultato. Il successo economico<br />
e politico dell’UE è stato imitato altrove, come nell’Asia sud-orientale, attraverso l’ASEAN<br />
(Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale) e altri tentativi simili in Africa e America Latina,<br />
nessuno dei quali, tuttavia, ha ottenuto lo stesso successo.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
GIORGIO SACERDOTI<br />
Professore <strong>di</strong> Diritto Internazionale e Comunitario,<br />
Università Bocconi, Milano<br />
Ex chairman dell’Appellate Body del WTO<br />
Giorgio Sacerdoti è Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Diritto Internazionale ed Europeo (Cattedra Jean<br />
Monnet) presso l’Università Bocconi <strong>di</strong> Milano dal 1986. Dal 2001 al 2009 è stato membro<br />
dell’organo <strong>di</strong> appello dell’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale del Commercio (WTO) e Presidente nel<br />
2006-07.<br />
Fino al 2001 Professor Sacerdoti è stato Vice Presidente del Gruppo O<strong>per</strong>ativo sulla corruzione<br />
nelle transazioni commerciali internazionali, dove è stato uno dei negoziatori della<br />
“Convenzione Anticorruzione OCSE” del 1997.<br />
È stato consulente <strong>per</strong> il Consiglio Europeo, <strong>per</strong> UNCTAD e <strong>per</strong> la Banca Mon<strong>di</strong>ale in materia<br />
<strong>di</strong> investimenti esteri, mercati, corruzione, sviluppo e buona governance. È stato spesso nominato<br />
come arbitro in controversie commerciali internazionali al Centro Internazionale <strong>per</strong> la<br />
Risoluzione dei Conflitti <strong>di</strong> Investimento (ICSID) della Banca Mon<strong>di</strong>ale, dove ha presieduto vari<br />
tribunali arbitrali <strong>per</strong> controversie fra Stati e investitori stranieri, con accor<strong>di</strong> bilaterali sugli<br />
investimenti.<br />
Ha pubblicato più <strong>di</strong> 150 o<strong>per</strong>e in campi <strong>di</strong> sua ex<strong>per</strong>tise, <strong>di</strong>ritto pubblico internazionale, sviluppo<br />
internazionale, commercio, contratti internazionali, <strong>di</strong>ritto e arbitrato su investimenti.<br />
È frequentemente ospite <strong>di</strong> conferenze internazionali e collabora con giornali e riviste.<br />
Dopo essersi laureato presso l’Università <strong>di</strong> Milano con una laurea cum laude nel 1965,<br />
Professor Sacerdoti ha conseguito nel 1967 un Master in Diritto Comparato presso la<br />
Columbia University Law School in qualità <strong>di</strong> Fulbright fellow.<br />
È membro dell’or<strong>di</strong>ne degli avvocati <strong>di</strong> Milano dal 1969. È consulente dello Stu<strong>di</strong>o Legale<br />
Eversheds Bianchini <strong>di</strong> Milano. Dal 2004 è, infine, Presidente della Fondazione CDEC - Onlus<br />
<strong>di</strong> Milano (Centro <strong>di</strong> Documentazione Ebraica Contemporanea).<br />
74<br />
COME LE RELAZIONI ECONOMICHE<br />
POSSONO PROMUOVERE LA PACE<br />
75<br />
ABSTRACT<br />
Il sistema commerciale multilaterale è basato sulle norme dell’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale del<br />
Commercio, OMC (World Trade Organisation, WTO).<br />
L’OMC è stata istituita alla positiva conclusione dei lunghi negoziati multilaterali sul commercio<br />
dell’“Uruguay Round” del 1995.<br />
L’organizzazione, che ha assunto il ruolo in precedenza detenuto dal GATT, espande e rinforza<br />
i principi fondamentali della non <strong>di</strong>scriminazione, della liberalizzazione e della riduzione<br />
delle barriere <strong>per</strong> favorire lo scambio <strong>di</strong> beni e servizi.<br />
Oltre 150 paesi fanno ora parte dell’OMC, determinando una co<strong>per</strong>tura pari al 90% del commercio<br />
mon<strong>di</strong>ale.<br />
Il commercio è riconosciuto come un motore <strong>di</strong> crescita economica che <strong>per</strong>mette la <strong>di</strong>vulgazione<br />
<strong>di</strong> prodotti, servizi e la <strong>di</strong>ffusione del progresso tecnologico, migliorando la sorte dei più<br />
poveri della terra. Molto spesso, il commercio è legato a investimenti esteri <strong>di</strong>retti, licenze, outsourcing<br />
e finanziamenti stranieri. Si stabilisce in tal modo, un network, o una catena <strong>di</strong> produzione,<br />
che collega gli interessi <strong>di</strong> produttori e consumatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi paesi.<br />
Questo schema è anche un elemento <strong>per</strong> porre le basi e rafforzare relazioni pacifiche. Guerre<br />
commerciali, chiusure <strong>di</strong> mercati, istituzioni <strong>di</strong> barriere non sono eventi negativi solo a livello<br />
economico, ma sono anche illegali rispetto alle norme OMC, salvo casi eccezionali.<br />
L’OMC prevede al suo interno un organo <strong>di</strong> conciliazione <strong>per</strong> la risoluzione delle controversie,<br />
al quale le nazioni che ritengono <strong>di</strong> essere vittime <strong>di</strong> condotte illegali e pregiu<strong>di</strong>ziali possono<br />
rivolgersi <strong>per</strong> ottenere risarcimento. Inizialmente si cerca <strong>di</strong> risolvere la <strong>di</strong>sputa attraverso negoziazioni<br />
pacifiche; se queste non hanno successo, interviene un sistema arbitrale/giu<strong>di</strong>ziario<br />
imparziale e veloce apposito <strong>per</strong> <strong>di</strong>ramare la questione in base alla legge. Inoltre, esiste un<br />
organo <strong>di</strong> applicazione interno all’OMC, che assicura che le misure ritenute non compatibili<br />
rispetto alle norme siano ritirate o mo<strong>di</strong>ficate e che i benefici commerciali previsti possano così<br />
essere ristabiliti.<br />
Questo pacifico sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>ramazione delle controversie incoraggia il rispetto delle regole da<br />
parte <strong>di</strong> tutti i membri dell’OMC, maggiori e minori. Rappresenta inoltre un modello <strong>per</strong> <strong>di</strong>ffondere<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> norme e leggi negli altri ambiti delle relazioni internazionali contemporanee.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
FABRIZIO BATTISTELLI<br />
Professore <strong>di</strong> Sociologia, Università La Sapienza, Roma<br />
Fabrizio Battistelli è professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> sociologia (corso avanzato) nella Facoltà <strong>di</strong><br />
Sociologia della Sapienza Università <strong>di</strong> Roma, dove insegna anche Sociologia dell’organizzazione<br />
e Organizzazione internazionale e dove <strong>di</strong>rige il Dipartimento Innovazione e Società -<br />
DIeS.<br />
Sin dalla tesi <strong>di</strong> laurea <strong>di</strong>scussa nel 1972 con Franco Ferrarotti, si è occupato degli aspetti<br />
sociali e politici della gestione dei conflitti e della sicurezza. Su questi temi ha compiuto ricerche<br />
e svolto at-tività <strong>di</strong> insegnamento in numerose università italiane ed estere.<br />
Ha pubblicato, prevalentemente su temi strategici, 18 libri e un centinaio <strong>di</strong> articoli. Tra i titoli<br />
principali: “Armi: nuovo modello <strong>di</strong> sviluppo?” Einau<strong>di</strong>, 1980 (II ed. 1982); “Armi e armamenti”,<br />
E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1984; “Marte e Mercurio. Sociologia dell’organizzazione militare”,<br />
Angeli, 1990; “Soldati. Sociologia dei militari italiani nell’era del peace-keeping”, Angeli,<br />
1996; “Donne e Forze Armate” (a cura), Angeli, 1997; “Gli italiani e la guerra. Tra senso <strong>di</strong><br />
insicurezza e terrorismo internazionale”, Carocci, 2004.<br />
A partire dal 2001 la sua prospettiva <strong>di</strong> ricerca include anche la sicurezza/insicurezza interna,<br />
al cui ambito appartiene il recente La fabbrica della sicurezza, Angeli, 2008.<br />
Oltre ai propri stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> carattere teorico ed empirico, ha fondato e <strong>di</strong>rige presso l’E<strong>di</strong>tore<br />
Franco Angeli la Collana <strong>di</strong> sociologia militare nella quale ha tradotto o fatto tradurre alcuni<br />
tra i principali autori internazionali del settore.<br />
Assertore <strong>di</strong> una politica della sicurezza democraticamente partecipata nell’ambito interno e,<br />
nell’ambito internazionale, <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> <strong>per</strong> il controllo degli armamenti su basi <strong>di</strong> reciprocità e<br />
multilateralità, nel 1982 Battistelli ha fondato l’Istituto <strong>di</strong> ricerche internazionali Archivio<br />
Disarmo, <strong>di</strong> cui è attualmente presidente.<br />
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COME LE RELAZIONI ECONOMICHE<br />
POSSONO PROMUOVERE LA PACE<br />
77<br />
ABSTRACT<br />
Ufficialmente l’utilità <strong>di</strong> esportare una quota più o meno ampia degli armamenti prodotti <strong>per</strong> le esigenze<br />
della <strong>di</strong>fesa nazionale viene giustificato dai governi e dalle industrie sulla base <strong>di</strong> 3 argomenti:<br />
1. la riduzione del costo unitario degli armamenti, sulla base dell’economia <strong>di</strong> scala conseguita<br />
me<strong>di</strong>ante una reiterazione del medesimo prodotto in più esemplari, alcuni dei quali destinati<br />
alla ven<strong>di</strong>ta all’estero;<br />
2. l’autofinanziamento degli elevati costi sostenuti dall’industria bellica nel cruciale ambito<br />
della ricerca e dello sviluppo;<br />
3. il contributo al riequilibrio della bilancia commerciale con l’estero da parte del paese esportatore.<br />
Accanto a queste motivazioni manifeste ne esistono altre, non meno rilevanti, definibili come<br />
latenti, basate sulle caratteristiche quantitative e qualitative dei profitti ricavabili dalle transazioni<br />
internazionali <strong>di</strong> armamenti. Da un lato vi è l’entità dei profitti, particolarmente elevata<br />
in un ambito fortemente politico come quello delle armi che, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto avviene in<br />
un mercato <strong>di</strong> singoli consumatori, ha come clienti pochi decisori politici.<br />
Dall’altro v’è la natura <strong>di</strong> transazioni internazionali che rende ulteriormente opache le o<strong>per</strong>azioni<br />
<strong>di</strong> export-import in quanto i governi dei paesi tollerano solitamente l’esistenza <strong>di</strong> rilevanti<br />
overheads su ciascuna transazione, ufficialmente destinate agli interme<strong>di</strong>ari.<br />
Tutto ciò alimenta la corruzione sia presso i paesi importatori, in cui gli acquirenti sono spesso<br />
destinatari <strong>di</strong> “incentivi” illegali, sia presso i paesi esportatori, ai quale tende a ritornare<br />
una quota delle stesse overheads.<br />
Proposte da sottoporre alla Science for Peace World Conference:<br />
1. Controllo del traffico illegale <strong>di</strong> armi e regolamentazione del commercio legale attraverso la stipula<br />
nel quadro ONU del Trattato Internazionale sui Trasferimenti <strong>di</strong> Armi (ATT-Arms Trade Treaty).<br />
2. Imposizione, su ogni transazione internazionale che ha <strong>per</strong> oggetto le armi, <strong>di</strong> una tassa<br />
pari all'1% del valore della transazione. Le somme così raccolte saranno destinate a finanziare<br />
<strong>per</strong> metà progetti <strong>di</strong> sviluppo e <strong>per</strong> metà l’attività dell’UNIDIR – United Nations Institute for<br />
Disarmament Research. Presso ciascuno dei 10 paesi maggiori esportatori mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> armamenti<br />
UNIDIR promuoverà un programma <strong>di</strong> monitoraggio dell’export-import <strong>di</strong> armamenti<br />
avvalendosi dei centri <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>pendenti o<strong>per</strong>anti nei suddetti paesi.
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
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WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />
PRESIDENT<br />
Umberto Veronesi<br />
VICE PRESIDENTS<br />
Kathleen Kennedy Townsend - Giancarlo Aragona - Alberto Martinelli<br />
HONORARY COMMITTEE<br />
Prince Albert II of Monaco - H.H. The Dalai Lama - Alexei Abrikosov - George A.<br />
Akerlof - Zhores Alferov - Giorgio Armani - Daniel Barenboim - Roberto Benigni<br />
- Ingrid Betancourt - J. Michael Bishop - Emma Bonino - Nicoletta Braschi - Mario<br />
R. Capecchi - Aaron Ciechanover - Claude Cohen-Tannoudji - Francesca<br />
Comencini - Renato Dulbecco - Shirin Eba<strong>di</strong> - Umberto Eco - Rita El Khayat -<br />
Gerhard Ertl - Albert Fert - Massimiliano Fuksas - Tara Gandhi - Margherita Hack<br />
- John L. Hall - Alan J. Heeger - Harold Walter Kroto - Serge Latouche - Zubin<br />
Mehta - Rita Levi-Montalcini - Luc Montagnier - Noa - Paul M. Nurse - Moni<br />
Ova<strong>di</strong>a - Ferzan Ozpetek - Renzo Piano - Paolo Pobbiati - Raffaella Ravinetto -<br />
Red Cross Italy - Rete Italiana <strong>per</strong> il Disarmo - Mons. Marcelo Sanchez Sorondo -<br />
Save the Children - Giorgio Schultze - Vincenzo Spadafora - Gino Strada - Sandro<br />
Veronesi - Frank Wilczek - Harald Zur Hausen<br />
BOARD OF TRUSTEES<br />
Jacques Bernier - David Blackbourn - Bruce Chassy - Barbara Corkey - Daniel<br />
Dennett - Elfath Eltahir - Ahmed F. Ghoniem - Marc Hauser - Richard Klausner<br />
- John Lupien - Villoo Morawala Patell - Edgar Morin - Susan Murcott - Philip<br />
Pettit - Steven Pinker - Tomaso Poggio - Vaclav Smil - Paula Stephan - Ian<br />
Tattersall - Jeff Tester - David Tilman - Adolfo Vannucci - Tilahun Yilma<br />
PROMOTING COMMITTEE<br />
Paolo Veronesi - Pascal Acot - Peter Atkins - Guido Barilla - Benedetta Barzini -<br />
Luigi Bazzoli - Maria Bettetini - Michael W. Bevan - Nanni Bignami - Edoardo<br />
Boncinelli - Mario Boselli - Chris Bowler - Diana Bracco - John Broome - Eva<br />
Cantarella - Carlo Casonato - Franco Cavalli - Alessandro Cecchi Paone - Angelo<br />
Chessa - Luca Cordero <strong>di</strong> Montezemolo - Alberto Costa - Lella Costa - Paolo<br />
Costantino - Rosanna D’Antona - Maurizio Dallocchio - Concetta De Cicco -<br />
Enrico Decleva - Pier Paolo Di Fiore - Manuela Dviri Vitali Norsa - E.L.S.A. -<br />
Bruno Ermolli - Tecumseh Fitch - Gabriele Galateri <strong>di</strong> Genola - Viviana Enrica<br />
Galimberti - Giorgio Gallo - Laura Gancia - Giulio Giorello - Aron Goldhirsch -<br />
Michael Grätzel - Gunther Hasinger - Dirk Inzé - Jonathan Jones - John Krebs -<br />
Stéphane Lissner - Cathie Martin - Federico Mayor - J. Gordon Mc Vie - Daniela<br />
Memmo D’Amelio - Francesco Micheli - Fabio Mini - Giorgio Noseda - Franco<br />
Pacini - Charlie Paton - Michael Peckham - Pier Giuseppe Pelicci - Laura<br />
Pellegrini - Emilio Petrone - Mario Pianta - Telmo Pievani - Luigi Piro - Ingo<br />
Potrykus - Pere Puigdomènech - Giovanni Puglisi - Luigi Ramponi - Mah<strong>di</strong> Rezai<br />
- Amedeo Santosuosso - Louis Schlapbach - Franco Scelsi - Maurizio Sella - Piero<br />
Sierra - Laura Taveggia - Chicco Testa - Corrado Tomassini - Chiara Tonelli -<br />
Bruno Vespa - Francesco Vignarca - Barbara Vitti - Lewis Wol<strong>per</strong>t<br />
SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA<br />
Con il patrocinio <strong>di</strong><br />
Con il supporto <strong>di</strong><br />
Partner<br />
Me<strong>di</strong>a Partner<br />
Aderiscono al progetto<br />
Croce Rossa Italiana