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<strong>RELAZIONE</strong> D’ITALIANO<br />
Carmelo Cinardo 3Agrafici, IPS “Paravia”, dic. 2000<br />
Quest’anno, nel programma d’italiano, abbiamo iniziato a trattare argomenti di<br />
letteratura e filosofia, partendo dallo studio di temi che gettano le basi di<br />
queste materie. In particolar modo, quindi,della storia del medioevo. I titoli dei<br />
temi affrontati sono, a grandi linee:<br />
- Amor mundi e amor dei;<br />
- Lirica provenzale;<br />
- La corte di Federico II;<br />
- La scuola siciliana;<br />
- Il dolce Stil Novo.<br />
IL CONFLITTO TRA “AMOR MUNDI” E “AMOR DEI”<br />
Il termine “amor mundi” sta ad indicare l’amore verso le cose terrene e<br />
materiali della vita. Il termine “amor dei”, invece, l’amore verso Dio, la<br />
religione e la spiritualità. Come vedremo ci fu un acceso dibattito tra queste<br />
due scuole di pensiero. Nella lirica provenzale vedremo un’esaltazione<br />
dell’amore, in particolar modo del ruolo della donna, protagonista indiscussa di<br />
amori clandestini a corte.<br />
E poi la corte di Federico II, che diede un forte impulso allo sviluppo della<br />
cultura e della scienza in tutto il Regno di Sicilia; o ancora la scuola siciliana e<br />
la sua poesia rivolta all’amore, nel senso più spensierato del termine.<br />
Alla luce di questo ci siamo posti un interrogativo: “Da dove deriva la<br />
conoscenza? Le due possibilità sono la ragione e la fede, verso le quali due<br />
importanti filosofi si schierarono: Aristotele, secondo cui la conoscenza si crea<br />
con lo studio, l’esperienza e la dialettica, e Platone che invece sosteneva<br />
derivasse dallo spirito e da idee innate cioè da idee che si hanno dalla nascita,<br />
senza il bisogno dello studio per la loro comprensione.<br />
Tornando al discorso “amor mundi”- “amor dei”, avvennero dei contrasti fra<br />
filosofi e religiosi per decidere quale fra queste due scuole di pensiero fosse<br />
quella più “vera”. Le personalità che spiccano in questa questione sono:<br />
- S. Agostino (V sec.), che sosteneva ci dovesse essere una separazione<br />
tra amor mundi e amor dei, con la sottomissione della ragione alla fede;<br />
- Averroè (XII sec.), favorevole alla separazione tra fede (la conoscenza di<br />
Dio) e ragione (conoscenza del mondo), dove la fede è sottomessa alla<br />
ragione;<br />
- Innocenzo III (XII sec. ), secondo cui era opportuna la separazione tra<br />
amor mundi e amor dei. Si distinse per il disprezzo verso il mondo e tutto<br />
ciò che è materiale;<br />
- S. Tommaso (XII sec.), espresse un’idea alquanto rivoluzionaria perché<br />
sostenne l’unità di amor mundi e amor dei in quanto la religione stessa è
AVERROISMO<br />
Tra i personaggi che si schierarono a favore dell’amor mundi, emerse la<br />
personalità di Averroè. Letterato e filosofo arabo, riuscì a fare del suo pensiero<br />
una filosofia. Le tappe che portarono alla sua affermazione furono:<br />
• la conferma dell’eternità della materia, ovvero preesistente a Dio e quindi<br />
non prodotta da lui con un atto di creazione;<br />
• l’affermazione dell’esistenza del monopsichismo, ovvero l’esistenza di una<br />
sola mente (anima) universale di cui l’intelligenza individuale sarebbe una<br />
semplice e provvisorisoria manifestazione. Contrariamente all’insegnamento<br />
cristiano, dal punto di vista dell’individuo non esiste alcuna speranza di<br />
eternità: l’anima è destinata a morire assieme al corpo;<br />
• la definizione del principio secondo il quale nella ricerca scientifica le verità<br />
di fede devono sottostare a quelle raggiunte con la ragione. In caso di<br />
contrasto, secondo Averroè, vale il criterio della doppia verità, secondo cui<br />
contemporaneamente una stessa tesi può essere vera in ambito teologico e<br />
falsa in ambito scientifico.<br />
Le idee di Averroè si diffusero in tutto l’occidente, soprattutto a Parigi dove<br />
vennero studiate all’Università grazie a professori seguaci di Averroè. In<br />
seguito vennero condannate da alcuni arcivescovi innescando una polemica<br />
filosofica che si concluse solo nel Rinascimento. Gli averroisti vennero chiamati<br />
“Aristotelici” in quanto assunsero Aristotele come auctoritas, ovvero scrittore<br />
di testi, superiori alla stessa Bibbia, la cui credibilità nasceva dal suo prestigio.<br />
Lo scontro tra questi intellettuali e l’ortodossia religiosa raggiunse il culmine<br />
con S. Tommaso e il suo Tomismo.<br />
TOMISMO<br />
Il Tomismo costituisce una tappa fondamentale nello sviluppo della filosofia<br />
cristiana.Il suo merito sta nel tentativo di conciliare la fede con la ragione. S.<br />
Tommaso procede ad un approfondimento della teoria aristotelica in base alla<br />
distinzione tra le nozioni di essenza ed esistenza. La sua considerazione è<br />
che la mente umana è capace di definire con precisione l’essenza di cose che<br />
pure non possiedono alcuna forma di esistenza (es. dischi volanti). S.<br />
Tommaso mette anche in relazione il concetto di essenza – esistenza con<br />
quella aristotelica di potenza – atto. Questo gli permette di mettere in luce<br />
come ogni cosa finita goda solo temporaneamente della vita. Ciò che esiste è<br />
vivo ma non è in se la vita, possiede l’esistenza ma non è l’esistenza. Dio è<br />
l’essere per eccellenza poiché in lui essenza ed esistenza coincidono. Forse S.<br />
Tommaso sbaglia perché non prende in considerazione il fatto che l’uomo può<br />
eleborare quello che vede con la fantasia.<br />
Finito il discorso sulle basi della filosofia e della letteratura, abbiamo iniziato a<br />
parlare dell’origine della lingua italiana e dello sviluppo della letteratura in<br />
Italia e in Europa. Dalle lingue romanze e volgari, ai temi della poesia<br />
provenzale, dall’amore spensierato delle corti europee, alla gerarchia feudale.<br />
Insomma, un intero spaccato di vita medievale.
LINGUE ROMANZE E VOLGARE (XII – XIII sec.)<br />
La lingua romanza deriva da un insieme di lingue e dialetti: rumeno dalmatico,<br />
catalano, castigliano, portoghese, ladino, provenzale (lingua d’oc e occitanico),<br />
francese e italiano.<br />
La letteratura volgare è l’espressione del mondo feudale nei suoi diversi<br />
aspetti; propone la rappresentazione dei valori feudali.<br />
Lingua d’oil (Francia nord): in funzione della Cristianità e dell’amor dei. Tra i<br />
poemi epici: “Cantar del mio Cid”, “La canzone dei Nibelunghi”, “La tavola<br />
rotonda”.<br />
Lingua d’Oc (Francia sud): contrari alla Chiesa e quindi in funzione dell’amor<br />
mundi. Famosa per l’esaltazione dell’amore cortese, la poesia cavalleresca.<br />
Cantata dai “trovatori”, che spesso erano nobili che cantavano di corte in corte.<br />
POESIA PROVENZALE, AMORE CORTIGIANO E ADULTERIO<br />
La donna ha un ruolo importantissimo in questa parte della storia, in quanto<br />
l’uomo è a lei sottomesso per quanto riguarda il corteggiamento, cioè è l’uomo<br />
che deve corteggiare la donna. L’amore causa sofferenze perché spesso la<br />
donna amata è già sposata ad un uomo molto più anziano di lei, solo per<br />
questioni economiche. È qui che nasce la figura dell’amante, il quale deve<br />
cercare di diventare degno della donna che sta corteggiando,tramite dei valori<br />
come la riservatezza (l’amore deve essere segreto), la gentilezza, la cortesia,<br />
la modestia, la generosità, il disinteresse, la giovinezza, gesti nascosti e celate<br />
intese. L’amore profano diventa ,quindi, degno di essere descritto nelle poesie.<br />
Dopo aver esaminato questi argomenti, siamo passati allo studio delle “gesta”<br />
di Federico II, un imperatore che ha saputo essere aperto mentalmente<br />
raccogliendo a corte diverse culture e favorendo lo sviluppo generale del suo<br />
regno.<br />
LA CORTE DI FEDERICO II E LA SCUOLA SICILIANA<br />
Federico II raccoglie a corte diverse tendenze culturali (Provenzale, Tedesca,<br />
Latina, Araba, Greco – Bizantina), e scientifiche. Nel suo regno hanno un ruolo<br />
importante i funzionari, in quanto sviluppano e divulgano la lingua volgare, e<br />
compongono anche poemi. Il suo governo è quindi centralizzato, mentre la<br />
cultura si esprime liberamente, senza vincoli e nella massima libertà. Il tema<br />
centrale della poesia siciliana è la servitù d’amore, che provoca amori e<br />
dispiaceri, ma i temi componenti sono stereotipati: lontananza, gelosia, paura<br />
di manifestare o perdere l’amore.<br />
Con questo abbiamo concluso la prima parte del programma di letteratura. Nel<br />
complesso lo studio di questi argomenti non è risultato, per me,<br />
particolarmente difficile; salvo nelle parti di filosofia “vera e propria”, come la<br />
spiegazione del concetto del Tomismo, che ho trovato non di facilissima<br />
comprensione. Devo dire che ho scoperto che questa materia mi piace molto<br />
perché a differenza di alcune altre offre spunti per il ragionamento e quindi per<br />
la discussione. Spero che continueremo a parlare di argomenti così interessanti
anche nel resto del programma d’italiano, perché sicuramente arricchisce la<br />
cultura personale di ognuno di noi.