31.05.2015 Views

Amor Mundi e Amor dei riflessioni e spunti a partire da una ... - Virgilio

Amor Mundi e Amor dei riflessioni e spunti a partire da una ... - Virgilio

Amor Mundi e Amor dei riflessioni e spunti a partire da una ... - Virgilio

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Amor</strong> <strong>Mundi</strong> e <strong>Amor</strong> <strong>dei</strong><br />

<strong>riflessioni</strong> e <strong>spunti</strong> a <strong>partire</strong> <strong>da</strong> <strong>una</strong> poesia di Petrarca<br />

di Federica Zichella, classe 3D, 1999<br />

“Solo et pensoso i più deserti campi<br />

vo mesurando a passi tardi et lenti,<br />

et gli occhi porto per fuggire intenti<br />

ove vestiio human la arena stampi...”<br />

Il concetto fon<strong>da</strong>mentale di questo sonetto è la sofferenza. Il poeta passeggia<br />

a piccoli e lenti passi fino ad un luogo ove non c’è nessuno perchè non vuole<br />

esternare la sua angoscia agli altri; afferma inoltre che è abituato ad isolarsi<br />

a tal punto che la natura lo conosce.<br />

Ciò è curioso perchè Petrarca si distacca <strong>da</strong>lla natura, invece un po’ di secoli<br />

più tardi, Gabriele D’Annunzio nella poesia “Meriggio” s’impersonifica in essa<br />

sentendosi addirittura un Superuomo...<br />

Petrarca nel Canzoniere ci porge il primo esempio di un’analisi psicologica<br />

intensa, ancora prima di Freud, a scavare dentro di se; a confessare ogni<br />

“movimento” della propria anima tormentata, troppo attaccata ai beni<br />

terreni per elevarsi a Dio, troppo debole per vincere la passione per Laura,<br />

troppo amante della gloria per rinunciare alla dignità e trovare pace nella<br />

solitudine. Per tutta la sua vita il poeta è succube dell’isolamento perchè<br />

preso <strong>da</strong> questa contraddizione tra amor mundi/amor <strong>dei</strong> preferisce<br />

rimanere <strong>da</strong> solo e pensare alla stra<strong>da</strong> giusta <strong>da</strong> percorrere solo che questo<br />

dubbio lo “perseguita” fino alla morte.<br />

Un’altra lirica che rispecchia questo contrasto è “Pace non trovo, et non ò <strong>da</strong><br />

far guerra”.<br />

“Pace non trovo, et non ò <strong>da</strong> far guerra;<br />

e temo, etspero; et ardo, et sono un ghiaccio;<br />

et volo sopra il cielo, et ghiaccio in terra<br />

et nulla strngo, et tutto ‘l mondo abbraccio”.<br />

Il poeta non può contentarsi dell’amore, ma non può neppure opporvisi (...far<br />

guerra),vista l’indifferenza di Laura, teme di non essere amato ma spera il<br />

contrario. Arde <strong>da</strong>l sentimento ma “é di ghiaccio” perché non é corrisposto.<br />

Egli preso <strong>da</strong>lla felicità sembra che voi ma subito cade perchè ingannato.<br />

Ama a tal punto che si sente onnipotente (et tutto ‘l mondo abbraccio) ma<br />

poi si rende conto che é soltanto un’illusione.<br />

Sono convinta che questa contraddizione sia comunque causata <strong>da</strong>lla<br />

situazione, <strong>da</strong>l sobbuglio, presente in Italia in quell’epoca.<br />

Infatti, alla fine del 1200 le due grandi istituzioni medioevali, Chiesa e<br />

Impero, che <strong>da</strong>l tempo di Carlo Magno avevano dominato la storia europea,


sono in piena decadenza. In Francia, Spagna, Inghilterra sono sorti Stati<br />

Nazionali; l’Italia e la Germania sono divise in un’infinità di staterelli, ai quali<br />

inutilmente l’imperatore si sforza di imporre la propria autorità.<br />

Per l’Italia questo é il periodo della trasformazione <strong>dei</strong> Comumi in Signorie:<br />

un periodo politicamente molto confuso, caratterizzato <strong>da</strong> lotte continue tra<br />

<strong>una</strong> città e l’altra e fra partiti della stessa per la conquista del potere. Fra i<br />

Comuni dell’ Italia centrale, il più potente è Firenze, con a capo i Medici, che<br />

ha esteso il suo dominio su gran parte della Toscana, in altre c’erano i<br />

Gonzala a Mantova, i Visconti e gli Sforza a Milano e i Savoia in Piemonte.<br />

Il potere è in mano alla borghesia, cioè ai ricchi mercanti e industriali, che<br />

sono riusciti a espellere <strong>da</strong>l governo i nobili. La città è però divisa in due<br />

gruppi: Bianchi e Neri. Dopo circa un decennio di predominio <strong>dei</strong> Bianchi, nel<br />

1301 i Neri, con l’aiuto del pontefice Bonifacio VIII, riescono ad avere il<br />

sopravvento e cacciarono in esilio i capi di parte bianca...<br />

Questo é in prevalenza il dubbio che porta Petrarca alla disperazione, lui é un<br />

diacono e si trova a “parteggiare” alcuni ideali dell’imperatore. Petrarca<br />

come Montale in “Forse un mattino an<strong>da</strong>ndo” nota che non vi è<br />

comunicazione tra la società e l’individuo anche perché quest’ultimo é<br />

vissuto in un periodo di dittatura per cui spesso accadeva che esprimendo le<br />

proprie opinioni pubblicamente se avesse il timore di essere ucciso <strong>da</strong><br />

qualcun’altro di ideologie opposte anche se Petrarca preferiva isolarsi...<br />

Infatti questa crisi politica è la metafora dell’amore che il poeta prova per<br />

Laura nel Secretum in cui vi è un ipotetico dialogo tra Petrarca e S.Agostino,<br />

un pontefice che dichiarò (molto tempo prima) la netta separazione tra amor<br />

mundi e amor <strong>dei</strong> ma la sottomissione della ragione alla fede, con un altro<br />

personaggio, la Verità.<br />

Inizialmente quest’opera affronta il problema della volontà umana,<br />

insufficiente a resistere alle seduzioni terrene. A Petrarca, Agostino<br />

rimprovera la debolezza della volontà. I due personaggi rappresentano i<br />

termini opposti e sempre in conflitto tra loro, della personalità del poeta:<br />

Agostino è la fermezza della ragione, che indica la via della fede e del<br />

dominio di sè, mentre Francesco é la turbolenza delle passioni e del<br />

sentimento.<br />

(...)<br />

Nel canto V dell’inferno, Dante incontra Paolo e Francesca; due cognati<br />

innamorati, (protagonisti di un’ipotetica storia d’amore che circolava nel<br />

‘300); spinti all’inferno a causa di questo sentimento adultero. Egli sotolinea<br />

questo affetto, rappresentandoli uniti(che insieme vanno) anche dopo la<br />

morte.<br />

Essi si lasciano trasportare <strong>da</strong>l vento (all vento esser leggeri) senza opporre<br />

resistenza come non si opposero alla passione nel corso della loro esistenza.<br />

La bufera presente sembra contenersi contro queste due anime. La leggen<strong>da</strong><br />

dice che la ragazza fu ingannata e credette di essere maritata con il fratello<br />

di Giacotto, Paolo, di cui era già innamorata prima del matrimonio.


Quando il marito scoprì tutto ciò, li uccise entrambi, infatti si dice che nel<br />

castello (il luogo del delitto) esista l’impronta della mano insanguinata di<br />

Francesca.<br />

Il poeta a questo punto sembra parteggiare per questa coppia perchè sono<br />

pur sempre <strong>dei</strong> cuor gentili e forse non dovrebbero an<strong>da</strong>re all’inferno...<br />

Dopo un colloquio, che vede impegnati Francesca e Dante, si avverte la<br />

felicità di questo amore che unisce questi individui anche soppressi <strong>da</strong>lla<br />

sofferenza;ambedue con<strong>da</strong>nnano Giangiotto, che li ha uccisi sperando che<br />

quest’ultimo li raggiungi al più presto a far parte di questa situazione.<br />

Il poeta nel sentire le parole patite di Francesca prova molta pietà e dolore<br />

nei loro confronti a tal punto che sviene. Questa azione manifesta il palese<br />

appoggio all’amor mundi perchè se fosse stato d’accordo con la chiesa non<br />

avrebbe perso i sensi ma avrebbe con<strong>da</strong>nnato gli amanti.<br />

(...)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!