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FRANCESCO PETRARCA - Virgilio

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<strong>FRANCESCO</strong> <strong>PETRARCA</strong><br />

ELEMENTI DL BASE<br />

VITA: (Arezzo 1304- Arquà 1374), figlio di un notaio fiorentino Petracco,<br />

che poi si fece cambiare nome in Petrarca, guelfo bianco esiliato lo<br />

stesso anno di Dante. Dopo un soggiorno a Pisa la famiglia è ad<br />

Avignone dove il padre lavora per conto della corte pontificia P. studia<br />

grammatica, testi religiosi poi università a Montpellier (1316) e Bologna<br />

con il fratello, entra in contatto con la lirica stilnovista e di Dante.<br />

Studi interrotti nel 1326 (rientro ad Avignone), forse per la morte del<br />

padre. Nel 1327 si innamora invano di Laura nella chiesa di Santa<br />

Chiara. Consumato il limitato patrimonio paterno si impiega a corte<br />

(1330), prendendo gli ordini minori cosi da avere una rendita ed è al<br />

seguito del cardinale Giacomo Colonna nei Pirenei, poi assunto come<br />

cappellano dal fratello del cardinale ad Avignone (fino al 1337).<br />

Rimase al servizio dei Colonna ancora per dieci anni finchè il suo<br />

sostegno a Cola di Rienzo non raffreddò i loro rapporti. 1333 anno<br />

importante perché inizia i viaggi in Francia e Germania con piccoli<br />

incarichi diplomatici e riceve le Confessioni di S. Agostino che<br />

accelerano la sua crisi morale. Elabora la prima forma del Canzoniere.<br />

Nel 1337a Valdichiusa si ritira in solitudine iniza a scrivere De viris<br />

illustribus e Africa al quale pensava dovesse essere legata la sua fama<br />

Alla fine del 1340 riceve l'invito per l'incoronazione come poeta (Parigi<br />

e Roma, sceglie Roma), nel 1341 incoronato, dopo un esame di tre<br />

giorni (depone la corona sulla tomba di S.Agostino). Nel 1344 ferito<br />

nell'assedio di Parma ad opera dei Gonzaga e dei Visconti, si rifugia a<br />

Verona dove nella biblioteca scopre diversi manoscritti tra cui le<br />

Epistole di Cicerone. Torna ad Avignone, è ambasciator del papa. Dal<br />

1345al 1347 in Valdichiusa scrive Rerum memorandum libri, il De vita<br />

solitaria e lavora al Canzoniere. La peste del 1348 lo priva di amici e<br />

anche di Laura che muore. Nel 1351 il Boccaccio lo invita ad accettare<br />

una cattedra nello Studio di Firenze ma declina l'invito e si ritira di<br />

nuovo in Valdichiusa. Nel 1353 abbandona la Francia perché papa è<br />

diventato un suo amico. Svolge missioni diplomatiche anche a Praga, è<br />

un intellettuale onorato per la sua saggezza e la sua cultura Vive a<br />

Milano, Padova, Venezia dove ospitava anche l'amico Boccaccio di cui<br />

lesse il Decamerone nel 1373 senza grande entusiasmo. Redige poi la<br />

nona stesura del Canzoniere.<br />

INTELLETTUALE E SOCIETA DEL 300: il 300 è un secolo di transizione e il<br />

P. riflette la crisi della società. L'ltalia è travagliata per il tramonto<br />

Letteratura, appunti e note sparse, ultima revisione: 24-04-1999<br />

Alberto Pian / alberto.pian@flashnet.it<br />

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delle due grandi istituzioni medievali papato e impero, oltre al crollo<br />

dell'economia feudale e di quella artigianale tipica dei comune. Mentre<br />

in Europa lo sviluppo della borghesia cittadina, limitando il potere<br />

dell'aristocrzia feudale, aveva favorito l'affermarsi di uno stato<br />

nazionale, in Italia il processo di cambiamento si fermò a metà con le<br />

Signorie, formazione tipicamente italiana che non presenta nulla di<br />

nuovo rispetto al comune. Il 300 è il secolo dell'incertezza per<br />

eccellenza (Salinari).<br />

AMOR MUNDI E AMOR DEI: è questo il dissidio del P. che ne fa uomo<br />

della sua epoca: Amore terreno e quindi verso il nuovo o ripiegamento<br />

all'amore divino e quindi ritorno ad ideali medievali? Pur nel dissidio<br />

P. sembra scegliere il terreno della nuova società.<br />

RELIGIOSITA, FILOSOFIA, CONCEZIONIMEDIEVALI: nel 1367 nel De sui<br />

ipsius et multorum ignorantia afferma che: "è possibile amare con<br />

ardore e devozione Dio su questa terra" mentre "in nessun modo è<br />

possibile conoscerlo appieno". E un ribaltamento della filosofia<br />

cattolica (scolastica) per la quale l'amore è il frutto della conoscenza e<br />

dell'avvicinamento a Dio e la stessa conoscenza del mondo è il<br />

prodotto del rapporto con Dio. Egli è interessato alla filosofia platonicoagostiniana,<br />

piuttosto che a quella aristotelica-tomista E l'inizio<br />

dell'umanesimo: per lui la filologia è il mezzo attraverso cui cogliere<br />

l'evoluzione del pensiero dell'umanità. Ha quindi un senso storico della<br />

conoscenza. Inoltre le sue opere hanno un senso di confessione di<br />

dialogo con se stesso, per il fatto che l'indagine in se stesso è per P. un<br />

mezzo per la conoscenza dell'umanità in genere.<br />

POETICA: P. non teorizza la funzione della poesia. Solo in Invectiva<br />

conra medicum quendam critica l'atteggiamento ottuso della scienza<br />

contro ogni altra forma di sapere. La poesia è anche un mezzo di<br />

conoscenza perché richiede studio, concentrazione ed instaura un<br />

rapporto tra poeta e lettere. Lo stile raffinato serve per rendere la<br />

complessità della propria psicologia per il poeta, mentre per il lettore<br />

lo stesso fine si raggiunge attraverso la comprensione del linguaggio<br />

poetico. Si tratta dunque di una poesia d'elite. Il classicismo per<br />

Petrarca è quindi la creazione di qualcosa di stabile e universale a cui<br />

dare forma all'indagine psicologica e introspettiva "Compito del poeta<br />

è rappresentare, cioè mettere insieme e ornare, e le verità delle cose sia<br />

umane sia naturali sia di qualsiasi altro genere raffigurare con colori<br />

artistici e ricoprire col velo di una piacevole finzione, tolto il quale la<br />

verità possa brillare, tanto più gradita a trovarsi poiché più ardua a<br />

cercarsi" ( Seniles, X11, 2 ).<br />

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Alberto Pian / alberto.pian@flashnet.it<br />

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EPISTOLARLO<br />

BASI: P. ha lasciato un voluminoso epistolario perché la lettera era per<br />

lui un mezzo di indagine, per scavare nel proprio animo e aveva, anche<br />

sotto questo aspetto, delle ambizioni letterarie. Nelle Familiares è<br />

contenuta un'ampia gamma di temi.<br />

ASCESA A MONTE VENTOSO (IV1)<br />

CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: scrive a padre agostiniano<br />

Dionigi (che gli aveva regalato Le confessioni). Egli intraprende l'ascesa<br />

per il gusto di visitare un luogo famoso, ma non gli piace la salita e<br />

cerca sempre delle strade meno faticose anche se più' lunghe che poi si<br />

rivelano più difficili. "Cercavo infatti sempre di differire la molestia<br />

della salita, ma l'umano ingegno non può annullare le leggi della<br />

natura, nè può avvenire che un oggetto corporeo giunga in alto<br />

discendendo." Comunque rimira il paesaggio dalla cima e apre il libro<br />

delle Confessioni per caso ad un passo che dice che gli uomini vanno<br />

ad ammirare le altezze dei monti e della natura e trascurano se stessi.<br />

Di qui la preoccupazione di occuparsi di cose troppo mondane.<br />

A BOCCACCIO SU SE STESSO (VI2)<br />

CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: curiosa riposta di P. al<br />

Boccaccio. Petrarca spiega a Boccaccio di non preoccuparsi per la<br />

propria libertà perché fra i due il meno libero è il Boccaccio stesso<br />

essendo al servizio di tutto il Comune di Firenze, mentre Petrarca è<br />

dipende solo da un signore. E spiega inoltre che è bene cambiare<br />

sovente posto, perché Scipione perdette la propria fama proprio stando<br />

a lungo con i Romani. Il P. invece viaggia di continuo.<br />

AFRICA<br />

BASI: poema epico storico in latino, 9 libri a cui P. affidò la speranza<br />

nella propria celebrità Però non riuscì a concluderla. E dedicata a<br />

Roberto d'Angiò. Scipione, battuti i Cartaginesi, sogna un viaggio in<br />

cielo durante il quale lo zio Cneo gli racconta la storia di Roma e ne<br />

predice la decadenza. Intanto Lelio, inviato da Scipione in Africa per<br />

stipulare un alleanza con Siface, esalta il passato di Roma e il valore di<br />

Scipione. Amore tra il generale romano Massinissa e la moglie di Siface,<br />

Sofonisba che finisce con la morte di lei. Il fratello di Annibale, Magone,<br />

muore durante il viaggio di ritorno, un incontro tra Scipione e Annibale<br />

prima di Zama è inconcludente. Cartaginesi battuti, Scipione ne celebra<br />

il coraggio, poi si incontra con il poeta Ennio che gli annuncia i<br />

Letteratura, appunti e note sparse, ultima revisione: 24-04-1999<br />

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massimi poeti a venire tra i quali figura lo stesso Petrarca. Trionfo di<br />

Scipione a Roma.<br />

IL COMPIANTODI MAGONEMORENTE(LIBRO VL)<br />

CONTENUTI E MOMENTISIGNIFICATIVI: vi compaiono due elementi,<br />

I'ammirazione per la grandezza di Roma e il senso generale della<br />

precarietà umana. A che giova aver fatto la guerra, aver costruito il<br />

palazzo "se io dovevo, sinistro destino, morire cosi sotto il cielo?" e<br />

ancora: "Aimè come è incerta la vita, dedita a una fatica perpetua,<br />

come certo è il giorno di morte, nè mai previsto abbastanza Con che<br />

iniqua sorte è nato l,uomo sulla terra! Gli animali tutti riposano;<br />

I'uomo non ha mai quiete e per tutti gli errori, affretta ansioso il<br />

cammino verso la morte".<br />

SECRETUM<br />

BASI: un proemio e tre libri, scritto in latino sotto forma di dialogo tra<br />

il P. e S. Agostino alla presenza di una donna silenziosa di nome Verità<br />

(da notare che in ogni caso la verità è una donna ben terrena per il P. e<br />

questo contribuisce a spostare la sua attenzione verso l'amore terreno).<br />

Libro 1: S. Agostino enumera le cause dell'infelicità umana e<br />

rimprovera il poeta di scarsa volontà nello sfuggire alle tentazioni e ai<br />

peccati, occorre abbandonare i beni mondani. Ma la volontà, secondo<br />

S. Agostino, difetta al P. Libro II: S.Agostino scruta nell'animo del P. ed<br />

evidenzia i peccati commessi seguendo lo schema cristiano dei 7<br />

peccati capitali. P. ha seguito i fantasmi mondani, le apparenze. Lo<br />

ritiene colpevole di tutti, tranne che dell'invidia Si sofferma in<br />

particolare sulla superbia (eccessiva sicurezza di sè volontà mondana<br />

di affermazione, compiacimento del proprio essere), e sull'accidia. Libro<br />

III: S. Agostino mette sotto accusa le profonde passioni del poeta, come<br />

l'amore per Laura e per la gloria perché lo allontanano dal vero amore,<br />

quello divino. Ma il dialogo si conclude con P. ancora convinto che la<br />

sua natura lo porti a dedicarsi prima alle cose terrene e poi a rivolgersi<br />

a Dio. P. dice di voler radunare il suo animo sparso e continuare questa<br />

ricerca interiore e S. Agostino osserva che nulla è mutato dall'inizio del<br />

loro dialogo.<br />

L'ACCIDIA, MALATTIA DELL'ANIMO (LIBRO II)<br />

CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: S.Agostino cerca di sapere quale<br />

sia la causa dell'accidia, stato di tristezza, inattività, abbandono a se<br />

stesso che colpisce il P. che, del resto descrive molto bene i sintomi di<br />

Letteratura, appunti e note sparse, ultima revisione: 24-04-1999<br />

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questo stato. Ma P. risponde che è "tutto quanto primamente vedo, odo<br />

ed intendo". E un male "esistenziale", una specie di "male di vivere" .<br />

LA GLORIA E IL DESIDERIO DL IMMORTALITA ( LIBRO III )<br />

CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: P. confessa di desiderare "gloria<br />

tra gli uomini e immortalità al tuo nome". S. Agostino argomenta che a<br />

P. piace essere sulla bocca di tutti, proprio di coloro che disprezza, che i<br />

suoi lavori letterari sono rivolti ad acquistare la fama e non a mettere<br />

in pratica ciò che ha imparato con gli studi, a dilettare il pubblico con<br />

florilegi medievali. Ma qui P. si schernisce asserendo di aver studiato i<br />

classici direttamente e di aborrire queste forrme medievali. Da notare<br />

che la gloria per il P. è legata alla fama, mentre per Dante era legata<br />

alla benevolenza di Dio per aver condotto a termine opere a lui gradite.<br />

CANZONIERE<br />

BASI: I'opera è un continuo processo di elaborazione in ben dieci tappe.<br />

366 poesie divise in due parti: in vita di Laura e in morte di Laura,<br />

divisione, però, introdotta dai posteri. La maggior parte l'opera è un<br />

continuo processo di elaborazione in ben dieci tappe.<br />

VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SP RSE IL SUONO (1)<br />

CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: rime: perché scritte in volgare;<br />

sparse: perché non inquadrate in un disegno prestabilito. Si<br />

annunciano i temi del canzoniere: egli amò "primo giovenil errore",<br />

divenne la favola di tutti ed ora si pente perché ha capito che l'errore<br />

consisteva nel non aver considerato la caducità delle cose umane "che<br />

quanto piace al mondo è breve segno".<br />

ERA IL GIORNO CH'AL SOL SI SCOLORARO (3)<br />

CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: I'incontro con Laura in tema<br />

stilnovista: "Trovommi amor del tutto disarmato, e aperta la via per<br />

gli occhi al core"<br />

SOLO E PENSOSO I PIU DESERTI CAMPI (35)<br />

CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: cerca la solitudine evitando gli<br />

uomini (le loro orme) "gli occhi porto per fuggire intenti, ove vestigio<br />

umana la rena stampi". Ma benché si porti per vie selvagge Amore lo<br />

raggiunge sempre. P. non riesce a staccarsi dalla vita mondana e<br />

Letteratura, appunti e note sparse, ultima revisione: 24-04-1999<br />

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dall'amore terreno. P. non può fuggire da se stesso, è lui che deve<br />

operare la scelta 11 dualismo psicologico è espresso anche<br />

linguisticamente con l'accostamento di aggettivi simili tra loro "solo e<br />

pensoso", passi "tardi e lenti", ecc. Da notare il troncamento del verso.<br />

PADRE DEL CIEL<br />

CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: nell'undicesimo anno del suo<br />

innamoramento per Laura P. si rivolge a Dio perché lo aiuti a<br />

indirizzare i suoi pensieri "ad altra vita, e a più belle imprese. Abbi<br />

pietà del mio travaglio non degno, rammenta ai miei pensieri come<br />

oggi tu fossi in croce (venerdi santo).<br />

ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI (90)<br />

CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: descrive la bellezza di Laura, i<br />

suoi capelli sparsi al vento, il viso "di pietosi color farsi non so se vero o<br />

falso" non sa se si era commossa per lui. Conclude che se anche ora<br />

non è bella così l'amore non si spegne cosi come non si rimargina la<br />

ferita solo perché l'arco non e più teso. Uso di termini stilnovisti<br />

"angelica forma", ma completamente su un altro piano ora legati<br />

infatti a una bellezza esclusivamente terrena e non più come "donnaangelo".<br />

Vi è l'oscillare tra ricordo e presente dato dall'uso dei verbi<br />

all'imperfetto e al presente. Altra innovazione importante: l'alternarsi<br />

tra ricordo e sentimento dell'io del poeta<br />

MOVESI IL VECCHIEREL CANUTO E BIANCO (16)<br />

CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: come il vecchio pellegrino si<br />

reca a Roma per adorare la sindone cercando una traccia del volto di<br />

Cristo, così P. cerca in altre donne qualcosa che ricordi Laura Mirabile<br />

la descrizione del vecchietto "traendo poi l'antiquo fianco" o: «quanto<br />

più pò col buon voler s'aita". Oui il senso di pietà è rivolto a se stesso il<br />

vecchierello è la metafora del poeta stanco alla ricerca di qualcosa che<br />

forse può essere inteso m modo più generale di una traccia di Laura.<br />

FIAMMA DEL CIEL SU LE TUE TRECCIE PIOVA (131)<br />

CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: poesia violentemente contro la<br />

corte avignonese e la sua corruzione: "Fiamma del ciel su le tue treccie<br />

piova, malvagia che dal fiume e da le ghiande per l'altrui impoverir sè<br />

ricca e grande", in contrasto con la povertà dl Cristo e Battista che si<br />

cibavano di frutti poveri (ghiande) e bevevano nei fiumi. «nido di<br />

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tradimenti, in cui si cova quanto mal per lo mondo oggi si spande". E<br />

di nuovo non fosti tu nutrita al riparo in mezzo alle comodità, ma<br />

nuda al vento. Dio sente il lezzo della tua degenerazione. Ouesto ed<br />

altri sonetti dello stesso genere furono posti all'indice dalla<br />

controriforma<br />

UNA CANDIDA CERVA SOPRA L'ERGA (190)<br />

CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: Al poeta appare una cerva<br />

(Laura), sopra l,erba verde (allude alla giovinezza), con le corna d'oro (i<br />

capelli di Laura), tra due riviere (i fiumi Rodano e Sorga, dove nacque<br />

l'amore per Laura), in primavera e all'alba (che secondo le credenze<br />

astrali medievali rappresentano l,ora decisiva della vita del poeta). La<br />

seconda strofa contiene elementi emotivi in antitesi alla descrittività<br />

della prima, la sua vista era cosi dolce e superba che lasciò ogni attività<br />

per seguirla, come l,avaro che addolcisce l'affanno nella ricerca di un<br />

tesoro. La terza strofa completa la descrizione, al collo aveva scritto con<br />

topazi e diamanti (simboli dell'onesta e della purezza), "nessun mi<br />

tocchi" Dio ha voluto fare quel cervo libero. Poi il poeta cadde<br />

nell'acqua, molti i valori simbolici, per esempio l'indegnità del poeta<br />

stesso7<br />

I' VO PEL MONDO I MIEI PASSATI TEMPI (315)<br />

CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: si rammarica per i passati<br />

tempi nei quali 'posi in amar cosa mortale" senza levarsi a Dio come<br />

avrebbe potuto fare. Invoca Dio perché soccorra la sua anima<br />

peccatrice affinché egli che visse in guerra e tempesta almeno muoia in<br />

pace e se la vita terrestre (stanza), fu vana, ameno la morte sia giusta<br />

Solo tu (Dio) puoi darmi una mano soccorritrice. Mentre nei precedenti<br />

sonetti aveva a volte osservato di aver ricevuto da Dio la missione di<br />

indicare agli uomini la via della salvezza attraverso la sublimazione del<br />

suo amore per Laura, ormai diventata creatura angelica, qui invece egli<br />

rinnega tutto il suo passato e non solo l'amore per Laura.<br />

ITALIA MIA' BEN CHE 'L PARLAR SIA INDARNO (128)<br />

CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: (1-20) benché il parlare non<br />

serva a sanare le piaghe che ti affliggono, almeno le mie parole<br />

(sospiri), siano di compianto al popolo (identificato con i fiumi).<br />

Invoca Dio: vedi per quali "lievi cagion", futili cause è scoppiata la<br />

guerra e i cuori induriti da Marte, aprili e addolciscili e fa che la tua<br />

verità si oda attraverso le mie parole. (20-52) Ora ai "signori» (Voi) che<br />

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hanno il governo (freno) chiede cosa facciano le truppe mercenarie<br />

("pellegrin spade"), voi cercate amore e lealtà in un cuore prezzolato<br />

("n cor venale"), chi ha più mercenari ha anche più nemici ("qual più<br />

gente possede, colui è più dà suoi nemici avolto"). I barbari mercenari<br />

sono come un diluvio. La natura provvide con le Alpi ma la cupidigia (<br />

"desir cieco"), ha attaccato la scabbia tedesca all'ltalia, cosicché i<br />

migliori italiani sono ora sopraffatti ('~sempre il miglior geme») e<br />

questo dolore è rinforzato dal ricordo di Mario che vinse i barbari<br />

Teutoni ad Aix (102 aC.), tanto da riempire il fiume di sangue.<br />

Per non parlare di Cesare (Cesare taccio). (52-113). Voi reggete l'ltalia<br />

ma la guastate. Cosa vi spinge ad infierire sul vicino e cercare<br />

mercenari? E non vi accorgete dei barbari ingannevoli che si arrendono<br />

al momento del pericolo? Ouesta vergogna è peggio del danno, ma voi<br />

combattete sul serio eccitati da odio e ira. Al mattino riflettete su<br />

quanta stima possa avere per voi chi nel suo animo è cosi vile.<br />

Sbarazziamoci dei mercenari e non facciamone l'idolo che non sono,<br />

perché è colpa nostra se questi ci vincono con l'accortezza.<br />

Interrogatevi sulla vostra patria e guardate le lagrime del popolo e<br />

purché voi vi mostrate compassionevoli verso il popolo questo si leverà<br />

perché l'antico valore degli italici non è ancora morto (lo riprende<br />

anche Machiavelli, flnale del Principe). Pensate alLa vostra anima che<br />

la vita è breve e passando sulla terra deponete l'odio e lo sdegno che<br />

sono contrari ad una vita serena e il tempo che si spende nel procurare<br />

pena agli altri ("n altrui pena"), usatelo per qualche bello studio<br />

(quindi per occupazioni che procurano onore). Operando così si è felici<br />

in terra e si apre la strada del cielo. (113-123). Invocazione finale alla<br />

canzone affinché parli in modo gentile per esortare gli uomini. Avrai<br />

compagnia solo tra pochi magnanimi a cui piace il bene e chiedi a loro<br />

chi ti proteggerà, io grido pace. Problema della datazione della poesia,<br />

forse il 1357-58 (Zingarelli) Lega di Venezia contro i Visconti. In quel<br />

periodo P. era a Milano dai Visconti e si faceva interprete delle<br />

aspirazioni di pace e a Novara parlò contro le masnade tedesche. Non si<br />

riferisce alla guerra di Parma (P. ne era indifferente), nè quella fra<br />

Genova e Venezia perché non vi furono mercenari.<br />

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Giovanni Boccaccio<br />

ELEMENTI DI BASE<br />

VITA: (Certaldo 1313- Firenze 1375), il padre era un uomo d'affari, B.<br />

era figlio illegittimo poi riconosciuto, non si sa nulla della madre. Studi<br />

di matematica e di carattere mercantile. Il padre, agente bancario dei<br />

Bardi si trasferisce a Napoli (1327-40), l’ambiente di Napoli è<br />

determinate per la formazione del B. autodidatta (biblioteca di re<br />

Roberto) e abbandona gli studi scientifici per la letteratura medievale e<br />

latina. Scrive il Filocolo il Filostrato, la Caccia di Diana, le Rime, si<br />

innamora della "Fiammetta" (nome che compare nelle sue opere ma<br />

che risulta essere la figlia de re Roberto d’Angiò). Ritorna a Firenze a<br />

causa di un rovescio economico per il fallimento della banca, così B. si<br />

sposta tra le varie corti d’Italia alla ricerca di un impiego e scrive Elegia<br />

di madonna fiammetta, Amorosa visione. Nel 1348 scoppia la peste poi<br />

muore il padre e B. risiede a Firenze. Scrive Il Decamerone (1349-53). Il<br />

Comune di Firenze affida a B. numerose missioni politiche e<br />

diplomatiche. B. spera di tornare a Napoli come segretario regio (posto<br />

vacante), ma non vi riesce. Incontro con Petrarca (1351), che diventa<br />

una specie di tutore letterario per B. Scrive Il Corbaccio e il Trattatello<br />

in laude di Dante. Crisi religiosa (rientra a Certaldo dopo un rovescio<br />

politico a Firenze fatto da amici di B.), nel 1362 un frate lo convince a<br />

distruggere tutti i suoi libri, qui interviene il Petrarca che convince B.<br />

sulla compatibilità di fede e poesia. Ritorna a Napoli ma viene male<br />

accolto e riprende l’attività di inviato del Comune di Firenze. Difficoltà<br />

di salute anche per l'obesità ed economiche. Prende gli ordini minori<br />

per lenire questi problemi.<br />

COLLOCAZIONE DI BOCCACCIO NEL ‘300: nel Decamerone la peste viene<br />

descritta in modo minuzioso, mentre allo stesso tempo viene<br />

evidenziata la disgregazione sociale e morale (abbandono dei famigliari<br />

appestati), come metafora della disgregazione della società. Dopo la<br />

peste nessuno è più come prima. B. ha un atteggiamento pratico,<br />

concreto e non ideologico nei confronti delle cose e solo in qualche caso<br />

esprime il suo giudizio. Questo atteggiamento di B. costituisce il<br />

rovescio della medaglia delle incertezze sociali dell’epoca e rappresenta<br />

il nuovo atteggiamento dell’umanesimo, laico, senza schemi<br />

precostituiti come accadeva invece nelle filosofie e nelle morali religiose<br />

medievali. Mentre Dante e Petrarca si ponevano in modo critico e<br />

facevano propria la crisi dell’epoca, B. invece esprime la società così<br />

com’è, anche in modo ottimistico. L’amore è terreno e umano e la<br />

passione e non è mai una colpa anche se infrange i vincoli morali e<br />

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