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L'apocalisse di Giovanni - Libera Conoscenza

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1,4 «<strong>Giovanni</strong>, alle sette comunità, alle sette chiese che sono<br />

nell’Asia»<br />

Molto semplice. Che cos’ha da <strong>di</strong>re <strong>Giovanni</strong>, cioè questo iniziato al<br />

grado <strong>di</strong> “<strong>Giovanni</strong>”, a queste comunità? Se adesso volete sapere<br />

assolutamente il significato <strong>di</strong> “<strong>Giovanni</strong>”, ecco un esempio.<br />

Prendete tutto ciò che faremo in questi tre giorni come esercizi,<br />

esercizi <strong>di</strong> interpretazione. Non mi interessa, però, fornire<br />

un’interpretazione nel senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>rvi: questo è il significato, devi<br />

impararlo così com’è. Questo non servirebbe a niente. Perciò desidero<br />

dare un’interpretazione sotto forma <strong>di</strong> esercizi del pensare.<br />

Che cosa c’è in questo nome? “IOA”, “H”, poi “N”:<br />

“IOAHNN”. È un nome vocalico, non consonantico, le vocali<br />

sono nettamente in primo piano. Le vocali rappresentano sempre<br />

l’interiorità, le esperienze spirituali. Nella lingua originaria, il<br />

sanscrito, è ancora così: le vocali sono sette, poiché sono la precipitazione<br />

della mobilità animica dei sette pianeti. Quin<strong>di</strong> nella<br />

lingua originaria le vocali sono sette e le consonanti sono do<strong>di</strong>ci;<br />

ancor oggi in sanscrito è così.<br />

Fig. 2, II<br />

Poiché ogni consonante è un’imitazione della spiritualità <strong>di</strong> un<br />

segno zo<strong>di</strong>acale, le do<strong>di</strong>ci consonanti sono allora la concentrazione<br />

linguistica, l’imitazione linguistica <strong>di</strong> ciò che sono i do<strong>di</strong>ci<br />

segni zo<strong>di</strong>acali. Il do<strong>di</strong>ci è l’oggettività del cosmo, lo spirito del<br />

cosmo, e la settuplicità è la soggettività del cosmo, l’anima del<br />

cosmo, l’esperienza interiore.<br />

“I” è l’esperienza delle forze <strong>di</strong> volontà, della forza della franchezza,<br />

“I” è come uno strale. “O” è l’esperienza totale<br />

dell’amore che abbraccia, che cerca <strong>di</strong> avvolgere, e “A” è la forza<br />

del guardare con stupore. “AAAAA”, già solo il gesto compiuto<br />

dall’uomo quando allarga le braccia, lo <strong>di</strong>ce. Il bambino, quando è<br />

scaricato da www.archiatie<strong>di</strong>zioni.it<br />

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