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Platone, Fedone PDF - Ousia.it

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<strong>Platone</strong><br />

<strong>Fedone</strong><br />

«Santo cielo,» esclamai, «sarebbe veramente una brutta cosa.»<br />

XL<br />

«Dunque, prima di tutto,» disse, «stiamo attenti che in noi non si insinui la convinzione che ogni tesi sia falsa,<br />

ma che, piuttosto, non ci sia proprio in noi qualcosa che non va. Comportiamoci virilmente quindi e cerchiamo di<br />

vederci chiaro, tu e gli altri, per tutti gli anni che vi restano da vivere, io, invece, per la morte che mi sta sopra perché,<br />

proprio in una questione come questa, data la mia s<strong>it</strong>uazione, corro il rischio di non comportarmi come un vero filosofo<br />

ma come quelli che non capiscono niente e vogliono avere ragione a tutti i costi. Questa gente, quando discute di<br />

qualche cosa, non si preoccupa affatto di stabilire la ver<strong>it</strong>à ma solo di fare apparire come vero ai presenti, quello che<br />

sostiene. La differenza tra me e loro è che io non cerco di far passare per vero, a voi qui presenti, quello che dico (cosa<br />

questa del tutto secondaria) ma che appaia tale soprattutto a me stesso. Io, infatti, la penso così, mio caro (guarda come<br />

faccio bene i miei calcoli): se quello che affermo corrisponde a ver<strong>it</strong>à, è certamente un bene che me ne sia persuaso; se,<br />

invece, dopo la morte non c'è che il nulla, allora, almeno, in queste poche ore che mi restano prima di morire, non vi<br />

avrò annoiato con i miei lamenti; del resto non durerà per molto questa mia ignoranza, il che sarebbe veramente un<br />

grosso guaio, ma ancora un poco e poi sarà fin<strong>it</strong>a. Eccomi, dunque, Simmia e Cebete, pronto a riprendere la questione e<br />

voi datemi ascolto, non preoccupatevi tanto di Socrate ma soprattutto della ver<strong>it</strong>à e se vi sembra che io dico il vero,<br />

datemi il vostro consenso, altrimenti contradd<strong>it</strong>emi pure, in tutti i modi, e state attenti che, per la troppa foga, io non<br />

inganni voi e me stesso e non vi lasci, nel partirmene dalla terra, il pungiglione, come un'ape.»<br />

XLI<br />

«Suvvia allora,» disse. «Prima di tutto ricordatemi quello che stavate dicendo se, per caso, me ne dimenticassi.<br />

Se non sbaglio, Simmia dub<strong>it</strong>a e teme che l'anima, pur essendo di natura divina e più bella del corpo, muoia prima di<br />

esso perché è una specie di armonia. Cebete, invece, mi pareva che fosse d'accordo con me nel r<strong>it</strong>enere che l'anima è,<br />

per natura, più resistente del corpo ma che nessuno, però, può sapere se, dopo aver consumato in molte v<strong>it</strong>e un certo<br />

numero di corpi, muoia anch'essa nel separarsi dall'ultimo e che la morte sia, appunto, proprio questo dissolversi<br />

dell'anima dal moínento che il corpo muore sempre un po', continuamente. Son queste le questioni che dobbiamo<br />

affrontare, Simmia e Cebete, o ce ne sono altre?»<br />

Tutti e due dissero che erano soltanto queste.<br />

«E le cose che si son discusse prima, le respingete tutte oppure soltanto in parte?»<br />

«Alcune sì, altre no,» affermarono insieme.<br />

«E che ne pensate di quello che abbiamo detto, cioè che scienza è reminiscenza e quindi, se questo è esatto, che<br />

l'anima nostra deve pur esistere in qualche parte prima di entrare in un corpo?»<br />

«Per conto mio,» ammise Cebete, «ne sono rimasto straordinariamente persuaso e perciò niente potrebbe, ora,<br />

farmi cambiare idea.»<br />

«Sono d'accordo anch'io,» aggiunse Simmia, «e molto mi meraviglierei se dovessi cambiare opinione.»<br />

«Eppure, tebano, non dovresti pensarla cosi, se insisti a credere che l'anima sia una specie d'armonia e, come<br />

tale, composta da quegli stessi elementi corporei sapientemente armonizzati tra loro. Infatti, non vorrai mica ammettere<br />

che l'armonia, che è un composto, appunto, di elementi, esista prima degli elementi che la compongono, o credi che sia<br />

così?»<br />

«Niente affatto, Socrate.»<br />

«Ma, intanto, non è questo che vieni a sostenere quando, per un verso, dici che l'anima esiste prima di entrare<br />

in una forma umana e di legarsi a un corpo e, per l'altro, che essa è composta di quegli elementi che non esistevano<br />

prima di lei? L'armonia non è affatto quella cosa a cui vorresti paragonarla; prima esistono, infatti, la lira, le corde e i<br />

suoni non ancora armonizzati e, soltanto per ultima, si forma l'armonia che, del resto, è poi, la prima a dissolversi.<br />

Come credi, quindi, di poter accordare questo tuo ragionamento con l'altro?»<br />

«Ah, certo, non è possibile,» fece Simmia.<br />

«E si che se c'è un argomento sul quale è bene trovare un accordo,» coinnìeiìtò Socrate, «è proprio questo<br />

sull'armonia.»<br />

«Ah, certo, sarebbe bene,» ammise Simmia.<br />

«E, invece, il tuo ragionamento non è affatto accordato. Vedi un po', allora, di scegliere quale delle due ipotesi<br />

preferisci: che la scienza sia reminiscenza o che l'anima sia un'armonia?»<br />

«Molto più volentieri il primo, Socrate; l'altro, infatti, m'è venuto fuori così, senza che me ne rendessi<br />

veramente conto, ma solo per una certa approssimazione, come del resto, in fondo, un po' tutte le opinioni degli uomini;<br />

ed io, invece, so bene che i ragionamenti fondati su analogie non sono che ciarle e se uno non fa attenzione può essere<br />

facilmente tratto in errore, sia nella geometria che in tutte le altre discipline. Invece, il ragionamento che si è fatto sulla<br />

reminiscenza e sulla scienza, è part<strong>it</strong>o da un'ipotesi degna di essere accettata. Infatti è stato detto che la nostra anima<br />

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