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Pina Bausch editoriale — 3 Come sempre il periodo che dall’estate trascolora verso le atmosfere autunnali vive una condizione peculiare rispetto al resto dell’anno. Se infatti le stagioni «ufficiali», quelle cioè che sono programmate all’interno dei teatri, restano ancora in silenzio (spesso, anche a causa della penuria di fondi, la loro partenza viene spostata anche più in là del convenzionale mese di novembre), sono tanti gli eventi che affollano senza sosta i week-end di settembre e ottobre. Molti di questi sono raccolti in quelle speciali vetrine che prendono il nome di festival, dei quali il nostro paese è letteralmente costellato, e in alcuni casi anche sommerso. La tendenza infatti è quella di creare rassegne e festival partendo dagli spunti più eterogenei (e talvolta pretestuosi), per poter accedere più agevolmente a finanziamenti pubblici e privati. Ma in questo multiforme contesto non poche sono le manifestazioni che invece, per storia e tradizione, mantengono alto il livello dell’offerta. In ambito musicale, come è ovvio, bisogna necessariamente partire dalla Biennale, giunta quest’anno alla cinquantatreesima edizione, per la seconda volta sotto la sicura guida di Luca Francesconi, che per l’occasione sceglie un titolo suggestivo e simbolico come «Il Corpo del Suono», cui fa seguito un altrettanto diversificato ventaglio di proposte. Abbiamo cercato di isolare alcuni momenti del nutrito programma – a cominciare dal Leone d’oro alla carriera a György Kurtág, cui dedichiamo un autorevole approfondimento – selezionando un assaggio della mescolanza di linguaggi che lo caratterizza. Ma, come di consueto, il nostro sguardo si è orientato anche sugli autori italiani contemporanei presenti in cartellone, cui abbiamo chiesto di illustrare a parole le proprie composizioni, costruendo un piccolo e variopinto affresco a sedici voci. Tra le altre numerose manifestazioni di rilievo di cui diamo conto nelle nostre pagine si vuole qui citare almeno la ventisettesima Estate Musicale a Portrogruaro, diretta per la seconda volta e con molta intelligenza da Enrico Bronzi: «In viaggio» è il tema prescelto quest’anno, attorno al quale, tra agosto e settembre, si posizionano i moltissimi concerti – ospitati nel nuovissimo teatro «Luigi Russolo» – e le colte prolusioni-conferenze condotte, fra gli altri, da studiosi del calibro di Quirino Principe e Gian Paolo Minardi. Anche il versante teatrale si presenta denso di eventi, soprattutto per quanto riguarda le scene più giovani e sperimentali, che l’Operaestate di Bassano continua meritoriamente a monitorare e sostenere (il suo settore danza ha da poco stabilito un rapporto di collaborazione con la Biennale di Ismael Ivo, a riconoscimento di un lavoro di qualità che ha radici lontane). Ma c’è spazio anche per produzioni più «istituzionali» come Le baccanti di Euripide, allestite da Giuseppe Emiliani all’Olimpico di Vicenza con un cast nel quale spicca per bravura e bellezza Laura Marinoni. Insomma una pluralità di appuntamenti che si spera possa accontentare e stuzzicare il palato di tutti i nostri lettori. Resta da aggiungere, in queste righe conclusive, un pensiero piuttosto triste. Molti protagonisti delle scene internazionali sono infatti scomparsi, uno dietro l’altro, in pochi mesi. E qui non si può non ricordare almeno una delle più grandi artiste del secondo Novecento, inventrice del teatrodanza e coreografa geniale, che aveva sviluppato con <strong>Venezia</strong> un rapporto strettissimo e speciale sin dai primissimi anni ottanta: Pina Bausch. editoriale