3 SANTUARIO DELFI 1 - Dipartimento di Archeologia

I SANTUARI
DELFI

Perché i santuari?
• Nella fase di creazione della civiltà greca (X-VIII sec.)
primi luoghi di aggregazione e incontro
• Dall’VII al IV sec. luoghi della sperimentazione artistica
(architettura e scultura) e dello scambio culturale.
• Dalla fine del IV alla fine dell’ellenismo luoghi
dell’autoaffermazione politica
• In età romana perdono di centralità ma continuano ad
essere frequentati
Osservatori privilegiati per lo studio dell’architettura e
scultura greche

Elementi del santuario
• altare: luogo del sacrificio, posto ad est con gradinata ad ovest;
generalmente in pietra, ma anche di cenere
• tempio (non indispensabile): spesso orientato ad est, con statua di culto
entro la cella) = casa del dio; nella sua forma più completa è costituito di un
colonnato esterno, di una cella con pronao e opistodomo (per le offerte
votive o il tesoro); nella cella la statua della divinità, e tavole per le offerte,
talvolta è presente l’adyton,
• offerte votive (deperibili: primizie, offerte di vario genere) non deperibili:
• -- statue e/o rilievi con rappresentazioni di atti rituali
• -- edifici per conservare i tesori,
• -- oggetti, legati al culto (spiedi, tripodi, vasi: questi venivano ammassati nei
pressi dell’altare e ciclicamente raccolti nelle favisse del santuario stesso)
• templi e sacelli (naiskoi) per culti minori (diversi dai thesauroi)
• tombe eroiche (v. Pelopion ad Olimpia)
• porticati (stoai)
• sale da banchetto (estiatoria)
• edifici per riunioni a carattere rituale; sedi di magistrati (pritanei); edifici per il
personale addetto al culto
• strutture dedicati agli spettacoli

Al di fuori del temenos
• strutture dedicati agli spettacoli (stadi, ippodromi)
• strutture per la preparazione fisica (palestre, ginnasi,
bagni)
• strutture per l’accoglimento (katagogia = alberghi)
Accadimenti nel santuario: feste e agoni.
• le feste: processioni, sacrifici (e/o offerte di primizie o
di oggetti, di elementi quali i capelli simbolo del
passaggio di status), banchetti
• agoni: ginnici, equestri, musicali (ma anche di
bellezza, di maestrìa ecc.; spirito di competizione dei
Greci)

Le tipologie del santuario
• santuari urbani: collocati sull’acropoli o nel cuore di un
agglomerato (Apollo, Atena…)
• santuari suburbani: situati ai limiti dell’abitato o a poca distanza
da esso, almeno al momento della loro fondazione (Demetra e
Kore…)
• santuari extraurbani: ad almeno cinque miglia (7-8 km) dal
nucleo cittadino e quindi al di fuori delle pratiche quotidiane
(Artemide…)
Santuari panellenici (e stephanitai) Delfi Olimpia Istmia Nemea
Santuari oracolari (Oropos, Dodona, Apollo: Didyma e Delfi)

Bibliografia
Di carattere generale:
• F. De Polignac La nascita della città greca, 1984
• Graf F., Gli dèi greci e i loro santuari, in I Greci 2.1, Einaudi
Specifica:
• Delfi: Bommelaer J.F., Laroche D., Guide de Delphes, Le
site, Paris 1991; Fouilles de Delphes…; sul culto:
P.Amandry, La mantique apollinienne à Delphes, 1950; sulla
topografia De la Coste Messelière, Topographie delphique,
BCH 1969, pp. 730-58
Fonti:
• Pausania: Introduzione al I vol. (L’Attica) ed. L.Valla; voll. V-
VI (Elide e Olimpia); vol. X (Focide e Delfi)
• Delfi: Erodoto; Inno ad Apollo; Plutarco…

Delfi
Antro coricio abitato fin
dal Neolitico
A Delfi tracce di
occupazione
nell’Elladico recente
(1400 a.C. ca.)
localizzate nell’angolo
nord est verso la fonte
Castalia. Il villaggio è
distrutto alla fine del II
millennio. Tombe nella
zona ovest del
santuario.
A partire dalla fine del IX
sec. tracce estese di
muri nell’area centrale
del santuario. Rinvenuto
un tripode: già luogo di
culto?

I culti
Nel santuario:
• Ge: nel prologo delle Eumenidi definita protomantis = prima profetessa, che
avrebbe concesso il potere divinatorio alla figlia Themis. Apollo dio
secondario uccide Pitone e si impadronisce del santuario (scontro fra civiltà?
O mito secondario?). Luogo di culto nel santuario
• Poseidon: dio delle acque anche interne; luogo di culto entro l’adyton del
tempio
• Apollo: figlio di Zeus e Latona, ultima generazione degli déi olimpici.
• Dioniso: condivide i culto e resta signore del santuario nei mesi invernali
• Latona: pietra sacra nel santuario
Nel ginnasio:
• Hermes: profetizzava attraverso l’osservazione del volo delle api
• Eracle
Nel santuario della Marmarià:
• Athena: Pronoia o Pronaia
• Artemide; Ilizie
Nell’antro Coricio
Pan e le Ninfe

L’oracolo
• Da un’apertura del suolo su cui venne costruito il tempio usciva lo pneuma
soffio sacro; su di esso era il treppiede e sul treppiede la Pizia. La Pizia
era una donna di Delfi; prima della consultazione beveva l’acqua della
fonte Cassotis e masticava foglie di lauro.
• L’oracolo funzionava una volta al mese e bisognava portare offerte (poi
divenute tasse). Alcuni godevano del diritto di promanteia.
• L’oracolo funzionò soprattutto all’epoca della colonizzazione. Le risposte
erano ambigue e dovevano essere interpretate (v. i due oracoli di Creso
riportati nel primo libro delle Storie di Erodoto: distruzione di un Impero e
mulo diventato re)
Proprio la presenza dell’oracolo fa di Delfi uno dei santuari a maggior
vocazione internazionale: forte la presenza di dediche di “stranieri” (Creso,
Caere, Spina…) (Diverso il caso di Olimpia a vocazione più “regionale”:
peloponnesiaci e Greci d’Occidente)
Delfi è santuario poliade, regionale e panellenico ad un tempo. La sua
localizzazione al punto d’incontro delle strade (est ovest: dall’Attica ad
ocidente; nord sud: dalla Tessaglia al mare) che vanno verso il porto di
Kirra ne fa un luogo privilegiato

Delfi: pianta generale

Delfi: Castalia
A: fonte arcaica; corte pavimentata (m 5,60 x 5,70) accessibile
da tre gradini; a nord bacino sormontato da tre bocche di
fontana
B: fonte ellenistica; scavata nella
roccia; corte con bacino e
nicchie per le offerte.

Teatro
Stadio
Delfi:
veduta
da est
Il santuario si
sviluppa su un
pendio che
presenta più
del 35% di
dislivello.
Supera
l’estensione di
due ettari
(190 x 135) (a
partire dal VI
sec.a.C.)

Delfi:
veduta
da sud
Il santuario è
legato alla
sua funzione
oracolare. La
consultazione
all’inizio
avveniva 1
volta all’anno,
poi una volta
al mese.

Tipologia degli ex voto:
•THESAUROI (attestati fra VI e IV: sono offerte e contenitori di
offerte ad un tempo). Le fonti (Strabone, Pausania) parlano di
thesauroi solo per Delfi e Olimpia, a Delo e in altri santuari gli
edifici vengono chiamati oikoi o naoi (naoi sono per Pausania
anche gli edifici di Marmarià). I tesori sono all’inizio offerte di
tiranni (tesoro di Cipselo) poi espressione di entità statali cittadine
(immagine esterna del potere). Sono dedicati per vittorie
agonistiche o belliche.
•STATUE (di Apollo, di altre divinità, di vincitori nelle gare, di
personaggi illustri; si sa che Nerone ne razziò 500) (da notare il
gusto per i gruppi su base unica, espressione di collegialità)
•COLONNE (con statue o tripodi)
•PILASTRI (attestati soprattutto in età ellenistica)
Luoghi di esposizione o accoglienza:
•PORTICI

L’origine dei dedicanti
Ricostruita grazie alle iscrizioni e al testo di Pausania
• Gli abitanti di Delfi: offerte pubbliche e offerte private (fra III a.C.
e IV d.C.)
• Il koinon degli Anfizioni (Tessali, Focidesi, Dorici e Ionici, Eubei
e Beoti ecc.)
• Altri greci (Achei, Arcadi, Messenii, Etoli, Macedoni, Traci e
Calcidesi…)
• Asia Minore (Eolide, Ionia, Doride)
• Cipro, Creta e Isole
• I Greci d’Occidente (Taranto ecc.)
• I Barbari (Creso di Lidia, gli Etruschi)
• I sovrani ellenistici (Pergameni, Seleucidi, Bitinia, Ponto ecc.)
• Roma (imperatores –Lucio Emilio Paolo- e imperatori)

Le offerte
Offerte spontanee
• Rendimento di grazie per prosperità materiale
• Ringraziamento per vittorie militari
• Ringraziamento per vittorie agonali
Offerte obbligatorie
• Per oracolo ricevuto
• Per ammende inflitte
Terminologia delle dediche:
• Dekate; doron; charisterion; mnema…

Delfi
L’abitato miceneo era situato nella
zona di nord est; in quell’area si
pose anche quello di età geometrica;
da notare però che già in quella fase
la presenza di treppiedi di bronzo fa
ipotizzare una zona di culto.
A partire dal VII sec. il santuario si
dotò di un peribolo in tecnica
poligonale che correva parallelo
all’attuale ma circa 13 m più interno.
L’entrata originaria era a sud ovest
L’ingresso moderno è a sud est; la
strada era in salita; nella zona
denominata “area” ci sono favissae
con ex voto; potenti muri di
terrazzamento si notano a sud e a
nord del tempio.
La forma attuale corrisponde a
quella della fine del VI sec.

L’area
L’area
Il temenos prima del 600 a.C. Il temenos fra 586 e 548

Il temenos tra 545 a 500 a.C. Il temenos fra 500 e 455 a.C.

• Nel 548/7 un terremoto distrusse il tempio di Apollo (v.
Infra): le offerte allora erano già assai numerose di Greci e
di stranieri. C’erano probabilmente il tesoro di Corinto
(offerto da Cipselo), la colonna dei Nassii, un piccolo edificio
di culto absidato dedicato a Ge
• Dopo il terremoto il tempio fu ricostruito e il santuario esteso
nelle proporzioni attuali; gli edifici distrutti vennero ricostruiti
o utilizzati per reimpiego (v. tesoro Sicioni). Le offerte di
questo periodo sono per lo più di Greci: tesori; statue
(soprattutto gruppi). Nel 373 nuovo terremoto.
• Dopo il terremoto viene ricostruito il tempio e restaurato il
peribolo: finisce con la fine del IV sec. la moda dei tesori;
con l’ellenismo si diffonde la moda delle offerte dei
successori di Alessandro (si distinguono i re di Pergamo che
fanno costruire il teatro) e di singoli cittadini (spesso statue
personali); meno frequenti le dediche di città mentre
continuano quelle delle leghe (etolica, achea…)
• I romani hanno un atteggiamento ambivalente: nel’86 a.C.
sacco di Silla; Nerone porta via 500 statue, Domiziano
restaura il tempio… ma Pausania parla di degrado

Delfi: veduta
ricostruttiva
dall’ingresso
L’area del santuario:
-Uno spazio sacro
-Uno spazio pubblico (il
buleuterion)
-Uno spazio direzionato (vie di
percorrenza)
-Uno spazio gerarchizzato

Delfi: c.d. agorà
A ovest dell’ingresso principale si imposta una piazza circondata da portici su
tre lati con botteghe sul lato nord. L’entrata (103) è larga circa 4,40 m. Sulla
cronologia e destinazione si discute: per alcuni è di età romana, per altri tardo
antica.

Delfi: ingresso

114: base dei Tarantini (inizi V sec.)
121: tesoro dei Sicioni (fine VI sec.)
122: tesoro dei Sifni (525 a.C.)
124: tesoro dei tebani
216: terrazza dei
Megaresi
226: tesoro dei Beoti
219: tesoro degli Cnidi
104: toro di
Corcira (inizi V
sec.) (per una
caccia al tonno)
105: base Arcadi
(post 369)
108: portico (ante
369)
109: navarchi (404
a.C.) (Sparta)
110:eroi eponimi
(prima metà V
sec.) (Atene)
111: cavallo di
Troia (414 a.C.)
112-13: i Sette e
gli epigoni (456
a.C.) e i Re (metà
IV sec.) (Tebe)

Dalle fosse dell’area
Toro d’argento dalla favissa nell’area (forse di questo tipo era il toro di Corcira): m 2,60 x
1,45 h. Placche d’argento fissate su un’armatura di strisce di rame. Prima metà VI sec.?

Delfi: base degli
Arcadi (m 29 x 2);
dedicata nel 369
per la liberazione
dal giogo spartano
(Leuttra: analoga
funzione ha il
thesauros dei
Tebani nr. 124). 9
plinti con iscrizioni
su cui poggiavano
statue di bronzo in
ponderazione
policletea; a dx
Apollo, segue
Callisto, Nike e eroi
locali.
Portico di 12
colonne doriche
con pedana ad U;
costruito prima del
369.

Delfi: toro di Corcira (rendimento di grazie per una
miracolosa pesca di tonni: prima metà V sec.); base
degli Arcadi (9 statue di bronzo compreso un Apollo più
grande che il naturale per la vittoria del 369 contro gli
Spartani); statua equestre dedicata dalla confederazione
achea a Filopemene post 183; portico dorico di 12
colonne

Sul lato sud si susseguono:
109: Gruppo dei navarchi (Sparta): sul fondo su
una base lunga 18 m i contingenti che
parteciparono alla battaglia di Egospotami del
404, divisi per etnia (28 statue); in primo piano
due gruppi di 5 statue ciascuno: Dioscuri, Zeus,
Apollo; Artemide da una parte; Lisandro
coronato da Posidone, l’indovino, l’araldo, il
capitano della nave dall’altra.
110: Eroi eponimi (Atene): per commemorare la
vittoria di Maratona (prima metà V sec.; v.
agorà): Atena, Apollo, Milziade più 10 eroi

Delfi: monumenti argivi e
tebani
Sezione
Statue solo nella
parte sinistra
dell’emiciclo
- il cavallo (per
commemorare vittoria degli
Argivi sugli Spartani nel
414; un’opera analoga
stava sul Brauronion ad
Atene): fine V sec.
- i Sette e gli Epigoni (per
commemorare la battaglia
di Enoe del 456; analogo
gruppo ad Argo) (Tebe)
- i Re (celebra la dinastia
dei re argivi, in quanto
discendenti di Ercole): poco
dopo il 369 (fondazione di
Messene). Dopo la vittoria
di Epaminonda tebano gli
argivi scelgono di
sottolineare la nascita
tebana di Eracle eroe locale
(Tebe).

Delfi: Tesoro dei Sicioni: in antis con cella
quadrata: ricostruito nel IV sec. su un
impianto del VI. Dorico in antis orientato
ad est (m 8 x 6 circa). Reimpiegato
materiale dalla tholos dedicata nel 580
circa (forse da Clistene) e bruciata nel 548
(colonne snelle 6 diametri di base) e da un
monoptero rettangolare del 560 a.C. che
conteneva forse un carro in ricordo forse
della vittoria di Clistene nel 582, i quali
dovevano essere ubicati nell’area del
tempio.

Le metope
del
monoptero
In poros, con tracce di colore; databili intorno al 560. Stile secco, duro, di precisione
grafica. Europa e il Toro; il cinghiale di Calidone; i Dioscuri con una mandria di buoi; i
Dioscuri e la nave Argo.

Delfi: metope del monoptero
560 a.C. circa

Delfi: Tesoro dei Sifni: costruito nel 525 a.C. con i
proventi delle miniere
Orientato a ovest,
dove era l’ingresso
primitivo; m 6 x 8 x
4 (altezza); tre
marmi diversi (Sifno
per i muri; Naxos e
Paro per l’apparato
decorativo); distilo
in antis con
Cariatidi al posto
delle colonne (v.
tesoro degli Cnidi
219).
Tetto di marmo;
nikai acroteriali

Delfi: Tesoro dei Sifni
(ricostruzione sbagliata: frontone e fregio lato est, cariatidi lato ovest)
Frontone est: disputa del tripode;
ovest perduto
fregio est (alt. 1,57 più del 37 % del
totale) a sx consesso di divinità
(Tetide e Eos che intercedono per i
figli?), a dx scena di battaglia
(Achille e Memnone?);
fregio sud: ratto delle Leucippidi (?);
fregio ovest: Atena, Afrodite, Era in
carro (giudizio di Paride ?);
fregio nord Gigantomachia.
Si riconoscono due mani: sud e
ovest (stile decorativo: scultore della
Ionia del nord?; nord e est stile
narrativo: ionico di Paro?)

Lato est: consesso degli dèi e scena di battaglia
Frontone est: lotta per il tripode

Stile narrativo
Fregio nord: Gigantomachia

Lato est: consesso di divinità (Tetide e
Eos?) stile narrativo
Lato ovest (giudizio Paride ?): carro
di Atena
Delfi: Tesoro dei Sifni
Lato sud: ratto Leucippidi ? (carro e
altare) stile decorativo
Lato ovest: carro di Era stile decorativo

Stile narrativo
Lato est: scena di
battaglia (Achille
e Memnone?)
Cariatide con alto
kalathos e
corona metallica
perduta

Omphalos
124 Tesoro dei
Tebani per vittoria
di Leuttra
conseguita da
Epaminonda
contro gli Spartani
(v. base 105 degli
Arcadi)
Tesoro dei Megaresi fine VI a.C.

Delfi:
Tesoro
degli
Ateniesi
Fu ricostruito nel
1903/6 da
J.Replat; tesoro
dorico in marmo di
Paro (poco più
antico di quello di
marmarià). M. 6.50
x 9,60
Secondo Pausania
fu costruito con il
bottino di
Maratona (post
490). Lo stile
tuttavia sembra più
arcaico.

Delfi: Tesoro degli Ateniesi
Fregio dorico con 6 metope in facciata e 9 sui lati lunghi; a nord e ovest imprese di
Eracle; a sud e est di Teseo. A est Amazzonomachia (di Teseo: allusiva alle vittorie
contro il nemico orientale) a ovest Gerioneide (di Eracle).
Frammenti di statue frontonali: a est resti di bighe convergenti verso il centro (scena
statica); a ovest scena di battaglia (scena dinamica); acroteri laterali con Amazzoni.
All’interno della porta fregio dipinto. Davanti al Tesoro Base di Maratona su cui erano
forse gli eroi eponimi più Apollo, Atena e
Milziade (come nella base all’ingresso)
(iscrizione: gli ateniesi posero con il bottino di
Maratona)

Delfi: base di Maratona
Iscrizione: gli Ateniesi ad Apollo per la battaglia di Maratona
Offerte degli Ateniesi; le fonti attestano dediche per tutta l’età ellenistica.

Delfi: Tesoro degli Ateniesi
Metopa nord: Eracle e Cicno
Metopa est: Teseo e l’Amazzone
Da notare le analogie degli schemi ma lo stile diverso più arcaico a est già quasi
severo a nord; evidente il passaggio dall’arcaismo all’età severa.

Delfi: Tesoro degli Ateniesi
Eracle e la cerva (stile severo) Teseo e il toro (lato est stile arcaico)

L’AREA
In questa zona si svolgevano fin dai tempi più antichi cerimonie sacre: in particolare il
septerion durante il quale un adolescente (i cui genitori dovevano essere ancora vivi)
purificava la città dando fuoco a un edificio di legno considerato la dimora di Pitone e
fuggendo poi (come Apollo) a purificarsi utilizzando la scala 205.
Dopo aver costeggiato il tesoro degli Ateniesi Pausania entra in una zona assai
complessa, la c.d. Area; vede il tesoro degli Cnidi (219), costruito prima della presa di
Cnido da parte dei Persiani (544; quindi uni degli edifici più antichi; ad esso
appartengono forse delle statue di Cariatidi ora al Museo) e poi sembra dirigersi verso la
porta 201; lo ritroviamo poi alla roccia della Sibilla (326), la Sibilla era una profetessa di
tipo diverso dalla Pizia. Accanto era la roccia di Latona. 308 è il tesoro dei Corinzi
SIBILLA
303:
Tesoro di
Acanto
302:
Tesoro di
Cirene

Delfi: Tesoro dei Cirenei (302)
Orientato a ovest,
verso il tempio del
dio, distilo in antis.
Ordine dorico ma
con colonne
slanciate (7 diam).
Seconda metà IV
sec. E’ forse
l’ultimo tesoro
dedicato in Delfi

317
Dalle fosse
(favissae)
provengono oggetti
databili fra VIII e V
sec. rinvenuti nel
corso di uno scavo
del 1939.
La fossa più grande
(interamente sotto
la Via Sacra)
misura quasi 5 m.
di lunghezza,
attorno basi
ellenistiche. Sulla
317 statua di Attalo
II di Pergamo: in
età ellenistica nella
piazza iniziava la
processione verso i
monumenti
pergameni.

Dalle fosse dell’area
Statuetta d’avorio con lancia nella mano sx e mano dx sulla
testa di un felino. Inizi VII sec.a.C.
Piccole sfingi su basi in forma di capitello ionico; VI sec.a.C.

Dalle fosse dell’area
Testa criselefantina del
VI sec.a.C.
Grandezza al naturale.
Oggetti d’ornamento
della statua.

Dalle fosse dell’area
Toro d’argento: m 2,60 x 1,45 h. Placche d’argento fissate su un’armatura di
strisce di rame. Prima metà VI sec.?

Ge
Tesoro di
Akanthos in
Calcidica,
423 a.C.
Distilo in
antis, volto a
sud. Al suo
interno
trireme d’oro
offerta da
Ciro il
Giovane allo
spartano
Lisandro e
statua di
Lisandro
con i capelli
lunghi
221: buleuterio; 326 roccia della Sibilla; 327: roccia di Latona; 328 Sfinge
dei Nassi; 313: Portico degli Ateniesi; 317: Base di Attalo II; 303: tesoro di
Akanthos; 329: muro di sostegno; fra 336 e 332 (fontana) c’era l’oikos di
Ge

Delfi:
Sfinge
dei
Nassii
(329)
A sud del muro
poligonale
colonna ionica
(h.9.90 = 10 volte
il diametro) su
cui poggia una
sfinge (h.2.20) in
marmo di Nasso
(altezza totale più
di 12 m.
570/60 a.C.

Delfi: Portico degli Ateniesi (313)
Colonnato di ordine ionico con colonne snelle (m 3,30 = 8,50 diam); profondità m.
3,10; sul muro di fondo iscrizioni. Tetto a 4 spioventi.
Dedica in lettere arcaiche: “gli Ateniesi hanno consacrato il portico, ta opla kai ta
akroteria (le armi e gli acroteri –speroni o polene-, riferiti alle navi).
Vittoria di Micale e Sesto 479/8

Delfi: muro poligonale
Costruito per sostenere
la terrazza del tempio di
Apollo (seconda metà VI
sec.)
Lungh. 84 m est ovest;
25 nord sud; blocchi a
contorni sia rettilinei che
obliqui; sulla sommità
c’erano statue ex voto e
forse le 20 statue di
Apollo dedicate dagli
abitanti di Lipari per la
cattura di 20 navi
etrusche di cui parla
Pausania.
Sulla destra l’edificio 303 è il tesoro degli abitanti di Akanthos in Calcidica, dedicato
nel 423. Distilo in antis di ordine dorico, volto a sud. Al suo interno c’erano una
trireme d’oro offerta da Ciro il Giovane allo spartano Lisandro e una statua di
Lisandro con i capelli lunghi (v. base dei navarchi all’ingresso: 109)

Delfi: Tempio

Delfi: Tempio
La terrazza è un rettangolo di circa 80 x 45 equivalente a un settimo del temenos;
sul muro di sostegno a nord (Ischegaon = contenitore di terra) si riconoscono blocchi
del tempio della fine del VI sec. distrutto nel 373. Ancora più a nord tracce del muro
di contenimento del VI sec. Fra i due resti del frontone di Antenor.

Nella nicchia 528 era forse la statua dell’imperatore Domiziano, che restaurò il
tempio nell’84 d.C.

Delfi: Tempio
Inno omerico: tempio in alloro; tempio in cera e piume; tempio di bronzo opera di Efesto;
tempio in pietra opera di Trofonio e Agamede.
Resti archeologici: tempio del VII sec. bruciato nel 548 (inglobati nel basamento).
Tempio degli Alcmeonidi (513/505): in tufo, con facciata in marmo pario; peristilo (6x15);
colonne diam 1.80 h. 8.10 (poco più di 4 diam); decorazione opera di Antenor; frontone
est in marmo (h 2.30 x 19): Apollo Muse e fanciulli; ovest in calcare: Dioniso su carro e
Gigantomachia
Tempio post 373: lavori iniziati nel 373; interrotti nel 356/46 (guerra sacra); terminati
330. Ricalca la pianta precedente. Dimensioni m 21 x 58 ca.; colonne 6x15; diam. 1.80 x
10.50 (più di 5 diam). Ad est rampa di accesso (modello peloponnesiaco: architetto
Spintharos). Pronao e opistodomo distili in antis; nel pronao massime dei 7 saggi;
Pausania ci vede anche una statua di Omero. Cella a tre navate. Porta principale in
avorio e porte più piccole sui lati nord e sud. Le metope erano forse scolpite nei lati
ovest ed est mentre erano lisce nei lati sud e nord a cui erano appesi gli scudi di
Maratona (nord) e della Galatomachia (sud) (Etoli contro i Galli nel 278). Il tempio fu
razziato nell’83 a.C. e ricostruito da Domiziano. L’ultimo restauro si deve a Giuliano
l’Apostata.
Nella cella c’erano: contro il muro di fondo l’omphalos sotto un baldacchino; a dx. una
struttura chiusa da cui i fedeli interrogavano l’oracolo; a sx statua di Apollo e tomba di
Dioniso; l’apertura circolare su cui posava il tripode e l’alloro.

Delfi:
Tempio
Dimensioni m 21 x 58 ca. 6x15;
(tempio del IV sec. Colonne
diam. 1.80 x 10.50 (più di 5
diam). Ad est rampa di
accesso. Pronao e opistodomo
distili in antis; nel pronao
massime dei 7 saggi; Pausania
ci vede anche una statua di
Omero. Cella a tre navate.
Porta principale in avorio e
porte più piccole sui lati nord e
sud.
Metope lisce usate per
appendervi gli scudi: a nord
quelli degli ateniesi dopo
Maratona; a sud e est quelli dei
Galati (278)

1: oikos per i fedeli; 2: baldacchino per l’omphalos; 3: statua aurea di Apollo; 4:
tomba di Dioniso; 5: apertura per lo pneuma con sopra il tripode; 6: alloro sacro; 7:
focolare di Estia; 8: Poseidonion

Kylix del Pittore di Codro (450-25): Egeo consulta
la Pizia che ha in mano una coppa (con l’acqua
della Cassotis? E un ramo di alloro)

Frontone est in marmo: Apollo con Korai e Kouroi e combattimenti fra animali (più
arcaico e senza il rispetto delle proporzioni). Attribuito ad Antenor (v. la Kore
dell’Acropoli). Non recepisce le istanze di novità del frontone ateniese di Atena
Polias
Frontone ovest in calcare: Dioniso in carro; Gigantomachia (più dinamico e con il
rispetto delle proporzioni)

Delfi: frontone est del tempio post 373
I frontoni del tempio sono opera di Praxias terminati da Androstene (verso il
330/325); alt. 2,30 x 18,40 x 0,80 profondità (statue e tutto tondo)
Frontone est: Apollo con cetra, affiancato da Artemide e Latona; seguono le
Muse; le figure scolpite in marmo pentelico erano a tutto tondo e si impostavano
su plinti. Sulla lunghezza di 18,40 m si disponevano 10/12 figure per lato.

Frontone ovest: Dioniso citaredo (in
iconografia apollinea?) e le Tiadi
Delfi: frontone ovest

A sx Dioniso di Praxias
che riprende lo schema
dell’Apollo di Eufranore,
qui riprodotto in una
copia romana di età
adrianea ora ai musei
Vaticani.

Eufranore
Per il tempio
dell’agorà costruito
nel VI sec. Bruciato
dai Persiani e
ricostruito alla metà
del IV sec. Nel
pronao erano anche
le statue di Calamide
e di Leocare.
Nel 1907 fu rinvenuta
la statua colossale
(m.2,54) del dio che
reggevca con la
sinistra la cetra.
Panneggio pesante
(stile severo)

Pilastri dei
Messenii
417: altare di Apollo, ricostruito nel 1959. m
8,77 x 3,57, dono di Chio forse nel 246/5; si
imposta sopra un precedente della prima
metà del V sec.
416: pilastro di Eumene II re di Pergamo
dedicato dagli Etoli (182 a.C.)
421: pilastro di Domiziano?
524: pilastro di Prusia (fusto a pianta
piramidale ornato di bucrani e ghirlande,
base per statua equestre) (182 a.C.)
420: palma dell’Eurimedonte, reggeva una
statua di Atena, delle civette e dei datteri
dorati. Commemorava la vittoria ottenuta da
Cimone sui Persiani (465). La scelta della
palma si lega al mito della nascita di Apollo.
418: pilastro di Lucio Emilio Paolo, che
riutizza il monumento che Perseo aveva
dedicato davanti al tempio di Delfi. Il
vincitore di Pidna del 168 pone al posto
della statua di Perseo la sua e fa scolpire un
fregio sulla sommità del pilone che ricorda la
battaglia. Stile ellenistico; contenuti romani

Delfi: Monumento di
Lucio Emilio Paolo
All’origine del rilievo storico romano

Delfi: Monumenti a pilastro Attorno al tempio si
sviluppano tutta una serie
di ex voto che comportano
pilastri di diverse
dimensioni che reggevano
dediche di vario tipo
(statue, anche equestri, o
treppiedi): da sx quello dei
Messeni (a sud del tempio:
reggeva una Nike del tipo
di quella di Peonio a
Olimpia); dei Rodi (a est
del tempio, su cui sorgeva
la quadriga con il carro del
Sole); di Prusia (a nord
est); di Eumene II (a sud
della terrazza di Attalo I).
Tutti di età tardo classica
ed ellenistica, sostituiscono
le più antiche colonne.

521: Apollo Sitalcas, statua colossale (più di 15
m): dedicata dall’Anfizionia dopo la guerra sacra
del 356/46
518: trepiedi dei Dinomenidi, Gelone di Siracusa
e Ierone di Gela per la vittoria del 480 di Siracusa
ad Imera (il corrispettivo occidentale di
Maratona): il treppiede eraretto da una Nike (il
tutto pesava 400 kg d’oro).
409: base dei Tarantini (delfino, spartano
Phalantos, eroe di Taranto, Taras eroe eponimo)
(v. la 114 presso l’ingresso) Inizi V sec.a.C.
(Onatas o Ageladas d’Argo)
410 b: Apollo di Salamina: statua in bronzo alta 6
m dedicata per la omonima vittoria (480 a.C.):
teneva in mano un akroterion; la base mostra le
tracce dei piedi nella posizione dei kouroi arcaici
408: Treppiede dei crotoniati (v. infra)
407: treppiede dei Plateesi (v. infra)
406: pilastro dei Rodii con il Carro del Sole (v.
infra)

Tripode dei Crotoniati
Su un blocco circolare (diam
2,49) è conservato l’attacco
della base di un tripode,
accanto a cui c’era Apollo
che saettava il serpente
Pitone, opera forse di
Pitagora di Reggio (poco
dopo il 500 a.C.).
Il gruppo è forse riprodotto su
una moneta crotoniate del
420/390 a.C..

Il tripode per la vittoria di Platea (479)
Il tripode era in oro e fu fuso
dai Focidesi intorno alla metà
del IV sec.; era retto da una
colonna di bronzo costituita
da tre serpenti arrotolati che
fu portata a Costantinopoli
da Costantino I (306-337) e
posta sulla spina
dell’ippodromo.
L’insieme doveva
raggiungere i 9 m di altezza.
Sulla colonna elenco dei
popoli che parteciparono alla
battaglia di Platea sotto la
guida dello spartano
Pausania.

Tripode dei Crotoniati
Tripode di Platea
Delfi: Tripodi

Il carro del sole
Alcuni bolli d’anfora rodii ci forniscono una pallida eco del
monumento, con i cavalli frementi al galoppo che ricordano quelli
del gruppo del Granico
Su una crepidine di
tre gradini sorgeva
l’alto basamento da
cui Helios guardava
Apollo al centro del
frontone; sul
basamento erano
scolpite onde che
suggerivano che la
quadriga sorgesse
dal mare. La cassa
era retta da un
blocco di granito
rosa.
Quando Pausania
visita il santuario la
quadriga non c’era
più.
Il riferimento ai
cavalli di San Marco
oggi non è più
accettato.

La terrazza di Attalo I (240-197)
Terrazza di m 41 x 23 circa (pianta e
sezione A A); era posta su un luogo
più alto del tempio.
506: tesoro anonimo
502: portico (poi trasformato in
cisterna) dorico con colonne slanciate
(7,5 diam)
503; base (27 x 3,50) commemorante
la vittoria de Caico sui Galati (v.
gruppo ateniese?) oppure altare
gigantesco
405: basamento per la statua di Attalo
I a cavallo
404: basamento per la statua di
Eumene II a cavallo (182 a.C.)
402: oikos dedicato al culto di Dioniso
(?) divinità cara agli Attalidi

A sud della terrazza di Attalo terme
romane
A nord ovest:
507: recinto anonimo
508: base Corciresi (metà V sec. ma
rifatta dopo il 373)
509: colonna d’acanto (v. infra)
511: ex voto di Daochos (v. infra)
514: base a ferro di cavallo che
doveva reggere 18 o 19 figure in stile
neo attico, alcune delle quali sono
conservate al Museo. 280/70 a.C.

La colonna era
costituita di 5 tamburi;
alla sommità capitello
che reggeva le tre
danzatrici in marmo
pentelico su cui
poggiava il gigantesco
treppiedi.
Altezza totale m 13.
Datazione: metà circa
IV sec.
Fu rinvenuta nel 1894 a nord est del tempio; ed è
databile nel terzo quarto del IV sec. Secondo Corso è
attribuibile a Prassitele.
Le danzatrici sarebbero le Aglauridi, figlie di Cecrope
re d’Atene, che l’Ione di Euripide ricorda danzare sulle
pendici nord dell’Acropoli di Atene, dove c’era il
Pythion. L’abbigliamento ricorda lo stile ricco post
fidiaco

Delfi: Monumenti
a colonna
Monumenti a colonna messi a
raffronto

Donario di Daochos II
Daochos II, tetrarca di Tessaglia innalzò a Farsalo, dopo la vittoria di Cheronea del
338, il gruppo in bronzo dei suoi antenati, affidandone l’esecuzione a Lisippo; le
statue raffigurano atleti, militari, uomini politici: ciascuno è riconoscibile
dall’abbigliamento.
Nell’anno successivo (337) replicò la dedica a Delfi, dove fu aggiunto un Apollo
citaredo seduto.
Le statue vennero trovate entro un sacello rettangolare posto nella parte nord del
santuario.

Donario di Daochos
Apollo citaredo

Daochos I
Sisifo I

Daochos II. Figura
in appoggio; corpo
snello.
Acnonio.

Agias: il primo tessalo che aveva vinto a Delfi nel pancrazio
(combinazione di lotta e pugilato), intorno alla metà del V sec.
Ritratto di ricostruzione. Nuova misura del canone lisippeo:
figura snella con gambe lunghe; testa 1/8 del corpo.
Ponderazione originale. Parte destra contratta, parte sinistra
rislasciata. Testa rotondeggiante, compatta; bocca breve, occhi
piccoli e infossati.

605: Lesche (= luogo di riunione) degli
Cnidii: m. 19 x 9.50, tetto retto da due file di
4 colonne di legno; conteneva gli affreschi
di Polignoto: a dx la presa di Troia; a sx
Ulisse agli Inferi; Pausania ne fornisce una
accurata descrizione.
Secondo quarto del V sec.

Cassotis?
529 Ischegaon; 528 nicchia per fontana poi riutilizzata per la statua di Domiziano;
540: nicchia di Cratero; 605: Lesche degli Cnidii; 538: teatro; 609: area della fonte
Cassotis; 531-532: oikoi anonimi

Teatro
Ubicato nell’angolo nord ovest del santuario. Costruito in età ellenistica; restauri ad
opera di Eumene II (160/59 a.C.); scena di età romana. Nel teatro si svolgevano i
Pythia gare musicali. La scena era decorata da un rilievo (h 0,86) con le fatiche
d’Ercole che riprende schemi classici (centauro; idra; cavalle; Ippolita).

Teatro e
monumento
di Cratero
In primo piano la nicchia (540) entro cui era posto l’ex voto di Cratero che rappresentava
la caccia di Alessandro. La scala sulla sx è coeva all’Ischegaon.

Monumento di
Cratero

Statua di cagna ferita, firmata dal copista Sopatro, ora
al Museo Barracco
Caccia di
Alessandro per Delfi
Base da Messene che
riproduce il gruppo dedicato
a Delfi da Cratero. Il gruppo
era inserito in un ampio
vano tra il tempio di Apollo e
la scena del teatro;
nell’originale le figure
dovevano essere a
grandezza naturale.
Alessandro è a piedi,
accompagnato da due cani:
il leone ha colpito uno dei
due animali, ma l’arrivo di
Cratero distrae la fiera:
l’evento si svolse a
Sagalasso nel 332.
Secondo Plutarco Lisippo
avrebbe scolpito il leone e i
cani; Leocare Alessandro

Auriga
Ignota è la localizzazione di
questo ex voto, che deve
essere cercata nella parte
nord del santuario, nell’area
che dominava l’opistodomo
del tempio di Apollo.
Alla fine dell’’800 accanto alla nicchia di Cratero è stato rinvenuto l’Auriga e
parte dei blocchi su cui esso insisteva, che hanno consentito la
ricostruzione di una quadriga, con i due cavalli esterni leggermente
avanzati e un palafraniere accanto a quello di dx. L’iscrizione reca il nome
del dedicante: Polizalos, forse fratello minore di Gelone e Hierone, i
dedicanti dei treppiedi 518. Le uniche date possibili sono 478 o 474, perché
nelle altre date i nomi dei vincitori sono noti.

Auriga
Lo stile denuncia la sua
appartenenza alla fase
severa.
Eseguito nella tecnica a
cera perduta, in parti
separate poi saldate
con grande abilità.
Grande raffinatezza nei
particolari: le labbra
sono rese in agemina di
rame; gli occhi in pasta
vitrea; la benda è
finemente decorata.
La sproporzione della
figura è spiegabile con
il particolare del carro
che nascondeva tutta la
parte inferiore del
corpo.

Ex voto raffigurante
l’Etolia
Presso l’angolo sud ovest
del tempio (436) era una
base esagonale che
reggeva un trofeo d’armi su
cui doveva essere
raffigurata la
personificazione della Lega
Etolica nello schema
attestato da monete coeve:
il monumento
commemorava la vittoria sui
Galati del 278.

I monumenti
per la vittoria
sui Persiani
110: base Milziade
223/225: tesoro e base
Ateniesi
313: portico Ateniesi
407: tripode di Platea
410 b: Apollo Salamina
420: palma
dell’Eurimedonte

Lo stadio
Ubicato a nord ovest del peribolo
I fase databile alla fine del IV sec.
a.C. - inizi III, con pista lunga 178
m. precedentemente le gare
dovevano svolgersi nella piana.
III fase (100 a.C.): viene costruito
anche sul lato sud un rialzo per gli
spettatori, che nella fase IV diventa
gradinata.
Qui si svolgevano le prove ginniche
dei Pythia e dei Soteria ma anche
gare musicali.
Ricostruzione assonometrica

Tipologia degli ex voto:
•THESAUROI (attestati fra VI e IV)
•STATUE (di Apollo, di altre divinità o di vincitori nelle
gare: si sa che Nerone ne razziò 500) (da notare il
gusto per i gruppi su base unica)
•COLONNE (con statue o tripodi)
•PILASTRI (attestati soprattutto in età ellenistica)
•PORTICI

Ex voto del
santuario
Cleobi e Bitone (590 a.C.)
I due gemelli (h m 2,20), realizzati in
marmo di Paro sono una straordinaria
attestazione della tradizione argiva.

Ex voto del
santuario
Secondo la leggenda, il centro della
terra, dove si incontrarono le due
aquile che Zeus aveva liberato alle
due estremità dell’universo fu
contrassegnato dall’omphalos di forma
più o meno conica, che le
raffigurazioni mostrano ornato di una
rete di bande di lane.
A Delfi ne sono state rinvenute due
attestazioni, una di epoca classica,
lasciata in situ non lontano dal Tesoro
degli Ateniesi (presso il 226, c.d.
Tesoro dei Beoti), l’altra, ellenistica,
ora conservata al Museo.

La testa è cinta di una corona di alloro
riportate in bronzo.
Antinoo
Uno dei pochi ex
voto romani è la
straordinaria
statua di Antinoo, il
giovinetto bitinio
amato da Adriano
a cui furono
dedicate
numerose effigi
dopo la sua morte
nel 130 d.C..
Marmo pario h m
1,80.
La statua, ritrovata
nel 1893 nei pressi
del santuario, fu
probabilmente
oggetto di culto.

Pianta Delfi

Delfi: Marmarià
Terrazza di 150 m circa. Culto di Atena, preceduto da divinità più antica (Ge)).
Frequentazione in età micenea, poi ripresa in età arcaica. 27 altare coevo al
tempio di VII; 25 altare parallelo al tempio di fine VI.

Delfi: Marmarià

Delfi:
Marmarià
Tempio in calcare,
prostilo esastilo orientato
a sud: 365/60 a.C.
Tholos: 380/70 a.C.,
architetto Teodoro di
Focea.
Tesori: eolico (540-500)
e dorico (475 a.C.)
Tempio di Atena,
periptero orientato a sud,
fine VI sec.a.C.

Delfi: Marmarià (analemmata)

Marmarià: tempio in tufo (29)
Tempio di Atena: 6 x 12;
colonne con 20 scanalature
(diam. X 4.50). All’interno
statua della dea in bronz;
nel pronao statua dei
Massalioti.
Nel tempio di VII era lo
scudo d’oro offerto da
Creso prima del 547.

Marmarià:
Tempio in
calcare (43)
Tempio prostilo
esastilo; cella con
ingresso tripartito e
semicolonne
addossate.
Attribuito ad Atena
oppure ad
Artemide.
Sul fondo bancone
d’appoggio per
statue.
Il tempio si
sovrappone a
edifici più antichi
(casa? heroon?
estiatorion? atelier
di marmisti?)

Marmarià:
Tesori
(33; 32)
Tesoro eolico, forse dei Massalioti; m 6
x 8; conservato un capitello. Data
540/500.
Tesoro dorico (modello tesoro degli
Ateniesi): m. 6,60 x 9,70. Data 475 circa
Monumento (34): davanti ai tesori base
per trofeo.

Marmarià: Tholos

Marmarià: Tholos
Crepidine di 3 gradini; diam. 13.50. 20 colonne doriche slanciate (diam. X 6.80).
40 metope (62 x 65 cm): amazzonomachia e centauromachia. All’interno colonne
corinzie su cui poggiava un architrave con metope (45 x 40): imprese d’Ercole e di
Teseo? Pavimento in calcare blu; tetto in marmo con acroterio centrale; stile vicino
ad Epidauro.
Destinazione incerta: tempio ad Artemide? A Borea (dedicato da Thurii) oppure
oploteca (per conservare le armi di Atena)

Tholos
Costruita nel 380/70, architetto
Teodoro di Focea che scrisse
anche un trattato.
Ricostruita nel 1938.

Pianta Delfi

Marmarià: Ginnasio
Due terrazze sovrapposte (200 m e 60 m): costruito intorno al 330 a.C. (53: terme
romane). Destinato agli allenamenti degli atleti.
Dedicato ad Eracle e a Ermes.
Xystos (coperto) e paradromis (scoperta) per la corsa.
Loutron (x) e palestra (r)