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Intervista al prof. Domenico Ferrari - Enea

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l’intervista<strong>Intervista</strong> <strong>al</strong> Prof.<strong>Domenico</strong> <strong>Ferrari</strong>A cura di Osv<strong>al</strong>do AronicaIl Prof. <strong>Ferrari</strong> è il fondatore e il Direttore del Centro di Ricercasulle Applicazioni della Telematica <strong>al</strong>le Organizzazioni e<strong>al</strong>la Società (CRATOS) presso la Facoltà di Economia dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore, Sede di Piacenza. È Professoreordinario di Informatica gener<strong>al</strong>e presso la stessa Facoltà,e Professor Emeritus of Computer Science <strong>al</strong>l’Universitàdella C<strong>al</strong>ifornia a Berkeley. È membro del Consiglio Scientificodell’ENEA. è Fellow dell’Institute of Electric<strong>al</strong> and ElectronicEngineers d<strong>al</strong> 1987, e ha ricevuto nello stesso anno l’A.A.Michelson Award del Computer Measurement Group. Nel2001 è diventato Fellow dell’Association for Computing Machinary(ACM). Quest’anno ha ricevuto l’ ACM SIGCOMM (Speci<strong>al</strong> Interest Group onData Communications) Award come riconoscimento per i fondament<strong>al</strong>i contributiresi nel campo delle “communication networks”, per aver co-fondato e direttol’ICSI Internation<strong>al</strong> Computer Science Institute), Istituto di fama internazion<strong>al</strong>e,e per la sua dedizione nella formazione di una nuova generazione di ricercatori.<strong>Domenico</strong> <strong>Ferrari</strong> si è laureato in ingegneria elettronica <strong>al</strong> Politecnico di Milanonel 1963. Nel 1970, è stato nominato Assistant Professor of Computer Science<strong>al</strong>l’Università della C<strong>al</strong>ifornia a Berkeley e, nel 1979, Full Professor. Nel 1976 è statochiamato <strong>al</strong> Politecnico di Milanocome Professore Straordinario diImpianti per l’Elaborazione dell’Informazione.Nel 1977-79 è stato Vice-Chairman for Graduate Matters delDipartimento di Electric<strong>al</strong> Engineeringand Computer Sciences a Berkeley e,d<strong>al</strong> 1983 <strong>al</strong> 1987, Chairman della ComputerScience Division della stessa Università.Le sue ricerche d<strong>al</strong> 1970 a oggisi sono concentrate prima sui problemidella v<strong>al</strong>utazione delle prestazioni dei sistemi informatici, poi sui sistemi distribuiti,e infine sulle reti informatiche ad <strong>al</strong>ta velocità per la trasmissione di trafficocontenente immagini, suoni e sequenze video nonché dati e informazionitestu<strong>al</strong>i. Con i suoi studenti di dottorato di Berkeley, ha progettato e costruitouno dei primissimi insiemi di protocolli di comunicazione in grado di garantire laqu<strong>al</strong>ità delle trasmissioni digit<strong>al</strong>i multimedi<strong>al</strong>i su reti informatiche a pacchetti.Attu<strong>al</strong>mente, si occupa anche di applicazioni industri<strong>al</strong>i, commerci<strong>al</strong>i e soci<strong>al</strong>i dellereti informatiche. Coordina un grande progetto sulla “e-logistics” co-finanziatod<strong>al</strong>la Regione Emilia-Romagna, e, sempre per la Regione, dirige l’InnovationLab, una struttura che fa parte dell’Innovation Center di Piacenza e che promuoveil trasferimento <strong>al</strong>le piccole imprese e agli enti pubblici loc<strong>al</strong>i dell’innovazioneorganizzativa basata sull’uso dell’ICT.26ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/2007


energia, ambiente e innovazione<strong>Intervista</strong> <strong>al</strong> Prof. <strong>Domenico</strong> <strong>Ferrari</strong>Prof. <strong>Ferrari</strong>, lei si è laureato e ha insegnato per <strong>al</strong>cuni anni in It<strong>al</strong>ia per poi trasferirsinegli Stati Uniti, presso l’Università di Berkeley in C<strong>al</strong>ifornia. Quanto e comehanno influito le due diverse esperienze nella sua formazione?La mia formazione scolastica e accademica è stata tutta it<strong>al</strong>iana. Anche i primi annidella mia attività di ricercatore si sono svolti in It<strong>al</strong>ia, <strong>al</strong> Politecnico di Milano. Quandomi trasferii (solo per restarvi un anno!) negli Stati Uniti, avevo già 29 anni compiuti.Questo, natur<strong>al</strong>mente, non vuol dire che negli Stati Uniti io non abbia imparatonulla: <strong>al</strong> contrario, vi ho imparato moltissimo, così come ora, che vivo in It<strong>al</strong>iad<strong>al</strong> 1995, continuo a imparare nuove cose e nuovi approcci ogni giorno. È difficileper me dire qu<strong>al</strong>i esperienze hanno contato di più: direi tutte, in misure non moltodiverse tra loro.Per anni lei ha insegnato Computer Science <strong>al</strong>l’Università di Berkeley e da una decinad’anni insegna presso l’Università Cattolica di Piacenza, conosce dunque beneentrambe le re<strong>al</strong>tà formative. Qu<strong>al</strong>i sono le differenze princip<strong>al</strong>i, qu<strong>al</strong>i i punti diforza e di debolezza?I due sistemi universitari sono, visti da vicino, molto diversi. Le ment<strong>al</strong>ità dei docentie degli studenti sono soltanto simili in superficie, ma ci sono veri abissi nei particolariche contano. La differenza forse più <strong>prof</strong>onda è questa: il sistema statunitenseha un senso compiuto, è un sistema ragionevole, le sue parti “tengono” e sipossono giustificare con gli obiettivi gener<strong>al</strong>i del sistema stesso; quello it<strong>al</strong>iano no.Forse, un tempo anche il sistema it<strong>al</strong>iano era coerente; la sua centr<strong>al</strong>izzazione esasperataera inescusabile e soffocante ma <strong>al</strong>meno ne giustificava la struttura e leregole. Negli ultimi due decenni, è stata introdotta una autonomia a metà, conrisultati veramente risibili (per esempio, le università dovrebbero competere tr<strong>al</strong>oro, il che significa disputarsi i docenti e gli studenti migliori, ma i loro docentisono nominati da comitati nazion<strong>al</strong>i in cui i docenti delle università “avversarie”sono in maggioranza).Lei è uno dei pochi “cervelli” rientrati in It<strong>al</strong>ia, a fronte di tanti “cervelli” che continuanoad emigrare oltreoceano o in <strong>al</strong>tri paesi europei. Dopo un decennio, comev<strong>al</strong>uta la sua scelta di tornare?Buona d<strong>al</strong> punto di vista affettivo (sono tornato nella mia città, vivo nella casa dicampagna in cui sono nato). Molto meno buona d<strong>al</strong> punto di vista del lavoro (ma,<strong>al</strong>la mia età, ….).I finanziamenti per le attività di ricerca nelle Università degli Stati Uniti, anche nel campodell’informatica, provengono sia d<strong>al</strong> settore pubblico sia da quello privato. Ritieneche questo modello di collaborazione possa trovare applicazione nel nostro Paese?Non so se il settore privato it<strong>al</strong>iano sia cultur<strong>al</strong>mente preparato ad agire come ilsuo corrispondente americano in questo campo. Temo che non lo sia, con la solaeccezione delle grandi imprese, che per<strong>al</strong>tro sono quasi scomparse. Toccherebbe<strong>al</strong> settore pubblico incentivare adeguatamente i comportamenti virtuosi di quelloprivato, <strong>al</strong>meno inizi<strong>al</strong>mente. Una volta innescato il fenomeno (ammesso che essosi inneschi), gli incentivi potrebbero essere gradu<strong>al</strong>mente rimossi, in modo che icontributi privati fossero genuinamente e tot<strong>al</strong>mente privati.l’intervistaENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/200727


Osv<strong>al</strong>do AronicaQu<strong>al</strong> è lo stato della ricerca nel campo dell’informatica in It<strong>al</strong>ia e in Europa? L’informaticaè ormai appannaggio degli Usa, del Giappone e fra non molto anche deipaesi emergenti dell’Asia (Cina in primis). Qu<strong>al</strong>i possibilità in termini di mercati edi percorsi, se ce ne sono, sono ancora possibili per l’Europa e l’It<strong>al</strong>ia?La domanda è assolutamente corretta: Usa e Giappone sono nettamente più fortidell’Europa, e i paesi emergenti dell’Asia stanno dimostrando che chi non vuoleperdere un treno lo può sempre prendere, purché seriamente lo voglia. È ormaidagli anni Sessanta che si sente dire che l’Europa (e, con essa, l’It<strong>al</strong>ia; in certi casi,solo l’It<strong>al</strong>ia) ha ormai perso il treno dello hardware, il treno del software, il trenodei servizi telematici, il treno di Internet ecc. La Cina ci dimostra che nessun trenoè mai definitivamente perso, se non da chi si rassegna ad averlo perso. D’<strong>al</strong>tro canto,è possibile che l’Europa e l’It<strong>al</strong>ia si mettano seriamente a rincorrere uno dei trenidell’informatica? Io credo di sì, ma, conoscendole, credo anche che sia estremamentedifficile.l’intervista28L’informatica, la Computer Science e più in gener<strong>al</strong>e l’ICT (Information and CommunicationsTechnology) ormai, oltre a investire pressoché ogni nostra attività lavorativae il nostro vivere di tutti i giorni, sembrano rappresentare quasi la piattaformacomune, “ il cat<strong>al</strong>izzatore” per <strong>al</strong>tre discipline scientifiche anche molto distantifra loro. Basti pensare, uno per tutti, <strong>al</strong> progetto Genoma. È corretto pensare a unritorno a una cultura che non faccia più distinzione fra quella umanistica e quellascientifica? Cosa ci riserva il futuro?Credo che sia certamente possibile, e molto stimolante, pensarci; questo riavvicinamentotra le “due culture” potrebbe effettivamente continuare fino a portare,se non ad una fusione, <strong>al</strong>meno ad una vicinanza ora impensabile. Forse, questopotrebbe avvenire anche senza richiedere l’ormai impossibile regresso della semprepiù spinta speci<strong>al</strong>izzazione. Quanto tempo potrebbe volerci per raggiungerequesto ipotetico traguardo? Se si dovesse rispondere <strong>al</strong>la domanda d<strong>al</strong> punto diosservazione offerto da una città di provincia it<strong>al</strong>iana d’oggi, si sarebbe tentati didire che questo tempo risulterà quasi infinito.Lei è stato recentemente insignito dell’ACM SIGCOMM Award 2006, che premia iricercatori delle reti. Può farci capire meglio gli studi che sta sviluppando e cosa le hav<strong>al</strong>so il premio? Cosa può dirci sul futuro di Internet? Cosa dobbiamo aspettarci?Il premio mi è stato dato princip<strong>al</strong>mente per il lavoro da me svolto a Berkeley trail 1987 e il 1995 (vi sono anche <strong>al</strong>tri argomenti nella motivazione del premio, maqui mi sto riferendo <strong>al</strong> primo, che è anche quello che ha più direttamente a chefare con la ricerca fatta da me e d<strong>al</strong> mio gruppo). L’obiettivo della ricerca era determinarel’ottenibilità di un’elevata qu<strong>al</strong>ità per il trasporto di audio e video su reti apacchetto come quelle che costituiscono Internet; queste reti sono governate daprotocolli (quelli classici di Internet) intrinsecamente incapaci di fornire garanziesui ritardi con cui i vari pacchetti che contengono i brani voc<strong>al</strong>i o i fotogrammi vengonoconsegnati <strong>al</strong>la destinazione. Io sono stato uno dei primi ricercatori a proporree studiare protocolli capaci di garantire v<strong>al</strong>ori massimi per i ritardi; con i mieistudenti, ho anche costruito <strong>al</strong>cuni prototipi di t<strong>al</strong>i protocolli. Il nostro lavoro haavuto grande risonanza ed è stato seguito, nello stesso periodo, da quello di numerosi<strong>al</strong>tri gruppi operanti in tutto il mondo. D<strong>al</strong>la metà degli anni Novanta, l’inte-ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/2007


energia, ambiente e innovazione<strong>Intervista</strong> <strong>al</strong> Prof. <strong>Domenico</strong> <strong>Ferrari</strong>resse si è molto ridotto, e io stesso non ho più lavorato su quel tema. Ora, si staaspettando che i protocolli già pronti per Internet vengano “varati” su di essa, maper il momento nessuno è in grado di prevedere se ciò avverrà o no, e quando.Cos’<strong>al</strong>tro dobbiamo aspettarci? L’avvento di svolte imprevedibili è sempre possibile,anzi, piuttosto probabile, ma non ne posso dire nulla proprio a causa dell’imprevedibilitàdi questi sviluppi. Posso solo accennare <strong>al</strong> continuo espandersi dell’usodi Internet e del Web in vecchi e nuovi settori di applicazione. Io, ad esempio,sto lavorando anche, e soprattutto, nel settore della e-logistics, dove Internet puòessere usata non solo per ridurre i costi della logistica aziend<strong>al</strong>e, ma anche per ridurnei negativi effetti ambient<strong>al</strong>i.D<strong>al</strong> febbraio del 2005, lei fa parte del Consiglio Scientifico dell’ENEA. Un Ente caratterizzatoda una <strong>prof</strong>onda interdisciplinarietà sia nei programmi di ricerca sia nellastruttura. Qu<strong>al</strong> è il suo giudizio di esperto di fama mondi<strong>al</strong>e nel campo d<strong>al</strong>laComputer Science sulle attività connesse con l’innovazione tecnologica dell’Ente esulle loro possibili linee di sviluppo?All’ENEA nascono continuamente idee innovative, <strong>al</strong>cune delle qu<strong>al</strong>i, ma troppopoche rispetto <strong>al</strong> dovuto, trovano modo di raggiungere la luce, cioè, in ultima an<strong>al</strong>isi,il mercato. Le condizioni perché l’ENEA diventi veramente una delle due o tre“fabbriche pubbliche di innovazioni” d’It<strong>al</strong>ia ci sono tutte. Bisognerebbe aumentaregli incentivi per i ricercatori <strong>al</strong>le visite sabbatiche presso università e centri diricerca it<strong>al</strong>iani e stranieri, <strong>al</strong>l’ospit<strong>al</strong>ità nei confronti di scienziati di tutto il mondo,e soprattutto <strong>al</strong>la brevettazione e <strong>al</strong>la creazione di spin-off. Tutte le attività in gradodi stimolare la creazione di idee nuove e la loro re<strong>al</strong>izzazione e sperimentazionedovrebbero essere premiate come meritorie, sia con onori che in modi più concretie tangibili, così che nascano nobili gare tra innovatori riconosciuti o aspirantiinnovatori. In <strong>al</strong>tri termini, occorre spingere e promuovere con tutti i mezzi la culturadell’innovazione, che in It<strong>al</strong>ia è molto poco diffusa.l’intervistaPer informazioniENEA - Dipartimento Tecnologie Fisiche e Nuovi Materi<strong>al</strong>iaronica@casaccia.enea.itENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/200729

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