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Untitled - Fondazione dell'Ordine degli architetti, PPC della ...

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La scintillante pelle metallica del GuggenheimMuseum di Bilbao è come una Medusa che seducee conduce in un altro mondo tutti coloro che sifermano a guardarla. C’è all’interno di questo edificioun pensieroguida, un concetto chiave talmente forteda attrarre milioni di persone da ogni parte delmondo, e tutti, indistintamente, si abbandonanoall’incantesimo esercitato dalle sue fluide paretimetalliche, che sembrano sciogliersi di giorno sottoil sole per poi raffreddarsi di notte, cambiare formae ripresentarsi sotto nuove sembianze ad altrivisitatori, ugualmente meravigliati e prontia lasciarsi conquistare dal potere dell’architettura.Mi soffermo sui significati di quest’edificio perchéla mostra <strong>della</strong> Triennale, curata da Germano Celant,è interamente dedicata agli ultimi dieci anni diprogettazione di Gehry, partendo dal GuggenheimMuseum di Bilbao quale emblematico e fondamentalestrappo linguistico. Visitando la mostra tutti potrannoindagare il lavoro di Gehry, dai suoi schizzi e dai primimodelli in cartoncino piegato fino alle più sofisticaterenderizzazioni tridimensionali. Tutti potranno cercarei significati nascosti nelle sue architetture, le ragionidi un successo così universale, facile da comprenderee difficile da spiegare.Passeggiando attorno al Guggenheim Museumdi Bilbao, all’ombra delle sue volute metalliche,ho pensato spesso al quadro di Carlo V dipintoda Tiziano. L’armatura luccicante dell’imperatore,l’ambigua curvatura <strong>della</strong> groppa del cavallo, protesoverso un nemico invisibile e forse inesistente, laviolenza del chiaroscuro rendono quasi metafisicaquell’immagine, un prodotto <strong>della</strong> fantasiadell’inconscio. Provo le stesse sensazionidi fronte all’edificio di Gehry.Continuando a osservarlo, un’altra immaginesi sovrappone a quella di Tiziano. A poco a poco,Carlo V diventa Don Chisciotte; l’imperatore sfumanel cavaliere errante che vaga piegato dai raggidel sole, combattendo i fantasmi <strong>della</strong> mente, comegiganteschi mulini mossi dal vento dei pensieri.Nel Don Chisciotte di Cervantes ho ritrovato l’essenzadi Gehry, la sua ironia, la sua voglia di apprezzareil mondo disprezzandone la superficialità, l’ipocrisia,la falsità. Nell’armatura di Don Chisciotte ho rivistola sua casa di Santa Monica, realizzata con materialidi scarto, pezzi di lamiera e legni recuperati ai marginidelle grandi metropoli industriali.Nella figura evanescente di Don Chisciotte, che siallontana verso un orizzonte impossibile, mi paredi cogliere il senso di un edificio così unico da essereconsiderato l’ultima opera d’arte del XX secolo o laprima del terzo millennio. Nel Guggenheim Museumdi Bilbao si realizza l’incontro tra sacro e profano,dove il sacro è l’arte contenuta al suo interno,il profano la folla che ogni giorno si raduna“pro-fanum”, letteralmente “davanti al tempio”.Solo il sacro può entrare, ma se il tempioè il Guggenheim Museum di Gehry restare fuoriè già essere dentro. Perché questo edificio è arte;perché noi siamo il nostro tempio. Tornano alla mentele parole di Frank Gehry quando invita i suoi studentia “essere sempre se stessi”. Tornano alla mente leparole di sant’Agostino, quando diceva: “Ameraiil prossimo tuo come te stesso, ma impara primaad amare te stesso, altrimenti ingannerai il prossimoe non saprai mai amarlo come te stesso.”Davide RampelloPresidente <strong>della</strong> Triennale di Milano


Telluride © Gehry Partners LLPUn’esposizione sull’opera di Frank O. Gehry è unevento di significato mondiale in qualsiasi momentoe circostanza. Tuttavia questa presentazione allaTriennale riveste aspetti unici. A parte la mostratenutasi al Solomon R. Guggenheim Museumdi New York nel 2001, che copriva il suo percorsodal 1968 e accennava ai progetti successivi alGuggenheim Museum Bilbao, l’edificio terminatonel 1997 che ha contributo all’affermazioneinternazionale dell’architetto, questa è la primaantologica che, attraverso modelli e documenti,disegni e video, nonché contributi tecnologici, coprein maniera sistematica l’intera produzione dal 1997al 2009: una panoramica esaustiva e dettagliatache si è potuta realizzare selezionando dall’enormearchivio, concreto e virtuale, <strong>della</strong> Gehry Partnersdi Los Angeles.L’impresa di coniugare questo progetto e questapubblicazione sull’opera di Frank O. Gehry nonsarebbe stata possibile senza l’entusiasmo di Frankstesso, che alla mia titubante richiesta di rinnovareun nostro dialogo cominciato nel 1975, che eratransitato nella sua prima monografia edita nel 1985da Rizzoli, New York, e si era poi ampliato, nel 1986,nella sua prima mostra italiana ed europea da mecurata al Museo d’Arte Contemporanea del Castellodi Rivoli, realizzando a Milano un’esposizione sul suolavoro più recente, ha subito abbracciato il progetto.Devo quindi ringraziarlo per la generosità e l’energiacon cui si è sottoposto a un lavoro di selezione dellesue architetture più significative <strong>degli</strong> ultimi diecianni, mettendo a disposizione il suo tempo e i suoicollaboratori, nonché materiali unici e inediti,mai usciti dal suo studio.


Il compito di curare un’esposizione di questa scala,con oltre cento modelli, implica l’aiuto di collaboratorie di esperti, di ricercatori e di ricercatrici deditia un impegno continuo e professionale. Nell’ambito<strong>della</strong> Gehry Partners non potevo trovare persone especialisti migliori di Meaghan Lloyd e di Edwin Chan,che, affiancati da Amy Achorn, Joyce Shin, TenshoTakemori e Laura Stella, nel corso di molti mesi hannoprestato la loro esperienza e la profonda conoscenzadel lavoro di Gehry, indicandoci le scelte migliorie più significative. Un particolare ringraziamentova inoltre a tutto lo staff <strong>della</strong> Gehry Technologiesper la generosità con cui ha messo a disposizionemateriali straordinari e sorprendenti, il cui usosta modificando il processo di progettazionee costruzione in architettura.Sono inoltre profondamente grato a Davide Rampelloche, sin dal mio primo accenno a una possibilitàdi mostrare la produzione meno conosciuta di Gehry,ha dato il suo consenso e il suo apporto. Alla Triennaledi Milano, vorrei esprimere il mio grazie ad AndreaCancellato e a tutto lo staff dell’istituzione milanese,da Roberta Sommariva a Nick Bellora, da ViolanteSpinelli Barrile a Damiano Gullì, da FrancescaDe Mattei a Maria Chiara Piccioli, PierantonioRamaioli, Marina Gerosa, Marco Martello e MattiaPozzoni, che ha permesso di dare realtà e concretezzaa tutte le indicazioni e le richieste, a volte difficilie problematiche, per una qualificazione <strong>della</strong>manifestazione. Oltre a questi, il ringraziamentova a coloro che, a vario titolo, hanno arricchitoil progetto, in particolare Nausicaa Berbenni,Andrea Romano, Alessia Salerno, Arianna Vanini.Per l’aspetto di coordinamento, di reperimentoe di identificazione delle opere sono grato a ChiaraSpangaro, che con la sua disciplina e la sua abilità asovrintendere i mille aspetti di questo lavoro, nonchécon la sua ricerca d’archivio, ha dato forma ai contenutiscientifici e all’impianto editoriale <strong>della</strong> monografiae alla struttura espositiva del progetto antologicoche, con orgoglio, si possono definire unici. Un sincerograzie va a Pierluigi Cerri, con Francesca Stacca,Marta Moruzzi e Francesca Ceccoli che, con profondasensibilità e raffinatezza estrema, hanno datoimmagine e corpo alla comunicazione, al percorsoe all’allestimento, dove l’opera di Gehry si esalta.Per il consenso a mettere a disposizione materialeprezioso e storico, proveniente dalle loro collezioni,ringrazio Juan Ignazio Vidarte, direttore delGuggenheim Museum Bilbao. E Lucia Aguirrecon Irune Otxoa per il prezioso prestito del modellodel museo basco; e rivolgo il mio sentito graziea LVMH - Moët Hennessy, Louis Vuitton e KerznerInternational per l’aiuto logistico nel reperimentoe nello spostamento di alcuni importanti materiali,e insieme sono debitore verso l’inestimabiledisponibilità e la generosa adesione di prestatorie collezionisti che desiderano rimanere anonimi.Per la realizzazione di diversi settori dell’esposizionesono stati fondamentali i contributi di Ultan Guilfoyle,che ha prestato i suoi filmati e le sue videoriprese, unricco contributo mediatico che amplia l’informazionesui progetti in mostra, e Hanif Janmohamed<strong>della</strong> Vanilla 5 Creative, a cui si deve la realizzazionedi tutti i video sulle tecnologie utilizzate nel processocreativo e progettuale di Gehry.E ancora, per le informazioni ricevute, un sincerograzie va ad Antonietta Mirabelli dell’AGO - Art Galleryof Ontario, Toronto, a Kirsten Kiser di Artspace e aSanne Lindhardt di DAC - Danish Architecture Centre,Copenhagen.Grazie anche a Massimo Vitta Zelman e a tuttolo staff Skira per il lavoro e l’attenzione posti nellarealizzazione di un catalogo così ricco: da StefanoPiantini e Luca Molinari, a Marcello Franconeed Emma Cavazzini, da Sara Salvi ed Elena Carotti,con Morena De Filippo, Alessandro Prandonied Emily Ligniti, a Paola Lamanna e Lucia Crespi.Infine un ringraziamento va, in Milano, al teamdel mio studio, da Francesca Cattoi a Marcella Ferrari,affiancate da Elisa Genna e Mariví García Manzano,che in questi lunghi mesi hanno condiviso, insiemea Paris e Argento, la mia famiglia, le mie tensioniteoriche, scientifiche ed emotive. Grazie a tutti.Germano Celant


Frank O. Gehry


Guggenheim Museum BilbaoBilbao, SpagnaIl Guggenheim Museum Bilbao è il risultato di unastraordinaria collaborazione tra l’amministrazione<strong>della</strong> Regione Basca, che ha finanziato e possiedeil progetto, e la Solomon R. Guggenheim Foundation,che gestisce il museo e fornisce le principali collezionid’arte. Il museo rappresenta il primo passo nelrecupero dell’antico quartiere lungo la riva sud delfiume Nervión, in cui fiorivano commerci e magazzini.Accessibile direttamente dalla zona <strong>degli</strong> affarie dal centro storico, il Guggenheim si trova al centrodi un triangolo culturale formato dal Museo de BellasArtes, dall’università e dall’antico municipio. La piazzacollocata all’ingresso favorisce il collegamentopedonale tra i due musei e tra la città vecchiae il lungofiume. Il Puente de La Salve, che collegal’ottocentesco centro città con le aree periferiche,attraversa il sito all’estremità orientale e conferisceal museo lo status di porta <strong>della</strong> città.L’ingresso principale del Guggenheim conduce a unampio atrio centrale in cui un sistema di passerellecurvilinee, ascensori di vetro e scale a chiocciolacongiunge le gallerie espositive disposte in manieraconcentrica su tre livelli. Su questo atrio centralespicca un soffitto dalla forma scultorea che, graziead aperture a vetri, inonda di luce tutto l’ambiente.Le dimensioni straordinarie dell’atrio, che si innalzafino a un’altezza di oltre 50 metri sul livello del fiume,sono un invito a installazioni monumentali su misurae a eventi speciali.La Guggenheim Foundation ha richiesto spaziespositivi da dedicare a una collezione permanente,a una temporanea e a una selezione di opere di artistiviventi. Per rispondere a questa esigenza sono staticreati tre tipi distinti di aree espositive. La collezionepermanente è suddivisa in due gruppi di gallerie,ciascuno costituito da tre spazi quadrati e consecutiviimpilati al secondo e al terzo piano del museo. Lacollezione temporanea è collocata in una spettacolaregalleria a forma di rettangolo allungato che si estendeverso est e passa sotto il Puente de la Salveper terminare con una torre sul lato più lontano.Le opere <strong>degli</strong> artisti viventi sono installate in unaserie di gallerie curvilinee distribuite in tutto il museo,in modo che il loro lavoro possa essere messo inrelazione con le collezioni permanenti e temporanee.L’esterno del Guggenheim Bilbao è costituitoprincipalmente da pietra calcarea spagnola e pannellidi titanio: le forme rettangolari dell’edificio sonoricavate nel calcare, quelle più plastiche sono stateottenute col titanio. Ampie pareti vetrate permettonoal visitatore di ammirare splendidi scorci del fiumee <strong>della</strong> città circostante.Il progetto del museo si ispira alla scala e alla trama<strong>della</strong> città di Bilbao e richiama gli antichi materiali dacostruzione <strong>degli</strong> edifici del lungofiume, dimostrandocosì di essere una risposta ponderata alle tradizionistoriche, economiche e culturali <strong>della</strong> zona.Area 28.500 m 2Calendario Inizio progetto: 1991 / inizio costruzione: 1993 / completamento: 1997ArchitettoDesign PartnerProject ManagerProject ArchitectProject DesignerProject TeamGehry Partners, LLPFrank O. GehryVano HarituniansDouglas HansonEdwin ChanRichard Barrett, Karl Blette, Tomaso Bradshaw, Matt Fineout, Robert G. Hale, David Hardie, Michael Hootman,Grzegorz Kosmal, Naomi Langer, Mehran Mashayekh, Christopher Mercier, Brent Miller, David Reddy, Marc Salette,Bruce Shepard, Rick Smith, Eva Sobesky, Derek Soltes, Todd Spiegel, Jeffrey Wauer, Kristin Woehl


Walt Disney Concert HallLos Angeles


Walt Disney Concert HallLos Angeles, CaliforniaSituata al centro di Los Angeles accanto al MusicCenter, in una zona importante dal punto di vistastorico e culturale, la Walt Disney Concert Hallè la sede <strong>della</strong> Los Angeles Philharmonic Orchestra.Al sito, in gran parte coperto di giardini, si accede nonsoltanto dalla sala da concerto, ma anche dalle stradeadiacenti. L’atrio d’ingresso <strong>della</strong> Walt Disney ConcertHall, accessibile dalla strada, rimane aperto durantetutta la giornata: grazie ad ampi pannelli di vetromanovrabili si possono facilmente raggiungerevari servizi quali un Gift Shop, un ristorante e unacaffetteria, un parcheggio interrato e uno spaziodedicato a performance preconcerto. Quest’ultimaarea può ospitare conferenze inerenti al concerto,programmi educativi e altre esibizioni programmateo improvvisate in tutto l’arco <strong>della</strong> giornata.Il fulcro del progetto è la sala da concerto daduemiladuecentosessantacinque posti, la cui formainterna è diretta espressione dei parametri acustici.I posti a sedere circondano il palco dell’orchestra.Le pareti di legno e il soffitto, anch’esso di legno,simile a una vela, danno allo spettatore l’impressionedi trovarsi all’interno di un’enorme nave, contenutatra le pareti <strong>della</strong> sala. L’organo a canne progettatoappositamente occupa una posizione centrale, in alto,dietro l’orchestra. Lucernari e un’ampia finestrasul retro <strong>della</strong> sala consentono alla luce naturaledi illuminare i concerti diurni.L’esterno <strong>della</strong> Walt Disney Concert Hall è rivestitocon pannelli di acciaio inossidabile. L’orientamentodell’edificio, insieme al gioco di curve e piegaturedei muri esterni, offre al visitatore che si inoltra nellevie adiacenti, nei giardini o nelle piazzette circostantila vista di un insieme di composizioni dal caratterespiccatamente plastico. La sala da concerto ècircondata da un’ampia area tecnica dietro le quinte,aperta su un giardino privato riservato ai musicisti.Il teatro multifunzione Roy and Edna Disney, daduecentocinquanta posti, è dedicato ai programmidel California Institute of the Arts (CalArts); ècompreso nella base dell’edificio e vi si può accederedalle strade circostanti. Questa sala, che ha un atriod’ingresso separato, una galleria d’arte e unacaffetteria, è una delle sedi principali per gli eventidel CalArts a Los Angeles. Nel sottosuolo è situatoun garage da duemilacinquecento posti auto su seilivelli, al quale si accede da tre strade limitrofe.Area 200.000 m 2Calendario Inizio progetto: 1987 / inizio costruzione: 1999 / completamento: 2003ArchitettoDesign PartnerProject PartnerProject ManagerProject ArchitectsSenior DetailerProject DesignerGehry Partners, LLPFrank O. GehryJames M. GlymphTerry BellDavid Pakshong, William Childers, David Hardie, Kristin WoehlVartan ChalikianCraig Webb


Der Neue ZollhofDüsseldorf, GermaniaIl complesso è situato al centro di Düsseldorf,sul margine orientale del porto sul Reno, nei pressi<strong>della</strong> sede amministrativa del Nordrhein-Westfalen.Questo tratto di lungofiume occupato in prevalenzada magazzini è stato riqualificato e trasformatoin una zona pubblica che ospita per lo più agenziedi comunicazione e studi d’arte. L’area del portoconfina a sud col quartiere residenziale e a est conil distretto finanziario e amministrativo. Il recuperodi questa zona prevede la creazione di un polodi attrazione per la città, sottolineando al tempostesso la sua crescita dal punto di vista culturaleed economico.Il sito, pianeggiante, è attiguo alla passeggiatadel lungofiume e gode di ampie vedute del Renoin entrambe le direzioni. I margini orientale eoccidentale sono segnati da nuove costruzioni e unalinea tranviaria definisce il confine meridionale lungoStromstraße. A nord, invece, il sito si affaccia sul portosportivo dello Zollhafen e, più in là, sul Park Bilk.Il programma prevedeva 28.000 metri quadratidi uffici e aree commerciali in tre edifici separati,con un progetto che favorisse gli spazi apertiminimizzando i volumi costruiti. L’ubicazione dei treedifici sottolinea la convergenza di Brückenstraßee Wupperstraße, lasciando aperto in tal modo il sitoin direzione del quartiere residenziale attraversoStromstraße. Il complesso costituisce inoltreun contrappunto al tipico sviluppo orizzontaledelle costruzioni adiacenti, risultando in una seriedi torri di media altezza raggruppate insieme.Il programma comprende varie agenzie di pubblicità,di assicurazioni e simili. Le tre torri sono formate daelementi da 300 a 500 metri quadrati raccolti intornoa un nucleo centrale, in una volumetria articolata chepermette grande flessibilità di locazioni finanziarie.Ai piani la disposizione <strong>degli</strong> uffici può essere apertao modulare. Le torri si affacciano su una vasta piazzacon una rete di stradine che le collegano al porto.Il parcheggio è sotterraneo. La divisione del progettoin tre edifici distinti fa sì che ciascuno dei tre locatariabbia una propria ampia visibilità.I tre edifici sono costruiti con piatte lastre dicalcestruzzo e le facciate esterne sono caratterizzateda finestre ritagliate nella muratura. Ciascun gruppoè caratterizzato da un diverso materiale di rifinitura:quello centrale è interamente rivestito di pannellimetallici; la torre orientale, la più alta, è costituitada volumi curvilinei finiti a gesso; quella occidentaleè un insieme di volumi in mattoni. Tutti gli edificihanno finestre manovrabili per una ventilazionenaturale; l’articolazione delle aperture e il rapportocon la pelle <strong>della</strong> costruzione è simile in tutte e trele strutture. L’organizzazione dei volumi, raggruppatia grappolo, aumenta al massimo il numero di ufficicon vista sul fiume.La geometria, l’insieme dei volumi e i materiali usatiper l’esterno rendono ciascuna costruzione un pezzounico. Grazie all’impiego di finestre identichee all’intimo rapporto delle torri con il quartiere,il progetto nel suo insieme assume la funzionedi elemento unificatore in questo contesto urbano.Area 28.000 m 2Calendario Inizio progetto: ottobre 1994 / inizio costruzione: autunno 1996 / completamento: 1999ArchitettoDesign PartnerProject ArchitectProject ArchitectProject DesignerProject CoordinatorsProject TeamGehry Partners, LLPFrank O. GehryTomaso BradshawTerry BellCraig WebbBrent Miller, Lisa Towning, Kristin WoehlJim Dayton, John Goldsmith, Jeff Guga, Michael Jobes, Naomi Langer, Steven Pliam, Jörg Rügemer,Charles Sanchez, Bruce Shepard, Rick Smith, Eva Sobesky, Tensho Takemori, Laurence Tighe, Scott Uriu,Flora Vara, Jeffrey Wauer


Edificio DZ BankBerlino, GermaniaIl DZ Bank è un edificio a uso misto che nella partecommerciale ospita la sede berlinese <strong>della</strong> DZ Banke in quella residenziale contiene trentanoveappartamenti. La prima parte è orientata versoPariser Platz e la porta di Brandeburgo, l’altra guardaverso Behrenstraße.Sia la facciata su Pariser Platz che quella suBehrenstraße sono rivestite in calcare color camoscio,che ben si intona con la porta di Brandeburgo. Lefacciate hanno dimensioni diverse e ciascuna adattale proprie proporzioni all’area urbana in cui è inserita.Quella su Pariser Platz è caratterizzata da una seriedi semplici aperture ritagliate nella muratura e dabovindi profondamente incassati, che permettonoalla costruzione di armonizzarsi naturalmentecon quel tessuto urbano unico nel suo genereche è il sito <strong>della</strong> porta di Brandeburgo.L’ingresso principale su Pariser Platz è coperto da unatettoia di vetro. L’alto foyer offre una vista sull’ampioatrio interno che sfoggia un soffitto e un pavimentodi vetro ricurvo. Un’arcata rivestita in legno conduceagli ascensori <strong>degli</strong> uffici, ubicati su entrambi i latidell’atrio. Gli spazi per gli uffici sono organizzatiintorno all’atrio e orientati verso l’interno per godere<strong>della</strong> luce naturale che proviene dal soffitto di vetro.La sala-conferenze principale si trova all’internodi un guscio dalla forma scultorea situato al centrodel pavimento di vetro dell’atrio. La sala, rivestitadi acciaio inossidabile all’esterno e di legnoall’interno, sembra fluttuare nella fluida profonditàdello spazio. Altri servizi per conferenze sono ubicatisotto il pavimento di vetro al primo piano interrato,intorno a un ampio atrio che può essere collegato conla caffetteria, situata sotto la volta di vetro principale,per creare un vasto spazio adatto a ospitare rinfreschie riunioni.Un secondo atrio interno, più piccolo, serve la parteresidenziale del complesso. Da questo, la luce naturalepenetra in entrambi i lati di ogni appartamento.Uno specchio d’acqua in fondo all’atrio, ben visibiledagli ascensori di vetro presenti in questa sezione,arricchisce la luce di una qualità dinamica.Gli appartamenti sono di varia misura: dai monolocalialle maisonnettes situate ai due piani più alti.Area 20.000 m 2Calendario Concorso: agosto 1995 / inizio progetto: ottobre 1995 / inizio costruzione: dicembre 1996completamento: maggio 2001ArchitettoDesign PartnerProject DesignerProject ArchitectsProject TeamModel BuildersCATIA ModelingGehry Partners, LLPFrank O. GehryCraig WebbMarc Salette, Tensho TakemoriJim Dayton, John Goldsmith, George Metzger, Jörg Rügemer, Eva Sobesky, Laurence Tighe, Scott UriuKirk Blaschke, Nida Chesonis, Tom Cody, Jeff Guga, Leigh Jerrard, Michael Jobes, Tadao ShimizuBruce Shepard, Rick Smith


The Ray and Maria Stata Center for Computer,Information and Intelligence Sciences,Massachusetts Institute of TechnologyCambridge, MassachusettsIl Ray and Maria Stata Center del MassachusettsInstitute of Technology (MIT) si propone, in primoluogo, di fornire laboratori di ricerca e ufficial Computer Science and Artificial IntelligenceLaboratory (CSAIL), al Laboratory for Informationand Decision Systems (LIDS) e al Department ofLinguistics and Philosophy (L&P). Inoltre, lo StataCenter comprende strutture più generiche destinateall’uso <strong>della</strong> comunità del MIT nel suo complesso.Uno <strong>degli</strong> obiettivi fondamentali che hanno guidatoil progetto riguardava il bisogno di combinarestrutture di ricerca semiprivate per il CSAIL, il LIDS el’L&P Department con strutture più generiche per lacomunità del MIT. Gli elementi del programma relativialla ricerca dovevano essere nettamente distinti daquelli pubblici e didattici, eppure integrati nello stessoedificio. Questo obiettivo è stato raggiunto collocandoi primi nella zona settentrionale e i secondi in quellameridionale, al di sotto di uno spiazzo verde sopraelevatoe rivolti verso il campus del MIT. Le due zonesi incontrano lungo un corridoio di circolazionechiamato Student Street. La Student Street diventail punto di separazione ma anche di intersezione traquesti due mondi e si collega direttamente al sistemadi circolazione interno al MIT, noto come InfiniteCorridor. Lungo la Student Street si trovano una salaconferenze da trecentocinquanta posti a sedere, dueaule a gradinate da novanta posti e due aule pianeda cinquanta posti. A queste si aggiungono unacaffetteria, vari servizi e sale di ritrovo per gli studenti,un asilo e una palestra, che comprende un centrofitness e sale per lezioni di ballo. Un parcheggiosu due piani e una struttura di servizio, che gestiscele consegne per questo settore del MIT, sono situatisotto questo livello.Oltre alla combinazione di uffici e zone dedicate allaricerca semiprivati con strutture didattiche e pubblichepiù accessibili, la comunità scientifica aveva lanecessità di distinguere due identità, pur rimanendoun’unità coerente. Per questo motivo, lo Stata Centersi eleva dalla sua base sotto forma di due bracci-torri.Il William H. Gates Building sorge all’estremitàorientale dello Stata Center e ospita le struttureper il CSAIL. L’Alexander Dreyfoos Building si trovaall’estremità occidentale del centro e accoglie gli spaziper il LIDS e l’L&P Department. Le torri si elevanoda un basamento a due piani chiamato Warehouse.Il Warehouse è condiviso da tutti i dipartimenti delloStata Center, ai quali offre spazi molto flessibili peri progetti di ricerca su grande scala. In cima a questabase e tra le due torri si apre uno spazio che prendeil nome di Upper Terrace, circondato da sale riunionie spazi sociali condivisi da tutti i dipartimenti earticolati in una serie di elementi singoli collegati daun tronco di circolazione a mezzaluna che si estendedal Warehouse e dalla Student Street verso ciascunaestremità attraverso ampie scalinate attigue a duecortili interni aperti. I laboratori di ricerca sono ubicatiall’interno delle torri e sono divisi in “quartieri”, ingenere di due piani, all’interno dei quali si riunisconoi gruppi che si dedicano allo stesso campo di ricerca.Ciascun quartiere comprende un ascensore centrale,una sala di ritrovo centrale a doppia altezzae laboratori a doppia altezza che creano unaconnessione visiva e fisica tra i due livelli. In generei quartieri sono organizzati con i laboratori al centroe gli uffici lungo il perimetro. I laboratori sonocostituiti da spazi aperti o chiusi, in base all’attivitàdi ricerca cui sono destinati. La pianta generaledel quartiere si irradia dalla sala di ritrovo a doppiaaltezza, lo spazio più pubblico, a una fascia di ufficilungo il perimetro, gli spazi più privati. Le sale diritrovo si impilano alle spalle dell’estensione verticaledei cortili interni e offrono viste sull’Upper Terrace.Sono stati studiati ulteriori sistemi di costruzioneshell and core per dare massima flessibilità ai gruppidi ricerca, che devono adattarsi regolarmente a diversicampi e metodi. La struttura principale dell’edificio èrealizzata con solette piatte e colonne di calcestruzzoche possono essere lasciate nude. Un piano d’accessosopraelevato crea un plenum di mandata dell’aria perun sistema di ventilazione a dislocamento che limital’uso di tubazioni orizzontali e aumenta la comoditàe la versatilità. I diffusori d’aria possono essereaggiunti o spostati per permettere modifichealla disposizione delle pareti divisorie. Anche ladistribuzione dell’energia elettrica avviene attraversola cavità del pavimento e la rete di diffusione dei datisi snoda sia sotto di esso che su passerelle aereelocali per una facile gestione dei cavi. Il sistemadi illuminazione è progettato per consentire le diverseattività di ricerca in qualsiasi zona dei laboratori.


Tutti gli uffici e gran parte dei laboratori ricevonoluce naturale, con sistemi di protezione installatiper controllare i riflessi. Negli spazi dove è richiestol’assorbimento del suono, la faccia inferiore<strong>della</strong> soletta del soffitto è insonorizzata.Le pareti esterne dello Stata Center sono rivestitedi mattoni, acciaio inossidabile e alluminio dipinto.Le due ali a torre sono semplici volumi in mattonicon finestre incassate e pareti inclinate alla base.Tra le ali a torre si inseriscono elementi in acciaioinossidabile più complessi, o spigolosi e sfaccettaticon rivestimento piatto, o ricurvi con rivestimentodrappeggiato. Le finestre sono integrate in alloggidi acciaio inossidabile che sporgono dalla facciata.Gli spazi condivisi articolati negli elementi checircondano la Upper Terrace sono rivestiti ciascunocon uno dei materiali primari usati per l’esterno:mattoni, acciaio inossidabile e alluminio dipinto.L’entrata principale del William H. Gates Buildingè rivestita di acciaio inossidabile ondulato, cosìcome alcune delle tettoie che identificano e riparanoi diversi ingressi dello Stata Center. Un sistemaprogettato su misura e composto da un muronon portante in vetro, una facciata e dei lucernariè impiegato per creare le entrate, per scandireil passaggio tra i vari elementi dell’edificio e perportare la luce naturale all’interno dei grandi spaziper le lezioni e le riunioni. I due cortili interni,che visivamente collegano le due torri tra loroe al Warehouse, costituiscono l’espressione principaledel muro di vetro. L’uso di materiali diversi creauna gamma di colori e trame che evidenzia e rafforzal’intensità <strong>della</strong> composizione architettonicacomplessiva.Area 66.890 m 2Calendario Inizio progetto: 1998 / inizio costruzione: 2001 / completamento: 2004RiconoscimentiArchitettoProject PartnerProject DesignerProject Architect / PartnerAssistant Project DesignerAssistant Project ArchitectAssistant Project ArchitectCore Project TeamProject Team2005 Build New England AwardGehry Partners, LLPJames M. GlymphCraig WebbMarc SaletteRachel AllenLaurence TigheDavid RodriguezHelena Berge, Henry Brawner, Vartan Chalikian, Christine Clements, Edward Duffy, Yono Hong,James Jackson, Thomas Kim, Jason Luk, Yannina Manjarres-Weeks, Frank Melendez, Emilio Melgazo,Ngaire Nelson, Gaston Nogues, Yanan Par, Douglas Pierson, David Plotkin, Derek Sola, Karen Tom,Stephen Traeger, Monica Valtierra-Day, Yu-Wen Wang, Jeffrey WauerChris Banks, Christopher Barbee, Herwig Baumgartner, Saffet Bekiroglu, Tom Bessai, Tomaso Bradshaw,Tina Chee, Susannah Dickinson, Brian Flores, Raymond Gaetan Jr., Craig Gilbert, Jeff Guga, Dari Iron,Michael Kempf, Kurt Komraus, Irwin Larman, Dennis Lee, Frank Medrano, Clifford Minnick,Robyn Morgenstern, Scott Natvig, Janine Nesseth, Birgit Schneider, Robert Seelenbacher,Dennis Shelden, Bruce Shepard, Suren Sumian, Gavin Wall, Bryant Yeh, Brian Zamora


Atlantis SentosaSentosa Island, Singapore


Atlantis SentosaSentosa Island, SingaporeL’obiettivo per l’isola di Sentosa era quello di creareuna meta unica e coinvolgente in cui l’universovirtuale potesse intrecciarsi con quello materiale.Le architetture sono ispirate alle creature dell’Oceanoche sembrano emerse dal mare e adagiate in questostrano luogo. Fisicamente il progetto si integra senzasbavature con il lussureggiante paesaggio tropicalee offre un punto focale per il lato settentrionaledell’isola.Atlantis Sentosa è una proposta presentataa un concorso per una struttura ricettiva integratasull’isola di Sentosa, a Singapore. Le enormi Sailsof Sentosa – grandi vele di vetro alte fino a 90 metri– ne sono l’elemento centrale. Il complesso contieneun grande atrio centrale, un Aquasphere (un acquariodel XXI secolo), giardini d’inverno, Aquaventure(un nuovo parco acquatico), Coral Lagoon (un reefper le immersioni), quattro eccezionali alberghi,uno stabilimento termale, un casinò, struttureper convegni e oltre cinquanta tra punti venditae ristoranti.Ciò che distingue questa proposta di struttura ricettivaintegrata è la sovrapposizione del virtuale alla realtàfisica. Tecnologie semplici e moderne, come i braccialiRFID, sono state sviluppate per far sì che ciascunvisitatore abbia un’esperienza unica. Ogni elementoall’interno del complesso è dotato di una tecnologiadi display su misura in grado di soddisfare individualmenteciascun ospite. Per la struttura è statoappositamente ideato un originale gruppo di esserichiamati Aquabrid: incrocio tra antiche creaturemarine e tecnologia moderna, gli Aquabrid sviluppanocaratteristiche particolari per ogni visitatore e fungonoda guida e da interfaccia attraverso il complesso.Il risultato è un paesaggio ispirato alle favolose isole<strong>degli</strong> antichi miti greci, intriso di cultura singaporiana,arricchito con tecnologie futuristiche e rinnovatoper il XXI secolo e oltre.Area343.000 m 2 complessivi circa, più aree esterneCalendario Progetto per il concorso: gennaio-ottobre 2006ArchitettoDesign PartnerPartnerProject TeamArchitettoDesign PartnerProject LeaderProject TeamGehry Architects New York, PCFrank O. GehryTensho TakemoriJacob Atlas, Elmer Barco, Susan Beningfield, Tina Chee, Yasu Chiaya, Thomas DeVoss, Leif Halverson,Betty Kassis, Meaghan Lloyd, Rachel MacMillan, Ruben Markarian, Brian O’Laughlin, Kiwoo Park, Rui Sato,Samuel Suh, Tate WilsonGreg Lynn FORMGreg LynnFlorencia PitaAdam Fure, Brittney Hart, John Klein, Paul Locke, Fred Scharmen


Art Gallery of OntarioToronto, Ontario


AGO - Art Gallery of OntarioToronto, OntarioL’Art Gallery of Ontario si trova a Toronto, Canada.Fondata nel 1900 da un gruppo di privati cittadinicol nome di Art Museum of Toronto, è attualmenteal decimo posto nella classifica dei musei d’artepiù grandi dell’America del Nord. In seguitoall’acquisizione di oltre diecimila opere e alla nuovacampagna per la trasformazione dell’Art Galleryof Ontario si sono resi necessari la ristrutturazionee l’ampliamento del museo, grazie ai quali lo spazioespositivo è aumentato <strong>della</strong> metà rispetto a quellooriginario e la circolazione interna è stata completamenteriorganizzata.L’esterno del museo è stato trasformato mediantel’aggiunta di una facciata sopraelevata in vetroleggermente ricurvo e legno di abete Douglasche si estende per l’intero isolato. Questa facciata,che comprende una galleria di sculture, permettel’ingresso <strong>della</strong> luce naturale e connette lo spazioespositivo a quello urbano.L’ala sud rivestita di vetro e titanio, che comprende trepiani e affaccia su Grange Park, è stata creata ex novoper ospitare il nuovo centro per l’arte contemporaneae uno spazio dedicato a eventi speciali.Una scala a spirale, che parte dalle passerelle delsecondo piano <strong>della</strong> Walker Court e sale attraversola copertura di vetro, collega i vari piani <strong>della</strong> nuovaala sud.L’ingresso principale è stato spostato in mododa allineare l’atrio con il nucleo storico del museo.Il punto d’incontro all’angolo tra Dundas e McCaulStreet, accessibile ai pedoni, comprende negozi,ristoranti, un teatro e uno spazio riservato a progettid’arte contemporanea raggiungibili dalla strada.Elementi chiave <strong>della</strong> ristrutturazione dell’Art Galleryof Ontario sono la luce e l’esposizione all’ambientecircostante. La luce naturale che irrompe dai molteplicilucernari ricavati nelle gallerie e le facciate in vetroconferiscono grande intensità all’esperienza visivaall’interno del museo. L’uso del vetro permettela vista del Grange Park a sud e di Dundas Streeta nord, collegando il museo all’ambiente urbanoche lo circonda.Area Area ristrutturata: 17.000 m 2 circa / area di nuova costruzione: 8918 m 2 / area totale: 51.096 m 2Calendario Inizio progetto: 2000 / inizio costruzione: 2005 / completamento: 2008ArchitettoDesign PartnerProject DesignerProject PartnerProject ManagerProject TeamGehry Partners, LLPFrank O. GehryCraig WebbBrian AamothJeffrey WauerLaura Bachelder, Susan Beningfield, Henry Brawner, Peter Buffington, Zachary Burns, Lisa Cage, Leon Cheng,Cara Cragan, Rogan Ferguson, Anna Marie Flaherty, Craig Gilbert, Douglas Glenn, Elizabeth Grace, Jeff Guga,Leif Halverson, David Hardie, Patrick Hwang, Randy Jefferson, Laura Killam, Su Kim, Nathalie Kull, Julie Lai,Natalie Magarian, Colby Mayes, George Metzger, David Pakshong, Apurva Pande, John Passmore,Douglas Pierson, Ronald A. Rosell, Jason Tax, Lauren Taylor, Karen Tom, Stephen Traeger, Aaron Turner,Monica Valtierra-Day, Heather Waters, Adam Wheeler


The Jay Pritzker PavilionChicago, IllinoisSituato all’interno di Grant Park, tra Michigan Avenuee Columbus Drive, lungo le rive del lago Michigan,il Jay Pritzker Pavilion è un spazio all’aperto che ospitaesibizioni <strong>della</strong> Grant Park Symphony Orchestra,ma anche concerti di jazz e world music.Il Pavilion è un elemento di design dalla naturaaltamente scultorea rivestito con pannelli di acciaioinossidabile. La zona del palco è invece rivestita diabete americano. Il Pavilion è visibile dalle stradecittadine circostanti e si propone come punto focaleper il nuovo Millennium Park. Presenta una seriedi gradinate mobili che accolgono un’orchestracomposta da centoventi elementi e una gradinataper un coro fino a centocinquanta membri. Le areedel retroscena sono condivise con l’attiguo Musicand Dance Theater. Grandi porte di vetro permettonol’uso del Pavilion nei mesi invernali per eventi pubblicicome pranzi e cene di gala, ricevimenti e conferenze.Un sistema di illuminazione ornamentale valorizzail Pavilion con getti di luce colorata e proiezionidurante gli spettacoli serali.I posti a sedere per il pubblico si trovano in due zone:quella principale dispone di quattromila sedili fissied è ubicata nelle immediate adiacenze del Pavilion;alle sue spalle, una zona con tappeto erboso accoglieancora fino a settemila persone in un ambiente piùinformale.L’audio delle esecuzioni è rafforzato e amplificatoda gruppi di altoparlanti collocati di fronte al Pavilion.Inoltre, un impianto dislocato di rinforzo e amplificazionedel suono è sospeso a un graticcio che coprel’intera area del prato, che misura 56 x 28 metri.Questo sistema sonoro offre al pubblico un sensopiù pieno del suono prodotto sul palco e tienesotto controllo il volume nel quartiere circostante.Il graticcio, che ha la forma di una cupola appiattita,è costituito da tubi di acciaio ricurvi posti a unadistanza di 20 metri l’uno dall’altro ed è sorrettoda piloni cilindrici di calcestruzzo rivestiti con pannellidi acciaio inossidabile.Il Pavilion si trova sopra un parcheggio interrato su trelivelli. In corrispondenza di quello più basso passanouna corsia per autobus e i binari <strong>della</strong> metropolitana,che corrono in prossimità di Grant Park.Un ponte pedonale lungo 293 metri che attraversaColumbus Drive collega il Pavilion alla zona orientaledi Grant Park e alle rive del lago Michigan. Il ponte,di legno Pau Lupe e acciaio inossidabile, fungeda smorzatore acustico per i rumori del trafficoche scorre al di sotto.Area 16.723 m 2Calendario Inizio progetto: 1999 / inizio costruzione: 2001 / completamento: 2004Riconoscimenti Best Public Space, Wallpaper Design Awards, 2004Merit Award, Structural Engineers Association of Illinois, 2005Merit Award (BP Bridge), National Steel Bridge Alliance, 2005ArchitettoDesign PartnerProject DesignerProject ArchitectProject TeamGehry Partners, LLPFrank O. GehryCraig WebbManoucher EslamiReza Bagherzadeh, Chris Banks, Saffet Bekiroglu, Tom Besai, James Jackson, Leigh Jerrard, Kurt Komraus,Jason Luk, David May, Christopher Mazzier, Frank Medrano, Sy Melgazo, Napoleon Merana, Christopher Mercier,Julianna Morais, Diego Petrate, Lynn Pilon, Birgit Schneider, Tensho Takemori, Karen Tom, Scott Uriu, Adam Wheeler


Fondation Louis VuittonParigi, FranciaLa Fondation Louis Vuitton, in tutto 8900 metriquadrati, sorgerà presso il Jardin d’Acclimatation,accanto al Bois de Boulogne, nella zona occidentaledi Parigi. L’edificio segnerà l’entrata al giardinocon un androne al pianterreno che fungerà daingresso anche per il museo. Questo atrio centraleè pensato come un vivace spazio sociale, con unacaffetteria e un centro di documentazione interattivo.Direttamente accanto all’entrata è collocato un ampiospazio polivalente accessibile al pubblico, che puòessere usato come auditorium da trecentoquarantaposti o come ambiente per mostre o eventi.La Fondation comprende una serie di strutturedidattiche per bambini volte a integrare quellegià presenti all’interno del giardino.L’edificio sarà occupato dal museo per 3200 metriquadrati, comprendenti una serie di gallerieprogettate per accogliere sia la collezionepermanente, sia mostre temporanee. Il museoincluderà anche vari “padiglioni”, ciascuno dei qualisarà dedicato a installazioni site-specific createda singoli artisti.Grandi pareti di vetro offriranno vedute mozzafiatoai visitatori durante i loro spostamenti da una galleriaall’altra, integrando il paesaggio nell’esperienzadel museo e creando un forte legame tra questoe il Jardin d’Acclimatation. Opere d’arte site-specificcollocate nel giardino adiacente al museo rafforzerannoquesta relazione.L’uso del vetro quale elemento principale per l’esternoriveste un ruolo primario nell’architettura <strong>della</strong>Fondation Louis Vuitton. La sua trasparenza farà sìche l’edificio completi l’ambiente naturale circostante.Si auspica che la Fondation Louis Vuitton fungada ponte tra il Bois de Boulogne, l’enorme parcoall’estremità occidentale di Parigi, e il Jardind’Acclimatation, un parco giochi per bambini situatoal suo interno.Area 8.900 m 2Calendario Inizio progetto: 2005ArchitettoDesign PartnerProject DesignersProject PartnerProject ManagerProject ArchitectProject TeamGehry Partners, LLPFrank O. GehryEdwin Chan, Craig WebbTerry BellLaurence TigheThomas KimLaura Bachelder, Lizbeth Barcena, Caroline Binachon, Vartan Chalikian, Paul Davis, Cyril Desroche,Christoph Groth, Richard Horth, Krikor Hovaguimian, Charles Jones, Charalambos Kannavias, Paul Kibayashi,Teak Kim, Kumiko Koda, Paul Locke, Rafael Lopez, David O’Brien, Tonya Ohnstad, Guvenc Ozel, Alejo Paillard,Lukas Raeber, Shridar Rao, Gregory Saboka, Marc Salette, Stanley Su, Norihito Toyama, Paola Vezzulli,Jessica Voigt, Geoffery Von Oeyen


Edificio IACNew York, New YorkI nuovi uffici <strong>della</strong> IAC, situati a New Yorknel quartiere di West Chelsea, sono stati sviluppatiin collaborazione con la Georgetown Company,una società immobiliare privata diversificatacon sede a Manhattan. L’edificio è il fiore all’occhiellonewyorkese <strong>della</strong> società e sorge tra 18 th e 19 th Street,di fronte ai Chelsea Piers e al complesso ricreativodel quartiere.La nuova sede <strong>della</strong> IAC è una torre di nove pianicon una facciata in vetro scolpito che sorge suun sito di 2729 metri quadrati sul lato orientaledi 11 th Avenue. Comprende un parcheggio sotterraneoausiliario per settanta automobili e si elevaper 47,24 metri dal livello del marciapiede.La struttura di cemento ha una facciata in vetroisolata e provvista di uno speciale rivestimentocon particelle di ceramica integrate per migliorarel’efficienza energetica.Le pareti diagonali dell’edificio, le colonne inclinatee gli spazi irregolari hanno permesso la diversificazionedelle configurazioni e <strong>degli</strong> uffici open space.All’esterno dell’atrio si apre un cortile pensatoper ospitare eventi.ClienteIAC / InterActiveCorpArea 12.077 m 2Calendario Inizio progetto: 2003 / inizio costruzione: 2004 / completamento: 2007ArchitettoDesign ManagerDesign PartnerProject ArchitectGehry Partners, LLPFrank O. GehryCraig WebbJohn Bowers


Edificio in Beekman StreetNew York, New YorkL’edificio di Beekman Street sorge su un sito di 3902metri quadrati nella Lower Manhattan. Si tratta di unatorre di settantacinque piani a uso misto che ospitalocali scolastici (dall’asilo all’ultimo anno <strong>della</strong> scuolapubblica), uffici del New York Downtown Hospitale oltre novecento unità abitative.Le sue proporzioni classiche seguono le regoledell’architettura newyorkese sulle rientranze, creandola tipica configurazione “a torta nuziale”. La torre diappartamenti rivestita di acciaio inossidabile si elevada un basamento rivestito di mattoni color camoscioche costituisce un semplice piedistallo per la formascultorea <strong>della</strong> struttura sovrastante. Questa partedi edificio è occupata da una scuola pubblica, checopre i gradi d’istruzione dall’asilo all’ultimo annodelle superiori, dagli uffici, dall’atrio del condominioe da un piccolo spazio commerciale. Sul tettodel basamento si trovano una piscina copertae altre strutture per i residenti.La parete esterna <strong>della</strong> torre si increspa in morbidepieghe che richiamano quelle di un tessuto. Questaconfigurazione si ispira al drappeggio classicodelle sculture di Gian Lorenzo Bernini. Le finestre<strong>degli</strong> appartamenti si aprono in questo scultoreorivestimento di acciaio inossidabile. Emergendo incorrispondenza del culmine delle pieghe, le finestrediventano bovindo provvisti di sedili all’interno<strong>degli</strong> appartamenti. Lo scintillante rivestimentocattura la luce solare <strong>della</strong> sera in maniera simileal Chrysler Building, riflettendo un bagliore tenuenutrito dai colori del cielo, del fiume e <strong>degli</strong> edificicircostanti.A causa del complesso disegno <strong>della</strong> parete esterna<strong>della</strong> torre, ciascun piano ha una configurazionediversa. Ogni unità abitativa assume una forma unicain corrispondenza del punto di unione con la facciata.L’articolata geometria <strong>della</strong> superficie <strong>della</strong> paretea cortina è mappata con Digital Project,una piattaforma software sviluppata dalla GehryTechnologies. Molti dei subappaltatori del progettouseranno questo modello digitale per fabbricare ecostruire alcuni <strong>degli</strong> elementi principali dell’edificio.L’impresa che ha in subappalto il muro non portante– Permasteelisa USA – sta usando il modello perfabbricare pannelli nel suo stabilimento altamentemeccanizzato.Il sito si trova tra Spruce Street a nord e BeekmanStreet a sud. Sia a est che a ovest dell’edificiosi aprono due piazze interne all’isolato disegnatein collaborazione con Field Operations e Piet Oudolf.La piazza occidentale crea il contesto paesaggisticoper una porta carraia che permette ad automobilie pedoni di accedere ai vestiboli <strong>degli</strong> appartamenti.Una tettoia scultorea disegnata da Frank Gehryfa da soffitto alla porta carraia e all’atrio e trasmettea chi vi arriva il senso dell’unità del luogo.L’edificio è situato in una zona <strong>della</strong> Lower Manhattancon poche altre torri, vicino alla City Hall e al suomagnifico parco. Il Woolworth Building di CassGilbert e il ponte di Brooklyn, punti di riferimentonel paesaggio di Manhattan, sono i suoi vicini piùprossimi. Con i suoi oltre 260 metri d’altezza, unavolta completato sarà un acquisto importante per loskyline newyorkese e il più alto edificio residenzialedi Manhattan e fornirà, nel contempo, spazio preziosoalla comunità newyorkese.Area 102.193 m 2Calendario Inizio progetto: 2003 / inizio costruzione: 2007 / completamento previsto: 2010ArchitettoDesign PartnerProject PartnerProject DesignerProject Architect / ManagerProject TeamGehry Partners, LLPFrank O. GehryTerry BellCraig WebbJohn BowersSaffet Bekiroglu, Susan Beningfield, Berenika Boberska, Henry Brawner, Gesa Buettner, Sarah David,Shikha Doogar, Liron Elkan, Manoucher Eslami, Craig Gilbert, Jaeson Greer, Joanne Heinen, Faris Hermiz,Mark Homes, Claire Imatani, Betty Kassis, Michael Kilkelly, Kumiko Koda, Gregory Kromhout, Julie Lai,Irwin Larman, Shawn Leong, Yeekai Lim, Sabrina Lupero, Gerhard Mayer, Alvar Mensana,R. Scott Mitchell, Julianna Morais, Judith Mussel, Amy Nicholson, John Passmore, Steve Price, Rui Sato,Jennifer Seely, Michael Sims, Ian Stuart, John Szlachta, Stacey Thomas, Karen Tom, Monica Valtierra-Day,Lucianna Vidal, Shailesh Virley, Anne Whitacre, Leslie Wilson, Yuichiro Yamaguchi


Frank O. Gehrydal 1997Germano CelantCatalogo <strong>della</strong> mostra2009, Skira/La Triennale di Milanoedizione inglese e italiana, 28 x 30 cm320 pagine, 532 colori, cartonatoISBN 978-88-572-0178-8 I, -0179-5 E70,00 euroL’unica monografia completa sugli ultimi dodici annidi attività del grande architetto. Il volume, pubblicatoin occasione <strong>della</strong> grande esposizione a cura diGermano Celant presso la Triennale di Milano, riuniscetutti i progetti di Frank O. Gehry realizzati a partiredall’importante svolta stilistica del 1997, costituitadal Guggenheim Museum di Bilbao, fino ad oggi.Introdotto da un saggio critico di Germano Celant,il catalogo ripercorre dal 1997 i recenti progettidell’architetto vincitore del Pritzker Architecture Prize1989, per la maggior parte inediti, attraverso i disegnia mano, i disegni di studio, le elaborazioni in 3D,i modelli e le fotografie del costruito: dal Walt DisneyConcert Hall di Los Angeles (1989-2003) a DZ BankBuilding di Berlino (1995-2001), dal Jay PritzkerPavilion di Chicago (1999-2004) alla Corcoran Gallerydi Washington DC (1999-2005), dal The ExperienceMusic Project di Seattle (1995-2000) a AGO - ArtGallery of Ontario (2000-2008), dall’InteractiveCorporation Headquarter di New York (2003-2007)al complesso abitativo di Beekman Street a New York(2003-2009), fino al resort Atlantis Sentosa diSingapore e alla sede di Abu Dhabi del GuggenheimMuseum, la progettazione dei quali è cominciatatra il 2005 e il 2006.Germano Celant è dal 1995 Direttore <strong>della</strong><strong>Fondazione</strong> Prada (Milano), dal 2007 è Curatore<strong>della</strong> <strong>Fondazione</strong> Aldo Rossi (Milano), dal 2008è Curatore <strong>della</strong> <strong>Fondazione</strong> Emilio e AnnabiancaVedova (Venezia), mentre dal 2009 è responsabilescientifico per Arte e Architettura <strong>della</strong> Triennale(Milano).Dal 1989 al 2008 è stato Senior Curator per l’artecontemporanea del Solomon R. GuggenheimMuseum di New York. Conosciuto internazionalmenteper la sua teorizzazione dell’Arte povera, nel 1987ha ricevuto il Frank Jewett Mather Award, massimopremio statunitense per la critica d’arte. Nel 1997è stato curatore <strong>della</strong> XLVII Biennale di Venezia. Nel2004 è stato Supervisore artistico per Genova 2004,Capitale Europea <strong>della</strong> Cultura, nel cui ambitoha curato la mostra Arti&Architettura, 1900-2000.Dal 1977 è contributing editor di “Artforum” e dal1991 di “Interview”, New York; dall’ottobre 1999collabora per il settimanale “L’Espresso”, Roma.


Frank O. Gehrydal 1997Triennale di Milano27.09.2009_10.01.2010Mostra e catalogo a cura diGermano Celantin collaborazione conFrank O. GehryeGehry Partners, LLPRicerca scientifica e coordinamentoChiara SpangaroconEdwin ChanPaul LockeMeaghan LloydJoyce Shindi Gehry Partners, LLPCollaborazioneAmy AchornMarcella FerrariLaura StellaTensho TakemoriCoordinamento organizzativoRoberta Sommariva, Violante Spinelli BarrileSettore Iniziative, La Triennale di MilanoProgetto di allestimento e graficaStudio Cerri & AssociatiPierluigi CerriAlessandro Colomboin collaborazione conFrancesca CeccoliMarta MoruzziFrancesca StaccaVideoUltan GuilfoyleHanif Janmohamed, Vanilla 5 CreativeRealizzazione disegni a pareteNausicaa Ber benniAndrea RomanoArianna VaniniCoordinamento tecnicoNick Bellora, Marina GerosaUfficio Servizi Tecnici, La Triennale di MilanoUfficio stampaAntonella La Seta CatamancioDamiano Gullì, Marco Martello,Mattia PozzoniUfficio Stampa, La Triennale di MilanoRealizzazione allestimento e graficaEurostands SpaSistema di illuminazioneiGuzziniImpianto luciMarzoratimpiantiTrasportiCrown Fine ArtsAssicurazioniLloyd’s tramite Progress Insurance BrokerServizi TecniciKoinéCon il supporto diMain sponsorMedia partnerPartner tecniciRingraziamentiArnell GroupCapitalandGehry Technologies, Inc.Greg Lynn FormImaginary ForcesKerzner InternationalKirsten Kiser, ArtspaceSanne Lindhardt, DACDanish Architecture Centre, CopenhagenLVMH Moët Hennessy - Louis VuittonAntonietta Mirabelli, AGOArt Gallery of Ontario, TorontoRoberta VerteramoJuan Ignazio Vidarte, Lucia Aguirre con Irune Otxoa,Guggenheim Museum Bilbao, Bilbao


<strong>Fondazione</strong> La Triennale di MilanoConsiglio d’AmministrazioneDavide RampelloPresidenteMario Giuseppe AbisGiulio BallioRenato BesanaEnnio BrionFlavio CaroliAngelo Lorenzo CrespiClaudio De AlbertisAlessandro PasquarelliCollegio dei Revisori dei contiSalvatore Percuoco PresidenteMaria Rosa FestariDirettore GeneraleAndrea CancellatoComitato scientificoAldo Bonomi, industria, artigianato, societàFrancesco Casetti, nuovi media, comunicazionee tecnologiaGermano Celant, arte e architetturaSeverino Salvemini, economia <strong>della</strong> culturaSettore Affari GeneraliAnnunciata Marinella AlberghinaFrancesca De MatteiLaura MaeranFranco RomeoSettore Biblioteca, Documentazione, ArchivioTommaso TofanettiMichela BenelliElisa BrivioClaudia Di MartinoCristina PerilloElvia RedaelliSettore IniziativeLaura AgnesiRoberta SommarivaViolante Spinelli BarrileUfficio Servizi TecniciPierantonio RamaioliFranco OlivucciAlessandro CammarataXhezair PulajUfficio Servizi AmministrativiGiuseppina Di VitoPaola MontiUfficio StampaAntonella La Seta CatamancioDamiano GullìMarco MartelloMattia PozzoniTriennale di Milano Servizi SrlConsiglio d’AmministrazioneSilvia Corinaldi Rusconi Clerici, PresidenteMario BoselliAndrea Cancellato, Consigliere DelegatoCollegio dei Revisori dei contiFrancesco Perli, PresidenteDomenico SalernoMaurizio ScazzinaUfficio IniziativeMaria Eugenia NotarbartoloUfficio Servizi TecniciMarina GerosaNick BelloraUfficio Servizi AmministrativiAnna Maria D’IgnotiIsabella MicieliUfficio Marketing e ComunicazioneValentina BarzaghiMaria Chiara PiccioliOlivia PonzanelliPartner Istituzionali <strong>della</strong> Triennale di Milano<strong>Fondazione</strong> Museo del DesignConsiglio d’AmministrazioneArturo Dell’Acqua Bellavitis, PresidenteGianluca BocchiMaria Antonietta CrippaDirettore GeneraleAndrea CancellatoCollegio SindacaleSalvatore Percuoco, PresidenteMaria Rosa FestariAndrea VestitaTriennale Design MuseumDirettoreSilvana AnnicchiaricoAttività museoRoberto GiustiRicerche musealiMarilia PederbelliCollezioni e Rete dei GiacimentiGiorgio GalleaniUfficio iniziativeCarla MorogalloWeb designerCristina ChiappiniLaboratorio di Restauro, Ricercae Conservazionein collaborazionecon il Politecnico di MilanoDipartimento di Chimica, Materialie Ingegneria Chimica - Sezione MaterialiResponsabili <strong>della</strong> RicercaMarinella LeviLucia TonioloRestauratriceRoberta VerteramoRicercatrice PhD StudentFrancesca TojaLogisticaGiuseppe UtanoPartner fondatore del Triennale Design Museum


Triennale di MilanoTriennale Design MuseumMINI & Triennale CreativeSetTriennale DesignCaféTriennale BovisaTriennale di Milano IncheonCorea del SudMostre in programmaEdizione in corsoMostre in programmaMostre in corsoMostre in programmaMostre in corsoMostre in programmaMostre in programmaRoger Ballen 1982-20097 ottobre - 8 novembre 2009La città fragile19 novembre 2009 - 10 gennaio 2010Seconda interpretazioneSerie Fuori Seriedal 21 marzo 2009La seconda interpretazione di Triennale Design Museum illustrail paesaggio contemporaneo del design italiano che dalla ricercasperimentale arriva fino ai mercati di massa, usando sia materialiartigianali, sia tecnologie avanzate, e dalle imprese start up arrivafino alle grandi imprese globalizzate. Il titolo Serie Fuori Serie indicagli estremi di un circuito dinamico dove la produzione industrialericeve energia dalla sperimentazione più avanzata e autonoma<strong>della</strong> ricerca indipendente e, viceversa, quest’ultima si alimentain un contesto produttivo che prevede anche il prototipofuori serie e il pezzo unico.Martino Gamper5 ottobre - 8 novembre 2009Lorenzo Damiani23 settembre - 25 ottobre 2009Massimiliano Adami3 novembre - 22 novembre 2009Matteo Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti [deepdesign]2 dicembre - 10 gennaio 2010Paolo Ulian12 gennaio - 28 febbraio 2010Gioielli di Carta15 settembre - 25 ottobre 2009Ceramica d’este27 ottobre - 29 novembre 2009Il gesto del suono 2.01 ottobre - 1 novembre 2009Atelier Bovisa Sandro Chia10 novembre 2009 - 15 gennaio 2010Triennale Design MuseumPrima InterpretazioneLe Sette Ossessioni del Design Italianodal 15 settembre 2009


Triennale di Milano IncheonCorea del SudGiovedì speciale TriennaleVisite guidateVisitatori singoliGruppiInformazioni e prenotazioniTutti i giovedì sera la Triennale di Milanorimane aperta fino alle 23:00.Dalle 19.00 un solo biglietto da 10,00 europermette di visitare tutte le mostre,il Triennale Design Museum e prendere un aperitivoal Triennale DesignCafé (fino alle 21:00).La Triennale di Milano, in collaborazione con Ad Artem,mette a disposizione dei visitatori un qualificato serviziodi visite guidate in lingua italiana, francese e inglese.In occasione del Giovedì Speciale Triennale è stato istituitoun servizio di visite guidate per i visitatori singoli:alle ore 20:00 di tutti i giovedì di apertura <strong>della</strong> mostra.Prenotazione obbligatoria.Costo a persona: 5,00 euro + bigliettoGratuito per i minori di 6 anniLe visite guidate per gruppi hanno una durata di 90 minuti circa.I gruppi si intendono formati da un minimo di 15e da un massimo di 25 persone. Prenotazione obbligatoria.Ad ArtemT + 39 02 6597728www.adartem.itinfo@adartem.it

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