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Insieme perché, insieme per chi - Chiesa Evangelica Valdese

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ministeri. Così la <strong>chi</strong>esa ha anche il compito di guidaree sovrintendere gli individui <strong>chi</strong>amati. Questaresponsabilità di soprintendenza e guida può essereaffidata a speciali ufficiali della <strong>chi</strong>esa.3. L’Unità della <strong>chi</strong>esaPoiché la <strong>chi</strong>esa è il corpo di Cristo, la sua unitàè da lui provveduta. L’unità della <strong>chi</strong>esa non è fondamentalmentela conseguenza o il prodotto delleattività, degli sforzi o delle lotte umane, ma dipendedalla <strong>chi</strong>amata di Cristo a incontrasi nel suonome. L’unità data dell’unica <strong>chi</strong>esa di Cristo potrebbeessere offuscata dal peccato, dal male e dallalotta <strong>per</strong> la verità, ma non può essere cancellata.L’unità quindi non deve essere ottenuta, ma deveessere sco<strong>per</strong>ta. L’unità della <strong>chi</strong>esa non significauniformità, ma la sco<strong>per</strong>ta che un’altra comunitàcristiana proclama, celebra e serve lo stesso vangelodi Gesù Cristo nella sua propria lingua, pietà,cultura e tradizione (At. 2). Perciò l’unità della <strong>chi</strong>esaè realizzata nella diversità riconciliata.Per le <strong>chi</strong>ese della Cpce, l’unità è data come«comunione di <strong>chi</strong>ese» quando la proclamazionedella parola e l’amministrazione dei sacramenti secondoil vangelo sono reciprocamente riconosciuti.In questo caso la comunione di <strong>chi</strong>ese deve esseredi<strong>chi</strong>arata e le comunità si comprendono una conl’altra come vera espressione dell’unica <strong>chi</strong>esa diGesù Cristo.Per i battisti la base dell’unità è l’essere nel corpodi Cristo e non il battesimo. Ciò riconosce l’evidenzadell’o<strong>per</strong>a dello Spirito negli altri credenti,nei termini dei doni e dei frutti dello Spirito.Nonostante le differenze di interpretazione, noiriconosciamo la presenza della vera <strong>chi</strong>esa di GesùCristo gli uni negli altri. Come cristiani di differentitradizioni noi possiamo condividere la santa comunionee riconoscere il ministero di coloro chesono ordinati presbiteri (pastori) nelle <strong>chi</strong>ese degliuni e degli altri.4. La <strong>chi</strong>esa è il popolo escatologico di DioLa <strong>chi</strong>esa è una entità sia visibile sia invisibile.Perciò deve essere compresa come il popoloescatologico di Dio la cui vera estensione e compiutaunità sarà rivelata nel tempo del ritorno diCristo (parousia). Ciò implica che le <strong>chi</strong>ese nondovrebbero condannarsi le une le altre, ma dovrebberosforzarsi di realizzare la <strong>chi</strong>esa a immagine diCristo. Questo implica anche che la strutturaorganizzativa della <strong>chi</strong>esa, sia essa episcopale,congregazionalista o sinodale, non dovrebbe giocareun ruolo decisivo, se le <strong>chi</strong>ese vogliono compiere<strong>insieme</strong> la loro <strong>chi</strong>amata a essere la <strong>chi</strong>esa diGesù Cristo.PARTE IVSOMMARIO E DOMANDE1. Abbiamo trovato accordo sui temi più importantidella dottrina cristiana, specialmente circa lacomprensione dell’atto di Dio di salvezza in Cristo,del vangelo, della fede, e della <strong>chi</strong>esa.2. Questo accordo sulla comprensione del vangeloci dovrebbe fortemente incoraggiare a sforzarci<strong>per</strong> una più stretta comunione nella testimonianzae nel servizio. Quindi invitiamo tutti cristianidelle comunità locali e delle <strong>chi</strong>ese membro dellenostre rispettive comunità a lavorare <strong>insieme</strong> inogni modo responsabile <strong>per</strong> compiere la nostra vocazionemissionaria.3. Nonostante questo largo margine di accordoe mutuo riconoscimento, rimane una importantebarriera alla piena realizzazione della comunioneecclesiale. Per quanto riguarda la questione dellacorretta amministrazione del battesimo, rimangonodifferenze che non possono essere completamentesu<strong>per</strong>ate dagli approcci proposti nella parte seconda.4. Le <strong>chi</strong>ese della Cpce possono riconoscere chela pratica battista di battezzare solamente i credentiche <strong>chi</strong>edono il battesimo e che hanno fatto unaconfessione di fede prima del battesimo è una praticaappropriata secondo il vangelo. Ma le <strong>chi</strong>esedella Cpce reclamano che anche il battesimo degliinfanti di genitori cristiani è una possibilità in accordocon il vangelo. Quando il battesimo dei credentiè amministrato in comunità battiste a coloroche sono stati già battezzati da bambini, le <strong>chi</strong>esedella Cpce <strong>per</strong>cepiscono ciò come la negazionedella validità di questo sacramento <strong>per</strong> questa ragioneesse debbono rigettare tale pratica che dalloro punto di vista costituisce un inammissibile ribattesimo,cioè, l’amministrazione di un sacramentoche non è secondo l’evangelo.5. Le <strong>chi</strong>ese battiste si sentono obbligate dallaloro comprensione della testimonianza biblica apraticare solamente il battesimo dei discepoli credentiessendo ciò secondo l’evangelo. Molte <strong>chi</strong>esebattiste non possono accettare il battesimo degliinfanti che è stato amministrato in altre <strong>chi</strong>ese comebattesimo valido. Questo è specialmente nel casoin cui un battesimo di un bambino non è stato seguitoda una educazione cristiana. Perciò esse noncomprendono i battesimi come ri-battesimi quandobattezzano coloro che sono stati battezzati da bambini.6. Fino a quando queste differenze <strong>per</strong>sisterannodovremo fare i conti con il fatto che abbiamouna differente amministrazione del sacramento del19

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