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Il clima del Varesotto - Unione degli Industriali della provincia di ...

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TERRITORIOTerritorio<strong>Il</strong> <strong>clima</strong> <strong>del</strong><strong>Varesotto</strong>Acqua, aria, terra, fuoco in <strong>provincia</strong> <strong>di</strong> Varese.Dopo la puntata sull’acqua (Varesefocus n.5/2009) ecco quella sull’aria a spiegare il perché<strong>di</strong> certi fenomeni. Come il freddo in brughiera o lapersistenza <strong>del</strong>la neve sulle piste <strong>di</strong> sci da fondo aBrinzio e in Valganna.<strong>Il</strong> <strong>clima</strong> <strong>del</strong> <strong>Varesotto</strong> è fortemente influenzato dallarelativa vicinanza <strong>del</strong>la barriera alpina e <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong>Me<strong>di</strong>terraneo. Tuttavia sono molteplici i fattori che necaratterizzano la variabilità a scala locale. Capita quin<strong>di</strong>che a breve <strong>di</strong>stanza da Varese sia possibile fare sci <strong>di</strong>fondo a quote molto basse per tutto l’inverno suscitandol’invi<strong>di</strong>a <strong>di</strong> più blasonate località alpine. <strong>Il</strong> territorio<strong>provincia</strong>le può essere sud<strong>di</strong>viso essenzialmente in 3 zone:alto, me<strong>di</strong>o e basso <strong>Varesotto</strong>. <strong>Il</strong> primo è caratterizzatodalla presenza dei rilievi prealpini e <strong>di</strong> valli situate a bassaquota (Valganna, Valtravaglia, Valmarchirolo, Valceresio eValcuvia). <strong>Il</strong> secondo compren<strong>del</strong>e zone pedemontane costituitedalle colline moreniche formatesidall’ultima grande glaciazione,tra le quali sono incastonati ilaghi <strong>di</strong> Varese, Monate eComabbio. <strong>Il</strong> basso <strong>Varesotto</strong>racchiude le zone <strong>del</strong>l’altapianura che <strong>di</strong>gradano verso ilmilanese, e le valli <strong>del</strong> Ticino e<strong>del</strong>l’Olona. Tuttavia a scalamicro<strong>clima</strong>tica esistono ulteriori<strong>di</strong>fferenziazioni legate ad alcunielementi peculiari <strong>del</strong> territorio.La presenza dei rilievi alpinie prealpini induce una serie<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche sulle correntiche tendono adattraversarli. A seconda<strong>del</strong>la provenienza sipossono avere caldo esecco o pioggia intensa.L’INVERSIONE TERMICANella troposfera, lo strato <strong>di</strong> atmosfera prossimo al suolospesso circa 10-15 km, la temperatura <strong>di</strong>minuisce con laquota me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong> circa 6,5°C ogni 1.000 metri.Esistono tuttavia <strong>del</strong>le situazioni in cui la temperatura,anziché <strong>di</strong>minuire, tende ad aumentare a causa <strong>del</strong>lapresenza <strong>di</strong> strati <strong>di</strong> aria fredda alle basse quote. E’quello che accade frequentemente nella stagioneinvernale quando un anticiclone insiste per più giorni sulnord Italia. Sulla pianura padana l’aria a contatto con ilterreno gelido si raffredda originando <strong>degli</strong> strati <strong>di</strong>spessore variabile qualche centinaio <strong>di</strong> metri, chiamatispesso anche “cuscini”. L’aria fredda, essendo più densa<strong>di</strong> quella calda, tende ad accumularsi nelle conche enelle pianure e giorno dopo giorno si raffreddamantenendo la temperatura su valori molto bassi anchedurante la giornata.Durante i perio<strong>di</strong> caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong>inversioni termiche l’atmosfera è molto stabile e i motiverticali sono inibiti. Gli inquinanti emessi dal trafficoveicolare e dalle attività civili e industriali non vengonorimescolati e si accumulano ad “altezza polmoni”.Queste situazioni si verificano frequentemente nelle zone<strong>del</strong> basso <strong>Varesotto</strong>, specialmente <strong>del</strong>la brughiera, enelle valli. L’aria fredda può stazionare per giorni finchènon sopraggiunge una perturbazione atlantica oppureirrompe il vento da Nord. Le temperature minime alivello <strong>provincia</strong>le si raggiungono in queste situazioni. Ivalori minimi nei fondovalle <strong>del</strong>la Valganna, <strong>del</strong>laValtravaglia e <strong>del</strong>la Valmarchirolo, e nelle zone <strong>di</strong>brughiera, possono scendere anche sotto i -10°C. Loscarto termico con Varese città può arrivare a 6-8°C.Le nevicate abbondanti sono quasi sempre frutto <strong>del</strong>loscorrimento <strong>di</strong> aria più mite su questi “cuscini”<strong>di</strong> aria fredda.LO SBARRAMENTOLa presenza dei rilievi alpini e prealpini induceuna serie <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche sulle correnti chetendono ad attraversarli. A seconda <strong>del</strong>laprovenienza si possono avere caldo e secco opioggia intensa. Quando i venti provenientidai quadranti meri<strong>di</strong>onali incontrano le Prealpisono costretti a sollevarsi per superare i rilievi.<strong>Il</strong> sollevamento produce un’espansione <strong>del</strong>l’ariache quin<strong>di</strong> si raffredda condensando parte <strong>del</strong>vapore acqueo in essa contenuto dando così origine anubi e precipitazioni. Generalmente le masse d’aria cheprovengono da Sud sono miti e si umi<strong>di</strong>ficanosorvolando il mare Tirreno, nel caso <strong>del</strong> Libeccio, ol’Adriatico, nel caso <strong>del</strong>lo scirocco. Pertanto leprecipitazioni che si formano possono essere moltointense e durature se l’afflusso <strong>di</strong> correnti meri<strong>di</strong>onali nonsi interrompe. Gli eventi alluvionali più importanti si44 VARESEFOCUS - Anno X - n.6


Territorioverificano quando tali configurazioni persistono peralcuni giorni a causa <strong>di</strong> un promontorio anticiclonico “<strong>di</strong>blocco” stazionario sull’Europa orientale. L’azione <strong>del</strong>sollevamento orografico è anche responsabile <strong>del</strong>lamaggior quantità <strong>di</strong> precipitazioni estive che si registra aridosso dei rilievi.Ed èLa presenza dei laghiinfluenza il <strong>clima</strong> anchegrazie alla grande capacitàtermica <strong>del</strong>l’acqua e quin<strong>di</strong><strong>del</strong>l’elevata inerzia termicache mitiga i rigori invernalie rende gradevole ilsoggiorno estivo.essenzialmente pertale motivo che lapluviometria variadai 1.100 mm<strong>del</strong>l’alta pianurafino a 2.400 mmdei rilieviprealpini.IL FAVONIOQuando lasituazione si inverte, ovvero le correnti tendono aprovenire dai quadranti settentrionali, il <strong>clima</strong> risultageneralmente secco e mite. Raffiche <strong>di</strong> vento molto fortipossono raggiungere le zone pedemontane e talvoltairrompere nella pianura. I venti più sostenuti siraggiungono in queste con<strong>di</strong>zioni, con velocità chepossono superare i 70 km/h. L’umi<strong>di</strong>tà relativa puòcrollare a valori desertici fino a raggiungere il 10-15%mentre la temperatura può salire <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> 10-15°C.L’effetto favonico si verifica con maggiorfrequenza sulle zone pedemontane.Capita infatti che, spesso, il favonio“galleggi” sopra le inversioni termiche<strong>del</strong>la pianura senza che riesca apenetrare alle basse quote. E’ per talemotivo che può capitare che una giornatainvernale a Varese sia limpida e mitementre a Malpensa sia freddo e fosco,con una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> temperatura fino a10°C.LAGHI E BOSCHIIn estate, sia nelle zone con presenza <strong>di</strong> vegetazione chein quelle prossime a corpi idrici (laghi o mare), latemperatura massima si mantiene generalmente su valoriinferiori a quelli <strong>del</strong>le zone urbanizzate. <strong>Il</strong> motivo è daricercare nei processi <strong>di</strong> evaporazione e traspirazione. Laprima è quella che interessa i bacini lacustri e l’acquacontenuta nel suolo. La transizione dalla fase liquida aquella gassosa comporta un assorbimento <strong>di</strong> caloredall’ambiente e ciò provoca una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>latemperatura. La traspirazione è la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> vaporeacqueo, che avviene attraverso gli stomi <strong>del</strong>le foglie, daparte <strong>del</strong>le piante. Più in generale si parla <strong>di</strong>evapotraspirazione per tenere conto <strong>di</strong> entrambe glieffetti.La presenza dei laghi influenza il <strong>clima</strong> anche grazie allagrande capacità termica <strong>del</strong>l’acqua e quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’elevatainerzia termica che mitiga i rigori invernali e rendegradevole il soggiorno estivo. L’effetto è maggiore sullezone rivierasche <strong>del</strong> Verbano e <strong>del</strong> Ceresio dove gliinverni sono più miti e spesso la neve lascia spazio allapioggia.L’AUMENTO DELLA TEMPERATURAChe faccia più caldo rispetto a 30 anni fa è un dato <strong>di</strong>fatto. Dall’analisi <strong>del</strong>la serie storica <strong>del</strong>le temperaturemisurate dal Centro Geofisico Prealpino, dal 1967 adoggi emerge che la temperatura me<strong>di</strong>a annua non hamai raggiunto i 13°C prima <strong>del</strong> 1988. Dopo <strong>di</strong> allora ilmuro dei 13°C è stato superato in ben 13 anni su 21.Anche il 2008 si è chiuso con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 13,4°C,lontano dai 14,1°C <strong>del</strong> cal<strong>di</strong>ssimo 2003 ma ben piùlontano dagli 11,4°C dei fred<strong>di</strong>ssimi 1972 e 1978. Inquesti ultimi 30 anni l’aumento è stato pari a circa1,6°C. L’incremento è più marcato nel periodo estivomentre la stagione invernale non sembra risentire <strong>degli</strong>effetti <strong>del</strong>l’attuale riscaldamento se si considera latemperatura me<strong>di</strong>a stagionale. Tuttavia facendoun’analisi più approfon<strong>di</strong>ta si nota che vi è stato unaumento <strong>del</strong>le temperature massimecontrobilanciato da una <strong>di</strong>minuzioneIn questi ultimi 30 annil’aumento <strong>del</strong>la temperaturame<strong>di</strong>a è stato pari a circa1,6°C, con un aumento<strong>del</strong>le temperature massimecontrobilanciato da una<strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>le minime.<strong>del</strong>le minime.QUELLA GELIDA BRUGHIERALa brughiera lombarda e piemonteseè caratterizzata da temperatureminime invernali molto basse che ininverno facilmente possono scenderesotto i -10°C in spazi aperti nonurbanizzati e con poca vegetazione.Oltre al minor soleggiamentoinvernale, caratteristico <strong>del</strong>le zone <strong>di</strong> pianura, e allaformazione <strong>di</strong> inversioni termiche con base al suolo, unodei motivi principali per cui <strong>di</strong> notte fa così freddo è laforte per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> calore per irraggiamento da parte deisuoli prevalentemente sabbiosi e ghiaiosi. Tale effetto èimportante tutto l’anno. Solo per fare un esempio, il 22giugno scorso nella brughiera vergiatese sono statimisurati 7,9°C. A Varese città non si è scesi sotto i13,7°C, con una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quasi 6°C.Gianluca BertoniTERRITORIOAnno X - n.6 - VARESEFOCUS45

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