internazionalizzazione 8
caree, colline dolcissime e aperte e curve termichemi<strong>ti</strong>gate dal mare. È un terroir che non risparmiala freschezza, ma che regala bocche in generale piùsuaden<strong>ti</strong>.Siamo sta<strong>ti</strong> abitua<strong>ti</strong> a ragionare su un concetto <strong>di</strong> qualitàche ha fatto poco i con<strong>ti</strong> con le <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> suoli esituazioni. Ci si è chies<strong>ti</strong> in generale se un vino fossebuono o cat<strong>ti</strong>vo, ma la domanda non arrivava allaprofon<strong>di</strong>tà della lettura del terroir. Questo è invece ilcuore del vino, il suo linguaggio più interessante, unconcetto <strong>di</strong> qualità che fa i con<strong>ti</strong> con il terroir e con lasua tra<strong>di</strong>zione. Oggi la domanda è <strong>di</strong>versa e ci si chiedese un vino sia coerente con il suo territorio, se neinterpre<strong>ti</strong> i canoni naturali o se sia figlio <strong>di</strong> una forzaturadell’uomo. L’uomo è parte del processo, ma nondeve mai stravolgerlo, deve interpretare, essere unostrumento, intuire quello che non è ancora esplicitoe renderlo leggibile. Il sangiovese è un vi<strong>ti</strong>gno idealeper questo, un fedele traduttore <strong>di</strong> terroir, una sfida<strong>di</strong>fficile a volte, ma sempre appassionante.I sangiovesi <strong>di</strong> Romagna, terroirper terroir.C’è una storia spar<strong>ti</strong>acque in Romagnaed è quella <strong>di</strong> Castelluccioe dei Ronchi dei Bal<strong>di</strong> che già neglianni ’80 producevano sangiovesistraor<strong>di</strong>nari che incantavano ilmondo. Erano vini sot<strong>ti</strong>li e duri,possiamo anche <strong>di</strong>re <strong>di</strong>fficili, viniche aprivano in Romagna, forsetroppo in an<strong>ti</strong>cipo, la stagione deivini <strong>di</strong> territorio. Ed infat<strong>ti</strong> Castelluccionon riuscì ad essere unmodello, era un pensiero tropporaffinato per la Romagna, troppoastratto forse. Ci sono volu<strong>ti</strong> oltre vent’anni per arrivarea <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> territorio e <strong>di</strong>versità e forse oggi sipuò finalmente cominciare a ragionare, finalmentesi può fare una esperienza vera in questo senso. Eccoallora i vini simbolo dei loro terroir, tan<strong>ti</strong> dei qualipremia<strong>ti</strong> come eccellenze dalle più importan<strong>ti</strong> guideitaliane.Sangiovese <strong>di</strong> Romagna Superiore Riserva DOC,Petrignone 2006 - Az. Tremon<strong>ti</strong>Petrignone ’06, vino sobrio e agile, quasi austero alnaso e che sprigiona una grande energia in boccadove è aperto e <strong>di</strong>steso e dove la tensione <strong>di</strong> un tanninofitto e maturo si esprime sulfilo <strong>di</strong> una aci<strong>di</strong>tà che regala caratteresenza alterare l’equilibriocomplessivo. È il vino delle argillepiù con<strong>ti</strong>nentali, quelle che menorisentono dell’influsso del mare.Sangiovese <strong>di</strong> Romagna Sup. RiservaDoc, Corallo Nero 2006 -Az. Gallega<strong>ti</strong>Corallo Nero ’06, un sangioveseGian Vittorio Bal<strong>di</strong>, regista e produttore.Fu lui ad aprire la stagione della qualitàdel vino romagnolo con il progetto <strong>di</strong>Castelluccio alla fine degli anni ’70.purissimo, il naso è complesso efragrante, la bocca ha carattere,una bella aci<strong>di</strong>tà e riempie gli spazi <strong>di</strong> sapore. Unos<strong>ti</strong>le che è <strong>di</strong>ventato un riferimento per chi col<strong>ti</strong>vasangiovese sulle argille pure della prima quinta collinare.Poggio Tura 2006 - Az. Vigne dei BoschiQui siamo in alto su terreni marnoso-arenacei, quasial limite della col<strong>ti</strong>vazione della vite ed infat<strong>ti</strong> le vigne<strong>di</strong> Paolo sono “asse<strong>di</strong>ate” da boschi e ripide pare<strong>ti</strong>messe a nudo dal fiume. Poggio Tura ’05, sangiovesein purezza, vino elegante, complesso e minerale natoda un progetto straor<strong>di</strong>nario. La vigna <strong>di</strong> sangioveseè stata infat<strong>ti</strong> realizzata raccogliendo marze in tutta lavalle dalle piante secolari <strong>di</strong> sangiovese: si tratta dunque<strong>di</strong> una popolazione rara, preziosa e bio<strong>di</strong>versa.Sangiovese <strong>di</strong> Romagna Superiore Riserva DOC,Pietramora 2006 - Fattoria ZerbinaPietramora ’06, sangiovese in purezza, ha un carattereinconfon<strong>di</strong>bile e unabocca sontuosa, costruitasu una aci<strong>di</strong>tà coraggiosae un tannino finissimo,abbondante e maturo.Pietramora nasce a par<strong>ti</strong>redalle vigne storiche adalberello <strong>di</strong> cloni romagnoli,che ormai hannocompiuto 20 anni, attraversoselezioni microparcellarisu suolo argillosocalcareo.Cesare ed Antonio Gallega<strong>ti</strong>, gran<strong>di</strong> interpre<strong>ti</strong> delleargille con il loro Corallo Nero, sangiovese in purezza.> internazionalizzazione 9