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CI 2005 04.pdf - Colleferro 1

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Valeria FerrettiDal mondo della scuola una testimonianza di accoglienzaMi chiamo Valeria, sono una maestra.Ho scelto questo mestiere perché ci credo, perché penso che la scuola sia un importante allenamento alla vita, per ibambini e per gli insegnanti, perché da qui partono gli uomini che domani abiteranno nel nostro pezzo di mondo e chese qualcosa si vuole cambiare, è da qui che si deve partire. Sembra scontato, ma è davvero così, quello che impari loporti con te, nella vita. Rimango affascinata dai grandi gesti, di grandi uomini, ma sono convinta che noi piccoli e umili,possiamo dare il nostro contributo per cambiare le cose, nel nostro piccolo mondo, con piccoli gesti e renderlo miglioreconferendogli più dignità. Su questo ho impostato il mio lavoro.Dalla scuola passano davvero tutti, mai come oggi le nostre classi sono colorate, variegate, specchio di una società chesta cambiando, ma anche difficili da gestire. Lavoro con trentacinque bambini di otto e nove anni, sono tutte personediverse con le loro specificità, con i loro linguaggi e per ciascuno sono chiamata pensare e ad elaborare strategie diintervento che siano il più possibile efficaci, che diano loro le ali per volare da soli, consapevoli delle belle qualità di cuitutti sono portatori. Si parla spesso di portatori di handicap, o di portatori di abilità diverse, credo davvero che questotermine non dovrebbe essere usato per etichettare qualcuno, perché tutti siamo veramente portatori di abilità diverse.E’ una sfida difficile, che costringe ad un continuo interrogarsi, che mette in gioco come persone, che impone di nonguardare l’orologio e le ore di lavoro, ma richiede tempo, idee e confronto con gli altri colleghi.A volte ci si chiede chi ce lo faccia fare… a me lo fanno fare i bambini che ho davanti, che mi danno la motivazione adincedere nella fatica, perché accogliere la diversità di ognuno, cercando di armonizzare il vivere insieme quotidiano ditante realtà differenti è faticoso, chi dice il contrario non ne ha molta esperienza.L’accoglienza dell’altro non è una risorsa innata in ciascuno dinoi, ma va costruita, è necessario crescere nella consapevolezzache ogni incontro arricchisce e non toglie.

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