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Dove i libri nascono - Regione Emilia-Romagna

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<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>Per una geografiadella scritturain <strong>Emilia</strong> e <strong>Romagna</strong>


presentazione<strong>Dove</strong> <strong>nascono</strong> i <strong>libri</strong>? La geografia letteraria della nostraregione è ricca e densa di suggestioni e prospettive.Sono numerose e preziose le “stanze tutte per sé” in cui hannopensato e lavorato scrittori che amiamo non solo per prossimitàgeografica, quasi tutti uomini a dire la verità e questo rende iconsigli di Virginia Woolf rivolti alle donne ancora validi e utili.Sono numerosi anche i paesaggi e gli ambienti che recano comecera molle l’impronta di autori che nel tempo li hanno scelticome luoghi di elezione, donando loro, in un proficuo scambio,dignità metaforica e spessore letterario.Così la ricerca del luogo di nascita di un’opera unisceagevolmente, per fare solo alcuni esempi, la casa ferraresedi Ludovico Ariosto all’alta Val Marecchia, segnata e quasimodellata dall’inesauribile entusiasmo verbale e creativo diTonino Guerra; i luoghi di Guareschi, in cui l’autentico si intrecciaabilmente con la potente invenzione cinematografica, alla casa diGiovanni Pascoli, tanto segnata da citazioni e targhe da apparireormai quasi un libro fatto di terra e mattoni.Al tema delle case e dei luoghi degli scrittori, l’Istituto BeniCulturali ha da sempre dedicato un’attenzione affettuosae particolare che si aggiunge a quella profusa dalleamministrazioni locali che hanno saputo spesso, come nel casodella rete romagnola, costruire percorsi e visioni di insieme. Laguida che presentiamo è un passo avanti in questa direzionee nello stesso tempo un utile vademecum per tutti coloro chevorranno esercitarsi in un confronto libero e serrato con opere eautori.Laura CarliniResponsabile Servizio Musei e Beni CulturaliIstituto Beni Culturali della <strong>Regione</strong> <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong><strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


Castell’ArquatoTra i <strong>libri</strong> dell’armoniaLuigi Illica, notissimo soprattutto come librettista, fu anchecommediografo, giornalista, scrittore e poeta (risale al 1882 laprima raccolta di poesie e prose Farfalle, effetti di luce). La suabella casa è diventata una residenza alberghiera, ma la contiguitàcon la sede del museo a lui dedicato rende unitaria la percezionedi questi luoghi. Situata sulla strada che sale verso la piazzadel borgo piacentino, la casa si affaccia sul retro su un piccologiardino e sulla vallata e le collinecircostanti.La vicenda privata, pubblica e artisticadi Illica è narrata nelle saledel museo dove sono tra l’altroraccolti scritti teatrali con sue annotazioni,libretti per la maggiorparte in edizioni dell’epoca con irelativi spartiti, lettere, fotografie,costumi di scena, il pianoforte ela macchina da scrivere e dove èpossibile consultare <strong>libri</strong>, spartiti,audiovisivi, incisioni e cd.Intollerante a ogni disciplina Illicaebbe una giovinezza ricca di viaggie avventure. Si trasferì quindi2a1


Mamiano di TraversetoloLa pittura, la musica, la poesial gusto per la pittura, per la musica, per la poesia nacque in“I me non disgiunto. Questo giustifica anche la varietà nei mieiinteressi culturali e del mio lavoro”, confidava Luigi Magnani allostorico dell’arte Carlo Bertelli.Villa Magnani Rocca, con i suoi arredi di gusto impero, le opere egli strumenti musicali che racchiude, è specchio fedele di questeparole. Situata nella campagna parmense, fu acquistata nel 1941dal padre Giuseppe, facoltoso imprenditore nel settore lattierocaseario,appassionato di musica, e dalla madre Eugenia Rocca,donna colta che gli trasmisel’amore per la letteratura e perl’arte. Magnani vi abitò stabilmentedal 1977, decidendonela trasformazione in fondazioneper perpetuare la memoriadegli amati genitori e attuarnela volontà di rendere fruibilela collezione da loro stessi avviatae da lui proseguita contanta sapienza e sensibilità.Negli anni, alla Sacra Famigliacon quattro Angeli di Pietro di2Francesco Orioli acquistata da1


luigi magnaniReggio <strong>Emilia</strong> 1906 – Mamiano di Traversetolo 1984Magnani nel 1943, si aggiunsero molti dipinti, sculture e incisionidi autori come Gentile, il Ghirlandaio, Dürer, il Mazzolino, Tiziano,Rubens, Tiepolo, Füssli, Goya, Canova e, ancora, Monet e Nicolasde Staël, i nuclei di Cézanne e dell’amico Morandi.All’arte, alla musica, alla letteratura Magnani dedicò tutta la vita,integrandole attraverso l’insegnamento universitario, la composizione– fu allievo di Alfredo Casella - le conferenze, gli scritti, comequelli su Mozart e Goethe, Schoenberg e Mallarmé, Beethoven,Stendhal, Proust, Mann, Morandi, Dallapiccola. Nonostante i notevolicambiamenti avvenuti nella trasformazione museale, quellache fu la “Corte di Mamiano”, conserva ancora il ricordo del raffinatostudioso e collezionistache “amava spostare le opereper creare dialoghi inediti traartisti e forme, luce e materia,spazio e idee” e ospitare amicie conoscenti come EugenioMontale, Cesare Brandi, CarloZecchi, Leoncillo, Carlo EmilioGadda.1. Villa Magnani Rocca2. Lászlo Vinkler, Luigi Magnani, 19363. L’ingresso con la Coppa di Thomire4. Sala con la Tersicore di Canova34<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


ModenaQui la storia è di casaLudovico Antonio Muratori visse dal 1716 fino alla morte a Modena,in una casa accanto alla chiesa di Santa Maria Pomposadi cui fu parroco e fautore della ricostruzione e all’interno dellaquale fu eretta nel 1931 la sua tomba monumentale, opera diLodovico Pogliaghi. Nella “Aedes Muratoriana” è oggi situato ilMuseo Muratoriano, sede anche del “Centro di studi muratorianie dell’alta cultura del primo Settecento” e della “Deputazione diStoria patria per le antiche Provincie modenesi”. La casa-museo,che comprende un giardino, si trova al primo piano e conserva arredioriginari e oggetti che rimandano agli incarichi e agli studi diMuratori, la serie completa delle sue opere, suoi ritratti, medaglieconiate in suo onore, dipinti e incisioni riferiti ai luoghi muratoriani,un patrimonio arricchitosi nel tempo grazie ad acquisizionie donazioni.1210


ludovico antonio muratoriVignola 1672 – Modena 1750Muratori studiò a Modenadai gesuiti, si laureò in filosofiae diritto canonico enel 1695 divenne sacerdote.Per cinque anni fu dottorealla Biblioteca Ambrosianadi Milano, frequentandonel’ambiente culturale, per poitornare nella città emilianacon l’incarico di archivistae bibliotecario dei duchid’Este. Studioso e scrittoreinfaticabile è autore degliAnnali della storia d’Italia,la cui realizzazione gli valse3l’appellativo di “padre dellastoriografia italiana”. Il suometodo di lavoro basato sulle fonti documentarie fa di lui il fondatoredella moderna metodologia di ricerca storica. Ma le suequalità di studioso, scrittore e innovatore riguardano un orizzonteben più vasto, al quale appartengono l’epigrafia, la religione e ildiritto, la letteratura e la poesia, la politica e che gli valse contattie riconoscimenti europei rintracciabili anche nel suo ampio epistolario.1. Una sala delmuseo2. Il giardino3. La tombamonumentale4. Scorcio delle saledel museo411<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


FerraraLe Architetture del FuriosoDa Reggio <strong>Emilia</strong>, dove nacque nel 1474, Ludovico Ariosto sitrasferì giovanissimo a Ferrara, stabilendosi con la famigliad’origine nella grande casa di Santa Maria di Bocche, meglio notacome magna domus.Entrato al servizio del cardinale Ippolito, nel 1516 pubblicò la primaedizione dell’Orlando Furioso. Beneficiario già dal 1518 di unmensile di sette scudi assegnatoglidal Duca Alfonso, oltre al vitto pertre persone e due cavalli, acquistòda Bartolomeo Cavalieri la casa diContrada del Mirasole, e poco piùtardi anche l’area cortiliva attiguaalla proprietà. Attribuito a Girolamoda Carpi, l’edificio subì suindicazione dello stesso Ariosto lenecessarie trasformazioni atte aconfigurarlo come luogo del ritirofamigliare, appartato e discreto.Ben più modesta del prestigiosocomplesso del Mauriziano sullaVia <strong>Emilia</strong>, dove aveva soggiornatoin gioventù, e della stessa magna2domus paterna, la casa è caratte-112


ludovico ariostoReggio <strong>Emilia</strong> 1474 – Ferrara 1533rizzata da un modulo quadrato, nel rispetto di puntuali proporzionimatematiche tra spazi interni ed esterni. Ma si discosta daiparametri tradizionali delle case ferraresi dell’epoca: innovative ledisposizioni dei camini (piano superiore) sul lato opposto al frontestrada; innovativo lo spazio riservato alla sala, a cui si accede mediantela scala di collegamento. Sulla facciata il poeta mantennel’iscrizione preesistente, il distico dettato da Dionigi dell’Aquila perBartolomeo Cavalieri: Parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sednon / sordida, parta meo, sed tamen aere domus (La casa è piccolama adatta a me, pulita, non gravata da canoni e acquistatasolo con il mio denaro). Con ilfiglio Virginio vi si trasferì nel1529, mentre la moglie AlessandraBenucci rimase nella casadi Contrada del Vado per nonperdere i diritti testamentari delprecedente marito. La terza edefinitiva edizione del Furioso,ultimata in questi ambienti, uscìnel 1532. L’anno seguente, il 6luglio 1533, Ariosto si spenseall’età di 58 anni.341. Casa Ariosto52. Facciata sul cortile interno3. Una sala del museo4. Edizioni ariostesche e altre opere nel museo5. L’Arco Mauriziano dalla via <strong>Emilia</strong>13<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


BolognaDomestica eloquenzaABologna, la casa dove Carducci abitò dal 1890 rappresenta oggiuno dei punti più qualificanti del sistema museale cittadino.Acquistata dai proprietari Levi nel 1906 da Margherita di Savoiaper garantire la conservazione del patrimonio librario e documentariodel poeta, la casa fu donata dalla stessa regina al Comune diBologna poco dopo la morte di Carducci. Trasformato in museo nel1921, l’edificio conserva l’impianto originario e, all’interno, l’atmosferadell’epoca, con le stanze del poeta e della moglie Elvira, il salottino,la sala da pranzo e lo studio, la ricca biblioteca e l’archivio.Vi si conservano gli arredi ottocenteschi, i ritratti del padrone dicasa e di illustri personaggi come Francesco Crispi, Quintino Sella,Muratori, Leopardi, le foto di familiari e amici, medaglie e pergamene,attestati, cimelie moltissimi oggetti.Il giardino è dominatodal suggestivo monumentodi LeonardoBistolfi terminato nel1927. La casa museoospita inoltre la “Commissioneper i Testi diLingua”, della quale2Carducci fu Presidente,114


giosue carducciValdicastello di Pietrasanta 1835 – Bologna 1907e al pianterreno il Museo Civico del Risorgimento.A Bologna altri luoghi ricordano il poeta, come l’Aula Carduccianain Palazzo Poggi dove insegnò, la Biblioteca dell’Archiginnasio, chefrequentò assiduamente, e la saletta interna della Libreria Coopex Zanichelli sotto il Pavaglione, dove trascorreva molte ore. Nonmancano le memorie legate ai soggiorni romagnoli. A Villa Silviaa Lizzano presso Cesena, dove Carducci fu spesso ospite della famigliaPasolini Zanelli, si conserva intatto l’arredo della camera daletto da lui occupata.Poeta, storico della letteratura italiana, filologo, editore, critico militante,Giosue Carducci trascorse la giovinezza in Toscana dove silaureò in filosofia e filologia presso la Scuola Normale Superiore diPisa e dove pubblicò nel 1857 il primo libro di poesie, le Rime. Nel1860 fu chiamato dal Ministro alla Pubblica Istruzione a ricoprirela cattedra di eloquenza pressol’Università di Bologna, dove insegnòper quarantaquattro anni.Nel 1890 divenne senatore. La suaproduzione poetica e letteraria,che ne fa uno dei grandi protagonistidel secondo Ottocento, gli3valse nel 1906 il conferimento delPremio Nobel.41. Casa Carducci2. Il salottino3. Lo studio4. Il giardino e il monumento di Bistolfi5. Paolo Testi, Giosue Carducci, 1899155<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


AlfonsineMuseo delle belle lettereLa casa natale del poeta Vincenzo Monti è un edificio completamenteristrutturato nel rispetto delle caratteristiche architettonichesettecentesche. In questa casa, sita nel podere dell’Ortazzo,nacque il poeta nel 1754. Il padre Fedele Monti, agrimensore deimarchesi Calcagnini, aveva personalmente costruito l’abitazionedove nacquero i suoi undici figli, tra cui appunto Vincenzo.Al piano superiore è ospitato il Museo Montiano, articolato in tresale, dove sono esposte numerose editio princeps, alcune dellequali di notevole rarità, alcuni autografi e altri oggetti e cimeliche aiutano a ricostruire la vita del poeta, Principe del Neoclassicismo.Al piano terra, inoltre, la casa museo ospita il Centro di EducazioneAmbientale e il Centro Visite della Riserva Naturale di Alfonsine.Questo museo fa partedel Sistema Museale dellaProvincia di Ravenna edè stato aperto al pubbliconel maggio del 1998dopo un ultimo rigorosorestauro conservativo.Principalmente ricordatoper la sua traduzione dell’Iliade,Vincenzo Monti 2è116


vincenzo montiAlfonsine 1754 – Milano 1828unanimemente considerato tra i maggiori esponenti del Neoclassicismoletterario italiano. Non si è mancato, tuttavia, di riconoscereal suo stile una qualche vicinanza alla poetica romantica.Nel suo ampio repertorio di opere figurano raccolte liriche, poemetti,tragedie, narrazioni e traduzioni.341. Casa Monti2. Una edizione montiana3. Una sala del museo4. L’ingresso5. L’antica stalla517<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


Casola ValsenioUn cardello da romanzol Cardello”, così è denominato il singolare edificio, presso CasolaValsenio, in cui Alfredo Oriani trascorse quasi intera la“Ivita e scrisse tutte le opere, costituisce un monumento di indubbiointeresse, la cui austera suggestione è accentuata dalla stupendacornice del parco.L’interno del Cardello è un raro esempio di abitazione signorileromagnola ed è caratterizzato da una notevole coerenza frastruttura architettonica ed arredamento. Nell’ampio sottotetto èconservata la famosa bicicletta con cui Oriani compì nel 1897 ilviaggio solitario fra <strong>Romagna</strong> e Toscana che gli ispirò La bicicletta,il libro più bello dedicato in Italia al ciclismo.Attento e appassionato osservatore degli avvenimenti politici eculturali del suo tempoche influenzaronoprofondamente la suaattività di romanziere,scrittore teatrale, saggista,polemista, giornalista,Alfredo Orianiè visto oggi come fondamentaletestimone eoriginale interprete di2una intera epoca della118


alfredo orianiFaenza 1852 - Casola Valsenio 1909nostra storia che va dal decollo dello Stato unitario al fascismo.“Il Cardello”, una delle sedi della Fondazione Casa di Oriani di Ravenna,è, oltre a istituzione museale, anche la sede di variegateattività culturali (conferenze, convegni, mostre, concerti, ecc.).3 41. Il Cardello2. La loggia delpianterreno3. La camera da letto4. La bicicletta di Oriani5. Lo studiolo519<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


ForlìRisorgimento in villaedificio, originariamente convento dei Gesuiti (all’esternoL’ della facciata sono ancora visibili tracce della loro cappella),venne acquistato dal Conte Tommaso Saffi, nonno di Aurelio, edutilizzato in prevalenza come residenza estiva. Dal 1988 è di proprietàdel Comune di Forlì.Dal 1867, con la moglie Giorgina Craufurd (1827-1911), vi si stabilìAurelio Saffi. Il suo ricordo e quello delle vicende storiche dicui fu protagonista o partecipe sono assai presenti negli arredi,in particolare nello studio, neimateriali cartacei e decorativiivi conservati, senza dimenticareche, ancor prima, la villafu sede di riunioni carbonaree, in quanto tale, indicata inlinguaggio cifrato come Venditadell’Amaranto.All’interno della villa va ricordatala testimonianzalasciata dall’artista AmerigoBartoli Natinguerra (Terni,1890-Roma, 1971), che nel21937 dipinse a trompe-l’oeil120


aurelio saffiForlì 1819 – 1890la cosiddetta stanza del ping-pong. Attigui all’abitazione padronalesono l’abitazione del custode, un’ampia casa colonica e unacostruzione probabilmente utilizzata, in origine, come scuderia.Circonda la villa un suggestivo parco, dominato da un secolarecedro del Libano; nella parte retrostante un boschetto di querceombreggia una neviera (al momento non accessibile).3 451. Villa Saffi2. Lo studio3. Una sala della villa4. La stanza del ping-pong5. La cucina6. Uno scorcio della villa edel parco621<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


enato serraCesena 1884 – Monte Podgora 1915leria di gessi, dipinti, disegni, incisioni, che offrono al visitatoreun percorso attraverso le memorie non solo della vita di Serra, maanche della vita artistica e culturale di Cesena a cavallo tra Ottoe Novecento.Tra i ricordi e i cimeli si segnala la divisa militare con cui Serramorì sul fronte del Podgora (Gorizia) nella Prima Guerra Mondiale.Nel museo sono rievocati i luoghi e i volti di Serra e del suo tempo.Inoltre sono esposte le opere di artisti coevi originari di Cesena oattivi in <strong>Romagna</strong>.1. Casa Serra2. La galleria dei gessi3. Una sala del museo4. La divisa militare di Serra5. La corte interna34 523<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


CesenaticoFinestre sul PortocanalePer volontà dello stesso Marino Moretti, scrittore tra i più rappresentatividel nostro ‘900, la casa natale che si affaccia sulporto canale di Cesenatico è divenuta, dagli anni Ottanta, unacasa-museo, ove si conservano la biblioteca e l’archivio delloscrittore nel suo luogo originario al fine di garantirne lo studio, laricerca e quindi la valorizzazione.L’edificio è divenuto così sede di un importante centro di studi suitemi della letteratura contemporanea,non solo italiana. Fin dalla suaistituzione, Casa Moretti, ospitandoi materiali originali dello scrittore,promuove infatti attività culturalie di ricerca, oltre che di conservazione,tutela e valorizzazione delproprio patrimonio, con continueacquisizioni di documenti morettianio di interesse letterario affine,con l’organizzazione di convegni,seminari d’aggiornamento, mostree incontri per la migliore conoscenzadella figura e dell’opera2 del padrone di casa ma anche delcontesto in cui egli visse e operò.124


San Mauro PascoliNella <strong>Romagna</strong> solatiaIl Museo Casa Pascoli, monumento nazionale dal 1924 ed oggigestito dal Comune di San Mauro Pascoli, rappresenta, insiemealla Torre, il centro della memoria pascoliana: il ricordo della casanatale e dei momenti trascorsi a San Mauro durante l’infanzia e lagiovinezza, rendono questo luogo carico di suggestioni e di poesia.La poesia di Giovanni Pascoli nasce proprio qui, nel ricordo diun periodo felice che ritorna continuamente nella sua opera.Il Museo, nonostante i danni subiti durante la seconda guerra,conserva intatte alcune strutture: la cucina, dal soffitto a travi inlegno, con l’ampio focolare e l’antico acquaio in pietra, la cameradei genitori dove lostesso Giovanni nacqueil 31 dicembre 1855, conla culla originale e il mobiliodello studio universitariodi Bologna.All’interno del percorsomuseale, impreziositoda una ricca documentazionefotografica, sipossono ammirare alcunioggetti appartenutialla famiglia2Pascoli,126


Da Fontanelle a BrescelloLe tappe di un raccontoSono numerosi i luoghi che ricordano Giovannino Guareschi: lacasa natale, edificio ora privato; il museo “Il Mondo Piccolo” aFontanelle, istituito dal Comune di Roccabianca nella scuola doveinsegnava la madre e che lui stesso frequentò, luogo che rievocale figure dello scrittore e di Giovanni Faraboli, fondatore del movimentocooperativo riformista, nonché le vicende storiche e socialidella pianura parmense da fine Ottocento a metà Novecento; laCasa Archivio a lui intitolata a Roncole Verdi, sede della mostraantologica allestita dai figli e del Centro Studi, a poche centinaiadi metri dalla cosiddetta “Incompiuta”, casa che lo scrittore avevaarredato anche con mobili di propriainvenzione; il Centro del Boscaccio– Museo Giovannino Guareschi aDiolo di Soragna, piccolissima sedesituata in un vecchio campanilevicino al podere dei nonni di Guareschie gestito da Cesare Bertozzi,amico e appassionato ammiratoredello scrittore; i musei di Brescelloche, individuato come set ideale peri film di Don Camillo e Peppone, siè pienamente identificato con le vicendedei due 2protagonisti.130


cesare zavattiniLuzzara 1902 – Roma 1989lia. Esso comprende un fondo centrale,con varie serie e sottoserie che dannoconto della sua multiforme attività, ealcune sezioni autonome – la Raccoltadei lavori cinematografici, l’Epistolario,la Raccolta degli Echi della stampa, laSezione multimediale (foto, video, audio)– cui è aggregato un fornitissimocentro di documentazione libraria sullasua opera. Collegata idealmente all’archivioma depositata presso la GalleriaParmeggiani di Reggio <strong>Emilia</strong>, è la suaCollezione dei dipinti (1938-1988).31. Zavattini e De Sica2. Zavattini a Luzzara3. Enrico Fereoli, Il gigante di Luzzara,19714. Zavattini, Grande autoritratto, 19705. Zavattini nel suo studio6. Zavattini alla finestra della sua casa45 633<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


FerraraUna casa, una citta’Ferrara è protagonista di tutta l’opera letteraria di Giorgio Bassani.Qui lo scrittore ha vissuto l’infanzia e la giovinezza nellacasa di Via Cisterna del Follo, con la grande magnolia nel giardinointerno. Memorabili le riprese di Vittorio De Sica durante lalavorazione, nel 1970, del film Il giardino dei Finzi Contini, conGiorgio che rientra a casa e introduce la bicicletta nel portone,abbandonando la strada deserta eassolata. La lapide posta dal Comunenel 2009 è densa di giustificatolirismo: In questa casa / tanto amata/ Giorgio Bassani / 1916–2000 / siaprì alla poesia / e all’alto impegnocivile. Luogo della memoria è anchel’adiacente circolo del tennis “Marfisad’Este”, frequentato dal giovaneBassani fino a quando non fu espulsoin ottemperanza al Regio DecretoLegge 1779 del 15 novembre 1938sulla difesa della razza. È la ragioneper cui l’esordio letterario con Unacittà di pianura del 1940 avvennesotto lo pseudonimo di GiacomoMarchi. La nascita a Bologna non gli 2134


giorgio bassaniBologna 1916 – Roma 2000impedì di eleggereFerrara comecornice entro laquale ambientarei suoi capolavori.In più occasioniammise di aversempre mantenutocon la cittàun legame ombelicale,che lo3obbligava a ritornarenon solo con la fantasia ma anche fisicamente. L’intero ciclodel Romanzo di Ferrara è costruito su spazi urbani che assumonofunzione simbolica, restituendo al lettore percorsi verosimili edemozionali. A riprova di tanta efficacia narrativa restano le bellepagine delle Storie ferraresi, dove sono messe a nudo le vette e gliabissi della vita di provincia. A Codigoro, dove si svolge la vicendanarrata nell’Airone, nel Palazzo del Vescovo, hanno sede la FondazioneGiorgio Bassani e la Biblioteca Comunale intitolata alloscrittore. A Ferrara un progetto pubblico prevede l’istituzione diun Centro studi bassaniani all’interno di Casa Minerbi.41. La casa2. Il portone d’ingresso e la lapide3. Il circolo del tennis4. Corso Ercole I d’Este, set del film “Il giardino dei Finzi Contini”35<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


BolognaQuella ‘prodigiosa casina’La casa di Renata Viganò in via Mascarella 63/2 al primo pianoè ricordata con emozione da tante persone che l’hanno frequentatae le cui parole aiutano a ricostruire l’atmosfera che vi sirespirava. La casa, ora privata e non segnalata, era stata compratadalla famiglia con ciò che restava dopo il fallimento della dittapaterna di trasporti, circostanza cheaveva costretto la Viganò a rinunciareagli studi di medicina. Renata cercò dasubito lavoro e lo trovò come inserviente,poi infermiera e impiegata, alBrefotrofio di via D’Azeglio dove rimaseper vent’anni. Fin da giovane si appassionòalla scrittura, alla quale potédedicarsi solo più tardi ma con grandesuccesso, visto che con L’Agnese va amorire vinse il premio Viareggio nel1949 e Giuliano Montaldo ne trasse ilfilm con Ingrid Thulin. L’esperienza dellascrittura univa la Viganò e il maritoAntonio Meluschi con il quale entròappieno nella politica condividendo iduri anni della Resistenza e della lottapartigiana. Sono proprio quelle vicen-2136


enata viganòBologna 1900 – 1976de, in particolare il periodo dellalotta nelle Valli di Campotto eComacchio, che Renata raccontacon semplicità e aderenza ai fattiattraverso l’immagine potentedi Agnese che si identifica conquella dell’autrice. Nei ricordi dimolti ospiti, la figura discretama forte della Viganò, che scrisseanche altri <strong>libri</strong> e articoli perdiverse testate giornalistiche,e quella del marito si sovrappongonoa quella della casa, un3luogo dalle straordinarie capacità attrattive, dove si discuteva dipolitica, letteratura e pittura e si beveva il vino clinto.La “prodigiosa casina!” la definìMarino Moretti, uno degli abitualifrequentatori tra i quali Pasolini,Roberto Roversi, Romano Bilenchi,Carlo Levi, Sibilla Aleramo,Ezio Raimondi, Franco Antonicellie Palmiro Togliatti.1. La Viganò con il suo gatto2. La casa con al centro la porta d’ingresso3. Sergio Vezzali, immagine per la copertina delcatalogo Matrimonio in Brigata, 19954. La Viganò nella sua casa437<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


grazia deleddaNuoro 1871 – Roma 1936le. Subito dopo la morte della Deledda il villinofu però alienato, ed è oggi di proprietà privata.All’esterno conserva l’originario aspetto di residenzabalneare e presenta ancora il caratteristico“color biscotto” sovente ricordato dallascrittrice nelle sue novelle.Del legame di Grazia Deledda con la “bellaventosa Cervia” non mancano importantimemorie. E’ così possibile ‘riambientare’ i4soggiorni estivi della scrittrice sarda, che peroltre una quindicina di anni, preferì il paesaggio incontaminato ela tranquillità del litorale adriatico romagnolo alla più mondanaViareggio. Attratta certamente anche dal buon nome di scrittoriresidenti sulla costa adriatica (Marino Moretti a Cesenatico e AlfredoPanzini a Bellaria, abituali terminali delle scorrerie balnearidel giovane ed estroso de Pisis) a Cervia Grazia Deledda potè benpresto scrivere che “sento di essere già la padrona del luogo: tuttomi piace, le stanze non troppo grandi ma ariose e fresche, la cucina,il piccolo portico e sopra tutto la terrazza:sulla terrazza mi pare di riavermi dopo unlungo svenimento: rivedo l’azzurro del cielo,e nell’alto del mare sento l’alito stesso dellasperanza.”Una notevole opera d’arte si lega fin dal1956 al ricordo della celebre scrittrice, sullungo mare, a pochi passi dalla Caravella: sitratta del gruppo scultoreo del noto artista 5romagnolo Angelo Biancini, con le figure diuna pastorella e di una pescivendola, donnedi terre lontane, ma simbolicamente vicinenel nome di Grazia Deledda.1. La casa2. Il viale della stazione all’epoca della scrittrice3. Grazia Deledda4. Opuscolo inaugurale della scultura di Biancini5. L’interno della casa6. Il monumento di Biancini639<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


Cannuzzo di CerviaNel paesaggio del dialettoNelle note biografiche del poeta Tolmino Baldassari (1927–2010)si insiste sull’appartenenza del suo dialetto al luogo natale,Castiglione di Cervia, quasi a rimarcare una diversità ed un’identitànella complessa geografia del vernacolare romagnolo. Ma certoè stato fonte inesauribile d’ispirazione il luogo scelto da Baldassariper vivere dal 1951 in avanti, a Cannuzzo, non molto distante dalcastiglionese, ma più verso la campagna cesenate, là dove il fiumeSavio s’incurva in una delle sue anse più estese.La casa per scrivere di Tolmino Baldassari la si può vedere dal cigliodella strada provinciale, oltre la siepe, con la sua strutturada villino tipicamente d’età postbellica, soprattutto funzionale alvivere in ambiente agreste. Dopo la scomparsa del poeta, la casacontinua ad essere abitata dalla sua famiglia, ma è un tradizionalepunto d’incontro per vecchi e nuovi amici ed estimatori diBaldassari. Su iniziativa della Biblioteca Comunale di Cervia, allaquale lo scrittore ha destinato la propria raccolta di <strong>libri</strong>, nella corteesterna si tengono spettacoli e recite, in un contatto diretto conla natura, fonte costante d’ispirazione per il poeta. Innumerevolisono le sue liriche che rimandano allo spazio del suo vivere, fin daltitolo, come nel caso della celebre Canutir (2006):l’è pasê i canutir ch’i lanséva / a j en vest int la curva de’ fium / j èsparì sânza vós. i d’intórna / j è pasé cvânt e’ mònd l’éra férum / uns’avdéva un us. ël a vulê / l ’éra un dè cun e’ sól ch’e’ gvardéva / a j140


tolmino baldassariCervia 1927 – 2010ò vest a pasê a so sicur / ej è fìrum j è fìrum cun me(sono passati i canottieriche ansimavano li abbiamovisti nella curva delfiume sono spariti senzavoci d’intorno sono passatiquando il mondo era 2fermo non si vedeva unuccello volare era un giorno con il sole che guardava li ho vistipassare sono sicuro e sono fermi sono fermi con me).Durante gli incontri a Casa Baldassari viene aperto anche il salotto-studiodi Tolmino fasciato dalla libreria con edizioni d’arte e diletteratura, con il suo tavolino da lavoro, la macchina da scriverecon i suoi indelebili segni di bianchetto.Tolmino Baldassari è stato bracciante, meccanico, funzionario politicoe sindacalista. Ha ricoperto la carica di consigliere comunaledi Cervia dal 1951 al 1956 e dal 1964 al 1989. Autodidatta, ha maturatocol tempo una vasta cultura letteraria, coltivando anche uncerto interesse per le arti visive. Ha esordito come poeta in dialettoromagnolo nel 1975 con la raccolta Al progni sérbi, presentatada Umberto Foschi. Numerose sono le edizioni di sue liriche (tra lealtre, La campâna, Forlì 1979; La néva, Forlì 1982; Ombra d’luna,Udine 1993; I vìdar, Faenza 1995; L’éva, Villa Verucchio 2002) e lecollaborazioni con riviste di poesia e letteratura.Da qualche tempo, l’opera poetica di Tolmino Baldassari è oggettodi attenzioni particolari da parte di qualificati studiosi del dialettoromagnolo (Bellosi, Lauretano)e di giovani ricercatoriuniversitari. E’ annunciata lapubblicazione di scritti inediti.3411. Il salotto-studio2. Tolmino Baldassari3. Il tavolino da lavoro di Baldassari<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


PennabilliUn santuario dei pensieriAPennabilli Tonino Guerra si è trasferito nel 1985, andando adabitare in quella che battezzò la “Casa dei mandorli” con il suogiardino a terrazze pieno di piante, fiori, formelle e sculture, conangoli zen e con poltroncine di vimini sulle quali lo scrittore amavasedersi. Nel punto più alto, nella parete rocciosa, c’è il luogoche egli ha scelto come sepoltura: da lì può continuare a guardareil suo panorama preferito, la valle verso la foce del Marecchia.La casa, rallegrata dalle tende con farfalle colorate, racconta lavita e gli incontri dello scrittore, come quello con la moglie moscovitaLora, che tuttora vi abita e che conobbe in Russia, paese alquale era legatissimo e dal quale continuano a giungere numerosivisitatori. Oggetti, opere, scritti, fotografie parlano di quei soggiorni,della guerra e della prigionia, delle persone che Guerra haconosciuto e con le quali ha lavorato nella sua lunga vita di poeta,narratore, sceneggiatore e artista: le gabbie e i cavallini acquistatinei mercati, i doni ricevuti, comequelli del regista Parazdanov, l’acquerellodi Antonioni, le immaginicon Fellini, i ricordi di Rosi, Anghelopoulos,Tarkovsky e di altri registicon i quali ha realizzato alcuni trai più bei film della storia del cinema;e ancora, le “lanterne di2Tolstoj”142


tonino guerraSantarcangelo di <strong>Romagna</strong> 1920 – 2012sculture in ferro, e i cosiddetti “mobilacci”, mobili non utili, cheamava disegnare e far realizzare, così come faceva per la ceramicae le tele stampate, con l’intento di conferire nuova vitalità all’artigianatoartistico. Della sua poetica visione del mondo ToninoGuerra ha permeato tutta Pennabilli, creando all’aperto percorsie allestimenti che invitano a riflettere o creano momenti gioiosi,come “Il Santuario dei pensieri” o “L’angelo coi baffi”, e dove hafondato con le istituzioni locali l’Associazione culturale che conservae promuove il suo patrimonio artistico nella suggestiva sedeespositiva “Il Mondo di Tonino Guerra”, situata nei sotterranei dell’Oratoriodella Misericordia.3 451. La valle del Marecchia2. Ritratto di Tonino Guerra e di sua moglie3. La sala da pranzo4. Uno dei “mobilacci”5. Il “Santuario dei pensieri”6. Una sala del “Mondo di Tonino Guerra”643<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


Sant’Alberto di RavennaIl ricordo e la letturaattuale sede della Biblioteca Comunale di Sant’Alberto è stataL’ la casa in cui trascorse l’infanzia il poeta Olindo Guerrini. Ricordatosoprattutto come maestro di verismo con i versi pubblicatisotto lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti, Guerrini fu anche unerudito bibliotecario, per molti anni fu direttore della BibliotecaUniversitaria di Bologna, e un arguto critico letterario.Il suo ricordo a Sant’Alberto è ancora vivissimo, così come è amatala casa che suo figlio Guido ha voluto donare al Comune di Ravenna.Disposta su due piani, è composta da dieci stanze di cuitre adibite a biblioteca, una a sala riunioni e le rimanenti destinatea iniziative e attività varie.Casa Guerrini è oggi un centroculturale molto attivo che ospitaconferenze, mostre, corsi elaboratori; il cortile interno diventadurante i periodi estiviun luogo ideale per proiezioni,recite e spettacoli.Al piano terra è collocata laBiblioteca comunale, con unfondo aperto al prestito, prevalentementedi letteratura, e una2piccola emeroteca con riviste di144


olindo guerriniForlì 1845 – Bologna 1916argomento naturalistico-scientificoe di informazione locale. La casaospita anche la Sala di lettura dellaSocietà Operaia di Mutuo Soccorsodi Sant’Alberto, nella quale si trovail Fondo Guerrini, una raccolta dioltre duemila volumi datati ai secoliXVIII-XX, catalogati in SBN. IlFondo, istituito nel 1872 come Bibliotecapopolare circolante dallostesso Olindo Guerrini, è concessoin uso alla Biblioteca. Si deve allaSocietà Operaia l’arredo di alcunispazi della casa con pannelli illustratividel fondo librario e dei3personaggi che hanno contribuito ad animare la vita culturale diSant’Alberto. Casa Guerrini è anche sede di incontro per bambini eragazzi con una sala lettura e un laboratorio.41. Casa Guerrini2. Olindo Guerrini3. Olindo Guerrini4. Casa Guerrini45<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


ForlimpopoliTra i <strong>libri</strong> del mangiar beneLa casa natale di Pellegrino Artusi non esiste più, la si può vederesolo in riproduzioni fotografiche. Ma quella che oggi sichiama Casa Artusi, ed è situata nell’antica struttura conventualeche comprende la chiesa dei Servi, onora e conserva degnamentela memoria dell’illustre personaggio. Di Casa Artusi fanno partespazi e strutture come la Biblioteca Civica a lui intitolata - cheospita anche la Collezione Artusiana, con l’archivio e la libreriadello scrittore, e la Raccolta di gastronomia italiana - il ristorante,la scuola di cucina, lo spazio eventi. Dopo gli studi a Bertinoro eBologna dove si appassionò ai classici, Artusi tornò a Forlimpopolie seguì le attività commerciali della drogheria paterna fino all’etàdi trent’anni.Trasferitosi con la famiglia a Firenze a seguito del saccheggio edelle violenze subite dalla banda del Passatore, lavorò a Livornoprima di fondare un Banco di sconto nel capoluogo toscano, ritirandosidall’attività nel 1870. Si rivolse quindi alla scrittura, occupandosidi Ugo Foscolo e Giuseppe Giusti, e si dedicò con particolareinteresse alle ricette culinarie che riunì nel famosissimoLa scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, edito nel 1891, chedopo le iniziali difficoltà di pubblicazione diventò il bestseller dellagastronomia italiana e fu tradotto nelle principali lingue.Costruito con la “partecipazione” di interlocutori e corrispondenti,sulla base delle tradizioni culinarie locali e con oltre 700 ricette,146


pellegrino artusiForlimpopoli 1820 – Firenze 1911il libro trasmette, in un linguaggio colto ma al tempo stesso disemplice comprensione e di divertente lettura, la ricchezza di ideee di prodotti della nostra cucina e rappresenta di fatto la primaopera di cultura gastronomica nazionale.231. La casa di Artusi, terza da sinistra con lafacciata bianca, in una foto d’epoca2. La Biblioteca di Casa Artusi3. Corte Casa Artusi4. Mario Bertozzi, Monumento a PellegrinoArtusi, 2007447<strong>Dove</strong> i <strong>libri</strong><strong>nascono</strong>


LUOGHI - CASE - MUSEIMuseo Illica - Via Sforza Caolzio - 29014 Castell’Arquato - Pcwww.comune.castellarquato.pc.it; www.castellarquatoturismo.itFondazione Magnani Rocca - 43029 Mamiano di Traversetolo - Pr www.magnanirocca.itMuseo Muratoriano - Via Pomposa, 1 - 41011 Modena www.turismo.comune.modena.itCasa Ariosto - Via Ariosto, 67 - 44100 Ferrara www.artecultura.fe.itMauriziano - via Pasteur, 11 - 42100 Reggio <strong>Emilia</strong> www.comune.re.itCasa Carducci - Piazza Carducci, 5 - 40125 Bologna www.casacarducci.itCasa Monti - Via Passetto, 3 - 48011 Alfonsine - Ra www.casemuseoromagna.itIl Cardello - Via Il Cardello, 9 - 48018 Casola Valsenio - Ra www.casemuseoromagna.itVilla Saffi - Via Firenze, 164 - San Varano - 47100 Forlì - Fc www.casemuseoromagna.itCasa Renato Serra - Via Carducci, 29 - 47521 Cesena - Fc www.casemuseoromagna.itArchivio Renato Serra – Biblioteca Malatestiana – Piazza Bufalini – 47521 Cesena-Fcwww.malatestiana.itCasa Moretti - Via M. Moretti, 1 - 47042 Cesenatico - Fc www.casemuseoromagna.itCasa Pascoli - Via G. Pascoli, 46 - 47030 San Mauro Pascoli - Fc www.casemuseoromagna.itCasa Panzini - Via Pisino, 1 - 47814 Bellaria - Rn www.casemuseoromagna.itCasa natale Guareschi - Piazza “Grande” - Fontanelle - 43010 Roccabianca - PrMuseo “Il Mondo Piccolo” - Strada Villa, 18 - Fontanelle - 43010 Roccabianca - Prwww.mondopiccolo.itCentro del Boscaccio - Museo Giovannino Guareschi - Diolo - 43019 Soragna - Prwww.turismo.parma.itCasa Museo “Giovannino Guareschi” - Via della Processione, 160 - 43010 Roncole Verdi - Prwww.giovanninoguareschi.comMuseo di Peppone e Don Camillo - Apt - Pro Loco - Via De Amicis, 2 - 42041 Brescello - Rewww.comune.brescello.re.itMuseo Brescello e Guareschi, il territorio e il cinema - Via Cavallotti, 24 - 42041 Brescello - Rewww.comune.brescello.re.itArchivio Cesare Zavattini - Biblioteca Panizzi - Via Farini, 3 - 42121 Reggio <strong>Emilia</strong>www.cesarezavattini.itFondazione Un Paese - Museo Nazionale delle Arti Naïves “Cesare Zavattini”- 42045Luzzara - Re www.fondazioneunpaese.orgCasa Giorgio Bassani - Via Cisterna del Follo, 1 - 44100 FerraraFondazione Giorgio Bassani - Riviera Cavallotti, 27 – 44021 Codigoro - Fewww.fondazionegiorgiobassani.itCasa Renata Viganò - Via Mascarella, 63/2 - 40126 BolognaCasa Grazia Deledda - Viale Cristoforo Colombo, 65 – 48015 Cervia - Rawww.turismo.comunecervia.itLapide a Grazia Deledda - Piazza Giuseppe Garibaldi, 1 – 48015 Cervia - Rawww.turismo.comunecervia.itCasa Tolmino Baldassari - Via Salara Provinciale 151 - 48015 Cannuzzo di Cervia - Rawww.biblioteca.comunecervia.itIl Mondo di Tonino Guerra - Via dei Fossi, 4 – 47864 Pennabilli - Rnwww.associazionetoninoguerra.itCasa Olindo Guerrini - Via Guerrini, 60 – 48020 Sant’Alberto – Ra www.sistemamusei.ra.itCasa Artusi - Via Costa, 27 – 47034 Forlimpopoli – Fc www.casartusi.itPer informazioni su luoghi, case e musei considerati in questa pubblicazione si vedail sito web IBC: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

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