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Lettera al Ministero della Salute - Snop

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Società Nazion<strong>al</strong>e Operatori <strong>della</strong> PrevenzioneBari 18 luglio 2013Illustre Sig. Ministro,le Sue dichiarazioni e l'attività che ha avviato d<strong>al</strong> momento <strong>della</strong> Sua nomina dimostrano una particolareattenzione verso i temi <strong>della</strong> prevenzione, che auspichiamo assicuri anche un riequilibrio dell'impegno del<strong>Ministero</strong> <strong>della</strong> S<strong>al</strong>ute su temi (qu<strong>al</strong>i quello <strong>della</strong> s<strong>al</strong>ute e sicurezza sul lavoro) troppo spesso tot<strong>al</strong>mentedelegati ad <strong>al</strong>tri dicasteri.Come Lei ben sa, la prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro, un'<strong>al</strong>imentazione sana e sicura, lapromozione <strong>della</strong> s<strong>al</strong>ute in genere, non sono "lussi", ma costituiscono una vera necessità perun'attenuazione dei disagi e delle diseguaglianze, nonché un risparmio attu<strong>al</strong>e e futuro: ogni miliardostanziato in prevenzione ne frutta 3 di risparmi in cura e riabilitazione (The European House-Ambrosetti,2012).Tuttavia, l'It<strong>al</strong>ia è fan<strong>al</strong>ino di coda in Europa per investimenti in prevenzione: 0,5% <strong>della</strong> spesa sanitariacomplessiva, contro una media UÈ del 2,9%. Si stima, inoltre, che nel nostro Paese la mancata prevenzionedi infortuni e m<strong>al</strong>attie profession<strong>al</strong>i costi circa 45 miliardi (il 3% del PIL).La prevenzione non deve essere declinata solo sul singolo individuo (convincimento dei singoli su fumo,<strong>al</strong>imentazione, screening), ma deve essere interpretata soprattutto come lotta <strong>al</strong>le cause di m<strong>al</strong>attia em<strong>al</strong>essere (cause soci<strong>al</strong>i, ambient<strong>al</strong>i e cultur<strong>al</strong>i delle princip<strong>al</strong>i patologie "prevenibili"), tenendo anche contodegli effetti <strong>della</strong> crisi, <strong>della</strong> povertà, dell'invecchiamento, dell'immigrazione e <strong>della</strong> precarietà soci<strong>al</strong>e sullas<strong>al</strong>ute.Tra gli argomenti che restano pienamente attu<strong>al</strong>i, ci preme qui segn<strong>al</strong>are:• antichi e nuovi temi di sanità pubblica, a partire da: quartieri degradati, impianti a rischio, scarsità dirisorse per strutture ad uso collettivo, esposizione a raggi UVA, ludopatie;• rischi per la s<strong>al</strong>ute legati <strong>al</strong>l'ambiente: "consumo del territorio", inquinamenti puntu<strong>al</strong>i e diffusi,compromissione delle f<strong>al</strong>de idriche che mette a rischio la qu<strong>al</strong>ità delle acque potabili, nuovi agentichimici, gestione dei rifiuti urbani, tossici e nocivi, radioattivi, scarsità di discariche per amianto;• rischi per la s<strong>al</strong>ute e la sicurezza nei luoghi di lavoro che richiedono, oltre che attenzione perl'andamento degli infortuni e delle m<strong>al</strong>attie profession<strong>al</strong>i, una maggiore comprensione dello "stato dis<strong>al</strong>ute" dei lavoratori e delle lavoratrici imposta d<strong>al</strong>l'aumento delle patologie da stress e muscoloscheletriche,e d<strong>al</strong> ricorso dilagante a contratti "atipici", per <strong>al</strong>cuni dei qu<strong>al</strong>i addirittura è in questionel'applicabilità <strong>della</strong> normativa sulla sicurezza;• problematiche connesse <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>ità degli <strong>al</strong>imenti e dell'<strong>al</strong>imentazione in tempi di crisi e di mercatiglob<strong>al</strong>i.I PROBLEMI APERTILa questione delle risorseL'invecchiamento <strong>della</strong> popolazione lavorativa riguarda anche i Servizi di Prevenzione delle ASL: molti diessi sono nati agli inizi degli anni '70 e molti operatori sono andati o stanno per andare in pensione.II problema delle risorse in gener<strong>al</strong>e riguarda certo tutta la sanità (e non solo!); abbiamo però ragione diritenere che abbia "colpito" maggiormente la prevenzione, per<strong>al</strong>tro con un modesto risparmio per ilsistema sanitario nazion<strong>al</strong>e nel suo complesso. Le previsioni di utilizzo per la prevenzione collettiva (il primoLEA) del 5% del Fondo Sanitario Nazion<strong>al</strong>e, contenute nei vari Patti tra Stato e Regioni, sonosistematicamente disattese, e <strong>al</strong>cune Regioni sono fortemente pen<strong>al</strong>izzate rispetto ad <strong>al</strong>tre storicamentepiù attente: in particolare, le Regioni meridion<strong>al</strong>i, pur partendo da situazioni già pen<strong>al</strong>izzanti, vedono lerisorse destinate <strong>al</strong>la prevenzione in costante contrazione rispetto <strong>al</strong>le cure primarie. Si determina così unadistribuzione disomogenea delle già insufficienti risorse.Partendo da questa situazione, con l'obiettivo di integrare le scarsissime risorse destinate <strong>al</strong> potenziamento- in particolare - dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, l'art. 13, co. 6, del D.Lgs. n.81/08 ha stabilito che le somme rivenienti d<strong>al</strong>le sanzioni comminate in fase di vigilanza da t<strong>al</strong>i Servizi siano1


Società Nazion<strong>al</strong>e Operatori <strong>della</strong> Prevenzionevincolate <strong>al</strong> loro potenziamento. Le varie Regioni (e anche le varie ASL) hanno assunto in questi anniatteggiamenti e decisioni assolutamente disomogenee in proposito (vedasi tabella <strong>al</strong>legata).La modifica introdotta d<strong>al</strong> co. 2 dell'art. 9 del recentissimo Decreto Legge n. 76 del 28/06/2013 introducemodifiche di entità e destinazione delle ammende e delle sanzioni amministrative pecuniarie previste d<strong>al</strong>D.Lgs. 81/08, prevedendo che parte delle maggiorazioni sia destinata <strong>al</strong> finanziamento delle attività inmateria di s<strong>al</strong>ute e sicurezza sul lavoro delle Direzioni Territori<strong>al</strong>i del Lavoro. Si tratta di una previsione cheapparentemente non tiene conto del ruolo delle ASL nella vigilanza sull'applicazione <strong>della</strong> legislazione inmateria di s<strong>al</strong>ute e sicurezza sul lavoro (ruolo definito proprio d<strong>al</strong> D.Lgs. n. 81/08): semplicemente non nemenziona l'esistenza. Da questo deriva una disomogenea interpretazione sul territorio nazion<strong>al</strong>e in merito<strong>al</strong>la destinazione delle maggiorazioni: da un lato, l'interpretazione letter<strong>al</strong>e <strong>della</strong> norma porterebbe aconcludere che il 50% delle maggiorazioni delle sanzioni comminate d<strong>al</strong>le ASL debba confluire nel bilanciodello Stato; d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro, in riferimento <strong>al</strong>l'indicazione contenuta nel citato co. 6 dell'art. 13, e ad un recentepronunciamento <strong>della</strong> Corte Costituzion<strong>al</strong>e in materia di destinazione delle sanzioni previste d<strong>al</strong> D.Lgs. n.186/2011 (che ha portato per<strong>al</strong>tro <strong>al</strong>la modifica del testo legislativo originario), si ritiene che lemaggiorazioni in questione debbano essere destinate <strong>al</strong> finanziamento delle attività di prevenzione neiluoghi di lavoro svolte d<strong>al</strong>le ASL. Siamo dell'avviso che una lettura <strong>della</strong> norma coerente con l'assettoistituzion<strong>al</strong>e e con il contesto normativo debba vedere la destinazione di t<strong>al</strong>i maggiorazioni <strong>al</strong>finanziamento delle attività di prevenzione svolte dagli stessi organi di vigilanza che hanno comminato lerispettive sanzioni, ma crediamo anche necessaria una maggiore chiarezza normativa in merito, oltre ad un<strong>al</strong>largamento <strong>al</strong>le Direzioni Territori<strong>al</strong>i del Lavoro <strong>della</strong> possibilità di potenziamento delle attività diprevenzione attraverso l'utilizzo dei fondi delle sanzioni da loro riscosse ai sensi dell'art. 21, co. 2 del D.Lgs.n. 758/94.Compatibilmente con i vincoli delle normative nazion<strong>al</strong>i, va tuttavia garantito il potere di "spendere" lerisorse disponibili:• risorse umane, con varie tipologie contrattu<strong>al</strong>i, per avere figure profession<strong>al</strong>i diversificate incoerenza con le esigenze di vigilanza, controllo e promozione <strong>della</strong> prevenzione in ambiente dilavoro (ma non solo): tecnici <strong>della</strong> prevenzione, laureati in materie scientifiche (ingegneri, chimici,biologi, agronomi, ecc.), psicologi, assistenti sanitarie, medici del lavoro e di sanità pubblica, webmaster(per contribuire <strong>al</strong> miglioramento dell'efficacia <strong>della</strong> comunicazione, strumentofondament<strong>al</strong>e per la promozione <strong>della</strong> prevenzione); garanzia, quanto meno, del reintegro delturnover del person<strong>al</strong>e di controllo (che risente, oltre che dell'invecchiamento, anche di una fortemobilità - incentivata - tra regioni), ma anche piani di assunzioni che tengano conto del sistemaprevenzione;• risorse tecnologiche di tipo informatico (server e PC), ma anche auto di servizio e strumentazione,anche per i Laboratori di Sanità Pubblica;• risorse che consentano di potenziare i controlli, ma anche di progettare <strong>al</strong>tre forme di intervento:assistenza <strong>al</strong>le Associazioni di categoria (che sono preziosi <strong>al</strong>leati!), sportelli informativi per RLS,piani di formazione e di comunicazione, produzione di materi<strong>al</strong>i informativi e di linee guida,sostegno a piani mirati di prevenzione rivolti ai rischi più gravi e diffusi. Riteniamo estremamentepositivo, proprio perché consente di liberare risorse fino ad oggi destinate ad attività di efficacianon dimostrata, l'abrogazione dell'obbligo di una serie di certificazioni prevista d<strong>al</strong>l'art. 42 delDecreto Legge n. 69 del 21 giugno 2013. Si tratta di un obiettivo per il qu<strong>al</strong>e questa Societàscientifica si è a lungo impegnata e che oggi è condiviso non solo d<strong>al</strong> Governo, ma anche d<strong>al</strong>laConferenza delle Regioni che, esprimendo il suo parere sul testo del Decreto, propone di estenderel'abrogazione ad un ulteriore serie di certificazioni improprie ed obsolete.Qu<strong>al</strong>i obiettivi1) Potenziamento del sistema pubblico, in particolare dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, d<strong>al</strong>punto di vista del numero di operatori e di figure profession<strong>al</strong>i, sostenendone la formazione <strong>al</strong>lacomplessità delle tematiche da affrontare (vecchie e nuove) in sanità pubblica. Si tratta di un2


Società Nazion<strong>al</strong>e Operatori <strong>della</strong> Prevenzioneinvestimento non ulteriormente dilazionabile, che deve riguardare, oltre che le figure profession<strong>al</strong>i"storiche" (medici del lavoro — il cui numero è in progressiva riduzione — e di sanità pubblica, tecnici<strong>della</strong> prevenzione, assistenti sanitari - figure molto spesso assenti nei Servizi di varie Regioni -),anche <strong>al</strong>tre figure speci<strong>al</strong>izzate la cui necessità è, non da oggi, impellente: chimici, ergonomi,ingegneri, psicologi, mediatori cultur<strong>al</strong>i, per un sistema pubblico che stia <strong>al</strong> passo con le tumultuosemodifiche del contesto <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e si rivolge, e che deve essere in grado di an<strong>al</strong>izzare e comprendere.2) Maggiore attenzione <strong>al</strong> legame tra crisi economico - soci<strong>al</strong>e e s<strong>al</strong>ute. Anche la sanità pubblica sitrova a dover affrontare i problemi strettamente legati <strong>al</strong>la crisi economica, qu<strong>al</strong>i:• La contraddizione tra la difficoltà di accesso a cibi sani per la popolazione più disagiata e lospaventoso spreco <strong>al</strong>imentare;• II fatto che le attività a maggior rischio (a partire da bonifiche di amianto e pulizieindustri<strong>al</strong>i) sono "appannaggio" del lavoro più irregolare e precario, con la polverizzazionedel mondo del lavoro tra precarietà, finte partite IVA, aumento dell'illeg<strong>al</strong>ità nei luoghi dilavoro;• I numerosi casi ed eventi sentinella dello stress lavoro (o "non lavoro") - correlato,confermato anche d<strong>al</strong> costante aumento del consumo di psicofarmaci e da tragici fatti dicronaca;• I problemi <strong>della</strong> popolazione immigrata nella specificità del lavoro e nella qu<strong>al</strong>ità <strong>della</strong>propria vita;• La questione di genere, l'invecchiamento <strong>della</strong> popolazione lavorativa e tutti i problemi chene conseguono (a partire d<strong>al</strong> fatto che il lavoro è in genere progettato per una popolazionemediamente costituita da giovani adulti sani, con le conseguenti difficoltà di inserimento edi mantenimento del lavoro per chi si trova in condizioni di disabilità);• II dilagare delle dipendenze, compresa la dipendenza d<strong>al</strong> gioco (o "ludopatia", patologiaormai presente nei nuovi LEA).Tutto questo rende necessaria una costante collaborazione dei Dipartimenti di Prevenzione con leDirezioni Provinci<strong>al</strong>i del Lavoro e con la rete dei servizi di sostegno e di assistenza (NOT, SERT,NOEA, Consultori, Centri Psico-Soci<strong>al</strong>i), anch'essi oggi fortemente depauperati.3) Potenziamento del sistema S<strong>al</strong>ute e Ambiente delle ASL:• Ricostruire il rapporto tra ASL e ARRA, per una collaborazione più efficace ed efficientenell'ambito di programmi di controllo pianificati, con la condivisione di data-base(ambient<strong>al</strong>i, epidemiologici, ecc.) e lo sviluppo di piani mirati di intervento su temi qu<strong>al</strong>i labonifica dei siti contaminati, la presenza di radon e l'attività di controllo delle aziende amaggiore impatto ambient<strong>al</strong>e;• Promuovere la collaborazione con il territorio (tra Regione, Enti Loc<strong>al</strong>i e associazioniambient<strong>al</strong>i) per progetti pianificati di s<strong>al</strong>ute su temi prioritari condivisi (a partire d<strong>al</strong>laqu<strong>al</strong>ità dell'aria e d<strong>al</strong>la vivibilità urbana).4) Maggiore sostegno agli interventi su s<strong>al</strong>ute e sicurezza sul lavoro, v<strong>al</strong>orizzando l'attu<strong>al</strong>ecomplessità del lavoro. Anche grazie ai Piani Nazion<strong>al</strong>i di Prevenzione sviluppati d<strong>al</strong> CoordinamentoTecnico delle Regioni, in tutte le ASL sono oggi consolidati interventi rivolti ai rischi in edilizia eagricoltura, oltre che in tema di esposizione ad amianto. Vanno meglio sviluppati e sostenuti: laricerca attiva delle m<strong>al</strong>attie profession<strong>al</strong>i (compresi i tumori da pregressa esposizioneprofession<strong>al</strong>e), gli studi sulla s<strong>al</strong>ute <strong>della</strong> popolazione lavorativa e gli interventi sul rischioorganizzativo rivolti <strong>al</strong>lo stress lavoro — correlato e <strong>al</strong>le patologie muscolo-scheletriche (in costantee marcato aumento). La recente re<strong>al</strong>izzazione di una piattaforma informatica a cura dell'INAIL perl'inserimento da parte dei medici competenti delle informazioni relative ai dati aggregati di s<strong>al</strong>ute edi rischio dei lavoratori, prevista d<strong>al</strong>l'art. 40 del D.Lgs. n. 81/08, pur nelle difficoltà di avvio legate<strong>al</strong>la necessità di miglioramento del sistema (auspichiamo per questo un ulteriore slittamento deitermini fissati per l'inserimento dei dati), rappresenta un passo avanti verso la possibilità diutilizzare per fin<strong>al</strong>ità di s<strong>al</strong>ute pubblica i risultati dell'attività dei medici competenti. In merito <strong>al</strong>las<strong>al</strong>ute dei lavoratori e delle lavoratrici è necessario tenere, in particolare, presente:


Società Nazion<strong>al</strong>e Operatori <strong>della</strong> Prevenzione• II progressivo spostamento dell'occupazione verso il terziario, con crescente aumento deifattori di rischio psicosoci<strong>al</strong>e (carico ment<strong>al</strong>e, rapporti interperson<strong>al</strong>i e con il pubblico,"società delle 24 ore", ecc.)• La progressiva precarizzazione anche del lavoro pubblico, che fra l'<strong>al</strong>tro comporta ladifficoltà di costruire una rete di rapporti stabili tra lavoratori e pubblica amministrazione• L'espansione delle nuove tecnologie (non più solo elettronica ed informatica, ma anchenanotecnologie)• II problema, più volte citato, dell'invecchiamento <strong>della</strong> popolazione <strong>al</strong> lavoro, destinato adamplificarsi nel tempo.5} Sostegno e potenziamento delle tante attività di prevenzione non riconducibili <strong>al</strong>la sola vigilanza,a partire d<strong>al</strong>le le già citate attività di sportello, di assistenza e di comunicazione.6) Miglioramento <strong>della</strong> comunicazione e promozione di una maggiore partecipazione. Laprevenzione vive di partecipazione: ne sono attori i cittadini, le imprese, i lavoratori e le istituzionicon le loro scelte. La comunicazione è quindi un grande tema che richiede non solo unmiglioramento <strong>della</strong> reportistica uffici<strong>al</strong>e, ma anche il sostegno a forme di comunicazione piùattu<strong>al</strong>i, che si avv<strong>al</strong>gano dei media, divenendo più rapide ed agili. Si tratta di attività che richiedonoun sostegno politico e soci<strong>al</strong>e, oltre che finanziario, più coraggioso. Se da un primo esame dei sitiweb e dei piani di comunicazione emerge un grande sforzo di comunicazione con i cittadini, con ilmondo sanitario e con quello <strong>della</strong> scuola (su piani vaccin<strong>al</strong>i, screening oncologici e di prevenzionecardiovascolare, promozione di stili di vita sani, ecc.), sono ancora da sviluppare in modo adeguatola person<strong>al</strong>izzazione territori<strong>al</strong>e, l'interattività e la capacità di diffondere dati e risultati di progetti,la capacità di commentare eventi in tempo re<strong>al</strong>e attraverso un forte rapporto con i media loc<strong>al</strong>i, lacomunicazione e l'informazione verso il mondo del lavoro (imprese, professionisti, medicicompetenti, rete degli RLS).Va affermato con forza che la rilevanza <strong>della</strong> prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro impone che,nella scelta e nella v<strong>al</strong>utazione dei Direttori Gener<strong>al</strong>i di ASL e ARRA e dei Direttori dei Dipartimenti diPrevenzione Medici e veterinari, si tenga conto in maniera rilevante dei programmi di investimento e deirisultati operativi e di s<strong>al</strong>ute raggiunti su questi temi.Con riferimento <strong>al</strong>le tematiche sopra elencate e agli <strong>al</strong>tri aspetti <strong>della</strong> prevenzione da Lei ritenuti urgenti,questa Società scientifica si rende sin d'ora disponibile ad ogni confronto ed approfondimento, offrendo <strong>al</strong><strong>Ministero</strong> da Lei diretto ogni collaborazione. Al riguardo, ci rendiamo disponibili ad un incontro che la S.V.volesse organizzare, per meglio dettagliare i contenuti di questa nota.Per il Direttivo SNOPDr. Giorgio Di Leone ( gdileone@snop.it - g.dileone@tin.it - tei. 335-7900128)

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