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I carnivori e gli uccelli rapaci in Valtrigona - Valsugana

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RISERVA-OASI WWF DI VALTRIGONAGli <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong> notturniI <strong>rapaci</strong> notturni, essendo attivi dal crepuscoloe nelle ore di buio, sono sempre stati avvoltida un’aura di mistero. Nell’Oasi, situata moltoall’<strong>in</strong>terno della catena dei Lagorai e con habitatmontano e alp<strong>in</strong>o, possiamo <strong>in</strong>contrare oascoltare solo le due civette di montagna,rappresentate dalla Civetta capogrosso e laCivetta nana.Percorrendo i sentieri dell’Oasi WWF di <strong>Valtrigona</strong>,talvolta capita di osservare il volo affasc<strong>in</strong>antedi un uccello rapace librato sopra rocce e pascoli,mentre più spesso si <strong>in</strong>contrano i segni di presenzadei mammiferi <strong>carnivori</strong>.I <strong>carnivori</strong>e <strong>gli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong><strong>in</strong> <strong>Valtrigona</strong>I <strong>carnivori</strong> e <strong>gli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong> <strong>in</strong> <strong>Valtrigona</strong>Percorrendo i sentieri dell’Oasi WWF di <strong>Valtrigona</strong>, talvolta capita di osservare il voloaffasc<strong>in</strong>ante di un uccello rapace librato sopra rocce e pascoli, mentre più spesso si<strong>in</strong>contrano i segni di presenza dei mammiferi <strong>carnivori</strong>.Il mondo dei predatori è uno de<strong>gli</strong> aspetti più misteriosi e <strong>in</strong>teressanti all’<strong>in</strong>terno dell’ecosistemaalp<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> cui le varie specie si sono adattate alla ricerca di particolari prede,modificando forma e dimensioni ed elaborando particolari strategie venatorie.In questo pieghevole sono descritte le specie che frequentano regolarmente l’areaprotetta.La Civetta capogrosso è diffusa nei boschimaturi di conifere dove sono disponibilitronchi con cavità, come quelle scavatedal picchio nero, utilizzate per la nidificazione.È la più grande civetta europea, dalle proporzionisimili a un piccolo allocco. Il soffice Civetta capogrosso, Aegolius funereuspiumaggio è di colore bruno picchiettato dibianco, la testa è molto grande <strong>in</strong> proporzione al corpo, ornata da ampi dischi facciali(la forma a parabola sembra serva a percepire me<strong>gli</strong>o i suoni). La civetta capogrossosi nutre di micromammiferi e di <strong>uccelli</strong> che riesce a sorprendere nel sonno sui ramide<strong>gli</strong> alberi. Le prede maggiori sono della dimensione di un ghiro o di un tordo. Quandosi ritira nei rifugi scavati dal picchio nero la specie è comunque vigile, affacciandosidal foro al m<strong>in</strong>imo suono che possa significare l’arrampicata dell’albero da partedella temibile martora. Un comportamento utile a<strong>gli</strong> studiosi, che simulano lo sfregamentode<strong>gli</strong> unghioni sulla corteccia per vedere se i nidi sono occupati o meno.La Civetta nana <strong>in</strong>vece è la più piccola specie tra i <strong>rapaci</strong> notturni europei,con una lunghezza del corpo che raggiunge appena i 18 cm. Il piumaggio è bruno suldorso, più chiaro nella regione ventrale, fittamente picchiettato di bianco sul capo esulle ali. La testa è proporzionata al corpo con piccoli dischi facciali. È <strong>in</strong>fatti una speciepiù crepuscolare che notturna, che cacciaanche a vista. Talvolta si può osservare anche<strong>in</strong> pieno giorno e si dimostra piuttosto confidentese sorpresa su qualche posatoio. La civettanana si sposta silenziosamente con un caratteristicovolo ondulato, simile a quello deipicchi, e si nutre preferibilmente di piccoli <strong>uccelli</strong>forestali come le c<strong>in</strong>ce, riuscendo a sorprenderlecon il suo volo silenzioso. Le penne dei<strong>rapaci</strong> notturni hanno dei particolari adattamentiche permettono un volo silente, risultandoal tatto particolarmente morbide. Gli habitatfrequentati dalla specie nell’Oasi sono iCivetta nana, Glaucidium passer<strong>in</strong>umlariceti e i pascoli a larice.Testo di Stefano Mayr | Foto di Maurizio Bed<strong>in</strong>, Carlo Frapporti, Roberto Maistri, Valter Pallaoro,Renato Sascor e Walter TomioPROVINCIA AUTONOMADI TRENTOSi r<strong>in</strong>grazianoWWF Trent<strong>in</strong>o - Alto AdigeVia Malpaga, 8 - 38100 Trentotel./fax 0461 231842trent<strong>in</strong>oaltoadige@wwf.itwww.wwf.itPublistampa 01.12Una dura legge naturaleI mammiferi <strong>carnivori</strong> e <strong>gli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong> sono delle presenze discrete nell’Oasi di <strong>Valtrigona</strong>,che tuttavia svolgono un importante ruolo nell’equilibrio ecologico complessivodell’area protetta. Il rapporto tra prede e predatori è una dura legge naturale,apparentemente crudele, che ammette poche eccezioni. La predazione è uno deifattori che <strong>in</strong>fluenzano la dimensione della popolazione di una specie, ma è direttasempre verso le risorse maggiormente disponibili e accessibili. Le specie più numerosee prolifiche, come i roditori, sono quelle che sopportano la maggiore predazione.L’andamento ciclico delle loro d<strong>in</strong>amiche di popolazione che è legato alla disponibilitàdi cibo, regola però il numero dei predatori, che si riproducono poco e hanno lunghiperiodi di allevamento della prole. Qu<strong>in</strong>di le prede sono sempre molto numerosementre i predatori sono pochi. Infatti se per paradosso una volpe mangiasse tutte learvicole presenti nel suo territorio, <strong>in</strong> assenza di altre risorse alimentari, sarebbecostretta ad allontanarsi oppure a soccombere.Così i mammiferi <strong>carnivori</strong> hanno imparato a nutrirsi anche di <strong>in</strong>setti, rettili, anfibi,<strong>in</strong>vertebrati, frutti selvatici, erbe e radici.Gli <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong> <strong>in</strong>vece si spostano su ampie superfici e <strong>in</strong> alcuni casi migrano, e cosìl’effetto della loro azione di caccia è molto diluito. La predazione di specie rare o pocoabbondanti è <strong>in</strong>vece un evento occasionale, che accade quando i soggetti sono malati,vecchi o semplicemente poco vigili.


I <strong>carnivori</strong>I <strong>carnivori</strong> sono assai variabili come forma e dimensioni, passando da specie moltopiccole, ma assai efficienti, come la donnola e l’ermell<strong>in</strong>o, f<strong>in</strong>o al gigante del gruppo,l’orso. Tutti possiedono denti can<strong>in</strong>i sviluppati, per afferrare le prede, e presentano unbreve <strong>in</strong>test<strong>in</strong>o, predisposto per la digestione della carne. Sono però molteplici lestrategie alimentari adottate dalle varie specie: a parte i felidi, che sono <strong>gli</strong> unici <strong>carnivori</strong>obbligati, tutte le altre specie sono molto adattabili, dedicandosi alla risorsamaggiormente accessibile stagionalmente, cibandosi molto spesso anche di fruttae vegetali. Nell’Oasi WWF di <strong>Valtrigona</strong>, salvo occasionali passaggi delle speciemaggiori, sono presenti stabilmente quattro mammiferi <strong>carnivori</strong>, la Volpe, laDonnola, l’Ermell<strong>in</strong>o e la Martora.La Volpe è un canide di medie dimensioni,dall’aspetto <strong>in</strong>confondibile,con muso appuntito, padi<strong>gli</strong>oni auricolarieretti, folta coda e zampe corte.Colore dal rossiccio al giallastro, trannela regione ventrale e la parte <strong>in</strong>ferioredel muso, che sono bianchi. Trai <strong>carnivori</strong> è la specie più eclettica eadattabile, che si può <strong>in</strong>contrare <strong>in</strong>ogni tipo di habitat. In montagna utilizzaterritori di maggiore dimensionerispetto alla coll<strong>in</strong>a e alla pianura. Siciba praticamente di ogni risorsacommestibile, dedicandosi opportunisticamentea quelle maggiormentedisponibili e accessibili sul territorio.Nell’Oasi la volpe si nutre pr<strong>in</strong>cipalmentedi arvicole che caccia nei pascolie di frutti selvatici, <strong>in</strong> particolarei mirtilli. Nella stagione <strong>in</strong>vernale si osservanofacilmente sul terreno <strong>in</strong>nevato<strong>gli</strong> andirivieni della specie alla ricercadella lepre variabile.Volpe, Vulpes vulpesLa Donnola e l’Ermell<strong>in</strong>o sono specie apparentemente gemelle, appartenentialla fami<strong>gli</strong>a dei mustelidi, con distribuzione a volte sovrapposta, anche se con utilizzazionedi diverse nicchie ecologiche. La donnola è la specie con dimensioni m<strong>in</strong>ori,corpo allungato, zampe molto corte e testa piccola, con un aspetto “serpentiforme”che suggerisce una precisa attitud<strong>in</strong>e predatoria. La donnola <strong>in</strong>fatti frequentale praterie e i boschi, dove si nutre preferibilmente a spese delle numerose colonie diarvicole, riuscendo a <strong>in</strong>seguire i piccoli roditori anche nel reticolo di gallerie sotterranee.L’ermell<strong>in</strong>o ha dimensioni maggiori, frequenta foreste e zone rocciose, e haun più ampio spettro alimentare. Nell’Oasi è probabilmente più diffuso, mentre la donnolaè stata osservata solo nei d<strong>in</strong>torni di Malga <strong>Valtrigona</strong>. Dal momento che le duespecie non sono dist<strong>in</strong>guibili attraverso l’osservazione delle impronte e delle feci, valela pena di soffermarsi su altre caratteristiche morfologiche. Donnola ed ermell<strong>in</strong>ohanno entrambi la regione dorsale colorata di bruno-rossiccio e quella ventrale bianca.Ma, a differenza della donnola, l’ermell<strong>in</strong>o ha una coda più lunga, ornata dauna vistosa punta nera. Inoltre solo raramente la donnola è <strong>in</strong> grado di mutare ilmantello nella stagione <strong>in</strong>vernale, diventando completamente bianca, a differenzadell’ermell<strong>in</strong>o, che diventa candido, salvo mantenere la punta della codanera.La Martora è un mustelide snello e robusto, della ta<strong>gli</strong>a di un gatto, col tronco allungato,coda folta, arti brevi e potenti. La testa è robusta, con potente muscolatura emuso appuntito. Il colore è bruno scuro con una macchia, non troppo estesa, di coloregiallastro-arancio sul petto. La martora è un fantastico arrampicatore che salesu<strong>gli</strong> alberi all’<strong>in</strong>seguimento de<strong>gli</strong> scoiattoli, oppure scovando i nidi o <strong>gli</strong> <strong>uccelli</strong> appisolatisui posatoi. È <strong>in</strong> ogni caso capace di ricercare il cibo anche sul terreno e nondisdegna <strong>in</strong>setti e frutta, con unapreferenza per i mirtilli e i fruttidel sorbo de<strong>gli</strong> uccellatori. Lamartora è una specie moltoelusiva e schiva, una sorta difantasma dei boschi assai difficileda osservare. Dei suoi passaggisono testimonianza le caratteristicheimpronte appaiatenella neve e <strong>gli</strong> escrementi depositatisu punti emergenti (ceppi,massi) lungo i sentieri come segnodi marcatura territoriale.Martora, Martes martesGli <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong> diurniIl gruppo dei <strong>rapaci</strong> diurni comprende specie che catturano le prede con tecniche varieda specie a specie, con adattamenti quali i becchi robusti e adunchi e <strong>gli</strong> arti<strong>gli</strong> ricurvi,assai sviluppati, con cui afferrano e bloccano le prede. Nell’Oasi, salvo altre specie dicomparsa occasionale, è possibile l’osservazione di Aquila reale, Poiana, Astore,Sparviero e Gheppio. In tutte queste specie la femm<strong>in</strong>a è di dimensioni superiori al maschio,un fatto che permette di diversificare ledimensioni delle prede e i luoghi di caccia.L’Aquila reale è uno dei maggiori <strong>uccelli</strong> <strong>rapaci</strong>europei, un simbolo delle Alpi dal corporobusto ma proporzionato, che raggiunge i2,3 metri di apertura alare. È un grande volatoredal vasto territorio, che perlustra con voloplanato alla ricerca di prede di medie dimensioni,come la marmotta, che cerca di sorprenderecon volo radente lungo i pendii. Normalmente siosserva da sola o <strong>in</strong> coppia. Se avremo la fortunadi osservare da non troppo lontano un’aquila<strong>in</strong> volteggio, noteremo che tiene le ali al di sopradella l<strong>in</strong>ea orizzontale, con le punte rivolte leggermente<strong>in</strong> avanti e <strong>in</strong> su e remiganti aperte,una figura emozionante e <strong>in</strong>confondibile. Gliesemplari immaturi presentano macchie bianchesulle ali e sul sottocoda, mentre <strong>gli</strong> adulti sonobruni con la nuca color bronzo-dorato, da cuiil nome <strong>in</strong>glese di Golden eagle.Donnola, Mustela nivalis Ermell<strong>in</strong>o, Mustela erm<strong>in</strong>ea Astore, Accipiter gentilis Sparviero, Accipiter nisusAquila reale, Aquila chrysaetosLa Poiana è un rapace di medie dimensioni, somi<strong>gli</strong>ante a una piccola aquila,che si vede spesso volteggiare, anche <strong>in</strong> gruppo, sopra i boschi e i prati. Spesso siode anche il verso, una nota prolungatae lamentosa, molto acuta, conosciutocome “miagolio”. La poiana haali ampie e coda corta barrata, con unpiumaggio assai variabile, da moltochiaro, quasi bianco, a marrone moltoscuro. L’apertura alare giunge f<strong>in</strong>oa 1,3 metri. Si può confondere con ilfalco pecchiaiolo, specie a cui talvoltasi accompagna, che tuttavia presentauna testa più piccola, ali più strette ecoda lunga a larghe barrature. La poianapreda soprattutto roditori che sorprendeal suolo dopo Poiana, Buteo buteoappostamentisu rami, pali o rocce elevate sul terreno. In <strong>in</strong>verno le poiane si spostano nelle zone dicampagna a quote medio-basse, dove sono facilmente osservabili.L’Astore e lo Sparviero sono specie molto simili nell’aspetto, ma differenti nelledimensioni, passando dal piccolo maschio di sparviero che pesa 100-150 grammi allagrande femm<strong>in</strong>a di astore che raggiunge i 2 chilogrammi. Sono <strong>rapaci</strong> stanziali,particolarmente adattati alla caccia <strong>in</strong> ambiente boschivo. Hanno ali corte e arrotondatee code lunghe, con le quali si muovono molto velocemente e variandospesso direzione all’<strong>in</strong>terno della foresta e lungo le radure. Gli arti sono allungati epredisposti per afferrare le prede anche all’<strong>in</strong>terno dell’<strong>in</strong>trico dei rami. Anche il piumaggiogrigio scuro sul dorso e chiaro barrato su coda, ali e corpo facilita il mimetismonei chiaroscuri del bosco. Lo sparviero è <strong>in</strong> grado di catturare i piccoli passeriformiall’<strong>in</strong>terno del bosco fitto, mentre l’astore si dedica a ghiandaie, colombacci,scoiattoli e tetraonidi all’<strong>in</strong>terno delle fustaie più mature.Il Gheppio è un agile falconiforme di modestedimensioni (è il noto “falchetto”), che esplora sistematicamentetutte le zone aperte alla ricerca dipiccole prede, siano esse micromammiferi, lucertole,orbett<strong>in</strong>i o grosse cavallette. È <strong>in</strong>confondibilequando si trova fermo <strong>in</strong> aria, battendo le al<strong>in</strong>ella caratteristica posizione dello “spirito santo”,cercando di scorgere qualche preda. Il colore èbruno chiaro picchiettato di nero, con una sagomaagile dalle ali appuntite. Il maschio ha capo e nucagrigio blu e dorso rossiccio. Il verso della specie ècaratteristico, una serie di ripetuti “kii-kii-kii”. Ilgheppio durante l’<strong>in</strong>verno abbandona i territorimontani spostandosi nelle vallate e pianure, facendoritorno <strong>in</strong> primavera nei territori montani.Gheppio, Falco t<strong>in</strong>nunculus

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