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La vita dei giovani - Liceo Giulio Cesare

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L’Educazione <strong>dei</strong> <strong>giovani</strong>IERI E OGGI


I giochiI bambini dell’antichità amavano i giochi all’aperto:giocavano ai soldati, al girotondo, al tiro alla fune, allapalla. Qui due ragazzi cretesi giocano al pugilato.


Gli EgiziIn questo documentoegizio del XII secolo a.c. unpadre cerca di convincere ilfiglio a resistere alla fatica ea non abbandonare gli studiper diventare scriba.”se tuimpari a scrivere avrai unlavoro migliore di ognialtro. Lo scriba impone letasse nell’Alto e nel BassoEgitto e le riscuote. <strong>La</strong>carriera dello scriba è quellache ti porta nei posti piùalti dell’amministrazione”.


I bambini nell’antichità avevano anche bambole emodellini fatti in terracotta o legno, che riproducevanoanimali, carri, navi. C’erano poi gli animali domestici cani,scimmiette, oche e tantissimi gatti.Come giocavano i bambininell’antichità


<strong>La</strong> scuola sumericaUn antico documentosumero riporta ilracconto di un alunnoche frequenta “la casadelle tavolette”, lascuola della ziggurat.“Il maestro di scritturaleggeva la mia tavolettae diceva: - Hai scrittomale!- e mi picchiava.Il maestro di sumericomi diceva:- Perchénon hai parlatosumerico? E mipicchiava . Il mestro disilenzio mi diceva :-Perché hai parlato?- emi picchiava…..”


Infanzia e adolescenzaI maschi restavano in famiglia con le sorelle fino a7 anni allevati con severità. Poi abbandonava lafamiglia per essere assunto dallo Stato. Dagli 8 agli11 anni era lupetto, dai 12 ai 15 ragazzo e infinedai 16 ai 20 iren cioè efebo.


<strong>La</strong> <strong>vita</strong> a SpartaA 20 anni ogni Spartiate veniva reclutato nell’esercito attivo. Dai 20 ai 30 anni i<strong>giovani</strong> guerrieri continuavano a vivere in caserma, a prendere i pasti in comune ead addestrarsi giornalmente come se fossero in guerra. Non potevano entrarenell’agorà quindi non esercitavano diritti politici .


<strong>La</strong> “criptia”Era una prova diiniziazione e disopravvivenza.Tutti gli ireneslasciavano per unmese la casermae andavano avivere soli enascosti nelledesolatecampagne della<strong>La</strong>conia.


I <strong>giovani</strong> spartaniI <strong>giovani</strong> spartani erano educati duramente perché il loroera uno stato basato sulla forza e a loro si chiedeva dicurare solo il corpo pensando poco allo spirito.


L’educazione delle fanciulleLe <strong>giovani</strong> di Sparta erano piuttosto libere,praticavano in pubblico molti sport e siesercitavano nella lotta, nel lancio del disco epersino nel lancio del giavellotto.


I figli minorivivevano nel gineceocon la madre e ledonne di casa. A 7anni il maschiocominciava afrequentare la scuoladi un maestro. Ibambini avevano iloro giochi: trottole,cerchi, animaletti diterracotta, bambolesnodabili.<strong>La</strong> <strong>vita</strong> ad Atene


A 18 anni i<strong>giovani</strong> ateniesivenivano iscrittitra i demotescioè i membri deldemo del padre,l’assemblea deldemo verificavase la loro nascitaera legittima e seerano dicondizionelibera. Cosìdiventavanocittadini.I <strong>giovani</strong> soldati ateniesi


Vita del soldato atenieseEsercitazioni di opliti con armamento pesante e di fantiarcieri e trombolieri.


L’educazione delle fanciulleAd Atene il padre di famiglia aveva la potestà assoluta <strong>dei</strong> figli e decideva lui solodella loro educazione fino a 18 anni. Fino a 7 anni i maschietti venivano allevatinel gineceo insieme alla madre e alle femmine di casa . Il padre era quasi unestraneo, troppo occupato fuori casa per interessarsi a loro. Le fanciulle ateniesidi buona famiglia vivevano chiuse in casa e ne uscivamo solo al momento dellenozze. Potevano frequentare solo feste religiose o processioni. Le fanciulle piùumili erano più libere.


<strong>La</strong> fanciullezzaA 7 anni i maschi venivanomandati a scuola. Là ilbambino sotto la guida di unmaestro imparava a leggere,scrivere e fare di conto; peròriuscivano a frequentare solo ifigli <strong>dei</strong> cittadini ricchi e agiatiperchè le scuole erano apagamento. A 14 anniprevaleva la cultura fisica e i<strong>giovani</strong> si sfidavano in gareatletiche. In occasione delleGrandi Dionisiache ognunadelle 10 tribù dell’Atticapresentava un coro di 50ragazzi che si esibivano nelDitirambo: cantavano edanzavano in cerchio.


Giovani ad AteneA 18 anni i ragazzi sitagliavano i capelli e lioffrivano agli <strong>dei</strong>. Erail momento in cuientravano nel demo evenivano consideraticittadini. Alloracominciava il periododell’efebia, cioèdell’apprendistatomilitare che duravafino ai 20 anni.


Vita in una casa ateniese


L’educazione delle fanciulleLe fanciulle imparavanoa tessere e filare,impastare il pane,cucinare e qualcheelemento di musica oletteratura loimparavano dalla madreo da un’ava o dalle servedi famiglia.


Attività sportiva ad AteneOgni giorno i <strong>giovani</strong> Ateniesi andavano ad addestrarsinella palestra o nei ginnasi, mentre i genitorifrequentavano i bagni pubblici e le terme Si cimentavanonella lotta e nella boxe ma soprattutto nelle discipline delpentathlon.


Aritmetica e geometriaL’aritmetica completava l’insegnamento del corso normale deglistudi. Le cifre erano contrassegnate con lettere dell’alfabeto, ma icalcoli erano difficili perché i greci ignoravano lo zero. Gli scolariimparavano a memoria le tabelline secondo il sistema della tavolapitagorica.


I sofisti<strong>La</strong> prima forma diinsegnamento superiore dideve ai sofisti, gliappartenenti a unmovimento culturalesviluppatosi ad Atene tra ilV e il IV secolo a.C. Essinon insegnavano in unluogo determinato perchéquei primi professori eranoconferenzieri itineranti chesi spostavano con il loroseguito di allievi di città incittà.


Le lezioni<strong>La</strong> lezione del citarista e quella del grammatista. Lo scolaro atenieseaveva un corredo composto da tavolette per scrivere, stili, libri,cetra e oboe. I maestri sedevano su un seggio a spalliera dettocattedra. Dal citarista il ragazzo imparava a suonare vari strumenticome la lira.


In palestraGli allievi delle palestre erano divisi in due gruppi i“piccoli” che avevano dai 12 ai 15 anni e i “grandi” dai 15ai 18. Gli esercizi sportivi erano graduati secondo l’età


Vita quotidianaLe fanciulle di famigliaricca rimanevano in casamentre quelle più umiliuscivano per lavorare.


<strong>La</strong> palestra, il ginnasio e i bagni pubblici. I <strong>giovani</strong>dopo l’attività sportiva si ristoravano nelle grandivasche e nelle piscine <strong>dei</strong> bagni pubblici.


Primi incarichi militariA 18 anni i ragazzi venivano istruiti nell’uso dello scudo, delgiavellotto, nel tiro con l’arco e della fionda. Dai 18 ai 20 anni eranoefebi, dai 20 ai 50 facevano parte dell’esercito attivo come oplita ocome cavaliere, dai 50 ai 60 anni entravano nel gruppo <strong>dei</strong> veterani.


Il giuramentoDi fronte al tempio della deaAglaure gli efebipronunciavano solennementequesto giuramento: “ Nondisonorerò le armi sacre cheporto, non abbandonerò ilmio compagno dicombattimento, lotterò per ladifesa <strong>dei</strong> santuari dello Statoe trasmetterò alla posteritàuna patria non diminuita mapiù grande e potente.


<strong>La</strong> Scuola nell’anticaRomaL’istruzione non eragratuita e soltanto i figlidelle famiglie agiatepotevano permetterselaIl primo ciclo di studicorrispondeva allascuola elementare, dai 6fino ai 12 anni.Dopo soltanto pochiprivilegiaticontinuavano a studiaresotto la tutela di uninsegnante diletteratura. Imparavanoa conoscere i testiclassici della letteraturae a risolvere problemi digeometria e aritmetica.


Il retoreA 16 anni alcuni ragazziparticolarmente ricchivenivano assegnati a un“retore”. Costui era uninsegnante che li avviavaalla professione diavvocato o alla carrierapolitica. Nel II secolo a.c.nacquero vere e propriescuole di giurisprudenza el’istruzione <strong>dei</strong> <strong>giovani</strong>ricchi potè svolgersi ancheall’estero, Atene oAlessandria.


Gli strumenti per scrivereGli scolari romani perscrivere usavano delletavolette di legno ricopertedi cera. Con un bastoncinosi incideva la cerascrivendo.


Le attività <strong>dei</strong> <strong>giovani</strong> romaniI <strong>giovani</strong> romani si dedicavano non solo allo sport ma anche allearti come la pittura oppure canto e musica.


L’INSTITUTIO ORATORIA DI QUINTILIANOLibro I.I primi passi dell'allievo1.dopo che gli è stato affidato il fanciullo,ilmaestro in primo luogo esamini a fondo la sua intelligenza e ilsuo carattere. Il segno piu' evidente dell'intelligenza <strong>dei</strong> piccoliallievi è la memoria: due sono i suoi meriti,apprendere facilmentee ricordare esattamente. L'indizio piu' vicino è la capacitàimitativa: infatti anche questa è proprio di una natura bendisposta ad imparare,però a condizione che imiti ciò che imparanon per avventura,l'aspetto,il modo di incedere e qualunqueatteggiamento si presti ad essere caricaturato. 2.non mi fara'credere di avere un buon carattere chi cerchera',attraverso lapassione dell'imitazione, di ottenere che si rida;infatti il fanciulloveramente dotato di ingegno sara' anche soprattutto buono.Altrimenti l'essere di ingegno tardivo lo considererei nonpeggiore dell'essere di malvagia; ma l'allievo onesto sarà moltodiverso da quello pigro e inerte.3.questo mio(discepolo) riceveràgli insegnamenti che gli verranno impartiti,non con difficoltà, faràanche delle domande; seguirà il maestro piuttosto che precederlo.Quella categoria di ingegni per cosi' dire precoci non pervienemai facilmente a maturazione.. 4Essi sono quelli che compionofacilmente le cose di poca importanza e spinti dall'audaciamettono subito in mostra quel poco che possono, e possonosolamente quello che è a portata di mano; pronunciano le parolesenza interruzione, le pronunciano con il volto intrepido, nonfrenati da nessun impiccio:non fanno molto ma (quel che fanno)lo fanno presto.5. Non vi è in loro una vera capacità ,né (quellache hanno) poggia su radici profonde (profondamenteinfisse),come i semi che sono stati sparsi in superficiegermogliano piu' in fretta e divenuti erbacce simili a biadebiondeggiano con le loro vuote spighe prima della mietitura.


L’educazione oggiOggi c’è più attenzione per i bambini e i loro bisogni e c’è più tempo per giocare,imparare, crescere. I genitori nutrono e vestono i figli, si preoccupano che stianobene, che riposino abbastanza, che giochino, che ricevano un’istruzione adeguatae che possano seguire le proprie inclinazioni. I bambini vengono ascoltati eaiutati a crescere.


I diritti del fanciulloOgni ragazzo o ragazza è una persona unica e, fin dallanascita possiede precisi diritti. Essi riguardano le sueesigenze più importanti e devono essere rispettati. Idiritti fondamentali sono le condizioni necessarieperché ciascun bambino o ragazzo possa crescere evivere bene.


<strong>La</strong> Dichiarazione <strong>dei</strong> diritti del fanciulloEccone alcuni: I bambini hanno diritto a vivere con la propria famiglia o concoloro che meglio possono prendersi cura di loro; i bambini hanno diritto a unnutrimento sufficiente e a un livello di <strong>vita</strong> adeguato; i bambini hanno dirittoall’assistenza sanitaria; i bambini hanno diritto a giocare; i bambini devono poterparlare la propria lingua e professare la propria religione e cultura.


Art. 30 Costituzione: E’ dovere ediritto <strong>dei</strong> genitori mantenere,istruire ed educare i figli.


Art. 31 Costituzione<strong>La</strong> Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendogli istituti necessari a tale scopo.


Art. 34 Costituzione<strong>La</strong> scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita peralmeno otto anni è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli,anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più altidella scuola.

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