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maggio - 6Donna

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arte&spettacolom a g g i oduemiladodiciAnteprima <strong>6Donna</strong>. Tiziana Massimo alla sua prima regia ufficiale23“Cliscè”, dentro e fuori il Vaso di PandoraOtto attrici in scena al Piccolo Teatro, pronte a dare voce ad altrettanti prototipi di donnaLa prima ufficiale di “Cliscè”,la mise-en-scene firmata dall’attricefoggiana Tiziana Massimo, haconfermato le aspettative del predebutto.Molto di più che uno spettacoloteatrale, è un progetto piùampio, di partecipazione e condivisionedi esperienze e percorsi differenti;un progetto tutto al femminile,caratteristica questa cherappresenta senza ombra di dubbioun punto di forza e non di certoun limite. “Cliscè” (evidente storpiaturadi “Cliché”, “per riflettereanche nel titolo il livello culturalemedio-basso delle protagoniste -spiega la regista - motivo che andràa generare comici misunderstanding”)è lo spettacolo teatrale cheil prossimo 25 <strong>maggio</strong>, alle 21, debutteràal Piccolo Teatro di Foggia.Uno spettacolo spumeggiante, assolutamentesopra le righe, con unatrama solo apparentemente dimessae che in realtà si rivelerà unabomba ad orologeria pronta adesplodere. Ad innescare la deflagrazione(per carità, solo simbolica)sarà il “contesto scenico”: ottodonne – sorelle, amiche, madre-figliao vicine di casa – chiuse in unastanza per condividere una vincitastraordinaria che il fato ha volutoconcedere solo ad una di loro. UnaCinzia Di Gioia, Ivana Espositocircostanza questa, che porterà tuttele convenute a scoperchiare ilproprio, personalissimo, “Vaso diPandora” liberando invidie inespressee gelosie latenti, dando liberosfogo a sentimenti di riprovazionee biasimo, disapprovazione econdanna.Tiziana Massimo - alla sua primaregia ufficiale, ma con alle spallenumerose co-regie ed esperienzeteatrali di tutto rispetto -accompagnerà sulla scena le protagonistedella pièce – AnnamariaCasamassima, Mariangela Conte,Cinzia Di Gioia, Ivana Esposito,Alessia Gonzalez, Lucia Savasta eViviana Soldani - nel dare voce ecorpo ad altrettanti prototipi di donnanell’ambito di uno spettacolo “alfemminile”, ma non “femminista”.“Si tratta di prototipi di donnaassolutamente familiari e riconoscibili– puntualizza Tiziana –deicliché, appunto, che non vogliamoné sfatare, né ridicolizzare. Al contrariovogliamo riprodurre quelledinamiche familiari che da decennisi ripetono attorno ad ogni tavoloche si rispetti e che costituiscono,nostro malgrado, croce e deliziaper ognuno di noi”.Uno spaccato senza tempo, unacarrellata di stereotipi da condivideresenza giudizi di sorta: dalla vicinaconsumata dall’invidia perquella fortuna che non è capitata alei, alla donna ricca, ma poco istruitache si crede sempre una spannasopra le altre; dalla zitella bigottachiusa in una forzata castità alladonna perduta a causa di un amoresbagliato; dalla giovane arrampicatricesociale alla nuora premurosama con tanti scheletri nell’armadio.Sullo sfondo, il rapporto cheognuna di queste donne ha con gliuomini – padri, mariti, amanti – aiquali sono consentiti, in scena, solotre piccoli interventi.Lo spettacolo è un calderone dirimandi e suggestioni provenientiTiziana MassimoAnnamaria CasamassimaMariangela Contedal mondo dell’avanspettacolo,dalla commedia dell’arte, dal teatrosperimentale e dal teatro dell’assurdo,il tutto ben calibrato indialoghi serrati che rivelano tuttala tensione dello scontro in atto frail gruppo e l’individuo. “In questaregia c’è tutto il bagaglio di esperienzeed insegnamenti ricevuti daquelli che sono stati i miei maestri:da Guglielmo Ferraiola ai fondatoridel Teatro dei Limoni (RobertoGalano, Leonardo Losavio e GiuseppeRascio) passando per la recenteesperienza con la Piccolacompagnia impertinente di PierluigiBevilacqua”, spiega Tiziana.“Quello che andrà in scena al PiccoloTeatro sarà il frutto di un progettonato per condividere con altrepersone la comune passione peril teatro – continua Tiziana spiegandocome “è stato stimolante lavorarecon persone che non conoscevoaffatto. Così come è statogratificante constatare la fiducia ripostain me dalle attrici con le qualiho già lavorato in passato. Nel girodi poco tempo si è creato ungruppo ben affiatato nonostante etàed esperienze pregresse molto diverse.Se “Cliscè” sarà un successo,sarà un successo di tutte”:Maria Grazia FrisaldiTecnologia digitale e arte visiva. Così Michele Grimaldi dipinge l’universo femminileLe infinite possibilità della Digital ArtIn fase di ultimazione un ciclo diopere sui quattro elementi dellanatura dagli occhi di donneirresistibili e seducenti“Ho letto da qualche parte cheogni artista riproduce quello che<strong>maggio</strong>rmente lo attrae”. MicheleGrimaldi, grafico, illustratore e digitaldesigner foggiano, sorride e provaad ironizzare sul perché al centrodelle sue opere in digitale - tele coloratissimeed intriganti - ci sia sempreuna donna. Poi si fa serio e tienea puntualizzare due cose. La prima:“in tutti i miei lavori traspare sempreun grande rispetto per la donna,quasi una devozione”, ed in effettianche nelle tele in cui il motivo sensualeè predominante, il risultato finaleè sempregarbato e maivolgare. La secondapuntualizzazione,invece, riguardala suaattività e “l’etichetta”che ne deriva: “Non hola presunzione di reputarmiun artista: la mia passioneper la digital art non è altroche una costola di quella che è lamia principale attività di grafico ed illustratore”.Fatte le dovute premesse,però, quello che è innegabile èche le tele firmate da Michele Grimaldipiacciono, e anche tanto. Alpunto che non solo vengono acquistatequasi sempre a pochi giornidalla loro esposizione o presentazioneal pubblico, ma in alcuni casivengono anche richieste su commissione.“E poi - spiega - grazie all’immensavisibilità data oggi dai socialnetwork (Facebook inparticolare), sono apprezzate ancheda artisti e colleghi europei” chespesso lascianouna traccia, con i loro commenti lusinghieri,in coda ai suoi ultimi lavori.Proprio quelli in cui – dicevamo –protagonista assoluta è la donna.Ovvero l’essere più vicino alla perfezione,in grado di trasfigurarsi esimboleggiare, ad esempio, i quattroelementi della natura (è questol’ultimo ciclo di opere al quale Grimaldista lavorando: Terra, Acqua,Aria e Fuoco) o miti senza tempo (comela bella e misteriosa “Pandora”),solo per citarne alcuni.L’attività di Michele Grimaldi,infatti, si contraddistingue per unacamaleontica abilità nell’utilizzare,in tutte le situazioni creative, un linguaggioartistico accattivante, dascrupoloso conoscitore qual è dellenuove tendenze nei vari ambiticulturali: dal design alla moda,dall’architettura alla tecnologiaed editoria. Da sempre affascinatodal mondo dell’arte digitalee delle sue infinite possibilità,il battesimo del fuocoper Grimaldi come digital designerè avvenuto nel 2008, conla partecipazione ad una mostracollettiva. Da allora, esposizionedopo esposizione, l’illustratorefoggiano ha affinato il suo stile, ormaiun marchio assolutamente riconoscibile.“La cosache più mi gratificaè notare come i visitatoripresenti allecollettive allequali ho preso partehanno immediatamentericonosciutoil mio stile, aprescindere dal nomesulla targhetta”.Dai primi lavori ad oggi, infatti,è evidente la sua evoluzione stilistica:elaborazione grafica più complessa,<strong>maggio</strong>re ricerca ed attenzionenell’uso dei colori e dellesfumature, un trattamento diversodel supporto che richiede tempi dilavorazione più lunghi ed una <strong>maggio</strong>reattenzione ai particolari. Leopere di Grimaldi – che disegna direttamentecon il mouse senza l’ausiliodella tavoletta grafica - nasconoda un disegno di base che puòessere un disegno tracciato a mano(frutto di un improvviso attacco d’arte)o direttamente da una sua illustrazione.Possono essere soggettipiù o meno realistici o ispirati al mondofumettistico orientale, il suo preferito.Le immagini vengono quindiacquisite e rielaborate al computercon programmi specifici ed è solo allorache “l’officina creativa” di Grimaldisi apre all’ispirazione. Una voltacreata sullo schermo, l’opera vienestampata direttamente su tela, quindiviene imposto il“crisma dell’unicità”:innanzitutto la firmadell’artista, e poi alcuniinterventi pittoricitradizionali (con coloriacrilici e pennello,per intenderci). “Sonointerventi che servonoad esaltare alcuni dettaglio dare <strong>maggio</strong>reprofondità all’opera”, conclude Grimaldi.“In questo modo si rende latela assolutamente unica ed irripetibile”,perché nonostante l’utilizzodelle tecnologie, l’arte digitale nonvuol dire arte seriale.m.g.f.

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