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Kristin Linklater, La musica di sensazioni, emozioni e pensierirelazione con il linguaggio. Quindi, questa serie di esercizi ha cominciato acreare un ponte sullo spazio vuoto tra il lavoro tecnico base sulla voce e laperformance. Ecco, negli anni settanta ho dedicato molto tempo asviluppare questa serie di esercizi e poi, negli anni ‘80, quando ero con laShakespeare & Company, l’esperienza con la compagnia mi ha permesso dimettere tutto questo veramente e intensamente in pratica. Recitavamo in unteatro all’aperto, avevamo bisogno di voci al massimo delle loropotenzialità, sia per essere uditi, perché non eravamo amplificati, che perfar arrivare ogni dettaglio e sfumatura del testo al massimodell’espansione. Queste circostanze hanno fatto sì che il percorso di ‘Sound& Movement’ e il lavoro sulla voce venissero sottoposti a un uso moltopratico, ogni singolo giorno, in particolare durante l’estate quandofacevamo gli spettacoli. Facevamo il riscaldamento vocale prima di ognireplica e durante l’inverno passavamo lunghi periodi, intere settimane, aesplorare testo e linguaggio. Insomma, è stato tutto un grande e lungolaboratorio di sei, sette anni, un periodo straordinario, durante il quale a uncerto punto abbiamo cominciato a offrire dei laboratori. Forse è stato ilperiodo creativamente più fruttuoso della mia carriera di insegnante. Sì,quei primi sette anni con la Shakespeare & Company furono straordinari:vivevamo insieme, era una comune, non avevamo una lira, insegnavamonelle scuole per poter mettere del cibo in tavola ed eravamo tuttiappassionatamente coinvolti in questo lavoro su noi stessi, sui nostri corpi,le nostre voci Shakespeare, il linguaggio, la poesia, questo era il nostro cibo.È stato un gran calderone di ricerca pratica. Questi sono stati gli anni ‘80.E che succede negli anni novanta?Andai a Boston, a insegnare all’Emerson College, perché mi ero pianopiano resa conto che avevo bisogno di guadagnare un po’ di più per potermandare mio figlio a scuola, dovevo pagare un bel po’ perché avesse unabuona istruzione. Quindi accettai un posto di insegnante al programmaundergraduate dell’Emerson College. Io non avevo mai lavorato congruppi di persone così giovani; qui i miei studenti avevano diciotto anni emi accorsi che non erano pronti per il lavoro tecnico in sé, perché lamaggior parte del tempo erano molto impegnati nel cercare di capire chierano, in un parossismo di autorivelazione. È in questi anni dunque che hosviluppato cose come i Trialoghi, gli Incontri tra Animali, e River Stories,esercizi che potessero dimostrare ai ragazzi, in modo pratico, che le lorovite, la loro biografia, formavano un’unità indissolubile con questa cosachiamata voce. Quando hai diciotto anni pensi solo al futuro, non ti guardiindietro, e quindi tanto per cominciare questi ragazzi non sospettavanonemmeno che le prime due decadi della loro vita potessero avere unqualunque valore per loro; invece, e senz’altro questo vale per gli attori,95

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