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l'attaccamento - Marco Vicentini

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Centro di Formazione Camilliano 7 novembre 2010 Dott. <strong>Marco</strong> <strong>Vicentini</strong>psicologohttp://www.marcovicentini.it/didattica


• Legami di attaccamento – Gli studi di Bowlby – Modelli operativi interni – Pattern di attaccamento • Modelli di attaccamento negli adulti – Attaccamento e amore – Strategie riproduttive – Processo a tappe • Schemi maladattivi di personalità


Il modello etologico e i lavori di J. Bowlby


Imprinting: Tipicamente si manifesta come una reazione di inseguimento: gli animali appena nati hanno la tendenza istintiva a seguire il primo oggetto in movimento che vedono dopo la nascita e normalmente è la madre.


LA RICERCA DIVICINANZA AUNA FIGURAPREFERITAL’EFFETTO “BASESICURA”LA PROTESTAPER LASEPARAZIONE


a. La funzione del sistema di attaccamento ▪ Bowlby sostiene che la funzione principale del sistema di attaccamento è quella di proteggere il bambino dai pericoli, attraverso il mantenimento della vicinanza alla persona di accudimento. ▪ Poiché i bambini nascono immaturi e bisognosi di dipendenza e di un lungo periodo di accudimento, essi da subito, appena nati, hanno la tendenza a cercare la vicinanza ad altre persone che sono in grado di sostenerli e di accudirli. ▪ La ricerca di attaccamento si estende lungo tutto l’arco della vita e porta le persone a cercare sostegno e protezione attraverso la vicinanza fisica e psicologica, soprattutto nei momenti di pericolo e di disagio.


. Gli stimoli di eccitamento del sistema di attaccamento Il sistema di attaccamento viene attivato non solo da stimoli ambientali indicanti che è in pericolo la sopravvivenza della persona. Anche da stimoli che di per sé non significano pericolo immediato, ma che naturalmente aumentano la probabilità di pericolo ▪ ad esempio il buio, i suoni forti improvvisi, l’isolamento, oppure minacce di separazione e abbandono da parte delle figure di accudimento.


c. La strategia di base dell’attaccamento Vi è una vasta gamma di comportamenti che implicano ricerca di prossimità di cui tutti sono muniti dalla nascita, con lo scopo adattivo di ottenere protezione di fronte ai pericoli. Alcuni dei comportamenti sono: ▪ segnali che indicano desiderio di riallacciare o di mantenere i contatti, ▪ la manifestazione aperta di emozioni negative (rabbia, angoscia, tristezza) che inducono a dare sostegno, avvicinamenti di contatto fisico o psicologico con lo scopo esplicito di ottenere sostegno affettivo o aiuto, ad esempio aggrapparsi con le braccia alla madre.


Nella situazione adulta può avere grande valore non tanto la ricerca della prossimità fisica, ma l’attivazione di una rappresentazione mentale di vicinanza e sostegno un esempio è il versetto del Salmo 22 ▪ “Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me, Signore” ▪ la valle oscura potrebbe essere l’incertezza e il senso di solitudine di un momento particolare di abbandono o di fuga di una persona cara.


d. Lo scopo precostituito del sistema di attaccamento Lo scopo precostituito del sistema di attaccamento è il raggiungimento della protezione e della sicurezza percepita dalla persona che attiva il sistema stesso. Quando lo scopo è raggiunto, di solito l’attivazione del sistema cessa.


Le figure di attaccamento forniscono specifici aiuti che facilitano il raggiungimento dello scopo precostituito: ▪ a) le figure di attaccamento sono sensibili alle richieste di vicinanza della persona che cerca aiuto, ▪ b) devono costituire un porto sicuro per la persona, cioè devono fornire sollievo al disagio e fornire adeguate risorse di sostegno e sollievo;


▪ c) devono costituire una base sicura dalla quale l’individuo può partire per esplorare il mondo, imparare e sviluppare le proprie capacità e la propria personalità, con l’assicurazione che ci sarà aiuto e sostegno, se occorrerà. Se le suddette condizioni di sostegno sono presenti, l’individuo sviluppa il senso personale di sicurezza e incolumità.


Il bambino inizia a formarsi, già dai primi mesi di vita, deimodelli mentali delle figure significative di attaccamento, inprimo luogo la madre, e della sua relazione con tali figure,formandosene un modello sintetico in grado di riassumere larelazione tipica tra sé e il genitore Sulla base del MOI il bambino si crea aspettative sulle figure di attaccamento, imparando così a prevedere e capire come ottenere la vicinanza e il sostegno degli altri e come muoversi nel mondo.


Per cui un bambino che è cresciuto con una madre sensibile e disponibile: Sviluppa autostima; Ha fiducia negli altri; Costruisce aspettative positive nei confronti delle relazioni interpersonali Al contrario un bambino che ha sperimentato figure di attaccamento incerte, incostanti o inadeguate sviluppa: Un’autostima limitata o discontinua; Sfiducia negli altri; Aspettative negative nei confronti delle relazioni interpersonali.


EsempioIl bambino che sperimenta una madre che si dimostraprevalentemente rifiutante nei suoi confronti, si formerà unmodello di quest’ultima come indisponibile dal punto di vistaemotivo e al contempo di sé come inefficace e inadeguatonella comunicazione che le rivolgeIl bambino che sperimenta, al contrario, il rapporto con unamadre responsiva e disponibile emotivamente, formerà inmodo complementare un modello di sé in relazioneall’attaccamento come passibile di essere amato e in grado dicomunicare efficacementeIl bambino si formerà modelli di sé differenti incorrispondenza a quelli da lui costruiti in relazione allefigure di attaccamento e alla loro disponibilità emotiva neisuoi confronti


Valuta l’equilibrio tra l’attaccamento del bambino alla madree la sua capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomoDestinata a bambini tra 12 e 18 mesi di etàProcedura osservativa standardizzatache si realizza in laboratorio e viene videoregistrataComprende 8 episodi della durata di circa 3 minuti ciascuno,In cui il bambino sperimenta 2 separazioni e 2 riunioni con la madre19


1 il bambino e la madre si accomodano inuna stanza appositamente adibita (conspecchio unidirezionale)2 il bambino gioca, la madre osserva seduta3 entra l’estraneo e si siede, la madre losaluta4 la madre esce, il bambino rimane solo conl’estraneo5 la madre ritorna, l’estraneo esce6 La madre esce e il bambino resta solo7 l’estraneo entra8 la madre torna, l’estraneo esce


Sicuro Insicuro Evitante Ambivalente Disorganizzato


Il bambino manifesta angoscia di separazione all’atto del distacco, mentre al ritorno del genitore, lo saluta, riceve conforto e torna a giocare sereno. Mostra un equilibrio ottimale tra la capacità di risposta al genitore e le attività intraprese autonomamente; un tale comportamento è legato ad un atteggiamento affettivamente positivo. Mostra piacere e desiderio di prestare attenzione ai commenti, suggerimenti, domande e dimostrazioni del genitore ma allo stesso tempo si impegna in esplorazioni autonome. Appare felice e sereno.


Il bambino manifesta poca angoscia per la separazione dalla madre, la ignora al momento della riunione e resta inibito nel gioco durante l’assenza del genitore. Mostra un’indifferenza verso il genitore, inadeguata rispetto all’età. Mostra un tono dell’umore neutro. Non ricerca aiuto o stimolazione dai genitori e non condivide spontaneamente le attività di loro interesse. Caratterizza i bambini che durante il primo anno di vita hanno sperimentato un rapporto con una figura di attaccamento insensibile ai loro segnali e rifiutante sul piano del contatto fisico Il bambino evita il contatto con la figura di attaccamento, soprattutto dopo le separazioni, e non dimostra particolare turbamento quando lasciato con l’estraneo Sembra concentrato sugli oggetti, esibendo un eccesso di autonomia e di attenzione al compito


E’ un bambino fortemente angosciato dalla separazione, difficilmente tranquillizzato dalla riunione, cerca il contatto con rabbia e spesso respinge la madre. Mostra un’eccessiva dipendenza dal genitore. L’esplorazione autonoma è inibita. Mostra un tono dell’umore incostante. Questa tipologia caratterizza i bambini che hanno avuto una figura di attaccamento imprevedibile nelle risposte: affettuosa per un proprio bisogno e rifiutante su sollecitazione del bambino Il bambino è quasi completamente assorbiti dalla figura di attaccamento ma non riesce ad utilizzarla come base sicura per esplorare l’ambiente Mostra un profondo turbamento durante le separazioni e inconsolabilità nelle fasi di ricongiungimento (si avvicina alla figura di attaccamento per farsi consolare ma poi si allontana e la rifiuta)


Reagisce alla separazione con comportamenti molto confusi e disorganizzati. Spesso associato a situazioni in cui la figura di attaccamento è dominata da esperienze traumatiche o a condizioni in cui i bambini stessi sono vittime di abuso e di maltrattamento Il bambino è incapace di comportamenti coerenti verso la figura di attaccamento: Attiva, contemporaneamente, comportamenti di avvicinamento e di evitamento (ad es. ricerca di contatto fisico ed evitamento dello sguardo); presenta stereotipie, congelamento, comportamenti di apprensione o spavento rivolti alla figura di attaccamento.


1) SicuroGenitori emotivamente disponibili e sensibili,in grado di recepire i segnali del bambino erispondere adeguatamente ai suoi bisogni2) EvitanteGenitori non emotivamente disponibili, non ingrado di percepire i bisogni del bambino e dirispondere in modo adeguato. Atteggiamentodi rifiuto. La figura del genitore e i suoi statimentali non sono accessibili al bambino.3) AmbivalenteGenitori non disponibili costantemente ecoerentemente. Stati della mente intrusiviverso i loro figli. Comunicazioni imprevedibili ealtalenanti, incoerenti.4) DisorganizzatoGenitori stabiliscono con il figliocomunicazioni disorientanti, spaventate ospaventanti. Non esiste una comunicazionecollaborativa.1) SicuroDurante la separazione sentono la mancanzadel genitore. Dimostrano preferenza delgenitore rispetto all’estraneo. Al ritorno delgenitore lo salutano attivamente e cercano ilcontatto fisico, presto si calmano e ritornano agiocare.2) EvitanteNon piangono in seguito alla separazione,evitano il genitore dopo la riunione. Sembrache le risposte non siano accompagnate daemozioni. Attenzione rivolta sui giocattoli piùche sul genitore.3) AmbivalenteDiffidenti e inquieti anche prima dellaseparazione. Preoccupati, arrabbiati o passiviverso i genitori. Il ritorno del genitore non licalma.4) DisorganizzatoI bambini al ritorno del genitore sonodisorientati, si allontanano/avvicinanoripetutamente.


Due strategie in particolare sono state proposte da diversi studiosi dell’attaccamento (Cassidy & Cobak, 1988) per la gestione dell’ansia da separazione: l’iperattivazione e la deattivazione.


L’iperattivazione, che corrisponde a quello che Bowlby chiama protesta, è una strategia di intensificazione dei tentativi di avvicinamento per costringere la figura di attaccamento a prestare attenzione e sostegno. Tale strategia richiede che la persona adotti una modalità di vigilanza generalizzata di preoccupazione e di energizzazione del comportamento La persona non ansiosa adotta tale strategia solo per brevi momenti di richiesta di attenzione. Nell’iperattivazione l’attivazione viene mantenuta nonostante l’esperienza che essa non porta ad alcun risultato soddisfcente.


La deattivazione, invece, è una strategia di fuga di fronte alla frustrazione della non reperibilità della figura di attaccamento. La persona rinuncia all’attivazione del sistema di attaccamento e rimane deprivata della sicurezza tipica risultante da un avvicinamento funzionale. La persona procede da sola in una specie di autosostegno compulsivo rinunciatario di non attaccamento alla figura di accudimento. Le due strategie secondarie di attaccamento comportano notevoli costi di natura psicologica ed interpersonale.


▪ Le persone possono adottare modalità più durature di ripiego di fronte alla frustrazione dovuta alla deregolazione del sistema di attaccamento. ▪ Si tratta di differenze individuali non più legate al contesto in sé ma a variazioni personali nella gestione della frustrazione nei tentativi di collegamento con la figura di attaccamento. ▪ Bowlby (1973) indica che il passaggio da variazioni legate al contesto a variazioni legate alla persona, è mediato dai modelli operativi interni.


La teoria dell’ Attaccamento recentemente è stata estesa ai comportamenti relazionali e sociali adulti. Secondo Hazan e Shaver (1987) gli stili di relazione degli adulti sono connessi con il legame di attaccamento che i soggetti da bambini hanno stabilito con le figure adulte (genitori). Le persone ricercano partner che replichino gli stili relazionali che hanno interiorizzato da bambini.


Bambini che hanno sviluppato un attaccamento sicuro diventano adulti fiduciosi, in grado di stabilire rapporti significativi, pronti all’impegno, all’accettazione della dipendenza reciproca e non preoccupati per il futuro Bambini che hanno sviluppato un attaccamento evitante diventano adulti distaccati, insofferenti rispetto alle relazioni troppo strette e alla possibilità di dipendenza Bambini che hanno sviluppato un attaccamento ambivalente diventano adulti preoccupati di non essere amati, incerti, ansiosi e desiderosi di fondersi con il partner


In età adulta diversi tipi di relazione soddisfano bisogni di attaccamento per il soggetto, andando così a formare la sua RETE DI ATTACCAMENTO. L’attaccamento adulto: Non riguarda la componente sessuale Anche le relazioni con i genitori, i figli, i fratelli e gli amici possono essere considerate legami di attaccamento Tra gli adulti, le principali figure di attaccamento sono, in ordine: Madre, Partner, Migliore amico, Padre, Fratelli Con l’adolescenza e le prime fasi dell’età adulta si ha un progressivo trasferimento delle funzioni di attaccamento dai genitori al partner e/o agli amici


L’attaccamento adulto si può classificare in 4 categorie, in base al livello di angoscia sperimentato al momento della separazione dalla figura di attaccamento e in base al livello di evitamento della relazione con l’altro: STILE SICURO (bassa angoscia/basso evitamento) hanno una degna ed amorevole considerazione di sé, capaci di intimità e autonomia e conforto nelle proprie relazioni sociali; sono persone che tendono ad avere una relazione lunga, stabile e soddisfacente, caratterizzata da un alto investimento.


STILE PREOCCUPATO (alta angoscia/basso evitamento) hanno lacune nel senso di adeguatezza; si tratta di persone sempre vigili, preoccupate e che hanno una bassa soddisfazione nelle relazioni. STILE DISTANZIANTE (bassa angoscia/alto evitamento) si sentono degne d’amore ma si distaccano freddamente dagli altri perché percepiti come non leali; sono persone poco interessate alle relazioni, con bassa soddisfazione e bassa intimità nelle stesse. STILE EVITANTE-­‐SPAVENTATO (alta angoscia/alto evitamento) tendono ad evitare il contatto con gli altri per anticipare un possibile rifiuto sociale. Si innamorano meno facilmente ed evitano intimità.


In che modo l’attaccamento ha a che fare con le relazioni d’amore degli adulti? Il legame tra la madre e il bambino è complementare. Il bimbo chiede aiuto e la madre protegge; il bambino ha un bisogno e la madre lo soddisfa; i ruoli sono fissi e non è ipotizzabile il contrario. Invece, il legame di coppia è caratterizzato dalla reciprocità: ciascun partner, a seconda della situazione, è disponibile a giocare un ruolo doppio: può essere colui che offre protezione in un momento e, in un altro momento, colui che ha bisogno di conforto. Ogni partner deve poter vedere nell’altro una fonte di sicurezza e a sua volta deve saper porsi come fonte di sicurezza per l’altro. Spesso quando questa alternanza di ruoli non è (più) possibile, la coppia non funziona più.


Con chi mi piace passare il mio tempo? EFFETTO MANTENIMENTO DEL CONTATTO = si desidera mantenere una vicinanza proprio con quella persona, piuttosto che con un’altra A chi mi rivolgo quando ho un problema o non mi sento bene? EFFETTO RIFUGIO SICURO = si cerca quella persona quando si è turbati, preoccupati, sotto stress; lei riesce a confortarci e rassicurarci Chi mi manca quando non c’è? EFFETTO ANSIA DA SEPARAZIONE= si va in ansia o ci si rattrista quando quella persona è lontana, ci manca Su chi mi sento di poter contare sempre e so che farebbe tutto il possibile per me? EFFETTO BASE SICURA = si sa che in caso di necessità ci si può rivolgere a quella persona.


Esistono dei criteri che influenzano la scelta del partner e che si rivelano stabili nel tempo,nelle diverse culture e addirittura nelle diverse specie: effetto familiarità: scegliamo qualcuno che somigli ai nostri fratelli o a persone che conosciamo, qualcuno che ci sia familiare. effetto somiglianza: spesso ci attraggono le persone che ci assomigliano negli interessi, nel livello culturale, che hanno i nostri gusti e frequentano le stesse cerchie sociali. effetto sensibilità: nella scelta di un partner per una relazione stabile, non saltuaria, si tende a preferire una persona premurosa, che si mostri in grado di prendersi cura di noi. E’ anche ciò che accade anche ai bambini con la loro figura di attaccamento.


Le relazioni interpersonali significative La psicologia in generale, e la psicologia sociale si sono domandate come definire le relazioni sociali significative e come distinguerle tra loro (es. amore, amicizia) Sternberg e Barnes (1988) “Il Triangolo dell’Amore”, descrive l’amore composto da tre componenti : Componente emotiva: intimità (comprensione, complicità) Componente motivazionale: passione (attrazione, desiderio sessuale, sensazione di essere innamorati) Componente cognitiva: livello di impegno/decisione verso il partner


Le tre componenti entrano in diversa misura nei diversi tipi di relazione enelle diverse fasi della relazione:Intimità Passione Impegno/decisioneAttrazione Sì No NoInfatuazione No Sì NoAmore abitudinario No No SìAmore romantico Sì Sì NoAmicizia profonda Sì No SìAmore fatuo No Sì SìAmore maturo Sì Sì Sì


Bambini e partner romantici hanno alcune caratteristiche in comune (Hazan & Shaver): Si sentono sicuri quando l’altro è nelle vicinanze ed è responsivo Mantengono contatto fisico, intimo e “stretto” Si sentono insicuri quando l’altro non è accessibile Condividono le proprie scoperte con l’altro Giocano con le caratteristiche facciali dell’altro e mostrano di essere affascinati e preoccupazione reciproca Parlano in “baby talk”


Per Hazan e Shaver: le relazioni romantiche sono attaccamenti l’amore romantico è una proprietà del sistema comportamentale di attaccamento Se le relazioni romantiche sono relazioni di attaccamento, allora si osserveranno le stesse differenze individuali in età adulta delle relazioni madre-­‐bambino.


Ci si attende quindi che alcuni adulti siano sicuri nelle loro relazioni: si sentiranno fiduciosi che il loro partner sia presente per loro quando ne hanno bisogno e saranno capaci di fare affidamento sugli altri e di accettare che gli altri dipendano da loro


Altri adulti, invece, saranno insicuri: Ansiosi resistenti: si preoccuperanno del fatto che gli altri non li amino completamente, saranno facilmente frustrati o arrabbiati quando i loro bisogni di attaccamento non vengono soddisfatti. Evitanti: sembreranno non interessarsi troppo alle relazioni strette e preferiranno non essere troppo dipendenti dagli altri (e viceversa).


donne giovani (perché più riproduttive) donne belle (inconsciamente cercano donne sane e geni privi di deformità da trasmettere alla prole) Durante il corteggiamento, sorta di attività investigativa Paura dell’incertezza della paternità


Cercano relazioni sentimentali stabili evitano le avventure sessuali scelgono un uomo che non si fa scoraggiare dai “no” iniziali pongono ostacoli agli uomini che tendono ad essere infedeli


Ricerca su 300studenti di Roma(Attili, 2004)


Viene descritto generalmente in 4 fasi: L’ATTRAZIONE E IL CORTEGGIAMENTO piacere reciproco, segnali anche non verbali dell’attrazione verso l’altro L’INNAMORAMENTO innalzamento dell’eccitazione, si usano diminutivi affettuosi; si comincia a cercare il partner per condividere gioie e dolori (Rifugio emotivo)


L’ AMORE dalla passione si passa all’ intimità ansia da separazione, quando il partner è lontano (perché il legame di attaccamento è ormai formato) L’ATTACCAMENTO E LA VITA QUOTIDIANA Interdipendenza emozionale: si dirigono le proprie attenzioni all’esterno della coppia, al mondo circostante, al lavoro, ai figli, alle amicizie; ogni partner funziona per l’altro come base sicura


Secondo Bowlby e Robertson segue tre fasi: 1. PROTESTA: reazione iniziale caratterizzata da urla, pianto e grida, resistenza al conforto degli altri 2. DISPERAZIONE: l’individuo capisce che disperarsi non fa tornare la persona amata, si rassegna e si cade in apatia, inattività, depressione 3. DISTACCO: ci si allontana emozionalmente dalla figura di attaccamento perduta. L’individuo comincia a riorganizzarsi emotivamente e riprende la vita normale.


È un modello onnicomprensivo Formato da ricordi, emozioni, pensieri e sensazioni somatiche Sviluppato nell’infanzia e nell’adolescenza Presente in tutte le fasi della vita Diversamente funzionale


Derivano dalla frustrazione di almeno uno dei bisogni primari dell’essere umano: Legami stabili con gli altri (bisogno di protezione, stabilità, cura e accettazione) Autonomia, senso di competenza e d’identità Libertà di esprimere i bisogni e le emozioni fondamentali Spontaneità e gioco Limiti realistici e autocontrollo


Frustrazione di bisogni primari Trauma o maltrattamento Ricezione di attenzioni eccessive o irrealistiche Identificazione con un familiare o altro significativo Temperamento


J. Young indica 5 domini entro cui si collocano i principali schemi maladattivi precoci: 1. Distacco e rifiuto 2. Mancanza di autonomia e abilità 3. Mancanza di regole 4. Eccessiva attenzione ai bisogni altrui 5. Ipercontrollo e inibizione


La persona è convinta che i propri bisogni di sicurezza, stabilità, cura, empatia, condivisione delle emozioni, accettazione e rispetto non saranno soddisfatti La tipica famiglia è distaccata, fredda, rifiutante, iperprotettiva, poco socievole, instabile, imprevedibile o abusante


Abbandono / instabilità Sfiducia / abuso Deprivazione emotiva Inadeguatezza / vergogna Esclusione sociale / alienazione


La persona ha delle aspettative che interferiscono con la capacità di differenziarsi dalle figure genitoriali, di vivere senza l’aiuto degli altri, e di crearsi una vita indipendente o di acquisire determinate abilità Generalmente vi sono famiglie invischiate, iperprotettive, con genitori che minano la fiducia in se stessi e che non forniscono stimoli per acquisire abilità necessarie per agire fuori dal contesto familiare


Dipendenza / incompetenza Vulnerabilità al pericolo e alle malattie Invischiamento / Sé poco sviluppato Fallimento


Queste persone non hanno sviluppato regole adeguate in ambito interpersonale (diritti fondamentali degli altri, rapporti collaborativi) e non riescono a perseguire obiettivi a lungo termine (adempiere propri impegni, obiettivi non realistici). La famiglia tipica ha ostacolato il figlio nell’assunzione delle proprie responsabilità, non ha insegnato a collaborare proficuamente con gli altri, né definire i propri obiettivi. Pretese / grandiosità Autocontrollo o disciplina insufficienti


Queste persone mostrano una eccessiva attenzione ai desideri, sentimenti e alle reazioni degli altri, trascurando se stessi, per conquistare l’amore e l’approvazione degli altri ed evitare risposte negative. Si tende a reprimere le sensazioni di rabbia e le proprie inclinazioni. La famiglia è caratterizzata da una accettazione condizionata, per cui il bambino è sente obbligato a reprimere aspetti importanti di se stesso per conquistare l’amore e l’approvazione.


Sottomissione Autosacrificio Ricerca di approvazione o riconoscimento


Tali persone reprimono i propri sentimenti, le proprie preferenze e i propri impulsi spontanei, in quanto concentrare a soddisfare standard severi di carattere etico o prestazionale, trascurando il piacere, l’espressione di sé, il riposo, le relazioni intime o la salute. La famiglia tipica è cupa, esigente, punitiva. Il dovere, il perfezionismo, le regole hanno un ruolo prioritario su tutto, portando le persone a vivere un costante pessimismo e nella continua preoccupazione che qualcosa di negativo possa accadere.


Negatività / pessimismo Inibizione emotiva Standard severi / ipercriticismo Punizione


Un semplice questionario d’autovalutazione per descrivere i principali schemi precoci di personalità Scoring: ▪ Per ciascuna area, come indicato nella tabella riassuntiva, contare quante volte avete riportato il valore 5 o 6. Se il numero di volte che avete riportato tale valore è superiore a 5, è probabile che quello schema sia attivo in voi e rilevante per il vostro disagio.


Attili G. (2004). Attaccamento e amore, Il Mulino. Simonelli A., Calvo V. (2008). L’attaccamento: Teoria e Metodi di Valutazione, Carocci. Young J. (2004). Reinventa la tua vita, Cortina. Young J., Klosko J, Wishaar M. (2007). Schema Therapy, Eclipsi.

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