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Il Paese dei Cavalli - Ippodromo San Rossore

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICAANNO 3 - NUMERO 8/9www.sanrossore.it AGOSTO/SETTEMBRE 2009san rossore pollice in altoLA STAGIONE IPPICA RIPRENDE IL SUO ITER CONSUETO DOPO I PROBLEMI DELL'ANNO PASSATOL’estate è ormai finitae già da qualchetempo la stagioneautunno - invernale èin cantiere. La primaparte dell’anno è statatutto sommato positiva,visti i tempi ippici checorrono, e <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong>e l’Alfea hanno ottenuto<strong>dei</strong> buoni risultati intermini di spettatori (puressendo stato l’invernopessimo e piovoso)e di gioco raccolto.Per quanto riguardala media giornalieradelle scommesseraccolte, dentro e fuoridall’ippodromo, il nostroippodromo si confermaprimo in Italia con unamedia di 1.372.189,85Euro a giornata, con unlieve calo dell’1,03%rispetto allo stesso periododell’anno passato. Nel2009 molte delle nostrecorse sono state inclusenel programma di ippicanazionale, e anche neicorner ippici il gradimentoè stato elevato per lecorse pisane corredate daadeguate presentazioni einterviste ai protagonisti.<strong>Il</strong> nostro modello è statoanche (mal) imitatoaltrove.Umberto Rispoli (attuale leader nazionale tra i fantini) e Luca Maniezzi (vincitore del Pisa 2009) sono pronti per il via della stagione pisanaDopo quanto avvenutol’anno passato, conla cancellazione forzatadi nove giornate di corseper i ben noti motivi relativialla crisi dell’UNI-RE, l’autunno 2009 saràarticolato su 11 giornatedi corse. A partire dal 17ottobre. Si correrà tutti isabati con un’eccezione,domenica 13 dicembre,giorno del Criterium diPisa e del premio Andred,le due listed autunnali.Un altro giorno festivoè quello di sabato 26 dicembre,<strong>San</strong>to Stefano.Nelle prime due giornatele corse in programmasaranno otto, sette nellealtre e tutti i sabati inizierannocon la corsa Trisdelle ore 14.00. <strong>Il</strong> montepremidisponibile per lariunione autunnale è di840.150 Euro.La riunione autunnaleprevede la disputa anchedi 6 corse in ostacoli(31 ottobre e 14 novembre)e una di queste saràun cross country che siaggiunge a quello primaverile.Tra le altre corse dirilievo di questa primaparte della stagione, ricordiamoi due handicapprincipali: il premioGoldoni (per i due anni,il 14 novembre) e il premioRosenberg (per i treanni e oltre, il 13 dicembre,come spalla alle duelisted).La giornata d’aperturasarà dedicata agli allievifantini che avrannoa disposizione la corsaannuale delle scuole diformazione professionaled’Europa, della qualesi dà ampio conto in secondapagina, ma ci saràspazio anche per la showrace <strong>dei</strong> ragazzi che stannofrequentando il corsodi formazione per addettoartiere/allievo fantino, trai quali anche coloro chehanno trascorso il periododi stage aziendale aNewmarket e Chantilly.Per quanto riguarda lenovità per il pubblico, giàdalla prima giornata dicorse dovrebbe essere infunzione il maxi schermoche, fino a oggi, venivautilizzato solo il giornodel ‘Pisa’. Lo schermo, diultima generazione, permetteràdi seguire dallatribuna la corsa nei minimidettagli e sarà indispensabileuna volta chele corse si disputerannosulla nuova pista. •EQstage d'autorel'erba e' piu' verdePer la prima volta iragazzi che frequentanoil corso di formazioneprofessionale a <strong>San</strong><strong>Rossore</strong> hanno avutouna chance eccezionale:poter trascorrere i mesidello stage aziendaleinclusi nel progetto formativoall’estero. L’ideaè sorta dopo aver constatato,purtroppo, che gliuno <strong>dei</strong> nostri ragazzi in stage da Marco Botti a Newmarketallenatori di Roma e Milanonon hanno la possibilitàpratica di ospitarei ragazzi in stage per lamancanza di alloggi daaffittare nel comprensorio<strong>dei</strong> rispettivi centrid’allenamento.Si è così pensato dichiedere la collaborazionedegli allenatori italianiall’estero. Organizzarelo stage di cinqueragazzi tra Newmarkete Chantilly è stato semplicissimo,il tempo ditre telefonate: a LucaCumani, Marco e AlessandroBotti. Così, il 15giugno, tre ragazzi sonovolati in Inghilterra edue in Francia, avendola possibilità di passaredue mesi e mezzo neicentri d’allenamentopiù prestigiosi d’Europa,montando fianco afianco anche con fantiniimportanti.Anche i tre allenatorisono rimasti molto contentidi questa collaborazionetrovando già moltobuono il livello di preparazioneal momentodell’arrivo. Lo stage si èconcluso il 21 settembre,l'esame finale è previstoper il 23 ottobre.Si dice sempre chel’erba del vicino è semprepiù verde. Per unavolta siamo felici di asserireproprio il contrario.Infatti, l’erba trapiantatain maggio sul tracciatodella nuova pista, stacrescendo velocementee bene. La chiusuradelle file è avvenuta giàalla fine di luglio e il 18agosto, per pura curiosità,due cavalli hanno galoppatoa pieno regimesulla nuova pista: dopocosì tanti anni d’attesa, èstata un’emozione forte.Come ci si aspettava,la pista in superficie èmolto bella e ha già richiestonumerosi tagli,ma la gramigna deve ancoraformare con le sueradici quella rete che èindispensabile per darecompattezza al fondoe renderlo in grado dipoter sostenere l’impatto<strong>dei</strong> cavalli lanciati algaloppo.<strong>Il</strong> tempo sarà il nostroalleato, oltre alle indispensabilicure quotidianeche gli uomini dell’Alfeastanno portandoa questa pista che è motivod’orgoglio per tuttinoi. Umberto Rispoli, alcontrario di Nino Murru,era alla sua primagaloppata sul tracciato.Anche il giovane jockey,che guida la classificanazionale per numerodi vittorie, si è espressoin termini molto positivisul lavoro svolto fino aoggi.Le prime corse ‘vere’nell’autunno 2010.il primo galoppo sull’erba della nuova pista


ANNO 3 - NUMERO 8/9 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2009La notizia del meseLA STORIA DELLA CORSA EARSTORNA A SAN ROSSORE LA CORSA CHE METTE A CONFRONTO I GIOVANI TALENTI CONTINENTALIALLIEVI DI STAMPO EUROPEOSabato 17 ottobre,giorno dellar i a p e r t u r as t a g i o n a l edell’ippodromo, tra lecorse in programma ancheun handicap riservatoagli allievi fantini. Non sitratta di una corsa comele altre, perché è la corsaannuale organizzatae sponsorizzatad a l l ’ E u r o p e a nAssociation of RacingSchools (EARS). Si trattadi una corsa itinerantewww.europeanracingschools.euche ogni anno si disputain un ippodromo diversoe alla quale partecipanoallievi fantini cheabbiano frequentato lescuole di formazioneprofessionale ippica chesono socie dell’EARS.La corsa è nata conscopi promozionali, perfar conoscere all’ippicaeuropea l’attività svoltead a l l ’ a s s o c i a z i o n e .Quest’anno torna a <strong>San</strong><strong>Rossore</strong>, dove si disputòla sua prima edizione,nell’autunno del 2003.In verità, la “prima”avrebbe dovuto svolgersinella primavera di quellostesso anno a Longchamp.Non sarebbestata una corsa ufficiale,ma una show race perdare ai giovani allievifantini l’opportunità dicalcare una delle pistepiù prestigiose al mondo.Purtroppo l’associazionenon era ancora moltoconosciuta e l’iniziativanon ebbe esito positivo.La partecipazione <strong>dei</strong>ragazzi (per l’Italia eranostati invitati Mario eAlberto <strong>San</strong>na e GianPaquale Fois) si trasformòin una comunqueutile esperienza di lavoroal mattino: i nostripoterono frequentare laIL REGOLAMENTODELLA CORSALe “correnti di pensiero” all’interno dell’EARSsulla valenza di questa corsa per gli allievisono due, tenuto conto che lo scopo dellagara è quello di promuovere l’attività dell’associazionee far vedere, nella pratica ippica, comeviene svolto il lavoro di preparazione nellescuole.Da una parte alcuni membri (Gran Bretagnae Italia) vorrebbero invitare alcuni <strong>dei</strong> miglioriallievi che abbiano frequentato le rispettivescuole: in tal modo gli allenatori e i proprietarisaprebbero, grosso modo, a chi mettono in manoi loro cavalli per una corsa con monte a sorteggio.Dall’altra (Francia, Irlanda e Germania) sipreferisce convocare per questa corsa ragazzimeno esperti, per dar loro modo di vedere com’èl’ippica al di fuori <strong>dei</strong> confini nazionali.<strong>Il</strong> compromesso che è stato raggiunto in senoall’EARS è pertanto quello di invitare allieviche abbiano non abbiano superato le 20 affermazioniin carriera. Chiaramente devono essererispettate anche le regole <strong>dei</strong> Paesi ospitanti.Ciascuna nazione invita due allievi fantinipiù un terzo di riserva. Per la corsa, quindi, sipunta ad avere un minimo di 10 partenti (perdare una chance a tutti i “titolari”) e un massimodi 15. Le monte sono sempre effettuate attraversoun sorteggio che, però, tiene conto del pesominimo al quale ciascun allievo può montare.scuderie di Robert Collete di Alain De RoyerDupré. Fallito questoprimo tentativo e vistoche in ottobre l’EARS sisarebbe riunita di nuovoa Pisa, proponemmo diriprovare nell’organizzazionedella corsa, questavolta dandole una vesteufficiale a tutti gli effetti,scommesse incluse.<strong>Il</strong> 25 ottobre, quindi,la prima edizione di questacorsa vide alle gabbiedi partenza 10 tra allievie allieve provenienti daIrlanda, Inghilterra Franciae Italia. A vincere fuPISA 2004l’irlandese Padraig Beggyma i commissari distanziaronoil suo NickyKnows al secondo postoper aver danneggiatoDoitupto You che regalòil primo successo in carrieraall’inglese DanielTudhope, diplomato alNorthern Racing Collegedi Doncaster. Tra i ragazzial via un giovanissimoRory Cleary, che oggi èuno <strong>dei</strong> migliori giovanifantini d’Irlanda, e FreddyDi Fede, work riderper l’Aga Khan a Chantillyma vincitore anchedi una corsa di gruppo(con Ashalanda nel Prixde Malleret del 28 giugnoa Saint Cloud). Perl’Italia parteciparono Alberto<strong>San</strong>na e DomenicoMigheli.Vittoria inglese, matargata British RacingDONCASTER 2004School – Newmarket, nel2004 a Doncaster graziea Andrew Mullen moltobravo in sella a WellingtonHall allenato da PeterChapple – Hyam. Alsecondo posto il nostroAlex Baroni davanti alfrancese Stephan Breux.In questa circostanzavenne istituito anche iltrofeo a squadre che fual team di casa, forte diquella Hayley Turner chedopo qualche anno conquisterà(seppur in parità)il titolo di ChampionApprentice e sarà la primadonna nella storia delturf inglese a superare ilmuro delle 100 vittorieannue. Oltre a Baroni,a Doncaster furono presentiAlberto <strong>San</strong>na (solosettimo) e Gregorio Arena,il cui cavallo fu ritiratola mattina della corsa.La terza edizionedella corsa fece tappaal Curragh. Ancora unavolta la vittoria individualeviene conquistatadalla Gran Bretagna conil peso leggero Miss Unamontata da Donna Caldwell(Northern RacingCollege) per un’accoppiatafemminile completatadal secondo postodell’allieva di casa ElisabethSheehan. La corsairlandese risulta ancoraoggi essere quella con ilmaggior numero di partenti,sedici, anche seun cavallo non fu fattoCURRAGH 2005partire dallo starter e restòdietro le gabbie. Deipartecipanti alla provaEARS del 2005 delle primedue arrivate si sonoperse le tracce mentre,oltre a James Doyle,sono proprio gli italianiche nel proseguo dellaloro carriera hanno fattomaggiormente parlar dise. Nicola Pinna ebbe insorte il favoritissimo, mal’inesperienza gli giocòun brutto scherzo e terminòtra i non piazzatidopo aver montato inmalo modo Danzelinne.Meglio di lui feceroGabriele Congiu (terzo),Paolo Sirigu (quarto) eGiuseppe Virdis (ottavo).La somma di questipiazzamenti determinò lavittoria della rappresentativeitaliana nel trofeoa squadre.L’anno successivo,il 2006, la corsa sbarcaa Chantilly che, anzichéun handicap, riserva allacorsa EARS una reclamare.Anche la GermanRacing School, nuovosocio dell’EARS, partecipaalla corsa con isuoi allievi e la vittoriaper la prima volta non èbritannica bensì italiana.Ma Fabienne ha in sorteCHANTILLY 2006la monta di Nicol Polliche, grazie anche allasua maggior esperienza,vince piuttosto facilmentebattendo i due ragazziirlandesi, Declan Cannone James Sullivan checonquistano il trofeo asquadre. Terminano tra inon piazzati, dopo esserestati tra i protagonistidella corsa (forse anchetroppo!), AlessandroFiori e Gavino <strong>San</strong>na.Da segnalare che a questacorsa partecipò conil cavallo eletto favoritodal pubblico, un imberbeMaxime Guyon chenel giro di pochi anni èdiventato uno <strong>dei</strong> jockeydi punta in Francia e cheè stato ospite a <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong>per la Ribot Cup del2008.Dopo neanche 12mesi, siamo al settembre2007, l’organizzazionedella corsa EARS spettaalla British RacingSchool e il Rowley Miledi Newmarket è l’ippodromoche si schiudedavanti agli occhi degliincreduli allievi. Non silascia intimorire dal tracciatoma ascolta i consiglidell’allenatore cheha avuto in sorte la suamonta. Così ConcettoNEWMARKET2007<strong>San</strong>tangelo vince, respingendonel finale il franceseFrankie Leroy (che nelfurlong conclusivo perdela frusta) e Jamie Hamblett.La squadra italianafa en plein con i puntiraccolti da Andrea Deiase si aggiudica anche iltrofeo a squadre, mentreil terzo nostro allievo, FilippoMarras, ha guardatola corsa dalla tribunaperché i cavalli dichiaratinon erano in numerosufficiente per tutti gliinvitati. A premiare gliallievi nientemeno cheSir Lester Piggot.Siamo così giunti al19 ottobre 2008, quandol’EARS si riunisce aColonia il cui ippodromoospita la sesta edizionedella corsa internazionale.Sono 14 i cavalli alvia e ancora una volta, laterza consecutiva, il Tricoloresvetta sul pennonepiù alto. A vincere è il sicilianoGiuseppe Manuelein sella a Princely Gift,in grado di respingere nelfinale Ian Brennan (Irlanda)e Debra England(Gran Bretagna) che assiemea Mattew Birchconquista la vittoria nellacompetizione a squadre,seppur qualche dubbioCOLONIA 2008sul conteggio resta, vistoche un intervento deglistewart non ha modificatol’esito della corsa,come era invece sembratoin un primo momento.Andrea Deias èstato l’altro componentedella squadra italiana chenon ha potuto nominarenessun altro allievo vistele regole della corsaEARS.17 Ottobre 2009: a<strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> tutto è prontoper la corsa EARS. Inostri rappresentanti sarannoMichael Rossini,Mattia Manca e StefanoMura che certamente saprannoben figurare. Allapista, come al solito, l’arduasentenza. •EQ


ANNO 3 - NUMERO 8/9 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2009Se nell’immaginario ippico oggi uno dice ‘Sette su sette’, la mente corresubito a Lanfranco Dettori e al suo magnifico exploit del 28 settembre 1996nel British Racing Festival di Ascot: sette vittorie in un solo pomeriggio.Eppure, scartabellando nel nostro sconfinato archivio della memoria, abbiamoricordato un titolo che all’epoca ci colpì molto: ‘Sette su sette’. Era su una rivista(non ippica) del 1946 nella quale si raccontava delle sette vittorie consecutiveottenute dal puledro italiano Gladiolo in quell’anno in corse quali il ‘Parioli’, il‘Derby’, il Gran Premio d’Italia, il ‘Milano’ (in seguito Gladiolo vincerà anche ilSt Leger). Un crack, per l’epoca, anche se a posteriori, esploso Ribot, al momentodi scrivere la storia del galoppo italiano del dopoguerra, Gigi Gianoli definiràGladiolo soltanto ‘diligente’. Troppo poco. Al di là delle sette vittorie, Gladioloha però anche una storia del tutto particolare che crediamo di conoscere moltoda vicino.Un giorno, parlando a Barbaricina con Federico Regoli quando già il ‘grandevecchio’ era davvero molto vecchio, il discorso cadde su Gladiolo. I suoi occhi siaccesero e il suo racconto fu questo. “A tre anni, nel ’46, Gladiolo non poté disputareil premio Pisa semplicemente perché l’ippodromo di <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> era chiusoe inagibile. Sarebbe stato riaperto soltanto nel 1947. Le piste erano in larga partecoperte di schegge e di macerie. Soprattutto la dirittura di fronte era impraticabile.Io avevo necessità di tornare a correre con i miei cavalli (Regoli allenava la razzadel Soldo <strong>dei</strong> fratell Crespi – ndr) a Roma e a Milano con l’inizio della primavera,ma dove lavorare? Anche la vecchia dirittura <strong>dei</strong> Cotoni era stata occupata dallepiazzole dove le truppe alleate avevano fatto i loro accampamenti (in seguito saràspostata dall’altra parte della strada – ndr). Così, al mattino, con un paio di uomini,cominciai a togliere le schegge dalla dirittura di fronte dell’ippodromo. Dalla partenza<strong>dei</strong> 1500 metri a metà dirittura, però, la pista era proprio impraticabile, maIPPICA E CULTURAgladiolo, sette su setteIL RACCONTO DI FEDERICO REGOLI E DUE FOTO INEDITE DEL CAMPIONEGladiolo con Federico Regoli e Paolo Capriolil'AUTUNNO inizia A MERANOdalla metà fino alla curva del fiume Morto le schegge e le macerie erano più rade elà potemmo fare un buon lavoro di ripulitura. Sacchi di schegge e di pietre. Fu unlavoro che andò avanti per tutto il mese di gennaio. In febbraio salì da Roma anchePaolo Caprioli, e anche lui ci dette una mano. Poi cominciammo a lavorare i puledri,una decina in quell’anno, i nati nel ’43, in piena guerra. Fra i puledri ce n’erauno che, pur non riempiendomi l’occhio del tutto, mi sembrava avere il caratteregiusto del corridore. Si chiamava Gladiolo ed era figlio di Navarro e Glorieuse.Non aveva un carattere facile. Domato, era rimasto molto scontroso, aveva un pelobrutto ed era spesso malaticcio. Per frenare i frequenti accessi di tosse, per tuttol’inverno gli detti molto miele nel pastone caldo, ogni sera. <strong>Il</strong> caporale scuoteva latesta e in scuderia nessuno si aspettava che quel puledro avrebbe mai fatto qualcosadi buono. Anche Caprioli quando lo vide storse il naso. All’inizio del ’46, passatoil momento durissimo <strong>dei</strong> bombardamenti e l’immediato dopoguerra, ripulita allameglio la dirittura di fronte, cominciammo a preparare i puledri per Roma e perMilano. Con il mese di febbraio Gladiolo cambiò faccia, cioè cambio carattere epelo. Divenne tranquillo e, pur non essendo un cavallo di grande mole, mise su unfisico niente male. Cominciò a piacere anche a Caprioli che un giorno mi disse:‘Con questo ci facciamo il Parioli’. Gli sembrò di dire una battuta enorme, quasiuna bestialità, ma devo essere onesto. Caprioli era un grandissimo fantino, il miglioreitaliano di ogni epoca, ma già per conto mio mi ero fatto l’idea che con quelcavallino avremmo potuto puntare al ‘Parioli’ e poi, perché no?, anche al Derby.Allenammo Gladiolo nella maniera più incredibile, galoppando cioè soltanto dallametà dirittura di fronte fino all’arrivo, mai quindi più di 1200 metri perché poic’era la curva e cominciava subito la parte di pista coperta di schegge. <strong>Il</strong> martedìe il sabato facevamo due galoppi svelti per mattina. Con quel lavoro nelle gambe,andammo a Roma. Gladiolo vinse facile una corsa di rientro alla quale seguì lavittoria nel premio Alfonso Doria e, come avevamo previsto, anche il ‘Parioli’.Infine eccolo al Derby. Era un cavallo con un galoppo leggero e radente, un grandefondista. Vinse il Derby, montato naturalmente da Caprioli. Al rientro lui mi disse:‘Questo è un gran cavallo!’ Gladiolo restò imbattuto per sette corse di fila prima digiungere terzo nel ‘Jockey Club’ nel quale trionfò Fante, perfettamente a suo agiosul gradito terreno fangoso”.Per la cronaca, il montepremi del Derby del 1946 fu di un milione di lire. • RCun’immagine rara: Gladiolo con Federicolo Regoli, la moglie e due <strong>dei</strong> quattro figliCOME ERAVAMO ...Andare ogni anno alGran Premio di Meranoè un evento dello spiritoprima ancora che unascelta di passione sportiva.Rivedere Merano,oppure scoprire Merano:che esperienza straordinaria!Un salto a BorgoAndreina è un tuffo inun mondo che facciamofatica a immaginare- come sta purtroppo accadendo– pieno di problemie carico di nubi.Perché Borgo Andreinaè un inno alla passionepiù genuina, una testimonianzapalpabile dell’ippicaal suo livellosportivo più alto - l’ostacolismo- perché dietro aBorgo Andreina ci sonole storie di grandi cavallie di grandi fantini, inuna teoria interminabile,in un elenco di nominel quale mai nessunoè inferiore ad un altro,perché Borgo Andreina,infine, è il segno di unastoria che non può, nondeve morire. Meranoperò ti cattura in ognialtro angolo: i portici,il lungo Passirio, i banchidi frutta, gli alberghiche trasudano di magia,i ristoranti appoggiatia mezza costa sul monteche sovrasta la città.E un’aria che è pathos.Un’aria che non possiamodescrivere se nonabbiamo vissuto almenoper un giorno a Merano,con tutti i sensi in pienaattività. Merano ciaspetta. • RCCome sappiamo a <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> due ani fa è tornato il cross-countrye una corsa di questo tipo sarà ripetuta anche nella riunione di autunno(il 31ottobre). Proponiamo perciò un passaggio di un crossdi quarant’anni fa, un’immagine che ha la particolarità – diremmoanzi, l’eccezionalità – di vedere la parte del percorso che si svolgevadietro le tribune, un ricordo che appartiene ormai soltanto agliappassionati meno giovani. Si constaterà che il pubblico, sul gradinopiù alto della tribuna scoperta, è tutto rivolto verso il retro dell’ippodromodove, nelle Incavezzature, si svolge in quel momento lagara. Per la cronaca la corsa è del 20 febbraio, premio Cavalieri di<strong>San</strong>to Stefano metri 4000. <strong>Il</strong> salto è di Victor Hugo (C.Algieri) mail cavallo scarterà dopo essere rientrato nel percorso nel prato e lacorsa sarà vinta da Gaiardo (A.Donati).


ANNO 3 - NUMERO 8/9 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2009Ciao Palmerio, amico mioIL SAN ROSSORETURF CLUBCollaboravo conEttore Pistoletti e unamattina, al tondino dellediritture, si avvicinaronocon lui due persone.Una di esse era VincenzoMuccioli, l’altra era unpiccolo uomo dall’età indefinibile,sorridente. StefanoLandi lo riconobbesubito: Palmerio Agus. <strong>Il</strong>giorno successivo montavain prima uscita i cavallidi <strong>San</strong> Patrignano affidatia Pistoletti. La simpatiareciproca si creò subito enon nego che ero incuriositodal suo passato agonisticoe, maggiormente,dalla sua storia. Lo ospitaia Marina di Pisa peralcune settimane e la nostraconvivenza fu facilee piacevole. Parlavamomolto durante i pomeriggisulla spiaggia anche seall’inizio non fu moltoloquace. Poi, stimolato,esternava continuamentericordi e riflessioni.Mi parlava molto diun’ippica meravigliosa,signorile, meritocraticae rispettosa di pubblico,proprietari e cavalli.Delle sue imprese era piùdifficile sapere qualcosaperché parlava poco di sestesso come attore principalee minimizzava ilfatto di essere stato (edessere ancora) uno <strong>dei</strong>migliori fantini italiani,l’antagonista più osticoper il “Mostro” Dettori.Non impreziosiva mai lesue gesta atletiche ma cercavadi dare una ragione,una spiegazione almeno,del perché fosse scivolatocosì rovinosamente inquel buio. Sosteneva cheil periodo trascorso incomunità lo aveva cambiato,nonOggi parliamo di un localeche ha una storia e che èsempre stato consideratoil più pittoresco dellacittà per quei tre gradiniche bisognava scendereper accedere alla sala.Ci riferiamo a “La Buca”,quan’era ancora in ViaQueirolo. <strong>Il</strong> locale erastato aperto nel 1938.Quando, alle 13,05 del31 agosto del ’43, Pisafu bombardata per laprima volta, chi era nelristorante ‘La Buca’, apochi passi dalla stazione(che fu distrutta), si salvò.Dunque, un ristorantestorico. Nel ’79, aquarant’anni dalla suanascita, la gestione passòa Carmine Jovine che èrimasto nella vecchia sedefino a pochi giorni faallorché si è trasferito alnumero 6 di via D’Azeglionascondeva quanto avessesofferto e imparato altempo stesso e raccontavamolti episodi vissuti a<strong>San</strong> Patrignano.In breve tempo ritrovòla forma fisica e fu ilmio “uomo all’angolo”in quel periodo nel qualeanche io montavo comeamatore in corsa. Palmerioera il primo a muoverele critiche, a consigliarmie a complimentarsi perqualche sporadico miglioramento!Ho ancora chiaro ilricordo del tondino al dissellaggioquando rientròvittorioso con <strong>Il</strong> Corsair,accompagnato da un inconsuetoe interminabileapplauso del pubblico.Tutti avevano perdonatotutto. Appena a terra ilsuo commento, con unin un locale nuovo eaccogliente. Locale nuovodi zecca ma cucina nelsegno della tradizione delpassato. Carmine Jovine,che è vicepresidentedell’Associazione CuochiPisani, garantisceinfatti una cucina seriae affidabile, dove nelmenu il pesce e la carnetrovano posto in egualmisura e in piatti sempredi buon livello. Un locale,insomma, da consigliare,anche per la serietà dellochef, dove si può ancoratrovare, nei giorni giusti,la minestra di pesce o glispaghetti alle arselle, gliagnellotti al ragù o latrippa.Ristorante ‘La Buca’Via d’Azeglio, 6 – PisaTel. 050-24130Chiuso la domenicafilo di voce..”Ha fatto tuttoda solo”. La modestiadi Palmerio mi ha insegnatoa non essere tropposicuro di me stesso, acavallo come nella vita ea cercare nella ponderatezzae nella riflessione imigliori alleati.Non ha montato moltoper me, ma non possonon ricordare la vittoriache ottenne con il “mio”Fast Gate a Capannelle.Non riuscì a togliere intempo il cappuccio perché,quel giorno, il cavalloera particolarmente sudi giri. Così, all’aperturadelle gabbia, Fast Gatesgabbiò al buio, inginocchiandosipure. Conun’acrobazia Palmerio lotirò su e tolse il cappuccioma erano almeno dieci lelunghezze di svantaggio.Pensai che la corsa pernoi fosse finita e, invece,con grande freddezza, luilasciò che il cavallo si riprendessee lo portò a effettuareuna rimonta spettacolareche si conclusecon la vittoria, rallentatisul traguardo.Passando gli anni cisiamo persi di vista: lavita cambia, il tempo cicambia. Entrambi, però,ci interessavamo dellevicissitudini altrui e, puntualmente,dopo i successipiù significativi, miei osuoi, ci sentivamo e i tonierano sinceri e familiari,nonostante fossero passatimesi dall’ultima telefonata.L’amicizia è anchequesto.Ultimamente, incontrandoci,scherzavamosull’età e io mi difendevoessendo di qualche annopiù giovane. Parlavamoanche <strong>dei</strong> suoi figli, perlui indispensabili.Proprio seduto sullabattigia a Marina di Pisami ha raggiunto la tragicanotizia, guardavo il mare,l’ippica ha perso un campione,io un amico.Voglio ricordarmiPalmerio lì, sulla spiaggiaquando insieme cercavamodi ‘domare’ uno strano,enorme, galleggiantecon la testa, guarda caso,equina e in sella, conquella posizione inconfondibile,quasi nascostodietro la testa del cavallo,abbronzato e sorridentecome quell’estate diquindici anni fa.A Palmerio, fuoriclassemodesto, con amicizia.Leonardo Pantuosco27 0ttobre 2007: l’ultima vittoria di Palmerio Agus a<strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> in sella a Imperial Loose (Benedetti)Domenica 20 settembre, con la nuova gestione della famigliaPieralli, ha riaperto il bar - ristorante "Le Scuderie".<strong>Il</strong> bar apre alle 7.30 mentre il ristorante funziona dalle12.00 alle 15.00 e dalle 19.30 in poi. Per informazioni eprenotazioni: 050 531627. Chiuso il martedì.A <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> è possibile effettuare scommesse ippichee sportive all’ippodromo tutti i giorni, dalle 13.30 alle19.00, nei locali dello snack bar. L’ingresso è quello sullavia della Sterpaia, dal quale si accede anche al ristorantedell’ippodromo.Una gitadivertente eprestigiosa;è quella acui ventisoci del <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> TurfClub hanno partecipato nell’ultima settimana diAgosto. Come tradizione la gita aveva un caratteremisto ippico – turistico. Lo scenario, stavolta, era laBassa Normandia.Fatta base a Deauville, il programma ippico èiniziato con la visita all’Haras Du Thenney, unvasto allevamento di proprietà della famiglia Riva,quella della Scuderia Diamante, di Mendez, RedArrow, Red Girl, Red Rocket e tanti altri cavallifamosi. Giulio Riva ci ha accompagnato attraversole belle strutture dell’allevamento e ci ha presentatogli stalloni tra i quali una vecchia conoscenza degliappassionati italiani: Gentlewave, vincitore delDerby Italiano 2006.L’evento ippico centrale della gita è stata la giornatadi corse a Clairefontaine, l’altro ippodromo diDeauville. Nella nostra giornata si svolgevala corsa più importante della stagione, il GranPrix de Clairefontaine, ma la vera chicca è statal’intitolazione al <strong>San</strong> <strong>Rossore</strong> Turf Club di un buonhandicap vinto da Boldpride montato dal giovanefantino Ronan Thomas. Alla premiazione il <strong>San</strong><strong>Rossore</strong> Turf Club ha dispensato il suo tradizionalepremio per il miglior grooming, che è andato allagiovane “artiera” di una scuderia tedesca.A Clairefontaine abbiamo ricevuto veramente unabella accoglienza; esponenti sia dell’ippodromoche dell’ippica francese in generale ci hannosimpaticamente intrattenuto per tutta la giornatae sono state gettate le basi per un altro positivogemellaggio.Non solo ippica comunque nelle gite del Turf Club,ma anche cultura, storia e, last but not least, svago.E così, via con Bayeux, la bella cittadina medievalesede di molti interessanti musei, il più famoso quellodell’Arazzo o Tapisserie; e poi i luoghi dello sbarcoalleato nel ’44, Arromanches con il museo e i restidel porto artificiale, la suggestiva Omaha Beachdominata dal cimitero militare americano, e ancoraHonfleur, un vecchio porticciolo sulla riva sinistradell’estuario della Senna, Villers-sur-Mer, graziosalocalità della Cote Fleurie, e naturalmente Deauville,con il Casinò, i negozi prestigiosi, il mercato e iristoranti tipici che si potevano raggiungere conuna comoda passeggiata.Non sono mancate le visite a Le Mont St. Michel e aRouen, “la porta della Senna”. La città, che vide ilsacrificio di Giovanna d’Arco, è caratterizzata dallagrande cattedrale gotica, che con i suoi giochi diluce ispirò Monet, le case a graticcio e la bellissimachiesa di Saint Maclou con il portico, un capolavorodel gotico fiammeggiante. Stefano Mazzanti

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