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creazione dello spazio versus creazione dei limiti dello spazio

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Politecnico di Bari – 1 a Facoltà di Ingegneria - A.A. 2005/2006<br />

Corsi di storia dell’architettura - Corsi di storia dell’arte contemporanea<br />

Docenti: Prof. Arch. Francesco Moschini, Prof. Arch. Gian Paolo Consoli<br />

Incontro con Rossana Carullo<br />

CREAZIONE DELLO SPAZIO VERSUS CREAZIONE DEI LIMITI DELLO SPAZIO<br />

Il principio del rivestimento tra costruzione e decorazione


CREAZIONE DELLO SPAZIO VERSUS CREAZIONE DEI LIMITI DELLO<br />

SPAZIO<br />

Il principio del rivestimento tra costruzione e decorazione<br />

1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.1 Il ‘principio del rivestimento’ tra involucro e struttura<br />

1.2 Verità e mascheramento della struttura due tesi a confronto: Semper e Viollet-Le-Duc<br />

2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

2.2 Decorazione e materia: ineliminabilità di un rapporto<br />

3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI<br />

COSTRUTTIVI<br />

3.1 Decorazione ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie: Otto Wagner e Josef Hoffman<br />

3.2 Decorazione e teorie antidecorative: la superficie continua di Adolf Loos


CREAZIONE DElLO SPAZIO VERSUS CREAZIONE DEI LIMITI DELLO SPAZIO<br />

Il principio del rivestimento tra costruzione e decorazione<br />

4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.1 Il dualismo tra involucro e struttura : dal rivestimento al tamponamento<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione


1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.1 Il ‘principio del rivestimento’ tra involucro e struttura<br />

1.2 Verità e mascheramento della struttura due tesi a confronto: Semper e Viollet-Le-Duc


1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.1 Il ‘principio del rivestimento’ tra involucro e struttura<br />

Nodi ed intrecci - Ornamenti egizi di soffitti e pareti<br />

“L'uso di intrecciare pali per delimitare la proprietà, delle stuoie e <strong>dei</strong> tappeti come<br />

coperte per i piedi, per ripararsi dal sole e dal freddo e per separare i vani interni alle<br />

abitazioni nella maggior parte <strong>dei</strong> casi, e specialmente in condizioni climatiche<br />

favorevoli, precedette l'uso delle pareti in muratura. […] Essendo l'intreccio<br />

l'elemento originario, anche più tardi quando le leggere pareti di stuoie si<br />

trasformarono in solidi muri in mattoni di terra, laterizi o cubi di pietra, esso conservò<br />

in realtà o anche solo idealmente, tutto il peso della sua primitiva importanza, la vera<br />

essenza della parete. Il tappeto rimase sempre la parete, la delimitazione spaziale<br />

visibile, i muri dietro di esso, spesso molto solidi, erano necessari per altri scopi, che<br />

non riguardavano la spazialità, ma la sicurezza, la portata, la maggior durata e così<br />

via. […]… anche dove era necessario erigere mura solide, esse costituivano soltanto<br />

lo scheletro interno, non visibili, celato dietro ai veri e legittimi, rappresentanti della<br />

parete, i tappeti variopinti. La parete stessa mantenne questo significato anche<br />

quando per una maggior durata <strong>dei</strong> tappeti, o perché si conservassero meglio le pareti<br />

dietro di essi o per parsimonia, o al contrario per ostentare un maggior lusso, o per un<br />

qualsiasi altro motivo, le stoffe originarie venivano sostituite da altre.”<br />

(Cfr. G. Semper, in la visione estetica di Semper, seguito da Gottfried Semper, i 4 elementi dell’architettura a cura di Ludovica Scarpa, Milano 1991 citato<br />

in G. Fanelli, R. Gargiani Il principio del rivestimento, pp.3-4),


1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.1 Il ‘principio del rivestimento’ tra involucro e struttura<br />

Pompei casa di Sallustio<br />

Capitello d’anta del Thesèion di Atene<br />

“Lo spirito umano inventò numerosi di questi surrogati, impegnando di volta in<br />

volta tutti i rami della tecnica. Tra i surrogati più diffusi e forse più antichi,<br />

l'arte muraria offriva un mezzo, l'intonacatura a stucco, o in altri paesi<br />

l'intonacatura con asfalto. […] Come ultimo surrogato possiamo elencare forse<br />

le lastre di arenaria, granito, alabastro e marmo, che troviamo molto diffuse in<br />

Assiria, Persia, Egitto e anche in Grecia<br />

.”<br />

(Cfr. G. Semper, in la visione estetica di Semper, seguito da Gottfried Semper, i 4 elementi dell’architettura a cura di Ludovica Scarpa, Milano<br />

1991 citato in G. Fanelli, R. Gargiani Il principio del rivestimento, pp.3-4),


1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.1 Il ‘principio del rivestimento’ tra involucro e struttura<br />

Capanna primitiva di Lauger – Semper Capanna caraibica alla Esposizione Universale di Londra –<br />

parete divisoria di una casa Maori con pannelli decorativi in legno scolpito e paglia colorata e intrecciata<br />

a motivi geometrici (Nuova Zelanda)


1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.1 Il ‘principio del rivestimento’ tra involucro e struttura<br />

Semper (1803-1879) negli anni del suo viaggio in Italia, Sicilia, Grecia si dedicò soprattutto alla questione, della<br />

policromia nell'architettura antica<br />

“penso che coprire o mascherare sia un uso antico come la civiltà umana […]<br />

tuttavia mascherarsi non aiuta se quello che c’è dietro la maschera è sbagliato o<br />

se la maschera non vale nulla: perché il materiale, indispensabile venga<br />

annullato completamente nella <strong>creazione</strong> artistica è necessario che lo si possega<br />

con maestria, solo una perfetta realizzazione tecnica solo un concetto trattenuto<br />

<strong>dei</strong> materiali a seconda della loro qualità, ma soprattutto l rispetto di questi<br />

ultimi nel modellare la foram, possono far dimenticare i materiali stessi”


1. IL MITO DELL’ORIGINE TESSILE DELL’ARCHITETTURA: LA TESI DI SEMPER<br />

1.2 Verità e mascheramento della struttura due tesi a confronto: Semper e Viollet-Le-Duc<br />

Viollet (1814-1879) costruisce la sua teoria attraverso lo studi dell'architettura gotica francese che cerca di proporre come mo<strong>dello</strong><br />

di stile nazionale al fine di sottolineare il carattere di razionalità costruttiva degli edifici medievali, :<br />

“Costruire per l'architetto significa impiegare i materiali in ragione delle loro qualità e<br />

della loro natura propria, con in mente l'idea di rispondere a un bisogno con i mezzi più<br />

semplici e più duraturi […] che la pietra appaia nel suo essere pietra, così il ferro, così<br />

il legno; che queste materia, assumendo le forme che convergono alla loro natura<br />

conservino un accordo tra loro […]”<br />

“ In architettura esistono due condizioni di verità necessarie: […] la verità rispetto ai<br />

metodi costruttivi significa utilizzare i materiali secondo le loro qualità e proprietà […]”


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

2.2 Decorazione e materia: ineliminabilità di un rapporto


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

“Perché la capanna diventi un tempio è necessario che sia affrontato il tema<br />

dell’individuazione formale <strong>dei</strong> suoi elementi costruttivi; […]. La forma prima di un<br />

sistema costruttivo è la forma tecnica, una forma cioè, priva di intenzionalità<br />

estetica. […] La forma tecnica (…) può essere assunta in quanto tale ed evidenziata<br />

per il suo tecnicismo, oppure trasformata in forma architettonica. Questa<br />

trasformazione si attua attraverso il processo di individuazione degli elementi della<br />

costruzione (…). In architettura è necessario che ogni elemento abbia un nome, un<br />

ruolo nella costruzione (…) l’architettura non è direttamente costruzione, ma<br />

rappresentazione dell’atto costruttivo (…) in forme stabili ed intelligibili.”<br />

(cfr. A. Monistiroli, La metopa ed il triglifo, pp. 82-84)


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

DECORAZIONE: “non come incrostazione arbitraria subentrante, ma come originaria<br />

integrazione della nudità funzionale della tettonica per ascendere all’immagine. […]<br />

è come genesi che l’ornato va riconosciuto, e così non solo è legittimo, ma<br />

indispensabile nell’ascesa dalla conformazione alla forma, […] L’ornato di cui vi<br />

parlo non è quello che vi fa raccapriccio, ma quella speciale fecondazione fantastica<br />

per cui il sostegno si tramuterà in colonna, le travi in architravi, e via dicendo.”<br />

(cfr. C. Brandi, Eliante o dell’architettura, pp. 128-129)<br />

. -Sviluppi del profilo della capitello dorico<br />

(da A. Choisy)


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

Elementi chiudenti portati<br />

Struttura architravata, monastero di Qal’at Sim’an, Siria, 476-90<br />

c<br />

b<br />

a


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

Stratificazione orizzontale<br />

tra pesi e sostegni<br />

MURO<br />

Leggibilità tra<br />

pesi e sostegni<br />

SOSTEGNI<br />

PIEDRITTO S<br />

PESI<br />

Edicola votiva di<br />

Argo - ricostruzione<br />

della struttura di un<br />

tempio alle origini


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

“Il sistema murario non trova in se le forme adatte a rappresentare l’atto costruttivo (…) Il sistema<br />

murario coincide con la costruzione, ma non la rappresenta. Per rappresentarla gli architetti ricorrono agli<br />

ordini, al sistema trilitico, usato come decorazione”<br />

(cfr. A. Monistriroli, La metopa ed il triglifo, pp. 89-90)<br />

Colosseo 70-80 d.C.


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

L.B. Alberti Tempio Malatestiano di<br />

Rimini 1450-1468<br />

“ In tota re aedificatoria primarium<br />

certe ornamentum in columnis est”<br />

Cfr .L.B. Alberti, De re aedificatoria Libro<br />

VI<br />

“Malgrado la sua definizione di colonna [come ‘muro aperto e fesso in più luoghi’] come parte del muro,<br />

l’Alberti dev’essersi reso conto che esiste contraddizione tra la colonna rotonda e l’arco. Quest’ultimo<br />

appartiene veramente al muro entro il quale sembra essersi ritagliato, e può venir interpretato come un muro<br />

’aperto e fesso in più luoghi’. Dunque Alberti prescrive sopra la colonna la trabeazione diritta e, quanto agli<br />

archi, sostiene che dovrebbero venir sostenuti da ‘columnae quadrangole’, vale a dire da pilastri”<br />

Cfr. Rudolf Wittkower, Prinicipi architettonici dell’età dell’umanesimo, p.37-40.


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

L.B. Alberti, completamento della facciata di Santa Maria Novella – Firenze 1460-70


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

A<br />

B<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

MEMBRATURE DELL’ORDINE ARCHITETTONICO<br />

MEMBRATURE DELL’ORDINE ARCHITETTONICO<br />

LASTRE DI RIVESTIMENTO POLICROMO<br />

L.B. Alberti, completamento della facciata di Santa Maria Novella – Firenze 1460-70<br />

sez. BB’<br />

sez. AA’<br />

A’<br />

B’


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

C<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

sez. CC’<br />

sez.DD’<br />

D<br />

D’<br />

L.B. Alberti, completamento della facciata di Santa Maria Novella – Firenze 1460-70 – Tarsie marmoree del<br />

rivestimento del tempietto del santo Sepolcro nella Cappella Ruccellai<br />

C’


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

C<br />

D<br />

B<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

STRUTTURA MURARIA CONTINUA<br />

A A’<br />

SUCCESSIONE VERTICALE DELL’INVOLUCRO IN LASTRE DI MARMO POLICROMO<br />

C’<br />

D’<br />

B’


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

Facciata con sistema<br />

ornamentale<br />

Facciata senza<br />

sistemao rnamentale<br />

R. Wittkower –<br />

Sistema proporzionale del rivestimento della facciata di Santa Maria Novella<br />

“Viene scardinato l’ordine monolitico fiorentino per affermare la logica delle pareti stratificate, del<br />

rivestimento policromo (…) La tecnica dell’incrostazione o della tarsia non riguarda quindi soltanto la messa<br />

in opera del rivestimento della facciata di Santa Maia Novella ma diventa principio che informa i criteri della<br />

disposizione delle singole parti nell’insieme, e le sole regole che sono valide sono quelle non visibili del<br />

numero e quelle pittoriche del colore.”<br />

(cfr. R. Gargiani, Principi e costruzione nell’architettura italiana del quattrocento,pp.208-211)


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

1452 e 1466, ciclo di affreschi Storia<br />

della Vera Croce ad Arezzo di Piero<br />

della Francesca.


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

“In “Elementa picturea” e in “De Pictura” Alberti definisce la superficie “quella estrema scorza del corpo”, ed<br />

aggiung: . “L’apertura – scrive Alberti- per definizione offre un passaggio attraverso il muro; ma talvolta si<br />

addossa una parete all’altra, come una pelliccia infilata sopra un vestito, e si foggia un tipo particolare di<br />

apertura, che non ha funzione di passaggio, perché è sbarrata dal frapporsi di una parete, onde non<br />

impropriamente la si potrà chiamare finta apertura [affictum]”<br />

(cfr. R. Gargiani, Principi e costruzione nell’architettura italiana del quattrocento,pp.208-211)


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e tettonica i gradi di necessità di un rapporto<br />

Ca d’Oro – scalpellinini diretti da Matteo Raverti – Venezia ; 1423-1433


2. DECORAZIONE E COSTRUZIONE<br />

2.1 Decorazione e materia: ineliminibilità di un rapporto<br />

“La decorazione è una delle dimensioni del costruire che trasformano la tettonica<br />

in architettura. […]. Questo risultato si può ottenere in modi diversi. Il primo è<br />

diretta conseguenza dell’impianto tettonico dell’edificio, e consiste nel<br />

sottolineare, ad esempio attraverso la luce ed il colore gli elementi costitutivi<br />

della costruzione. […] Il secondo si riconosce nell’uso del materiale e nel suo<br />

trattamento. Le lastre marmoree specchiate di Adolf Loos sono decorazione<br />

nonostante il famoso manifesto L’ornamento è delitto”<br />

(cfr. F. Purini, Comporre l’architettura pp. 126-128)


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

3.2 Decorazione e teorie antidecorative


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner Majolikahaus, Linke Wienzeile 40, Vienna 1897-98


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner Majolikahaus, Linke Wienzeile 40, Vienna 1897-98


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

Max Fabiani edificio Portois& Fix Vienna 1899-1900


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner Uffici della Postparkasse Vienna, 1903-06, 1910-12


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner Uffici della Postparkasse Vienna, 1903-06, 1910-12


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner Uffici della Postparkasse Vienna, 1903-06, 1910-12


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

“La gerarchia dell’organizzazione compositiva della facciata non è affidata ala presenza di ordini e<br />

membrature, ma alla forma e alla dimensione delle lastre, alla densità <strong>dei</strong> motivi grafici <strong>dei</strong> chiodi e delle<br />

applicazioni di alluminio, granito grigio e marmo bianco concorrono all’effetto di un rivestimento<br />

orchestrato in variazioni tonali dal bianco al grigio più scuro”<br />

(Cfr. G. Fanelli, R. Gargiani, Il principio del rivestimento, p.88)


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

a<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

Ritmo a-b-a-a-b<br />

Lastre di granito di Fredwaldu (Slesia) <strong>dello</strong> spessore da 9 a 6 cm nel basamanto – e<br />

lastre di marmo Ratschinges (Vipiteno) <strong>dello</strong> spessore di 2 cm. Su muratura in mattoni.


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

“L’intenzione di valorizzare al massimo la natura del rivestimento come strato non tettonico<br />

applicato alla muratura si esprime al massimo nella soluzione <strong>dello</strong> spigolo tra prospetti<br />

contigui. E’ nello spigolo che il rivestimento rivela il suo spessore ideale di tessuto, di pannello.”<br />

(Cfr. G. Fanelli, R. Gargiani, Il principio del rivestimento, p77)


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della Postparkasse, Vienna, 1903-06, 1910-12- rivestimenti,<br />

soluzioni d’angolo


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della Postparkasse, Vienna, 1903-06, 1910-12- rivestimenti,<br />

soluzioni d’angolo


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della Postparkasse, Vienna, 1903-06, 1910-12- abaco <strong>dei</strong> rivestimenti


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della Postparkasse, Vienna, 1903-06, 1910-12- interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della<br />

Postparkasse Vienna,<br />

1903-06, 1910-12- interno<br />

O. Wagner – ampliamento della<br />

propria villa in Huttelbergstrasse<br />

Vienna, 1886 - interno<br />

O. Wagner – appartamento<br />

Wagner Kastergasse Vienna,<br />

1898-99 - interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della Postparkasse Vienna, 1903-06, 1910-12- interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Uffici della Postparkasse Vienna, 1903-06, 1910-12- interno e sezione


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Steinhof Church Vienna, 1902-07, interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Steinhof Church Vienna, 1902-07, interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Steinhof Church Vienna, 1902-07, interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Steinhof Church Vienna, 1902-07, interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 L’esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie tra decorazione e costruzione<br />

O. Wagner – Neustiftgasse 40, 1902-07 edificio a d appartamenti


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann villa per Eduart Ast, Hoe Warte, Vienna 1909-11 –particolari del fronte sul giardino e della loggia –<br />

Nella Villa Ast del 1909-11 il motivo della lesena diventa una scanalatura,le pareti si trasfigurano in tendaggi, cortine appese<br />

al cornicione sospese sopra il vuoto di una loggia. Oppure negli interni sopravanzano rispetto alla sottile fascia che fa da<br />

raccordo tra superficie scanalate e pavimento.


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

“La superficie scanalata assume particolare forza espressiva, quasi si voglia riportarla all’origine mitica indicata<br />

da Vitruvio nelle pieghe di vesti femminili. Le superfici scanalate trasfigurano le pareti in tendaggi, in cortine<br />

appese al cornicione” (Cfr. G. Fanelli, R. Gargiani, Il principio del rivestimento, p. 98)


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

Struttura rivestita da un'incrostazione continua :<br />

J. Hoffmann villa per Eduart Ast, Hoe Warte, Vienna 1909-11 –particolari del fronte sul giardino della loggia e dell’interno<br />

Intonaco come tessuto steso sulla materia , la parte autonoma da ogni logica tettonica.<br />

Hoffmann in particolare elimina decimante ogni allusione alla tettonica dell'apparecchiatura muraria . Nella Villa<br />

Ast del 1909-11 il motivo della lesena diventa una scanalatura,le pareti si trasfigurano in tendaggi, cortine appese<br />

al cornicione sospese sopra il vuoto di una loggia. Oppure negli interni sopravanzano rispetto alla sottile fascia<br />

che fa da raccordo tra superficie scanalate e pavimento.


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

Hoffmann Interni della Villekolonie Hertzka, Vienna 1912-14)


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

Villa per Sonya Knips Vienna 1924-25 - Volume come scatola foderata


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann Palazzo Stoclet – Bruxelles - Vienna 1909-11 – particolari della loggia e dell’interno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann Palazzo Stoclet – Bruxelles - Vienna 1909-11 – particolari della facciata


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann Palazzo Stoclet – Bruxelles - Vienna 1909-11 – particolari della facciata


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann Palazzo Stoclet – Bruxelles - Vienna 1909-11 – cornici nelle soluzioni d’angolo – forma in legno


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann Palazzo Stoclet – Bruxelles - Vienna 1909-11 – interni


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.1 Ornamento ed esasperazione <strong>dei</strong> valori di superficie<br />

J. Hoffmann Palazzo Stoclet – Bruxelles - Vienna 1909-11 – interni


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Decorazione e teorie antidecorative<br />

Interni di casa Loos - camera da letto -<br />

Vienna 1903<br />

“Anche se per l'artista tutti i materiali sono ugualmente preziosi, non tutti sono ugualmente adatti ai suoi obiettivi. La<br />

necessità statiche e costruttive di un edificio richiedono spesso l'uso di materiali che non si accordano con la sua finalità.<br />

L'architetto mettiamo ha il compito di creare uno <strong>spazio</strong> caldo, accogliente. Caldi e accoglienti sono i tappeti. Egli decide<br />

di conseguenza di stendere un tappeto sul pavimento e di appenderne quattro alle pareti. Ma non si può costruire una<br />

casa con i tappeti. I tappeti, che li ritengano stesi sul pavimento o appesi alle pareti, richiedono una struttura che li<br />

mantenga nella giusta posizione. Inventare questa struttura è il secondo compito dell'architetto. […] Vi sono architetti<br />

che seguono un processo differente. La loro fantasia non crea spazi, ma strutture murarie. Quello che resta sono gli<br />

spazi interni. Per questi spazi l'architetto sceglie soltanto in un secondo tempo il rivestimento che ritiene più adatto.”<br />

(Cfr. A. Loos, Il principio del rivestimento , in Parole nel vuoto, p.79 - 1898)


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Ornamento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

dettagli di interni di Villa Muller


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11 – dettagli di interni


3. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO’ E LA ‘TRASFIGURAZIONE’ DEI MATERIALI COSTRUTTIVI<br />

3.2 Principio del rivestimento e teorie antidecorative<br />

A. Loos edificio Goldman & Salatsch, Vienna 1909-11 – dettagli di interni


v<br />

Politecnico di Bari – 1 a Facoltà di Ingegneria - A.A. 2005/2006<br />

Corsi di storia dell’architettura - Corsi di storia dell’arte contemporanea<br />

Docenti: Prof. Arch. Francesco Moschini, Prof. Arch. Gian Paolo Consoli<br />

Incontro con Rossana Carullo<br />

CREAZIONE DELLO SPAZIO VERSUS CREAZIONE DEI LIMITI DELLO SPAZIO<br />

Il principio del rivestimento tra costruzione e decorazione


CREAZIONE DElLO SPAZIO VERSUS CREAZIONE DEI LIMITI DELLO SPAZIO<br />

Il principio del rivestimento tra costruzione e decorazione<br />

4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.1 Il dualismo tra involucro e struttura : dal rivestimento al tamponamento<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.1 Il dualismo tra involucro e struttura : dal rivestimento al tamponamento<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

La casa di rue Franklin 25 bis. Il rivestimento e la distinzione tra nervature portanti e tamponamenti


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

La maison de rapport di rue Franklin 25, bis


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

La casa di rue Franklin 25 bis. Il rivestimento e la distinzione tra nervature portanti e tamponamenti


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

RIVESTIMENTO FLOREALE<br />

RIVESTIMENTO A PIASTRELLE<br />

“Trent’anni fa abbiamo costruito la casa in rue Franklin; è il primo edificio con una struttura in cemento<br />

armato a vista , come se ne costruiscono ancora oggi. Allora pensavamo che un rivestimento fosse<br />

necessario per una buona conservazione delle parti in ferro; le abbiamo dunque rivestite di grès flammè<br />

… avendo cura di eseguire i rivestimenti in forme differenti a seconda che venissero utilizzati per i<br />

montanti o per i tamponamenti, e cioè per sottolineare la struttura” (C. Perret<br />

La casa di rue Franklin 25 bis. Il rivestimento e la distinzione tra nervature portanti e tamponamenti


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

RIVESTIMENTO FLOREALE<br />

RIVESTIMENTO A PIASTRELLE<br />

“Trent’anni fa abbiamo costruito la casa in rue Franklin; è il primo edificio con una struttura in cemento<br />

armato a vista , come se ne costruiscono ancora oggi. Allora pensavamo che un rivestimento fosse<br />

necessario per una buona conservazione delle parti in ferro; le abbiamo dunque rivestite di grès flammè<br />

… avendo cura di eseguire i rivestimenti in forme differenti a seconda che venissero utilizzati per i<br />

montanti o per i tamponamenti, e cioè per sottolineare la struttura” (C. Perret<br />

La casa di rue Franklin 25 bis. Il rivestimento e la distinzione tra nervature portanti e tamponamenti


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

Teatro degli Champs-Elysèes, Parigi 1911-13


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.1 Il rapporto tra involucro e struttura: dal rivestimento al tamponamento<br />

Teatro degli Champs-Elysèes, Parigi 1911-13


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Masion La Roche, Le Corbusier 1923-25)


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

“Secondo Le Corbusier ripassare l’abitazione con una mano di bianco da capo a fondo, è un’operazione di pulizia concreta<br />

e morale ad un tempo (...). Con luce e biacca, Le Corbusier trasforma da capo a fondo l’aspetto ed il significato <strong>dello</strong><br />

<strong>spazio</strong> interno. (...) Le nude pareti bianche o dipinte di un solo colore , come è il caso ad esempio della petite maison”<br />

dove al bianco dominante si alternavano i colori rosa, verde, terra di Siena bruciata, blu oltremare, nei cultori della ‘Kunst<br />

im Hause’ avrebbero non solo offeso il gusto ma dato un’ansia esistenziale: “che la parete sia bianca oppure rossa,<br />

verremo certo assaliti da un horror vacui, ci fissa la superficie piatta con la sua vacuità; essa ha bisogno della decorazione’<br />

ammetteva Jacob von Falke. (Vienna 1872)” (Cfr. B. Reichlin op. cit, p.71-72 - Immagini di Masion La Roche – Le<br />

Corbusier 1923-25)


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Il problema della definizione degli<br />

involucri interni : Maison La Roche – Le<br />

Corbusier 1923-25 interno della galleria<br />

La Roche ‘ legge della biacca’ e<br />

‘policromia’ –


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Il problema della definizione degli<br />

involucri interni : Maison La Roche – Le<br />

Corbusier 1923-25 interno della galleria<br />

La Roche ‘ legge della biacca’ e<br />

‘policromia’ degli spazi interni


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

“Il colore serve oltre che a interpretare lo <strong>spazio</strong>, a drammatizzare i dati plastici, come il caminetto<br />

o la rampa, sistemata in quanto elemento solido bruno davanti allo sfondo blu chiaro o grigio<br />

chiaro che permette di allargare lo <strong>spazio</strong>” ( Cfr. A. Ruegg, Polycromie architecturale , Birkhauser Verlag, Zurig,<br />

1997)


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Le Corbusier, Punto di partenza della gamma <strong>dei</strong> colori di Le Corbusier


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Il rapporto tra struttura portante e involucro sia interno che esterno e della forma che ne deriva è<br />

dunque il risultato di un rapporto complesso: la struttura portante non definisce da sola le<br />

caratteristiche spaziali degli spazi interni anzi spesso è contraddetta dalla definizione dell’involucro<br />

stesso sia interno che esterno (cfr. pilastro d’angolo all’interno di maison la Roche che diventa un<br />

unica superficie di luce bianca) . E’ su questa base che Le Corbusier definisce 4 tipi possibili di<br />

declinazione del rapporto tra forma struttura e involucro.


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Interni di maison la Roche: l’uso della policromia nel rapporto tra esterno e interno, tra<br />

involucro e struttura, la ‘smaterializzazione’ del pilastro d’angolo.<br />

Il problema della definizione degli involucri degli spazi interni : la tavolozza <strong>dei</strong> colori – dalla<br />

collezione di carte da parati Salubra 1931-57


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Casa Schröeder nel 1924 è un'opera paradigmatica della ricerca razionalista di<br />

annullamento della realtà costruttiva al fine di potenziare il valore delle pareti come<br />

pure delimitazioni <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong>. I piani liberi esattamente definiti sono il risultato di quel<br />

processo di affermazione di autonomia il cui studio precedente era la definizione come<br />

pannelli o telai bordati. Il procedimento analitico di segnare gli spigoli <strong>dei</strong> volumi con<br />

sottili fasce lineari che incorniciano le superfici e le aperture non è ancora rottura della<br />

scatola come sarà per le avanguardie del primo dopoguerra e da De Stijl.<br />

(G. Rietveld, casa Schröder, Utrecht 1924)


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Le Corbusier, La coupe symbole de la revolution architectural contemporaine da ‘Precision’ )


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Maison Domino 1914-1916 - Schizzi schematici da l’Oeuvre Complete di Le Corbusier 1930<br />

“ La pianta libera. Finora: muri portanti. Partendo dal sottosuolo, si sovrappongono formando il pianterreno e gli altri<br />

piani, sino al tetto. La pianta è schiava <strong>dei</strong> muri portanti: Il cemento armato porta nella casa la pianta libera! I piani<br />

non devono più essere ricalcati gli uni sugli altri: Sono liberi (...)”


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Le Corbusier,– Schizzi dimostrativi sul rapporto tra struttura e involucro Parigi 1930


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Il rapporto tra struttura<br />

portante e involucro sia<br />

interno che esterno e<br />

della forma che ne deriva<br />

è dunque il risultato di un<br />

rapporto complesso: la<br />

struttura portante non<br />

definisce da sola le<br />

caratteristiche spaziali<br />

degli spazi interni anzi<br />

spesso è contraddetta<br />

dalla definizione<br />

dell’involucro stesso sia<br />

interno che esterno (cfr.<br />

pilastro d’angolo<br />

all’interno di maison la<br />

Roche che diventa un<br />

unica superficie di luce<br />

bianca) . E’ su questa<br />

base che Le Corbusier<br />

definisce 4 tipi possibili di<br />

declinazione del rapporto<br />

tra forma struttura e<br />

involucro.


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

v<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

La finestra verticale, rue Franklin. “La cornice dell’uomo” “Donna alla finestra” di C.D. Friedrich


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Nel pensiero di Perret sia la relazione tra gli interni che il rapporto tra interno ed esterno è<br />

definito dalle “stanze” restano singolarmente individuate dalla struttura portante e quindi da<br />

una coincidenza tra questa con lo <strong>spazio</strong> interno<br />

A. Perret, Immeuble de Rapport 51 – 55 rue de Rayounard, Parigi 1928-30 Rapporto tra<br />

struttura a telaio portante e coincidenza tra questa e gli spazi interni in una composizione di<br />

tipo prospettico ad enfilade


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

A. Perret, Immeuble de Rapport 51 – 55 rue de Rayounard, Parigi 1928-30 forzatura strutturale<br />

con lo soppiamento <strong>dei</strong> pilastri per permettere un’ organizzazione spaziale interna ad enfilade


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

piano<br />

terra<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Le Corbusier, villa Savoye,, Poissy, 1929<br />

piano<br />

primo<br />

Le Corbusier, Villa Savoye Poissy 1929 – Schizzi dimostrativi sul rapporto tra struttura e involucro Parigi 1930


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Walter Gropius sede del Bauhaus Dessau 1925-26


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

Il controllo sulla luce naturale allora non avviene più sul tema delle dimensioni del foro della<br />

finestra, ma su un complesso sistema di meccanismi di modulazione della luce attraverso ‘brises<br />

soleil’, meccanismi di apertura e chiusura delle vetrate assai sofisticati:<br />

“ Il problema troppo spesso trascurato e tuttavia molto importante delle imposte : una finestra<br />

senza imposte è un occhio senza palpebra e d’altra parte tutte le soluzioni attuali portano allo<br />

stesso risultato: insufficienza di aerazione quando le imposte sono chiuse. la nostra soluzione<br />

permette un ampio e libero afflusso all’aria esterna pur evitando l’eccesso di luce; La camera è<br />

soleggiata da mattino a sera e grazie alle finestre paravento l’entrata della luce e dell’aria è<br />

regolabile a volontà, come l’otturatore di una macchina fotografica”<br />

E. Gray – sistema di finestre Louvres, villa E. Gray, Castellar 1932-34 – Chareau, Bijvoet particolare della parete vetrata<br />

della Maison de Verre, Parigi 31 Rue Sain Guillome


4. IL ‘PRINCIPIO DEL RIVESTIMENTO E LA ‘VERITÀ’ DELLA STRUTTURA<br />

4.2 Il rapporto tra involucro e struttura: dalla superficie ‘intonacata’ al ‘pan de verre’<br />

L. Corbusier, Campidoglio Chandigard<br />

1951


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

Mies, progetto di grattacielo in Friedrichstrasse, Berlino 1921 – progetto grattacielo a Berlino 1922


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

Il ruolo visivo dominante non è affidato alla struttura, ma<br />

all'involucro ed alle sue qualità di superficie: i pannelli di<br />

marmo in Casa Tughendat non saranno neppure applicati ad<br />

un parete, ma essi stessi riempiti di malta sulle scanalature ed<br />

accoppiati diventano una sorta di superficie assoluta. Si<br />

potrebbe quasi dire che gli elementi di definizione <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong><br />

in marmo e legno siano quanto resta del processo di<br />

annullamento della parete come entità costruttiva: il<br />

rivestimento.<br />

Mies, Interni casa Tughendat, dettaglio giunto tra pannelli di rivestimento.


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

Mies, Interni casa Tughendat, dettaglio giunto tra pannelli di rivestimento.


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

Mies, Interni casa Tughendat, dettaglio giunto tra pannelli di rivestimento.


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

Mies, Interni casa Tughendat, dettaglio giunto tra pannelli di rivestimento.


5. IL PROCESSO DI ANNULLAMENTO DELLA PARETE COME ENTITÀ COSTRUTTIVA<br />

5.1 L’esasperazione del dualismo tra struttura e rivestimento<br />

L. Mies van der Rohe, padiglione tedesco alla esposizione internazionale di Barcellona 1929


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Venturi, Rauch, Scott Brown, Gordon Wu Hall, 1980-83 Princeton Unyvrsity


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Venturi, Rauch, Scott Brown, Gordon Wu Hall, 1980-83 Princeton Unyvrsity


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Jean Nouvel, Institut du Monde Arabe, Parigi, 1981-87


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Jean Nouvel, Institut du Monde Arabe, Parigi, 1981-87


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Jean Nouvel, Fondazione Cartier, Parigi, 1991-94


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Jean Nouvel, Fondazione Cartier, Parigi, 1991-94


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Edificio Suva, Basilea, 1988-1993


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Edificio Suva, Basilea, 1988-1993


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Magazzino Ricola, Mulhouse Brunstatt, Franca 1992-93,


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Magazzino Ricola, Mulhouse Brunstatt, Franca 1992-93,


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Magazzino Ricola, laufen, Svizzera 1986-87


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Magazzino Ricola, laufen, Svizzera 1986-87


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Magazzino Ricola, laufen, Svizzera 1986-87


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Posto di segnalazione, basilea, 1992-95


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Posto di segnalazione, basilea, 1992-95


6. ALCUNE LINEE DI RICERCA SULLE QUALITA’ DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO<br />

6.1 L’involucro architettonico tra curtain-wall, brises-soleil, muro, rivestimento, decorazione<br />

Herzog & de Meuron, Posto di segnalazione, basilea, 1992-95

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