NON SAI NULLA E CIO' CHE CREDI DI SAPERE E' FALSO - Lupin3.it
NON SAI NULLA E CIO' CHE CREDI DI SAPERE E' FALSO - Lupin3.it
NON SAI NULLA E CIO' CHE CREDI DI SAPERE E' FALSO - Lupin3.it
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
“poetessa” Maria Rosa Gelli, Raffaello risulta titolare di quote in Omega, srl da 15 mila euro di capitale,<br />
con sede sempre ad Arezzo, e soprattutto in Progest immobiliare. Con cento milioni di vecchie lire in<br />
dote, anche Progest è iscritta in origine al registro imprese aretino, ma sposta poi la sede prima a Milano<br />
in via Borgogna, poi a Putignano, in provincia di Bari. Socio di minoranza (con il 30 per cento delle quote)<br />
di Raffaello Gelli in Progest è Fabrizio Serrai, classe 1954.<br />
La società, che realizza interi quartieri e strutture alberghiere, risulta molto attiva anche in Sicilia. Scarne<br />
le notizie sul socio Serrai, costruttore col “vizietto” dell’amianto: poco tempo fa ha patteggiato a Palermo<br />
una condanna per aver interrato una pesante lastra di amianto durante la costruzione di 204 alloggi nel<br />
Palermitano. Preferisce le auto il giovane Maurizio Gelli, 46 anni, che troviamo in pista con le aretine<br />
Sport Car, 78 mila euro di capitale, Queimada e Vip Car, tutte srl. Insieme alla moglie Serena Paci,<br />
Maurizio Gelli fu arrestato a Vienna nel 1999, su mandato dell’autorità giudiziaria austriaca, con l’accusa<br />
di riciclaggio.<br />
Le più recenti notizie “ufficiali” su di lui le fornisce Dagospia l’11 ottobre dello scorso anno: «Stamattina<br />
alle ore 10 e 50 camminavano tranquillamente per via Ludovisi, nei pressi dell'hotel Ambasciatori un<br />
individuo che assomigliava moltissimo a Licio Gelli, in arte ex padrone d'Italia, con un sosia del figlio<br />
Maurizio Gelli.<br />
Il sosia del primo lobbysta della storia Italiana si appoggiava su un bastone con manico d'avorio che<br />
raffigura una gorgone». Mentre i figli si dedicano al business, il venerabile dà libero sfogo alla<br />
incontrollabile vena poetica. La stessa che nel ‘96 mise in fibrillazione le massonerie internazionali,<br />
riuscite a strappare per il gran maestro aretino addirittura una candidatura al Nobel per la letteratura.<br />
Da Stoccolma a Sant’Anastasìa: da qualche mese Licio Gelli cura una rubrica di poesia su un mensile<br />
della zona vesuviana, Il Cittadino, diretto da Francesco De Rosa. «Nei prossimi numeri – scrive Gelli nel<br />
primo articolo, ad aprile di quest’anno – rifletterò con voi sui versi delle mie poesie. Ma non solo. Il<br />
numero d’esordio lo dedicato (lo strafalcione è probabilmente della redazione, ndr) ad un libro che ho<br />
pubblicato da poco e il cui titolo è “Ho finito l’inchiostro”».<br />
Poi il venerabile si lascia andare ad alcune considerazioni poetiche sui «caduti di Nassirya»: «Le parole<br />
di pace si fanno foglie sull’acqua quando il fiume dell’odio trascina l’uomo tra i meandri impalpabili e<br />
sconosciuti e lo trascina tra le rive di una vita ignota». Francesco De Rosa è fra gli organizzatori del<br />
premio letterario partorito in quel di Pomigliano d’Arco da Tina Piccolo. Nel 2002, quando ad aggiudicarsi<br />
il palmarés fu Licio Gelli, la Piccolo sottolineava che nel comitato d’onore (di cui peraltro faceva parte lo<br />
stesso Gelli) c’era al primo posto «il presidente Carlo Azeglio Ciampi».