ternazionali per l’ambiente marino (Convenzione di Barcellona)e per gli ambienti di protezione speciale (Convenzionedi Ramsar).Tale complesso normativo comunitario di riferimento sicompleta con la Direttiva quadro sulle acque (recepitacon il D.Lgs. 152/06), che stabilisce i contorni dellanuova politica europea delle acque, integrando e riunendogli strumenti comunitari in materia ancora in vigore,al fine di pervenire a un sistema di governo delleacque capace di assicurare, da una parte la prevenzionee la riduzione dell’inquinamento <strong>dei</strong> corpi idrici (intesinella loro complessità ecosistemica) e il loro eventualerisanamento, e dall’altra di rendere disponibili le risorseper gli usi legittimi, sostenibili e durevoli in un’ottica dieconomicità e razionalità.Il D.Lgs. 152/2006, ha individuato all’art. 64 i distrettiidrografici in cui è ripartito l’intero territorio nazionalee all’art. 117 disciplinato i Piani di gestione, stabilendoche per ciascun distretto sia adottato un Piano di gestione.I distretti possono comprendere uno o più baciniidrografici. Per bacino idrografico si intende il territorionel quale scorrono tutte le acque superficiali attraversouna serie di torrenti, fiumi e laghi per sfociareal mare in un’unica foce a estuario e delta.La base fondamentale per l’elaborazione <strong>dei</strong> Piani di gestionedistrettuali è costituita dai Piani di Tutela delleAcque delle regioni territorialmente competenti (art. 121del D.Lgs. 152/06), i cui contenuti devono essere integratia livello di bacino distrettuale. Il PTA costituisce unospecifico piano di settore che deve contenere, oltre agliinterventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimentodegli obiettivi di qualità, le misure necessariealla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico.Con il recepimento della Direttiva 2000/60/CE sono sensibilmentevariati i criteri di impostazione del monitoraggio<strong>dei</strong> corpi idrici. L’approccio metodologico seguitodal D.Lgs. 152/99 non sarà più utilizzabile, sia perchéfondato su classi di qualità statiche, sia perché basatoin maniera parziale su elementi biologici, diversamenteda quanto dettato dalla direttiva che prevede una classificazionerelazionata a definite condizioni di riferimento,variabili in funzione delle diverse tipologie dicorpo idrico, nonché un maggior numero di elementi biologici,chimici, fisici e idromorfologici da valutare.Per la qualità biologica sono da monitorare i macroinvertebrati,i pesci, il fitobenthos (macroalghe e angiosperme),il fitoplancton e le macrofite con le abbondanze,la composizione, la presenza di taxa sensibili, la diversitàe la biomassa. Per la qualità fisico-chimica le condizionitermiche, l’ossigenazione, la salinità, i nutrienti,i solidi sospesi e la torbidità. Gli elementi idromorfologiciriguardano il regime idrologico e le connessioni coni corpi idrici sotterranei, la continuità fluviale con il numeroe il tipo di sbarramenti e le condizioni morfologiche<strong>dei</strong> corpi idrici in relazione alla profondità, larghezza, sinuositàe struttura dell’alveo e della zona ripariale.Al fine di quantificare le cause e gli effetti <strong>dei</strong> fenomenidi alterazione dello stato delle risorse idriche e di stimarel’efficacia delle misure adottate per tutelarle e migliorarnele condizioni, si ricorre a una serie di indicatorie indici riferibili agli elementi dello schema DPSIR.Gli indicatori proposti nel seguente capitolo, in moltissimicasi sono ancora quelli richiesti dal D.Lgs. 152/99abrogato dal D.Lgs. 152/06, selezionati tenendo contodella loro rilevanza, della possibilità di popolamento inbase ai <strong>dati</strong> e alle informazioni disponibili provenientiprevalentemente da fonti ufficiali e in base alla rappresentativitàa livello territoriale. Purtroppo, non sempresi hanno a disposizione informazioni e <strong>dati</strong> adeguati apopolare e rappresentare gli indicatori e gli indici ritenutinecessari a definire completamente lo stato ambientaledelle risorse. Le risorse idriche, rappresentateprevalentemente da acque superficiali interne, acquemarino costiere e acque sotterranee, sono descritte medianteun selezionato gruppo di indicatori relativi a seitemi <strong>ambientali</strong>:• qualità <strong>dei</strong> corpi idrici;• risorse idriche e usi sostenibili;• inquinamento delle risorse idriche;• stato fisico del mare;• laguna di Venezia;• coste.Il tema Qualità <strong>dei</strong> corpi idrici è rappresentato da setteindicatori di stato riferibili alle acque dolci, alle acquedi transizione e alle acque marine e da un indicatoredello stato di qualità delle acque sotterranee.Nel 2008, per lo Stato Ecologico <strong>dei</strong> Corsi d’Acqua(SECA), che integra i risultati dell’analisi chimica conquelli dell’analisi biologica, emerge che il 45% <strong>dei</strong> siti584 ANNUARIO DEI DATI AMBIENTALI
monitorati rientra in classe di qualità 1 e 2, cioè uno statoecologico “ottimo” (4%) e “buono” (41%) e il 33% nellaclasse di qualità “sufficiente”. Rispetto al 2007, diminuisceda 65 a 64 la percentuale delle stazioni che ricadononel livello buono e ottimo per gli inquinanti diorigine antropica (indice LIM), mentre per l’IBE (IndiceBiotico Esteso) diminuiscono di 4 punti percentuali quellericadenti nelle classi I e II e aumentano di un punto percentualequelle in classe III. Come lo scorso anno, restaevidente l’incidenza maggiore dell’IBE rispetto al LIMsulla determinazione del SECA, che manifesta il pesomaggiore delle caratteristiche della comunità macrobentonicarispetto ai macrodescrittori chimico – fisici sullostato ecologico <strong>dei</strong> corsi d’acqua.Nel 2008, la qualità <strong>dei</strong> laghi (Stato Ecologico <strong>dei</strong> Laghi- SEL), riferita a 13 regioni (una in meno rispetto al 2007)per un totale di 134 stazioni, ricade per un 65% nelleclassi da “sufficiente” a “ottimo”; tale incidenza registrauna diminuzione dell’8% rispetto al 2007.Per le acque sotterranee, il quadro complessivo in terminidi copertura territoriale non è ancora adeguato.Come già affermato, poiché le acque sotterranee sonola prima fonte di approvvigionamento delle acque destinateal consumo umano, la conoscenza più precisapossibile del loro stato qualitativo, e in particolare dellivello di inquinamento, è essenziale per tutelare la saluteumana sia nella fornitura dell’acqua potabile, sianell’uso delle acque nelle produzioni alimentari.Lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) evidenziale zone sulle quali insiste una maggiore criticitàdal punto di vista qualitativo e si esprime mediantecinque classi (1-2-3-4-0).Tra i contaminanti di origine antropica vi sono i nitrati,che oltre il limite di 50 mg/l (limite di potabilità) sonoresponsabili dello scadimento in classe 4 per moltedelle regioni considerate. La loro presenza è correlataa fenomeni di inquinamento di tipo diffuso come l’usodi fertilizzanti azotati, lo smaltimento di reflui zootecnici,la cattiva gestione <strong>dei</strong> fanghi e le dispersioni direti fognarie, ma anche a fonti puntuali di inquinamentoquali impianti di smaltimento o scarichi di reflui urbanie industriali privi di denitrificazione. Oltre all’inquinamentoda nitrati, su alcuni punti di prelievo sono stateregistrate presenze di alcune sostanze pericolose, dichiara derivazione antropica, come metalli pesanti(prevalentemente cromo, piombo, nichel e zinco), fitofarmaci,composti alifatici alogenati e idrocarburi policicliciaromatici.La presenza invece di arsenico, ferro, manganese, ioneammonio, solfati, cloruri e conducibilità, in particolaricontesti idrogeologici, è stata attribuita da diverse regionia fenomeni di origine naturale, che determina laclasse 0 di qualità.Nel 2008, il 54,8% <strong>dei</strong> punti di prelievo presenta unostato chimico compreso tra le classi 1 e 3, ovvero di qualitàbuona e sufficiente, il 19,7% in classe 4, ovvero diqualità scadente dovuta a cause antropiche, mentre ilrestante 25,4% in classe 0, ovvero acque di qualità scadentedovuta a cause di origine naturale per le particolaricondizioni idrogeochimiche degli acquiferi.Adottando, in prima approssimazione, una modalità diconfronto della classificazione dello stato chimico dalvecchio al nuovo sistema di classificazione introdottodalle Direttive europee (2000/60/CE e 2006/118/CE), leclassi di qualità, 1, 2, 3 e 0 sono assimilabili allo statodi buono, mentre la classe 4 (qualità scadente per causeantropiche) è assimilabile allo stato scarso. Secondo lanuova classificazione dello stato chimico risulta, quindi,che mediamente il 76,8% delle stazioni monitorate, dal2000 al 2008, è in stato “buono” e, comunque, il 53,1%del totale descrive una qualità delle acque compatibilecon usi pregiati della risorsa.Il tema Risorse idriche e usi sostenibili comprendequattro indicatori destinati a verificare il trend <strong>dei</strong> prelievidi acque superficiali e sotterranee, e a costituire labase per la valutazione dello stato quantitativo delle risorse:Prelievo di acqua per uso potabile, Portate, Temperaturadell’aria, Precipitazioni.L’indicatore Prelievo d’acqua per uso potabile, serve avalutare lo sfruttamento delle risorse idriche superficialie sotterranee e l’impatto delle captazioni per la specificadestinazione d’uso.Gli indicatori Temperatura dell’aria e Precipitazioni fornisconoinformazioni di base sulla disponibilità della risorsadovuta agli afflussi meteo-climatici (precipitazioni)e al contributo dell’evapo-traspirazione (temperaturadell’aria).Per il tema Inquinamento delle risorse idriche, gli indicatoripresentati sono: Medie <strong>dei</strong> nutrienti in chiusura di bacino,che stima il carico inquinante convogliato ai laghi ea mare dai principali corsi d’acqua; Depuratori: conformità<strong>dei</strong> sistemi di fognatura delle acque reflue urbane; Depu-8. IDROSFERA585
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