che ancora non sapeva. Scopre, cioè, che è diventata come «carri»(markevòt, Ct 6,12), come il «carro di porpora» di Salomone (Ct3,10), che simboleggia il Tempio. Shu<strong>la</strong>mìt si rende conto di esserequel “baldacchino” che ha visto nel sogno (Ct 3,9-10) e che e interpretato nel<strong>la</strong>tradizione rabbinica come il Tempio, al cui interno«il ricamo d'amore» delle ragazze di Gerusalemme sono le Parole del<strong>la</strong> Legge.Al significato di questa visione in sogno fa riferimento <strong>la</strong> giovane, quando diceche, senza accorgersene, il desiderio l'ha posta sul cocchio del principe del suopopolo (Ct 6,12). La giovane del Cantico scopre <strong>la</strong> sua identità quando comprendeil significato dell'«assenza» dell'Amato (cfr Mc 14,3-9). Allora capisce che,senza accorgersene, e diventata come il carro di Salomone (Ct 3,9-10),che e il Tempio. Questa, nei termini del Cantico, e <strong>la</strong> novità e <strong>la</strong> verità che Shu<strong>la</strong>mìtscopre.La conversazione tra Gesù e <strong>la</strong> <strong>Samaritana</strong> si conclude in modosimile, quando Gesù dichiara: “Sono io che parlo con te” (Gv 4,26),e rive<strong>la</strong> al<strong>la</strong> donna che e lui il Messia che lei aspetta (Gv 4,25-26).Lui che par<strong>la</strong> con lei (v. 26). Lui, che e <strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio. Come nelCantico, anche il nuovo culto di cui Gesù par<strong>la</strong> e un fenomeno “interiore”(cfr Gv 4,14). La novità che egli annuncia al<strong>la</strong> <strong>Samaritana</strong>:“Viene l’ora ed è questa in cui i veri adoratori adoreranno il Padrein spirito e verità”, è espressa con un'endiadi, che può essere tradottasemplicemente con “verità” La verità che caratterizza il nuovo culto, come quel<strong>la</strong>che caratterizza l'Amore, consiste in una comunione speciale, quando l'Amato none più di fronte, ma dentro l'Amata, e quando i veri adoratori sono come Gesù, incui abita <strong>la</strong> presenza gloriosa del Padre 12 .La quarta parte del dialogo tra Gesù e <strong>la</strong> <strong>Samaritana</strong> riprende e spiega i temidelle parti precedenti, e soprattutto quello del<strong>la</strong>seconda parte, in riferimento all'adorazione del Padre (v. 21) e al<strong>la</strong>re<strong>la</strong>zione di Gesù con il Nome del Padre (v. 26). Questi termini,che delimitano l'ultima parte del<strong>la</strong> conversazione, spiegano il nuovo culto introdottoda Gesù e reso possibile dal<strong>la</strong> sua Paro<strong>la</strong>. Gesùrende possibile una nuova comunione con il Padre, come quel<strong>la</strong> checaratterizza <strong>la</strong> sua vita e che lui vive nei termini del Cantico. Neldialogo con lui, e nelle sue parole, <strong>la</strong> <strong>Samaritana</strong> trova colui chelei e il suo popolo attendevano. Lo trova nell'Amore con cui Gesù le par<strong>la</strong>del<strong>la</strong> sua re<strong>la</strong>zione con il Padre, e nel<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Gesù che rende partecipe <strong>la</strong>sua comunione all'Amore del Padre 13 .12 Nel testo ebraico consonantico di Ct 6,12 il termine nafhì, tradotto dal<strong>la</strong> Bibbia del<strong>la</strong> Cei con “ildesiderio” e reso da La Bible de Jérusalem con “il mio cuore”, può essere un complemento oggettodel verbo iadàat (conoscere): “Non conoscevo me stessa, <strong>la</strong> mia vita intima”. La Bibbiadel<strong>la</strong> Cei traduce <strong>la</strong> seconda parte del versetto: “Mi ha posto sul coccio del principe del mio popolo”;e La Bible de Jérusalem lo traduce: “Mi ha reso come i carri di Ammi-nadîb” (cfr 1 Sam 6;7,1; 2 Sam 6; Ez 37,27).13 Nel quarto Vangelo Gesù è <strong>la</strong> testimonianza del<strong>la</strong> verità (cfr Gv 19,37), perché <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> delPadre riempie tutta <strong>la</strong> sua vita e tutte le sue parole. Perciò nel<strong>la</strong> teologia del quarto Vangelo,l’ascolto e l’accolgienza del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di gesù permette al credente di vivere in comunione con ilPadre e di diventare Tempio escatologico (cfr 1 Cor 3,16-17; 6,19), come Gesù. Cfr P. DI LUC-CIO, “Pane, acqua e vestiti nel<strong>la</strong> Bibbia ebraica, nel<strong>la</strong> letteratura rabbinica e nel vangelo di Gio-
InizioAl<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> conversazione <strong>la</strong> <strong>Samaritana</strong> diventa una «testimone» (Gv4,39) e va ad annunciare ai suoi compaesani “un uomo che mi ha dettotutto quello che ho fatto” (Gv 4,39). A questo punto del racconto l'identità del<strong>la</strong><strong>Samaritana</strong> coincide con <strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Gesù. D'altra parte, nel Cantico dei Canticile parole che descrivono <strong>la</strong> giovane, dopo <strong>la</strong> scoperta dell'Amore (Ct 6,12), coincidonocon <strong>la</strong> descrizione dell'identità dell'Amato.Il nome del<strong>la</strong> giovane è rive<strong>la</strong>to solo dopo questa «scoperta» (Ct7,1-2), quando el<strong>la</strong> e impegnata in una danza che simu<strong>la</strong> una battaglia (comequelle che si vedono ancora nel sud dell'Egilto). La “pacificazione” e <strong>la</strong> “perfezione»che il nome di Shu<strong>la</strong>mìt significanohanno molte somiglianze con le caratteristiche dell'Amato 14 .Negli ultimi capitoli del testo ebraico consonantico del Canticoè difficile identificare il soggetto del discorso. Chi par<strong>la</strong> può esserel'Amato e anche Shu<strong>la</strong>mìt. La giovane assomiglia e si confonde conl'Amato, come fanno notare anche le somiglianze delle descrizionidel<strong>la</strong> giovane in Ct 6,4-10 e Ct 7,1-8 con quelle dell'Amato in Ct 5,10-16 (cfr Ct 7,4) 15 . Ora che il suo cuore è stato risvegliato, e in un ultimo sognoprima del risveglio, Shu<strong>la</strong>mìt viene addestrata a una battaglia» e viene i-struita dall'Amato nell'arte dell'Amore.Nelle descrizioni di questo apprendimento, in Ct 8,2 le traduzioni aramaichedel Cantico e <strong>la</strong> tradizione rabbinica hanno vistoun nuovo riferimento al Tempio, e di nuovo hanno visto un'immagine delTempio quando <strong>la</strong> giovane invita il suo Amato a iniziar<strong>la</strong> all'arte dell'Amore.La giovane e come il Tempio in cui entrerà il suo Amato Messia a insegnarlele Parole del<strong>la</strong> Legge. Il pa<strong>la</strong>to del<strong>la</strong> giovane, paragonato al vino buono cheva diritto (lemesharìm) verso l'Amato (Ct 7,10), è pronto a raccontare l'Amore.Il cuore risvegliato di Shu<strong>la</strong>mìt è pronto a svegliare altri cuori, e a farli entrarenel<strong>la</strong> storia d'Amore del Cantico.L'Amore del<strong>la</strong> giovane, maturo come quello dell'Amato – come un grappolod'uva (7,9; cfr 1,14), come un profumo di mele (7,9; cfr2,3) e come il vino (7,10; cfr 1,4) -, farà entrare altri nel<strong>la</strong> storiadel Cantico. Prima di ripetere <strong>la</strong> storia dell'Amore nelle sembianzedell'Amato, <strong>la</strong> giovane gli chiede un'ultima istruzione, paragonataa un banchetto (Ct 8,2), e ricordo dell'Amore (Ct 5,1). Shu<strong>la</strong>mìt èchiamata di nuovo per nome in Ct 8,10, quando il sogno è finito (Ct8,5) e quando - al momento del<strong>la</strong> separazione - l'Amato le chiedevanni” in S. KHALIL SAMIR – J. P. MONFERRER-SALA (eds), Graeco-<strong>la</strong>tina et orientalia, Beirut,Cedrac, 2013, 137-158.14 Il manoscritto vaticano (IV sec. d. C.) dei LXX identifica <strong>la</strong> giovane con <strong>la</strong> Sunammita di 1 Re1,4. Per Y. ZAKOVITCH, The Song of Songs, Introduction and Commentary, Tel Aviv-Jerusalem,Am oved, The Magnes Press, 1992, 119 (ebr.), il nome del<strong>la</strong> giovane potrebbe derivare da quellodel<strong>la</strong> sua città, Gerusalemme (cfr Gn 14, 18; Sal 76,3).15 Nel<strong>la</strong> tradizione ebraica i piedi di Shu<strong>la</strong>mìt in Ct 7,2, indicano le salite al Tempio di Gerusalemmeper le feste di pellegrinaggio. Cfr M. ZLOTOWITZ – N. SCHERMAN (eds), Shir haShirim.Song of Songs, NEW YORK, Mesorah Publications, 1977, 176.