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<strong>Lobo</strong> o <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong> è rappresentato dai giri filogeneticamente<br />
più antichi disposti ad anello intorno al tronco cerebrale.<br />
I giri del cingolo e dell’ippocampo congiunti dallo stretto istmo<br />
dietro e sotto il corpo calloso formano insieme il lobo <strong>limbico</strong>.<br />
Vie del cervello che connettono la corteccia cingolata,<br />
l’ippocampo, il talamo e l’ipotalamo formano un<br />
circuito nervoso che costituisce il substrato anatomico<br />
del comportamento emozionale (J. Papez, 1937)
Circuito di Papez<br />
Il neuroanatomista James Papez (1883-1958)<br />
descrisse un percorso interno al cervello che sembra<br />
implicato nel controllo corticale dell’emozione.<br />
Questo percorso prende ora il nome di Circuito di<br />
Papez e segue quest’ordine:<br />
1. Ipotalamo (funzioni vegetative, espressione delle<br />
emozioni)<br />
2. Nucleo talamico anteriore (reattività emozionale)<br />
3. Corteccia cingolata (dolore, regolazione<br />
dell’aggressività)<br />
4. Ippocampo (memoria)
Successivamente Paul MacLean<br />
Definisce il cervello viscerale<br />
”ordina il comportamento affettivo dell’animale<br />
in certi impulsi elementari come procurarsi e<br />
assimilare il cibo,fuggire ecc.”<br />
(strutture legate alle aree più antiche della<br />
corteccia mediale→rinencefalo). Nel 1952 chiamò il cervello viscerale “<strong>sistema</strong><br />
<strong>limbico</strong>” e oltre alle aree del circuito di Papez<br />
aggiunse l’amigdala, il setto e la corteccia<br />
prefrontale.
Il circuito di Papez (1937)
Nell’ipotesi di Papez, l’ippocampo svolgeva un ruolo cruciale<br />
nelle emozioni facendo da tramite fra le aree corticali e<br />
l’ipotalamo.<br />
In realtà, questo ruolo è svolto dall’amigdala.
La stimolazione elettrica dell’amigdala provoca nell’uomo un<br />
forte stato di paura.<br />
Lesioni dell’amigdala in animali producono docilità ed assenza<br />
di reazioni di paura in risposta a stimoli che normalmente le<br />
inducono.<br />
Pazienti con lesioni che includono l’amigdala mostrano<br />
difficoltà a reagire e a giudicare le espressioni facciali di<br />
felicità, paura, disgusto o tristezza anche se non hanno alcuna<br />
difficoltà a riconoscere l’identità delle stesse facce (questa<br />
capacità è invece danneggiata da lesioni alle aree visive<br />
inferotemporali).<br />
Esperimenti di neuroimmagine hanno evidenziato come, in<br />
soggetti normali cui vengono mostrate facce con espressione<br />
impaurita o felice, l’attivazione dell’amigdala, ed in particolare<br />
dell’amigdala sinistra, era significativamente maggiore per le<br />
facce impaurite che per quelle felici
Corteccia<br />
prefrontale<br />
Nuclei talamici<br />
Ipotalamo<br />
Corteccia cingolata<br />
Aree corticali associative<br />
Ippocampo<br />
Amigdala<br />
Schema del circuito neurale proposto da Papez come base neurale per le emozioni con le<br />
successive integrazioni di Maclean. In rosso le strutture che oggi sappiamo essere<br />
maggiormente coinvolte nelle risposte emozionali. Le connessioni tracciate con le linee<br />
tratteggiate fra l’amigdala, le aree corticali prefrontali e la corteccia cingolata non erano<br />
previste nel circuito originale. Sono state aggiunte in base alle attuali conoscenze.
Nel 1949 Paul MacLean ha rielaborato il Circuito di<br />
Papez, aggiungendovi fra le varie cose:<br />
1. Amigdala<br />
2. Corteccia pre-frontale (corteccia orbitofrontale e<br />
mediofrontale)<br />
Osservando le funzionalità dei nuclei interessati, si<br />
nota che le parti che elaborano le emozioni sono a<br />
stretto contatto con:<br />
• memoria a lungo termine (ippocampo)<br />
• piacere, attività sessuale (tramite le connessioni<br />
con il nucleo accumbens)<br />
• comportamento sociale (corteccia pre-frontale)<br />
L’aspetto interessante del Circuito di Papez è che le<br />
emozioni non avrebbero quindi origine in un punto<br />
preciso del cervello ma al contrario vi sia una azione<br />
armonica di più nuclei.<br />
Questi non solo contribuiscono alla formazione delle<br />
emozioni, ma anche all’espressione esterna.
Sistema <strong>limbico</strong> (MacLean)
Sistema <strong>limbico</strong><br />
Schema delle principali connessioni del <strong>sistema</strong>
Il lobo <strong>limbico</strong> comprende:<br />
a) Il giro paraippocampico<br />
b) Il giro del cingolo<br />
c) Il giro subcallosale<br />
d) corteccia dell’ippocampo<br />
e) Il giro dentato<br />
f) Il subiculum<br />
g) L’amigdala<br />
h) L’ipotalamo
Il giro del cingolo in Risonanza (RMN)
FR-ipotalamo-<br />
<strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong><br />
Schema rappresentante i rapporti tra formazione reticolare ipotalamo<strong>sistema</strong><br />
<strong>limbico</strong>-rinencefalo-mesencefalo
Fornazione<br />
reticolareipotalamo<strong>sistema</strong><br />
<strong>limbico</strong>:<br />
Funzione somatosensoriale<br />
e<br />
affettivamotivazionale<br />
(vie della sensibilità<br />
dolorifica)
L’amigdala è un<br />
centro del <strong>sistema</strong><br />
<strong>limbico</strong> del<br />
cervello. Il termine<br />
deriva dalla parola<br />
greca che significa<br />
mandorla. É un<br />
gruppo di strutture<br />
interconnesse, a<br />
forma appunto di<br />
mandorla, posto<br />
sopra il tronco<br />
cerebrale, vicino<br />
alla parte inferiore<br />
del <strong>sistema</strong><br />
<strong>limbico</strong>.<br />
Sistema <strong>limbico</strong> : Amigdala
Il <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong> è il punto centrale del <strong>sistema</strong> regolare<br />
endocrino, vegetativo e psichico; elabora stimoli provenienti<br />
dall’interno del corpo e dall’esterno.<br />
Descrive le strutture cerebrali che si trovano al confine tra<br />
l’ipotalamo e le strutture connesse, da un lato, la corteccia<br />
cerebrale dall’altro.<br />
L’amigdala, pari, è specializzata nelle questioni emozionali. Se<br />
viene resecata dal resto del cervello, il risultato è una<br />
evidentissima incapacità di valutare il significato emozionale degli<br />
eventi, conseguentemente si diventa ciechi affettivamente (cecità<br />
affettiva).<br />
L’amigdala funziona come un archivio della memoria emozionale<br />
ed è quindi depositaria del significato stesso degli eventi; la vita<br />
senza l’amigdala è un’esistenza spogliata di significato personale.<br />
All’amigdala è legato qualcosa di più dell’affetto: tutte le passioni<br />
dipendono da essa. Le lacrime, un segnale emozionale esclusivo<br />
degli esseri umani, sono stimolate da essa. Asportando o<br />
resecandola negli animali, questi perdono ogni impulso a<br />
cooperare o a competere e non provano più rabbia o paura.
Gli input sensoriali provenienti dall’occhio o<br />
dall’orecchio viaggiano dapprima diretti al talamo e<br />
poi servendosi di un circuito monosinaptico<br />
all’amigdala (esiste un fascio molto sottile di fibre<br />
nervose che vanno direttamente all’amigdala); un<br />
secondo segnale viene poi inviato dal talamo alla<br />
neocorteccia.<br />
Questa ramificazione permette all’amigdala di<br />
cominciare a rispondere prima della neocorteccia.<br />
Quest’ultima, infatti, elabora le informazioni<br />
attraverso vari livelli di circuiti cerebrali prima di<br />
poterle percepire in modo davvero completo e di<br />
formulare infine una risposta, che risulta quindi<br />
molto più raffinata rispetto a quella dell’amigdala.
In quanto archivio della memoria emozionale, l’amigdala analizza<br />
l’esperienza corrente, confrontando ciò che sta accadendo nel presente<br />
con quanto già accaduto nel passato. Il suo metodo di confronto è<br />
associativo: quando la situazione presente e quella passata hanno un<br />
elemento chiave simile, l’amigdala lo identifica come una associazione.<br />
Ecco perché questo circuito è, per cosi dire, sciatto: agisce prima di avere<br />
una piena conferma. Ci comanda precipitosamente di reagire ad una<br />
situazione presente secondo modalità fissate molto tempo fa, con<br />
pensieri, emozioni e reazioni apprese fissate in risposta ad eventi forse<br />
solo vagamente analoghi e tuttavia abbastanza simili da metterla in<br />
allarme.<br />
Perché essa dichiari lo stato di emergenza basta solo che pochissimi<br />
elementi della situazione presente ricordino quelli di una passata circostanza<br />
pericolosa. Il guaio che oltre ai ricordi, carichi di valenze emozionali,<br />
che hanno il potere di scatenare questa risposta di crisi, possono<br />
anche essere superate le modalità di reazione. In tali momenti,<br />
l’imprecisione del cervello è aumentata anche dal fatto che molti vividi<br />
ricordi emozionali risalgono ai primi anni di vita e riguardano il rapporto<br />
fra il bambino e chi si prendeva cura di lui. Questo è vero soprattutto per<br />
gli eventi traumatici, ad esempio se un piccolo veniva percosso o<br />
apertamente trascurato. L’amigdala può reagire con delirio di collera o di<br />
paura prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e questo<br />
perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal<br />
pensiero razionale, e prima di esso.
L’attivazione dell’amigdala sembra importante anche per la<br />
convergenza di stimoli emozionali appartenenti a modalità<br />
diverse (convergenza intermodale), come accade quando<br />
ascoltiamo e vediamo una persona arrabbiata: la rabbia è<br />
convogliata sia dal tono di voce che dall’espressione facciale.<br />
L’importanza dell’amigdala nella convergenza intermodale è<br />
stata dimostrata osservando se la presentazione di una voce<br />
impaurita facilitasse il riconoscimento di un’espressione<br />
facciale impaurita: tale facilitazione correlava con l’attività<br />
dell’amigdala (Dolan et al., 2001).<br />
Data l’importanza della capacità di riconoscere le espressioni<br />
facciali e di valutare il contenuto emotivo del tono di voce nelle<br />
relazioni sociali, è evidente che la funzione dell’amigdala è<br />
importante nel comportamento sociale e nel suo sviluppo.
Corteccia acustica<br />
primaria<br />
Nucleo genicolato<br />
mediale<br />
(parte ventrale)<br />
Stimolo<br />
acustico<br />
emozionale<br />
Nucleo genicolato<br />
mediale<br />
(parte mediale)<br />
Corteccia acustica<br />
associativa<br />
Amigdala NBL<br />
Cortecce associative<br />
polimodali<br />
Nucleo colinergico del<br />
prosencefalo basale<br />
Schema semplificato delle vie coinvolte nell’elaborazione di uno stimolo sensoriale (in questo caso acustico)<br />
con significato emozionale. Notare che l’informazione sensoriale è inviata al nucleo basolaterale (NBL)<br />
dell’amigdala attraverso due vie, una rapida e diretta dai nuclei sensoriali talamici ed una più lenta, ma<br />
accompagnata dalla cosciente percezione dello stimolo, che arriva dalle aree corticali acustiche.<br />
Particolarmente per le risposte a stimoli paurosi l’importanza dell’informazione che arriva all’amigdala dal<br />
talamo sta nel fatto che innesca risposte rapide che possono essere importanti in situazioni di pericolo. Il N<br />
Baso Laterale proietta al nucleo centrale (NC), che costituisce l’uscita dell’amigdala e proietta all’ipotalamo ed<br />
a diversi nuclei del tronco dell’encefalo che controllano le risposte emozionali. Esso proietta anche ai nuclei<br />
colinergici del prosencefalo basale le cui proiezioni alla corteccia determinano una attivazione corticale<br />
generalizzata. Le Doux, 1992.<br />
NC<br />
Sistemi di controllo delle risposte<br />
emozionali<br />
(risposte comportamentali, risposte del<br />
SNA, risposte del <strong>sistema</strong> endocrino
L’amigdala media l’associazione dello stimolo condizionato sia<br />
all’espressione che all’esperienza cognitiva dell’emozione<br />
L’amigdala ha due uscite che partono dal nucleo centrale dell’amigdala:<br />
•stria terminale (preferenzialmente arriva all’ipotalamo, responsabile delle reazioni<br />
sistemiche ormonali)<br />
•via amigdalofugale ventrale (si connette alla corteccia orbitofrontale e del cingolo;<br />
responsabile della percezione conscia dell’emozione)
L’amigdala si attiva durante la risposta<br />
emozionale di paura, ansia e rabbia<br />
La stimolazione elettrica<br />
dell’amigdala: induce<br />
risposte emozionali<br />
specialmente associate a<br />
rabbia, paura e ansia; la<br />
sua disattivazione<br />
farmacologica<br />
(benzodiazepine, oppio)<br />
attenua la risposta<br />
emozionale e la sua<br />
distruzione praticamente<br />
la abolisce<br />
■Stimoli visivi che<br />
illustrano visi impauriti:<br />
inducono nel soggetto<br />
umano una significativa<br />
attivazione bilaterale<br />
dell’amigdala (in colore<br />
giallo nella figura, che<br />
mostra una sezione<br />
coronale del cervello<br />
umano)
Sistema <strong>limbico</strong> : Ippocampo<br />
La formazione<br />
ippocampale<br />
risulta composta<br />
dall’ippocampo (o<br />
giro d’Ammone),<br />
dal giro dentato e<br />
dalla maggior<br />
parte del giro<br />
paraippocampico
L'ippocampo è una formazione nervosa situata sul margine<br />
inferiore dei ventricoli laterali , sopra il cervelletto . L'ippocampo<br />
fa parte del <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong> che è la zona del cervello deputata a<br />
gestire le emozioni.<br />
Oltre all'ippocampo, appartengono al <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong> la<br />
circonvoluzione che lo ricopre (circonvoluzione paraippocampale)<br />
, la circonvoluzione del cingolo al di sopra del<br />
corpo calloso e il fornice.<br />
Tutte le componenti del <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong> (strettamente collegate<br />
all'ipotalamo ) regolano i comportamenti relativi ai bisogni<br />
primari per la sopravvivenza dell'individuo e della specie: il<br />
mangiare, il bere, il procurarsi cibo e le relazioni sessuali nonché,<br />
per una specie evoluta come l'uomo, l'interpretazioni dei segnali<br />
provenienti dagli altri e dall'ambiente.<br />
Questa zona del cervello gestisce le emozioni, i sentimenti e<br />
perciò anche la nostra percezione della realtà.
Poiché l'ippocampo si occupa della funzione di<br />
selezionare le informazioni da trasferire nella memoria<br />
secondaria, ne deriva che l'apprendimento e l'oblio<br />
sono notevolmente influenzate dalle emozioni positive<br />
e negative.<br />
Se si prova disgusto per una materia, la possibilità di<br />
apprenderla è scarsa.<br />
Un apprendimento di base positivo (apprendimento<br />
giocoso) stimola il ritmo di trasferimento nella<br />
memoria secondaria, al contrario un atteggiamento<br />
negativo rende più difficile l'apprendimento.<br />
Un atteggiamento positivo può nascere<br />
spontaneamente, ma può essere notevolmente<br />
incrementato stimolando la motivazione, anche l'automotivazione.
Memoria a breve termine e a lungo termine<br />
Ci sono due meccanismi di immagazzinamento delle informazioni, uno<br />
per la memoria a breve termine e uno per la memoria a lungo termine.<br />
Nelle memoria temporanea (a breve termine) si verifica un rapido<br />
deterioramento delle informazioni, mentre la memoria a lungo termine<br />
conserva le informazioni in modo sostanzialmente stabile.<br />
L'informazione che arriva alla MBT, se non è oggetto di attenzione,<br />
comincia subito a cancellarsi anche se, mediante una ripetizione, può<br />
essere restaurata.<br />
La capacità della memoria a breve termine è quindi limitata: se<br />
un'informazione non viene ripetuta con sufficiente frequenza,<br />
scompare. Il complesso dei dati presenti in ogni istante nella memoria<br />
a breve termine viene detto cuscinetto di ripetizione .<br />
L'informazione viene conservata nel cuscinetto finché non è trasferita<br />
nella memoria a lungo termine o finché non è rimpiazzata da una<br />
nuova.<br />
La memoria a lungo termine si considera essere virtualmente illimitata,<br />
ma la riattivazione di un'informazione può essere impedita<br />
dall'incompletezza delle associazioni necessarie alla sua identificazione.
L'oblio<br />
La rievocazione immediata di un'informazione può mancare<br />
perché non è stata trasmessa alla memoria a lungo termine. La<br />
rievocazione di un'informazione della memoria a lungo termine<br />
può mancare perché non ci sono sufficienti legami per metterli a<br />
fuoco.<br />
Questa teoria spiega anche perché taluni ricordi appaiono<br />
rimossi: tali ricordi sono inaccessibili perché la loro<br />
presenza sarebbe inaccettabile per il soggetto a causa<br />
dell'ansia o dei sentimenti di colpa che potrebbero<br />
attivare .<br />
Non sono perciò scomparsi, ma il subconscio evita che le<br />
associazioni necessarie si formino.<br />
Gli individui colpiti da amnesia non dimenticano tutto, solo degli<br />
elementi personali. Ciò avviene spesso per un trauma emotivo al<br />
quale l'amnesia permette di sfuggire. Spesso poi parte di tali<br />
ricordi riaffiora quando vengono evocati dalle giuste associazioni.
L’ippocampo (parte del lobo temporale), per lungo tempo<br />
considerato la struttura chiave del <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong>, è coinvolto<br />
nella registrazione e nella comprensione degli schemi percettivi<br />
più che non nelle reazioni emotive, come in un computer.<br />
La principale funzione dell’ippocampo sta nel fornire un ricordo<br />
particolareggiato del contesto, vitale per il significato<br />
emozionale; è l’ippocampo che riconosce il diverso significato,<br />
tanto per fare un esempio, di un orso visto allo zoo o nel cortile<br />
di casa.<br />
Mentre l’ippocampo ricorda i fatti nudi e crudi, l’amigdala ne<br />
trattiene, per cosi dire, il sapore emozionale. Ad esempio: nel<br />
caso in cui avessimo fatto un sorpasso rischioso tale da creare<br />
un certa paura, l’amigdala, da quel momento in poi, ogni<br />
qualvolta che, in qualche modo, ci si ritrova in circostanze<br />
simili, ci fa sentire ansiosi. L’ippocampo è fondamentale per<br />
riconoscere in un volto quello di una tua conoscente. Ma è<br />
l’amigdala ad aggiungere che ti è proprio antipatica.
Pertanto, l’amigdala lavora per scatenare una reazione ansiosa e<br />
impulsiva, altre aree del cervello emozionale si adoperano per<br />
produrre una risposta correttiva, più consona alla situazione.<br />
L’interruttore cerebrale che smorza gli impulsi sembra trovarsi<br />
all’estremo di un importante circuito diretto alla neocorteccia<br />
precisamente ai lobi prefrontali o frontali.<br />
Quest’area cerebrale neocorticale consente di dare ai nostri<br />
impulsi emotivi una risposta più analitica o appropriata,<br />
modulando l’amigdala e le altre aree limbiche.<br />
Quando si scatena un’emozione, nel giro di qualche istante i lobi<br />
prefrontali eseguono la reazione che ritengono migliore fra una<br />
miriade di possibilità, in base al criterio del rapporto<br />
rischio/beneficio, ad esempio: quando attaccare, quando darsi<br />
alla fuga e anche quando calmarsi, persuadere, cercare<br />
comprensione, tergiversare, provocare sensi di colpa,<br />
piagnucolare, indossare una maschera di spavalderia, essere<br />
sprezzanti, ecc.
Sistema <strong>limbico</strong> : Il giro cingolato<br />
E’ localizzato nella parte mediale del cervello tra il solco cingolato e il corpo calloso. E’<br />
noto perché la sua porzione frontale coordina il riconoscimento degli odori e della vista e<br />
della loro memoria relativamente al piacere di precedenti.<br />
Questa regione partecipa anche alle reazioni emotive al dolore e alla regolazione degli<br />
impulsi aggressivi.
Connessioni dell’ippocampo e dell’amigdala, incluso il circuito di<br />
Papez (rosso) e altre connessioni (blu)
Afferenze (blu) ed efferenze (rosso) del <strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong>.
Il Sistema <strong>limbico</strong> è deputato al coordinamento delle afferenze<br />
sensoriali con le reazioni corporee e le necessità viscerali che<br />
rappresentano il luogo di origine delle emozioni (Fulton 1951).<br />
Esso interviene nell'elaborazione di tutto l'insieme dei<br />
comportamenti correlati con la sopravvivenza della specie,<br />
elabora le emozioni e le manifestazioni vegetative che ad esse si<br />
accompagnano ed è coinvolto nei processi di memorizzazione.<br />
Il Sistema <strong>limbico</strong> è una formazione filogeneticamente antica.<br />
Studiandone l'anatomia comparata si rimane sorpresi da come,<br />
pur essendo differente la sua estensione nelle varie specie dei<br />
mammiferi, il suo sviluppo e la sua organizzazione siano simili.<br />
Tali osservazioni fanno ritenere che le basi fisiologiche<br />
dell'emotività e del comportamento siano simili in tutti i<br />
mammiferi (Valzelli 1970).<br />
Il Sistema Limbico è costituito da formazioni grigie tra loro unite<br />
da importanti fasci di connessione. Le formazioni grigie del<br />
<strong>sistema</strong> <strong>limbico</strong> sono la corteccia del cingolo, il giro<br />
ippocampale, l'ippocampo, parte del nucleo amigdaloideo, i<br />
nuclei del setto pellucido, i nuclei mammillari dell'ipotalamo, il<br />
complesso nucleare anteriore del talamo.
Dalla corteccia cerebrale partono dei circuiti che<br />
dopo aver attraversato i gangli della base<br />
ritornano a diverse aree della corteccia stessa. I<br />
circuiti principali sono quattro:<br />
CIRCUITO MOTORIO, coinvolto nei movimenti già<br />
appresi;<br />
CIRCUITO COGNITIVO, in rapporto con l'intenzione<br />
dell'esecuzione dei movimenti;<br />
CIRCUITO LIMBICO, in relazione con gli aspetti<br />
emotivi del movimento;<br />
CIRCUITO OCULOMOTORE, in rapporto coi<br />
movimenti degli occhi normalmente inibiti<br />
(fisiologicamente impediti dalla zona reticolare<br />
della sostanza nera)
Il circuito cognitivo parte da tutte le aree della corteccia con<br />
funzione associativa ( in particolare dall'area prefrontale), che<br />
inviano delle efferente al nucleo caudato, che a sua volta le invia<br />
al pallido e al nucleo ventrale anteriore del talamo. Da qui queste<br />
fibre afferenti ritornano all' area pre-frontale, in rapporto con la<br />
pianificazione dei movimenti.<br />
Il circuito <strong>limbico</strong> è in rapporto con la componente emotiva del<br />
movimento; parte dalla circonvoluzione pre-frontale e attraversa il<br />
nucleo accumbens, il pallido ventrale ed il nucleo talamico dorso-<br />
mediale, per tornare alla corteccia pre-frontale.<br />
Il circuito oculomotore parte dalla corteccia parietale posteriore e<br />
dal campo oculare frontale (aree 7 e 8); attraversa il nucleo<br />
caudato e la zona reticolare della sostanza nera e da qui si porta<br />
al nucleo ventrale anteriore del talamo, da cui poi ritorna alle<br />
zona frontale e parietale della corteccia (cioè da dove era<br />
partito!). I movimenti automatici degli occhi sono regolati da<br />
cellule GABAergiche le cui fibre vengono inviate dalla zona<br />
reticolare della sostanza nera al corpo quadrigemino superiore,<br />
dove contraggono rapporti con le cellule che consentono tali<br />
movimenti.
L’emisfero destro ha maggiori competenze nel<br />
riconoscimento e nell’espressione delle emozioni<br />
Figura in alto: regioni cerebrali attivate (in colore) dall’ascolto di emozioni,<br />
espresse dal tono di voce (verde) o dal significato delle parole (rosso) con<br />
tomografia ad emissione di positroni (PET). Si vede che la comprensione<br />
dell’emozione mediante il solo tono della voce è correlato all’attivazione della<br />
corteccia prefrontale dell’emisfero destro
MEMORIA<br />
MEMORIA A<br />
BREVE TERMINE<br />
MEMORIA A<br />
LUNGO TERMINE<br />
VERBALE<br />
SPAZIALE<br />
DICHIARATIVA<br />
PROCEDURALE<br />
SEMANTICA<br />
EPISODICA<br />
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