IL CORTILE - Università Popolare di Trieste
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“ Casomai - <strong>di</strong>ceva mia madre - si potrebbero prendere soltanto un paio <strong>di</strong> porzioni <strong>di</strong> calamari, per<br />
un assaggio!”<br />
Nonostante tutti gli accorgimenti: cibo in abbondanza, stabilimento relativamente vicino al centro<br />
città, niente scogli, le cose andavano ugualmente storte.<br />
Mio padre aveva una carnagione lattea, ma non sopportava <strong>di</strong> doversi spalmare le creme sul suo<br />
corpo peloso.<br />
“ Mettiti la crema Nivea!” Consigliava, guar<strong>di</strong>nga, mia madre.<br />
“ Non sono mica un pesce da friggere! Cosa vuoi che mi cosparga con quella cosa viscida che mi si<br />
impiglia dappertutto!”<br />
Così in breve tempo <strong>di</strong>ventava tutto rosso.<br />
Aveva un costume da bagno <strong>di</strong> lana nera che a contatto con l’acqua si <strong>di</strong>latava fino a <strong>di</strong>ventare un<br />
paio <strong>di</strong> mutandoni ascellari, poi si metteva in testa il solito fazzoletto a quattro no<strong>di</strong> e, dopo una<br />
breve nuotata a gran<strong>di</strong> bracciate, voleva mangiare.<br />
Noi invece insistevamo per rimanere in acqua il più possibile e sapevamo che, se avessimo<br />
mangiato, non saremmo più potuti andarci per un bel pezzo.<br />
Mio padre, sempre più irritato a causa del sole, del rumore dei vicini, degli schiamazzi e degli<br />
spruzzi che gli arrivavano in pieno viso, dopo aver <strong>di</strong>vorato qualsiasi cosa mia madre gli mettesse<br />
davanti per calmarlo un po’, ad un certo punto esclamava:<br />
“ Sarebbe ora <strong>di</strong> andare. Il sole lo abbiamo preso, l’aria pure, <strong>di</strong> mare ce n’è stato in abbondanza.<br />
Per oggi i <strong>di</strong>vertimenti sono finiti!"<br />
E rivolto a noi bambini: “Volete forse rishiare delle pericolosissime insolazioni, febbri, raffreddori<br />
estivi, che sono peggiori <strong>di</strong> quelli invernali?”<br />
In realtà l’unico ad essere ustionato era proprio lui che nei giorni successivi girava per casa<br />
rabbioso, rosso come un gambero e pieno <strong>di</strong> creme me<strong>di</strong>camentose che si faceva preparare dalla<br />
farmacia del dottor Pizzul, unica a <strong>Trieste</strong>, <strong>di</strong>ceva mio padre, per curare questo genere <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi.<br />
Imprecava contro il sole, il mare e l’estate e <strong>di</strong>ceva:<br />
“ Andateci voi, ma senza <strong>di</strong> me. Andateci con vostra madre...voooi che siete assetati <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>vertimenti!”<br />
Mia madre allora giurava a se stessa che non avrebbe mai più invitato mio padre alle gite<br />
domenicali, fossero state al mare o alla campagna.<br />
Però, ogni tanto, vedendo le famigliole felici del nostro caseggiato che se ne andavano a fare le gite<br />
domenicali, quando era ormai passato del tempo, <strong>di</strong>menticando le amare esperienze precedenti,<br />
cedeva alla tentazione e ricominciava ad insistere affinchè mio padre ci accompagnasse.<br />
Un personaggio che faceva parte della nostra vita nel 'cortile' era la gatta Rolfa.<br />
Era una gatta bianca e nera, magra e scattante, a volte dolce altre aggressiva.<br />
Scorrazzava per il cortile dalla mattina alla sera e noi bambini le correvamo <strong>di</strong>etro, ci giocavamo, la<br />
chiamavamo in continuazione, a volte le mettevamo cuffie o berretti e lei stava al gioco, ma poi si<br />
stufava e con grande maestria si liberava dagli addobbi e scompariva improvvisamente. Noi<br />
continuavamo i giochi senza <strong>di</strong> lei.<br />
Alcuni ragazzi crudeli la prendevano a sassate, ma lei vispa e allegra si arrampicava sulla corteccia<br />
<strong>di</strong> un grande platano e sembrava <strong>di</strong>re con il suo miaooo prolungato:<br />
“ E adesso provate a venire quassù a prendermi...razza <strong>di</strong> vigliacchi!”<br />
Per giorni interi scompariva per poi ricomparire all’improvviso in con<strong>di</strong>zioni pietose.<br />
Tornava dalle sue battaglie, forse da altri cortili, zoppicante.<br />
Una volta ritornò con un’orecchio spuntato e con grumi marroncini e rossicci <strong>di</strong> sangue rappreso in<br />
mezzo al pelo bianco e nero.<br />
Allora noi bambini andavamo a consolarla.<br />
Chi le portava una tazza <strong>di</strong> latte, chi la puliva con batuffoli <strong>di</strong> ovatta intrisi <strong>di</strong> acqua ossigenata.<br />
La mettevamo dentro uno scatolone in cui potesse riposare e per giorni c’era la processione dei<br />
piccoli samaritani che cercavano in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> prendersi cura <strong>di</strong> lei.<br />
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