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la musicoterapia nella formazione dell'animatore musicale

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interessante che prova a far dialogare approcci diversi ed a mantenere aperte le porte al<strong>la</strong>ricerca contemporanea senza rigidità preconcette.Il dialogo sonoroUn modello molto concreto e libero da costruzioni teoriche complicate mi è parso quellopraticato da Mauro Scardovelli che integra e sviluppa punti di vista diversi.Matching-Pacing-Leading.Con questi termini inglesi si riassumono le fasi di un intervento:Matching stà per combaciamento, rispecchiamento,ricalco.Pacing per andare al passo, accompagnare, fiancheggiare.Leading per guidare, orientare, condurre.Il musicoterapeuta nel<strong>la</strong> fase iniziale crea un ambiente di <strong>la</strong>voro accogliente e ricco. Cercadi costruire una “ base sicura” per il suo paziente ed esercitare <strong>la</strong> sua funzione di cornice.In un contesto di fiducia e rispetto reciproco il paziente comincia ad esplorare il suo vissutosonoro presente ed a tentare una lettura nuova del<strong>la</strong> sua realtà presente. Ilrispecchiamento sonoro e fisiologico che il terapeuta mette in campo fa sì che ci siaaccettazione reciproca e accettazione incondizionata. Senza questa prima fase in cui sicostruisce il rapporto non c’è ancora uno spostamento in avanti del<strong>la</strong> situazione.Per capire quello che ci succede abbiamo tutti bisogno di uno specchio che funzioni: lospecchio è l’altro o meglio gli altri. Trasparenza, congruenza e accettazione incondizionatasono qualità indispensabili di un terapeuta che traduce questi concetti in comportamentimusicali concreti. I vari comportamenti sonori,visivi, motori,costruiscono una solida catenadi scambi che sono <strong>la</strong> sostanza del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione terapeutica. La comunicazione produttivada questo punto di vista presuppone presenza, continuità, ricettività da parte delterapeuta che calibra le sue risposte in modo da aiutare <strong>la</strong> persona ad esplorare il mondocon maggiore fiducia. Egli assume temporaneamente il punto di vista del cliente percogliere <strong>la</strong> sua visione del mondo e ricostruire <strong>la</strong> sua mappa di comportamenti,convinzioni, valori. Egli ricalca accuratamente <strong>la</strong> fisiologia del cliente per capire anchefisicamente come funziona l’altro. Lo fa spontaneamente, senza troppo calcolo. Negliultimi anni sono state studiate in dettaglio le sedute di grandi terapeuti (Rogers, Sapir,Erickson) e si è scoperto che anche se si riferivano a teorie diverse tra loro, in concretoessi facevano le stesse operazioni risultando tutti di grande efficacia. Essi imparano prestoad utilizzare il linguaggio del cliente, le sue metafore e ricalcano spontaneamente <strong>la</strong>respirazione, <strong>la</strong> gestualità, le posture del cliente entrando così nel suo modo di funzionare.In questo modo si crea risonanza emotiva, condivisione e si fornisce quel<strong>la</strong> sicurezzanecessaria per una esplorazione libera del mondo. Ora, come si ottiene questo obiettivo?3

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