LUIGI MERCANTINI - Piceno33
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Energia<br />
A BASE<br />
D'ACQUA<br />
di Fabiana Pellegrino<br />
La strada da Ascoli agli Usa è rinnovabile.<br />
Hydrowatt, società di Folignano (Ascoli<br />
Piceno), progetta, costruisce e gestisce impianti<br />
di produzione di energia alternativa.<br />
Trenta centrali idroelettriche posizionate<br />
sulle condotte in pressione e sui canali dei<br />
maggiori acquedotti e consorzi di bonifica<br />
nel centro e nel nord d’Italia. In parole semplici,<br />
Hydrowatt analizza il territorio per scoprirne<br />
le potenzialità nascoste. Come ci riesce<br />
lo spiega l’amministratore delegato Flavio<br />
Andreoli Bonazzi.<br />
Di cosa vi occupate esattamente? La<br />
specializzazione della Hydrowatt è la mini-idraulica.<br />
Siamo partiti dal nostro territorio,<br />
lo abbiamo studiato e abbiamo esaminato<br />
l’andamento del flusso delle acque<br />
e captato tutte le energie potenziali<br />
disponibili. Indaghiamo il territorio per tirar<br />
fuori le energie marginali e trasformarle<br />
in energia elettrica. È una nicchia nella<br />
quale siamo molto specializzati e che<br />
sta riscuotendo un grandissimo successo.<br />
Siamo arrivati fino in America, evidentemente<br />
siamo in pochi al mondo a occuparci<br />
di questo settore.<br />
Com’è nata l’azienda? La Hydrowatt è<br />
nata nel 1986. L’idea originale era di usare<br />
l’energia contenuta all’interno dei tubi<br />
dell’acquedotto. Nel 1999 io e mio fratello<br />
acquistammo il 60% della società e da<br />
allora abbiamo proseguito il piano di studio,<br />
investimenti e industrializzazione del<br />
processo di produzione di energia rinnovabile.<br />
Quanta energia producete? Siamo abbondantemente<br />
sui trenta milioni di chilowattora,<br />
la gestione, tecnica e amministrativa,<br />
che facciamo di altri impianti, gestiamo<br />
quelli di alcuni comuni e arriviamo<br />
fino a cinquanta milioni.<br />
Lavorate solo sul territorio locale?<br />
Principalmente nelle Marche, ma siamo<br />
competitivi in Italia e nel mondo. Abbiamo<br />
acquistato degli impianti negli Stati<br />
Uniti e vediamo che i nostri standard sono<br />
elevatissimi rispetto al mercato americano.<br />
Abbiamo un programma di investimenti<br />
su altri corsi d’acqua, o altri consorzi<br />
di irrigazione e direi che nei prossimi<br />
24-36 mesi potremo contare su un piano<br />
di investimenti che va dai dieci ai quattordici<br />
milioni di euro. L’unico freno all’attività<br />
di sviluppo è la burocrazia, per questo<br />
sto cercando di proporre la nostra tecnologia<br />
in Paesi esteri.<br />
Che intende dire? Le faccio un esempio:<br />
ci sono casi in cui per ottenere una concessione<br />
sono necessari fino a dieci anni<br />
e abbiamo dodici impianti bloccati da<br />
tempo. Questo significa mancata produzione<br />
e mancato lavoro.<br />
Quanto è importante la ricerca? Noi<br />
facciamo molta ricerca sulla gestione degli<br />
impianti e sulla loro individuazione,<br />
proprio perché agiamo su una nicchia<br />
molto specializzata. Insomma, oggi il settore<br />
delle rinnovabili minori ha ampi margini<br />
se portato avanti da società altamente<br />
qualificate.<br />
Qualche battuta d’arresto vista la crisi?<br />
La crisi la stiamo superando piuttosto<br />
bene, il segreto è non stare fermi. Stiamo<br />
investendo nel settore delle biomasse<br />
vegetali e un altro settore interessante è<br />
quello del solare termodinamico. Ritengo<br />
che nei prossimi anni i costi industriali caleranno<br />
e potrà diventare una buona opportunità,<br />
migliore del fotovoltaico.<br />
imprenditori doc<br />
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