EMI: cambio al vertice Universal, nuova area - Musica e Dischi

già nel corso di un incontro con il presidente
della Commissione Europea José
Manuel Barroso, il 3 luglio, aveva espresso
preoccupazione per la nuova norma,
dopo l’approvazione lapidariamente bollata
come “un attacco alla diversità culturale
e un danno per i musicisti”. Timori
condivisi, del resto, dallo stesso Assumma,
a causa “dell’incertezza giuridica e gestionale”
che ne deriva, “senza alcun van-
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taggio per i consumatori finali”.
Di tutt’altro tenore, naturalmente, l’opinione
espressa dall’EdiMA (European Digital
Media Association”, che ha salutato
il provvedimento come “un importante
passo in avanti per assicurare sviluppo e
competitività in Europa per tutti gli operatori
del settore musicale, dagli artisti ai
consumatori”. Il dibattito comunque, su
questo tema, rimane aperto.
EMI: cambio al vertice
Ciaraldi lascia, sostituito da Alboni
Investe anche l’Italia il ciclone di cambiamenti
al vertice che nel corso dell’estate
ha rivoluzionato a livello mondiale il gruppo
EMI Music: dopo l’uscita, ai primi di luglio,
del presidente A&R Labels International
e presidente europeo Jean-Francois
Cecillon (sostituito nei due incarichi, rispettivamente,
da Billy Mann e David Kassler),
nonché l’annuncio dell’incarico di
presidente A&R Nordamerica/Uk a Nick
Gatfield e la nomina a Chief Executive of
Recorded Music dell’italiano Elio Leoni
Sceti – 42enne, romano, proveniente da
aziende extrasettore come Reckitt Benckiser
e Procter & Gamble – a partire dal 31
luglio la EMI Music Italy ha visto l’avvicendamento
alla guida dell’azienda di
Marco Alboni nel ruolo di Chairman, subentrato
al Managing Director e General
Manager Giuseppe Ciaraldi. Quest’ultimo
aveva annunciato il 21 luglio le proprie dimissioni
dall’incarico (conferitogli quattro
anni fa, quando subentrò a Riccardo Clary)
dopo 32 anni di attività nel settore fonografico,
sempre all’interno del gruppo EMI,
nei settori marketing e repertorio estero.
Annunciato anche entro fine anno il trasferimento
della società dagli uffici milanesi
di piazza San Babila ad altra sede (non ancora
definita), sempre a Milano.
Alboni, 42 anni, proprio chiamato in EMI
da Ciaraldi fece il suo ingresso nell’industria
musicale (nel 1992), e dopo un anno
in PolyGram passò in Virgin (nel ’96) assumendovi
nel ’98 la carica di General Manager;
a partire dal 2002 approdò all’area della
discografia indipendente – curando la
divisione pop della francese Naive, quindi
creando l’etichetta N3 (nonché seguendo
in veste di manager gruppi come Tiromancino)
– per poi tornare nel 2005 in EMI, dove
ultimamente copriva il ruolo di Deputy
Managing Director & General Manager Capitol
Music Group. “So di dover affrontare
un impegno non facile – ha dichiarato dopo
la nomina – ma sono fiducioso nei risultati:
malgrado le trasformazioni che il
nostro mercato sta vivendo, con il crollo
delle vendite dei supporti fisici e la progressiva
conversione al downloading, sono
convinto che il momento attuale offra
grandi e interessanti opportunità. Il nostro
programma sarà di sviluppare il lavoro a
beneficio sia degli artisti, vecchi e nuovi
(anche sperimentando nuove forme di collaborazione),
sia del pubblico dei consumatori,
che costituisce il nostro bene più
importante, cercando con esso un più costruttivo
rapporto di comunicazione. Il
Marco Alboni,
nuovo Chairman
EMI Music Italy
consumo della musica deve evidentemente
essere remunerato, ma non credo che
per risolvere il problema del downloading
illegale la strada migliore sia un approccio
punitivo o repressivo: occorre oggi confrontarci
su obiettivi concreti, nella ricerca
di nuovi modelli di business, per capire
quali sono le reali esigenze del pubblico”.
“Auguro a Marco – ha commentato Ciaraldi
nel lasciare il suo incarico – di saper
trovare le energie e la giusta via per far sopravvivere
la musica (e l’intera industria
musicale) in Italia”. E ha aggiunto: “Spero
che tanto gli operatori quanto le istituzioni
si rendano conto che i tempi degli allarme
‘al lupo, al lupo’ sono finiti, e che se non si
comincia ad affrontare in modo serio i problemi
del settore l’intera industria (almeno
quella che abbiamo conosciuto finora)
rischia di morire. Soprattutto i giovani artisti,
se hanno talento, vanno seguiti e valorizzati
per condurli al successo: solo così
potremo pensare a una nuova fase di sviluppo”.
Ciaraldi, 59 anni, dopo la sua uscita
dal gruppo EMI non ha comunicato programmi
su sue eventuali successive attività,
anche se non esclude di potersi occupare
di progetti particolari, non necessariamente
nel settore, “purché – precisa –
sufficientemente stimolanti”.
L’attuale organico di EMI Music Italy, dopo
la riduzione di 19 dipendenti avvenuta
nelle scorse settimane, è costituito da circa
50 unità, con uno staff dirigenziale facente
capo a Mario Sala per la divisione marketing,
Patrizio Romano per il catalogo, Luca
Gilardi per la sezione finance e Fulvio Omegna
alla direzione commerciale (nel cui ambito
Claudia Lisa conserva il suo incarico di
responsabile business development & digital
distribution). Organico essenziale ma
agguerrito, che in questo ultimo quadrimestre
2008 potrà contare su una massiccia serie
di emissioni di rilievo – sul versante italiano
in particolare i nuovi album di Fossati
e Ferro, parecchie novità su quello estero –
che, insieme ai già consolidati successi in
classifica di Vasco Rossi e Coldplay, dovrebbero
assicurare al gruppo un’eccellente annata
e far lasciare definitivamente alle spalle
le voci ricorse negli scorsi mesi (“quasi un
accanimento”, le definisce Alboni) su un incerto
futuro della società.
Universal, nuova area
Debutta la divisione Bravado (merchandising)
La nuova stagione autunnale Universal
si presenta abbondante di novità, sia
a livello di offerta artistica sia sul fronte
della struttura: concentrate su pochi
grandi nomi (Battiato, Negrita e Zucchero
in versione live) le emissioni della divisione
locale, assai ampia la serie di
uscite sul versante internazionale: “Oltre
al nuovo album di Anastacia, che a giugno
ha lasciato Sony BMG per firmare
con Island/Def Jam – illustra Graziano
AGOSTO/SETTEMBRE 08 21
▼
Ostuni, direttore della Divisione Internazionale
– è atteso per novembre il nuovo
album degli U2; ma nel terzo quadrimestre
di quest’anno le proposte verranno
anche da Take That, Metallica, Bon Jovi,
Eminem, No Doubt, Pussycat Dolls,
Black Eyed Peas, Keane, Ayo e parecchi
altri nomi. Ci aspettiamo un autunno, e
soprattutto un Natale, davvero ricco di
soddisfazioni”. È di fine luglio, inoltre, la
notizia della firma dei Rolling Stones -
▼
▼

dopo il lungo sodalizio con EMI - per il
gruppo Universal, agevolata peraltro dal
positivo test con quest’ultimo della colonna
sonora di “Shine a light”, appunto
imperniata sulla carriera della band. “Naturalmente
– prosegue – le trasformazioni
del mercato inducono a cambiare anche
i modelli di business, e questo richiede
sforzi per allinearsi con l’innovazione,
è vero, ma rende anche il lavoro più stimolante:
in questo periodo ci stiamo
muovendo sul terreno del new business
esplorando nuove forme di sfruttamento
del catalogo attraverso la Rete e la telefonia
mobile, e le prospettive sembrano incoraggianti”.
Ma la vera novità di questi giorni, per
Universal Music Italia, è la creazione di
una nuova struttura interna dedicata al
merchandising, volta a commercializzare
in Italia i prodotti del gruppo Bravado,
leader mondiale sul terreno della fornitura
di oggetti legati all’immagine degli artisti
(magliette, posters, gadgets di ogni
genere), lo scorso anno rilevata in toto da
Universal, che già ha iniziato a operare
nei mesi scorsi in paesi come Gran Bretagna,
Francia e Germania e che dal 1° settembre
fa il suo ingresso ufficiale in Italia
con una struttura cui faranno capo un
Product Manager, con l’incarico di sviluppare
il catalogo internazionale nonché
▼
porre le fondamenta per la creazione di
un catalogo italiano, e un agente di vendita
che curerà (accanto alla distribuzione
nei punti tradizionali, già coperti dalla
rete Universal) la diffusione attraverso
nuovi canali e la realizzazione di progetti
speciali.
“Il catalogo Bravado – sottolinea Ostuni
– comprende nomi di grande richiamo
a livello mondiale, non necessariamente
appartenenti al roster della Universal:
basti citare Robbie Williams, Celine
Dion, Red Hot Chili Peppers, Beyoncé,
Kanye West, Led Zeppelin, Who, Shakira,
Marilyn Manson, Pink, Metallica, Mariah
Carey e moltissimi altri. L’operazione
merchandising rientra nella strategia di
diversificazione delle aree d’intervento
che il nostro gruppo ha avviato di recente,
e ci aspettiamo risultati importanti su
tempi ragionevolmente brevi”. Ciò che
nei prossimi mesi – con il supporto della
messe di uscite più sopra citata – non dovrebbe
proprio mancare.
22
Graziano Ostuni,
direttore divisione
internazionale
Universal Music
Italia
Pozzoli sbarca negli Usa
In concomitanza con il quarantennale
Guardare avanti, anticipare i tempi,
adeguarsi ai modelli del mercato di
domani sapendo interpretare oggi i segnali
di cambiamento, e soprattutto investire
nelle strutture: queste le parole
d’ordine alla base della filosofia della
Pozzoli SpA di Inzago, presso Milano,
azienda che festeggia quest’anno i suoi
40 anni di attività nel settore dei servizi
per l’industria musicale con una serie di
brillanti risultati. Nata nel 1968 come litografia,
fin dagli inizi si specializzò nella
fornitura di copertine per dischi in vinile
e cassette, coprendo le esigenze della discografia
italiana in un periodo di particolare
attenzione alla veste grafica e alla
confezione dei prodotti; vent’anni dopo,
nel 1988, affiancò allo stabilimento tipografico
la fabbrica di Cd – offrendo alla
clientela la produzione a ciclo completo
dei supporti – e trent’anni dopo, nel
1998, diede il via alla propria espansione
all’estero con l’apertura di una società a
Londra (Pozzoli Ltd), cui si affiancarono
nel 1999 la Pozzoli Deutschland a Francoforte
e nel 2006 la Pozzoli France a Parigi.
E proprio quest’anno, in concomitanza
con il quarantennale, è stato siglato
a fine maggio un accordo con la compagnia
americana Multi Packaging Solutions
per lo sviluppo in partnership di
tecnologie mirate ai mercati della musica,
dell’home video e dei videogiochi.
“I nostri punti di forza – dichiara Aldo
Pozzoli, fondatore e presidente della società
– sono la creatività e la fantasia, di
cui noi Italiani non facciamo difetto, nell’offerta
di soluzioni di packaging originali
e innovative: abbiamo ampliato i
confini della cartotecnica tradizionale
con l’utilizzo di materiali inconsueti e attraverso
una serie di brevetti esclusivi
sviluppati dal nostro ufficio ricerche, e in
questo senso ci collochiamo all’avanguardia
anche a livello internazionale”. A
conferma di tale ruolo sono numerosi riconoscimenti
– fra essi il Grammy ottenuto
nel 2002 per l’album “Amnesiac” dei
Radiohead su EMI (migliore confezione
discografica) e il Dvd Business Award per
la creatività e l’innovazione, assegnato
lo scorso anno a Monaco – che permettono
di capire il motivo per cui tante
compagnie e tanti artisti stranieri si rivolgono
alla Pozzoli nell’intento di assicurarsi
garanzie sul fronte della qualità e
della novità: non a caso oltre il 70 % del
fatturato del gruppo – 55 milioni di Euro
come previsioni di budget 2008 – è co-
perto dall’esportazione nei vari mercati
europei.
L’azienda, che oggi conta 210 dipendenti,
ha infatti al suo attivo realizzazioni
commissionate per prodotti di artisti
come U2, Madonna, Robbie Williams,
Coldplay e molti altri protagonisti della
scena mondiale: “Fummo i primi – ricorda
Pozzoli – a proporci a livello internazionale
negli anni ‘90, non senza diffidenza
fra gli operatori sui mercati stra-
Aldo Pozzoli,
presidente
Pozzoli Spa
nieri, e il nostro impegno è stato premiato;
il lavoro di replica dei Cd è addirittura
divenuto secondario rispetto al nostro
core business, che consiste soprattutto
nella ricerca di idee sempre nuove nell’ambito
del packaging, con attenzione
particolare all’ecologia (ad esempio mirando
all’eliminazione dell’uso della plastica)
e alla valorizzazione del supporto”.
“Non dimentichiamo che la Pozzoli – aggiunge
Cesare Brunelli, vicepresidente
della società e da 23 anni “braccio destro”
del fondatore, dopo una lunga
esperienza all’interno del gruppo Messaggerie
Musicali – fu la prima fabbrica
italiana a produrre Cd, nel gennaio ’88:
fin da quell’epoca fu un segnale significativo
della nostra ottica proiettata al futuro,
anche se naturalmente nel frattempo
la tecnologia è cambiata, e le nostre
attrezzature si sono volta per volta adeguate
ai tempi”.
Da due anni la direzione commerciale
dell’azienda è affidata a Fiorenzo Bettoni
– proveniente dal settore degli elettrodomestici
(12 anni in Haier) dopo alcuni
anni in Polaroid – che considera tutt’altro
che esaurito il percorso del Cd malgrado
l’avanzata del fenomeno downloading:
“La prova sta nelle 800 mila copie
vendute nel mondo, da noi prodotte,
dell’ultimo album dei Radiohead: un album
originariamente concepito solo per
la distribuzione in rete, ma che proprio
nella vendita del supporto fisico ha in
seguito coronato il proprio successo: ciò
che è avvenuto grazie anche all’esclusività
del packaging da noi assicurata; il
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