Dalla quadreria nasce il museo - Montichiari Musei
Dalla quadreria nasce il museo - Montichiari Musei
Dalla quadreria nasce il museo - Montichiari Musei
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
cultura e dell’arte bresciane. Negli anni<br />
Trenta del Novecento, in qualità di podestà<br />
di Brescia, promosse un ciclo di<br />
mostre che <strong>il</strong>luminarono la pittura bresciana<br />
dal Quattrocento all’Ottocento<br />
e, occupatosi a lungo delle collezioni<br />
fam<strong>il</strong>iari, nel 1968 pubblicò gli antichi<br />
inventari ragionati nel volume I quadri<br />
delle collezioni Lechi in Brescia, libro ut<strong>il</strong>issimo<br />
che si fregia di una prefazione<br />
di Roberto Longhi. Le passioni paterne<br />
si trasmisero con naturalezza ai figli,<br />
orientando gli acquisti di Luigi e inducendo<br />
Piero ad approfondire gli studi<br />
sulle collezioni nob<strong>il</strong>iari bresciane come<br />
quelle Avogadro, Fenaroli-Avogadro e<br />
Maffei-Erizzo.<br />
NONOSTANTE LE GRAVI DISPERSIONI, le<br />
collezioni si ampliarono negli anni grazie<br />
ai dipinti giunti per via ereditaria<br />
da altre nob<strong>il</strong>i famiglie estinte, come i<br />
Valotti, i Polini o i Fenaroli-Avogadro.<br />
Oltre alle opere ereditate si aggiunsero<br />
quelle acquistate. Il più attivo sul mercato<br />
fu senz’altro <strong>il</strong> notaio Luigi: negli<br />
acquisti, sempre mirati, si fece guidare<br />
60<br />
AB 111 ESTATE 2012<br />
Fermo Stella, San Tommaso d’Aquino tra i<br />
Santi Pietro e Paolo, 1513 ca.<br />
SOTTO, Giacomo Ceruti detto <strong>il</strong> Pitocchetto,<br />
Ritratto dell’abate Angelo Lechi, 1730 ca.;<br />
Giacomo Ceruti detto <strong>il</strong> Pitocchetto, Donna<br />
che fa la calza, 1730 ca.<br />
Giovanni Battista Gaulli detto Baciccio,<br />
L’Estate, 1665 ca.<br />
da una consapevolezza f<strong>il</strong>ologica che lo<br />
indirizzò verso dipinti provenienti da<br />
importanti e storiche collezioni bresciane<br />
come quelle dei Martinengo o dei<br />
Salvadego.<br />
Si delinea così, da parte dei donatori,<br />
<strong>il</strong> tentativo di ricostruire la forma e i contenuti<br />
delle numerose raccolte pittoriche<br />
esistenti a Brescia nel Sette e nell’Ottocento,<br />
con un’attenzione particolare per<br />
la cosiddetta “pittura della realtà” di cui<br />
Giacomo Ceruti è considerato uno dei<br />
massimi esponenti. Non a caso la raccolta<br />
di Luigi Lechi annovera ben sette<br />
dipinti del Pitocchetto, tra i quali spiccano<br />
i due ovali con i ritratti degli antenati<br />
Angelo e Maria Gertrude Lechi e la<br />
Donna che fa la calza, uno dei capolavori<br />
della serie di pitocchi appartenuti al così<br />
chiamato “ciclo di Padernello”.<br />
Fervono pertanto i lavori di allestimento<br />
del Museo Lechi ospitato a Palazzo<br />
Tabarino, ex sede municipale, che<br />
<strong>il</strong> Comune ha recentemente restaurato<br />
e riqualificato. Il palazzo, nel quale sono<br />
leggib<strong>il</strong>i alcuni elementi del progetto<br />
originario affidato nel XIX secolo a Rodolfo<br />
Vantini, accoglierà la Biblioteca<br />
d’arte “Fausto Lechi” a uso degli studiosi,<br />
laboratori didattici e uno spazio espositivo<br />
composto da 24 sale distribuite su<br />
due piani. Le sale del piano terra sono<br />
già adibite a mostre temporanee, mentre<br />
al primo piano, in un allestimento<br />
volutamente semplice e lineare, si succederanno<br />
le opere della collezione Lechi,<br />
ordinate in due sezioni: dapprima i<br />
soggetti tradizionalmente destinati agli<br />
spazi più aulici di una <strong>quadreria</strong> storica<br />
come la pittura sacra e profana dei<br />
secoli XV, XVI e XVII, di seguito i protagonisti<br />
e i comprimari della pittura di<br />
genere e della realtà dei secoli XVII e<br />
XVIII, curiosamente considerata poco<br />
più che ornamentale nelle collezioni del<br />
Settecento.<br />
LE PORTE DEL MUSEO apriranno i battenti<br />
<strong>il</strong> 30 settembre 2012, grazie anche<br />
ai contributi della Banca di Credito<br />
Cooperativo del Garda e del Consiglio<br />
Notar<strong>il</strong>e di Brescia. I visitatori potranno<br />
ammirare una selezione di 50 opere<br />
tra le più rappresentative della raccolta<br />
di Luigi Lechi, scelte da un comitato<br />
scientifico composto da Francesco Frangi<br />
(Università statale di Pavia), Alessan-<br />
dro Morandotti (Università statale di<br />
Torino) e Paolo Boifava (direttore di<br />
<strong>Montichiari</strong> <strong>Musei</strong>). Nella realizzazione<br />
del catalogo i curatori sono coadiuvati<br />
da un preparato gruppo di studiosi: r<strong>il</strong>evanti<br />
novità sono già emerse sul piano<br />
delle provenienze e delle attribuzioni, e<br />
<strong>il</strong> Ritratto di un conte Martinengo recentemente<br />
restaurato e restituito al Moretto<br />
ne è solo un esempio.