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1 - Colle Don Bosco

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IL TEMPIO DIDON BOSCOMENSILE4/2009 - Anno 63DIRETTORE E REDATTOREEmilio ZeniRESPONSABILEValerio BocciABBONAMENTIFlavio AccorneroPROGETTO GRAFICOLuigi ZontaFOTOAgnese GasparottoPierino Gilardi - Guerrino PeraGiuseppe RuaroUfficio AccoglienzaCOLLABORATORIGianni Asti - Teresio <strong>Bosco</strong>Natale Cerrato - Giorgio ChatrianGiovanna ColonnaSilvia Falcione - Roberta ForaSabino Frigato - Enrico M. GrecoLuciano Pelissero - Paolo RissoClaudio Russo - Thierry DourlandLorenzo VialettoSTAMPASGS - TorinoTELEFONO011.98.77.111 - 011.98.77.162Fax 011.98.77.236ABBONAMENTOOfferta liberaVERSAMENTIC.C.P. 00110148 intestato a:Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>14022 Castelnuovo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (AT)Sped. in abb. postaleReg. al n. 498 del Trib. di Torinoil 14-11-1949ASSOCIATO ALL’USPIUNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANAPrimavera al <strong>Colle</strong>.(Foto Redazione).TEMPIO Dl DON BOSCOORARIO SS. MESSE (ora legale)Festivo: 8 - 9.30 - 11 / 17 - 18,15Feriale: 7 - 8 - 11 / 17SANTUARIETTOCentro Eucaristico MarianoAdorazione ore 9,30 - 12 / 15,30 - 18ORARIO MUSEIMuseo MissionarioTel. 011/98.77.229 - Fax 011/98.77.240Dal 1° novembre al 31 marzo:da martedì a sabato: ore 10-12 - 14,30-17domenica e festivi: ore 10,30-12,30 - 14,30-17,30Dal 1° aprile al 31 ottobre:da martedì a sabato: ore 10-12 - 14,30-18domenica e festivi: ore 10,30-12,30 - 14-18Chiusura:tutti i lunedì, 1° gennaio, Pasqua, 25 e 26 dicembreMuseo Vita ContadinaDal 1° novembre al 31 marzo:da lunedì a sabato: ore 10-12 - 14,30-17domenica e festivi: ore 9,30-12 - 14-17Dal 1° aprile al 31 ottobre:da lunedì a sabato: ore 10-12 - 14,30-18domenica e festivi: 9,30-12 - 14-18INFORMAZIONIUfficio Accoglienza:Tel. 011.98.77.162 - 011.98.77.111Fax 011.98.77.236Ristorante Mamma MargheritaTel. 011.99.27.158 - 011.99.27.185Per offerteC.C.P. 00110148 intestato a:Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>14022 Castelnuovo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (AT)Internethttp://www.colledonbosco.itE-mail: info@colledonbosco.itDirettore-Rettore: direttore@colledonbosco.itScuola Grafica: cfp@colledonbosco.itRivista: redazionetdb@colledonbosco.itSOMMARIO3<strong>Don</strong> Emilio ZeniConferma i tuoi fratelli nella fede4Natale Cerrato<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> a Pinerole nel 18846a cura di <strong>Don</strong> Emilio ZeniGesù Cristo Crocifisso e risorto:la predicazione di San Paolo8Mariagrazia MagriniChiara, un cuore per amare10Giovanna ColonnaMio figlio mi domanda il senso della Pasqua12È risorto14<strong>Don</strong> Gianni AstiAlzate gli occhi al cielo16<strong>Don</strong> Giorgio ChatrianTelefoninando18a cura di Silvia FalcioneDal Benin al Brasile, alla foresta del Ghana:Buona Pasqua!20Thierry DourlandAbbi il coraggio della tua fede22Roberta ForaIl Signore è il mio Pastore23Luciano PelisseroCronaca


Quante parole ingiuste abbiamo sentito e letto inquesto tempo contro il Papa e contro la Chiesa. Tuttoin nome della libertà e del diritto di informazione. Glisi vorrebbe anche suggerire quello che deve dire equello su cui deve tacere.Nulla di nuovo nella storia della Chiesa: «Se hannoperseguitato me – aveva detto Gesù agli apostoli– perseguiteranno anche voi…» (Gv 15,18 ss); ma avevaanche aggiunto: «Beati voi quando vi oltraggerannoe, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di maleper causa mia. Grande sarà la vostra ricompensa nel Regno»(Mt 5,11).Ci sono valori che il Papa definisce “irrinunciabili”per ogni credente, che fondano le radici nel messaggiocristiano, con tutti i comportamenti morali che nederivano. Il Papa non tace, non va in cerca di consensiné tanto meno cede a facili compromessi.Nella lettera scritta ai vescovi a seguito delle accesepolemiche di questi tempi scrive: «La prima prioritàper il successore di Pietro è stata fissata dal Signorenel Cenacolo in modo inequivocabile: “Tu confermai tuoi fratelli nella fede”. Il vero problema in questonostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzontedegli uomini e che con lo spegnersi dellaluce proveniente da Dio l’umanità è disorientata e glieffetti distruttivi ci si manifestano sempre di più… Lapriorità è rendere Dio presente in questo mondo…Non un qualsiasi dio, ma quel Dio… che si è rivelatoin Gesù Cristo crocifisso e risorto».Quattro anni fa Benedetto XVI, presentandosi almondo per la sua prima benedizione papale disse,con commovente tenerezza: «Sono un semplice eumile lavoratore nella vigna del Signore…». Sincero efedele, mantiene la parola: non abbandona la “vignadel Signore”, non fugge all’assalto dei predoni. Lavora,esposto a tutti i bersagli, perché le erbe cattive nonsoffochino il grano; all’occorrenza, secondo la parabolaevangelica, pota la vite perché porti più frutto o,pur inseguito da ingenerose critiche, va in cerca dellapecorella smarrita.Si è anche scritto che il Papa è lasciato solo. Maquando? Ogni giorno, in tutto il mondo e a tutte leore milioni di credenti partecipando alla Santa Messapregano, con il Sacerdote, per il Papa. E i giovani gliscrivono: «Non sarai solo a portare la Croce, insiemeci saremo anche noi… Insegnaci ad incontrare Cristo».Nelle mille strade che si incrociano nel labirintodel 21° secolo, al Papa chiediamo che continui ad aiutarcicon la sicurezza che gli deriva dallo Spirito Santo,a percorrere la strada che ci porta a Cristo, oggi, e aifratelli. Il resto non ci fa paura, pur nella sofferenza.«Leforze del male non prevarranno contro la Chiesa» (cf Mt16,19).Nel 4° anniversario del suo pontificato, dai nostriaffezionati lettori e da tutta l’equipe della nostra redazione,il sincero affetto e tanta inesprimibile gratitudinea Papa Benedetto XVI, che l’infinito amore delPadre ha donato alla sua Chiesa e all’umanità, in questonostra travagliata epoca.Per tutti sia una Pasqua serena!❑Confermal’angolodelleil puntocuriositài tuoi fratellinella fede<strong>Don</strong> EmilioZENI


Presso la villa del Vescovo c’era unmagnifico pino secolare proprio doveora sta il monumentino di Luigi Aghemoal «Personaggio», che ricorda la leggendaria«Maschera di ferro» prigioniera nel«donjon» dell’antica fortezza francese.Questo pino offriva un’ombra gradevolenelle ore più calde del pomeriggio.I due assistenti di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> cercavanodi tenerlo allegro, ma egli non si lasciavavincere in buon umore anzi insegnavaloro egli stesso delle canzoni e raccontavastorielle amene.La visita al MonasteroLe Suore della Visitazione erano venutea Pinerolo dalla Francia nel lontano1634. Santa Francesca Chantal visitandonel 1639 la loro povera abitazione, indicòil palazzo dei Marchesi Porporato, chesorgeva a mezza collina, e disse che bisognavacomperarlo. Nacque così l’attualemonastero che realizzava una profezia diSan Francesco di Sales. Egli, ospite deiPorporato nel 1622, aveva detto:– Qui un giorno vi saranno le mie figlie.(cf Cenni storici del Monastero dellaVisitazione, Santa Maria di Pinerolo,Ed. G. Alzani & C. 1971, p. 13-15).Il 31 luglio 1884 alle ore 8,30 <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>, accompagnato da Mons. Chiesa,dal padre spirituale delle suore, il canonicoValletti e dal loro confessore, entravanel Monastero della Visitazione. Gliannali manoscritti del Monastero, cheho potuto consultare, descrivono dettagliatamentetutte le fasi dell’avvenimentocominciando con queste parole: «31juillet, jour memorable, date solennelle!»(31 luglio, giorno memorabile, datasolenne!) Sono parole che riflettono giàesse la fama di santità che accompagnava<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> in quegli anni. Purtroppo,non possiamo qui tradurre tutto il documento.Basti qualche cenno fugace.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> venne accolto anzituttodalle educande che occupavano il pensionatoannesso al monastero. Salì sulpalco preparato per lui e per Monsignoreed assistette ad un saggio ginnico e all’esecuzionedi canti. Erano finiti gli esamie <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> fu invitato a distribuirei premi. Egli rivolse una parola gentilea ciascuna delle ragazze premiate e poi,infine, disse sorridendo:– Quanti premi! E per me niente?Visitata poi la mostra dei lavori scolasticisi diressero tutti verso i locali dellaComunità addobbati a festa per l’occasione.Giunti nella sala grande fu necessarioportare una sedia per <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> elì si fece una sosta. Poi a passi lenti sirecarono nella Cappella del Sacro Cuore.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> benedisse il noviziato e sirecò poi nella sala delle adunanze.Due suore inferme che lo aspettavanoricevettero con gioia le sue parole diconforto. Passando davanti al refettorioi visitatori si affacciarono sulla soglia.Le suore della cucina, vestite di bianco,si inginocchiarono per essere benedetteda <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> che non riusciva quasi amuoversi. Finalmente arrivarono al vestibolo.Là Monsignore e <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>diedero la benedizione alle suore e poivarcarono la porta della clausura.Il 20 agosto <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> si recò a celebrarela Messa nella Chiesa della Visitazione.La semplicità, la schiettezza, l’entusiasmoche traspaiono da tutta la cronacamanoscritta del Monastero della Visitazionedi Pinerolo possono dare un’ideadella stima che circondava <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>in quegli anni. La stessa presenza, cosìumile e discreta del Vescovo di Pinerolo,Mons. Filippo Chiesa, sempre al fiancodi <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, può dare risalto al comunesentimento.Il compleanno di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>Il 15 di agosto si celebrò a Pineroloil compleanno di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. Egli vollescendere in Duomo per partecipare allafesta dell’Assunta. Poi, per onorare <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> il Vescovo imbandì nel palazzovescovile un pranzo a cui invitò anche isuoi canonici.Dopo il pranzo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> andò asedersi nel giardino, ove ricevette duelettere appena giunte per lui. Nella primagli si sollecitava la restituzione di unprestito di 30.000 lire, nella seconda unasignora del Belgio gli chiedeva come dovessedisporre di una somma di 30.000lire! Così <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> poté far notare agliastanti il segno evidente della Provvidenzache… gli pagava la festa.La sua permanenza a Pinerolo duròsino al 23 di agosto (cf MB 17, 208-221). ❑l’angolodelle curiositàSanta Francesca de Chantal.Monastero della Visitazionee casa accoglienza, oggi (Pinerolo)La maschera di ferro.


anno paolinoa cura di<strong>Don</strong> EmilioZENIGesù Cristo crocifisso e risortoLa predicazione di San PaoloChiesa di San Paolo Apostoloa Barletta, Bari.San Paolo (Paolo Veneziano,Museo di Belgrado)Noi predichiamoche Cristoè risorto.Sulla via di Damasco, Gesù lo avevafermato improvvisamente: «Saulo, perchémi perseguiti?... Sono quel Gesù chetu perseguiti”. Quel Gesù che i Cristianidicevano risorto ora gli si presenta vivo,ma perseguitato.Saulo divenuto Paolo predicherà dovunquequel Gesù risorto e perseguitatonella sua Chiesa.Croce e risurrezione nella missione diPaolo sono inscindibili. Sono il segno diun amore immenso di Dio per l’uomo eper il suo destino eterno.Rileggendo le Lettere di San Paolo,stralciamo alcune brevissime espressioniche evidenziano la centralità di Cristo,crocifisso e risorto, nella sua instancabilee sofferta predicazione…Croce e morte di Gesùsono il segno di un immenso amore,che ci salva e ci unisce a lui«Noi eravamo incapaci di avvicinarcia Dio, quando Cristo, nel tempo stabilitomorì per i peccatori. È difficile chequalcuno sia disposto a morire per un uomoonesto; al massimo si potrebbe trovareforse qualcuno disposto a dare la propriavita per un uomo buono. Cristo inveceè morto per noi quando ancora eravamopeccatori: questa è la prova che Dio ciama» (Rm 5,6-8).«La misericordia di Dio è immensa...È per grazia di Dio che siamo stati salvati.A causa dei nostri peccati eravamo senzavita, ed egli ci ha fatto rivivere insiemecon Cristo. Uniti a Gesù Cristo, Dio ci harisuscitati e ci ha portati nel suo regno»(Ef. 2, 4-6).«Il nostro battesimo unendoci a Cristoci ha uniti alla sua morte… Siamo dunquestati sepolti con lui, affinché, come Cristoè risuscitato dai morti anche noi vivessimouna nuova vita. Totalmente uniti alui con una morte simile alla sua, lo saremoanche con una risurrezione simile allasua» (Rm 6,4-5).«Chi ci separerà dall’amore di Cristo?Forse il dolore, l’angoscia, la persecuzione,la fame o la miseria? I pericoli o lamorte violenta?... Io sono sicuro che nientee nessuno ci potrà strappare da quell’amoreche Dio ha rivelato in Cristo Gesùnostro Signore» (Rm 8,35.39 )«Io mi inginocchio davanti a Dio Padre.A lui chiedo di usare verso di voila sua gloriosa potenza e di farvi diventarespiritualmente forti con la forza delsuo Spirito: di far abitare Cristo nei vostricuori, per mezzo della fede… che siatesaldamente radicati e stabilmente fondatinell’amore. Così voi, insieme, con tuttoil popolo di Dio, potrete conoscere l’ampiezza,la lunghezza, l’altezza e la profonditàdell’amore di Cristo, e sarete pieni ditutta la ricchezza di Dio» (Ef 3,14-19).«Noi crediamo che Gesù è morto e poirisuscitato. Allo stesso modo crediamoche Dio riporterà alla vita, insieme conGesù, quelli che sono morti credendo inlui» (1Tt. 4,14).Vi insegno solo questo:Cristo crocifisso e risorto«Predicare la morte di Cristo in crocesembra una pazzia… Gli ebrei infattivorrebbero miracoli, e i non Ebrei si fidanodella ragione. Noi invece annunziamoCristo crocifisso, per gli uni è offensivo,per gli altri assurdo. Per quelli che Dio hachiamati, Cristo è potenza e sapienza diDio… Venni infatti tra di voi per non insegnarvialtro che Cristo, e Cristo crocifisso»(1Cor 1,21-25; 2,2).«Prima di tutto vi ho trasmesso l’insegnamentoche anch’io ho ricevuto: Cristoè morto per i nostri peccati ed è stato sepolto.È risuscitato il terzo giorno ed è apparsoagli apostoli, quindi a più di cinquecentodiscepoli riuniti insieme. La maggiorparte di essi è ancora viva… Alla fineè apparso anche a me, benché io, tra gliapostoli, sia come un aborto... Noi dunquepredichiamo che Cristo è risorto. Comemai alcuni tra voi dicono che non vi èrisurrezione dei morti? Ma se non c’è risurrezionedei morti, neppure Cristo è risuscitato.E se Cristo non è risuscitato, lanostra predicazione è senza fondamento ela vostra fede è senza valore… è una illusione…Ma se abbiamo sperato in Cristosolamente per questa vita, noi siamo i piùinfelici tra gli uomini… Ma Cristo è veramenterisuscitato dai morti, primizia di risurrezioneper quelli che sono morti» (cf1Cor 15,3-21).


testimoniMariagraziaMAGRINIChiara tra i suoi genitori.Chiara, un cuore pChiara Badano nasce il 29 ottobre1971 a Sassello, ridente paese dell’AppenninoLigure, appartenente alla diocesidi Acqui. I genitori l’hanno attesa perben 11 anni e la sua nascita viene accoltacome una grazia della Madonna, fervidamenteinvocata.La bimba è bella e intelligente; crescecircondata da tanto amore che ripaga felicedi vivere. Il suo sorriso dolce e comunicativoè soprattutto per chi soffre.Ama lo sport, la natura, il gioco… mastare anche con le «nonnine» della casadi riposo che, fin da piccola, copre dimille attenzioni e di servizi, o con i bambinipiccoli. In particolare ha una predilezionespeciale per i «negretti» ai qualiinvia i suoi risparmi.Ha mille interessi, attira gli amici peril suo carattere forte e nello stesso tempoamabile. È umile, ma schietta; volitiva,generosa… Gli altri, cioè gli ultimi,i lontani (barboni, drogati, atei…), sonoal primo posto.Dalla Prima Comunione, con precocematurità spirituale, si assume come impegnoquotidiano la recita di una decinadel Rosario, la lettura di una pagina delVangelo (il suo «libro preferito») e, possibilmente,la partecipazione alla Messaanche nei giorni feriali.A 9 anni scopre il Movimento dei Focolarie vi coinvolge anche i genitori. Daallora, per lei ciò che conta è «amare»,dimenticare se stessa per trovare Gesùnel fratello e donarlo:– Io non devo dire di Gesù, ma devodare Gesù, con il mio comportamento!Si fida di Lui, lo scopre nelle piccolegioie o nei dolori quotidiani; è docile allagrazia e al disegno di Dio che le si svelaa poco a poco.Ama lo studio e lo sente come un dovereche assolve con gioia e serenità, felicedi essere accanto ai suoi compagni.Terminate le elementari e le medie, siiscrive al Liceo classico di Savona nell’intentodi frequentare l’Università perdivenire medico e recarsi in Africa a curarei bambini ammalati.Ma un giorno, mentre gioca a tennis,un lancinante dolore alla spalla sinistrala costringe a lasciare cadere la racchetta.Gli esami clinici rivelano un osteosarcoma.Quando, poco tempo dopo, comprendela vera natura del male, chiedesolo il silenzio: 25 minuti di un «tu a Tu»con Dio per decidere, e trova la forza didire il suo sì incondizionato a Colui che


er amarepredilige con il titolo di Gesù Abbandonato(il Crocifisso). È la conferma diquanto aveva scritto in una rubrichetta dibimba: «Sempre sì!».Da allora, a ogni sofferenza o umiliazionefisica, alla paralisi, agli spasimidolorosissimi, agli effetti della chemio…ripeterà senza perdere mai il sorriso:– Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io…È per te, Gesù!Dimentica totalmente di sé, si interessasempre e solo degli altri: la Chiesa, laDiocesi, i giovani, i lontani, il Movimento…Ciò che conta è:– Compiere solo la volontà di Dio, farebene quella nell’attimo presente: stareal gioco di Dio.Ai giovani vuole passare il suo messaggio:– Come la fiaccola alle Olimpiadi,perché essi sono il futuro… hanno una vitasola e vale la pena di spenderla bene!Riceve da Chiara Lubich, con la qualesi confida per iscritto, il nome di «Luce»,per la luce che irradia intorno a sé. Accogliecon gioia il suo Vescovo, Mons. LivioMaritano, che più volte la va a trovare.Agli amici continua a donare affettoe serenità.Rifiuta la morfina perché le toglie luciditàe ora può solo offrire e amare…Si sente «immensamente amata da Dio».Afferma:– Ora non ho più niente, ma ho ancorail cuore e con quello posso sempre amare.Soggiunge ancora:– Se ora mi chiedessero se vogliocamminare, direi di no, perché così sonopiù vicina a Gesù.Alla mamma ripete, incoraggiandola:– Fidati di Dio. Quando io non ci saròpiù, segui Dio e troverai la forza perandare avanti.Ma il male avanza inesorabilmentee i dolori aumentano. Chiara si preparaall’incontro con lo Sposo: sceglie l’abitoda sposa, i canti e le preghiere per la«sua» Messa che vuole come una «festa».Non ha paura di morire, non l’ha maiavuta. Ricevendo per l’ultima volta GesùEucaristico supplica che venga recitatala preghiera:«Vieni, Spirito Santo,manda a noi dal cieloun raggio della tua luce».E lo Sposo, tanto atteso, viene a prenderlaall’alba del 7 ottobre 1990, dopouna notte molto provata.È il giorno dellaMadonna delRosario: Maria laprende per manoe l’accompagnanella vera Vita.Alla domandadella mamma:– C’è lì con tela Madonna?Risponde conun sorriso e fa cenno di sì. Poi sussurra:– Ciao, sii felice, perché io lo sono.E spicca il volo verso la vera vita.Gli occhi che ha voluto offrire comeultimo dono, daranno la vista a 2 giovani.Migliaia al funerale celebrato dal Vescovo,a centinaia sulla tomba.Ora la Causa consegnata a Roma,avanza; la sua fama di santità cresce e sidiffonde nel mondo.Il 3 luglio 2008 è stata dichiarata Venerabiledal Santo Padre Benedetto XVI.Dal 15 gennaio la Consulta dei mediciha giudicato all’unanimità scientificamenteinspiegabile la guarigione avvenutasu un giovane, dopo il ricorso allasua intercessione. Ora si attende il giudiziodei Teologi e dei Cardinali e Vescovi.Se sarà volontà di Dio, potremo invocarlacome Beata.Chiara, piccola «martire dell’Amore»è un modello per i giovani d’oggi e un riflessodella luce divina per chi soffre nelcorpo e nello spirito.❑<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>visto testimoni dai suoicontemporaneiSassello provincia di Savona,il paese di Chiara.Mons. Livio Maritano.


dialoghi in famigliaGiovannaCOLONNAMio figlio mi domandail senso della Pasqua– Chi è il cristiano?– Colui che crede in Cristo.Ma cosa crede di Lui?Che sia esistito?Che sia Figlio di Dio?Che sia morto e risorto?Ma come ha fatto ad esistere?A questo punto ci dimentichiamo Natalee Pasqua, preferiamo optare per l’affermazioneche il cristiano ama tutti poichésiamo tutti fratelli (in virtù di qualegenealogia non siamo in grado di spiegarlo…)e chiudiamo il discorso.Il cristiano è una brava persona, migliorese frequenta la chiesa, si può caricaredi responsabilità e, quando sbaglia,dimostra di essere come tutti gli altri equindi non c’è nessuna differenza:così siamo tutti uguali,un po’ onesti e un po’ malandrini,abbastanzafedeli e, a volte, approfittatori:insomma,dei mediocri,coloroche vivono nellamedia, che esistononella nebbiadella comune mentalità,cercando di arrivarea sera senza faredel male, ma senza cercare il bene, il beneche fa la differenza, che impegna, chea volte fa vergognare coloro che ci conosconoe che interroga chi non ci conosce…Perché mi affiorano alla mente questitristi pensieri? Perché mio figlio mi hadomandato:– Perché la festa di Pasqua, che aspettiamocon molti preparativi, non è bellacome la festa di Natale. Perché la vegliadi Pasqua è così lunga e un po’ noiosa?La Messa di Natale è allegra, con molticanti che conoscono e cantano tutti, e ilpresepe è molto bello. Il momento delloscambio dei regali è il più entusiasmante:la sorpresa di ricevere, il piacere didare e la gioia del condividere un giornoin compagnia non hanno eguali, e nonsi possono paragonare alla domenica diPasqua, che non è molto dissimile dalle10


<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>dialoghi visto dai in famiglia suoicontemporaneialtre domeniche, se non fosse per la presenzain casa di alcuni parenti.Cosa è accaduto ai cristiani?Si sono dimenticati la base della lorofede, la pietra angolare è stata scartata.Si vive in case costruite sulla sabbia, siporta tutto a Cesare, e nulla a Dio. Ricordiamola nascita di Gesù e la festeggiamoin casa, scambiandoci doni, ma a Luinon ne portiamo nessuno, non sappiamodi cosa necessita e non sappiamo doveportargli i nostri regali. Poi lo dimentichiamo:un bambino cresce, diventa adolescente,poi adulto, e dopo pochi mesi laChiesa ci ricorda che quel bambino natonella notte di Natale è diventato grande esta per soccombere, ucciso da una trescareligiosa e politica.Ci sentiamo un po’ responsabili, almenoi cristiani che frequentano un po’ laparrocchia: riconosciamo di aver trascuratoquel bambino, di non averlo ascoltatoquando predicava nelle strade, a casadegli amici, in campagna, sulle rive dellago; qualcuno si confessa, altri preganoalla sera, altri ancora si recano in chiesaper tradizione e tutti aspettano la domenicadi Pasqua in attesa di una liberazioneda questa atmosfera di rimprovero,per gioire nel giorno in cui il Bambino risorgee per dimenticarlo nuovamente finoal Natale successivo.Dio è nato, è vissuto in una famiglia,con alcuni amici, ha scelto una vita sobria,nell’apparenza, ma ricca di contenuto:nonostante tutto è stato arrestato eucciso. Attualmente ad ognuno di noi capitadi vivere la stessa vita di Gesù: lagioia della nascita, la confusione dellafamiglia, soprattutto nei paesi occidentalioppure in quelli ricchi, l’invito ad unavita più attenta agli altri, ai beni della terra,il richiamo da parte di molti uomini dicultura di vivere per i contenuti e non peri contenitori.Però tutti ci sentiamo un po’ in prigione,condannati ad una pena ingiusta daun tribunale fantoccio, con un processofarsa perché non abbiamo difensori, masolo accusatori: nessuno si prende curadi noi, con amore, con disinteresse, conla voglia di salvarci a tutti i costi, anchepagando di persona…Ma non è accaduto proprio così lamattina di Pasqua?Il nostro difensore, il nostro liberatoremuore per noi, ma risorge per non abbandonarci,per non lasciarci soli in prigione,per donarci gratuitamente la libertàche non abbiamo mai completamente,ma che possiamo assaporare già la mattinadi Pasqua!❑Nessunosi prende cura di noi,con amore...anche pagandodi persona.Ma non è accadutoproprio questola mattina di Pasqua?11


è Risorto!Perché cercatetra i mortiColui che è vivo?È risorto, non è qui.(Luca 24,5-6)Le donnetornarono di corsapiene di gioiaa portare la notiziaai discepoli.(Matteo 28,8)


Scultura di Giovanni Dragoni - Via Lucis nel Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> al <strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>


i consigli di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>per i giovani<strong>Don</strong> GianniASTI, sdbOsservatequanto esistein cieloe sulla terra:il sole, la luna,l’acqua, il fuoco...Diocon la sua potenzale trasse dal niente:Egli è il Creatore.14Se la conoscenza di Dio è fondamentaleper poterlo amare, il modo più sempliceper conoscerlo, che <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> indicaai suoi ragazzi, è quello di scoprirnela bellezza attraverso la contemplazionedel creato. La sua meditazione sembra risentiredelle riflessioni di Mamma Margherita,quando aiutava i suoi bambini avedere Dio nella natura che li circondava,a vedere l’amore di Dio creatore perle sue creature:«Se la notte era bella e il cielo stellatoMamma Margherita diceva: “È Dioche ha creato il mondo e ha messo lassùtante stelle”. Quando i prati erano pienidi fiori, mormorava: “Quante cose belleha fatto il Signore per noi”» (<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,una biografia nuova, Elledici).L’eco di questa esperienza di Dio,<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> sembra trasmetterla nel librodi preghiera per i suoi ragazzi:«Alzate gli occhi, o figlioli miei, edosservate quanto esiste nel cielo e sullaterra. Il sole, la luna, le stelle, l’aria,l’acqua, il fuoco sono tutte cose che untempo non esistevano. Dio con la sua onnipotenzatutte le trasse dal niente creandole,e perciò si chiama Creatore».Crediamo quanto mai opportuno educarei giovani alla contemplazione delcreato nel quale si riflette la bellezza delCreatore. È il primo libro che i ragazzi e igiovani devono imparare a leggere. Dobbiamochiedere loro di alzare gli occhi,che normalmente i ragazzi non usano perguardarsi intorno, e ammirare i panoramiche la natura presenta. Aiutarli a viveremomenti intensi di preghiera, cioè di colloquiospontaneo con Lui, immergendo iloro occhi nella maestosità delle montagnecon il candore delle loro nevi e deighiacciai, o il perdersi nell’orizzonte delmare, o nei colori variegati delle colline,o nella trasparenza dei laghi di montagna.Sarebbe bello che i diversi movimentiecologisti, che si presentano ai nostrigiorni come i custodi del creato e di unacerta etica di difesa della natura, aiutasseroi loro membri a risalire al Creatore dell’universoe scoprissero la sua bellezza.Questo primo invito alla contemplazionedel creato doveva avere impressionatoin particolare Michele Magone,questo povero tredicenne sbandato diCarmagnola, che incontra <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> etutto cambia nella sua giovane esistenza.È già stato richiamato questo episodioalzate gli ocdella sua vita, avvenuto durante una dellefamose passeggiate autunnali, quandoMichele si trova ai Becchi, in una bellasera stellata di ottobre. I suoi compagnidormono sul fienile della casa di Giuseppe,mentre Michele è seduto a terra conle spalle appoggiate al muretto del cortilee fissa il cielo e piange. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>dalla sua cameretta lo sente e scende aconsolarlo e gli domanda:«– Che hai Magone? ti senti male?– Io piango nel rimirare la luna cheda tanti secoli compare con regolarità arischiarare le tenebre della notte, senzamai disobbedire agli ordini del Creatore,mentre io che sono tanto giovane, ioche sono ragionevole, che avrei dovutoessere fedelissimo alle leggi del mio Dio,l’ho disobbedito tante volte e l’ho in millemodi offeso».Veramente il peccato è il primo disastroecologico che inquina il mondo ed èda tanti ignorato.L’uomo capolavoro del creatoContinua <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:«Questo Dio, che sempre fu e sempresarà, dopo aver creato le cose che nel cieloe nella terra si contengono, diede esistenzaall’uomo, il quale di tutte le creaturevisibili è la più perfetta. Onde i nostriocchi, la bocca, la lingua, le orecchie, lemani, i piedi sono tutti doni del Signore».Veramente l’uomo è il capolavoro delcreato e il suo corpo sembra riassumerein sé tutte le meraviglie delle altre creature,esaltandone l’ordine e l’armonia. Cheorrore dunque il pensare alle manipolazionigenetiche già sull’embrione umanoe poi alle varie degradazioni dell’amorecui viene sottoposto il corpo umano.


chi al cieloDa questa riflessione sulla bellezza diDio, che si manifesta nelle sue creatureed in particolare nell’uomo, nasce spontaneala necessità di educare i giovani aringraziare per il dono della vita e a maimetterla in pericolo; ad apprezzare l’usodegli occhi che sono le finestre dell’animae l’uso della lingua, questo piccolomembro che può diffondere tanto benefino a manifestare le espressioni più altedell’amore, o a fare tanto male. Cosìsi può dire di tutti gli altri sensi, dei qualisentiamo la necessità specie quando vengonomeno, mentre bisogna evitare diservirsene per operare il male.Il gusto del belloAbbiamo urgente, assoluto bisognodi recuperare il senso del bello nella nostravita. La bellezza risulta essere unastraordinaria forza che ci attira versoDio, che è in sé armonia, bellezza, pienezza,verità.Ci pare dunque doveroso aiutare i nostrigiovani a ritrovare il gusto del belloattraverso all’ordine, alla pulizia, all’abitobello, indossato in particolare nel giornodel Signore, mentre una certa moda inquesti decenni ha propagandato il brutto,a partire dall’abito sporco, strappato,scolorito, sensuale. È ora di reagire aqueste mode che allontanano da Dio.L’abito più bello è quello di un giovaneabitato dalla grazia di Dio, con quegliocchi trasparenti come dei laghetti dimontagna, nel quale si può vedere fino infondo. Come è bello da riscoprire questoabito spirituale. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> è stato capacedi rivestire di questo abito i suoi poveriragazzi ricoperti di stracci. È l’abitodal quale traspare l’anima spirituale etutta la sua vita interiore.Chi salva l’anima salva tuttoContinua <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> richiamando aisuoi giovani la creazione dell’uomo:«L’uomo si distingue da tutti gli altrianimali specialmente perché è fornito diun’anima la quale pensa, ragiona, vuolee conosce ciò che è bene e ciò che è male.Questa anima, essendo un puro spirito,non può morire col corpo; ma, quandoquesto sarà portato al sepolcro, essaandrà a cominciare un’altra vita, chenon finirà più. Se fece bene, sarà semprebeata con Dio in Paradiso, dove godràtutti i beni in eterno, se operò male, verràpunita con un terribile castigo nell’inferno,dove patirà per sempre il fuoco eogni sorta di pene.Badate per altro, o miei figlioli, chenoi siamo tutti creati per il Paradiso, eDio, che è padre amoroso, condanna all’infernosoltanto chi se lo merita per isuoi peccati. Oh, quanto ci ama il Signore,e quanto desidera che noi facciamobuone opere per poterci poi rendere partecipidi quella grande felicità, che tienea tutti preparata in eterno nel Cielo!»La bellezza di Dio si riflette in particolarenell’uomo creato a sua immaginee somiglianza e noi lo vediamo soprattuttonella sua espressione spirituale cheè l’anima. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> vedeva le meraviglieche Dio operava nei cuori di tantianimi buoni dei suoi giovani, mentreera angosciato davanti ai pericoli che potevanoincontrare di perdersi. Anche dinotte in sogno, combatteva per loro perla salvezza della loro anima. Ancora pochimesi prima di morire scriveva su delleimmagini: «Chi salva l’anima salvatutto, chi perde l’anima perde tutto».Aiutava per questo i suoi ragazzia meditare sulla vita oltre la morte e apensare spesso al Paradiso e alla felicitàeterna e alla possibilità di perderlo divenendoschiavi dei propri peccati, garanziadell’inferno già in questa vita.Quante persone colte, ricche e potentinon pensano mai alla vita oltre la morte,mentre fanno dei sacrifici esagerati per ibeni di questo mondo. Per loro risuonanoancora le parole: «A che serve guadagnareil mondo, se uno perde la sua anima?»❑i consigli di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>per i giovaniL’abito più belloè quello di un giovanerivestitodella Grazia di Dio.15


a tavola, la sera<strong>Don</strong> GiorgioCHATRIAN16a tavola la seratelefoninandoMa che cosa fai?Tutti a tavola per la cena. Il ragazzo,mentre affronta il piatto fumante di spaghettial ragù, non ha la solita voracità edè, stranamente, silenzioso. Anzi, sembraassorto in pensieri lontani. Papà lo osservameglio e nota che mangia con la manosinistra. Eppure non è mancino! Almenosotto questo aspetto è certo di conosceresuo figlio che, accelerando improvvisamentela crescita come tanti preadolescenti,scopre diverso quasi ogni giorno.E poi, come mai, tiene la mano destrasotto il tavolo.Fa cadere una posata apposta e poi,con curiosità malcelata, si china per raccoglierlae intanto lo spettacolo: il cellularein mano, il pollice destro che viaggiasicuro sulla tastiera e a che velocità! Sialza e guarda a bocca aperta il figlio che,come niente fosse, fa scivolare il cellularein tasca, inforca la forchetta con lamano più sicura e mangia il primo da parsuo. Mamma si intromette:– Con calma! Sembri un morto di fame!Usa il tovagliolo. Non sporcare latovaglia! Non bere con la bocca piena!Non…Papà la interrompe e chiede al figliocosa armeggiasse sotto il tavolo fino apoco prima.– Ho risposto ad un SMS di un mioamico.Questa abilità di suo figlio non la conoscevaproprio: scrivere un messaggino«a memoria»! Con noncuranza e comefosse la cosa più normale del mondo,il ragazzo dice che tutti i suoi amici siscambiano così i messaggi a scuola senzache (quasi) mai i professori se ne accorgano.Visto che il cellulare in classeè vietato.– Credo bene! Ci mancherebbe solopiù questa!– Sì, però il prof. di Artistica lo hasempre acceso col “vibra” e risponde achi lo chiama. Così non vale! Ed ha ancheil 7610, l’ultimo modello della Nokia!Cellulari sì, cellulari noIl discorso si concentra su quella che,tecnicamente, si chiama telefonia mobile.È ormai diffusa in modo impressionante:le connessioni mobili nel mondosono oggi a quota 4 miliardi (con l’Italiain primissima fila per numeri) e salirannoa 6 miliardi entro il 2013. Di fatto stamandando in crisi il telefono fisso: sonopraticamente sparite le cabine telefoniche,con fatica trovi un telefono «normale»pubblico, molti non hanno in casa unnumero fisso.Offrendo, con i prodotti dell’ultimagenerazione, servizi e contenuti multimedialistraordinari, sta mettendo in discussioneanche il monopolio del PersonalComputer, il canale per anni privilegiatoper l’accesso alla Rete di Internet.Papà si stupisce delle abilità di suo figliocol cellulare anche perché lui ha semprelitigato un po’ con il mercato di questosettore dove non hai il tempo di impratichirtiin una novità che già ne arriva un’altra!A cominciare dai nomi dei modelli:– Panasonic! Motorola! Mitsubishi!Philips! Una volta erano elettrodomesticio auto, ed ora sono cellulari!Sbotta papà, un po’ contrariato ancheperché, ironia della sorte, per lavoro usa


il marchingegno infernale. E la ditta loha dotato persino di un palmare all’ultimogrido dove – quando e se riusciràa prendere pratica – troverà veramentetutto: dalla fotovideocamera all’archiviodati; dall’agenda al navigatore satellitare;da Internet con tutti gli annessi e connessialle Pagine Bianche.Tutti questi ed altri servizi sono gestibilicon un piccolo puntale di plasticatoccando semplicemente il display. E quifa ancora un sacco di pasticci. Una voltavoleva scaricare la posta elettronica e siè trovato davanti ad un giochino con unamusichetta che ha fatto voltare, incuriositi,tutti i colleghi di lavoro verso di lui.Interviene mamma.– Io lo trovo comodissimo, soprattuttoper contattare le mie amiche quandofacciamo shopping!Come se non si fosse capito, papà è unpo’ contrario ai telefonini, mamma a favore,tanto più che ora, con la sua tariffa«Tim Tribù» (tutti termini rigorosamentetecnici ma del tutto oscuri per i non addettiai lavori) riesce, almeno così credelei, a spendere pochissimo per telefonata!– Papà, se sto promosso mi compri iltelefonino come il tuo, però la versioneJunior, color fucsia con la mini Play Station,la cover intercambiabile e la possibilitàdi alloggiare due SIM insiemeper poter chiamare gli amici che hannocontratti diversi? Ha persino il displayestraibile!– Coverche?… Estraibile? Cerca difare in modo che anche qualche bel giudiziosia «estraibile» dalla tua pagella. (Epoi tra sé e sé: «Sai tutto sui telefonini,ma non altrettanto di matematica e storia!»),poi si vedrà! Se è il caso! Ma, infin dei conti, perché ci tieni tanto al cellulare?Potessi io farne a meno!Interviene, in difesa del fratello, mainformatissima, la sorella.«Ma per essere come tutti gli altrisuoi amici! E poi può fare gli squilli,mandare SMS, MMS, foto, video, telefonarequando e a chi vuole. Sai che i mieicompagni alle elementari ce l’hanno giàquasi tutti?conseguenze che incominciano a manifestareanche i loro lati problematici. Ilmessaggino porta ad un linguaggio sintetico,fatto di abbreviazioni gergali che,se uniscono il pianeta ragazzi-giovani, liisolano dal mondo degli adulti. La possibilitàdi comunicare in ogni momentocon chiunque e dovunque è una opportunitàinedita e splendida perché porta ilmondo intero nella cameretta dei ragazzi.Però favorisce anche una inquietantefuga in un mondo di relazioni facili mafalse, perché lontane e solo virtuali.Anche la mamma non si è mai postatanti problemi e rinforza il parere dei figli.– È ora di prenderne uno anche perla piccola, così possiamo sempre saperedove sono.Ma il ragazzino terribile pensa tra sée sé che, se non vuole far sapere dovesi trova, terrà semplicemente il telefonino…spento o con la segreteria attiva cherassicura: «Siamo momentaneamente assenti,lasci un messaggio dopo il segnaleacustico…».Papà è senza parole, mamma invecene ha ancora…– Una proposta: un cellulare a testapiù uno di riserva, se qualcuno di noi lorompe. Così ha fatto la mia più cara amicaa casa sua.La discussione viene bloccata qui perentoriamenteda papà. Cala il silenzio atavola. Per fortuna che alla TV trasmettonogli ultimi interessanti – si fa per dire– sviluppi de «Il grande fratello»… Dopoun po’ cambiano canale… Oh, no! C’è lapubblicità di un… telefonino!l’angoloa tavola, delle curiosità la seraStrano: nell’era della comunicazioneglobale, proprio anche grazie ai cellulari,si riesce a parlare facilmente con gliamici a Sidney e non con i propri familiari…Le relazioni in famiglia, a scuola, neigruppi aggregativi, sono faticose perchéda costruire giorno dopo giorno e nellaconcretezza dei gesti e delle emozioni.Circa poi il telefonino ai ragazzi: sarebbemolto più facile privarli di questaopportunità che educarli a servirsenebene. Proprio qui sta la scommessa dinoi adulti. E allora se serve loro per darAl di là della modaappuntamento agli amici per trovarsi insieme,la sera, sul muro a parlare del fu-Papà ascolta stupito... Forse non sa,ma il cellulare sta diventando uno dei turo (dopo aver spento il cellulare): OK!più importanti canali di comunicazionedelle nuove generazioni, con alcune mani una bomba.❑Altrimenti rischiamo di metter tra le loro17


letteredai confini del mondoa cura diSilviaFALCIONEBuona Pasqua!dal BENIN al BRASILE alla Foresta del GHANABeati quelli che desiderano quel che Dio vuole.18Queste lettere sono state scritte per laPasqua dell’anno scorso 2008; è difficileinfatti pubblicare le lettere dei missionariin tempo reale.Sono di due nostre suore, amiche fraloro anche se l’oceano le separa. La primaè di Suor Marchese, una coraggiosissimaFiglia di Maria Ausiliatrice che lavoradal 2001 nel Benin contro lo sfruttamentodella prostituzione minorile delleragazzine di strada, fenomeno di “turismosessuale”, che, purtroppo, è ancoracosì comune in troppi paesi poveri delmondo anche grazie ai turisti bianchi.Il suo impegno le ha ottenuto diversiriconoscimenti da organizzazioni internazionalicome l’UNICEF. Ella è certamenteuna di quelle persone che desideranociò che Dio vuole ed operano instancabilmenteper realizzarlo. Il corpoCarissimi amici,vi auguro una Pasqua Santa in unarinnovata fiducia nella Vita dono del nostroSignore Risorto e vi ringrazio tantoper la generosità con cui in diversi moditutti voi avete collaborato alla realizzazionedella Casa della Speranza cheabbiamo inaugurato in questi tempi allapresenza di un ristretto gruppo di autoritàe di amici. Siamo veramente all’iniziodi una nuova avventura con le nostre fillettesdel mercato!La nuova casa, ospiterà di notte almeno150 bambine che attualmente dormonoall’aperto o in luoghi pericolosi, offriràtre tipi di formazione professionale:Panetteria e Pasticceria, Cucina e Ristorazione,produzione di sapone e altri prodottiper la pulizia, accoglierà la ScuolaAlternativa, l’Alfabetizzazione e l’Infermeriaper le cure più urgenti.Il rappresentante del Ministero dellaFamiglia e dell’Infanzia, presente all’inaugurazione,ha tagliato il nastro edell’uomo e delle donne, anche quandoè violentato e abusato come quello diCristo sulla croce, è Tempio dello SpiritoSanto, perché siamo fatti ad immagine esomiglianza di Dio, suoi figli e figlie.La seconda è di Suor Narcisa Bertimissionaria in Brasile Mato Grosso, terradi contrasti e di violenza quotidianaverso i più deboli. Le Figlie di MariaAusiliatrice hanno una «creche» (scuolamaterna e asilo nido), ma offrono moltiservizi e accolgono giovani per corsi diformazione serali tenendo la casa apertadalle 7 del mattino alle 11 della sera.E un’altra ancora di <strong>Don</strong> Silvio Roggiadal Ghana.Dall’Africa e dal Brasile con Amore,tre messaggi per vivere evangelicamentela Santa Pasqua. A tutti da parte miaBuona Vita!ha rivolto a noi tutti parole incoraggiantiche esprimevano un reale apprezzamentoper l’attività che dal 2001 conduciamoin Benin per tante bambine vittimedel traffico e dello sfruttamento. Ha detto,tra l’altro:«Con le vostre azioni voi dimostratetutti i giorni che nessuno può essere felicequando intorno a lui esistono dellepersone che soffrono. Realizzando questocapolavoro voi contribuite non solo aridurre la sofferenza di migliaia di fillettes,ma anche a metterle al riparo dallaviolazione dei loro diritti, dal traffico edalle sue innumerevoli conseguenze».Cari amici, mentre benediciamo ilSignore per questa tappa raggiunta, glichiediamo di continuarci la sua assistenzain tutte le altre nostre molteplici attivitàdi cui questa volta non vi parlo ma checontinuano e si estendono.Vi affido a Maria Ausiliatrice e al caroSan Giuseppe nostro formidabile protettore.Con tanto beneSuor Maria Antonietta


letteredai confini del mondoCarissimi amici,andando a Messa, oggi domenica diQuaresima con il Vangelo della vita, diLazzaro risuscitato, ho visto per terraun cartoncino con una foto, una data, unmessaggio: un altro giovane morto, uccisoda mani ignote! Che contrasto…Sono qui in Brasile dove la vita pullulada tutte le parti con un’esplosioneche incanta: alberi, fiori, uccelli, pesci,bambini e bambine ovunque… Ma contemporaneamenteanche la morte mietevittime che superano ogni logica e ognicalcolo. Sembra che tutto perda valore:basta una lite, un desiderio folle, e l’altrosi riduce ad un avversario, o ad unoggetto, o…Signore, anche qui in questa terra comein ogni angolo del mondo, grida forteche le bende, tutte le bende siano tolte eche l’umanità – libera – possa camminare,vivere, lodare e sperare.Grazie a voi, del vostro impegno, dellavostra preghiera. Grazie perché esistetee ci date la forza di tenere duro, di speraresempre, di avere il coraggio del contadinoche semina e attende… Che la Pasqua,ormai vicina, sia un’immersione inGesù Cristo, un sognare con Lui, un darela vita così come Lui l’ha data: senza calcolie senza pretese.E ad ogni comunità di Figlie di MariaAusiliatrice e Salesiani un grazie di cuore.La vita spesa dove il Signore ci chiamae ci vuole diventi fioritura di fede, diamore e di speranza per i piccoli e giovanidi tutto il mondo.Continuiamo a mantenerci uniti nell’affetto,nel ricordo e nella vita.Buona e santa Pasqua!Suor Narcisa BertiSono appena tornato da Adoe, unodei nostri villaggi dove, alle 7 di sera, c’èstata la Messa del Giovedì Santo con lalavanda dei piedi.Taglio corto su tanti altri dettagli curiosie vado dritto a dopo il Vangelo.Delle due uniche candele, una aveva giàdato la sua buonanotte. Meno male cheMarino, venuto con me, da bravo meccanicoaveva una torcia elettrica tascabiledi scorta...Invitiamo dodici tra i presenti (70%bambini e ragazzi, specchio demograficopreciso di come è la popolazione ditutti i villaggi) a venirsi sedere sulle duebanche davanti all’altare: partono dai loroposti quasi tutti! Finalmente si riescea far sedere una ventina di «apostoli»: diogni età e sesso, un estratto fedele dellaumanità che vive in questo minuscoloangolo della foresta subsahariana inGhana.Comincio la lavanda assistito da Marinocon la sua torcia: che soddisfazione!Piedi che han davvero bisogno di esserelavati. Siamo ancora in stagione secca,tutto pieno di polvere per le strade e incasa, visto che nelle capanne il pavimentoè di terra come nei sentieri... Dopo ilquinto apostolo l’acqua nel catino era giàcolor caffé e il profumo non era propriodi «lavanda».Giunto il turno di «Pietro» (una giovanemamma con un artistico intarsio ditreccioline nei capelli, come usano qui),si sente senza troppi complimenti unchiaro e tondo:– Non mi laverai mai i piedi!...Con la controbattuta evangelica daparte mia e «Pietro» pronto a farsi lavareanche la testa (fra le risa generali...).Mi rendo conto, mentre scrivo, cheè quasi impossibile comunicare cosa siprova quando si è immersi nella semplicitàdi vita dei poveri: c’è un senso cosìforte di verità, di Regno dei Cieli, cheappartiene a loro più che ad ogni altro...Come avrei voluto avere lo stesso candoredi spirito di quegli apostoli dai piedisporchi che ho avuto la gioia di lavarestasera!Ecco il perché di questa «giunta»: chela Pasqua nel farci rinascere a vita nuovaci ridoni anche un cuore semplice,un cuore di fanciullo capace di stupirsidella bellezza della vita, così com’è allasorgente, libera da tanti fronzoli inutili.Anche perché «se non diventerete comeuno di questi piccoli non entrerete mainel Regno dei Cieli».Grazie per la pazienza avuta da chi èarrivato a leggere fin qui.Ancora auguri. Ciao.<strong>Don</strong> Silvio Roggia19


salesiani di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>150ºThierryDOURLAND sdb20ABBI il CORAGGIO deLettura dello stemma salesiano: la stellaProseguiamo il commento dello stemmasalesiano soffermandoci sulla stella,posta in alto a destra. Si tratta di una stellaa 6 punte, quasi una cometa. Dicevamogià che nella prima bozza la si trovavaalla sommità dello scudo, dove poi<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> preferì porre la Croce gloriosa.Anche se è lecita e “spiritualmente”corretta, nel carisma salesiano, l’identificazionedi questa con la devozionemariana (forse rifacendosi alla famosafrase di san Bernardo: «Guarda la stella,invoca Maria!») La stella vuole quiindicare chiaramente la virtù della fede.Grazie alla fede noi possiamo riconoscerein Gesù il Figlio di Dio, nostro Salvatore,nato da Maria, crocefisso e risortoper redimere il mondo. Ci viene subitoin mente la prima grande professione difede cristiana che è quella dell’apostoloPietro. Di fronte alla domanda di Gesù:– Chi dice la gente che io sia?Il pescatore di Cafarnao rispose:– Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!Ma questa fede, così limpida e schietta,non è frutto dell’intelletto umano, madono gratuito di Dio:– Beato te, Simone, perché né la carnené il sangue te l’hanno rivelato, ma ilPadre mio che sta nei cieli (Mt 16,15-17).Dobbiamo quindi continuamente renderegrazie al Padre per questo dono, comescriveva il Sommo Pontefice Pio XIInella sua enciclica Fidei <strong>Don</strong>um:«La fede è per eccellenza il dono chepone sul nostro labbro l’inno della riconoscenza:“Che cosa renderò io al Signoreper tutti i suoi benefici?” Che cosaoffriremo al Signore in cambio di questodono divino, oltre l’ossequio della mente,se non il nostro zelo per diffonderetra gli uomini lo splendore della divinaverità? Lo spirito missionario, animatodal fuoco della carità, è in qualche modola prima risposta della nostra gratitudineverso Dio, nel comunicare ai nostri fratellila fede che noi abbiamo ricevuta».Tocca ai cattivi tremare<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> fece proprio così: passòtutta la sua vita a trasmettere ai giovanila fede che lui stesso aveva ricevutofin da bambino in casa sua, dall’esempiosanto di Mamma Margherita e da unasocietà, quella contadina del 1800, chenonostante la povertà e le fatiche, eraprofondamente intrisa di fede cristiana.Lui stesso ripeterà più volte che l’operasalesiana ebbe inizio con un semplicecatechismo e questo rimaneva il suoobiettivo. Quante energie, quante forzespese per l’annuncio del Regno! Bastipensare alla creazione delle Letture Cattolicheper diffondere e difendere la fededel popolo; e poi prediche, esercizi spirituali,conferenze, confessioni e guida dianime. Senza dimenticare infine la sceltadi mandare proprio i suoi Salesiani e leFiglie di Maria Ausiliatrice, come missionariveri e propri nelle terre del sudAmerica.Pubblicando il libretto Il Papa: questionidel giorno, a cura di mons. Segur,<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> volle porvi in conclusioneuna nota di suo pugno:«Al lettore. Tienti, o mio caro lettore,inviolabilmente unito al Papa e alla Chiesa.Non ti lasciare intimorire dal furore edalle minacce del nemico, né ingannaredalle sue belle frasi. Diffida soprattuttodei termini moderati che gli empi soglionousare per insinuarsi nelle anime oneste.Abbi coraggio della tua fede e delletue convinzioni. Non temere: Dio è conla Chiesa in tutti i giorni fino alla fine deisecoli. Tocca ai cattivi di tremare dinanziai buoni e non ai buoni di tremare dinanziai cattivi» (MB 6,481).La fede è quella che fa tuttoAnche in diverse sue lettere egli richiamala centralità della fede. Il 18 luglio1871, rispondeva così a <strong>Don</strong> Cianettiche gli raccomandava un altro sacerdotein difficoltà: «Ben di cuore farò io,insieme coi giovani, speciali preghiereall’altare di Maria Ausiliatrice pel Sacerdotesuo raccomandato. Egli stesso facciaqualche preghiera alla SS. Vergine edin onore del SS. Sacramento, ogni giornofino ai Santi. La fede è quella che fa tutto,se non è contrario alla maggior gloria


lla tua FEDEdi Dio, otterremo sicuramente la grazia.Mi trovo in un mar di cose. Preghi perme; Dio ci benedica tutti» (MB 10,90).Mentre si trovava a Roma, il 14 aprile1882 scriveva alla signora Quisard:«Ho ricevuto qui a Roma la vostra caralettera nella quale mi fate conoscere lespine che Dio vi manda. Coraggio! Fedee preghiera: ecco le nostre armi e i nostrisostegni» (MB 15,805). Concludeva poiassicurando un ricordo nella preghiera echiedendo qualche offerta per la costruzionedella chiesa del Sacro Cuore tantodesiderata dal Papa stesso. Questo era<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>.Se <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>avesse avuto più fede …Il Padre Giordano, degli Oblati diMaria, confidente di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, mentresi trovava con il Santo in viaggio versoGenova, gli chiese:– Mi dica un po’ la verità. Al vedereche ella ha compiuto tante cose straordinarie,che ha fondato tante case e che ècosì stimato e venerato da tutti, sicché lochiamano anche santo, che cosa deve diredi se stesso? Non è possibile non farequalche atto di compiacenza. Che ne dice?<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, raccoltosi un istante e alzatigli occhi al cielo, rispose:– Io credo che, se il Signore avessetrovato uno strumento più vile, più deboledi me, si sarebbe servito di questo percompiere le sue opere (MB 18,586).Egli era infatti convinto, per motivodella sua fede, che tutto era opera di Dio,unicamente merito Suo e dell’Ausiliatrice.Ripeteva infatti, negli ultimi giornidella sua vita terrena:– Quanti prodigi ha operato il Signorein mezzo a noi! Ma quanti più ne avrebbecompiuti se <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> avesse avutopiù fede! (MB 14).Sulla sua sciaPotremmo dire che i missionari inviatida <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> non si sono limitatia portare la fede, ma persino la santità.Ci troviamo a Granada, in Nicaragua.Nel 1912 giungono le suore salesiane.Due anni dopo entra nel loro collegiouna ragazzina dodicenne, figlia di un exministro delle finanze: si chiama MariaRomero Meneses. Gli anni trascorronotranquilli e Maria si sente a suo agio inquesto ambiente, tanto da decidere dientrare in noviziato. A 21 anni diventaFiglia di Maria Ausiliatrice.Alcuni anni dopo la superiora la mandain Costa Rica, presso il collegio SanJosé, come insegnante di musica e pittura.Nella cittadina le suore, oltre allascuola per le ragazze di buona famiglia,hanno aperto un oratorio festivo. Quisuor Maria incontra l’altra faccia delpiccolo stato del Costa Rica: la miseria.Queste ragazze povere e le loro famigliediventeranno la missione principaledella sua vita. Inventa il gruppo dellepiccole missionarie, allieve della scuolache portano in questi sobborghi cibo,sorrisi e catechismo. Fa nascere trentaseipiccoli oratori festivi per radunare ibambini, tenerli allegri e insegnare lorola fede.Ma come fare con gli ammalati? Sonopoveri, senza medicine, come curarli?Suor Maria si lamenta con la Madonna:– Tu a Lourdes hai fatto scaturireun’acqua che guarisce. Perché questapreferenza per Lourdes? Noi siamo tantolontani, non ne possiamo approfittare.Ma tutte le acque del mondo sono tue,anche quella di questo rubinetto della casa.Tu sei la Regina del mondo, e allorafammi questo favore: fai guarire i malatianche con quest’acqua qui!La sua preghiera non rimane inascoltata.Leonardo, uno dei suoi catechistimissionari, è a letto ammalato, non potràandare all’oratorio. Suor Maria gli porgel’acqua «santa» del rubinetto:– Bevi con fede, Leonardo!E dal quel giorno i miracoli furononumerosi, così come i benefattori chesosterranno la sua opera tanto da riuscirea costruire la casa dei poveri, dedicataa Maria, con dispensario medico, postiletto, mensa, accoglienza per gli orfanie corsi per apprendere un mestiere.Un’opera di carità gigantesca, nata dallafede profonda di questa umile suora, dichiaratabeata il 14 aprile 2002 da GiovanniPaolo II.❑salesiani l’angolo di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>delle 150º curiositàSuor Maria Romero Menenes.Coraggio!Fede e preghiera,ecco le nostre armie i nostri sostegni.21


pregare i salmiil Signore è il mio pastoreSalmo 22RobertaFORAIl Signore è il mio pastore:non manco di nulla.Su prati d’erba fresca mi fa riposare.Le prime parole del Salmo 22 ciproiettano immediatamente nella naturaincontaminata. L’immagine dei prativerdi ci fa pensare alle bellezze naturali,all’opera meravigliosa della Creazione.Poetica e significativa l’immagine di Diopastore, guida sicura per le sue pecore,attento ai bisogni di ciascuna.Scorrendo le parole di questo salmonon possiamo fare a meno di riallacciarcialla parabola della pecorella smarrita.Con essa Gesù vuole insegnarci che Dioama ciascuno di noi proprio come quelpastore che, persa una pecora, lascia lealtre per andarla a cercare e non si dà pacesino a quando non riesce a ritrovarla.Grande è quindi l’amore che il Signorenutre per ciascuno di noi ed il rapportofra ogni creatura e Lui è profondamenteintenso, particolare, speciale.Male non temoperché Tu sei con me:il tuo bastone mi guidae mi rassicura.Sentirsi profondamente amati dal Signoreè una grande sicurezza, ci aiuta asuperare gli ostacoli della vita, ci dà unamano per fronteggiarne le avversità. Èconfortante sapere che Dio è il bastoneal quale possiamo appoggiarci ogni giornoe con il quale possiamo acquisire laserenità, cancellando ogni dubbio, ognisorta di perplessità.Felicità e grazia mi accompagnanotutti i giorni della mia vita,abiterò nella casa del Signoreper la durata dei miei giorni.Se veramente ci fidiamo dell’Amoredi Dio possiamo e dobbiamo essere felici.Gesù Risorto è il senso della nostraesistenza, Egli è in noi e in ogni personache incontriamo ogni giorno: questoci aiuta a scoprire la vera gioia interiorecon lo sguardo proteso verso l’Eternità.In un mondo impregnato di tristezza,ancorato ai beni superflui, dove il miraggiodi una felicità basata su ciò cheè inutile ed effimero, rischia di allontanarcidal vero fulcro della nostra esistenza,dobbiamo far emergere la nostra testimonianzacristiana.Pregando allora questo salmo, chiediamoal Signore di aiutarci a crescerenella fiducia in Dio per riscoprire la gioiadel cuore.22Aiutaci, Signore,a credere profondamenteche Tu sei il vero sensodella nostra vita.Fa’ che aggrappandoci ogni giorno«al tuo vincastro»,sappiamo riconoscere i doniche Tu cospargi in abbondanzasul nostro cammino per poterraggiungere in pienezzala pace interiore,la felicità che dura per sempree superaregli ostacoli della nostra esistenza.


cronacaCRONACA DI LUCIANOFEBBRAIO (continua)Mercoledì 18. <strong>Don</strong> Alberto Poles conducei suoi studenti del CFP di Venezia,per visitare i luoghi natali di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> eSan Domenico Savio. In mattinata arriva ungruppo di pellegrini da San Carlo Canavese,con il loro parroco che concelebra alleore 11. Pranzano poi al Ristoro MammaMargherita.Sabato 21. In Istituto pernottano i ragazzidei gruppi Savio Club di 1ª, 2ª e 3ª media,animati da <strong>Don</strong> Mauro Balma e <strong>Don</strong>Alberto Martelli. Concluderanno con laSanta Messa, domani alle ore 15, nel Tempioinferiore.Domenica 22. Da oggi fino al 27 pernotta,nella Casa dei Giovani, un gruppo diBelgi provenienti da Liegi. Vengono seguiticon particolare cura da <strong>Don</strong> Hubert Geelen.Si ricorda oggi la festa della Cattedra diSan Pietro, anche se la liturgia è quella domenicale.Abbiamo una preghiera specialeper il Santo Padre, Benedetto XVI, affinchéil Signore lo illumini e conforti nello svolgimentodel suo alto ministero di confermarenella fede e nella carità la Chiesa Universale.Lunedì 23. Intorno alle ore 10 giungonoi ragazzi cresimandi di Cologno al Serio(BG): sono oltre 100 ragazzi accompagnatidal loro sacerdote. Dopo la visita guidata,hanno la Santa Messa alle ore 11,30.Nel pomeriggio visitano il <strong>Colle</strong> gli allievidelle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatricedi Conegliano di Treviso.Giovedì 26. L’insegnante di Religionedelle scuole elementari di Castelnuovo <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> e Buttigliera, organizza una visita al<strong>Colle</strong> dei ragazzi di 4ª e 5ª elementare. Passanouna bella giornata di visita e riflessionemolto ben organizzata e adattata a loro,sotto la guida del maestro Andrea Musso.Sabato 28. Da oggi sino al 4 marzo pernottanoal <strong>Colle</strong> i ragazzi della Scuola Mediadi Sassari con la professoressa Astara.MARZODomenica 1. Dopo aver dato inizio allaQuaresima lo scorso mercoledì 25 con l’imposizionedelle Ceneri, ci apprestiamo a vivereoggi la Prima Domenica di Quaresimacome tempo di forte ricarica spirituale,ammaestrati dalla Parola di Dio che ci aiutanella conversione, approfittando del momentofavorevole che il Signore ci concede.Mercoledì 4. Alla Casa dei Giovanigiunge un gruppo di ragazzi e ragazze dallaFrancia con suor Anne Marie.Sabato 7. Nell’Istituto pernottano, perun fine settimana di riflessione, i giovanidel Biennio delle scuole superiori dell’ICPcon <strong>Don</strong> Martelli. Hanno alcuni fortimomenti di riflessione personale e comunitaria(come la veglia di preghiera nel Tempiosuperiore alla sera dalle ore 22 in poi),e la Santa Messa la domenica 8 marzo nelTempio inferiore.In serata fa ritorno da Roma il nostroDirettore, <strong>Don</strong> Luigi Basset, dopo aver partecipato,insieme a tutti gli altri Direttori delPiemonte, Centro Italia e Sicilia, al corsodi Esercizi Spirituali predicati dallo stessoRettor Maggiore.Venerdì 13. Da Taranto le Figlie di MariaAusiliatrice conducono in pellegrinaggioun gruppo di ragazze.I Sacerdoti della zona ovest della Diocesidi Asti vivono un particolare momentodi ritiro spirituale nell’Istituto, guidati da<strong>Don</strong> Carlo Pertusati.Un gruppo di pellegrini di Benevento,visita nel pomeriggio e poi ha la Santa Messaalle ore 17.Alla Casa dei Giovani giunge, per 3 giornidi esercizi spirituali a sfondo vocazionale,un gruppo di giovani della Ispettoria Lombardasotto la guida di <strong>Don</strong> Erino Leoni.Sabato 14. In mattinata giungono i ragazzicresimandi di Tagliuno (BG), per duegiornate di ritiro.Per un fine settimana di formazione, nell’Istitutosono ospitati i giovani del triennioscuole superiori della ICP con <strong>Don</strong> LucaBarone e <strong>Don</strong> Alberto Martelli.Domenica 15. Abbiamo la presenza dellaParrocchia San Martino di Genova,che partecipa alla Santa Messa delle ore 11;e un gruppo di scout di Grugliasco che siritrova in una sala dell’Istituto.Nell’ambito della manifestazione «Golosaria»,si tiene, alle ore 15, il raduno deiSindaci del Monferrato e dei Vignaiolipiemontesi, per il lancio di una storica iniziativa:promuovere cioè l’iter per far proclamareSan Giovanni <strong>Bosco</strong> patrono deivignaioli italiani.LucianoPELISSEROBuonaPasqua23


Agenda9 Aprile: Giovedì Santoore 18: «Cena del Signore» - ore 21: Adorazione10 Aprile: Venerdì Santoore 18: «Celebrazione della Passione del Signore» - ore 21: Via Crucis11 Aprile: Sabato Santoore 21: Veglia Pasquale. Santa Messa12 Aprile: Pasqua di RisurrezioneSante Messe: ore 8 - 9,30 - 11 - 17 - 18,1513 Aprile: Lunedì di PasquaSante Messe: ore 8 - 9,30 - 11 - 17 - 18,1525 Aprile: Festa degli anniversari di MatrimonioSanta Messa: ore 11IMPORTANTE Il conto correntepostale inserito in ogni numero, mentreserve all’ufficio spedizioni come etichettadi indirizzo, intende offrire, a quanti lodesiderano, la possibilità di inviare il propriocontributo nei tempi e nei modi preferiti:non è assolutamente un sollecito dipagamento!GRAZIE a coloro che in varie maniere sostengono lavita e le iniziative del Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, favoriscono lastampa e la diffusione di questo periodico, condividonocon noi la costante attenzione per le missioni, per le varieurgenze di carità che da più parti e con frequenza chiedonosolidarietà. Ogni ultima domenica del mese le cinqueSs. Messe di orario sono celebrate per i benefattori, vivie defunti.COMUNICAZIONE - I dati e gli indirizzi per l’inviodella rivista “Il Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>” sono gestitiunicamente dall’amministrazione della rivista.Nel rispetto della legge 675/96, i dati personalidei nostri abbonati non saranno oggetto di comunicazioneo diffusione a terzi se non per ciò che riguardala spedizione della rivista o iniziative da essapromosse. In ogni momento potranno essere richiestemodifiche, aggiornamenti o cancellazione.AVVISO PER IL PORTALETTERE:in caso di mancato recapito restituire al mittente presso CMP Torino NORD.Il mittente si impegna a pagare la tassa dovuta.

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