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primo piano6inSansepolcro, che ha dato i natali a Pierodella Francesca e Fra Luca Pacioli, è unadelle poche città italiane che, fino ad oggi,non aveva un monumento dedicato aGiuseppe Garibaldi. La piazza dove si affacciail Palazzo Comunale e dove appareil Cristo della Resurrezione di Piero dellaFrancesca, è tuttavia dedicata da tempo all’eroedei Due Mondi e sulla facciata delPalazzo Pretorio sono collocate due lapidi:una di modeste dimensioni, posta nel1883, e un’altra più grande che ricorda inomi dei concittadini che parteciparono all’epopeagaribaldina. Quest’ultima fu postanel 1936 dal regime fascista per scopipropagandistici, secondo l’uso dell’epoca.Eppure a Sansepolcro la colonia dei repubblicanimazziniani è sempre stata attivae numerosa: basti ricordare il farmacistaAntonio Gigli che nel 1849, alla bellaetà di 61 anni, fu sul Gianicolo con Garibaldi,così come il poeta e letterato DonCarlo Fantoni e il medico Ferdinando Zanchi.A questi garibaldini, nel 1907, la SocietàOperaia volle dedicare un piccolomonumento nel cimitero locale. Al nucleoaltotiberino dei patrioti repubblicani appartenevanoanche i massoni che nel 1886costituirono ad Anghiari la loggia dedicataad Alberto Mario; l’officina fu poi trasferitae ricostituita a Sansepolcro nel 1896.Memori e depositari di questa tradizione, ifratelli biturgensi da sempre hanno mal digeritoche a Sansepolcro non esistesse unmonumento a ricordo di Garibaldi, come seil filo della storia si fosse interrotto e conesso la trasmissione di quegli ideali e di queivalori fondativi della nostra società. Così laloggia “Alberto Mario”, nella programmazionedelle sue attività per il corrente annomassonico, ha deliberato di colmare talevuoto. Quale modo migliore per celebrareil bicentenario della nascita di Garibaldi?Il 6 ottobre la “Alberto Mario” ha tenuto ilsuo dodicesimo convegno annuale, allapresenza di un foltopubblico di massoni enon, con il patrocinio delComune che ha ospitatol’incontro nella sua salaconsiliare al cui esternoè stata allestita una piccolaesposizione di cimelie ritratti dell’eroecurata da Paolo Mercati,membro della loggia. Oltreal sindaco Franco Polcri,erano presenti: ilGran Maestro GustavoRaffi, il Gran Maestro AggiuntoMassimo Bianchi,il presidente del Collegiocircoscrizionale della Toscana Stefano Bisie il Grande Archivista Vittorio Gnocchini.Il maestro venerabile Francesco Simonettiha aperto i lavori specificando che i contenutidi questa edizione hanno evitato l’usualetaglio scientifico e culturale per esprimersiin un gesto simbolico della loggia versola cittadinanza e riannodare i fili dellastoria. Il dono a Sansepolcro di un busto inbronzo del Gran Maestro Giuseppe Garibaldiè una di queste manifestazioni. L’opera,a grandezza naturale, è stata appositamenterealizzata dallo scultore FrancoAlessandrini, della “Alberto Mario”, da moltotempo residente negli Stati Uniti ma chenelle sue frequenti visite alla città d’originepartecipa con entusiasmo alle tornate dellasua loggia.Il venerabile Simonetti ha espresso al sindacoil desiderio dei fratelli di Sansepolcrodi vedere il busto collocato in PiazzaGaribaldi, vicino alla grande lapide che ricordai numerosissimi b<strong>org</strong>hesi (così sichiamano confidenzialmente tra loro i cittadinidi Sansepolcro) che parteciparonocome volontari alle campagne garibaldine.Il sindaco Polcri, ringraziando per la significativadonazione, ha rievocato la figuracronacafusa ad arte, anche da certe personalitàecclesiastiche, sul cambiamento della posizionedella Chiesa nei confronti dellaMassoneria e di quanti sostengono, addirittura,che sarebbe auspicabile una collaborazionefra la Chiesa e la Massoneriapoiché, in fondo, hanno un campo comune,quello della beneficenza, delle iniziativesolidaristiche che sono perseguite conconnotazioni diverse per confluire in unicoprogetto: il benessere dell’Umanità. Affermazioniche non hanno nessun fondamento”,aveva concluso il vescovo, monsignorNegri.La Voce di Romagna, 29 ottobre 2007celebrazioni garibaldicelebrazioni garibaldicronacaSANSEPOLCRO / Festeggiamenti della loggia “Alberto Mario” per il bicentenariodel grande patriotaLa città ha ora il suo GaribaldiIl convegnodi Garibaldi come simbolo dell’unità dellanazione e di tutti gli Italiani. Ha ricordatocome il 26 luglio 1849, in ritirata dopo lacaduta della Repubblica Romana, il generalenon poté sostare a Sansepolcro, nonostanteuna larga maggioranza di b<strong>org</strong>hesifosse pronta a sostenerlo, perché una colonnadi circa duemila austriaci era in rapidamarcia da Monterchi verso Sansepolcroe quindi la città non era sicura. Quelgiorno, però, Ciceruacchio e Don Ugo Bassifurono ospitati in casa Lazzerini, a PortaRomana, e incitarono la folla festosa radunatasotto le finestre del palazzo sullaVia Maestra (oggi via XX Settembre), algrido di: “Viva Cristo repubblicano!”.Il Gran Maestro Gustavo Raffi, nel chiuderela manifestazione, ha ricordato gli idealie i valori che ispirarono Garibaldi e tutticoloro che parteciparono al Ris<strong>org</strong>imentoin nome di una unità nazionale laica e repubblicana.All’epoca di Garibaldi tali valoripotevano assomigliare a un’utopia, maerano il fine concreto a cui tendere. Ancoraoggi, più che mai attuali, hanno mantenutointatto il loro ruolo guida: la Massoneriadel Grande Oriente d’Italia ne è custodee promotrice per una società libera.numero 19-20 / 2007

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