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Omelia per la visita della Madonna di Bonaria 15.05.2008

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convinto del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio, sull’esempio <strong>di</strong> Maria <strong>la</strong> madre del Crocifisso, ci può aiutare a<strong>di</strong>ventare custo<strong>di</strong> <strong>di</strong> riconciliazione e <strong>di</strong> <strong>per</strong>dono. Tante <strong>per</strong>sone conservano nel riserbo del<strong>la</strong> lorocoscienza domande <strong>di</strong> mistero e <strong>di</strong> dubbio <strong>di</strong> fronte al male inspiegabile, al<strong>la</strong> sofferenza innocente,al<strong>la</strong> violenza gratuita. Anche esse, con <strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio e <strong>la</strong> forza dello Spirito, possono<strong>di</strong>ventare custo<strong>di</strong> del<strong>la</strong> fede e del<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza, e possono trasformare le stagioni del male nellestagioni del<strong>la</strong> grazia.Per quanto riguarda l’insegnamento evangelico sul<strong>la</strong> vita <strong>di</strong> s<strong>per</strong>anza, il cristiano si sente debitore <strong>di</strong>una s<strong>per</strong>anza che ha ricevuto senza merito e che deve comunicare agli altri senza ricompensa. Eglidà ragioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> futuro nel<strong>la</strong> misura in cui vive un'attesa da pellegrino in terra straniera. Nel<strong>la</strong>pasqua <strong>di</strong> liberazione dell'antico Israele, quando l'angelo del Signore è passato, il popolo si è messoin cammino, e ha <strong>la</strong>sciato <strong>la</strong> terra straniera senza esitazione e senza spiegazione. Il cristiano è bencosciente che non vive nel<strong>la</strong> sua patria d'arrivo, che non vive nel<strong>la</strong> stabilità e passività del<strong>la</strong> metaraggiunta. Colui che s<strong>per</strong>a vive il paradosso <strong>di</strong> essere nel mondo, ma non del mondo e, vivendolo,comunica ad altri il fascino <strong>di</strong> una vita ormai nascosta in Cristo. La s<strong>per</strong>anza cristiana, lungidall'essere un vago sentimento che le cose andranno bene, che anche dal male verrà al<strong>la</strong> fine delbene, che le cose dure del<strong>la</strong> vita prima o poi termineranno, è uno sguardo che sa attraversare <strong>la</strong>morte senza evitar<strong>la</strong>, ma dandole significato al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> pasqua <strong>di</strong> Gesù. Sanno dare segni <strong>di</strong>s<strong>per</strong>anza gli uomini e le donne che trasformano l'es<strong>per</strong>ienza inevitabile del<strong>la</strong> sofferenza in unapagina <strong>di</strong> vangelo del<strong>la</strong> vita e del coraggio. S<strong>per</strong>are implica credere che esiste una rispostasignificativa alle domande gran<strong>di</strong> del<strong>la</strong> vita, non attingendo<strong>la</strong> al<strong>la</strong> forza delle idee chiare e <strong>di</strong>stinte,ma al<strong>la</strong> capacità donata dall'alto <strong>di</strong> scorgere fari <strong>di</strong> luce nel mare oscuro delle cose incerte. S<strong>per</strong>areimplica, <strong>per</strong>ò, credere che esiste una risposta anche alle domande deboli. Nel<strong>la</strong> vita, infatti, non cisono solo le domande gran<strong>di</strong>. Spesso si devono fare i conti con le s<strong>per</strong>anze deboli, che non sononecessariamente domande meschine. Si tratta <strong>di</strong> s<strong>per</strong>anze comuni, quoti<strong>di</strong>ane, <strong>di</strong> cose buone, come<strong>la</strong> salute fisica, <strong>la</strong> pace sociale, <strong>la</strong> concor<strong>di</strong>a familiare. Queste s<strong>per</strong>anze sono"ragionevoli,"umanamente degne, ma devono <strong>di</strong>ventare capaci <strong>di</strong> generare nell'anima l'attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>affrontare e accogliere <strong>la</strong> vita nel<strong>la</strong> sua interezza, come dono sempre nuovo <strong>di</strong> Dio.Cari amici, nel mio stemma episcopale ho voluto raffigurare <strong>la</strong> stel<strong>la</strong> del mare. Concludo, allora,queste mie riflessioni, rivolgendomi a Maria stel<strong>la</strong> del mare con <strong>la</strong> preghiera <strong>di</strong> Benedetto XVI, checonclude<strong>la</strong> sua enciclica sul<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza: “Santa Maria, tu appartenevi a quelle anime umili e gran<strong>di</strong> in Israeleche, come Simeone, aspettavano « il conforto d'Israele » (Lc 2,25) e attendevano, come Anna, « <strong>la</strong>redenzione <strong>di</strong> Gerusalemme » (Lc 2,38). Tu vivevi in intimo contatto con le Sacre Scritture <strong>di</strong>Israele, che par<strong>la</strong>vano del<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza – del<strong>la</strong> promessa fatta ad Abramo ed al<strong>la</strong> sua <strong>di</strong>scendenza (cfrLc 1,55). Così compren<strong>di</strong>amo il santo timore che ti assalì, quando l'angelo del Signore entrò nel<strong>la</strong>tua camera e ti <strong>di</strong>sse che tu avresti dato al<strong>la</strong> luce Colui che era <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza <strong>di</strong> Israele e l'attesa delmondo. Per mezzo tuo, attraverso il tuo « sì », <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza dei millenni doveva <strong>di</strong>ventare realtà,entrare in questo mondo e nel<strong>la</strong> sua storia. Tu ti sei inchinata davanti al<strong>la</strong> grandezza <strong>di</strong> questocompito e hai detto « sì »: « Eccomi, sono <strong>la</strong> serva del Signore, avvenga <strong>di</strong> me quello che hai detto» (Lc 1,38). Quando piena <strong>di</strong> santa gioia attraversasti in fretta i monti del<strong>la</strong> Giudea <strong>per</strong> raggiungere<strong>la</strong> tua parente Elisabetta, <strong>di</strong>ventasti l'immagine del<strong>la</strong> futura Chiesa che, nel suo seno, porta <strong>la</strong>s<strong>per</strong>anza del mondo attraverso i monti del<strong>la</strong> storia. Ma accanto al<strong>la</strong> gioia che, nel tuo Magnificat,con le parole e col canto hai <strong>di</strong>ffuso nei secoli, conoscevi pure le affermazioni oscure dei profetisul<strong>la</strong> sofferenza del servo <strong>di</strong> Dio in questo mondo. Così tu rimani in mezzo a noi, tuoi <strong>di</strong>scepoli,come Madre del<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza. Santa Maria, Madre <strong>di</strong> Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, s<strong>per</strong>areed amare con te. In<strong>di</strong>caci <strong>la</strong> via verso il suo regno! Stel<strong>la</strong> del mare, bril<strong>la</strong> su <strong>di</strong> noi e guidaci nelnostro cammino”!Amen.

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