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50Secondo alcuni quel Cunuaureu indicatotra Clavenna e Curia (Coira) dalla TabulaPeutingeriana, è l’attuale Montespluga.Secondo altri è il passo. Ma nei documentitardomedievali, a partire dal XIVsecolo, questa località è detta “Ca’ de lamontagna” per via dell’ospizio che oggiè l’albergo Vittoria. E così fu chiamatoper secoli fino all’Ottocento, quando, conl’arrivo nel 1822 della prima carrozzabilevoluta dagli Austriaci che da sette annidominavano in valle, gradualmente siandò imponendo il nome di Montespluga.Contemporaneamente il nome di Spluga,che aveva il paese a sud del passo, conl’annessione dei Grigioni alla Svizzeraandava tedeschizzandosi in Splügen,com’è oggi.Alla “Ca’ de la montagna” c’era il lungofabbricato dell’ospizio e della dogana,che nel Settecento apparteneva a protestantie che passò poi di proprietà di certoGiuseppe Agosti, il quale ottenne dallaSanta Sede il permesso di aprirvi unachiesetta interna. Costruita la carrozzabiledello Spluga, si pensò tre anni dopoa una nuova chiesa, che fu costruita conrivestimento in pietra a vista sul lato oppostodella strada e inaugurata nel 1832,dedicandola a san Francesco d’Assisi.Sul retro dello stabile fu ricavata la sededel cappellano e quella dei cantonieri,addetti alla manutenzione della strada.Sono gli anni del passaggio di illustriviaggiatori, alcuni dei quali immortalarononelle loro stampe il villaggio di Montespluga,altri ne fissarono le impressioninei loro appunti di viaggio. Divertente èquanto scrive Rodolphe Töppfer nel suo“Voyages en zigzag ou excursions d’unpensionnat”, pubblicato a Ginevra nel1844. Egli, parlando del rientro in Svizzeraattraverso la dogana di Montespluganel 1839, racconta del commissarioaustriaco che trovò un giovane della suacompagnia senza documenti, tenendotutti in fi la, al freddo, per tre quarti d’ora,prima di lasciarli passare. La burocraziaaustriaca era infl essibile.A Montespluga avvenne per secoli ancheil carico e scarico delle merci a curadell’associazione dei Porti, costituita trail comune unico di val San Giacomo ealtri cinque nei Grigioni fi no a Coira. Alpassaggio da un comune all’altro le mercivenivano caricate al trasportatore delcomune successivo.Si sa che gli invasi creati nel ’900 perla produzione dell’energia elettrica hannosepolto alpeggi e baite, cambiandola fi sionomia dei luoghi, ma anche seppellendopaesi interi. Questo non è fortunatamenteavvenuto a Montespluga,dove la società interregionale Cisalpinanel 1931 completò la costruzione dellosbarramento della Stuetta, allagando laconca davanti al paese.E proprio questo grande specchio d’acqua,sorto dove già esisteva uno stagnonaturale, ha contribuito a mantenere ilsapore e l’atmosfera ottocentesca che sirespira ancora oggi a Montespluga. Senzail grande lago sarebbero sorte secondecase sulle sponde e sul fondovalle,per cui – in questo caso – il “progresso”,anziché distruggere, ha salvaguardato unpaese e il suo piano.Ora Montespluga è una tappa obbligataper chi percorre a piedi la storica Via-Spluga da Thusis a Chiavenna. E il passaggiodel Cardinello, che da uno deglisbarramenti si diparte, costituisce unadelle tratte più suggestive e impressionantidell’intero itinerario italo-svizzero,intagliata com’è nella roccia a mezzacosta del versante sinistro della valle delLiro, che scende verso Isola.

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