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La percezione del rischio e il rischio della percezione: il caso della ...

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ASPETTI SANITARI DELLA SICUREZZA STRADALE2. I riflessiUna grande fiducia nella rapidità dei propri riflessi è alla base di molte tragedie,in particolare dei giovani. Questa fiducia porta a sottovalutare la complessità<strong>del</strong> sistema UAV.Molte volte, poi, <strong>il</strong> credere di avere riflessi rapidi è basato su esperienze chenon colgono, se non in minima parte, le capacità che debbono essere messe ingioco sulla strada.Supponiamo, infatti, di aver misurato con uno dei tanti apparecchi disponib<strong>il</strong>i,la rapidità dei nostri riflessi (ad esempio, con un apparecchio che emetteun segnale sonoro o luminoso, in seguito al quale <strong>il</strong> soggetto deve premererapidamente un pulsante). Ora, risultare “rapidi” in questa prova attesta certobuone capacità di risposta, ma per quella prova: in altre situazioni, forse, lecose potrebbero non essere così soddisfacenti. Infatti, nella prova immaginata<strong>il</strong> soggetto che attende sa che da lì a poco l’apparecchio emetterà <strong>il</strong> segnale, esa anche che cosa deve fare in risposta allo stimolo.Nella realtà di ogni giorno, le cose non sono così semplici. Schematizzandomolto <strong>il</strong> tutto, quello che va considerato è quanto segue: tra un certo stimolo euna certa azione di risposta c’è una catena complessa che deve essere percorsa,catena che – per ben memorizzarla – abbiamo indicato con l’acronimoPERIDEA (la si fissa fac<strong>il</strong>mente ricordando la frase “nemmeno per idea”).L’acronimo nasce dalla struttura sequenziale <strong>del</strong>la catena, data daPercezione-Riconoscimento-Decisione-Azione.In primo luogo bisogna, dunque, percepire: e questo non è sempre dettoche avvenga (ad esempio, tra noi e quello che dovremmo percepire potrebbeesserci un ostacolo). Una volta percepito qualcosa, <strong>il</strong> nostro cervello deve“riconoscere”, cioè categorizzare, <strong>il</strong> percepito. Capita talora di “vedere e nonaccorgersi”. Riconosciuti i caratteri salienti <strong>del</strong> segnale, bisogna poi decidere <strong>il</strong>da farsi, magari rapidamente se si è identificata una situazione di pericolo: nonsempre questo è immediato, ognuno può in certe condizioni “esitare”. Decisoche si sia, comunque, bisogna dar corpo alla decisione, agire. E anche questorichiede <strong>del</strong> tempo.Sia pur su un mo<strong>del</strong>lo altamente semplificato come quello qui ut<strong>il</strong>izzato,dovrebbe essere ben chiaro ora cosa intendevamo all’inizio: nella prova diriflessi ipotizzata, si conosce già che qualcosa sarà nel breve percepito, c’è benpoco da riconoscere, ben poco da decidere, solo agire.Si provi, a mò di esercizio, ad immaginare l’influsso sulla durata <strong>del</strong>lediverse fasi <strong>del</strong>la catena PERIDEA di condizioni di scarsa visib<strong>il</strong>ità, <strong>del</strong>l’ebbrezzaindotta dall’alcol o dalle droghe, <strong>del</strong>la sonnolenza, <strong>del</strong>la stanchezza edi altro ancora.3. <strong>La</strong> velocità (1)In genere, <strong>il</strong> cervello valuta linearmente <strong>il</strong> <strong>rischio</strong> legato alla velocità: se atot km/h c’è un certo <strong>rischio</strong>, raddoppiando la velocità sembra che <strong>il</strong> <strong>rischio</strong>356

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