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Il paradosso milanese. Tra negazione e buone prassi - Cidi di Milano

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Ed è questo il primo aspetto del <strong>paradosso</strong> <strong>milanese</strong>: la <strong>negazione</strong>.<strong>Il</strong> fenomeno non esiste, se proprio se ne ammette l’esistenza si considera pienamenteaffrontato con l’accesso e la frequenza (li facciamo venire nelle nostre scuole checosa volete <strong>di</strong> più?). So che in altri contesti si possono svolgere considerazionianaloghe sugli effetti dei cinque anni che ci rilasciamo alle spalle - ci auguriamodefinitivamente - ma a <strong>Milano</strong> il combinato congiunto della <strong>negazione</strong> <strong>di</strong> Governo,Regione e Comune ha provocato effetti devastanti. La Scuola è stata lasciata sola e havisto progressivamente <strong>di</strong>minuire risorse, umane ed economiche, supplendo con latenacia degli insegnanti e la comprensione <strong>di</strong> genitori decisamente migliori del cetopolitico che li governa.Le <strong>buone</strong> <strong>prassi</strong> condotte dalle scuole milanesi negli anni precedenti che non soloavevano “retto” l’inclusione, ma avviato interessanti sperimentazioni <strong>di</strong> percorsi<strong>di</strong>dattici interculturali, anche coinvolgendo le famiglie (quasi unico presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione culturale tra le famiglie immigrate e le istituzioni citta<strong>di</strong>ne) sono statemortificate, non sostenute né generalizzate. E la scuola, da sola, non ce la fa più.Che fa infatti il Comune? Poco e <strong>di</strong> nascosto, quasi in “clandestinità”per non<strong>di</strong>sturbare la sensibilità politica <strong>di</strong> AN e Lega su questi temi.Fino allo scorso anno si è limitato ai menù <strong>di</strong>fferenziati della <strong>Milano</strong> Ristorazione e apochi progetti a sostegno dell’integrazione tramite i finanziamenti derivanti daitrasferimenti delle leggi 285 e 40; non garantisce facilitatori e me<strong>di</strong>atori neanche neiservizi a gestione <strong>di</strong>retta (dai ni<strong>di</strong> e materne fino alla formazione professionale e alleserali; alle materne peraltro non accoglie figli <strong>di</strong> stranieri senza permesso <strong>di</strong>soggiorno, neanche in attesa (ve<strong>di</strong> anche la Circolare <strong>di</strong> quest’anno).Solo dallo scorso anno, grazie alla tenacia delle Opposizioni che sono riuscite a<strong>di</strong>mporre un emendamento da 600.000 euro al Bilancio 2005 chiaramente finalizzato,sono partiti ufficialmente laboratori ed interventi <strong>di</strong> sostegno alla scuola statale (ve<strong>di</strong>allegato): ma anche su questo nessuna informazione, nessuna conferenza stampadell’Assessore Simini, normalmente così attento alla sua immagine. E nella proposta<strong>di</strong> Bilancio 2006 troviamo la somma ridotta ad un terzo.3. Nuovi problemi si affaccianoLa vicenda <strong>di</strong> via Quaranta, e la sua pessima gestione, è stata para<strong>di</strong>gmatica nelsegnalarci che la pur importante e irrinunciabile opzione dell’integrazione non è dasola più sufficiente <strong>di</strong> fronte ad una società sempre più multiculturale e multietnica;ma a <strong>di</strong>rci anche la pochezza <strong>di</strong> una <strong>Milano</strong>, che si vorrebbe europea, incapace <strong>di</strong>affrontare il caso <strong>di</strong> 300 bambini e ragazzi egiziani, le cui famiglie vorrebbero unascuola privata.3

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