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Le bombe a Savona

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segnalare, ancora una volta, il comportamento solidale mantenuto dallapopolazione della nostra città in quel drammatico frangente.L'attacco rivolto alla vita democratica savonese fu respinto unitariamente congrande dignità, compostezza e senso di partecipazione popolare. Unapartecipazione che culminò nel grande moto della vigilanza di massa, diretta daiConsigli di Quartiere, che ebbero una funzione determinante, purtroppo non piùripetuta in seguito in una forma così incisiva.A ricordo di quello slancio vivo di presenza popolare rimane, al largo di CorsoMazzini, il piccolo monumento a memoria di Fanny Dallari, vittima innocente diquella tragedia.Oltre allo sviluppo intenso che la vita democratica della Città aveva segnato neglianni immediatamente precedenti ai fatti appena ricordati ed accanto al potenziale didemocrazia dal basso, espressasi attraverso la vigilanza di quartiere, si affermòanche tutta l'autorevolezza e la capacità di mobilitazione delle istituzioni e delsindacato.Chi vi partecipò, ricorda l'eccezionale manifestazione di Piazza Saffi, svoltasi allapresenza di 30.000 persone, con la partecipazione del segretario nazionale dellaCISL, Luigi Macario; fu un momento probabilmente irripetibile, in cui parve possibileche le forze popolari fossero in grado di prendere in mano il destino democraticodella città e cambiare il corso della storia.NotaIl contenuto del paragrafo fa largo riferimento a due punti. La prima è la relazionesvolta da Franco Astengo, cultore di materia presso la facoltà di Scienze Politichedell’Università di Genova, nel corso del convegno “A vent'anni dalle <strong>bombe</strong> di<strong>Savona</strong>”. Il congresso si tenne presso il Palazzo della Provincia <strong>Savona</strong> il 14Novembre 1994 (ricorrenza del ventennale degli attentati). Vi parteciparono ancheMarcello Zinola, giornalista del Secolo XIX , e il magistrato Francantonio Granero,Sostituto Procuratore della Repubblica, che all'epoca indagò sui fatti. La secondaparte è l'articolo, apparso l''8 Novembre 2004 (a trent'anni di distanza dai fatti) sulquotidiano “Il Manifesto”, scritto da Franco Astengo.CRONOLOGIA DELLE BOMBE¬APRILE 1974. A <strong>Savona</strong>, Spotorno, Varazze e Torre del Mare vengono date allefiamme numerose auto. Gli attentatori lasciano bene in vista messaggi firmati“BRIGATE ROSSE”. Si tratta di un primo campanello precedente alle vere e proprie<strong>bombe</strong>.¬30 APRILE. In via Paleocapa, nel cuore della città, a poche decine di metri dalcinema “Astor”, dove è in programmazione il film “Mussolini ultimo atto”, vienefatta esplodere una potente carica di esplosivo al plastico. La bomba era statacollocata nel portone del caseggiato in cui abitava il Senatore democristiano FrancoVaraldo. L’esplosione, avvenuta alle 21, non provoca vittime, ma ingenti danniall’edificio, le cui scale crollano in parte, mentre il pesante portone dello stabile èproiettato all’esterno e sfascia un’auto in sosta. Tra gli abitanti si diffonde solo unagrande paura a cui fa immediatamente riscontro l’indignazione e la protesta di tuttele forze democratiche e antifasciste. L’attentato si configura come unaprovocazione, nella ricorrenza del primo maggio, per la vicina scadenza delreferendum sul divorzio e sembra voglia evocare il clima e lo spirito di tensione che4

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