teatroFedericoSalvatore,la dignitànon stancaDa anni non compare in tv, ma ogni voltache è in scena riempie i teatri.Giovedì 13 maggio <strong>il</strong> “cantattore” FedericoSalvatore porterà sul palcodel Teatro dell’Opera di Lucera <strong>il</strong> suo ultimolavoro, Fare <strong>il</strong> Napoletano Stancadi Luigi LioceLUCERA Ci sono momenti talmente luminosi <strong>il</strong> cui ricordo br<strong>il</strong>ladi eternità. Attimi di sempre, per dirla con Muriel Barbery. Quadraturedel cerchio. Come incontrare in carne e ossa la propria icona, coluiche - senza saperlo - ci ha spinto a fare scelte che hanno cambiatoper sempre la nostra vita, e sentirsi dire “è importante camminarea testa alta, non lo fa quasi nessuno, si è meno protetti ed è fac<strong>il</strong>eprendere gli schiaffi, ma le scelte di dignità portano prima o poigratificazioni che vanno oltre <strong>il</strong> successo commerciale”. A riceverequesto nob<strong>il</strong>e consiglio è stato Federico Salvatore. A donarglieloGiorgio Gaber. I più ricordano <strong>il</strong> “cantattore” napoletano grazie altormentone Azz, ai vari “Incidenti” al Vomero, in banca, in paradiso,e per le spassose Ninne Nanne. é <strong>il</strong> 1994, la sua partecipazioneal Maurizio Costanzo Show garantisce a Federico Salvatore unavisib<strong>il</strong>ità che gli permette di ricevere due dischi di platino, di prendereparte al cast del Festivalbar 1995, e di pubblicare per Mondadori<strong>il</strong> libro <strong>dal</strong> titolo "Azz... Un anno con Federico e Salvatore”.Poi cosa è successo?Poi mi sono sentito ingabbiato: per me era divertente essere<strong>il</strong> Federico Salvatore di Azz, ma non potevo limitarmi solo aquello. Il pubblico televisivo mi ha conosciuto direttamente nellevesti del cabarettista che interpretava le due tipologie di napoletano,lo snob e <strong>il</strong> cafone, ma per formazione e vocazione lamia passione è sempre stata quella del teatro-canzone, sonocresciuto con e grazie a Giorgio Gaber e Fabrizio De André che,a loro volta, mi hanno fatto conoscere chansonnier francesiNON SOPPORTO LO STEREOTIPODEL NAPOLETANO SIMPATICO E FURBETTOCHE SI BARCAMENA PER TIRARE A CAMPAREcome Brel e Brassens. Non a caso, due dei miei quattro figli sichiamano Jury Giorgio e Fabrizio.Il desiderio di affrancarsi dai suoi personaggi comici lo hapalesato già nel 1996, portando sul palco di Sanremo Sullaporta: un testo forte che racconta del rapporto conflittualetra un ragazzo gay e sua madre.Sì, quella è stata una spia d’allarme per gli addetti ai lavori chepreferivano che continuassi con Azz e non intraprendessi la stradadella denuncia sociale. A questo aggiungiamo che avevo scelto dirimanere a Napoli, lontano dai salottini romani.Un veloce flash forward e parliamo di oggi. Da poco èuscito Fare <strong>il</strong> napoletano Stanca, l’ultimo dei tre albumdopo L’Osceno del V<strong>il</strong>laggio e Dov’è l’individuo, che segnanola sua svolta cantautorale. Che cosa racconta inquesto nuovo lavoro?Esprimo tutto <strong>il</strong> rammarico che provo quando mi accorgo che unartista napoletano può affermarsi solo se usa come mezzo disopravvivenza la simpatia, perpetuando lo stereotipo del partenopeofurbetto che ut<strong>il</strong>izza i soliti espedienti per tirare a campare. Infatti,ho voluto sulla copertina dell’album un Pulcinella nero, per rappresentarela morte del cliché del napoletano scaltro. Antropologicamenteparlando, io amo Pulcinella perché nella commedia dell’arterappresentava la maschera che prendeva di mira tutti, potenti enon. Il mio desiderio più grande è che gli artisti napoletani possanoaffermarsi per <strong>il</strong> loro talento, senza dover assecondare stereotipiconsumati, e rappresentare degnamente Napoli.Così come gli scrittori che hanno ispirato i pezzi del nuovoalbum. È vero che durante <strong>il</strong> suo es<strong>il</strong>io che profuma di libertà18
ha spento i 52 pollici della sua tv e ha acceso la lampadasui 3000 indici dei libri che arredano la sua stanza?Sì, è vero, ho letto moltissimo. E proprio <strong>dal</strong>la lettura di “Le dueNapoli” di Domenico Rea e “L’armonia perduta” di Raffaele LaCapria nasce l’idea di questo spettacolo, come da “Una nuvolacome tappeto” del grande Erri De Luca ho partorito “Se pensosotto sopra”, in cui ipotizzo un’Italia rovesciata dove per andareal Nord bisogna salire verso sud.In Se fossi San Gennaro (2002), ballata con la quale sotterradefinitivamente la macchietta di Azz e con la quale, propriocome un Pulcinella, spara a zero su tutto quello che di Napolie dei napoletani non sopporta, c’è un riferimento esplicitoa Renzo Arbore.“Io non posso sopportare che un signore nato a Foggia portaNapoli nel mondo e la stampa lo incoraggia”: questa è la frasealla quale fai riferimento. Ovviamente non ho nulla da dire sultalento di Renzo Arbore e non ce l’ho affatto con lui. Chi esportaNapoli nel mondo? Arbore, appunto, Bocelli o prima di lui Pavarotti,ma le grandi voci napoletane dov’erano? Dove sono? Se avessipotuto, lo avrei fatto io ma non sono un cantante, non ho unostrumento vocale sim<strong>il</strong>e, sono solo un attore intonato che raccontain musica la sua visione della realtà, in maniera ironica, incazzatae dis<strong>il</strong>lusa. Non a caso nel concerto-spettacolo che porto in scenain questi mesi c’è molta attualità: Cenerentola che si innamora diBriatore, la Sirenetta accompagnata a Palazzo Grazioli e lo spietatoBarbablù che trasforma l’immondizia in danaro.Ma anche le sempre richiestissime Azz e le Ninne nanne…Certo, proprio perché non rinnego nulla. È stato un periodo stupendodella mia vita, ma ora faccio davvero quello che amo di più. Io miritengo davvero fortunato: per me tutto questo non è un lavoroma la possib<strong>il</strong>ità di coltivare ogni giorno la mia più grande passione.E per rendersi conto <strong>dal</strong> vivo del talento appassionato di FedericoSalvatore si potrà prendere parte all’ultimo appuntamento delPoker delle Risate, la fortunata rassegna di teatro comico organizzatada Mario Savino al Teatro dell’Opera di Lucera. Lospettacolo, che avrà inizio alle 21.00, si avvarrà della collaborazionedel fonico Alberto Reggia e di quattro ottimi musicisti: Luigi Zaccheo,Giacomo Anselmi, Menotti Minervini e Daniele Iacono.i: 0881.318040; 0881.530840Enarché, one week on stageFoggia La compagnia foggiana Enarché questasettimana sarà quasi tutti i giorni in scena.Venerdì 7 maggio, alle 20.30, al Teatro del Fuoco,per raccogliere fondi in favore di Telethon,metterà in scena Ma chi me lo ha fatto fare,commedia in vernacolo diretta da Fulvio di Martinoe scritta da Matteo Bonfitto.Sabato 8 e domenica 9 maggio, alle 20.30, alTeatro Regio di Capitanata continuano le replichedella spassosa Grazia, Graziella e Graziò; mentre,giovedì 13 maggio, alle 20.30, di nuovo al Teatrodel Fuoco, la compagnia Enarché rappresenteràl’opera di Shakespeare I due Gent<strong>il</strong>uomini diVerona. i: 347.838160819