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il museo e la conoscenza del pubblico - Istituto per i Beni Artistici ...

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La realizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblicazione “Il <strong>museo</strong> e <strong>la</strong> <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong><strong>pubblico</strong>: gli studi sui visitatori” è stata suggerita dal<strong>la</strong> partecipazione<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>Beni</strong> Culturali al progetto “Pro Spectatore”, finanziato dalProgramma Socrates Grundtvig 2 nel 2003-2004.Finalizzato a sv<strong>il</strong>uppare strumenti di analisi dei bisogni e <strong>del</strong>le aspettativedei visitatori dei musei, in partico<strong>la</strong>re <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> adulto, <strong>il</strong> progetto hadato vita a un gruppo di <strong>la</strong>voro di circa quindici <strong>per</strong>sone, composto dao<strong>per</strong>atori museali attivi negli ambiti <strong>del</strong><strong>la</strong> didattica, <strong>del</strong> marketing e <strong>del</strong><strong>la</strong>comunicazione, scelti da ciascuna <strong>del</strong>le organizzazioni partner (oltre a IBC,l’<strong>Istituto</strong> Malopolska di Cracovia e l’Associazione dei Musei O<strong>la</strong>ndesi).Nel corso <strong>del</strong> progetto sono stati realizzati tre seminari tematici – sulmarketing e <strong>la</strong> <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>, sul<strong>la</strong> fi<strong>del</strong>izzazione dei visitatori,sulle strategie <strong>per</strong> coinvolgere utenti di diverse etnie e culture - ciascunoospitato e organizzato da uno degli enti partner.Nel corso <strong>del</strong> seminario tenutosi a Bologna nel marzo 2004, AlessandroBollo ha tenuto una lezione sul marketing dei musei e dei beni culturali esugli strumenti <strong>per</strong> conoscere caratteristiche e comportamenti <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>.Su questi temi gli abbiamo chiesto di ritornare, rivisitandoli in modo piùsistematico e completo, così da renderli disponib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> un <strong>pubblico</strong> piùampio di lettori nell’intento di contribuire in questo modo a quell’o<strong>per</strong>a didivulgazione dei risultati di progetti europei che, quasi sempre prodotti ininglese, tendono a restare confinati nel<strong>la</strong> cerchia <strong>del</strong>le organizzazioni e <strong>del</strong>le<strong>per</strong>sone direttamente coinvolte.Il taglio pratico e manualistico <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblicazione è stato scelto <strong>per</strong>consentirne l’ut<strong>il</strong>izzo immediato da parte degli o<strong>per</strong>atori dei musei <strong>del</strong>l’Em<strong>il</strong>ia Romagna, ma non solo, che con sempre maggiore attenzioneguardano a metodologie e strumenti <strong>per</strong> conoscere e comprendere idestinatari finali <strong>del</strong>le iniziative e dei programmi culturali intrapresi.Valentina GalloniMargherita Saniwww.prospectatore.pl2


INDICE1. Introduzione 42. Conoscere <strong>il</strong> <strong>pubblico</strong> 53. Prima <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca 94. Le fasi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca 135. Approccio quantitativo e approccio qualitativo 146. Gli strumenti più ut<strong>il</strong>izzati in ambito museale 157 . II campionamento: quanto, quando e come 218. II questionario 298.1 Questionario autocomp<strong>il</strong>ato, questionario somministrato 308.2 L'incipit <strong>del</strong> questionario 318.3 II questionario: lunghezza e ordinamento <strong>del</strong>le domande 328.4 Come formu<strong>la</strong>re le domande 338.5 Domande a<strong>per</strong>te o domande chiuse 358.6 Nero su bianco: i temi e le domande 389. Un approfondimento: <strong>la</strong> valutazione come strumento 529.1 I tre stadi <strong>del</strong><strong>la</strong> valutazione 579.2 La valutazione front-end 579.3 La formative evaluation 609.4 La summative evaluation 6310. Glossario 7111. Risorse bibliografiche 793


1. IntroduzioneL’obiettivo di questa mini-guida <strong>per</strong> lo studio dei visitatori <strong>del</strong> <strong>museo</strong> èduplice: da una <strong>la</strong>to si intende fornire un quadro di riferimentometodologico che contribuisca a chiarire <strong>il</strong> significato e gli obiettivi diquesto tipo di indagine, che introduca alle diverse forme di <strong>conoscenza</strong><strong>del</strong>l’utenza, che evidenzi le potenzialità così come i limiti insiti in ogniprocesso di ricerca. Dall’altro si vuole proporre uno strumento o<strong>per</strong>ativo difac<strong>il</strong>e lettura e consultazione che agevoli <strong>il</strong> compito <strong>del</strong> <strong>museo</strong> qualora sitrovi nel<strong>la</strong> condizione di dialogare e interagire con un soggetto terzoincaricato di effettuare una ricerca o decida di avviare in proprioun’indagine sul <strong>pubblico</strong>. Nel testo vengono forniti esempi e consigli pratici<strong>per</strong> <strong>la</strong> realizzazione di un questionario, così come <strong>per</strong> l’impostazione di unaprocedura di osservazione.I suggerimenti e le linee guida proposte sono frutto <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza maturatanel corso <strong>del</strong>le ricerche realizzate con <strong>la</strong> Fondazione Fitzcarraldo el’Osservatorio Culturale <strong>del</strong> Piemonte; i mo<strong>del</strong>li di questionario presenti neltesto riproducono quelli effettivamente ut<strong>il</strong>izzati in ricerche a livellonazionale o presso singole istituzioni museali.La guida è indirizzata ai responsab<strong>il</strong>i e agli o<strong>per</strong>atori museali che intendanorafforzare le proprie conoscenze sull’argomento e a tutti coloro chevogliano realizzare una ricerca sui pubblici <strong>del</strong> <strong>museo</strong>.Sono altresì presenti un glossario dei principali termini <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca e unabibliografia dei testi di riferimento e dei documenti presenti sul web(ricerche sul <strong>pubblico</strong>, confronti statistici, riflessioni teoriche e spuntimetodologici).4


2. Conoscere <strong>il</strong> <strong>pubblico</strong>La <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> sta diventando un tema sempre più importante<strong>per</strong> chi si occupa di musei (chi ci <strong>la</strong>vora, chi li studia, chi li finanzia). Perdefinire, precisare o adattare un progetto culturale – che si tratti<strong>del</strong>l’allestimento <strong>del</strong><strong>la</strong> collezione <strong>per</strong>manente, di una mostra temporanea, diun progetto educativo – sempre di più diventa necessario sv<strong>il</strong>uppare una“politica <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>” coerente con tale progetto. Qualsiasi “politica <strong>del</strong><strong>pubblico</strong>” non può prescindere e soprattutto non può non partire dal<strong>la</strong><strong>conoscenza</strong> dei pubblici stessi (reali e potenziali).Lo studio dei pubblici <strong>per</strong>mette di individuare con più efficacia e maggiorecognizione di causa i mezzi attraverso i quali si può ottimizzare l’offerta, <strong>la</strong>si può “mettere in valore”, <strong>la</strong> si può presentare e rendere leggib<strong>il</strong>e eattraente ai diversi tipi di visitatori (Tobelem, 2004). Il processo di messa invalore si può declinare in nuovi approcci <strong>museo</strong>grafici, in programmieducativi, in scelte di comunicazione, nell’offerta di nuovi servizi. Questosignifica che l’obiettivo <strong>del</strong>le ricerche sul <strong>pubblico</strong> non è necessariamenteaumentare <strong>la</strong> partecipazione, bensì migliorare <strong>la</strong> qualità <strong>del</strong> servizio e<strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza offerti.La <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> può aiutare le organizzazioni museali sia sulversante <strong>del</strong><strong>la</strong> strategia e <strong>del</strong>le decisioni a medio-lungo termine sia su quellostrettamente o<strong>per</strong>ativo. Anche se <strong>la</strong> ricerca normalmente viene promossa esostenuta da un’area o da un singo<strong>la</strong> funzione <strong>del</strong> <strong>museo</strong> (generalmente <strong>la</strong>direzione, oppure <strong>il</strong> marketing o <strong>la</strong> didattica), le informazioni che siricavano possono (e anzi dovrebbero) essere ut<strong>il</strong>izzate su più fronti (<strong>la</strong><strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> fabbisogno conoscitivo <strong>del</strong>l’utenza è informazione ut<strong>il</strong>e al<strong>la</strong>didattica, ai curatori, ai responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong> marketing) e a diversi livelli (lineeguida <strong>per</strong> <strong>la</strong> pianificazione strategica, materiale ad uso degli sponsor e degli5


stakeholder, strumento di <strong>la</strong>voro <strong>per</strong> <strong>il</strong> marketing e l’apparato educativo).Non si tratta solo di rispondere ad un principio di ottimizzazione <strong>del</strong>lerisorse (e le informazioni che si traducono in <strong>conoscenza</strong> rientrano tra lerisorse più preziose), quanto di invogliare <strong>la</strong> struttura ad assumere unatteggiamento di condivisione degli scenari, <strong>del</strong>le opportunità e dei vincoli.Qui di seguito vengono elencate alcune motivazioni che possono spingereal<strong>la</strong> realizzazione di una ricerca, raggruppate in funzione <strong>del</strong> tipo diattività/funzione su cui si riverberano i principali benefici:a) <strong>la</strong> pianificazione strategica• Testare <strong>il</strong> gradimento e l’interesse <strong>per</strong> lo sv<strong>il</strong>uppo di nuovi progettio <strong>il</strong> ripensamento di attività già esistenti attraverso unapianificazione di medio-lungo <strong>per</strong>iodo;• Individuare le eventuali criticità o debolezze nel<strong>la</strong> propria offerta oin aspetti specifici di essa (scarso radicamento nel<strong>la</strong> comunità diriferimento, inefficienze nei servizi di accoglienza, ecc.) e deciderele contromosse;• Valutare come viene <strong>per</strong>cepita <strong>la</strong> propria organizzazione, qual è <strong>il</strong>“tratto di immagine” che ne deriva, al fine di sv<strong>il</strong>uppare evalorizzare le caratteristiche positive e i punti di forza <strong>del</strong>l’offerta;• Fornire indicazioni precise agli eventuali sponsor o partner (chegradirebbero sa<strong>per</strong>e quanti sono e chi sono i fruitori <strong>del</strong>le iniziativeche decidono di sostenere).6


) l’attività di marketing e comunicazione• Individuare i segmenti su cui è opportuno investire <strong>per</strong> ampliare <strong>il</strong>bacino di utenza o <strong>per</strong> incrementare <strong>il</strong> rapporto di fi<strong>del</strong>izzazione;• Valutare <strong>il</strong> gradimento rispetto a cambiamenti significativi nelproprio sistema di offerta (es.: a<strong>per</strong>tura di un nuovo spazio <strong>del</strong><strong>museo</strong> <strong>per</strong> mostre, variazione negli orari di a<strong>per</strong>tura, introduzione<strong>del</strong>l’ingresso a pagamento);• Valutare l’efficacia <strong>del</strong>le attività di comunicazione al fine disv<strong>il</strong>uppare quelle che massimizzano l’impatto rispetto ai target diriferimento;• Studiare i materiali, lo st<strong>il</strong>e di comunicazione e “<strong>il</strong> tono di voce”più adatti <strong>per</strong> i target individuati (es.: mappe di orientamento ai<strong>per</strong>corsi di visita, campagne di affissione <strong>per</strong> pubblicizzare mostree altre iniziative);• Individuare le attività promozionali più efficaci sui targetindividuati (es.: ut<strong>il</strong>izzo di fi<strong>del</strong>ity card, buoni sconto presso <strong>il</strong>bookshop, ecc.).c) attività <strong>del</strong>l’apparato educativo/interpretativo• Valutare l’impatto cognitivo prodotto dal<strong>la</strong> visita e le necessità ed ifabbisogni interpretativi dei diversi target;• Testare l’efficacia <strong>del</strong>l’apparato interpretativo <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso divisita;• Comprendere le motivazioni (svago, arricchimento culturale, re<strong>la</strong>x,socializzazione, studio, ecc.) e le modalità di fruizione (da soli, ingruppo, con i figli, prevalentemente nei giorni festivi, solo invacanza, ecc.) <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza di visita.7


…ma forse l’aspetto più importante è che <strong>la</strong> <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>consente di accrescere <strong>la</strong> soddisfazione <strong>del</strong>l’utente e migliorare <strong>la</strong> qualitàcomplessiva <strong>del</strong><strong>la</strong> sua es<strong>per</strong>ienza.8


3. Prima <strong>del</strong><strong>la</strong> ricercaCome si è visto, sono svariati i motivi <strong>per</strong> cui è importante rafforzare <strong>la</strong><strong>conoscenza</strong> sul proprio <strong>pubblico</strong>. Ma quali sono i temi che vale <strong>la</strong> penaapprofondire, le informazioni che si possono raccogliere, fin dove ha sensospingersi <strong>per</strong> raccogliere dati sempre più approfonditi e specifici?Per <strong>la</strong> singo<strong>la</strong> istituzione museale, le informazioni realmente ut<strong>il</strong>i sonoquelle r<strong>il</strong>evanti ai fini <strong>del</strong>le decisioni e <strong>del</strong>le azioni. Perché, come dice Jean-Michel Tobelem, “<strong>la</strong> funzione degli studi sul <strong>pubblico</strong> è principalmente diridurre l’incertezza dei decisori, tramite l’apporto di informazioni ut<strong>il</strong>i” 1 .Una informazione, anche molto suggestiva sul piano <strong>del</strong><strong>la</strong> pura <strong>conoscenza</strong>,che <strong>per</strong>ò non presenta alcuna ut<strong>il</strong>ità pratica - ovvero non contribuisce aguidare le strategie o non fornisce spunti <strong>per</strong> le attività o<strong>per</strong>ative – assorberisorse limitate ed esigue: <strong>il</strong> tempo e <strong>il</strong> denaro.Realizzare una ricerca – sia che <strong>la</strong> si svolga con risorse proprie sia che <strong>la</strong> sicommissioni ad un soggetto esterno - è un’o<strong>per</strong>azione costosa in termini didenaro e di tempo. È fondamentale che sia chiara <strong>la</strong> natura e <strong>la</strong> portata deirisultati che ci si può attendere e che tali risultati possano effettivamenteinfluenzare l’attività <strong>del</strong> <strong>museo</strong> e migliorare <strong>la</strong> qualità di alcuni aspetti<strong>del</strong>l’offerta. Non c’è niente di più inut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> chi commissiona una ricerca edi più frustrante <strong>per</strong> chi <strong>la</strong> fa, di produrre una gran quantità di dati,informazioni, stimoli che non si traducano poi in riflessioni strategiche, inripensamenti organizzativi, in progettualità. Si deve <strong>per</strong>tanto realizzare quelprocesso virtuoso in grado di trasformare i dati in informazione,l’informazione in <strong>conoscenza</strong> e <strong>la</strong> <strong>conoscenza</strong> in azione. Si devono cioè1 Tobelem J. M., Ut<strong>il</strong>isation des études de publics et stratégie de développement desorganisations culturelles, in Le(s) Public(s) de <strong>la</strong> culture, Presse de Sciences Po, Paris, 20039


attivare “quelle risorse che consentono di produrre una risposta ad unasoluzione problematica” (Solima, 2004).Poiché, come già ricordato, le organizzazioni culturali si trovano spesso difronte a risorse limitate, è importante conoscere sin dall’inizio i “costi” diun’indagine in termini di tempo, risorse finanziarie e organizzative e le piùricorrenti cause di insuccesso.Qui di seguito vengono elencati alcuni dei fattori che possono danneggiarelo svolgimento <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca e inficiarne l’ut<strong>il</strong>ità complessiva. Avere chiari iprincipali elementi di ostacolo è <strong>il</strong> prerequisito <strong>per</strong> portare efficacemente acompimento <strong>la</strong> ricerca.• Poca chiarezza negli obiettivi <strong>del</strong>l’indagine. Se gli obiettivi diricerca non sono chiaramente stab<strong>il</strong>iti si rischia di ut<strong>il</strong>izzare unmetodo inadatto, di formu<strong>la</strong>re domande sbagliate, di raccogliereinformazioni su<strong>per</strong>flue o di scarso ut<strong>il</strong>izzo.• Mancato coinvolgimento <strong>del</strong>lo staff nel processo. Il <strong>per</strong>sonale chesi occupa materialmente <strong>del</strong><strong>la</strong> raccolta dati (volontari, staffinterno) ha un ruolo chiave <strong>per</strong> <strong>il</strong> buon esito <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca.L’es<strong>per</strong>ienza insegna che un piano rigoroso e puntuale neldefinire <strong>la</strong> composizione <strong>del</strong> campione, i tempi e i modi <strong>del</strong><strong>la</strong>somministrazione (quali giorni, in quali fasce orarie, con qualepasso di campionamento) può venire stravolto dal mancatorispetto <strong>del</strong>le prassi di raccolta <strong>per</strong>ché <strong>il</strong> <strong>per</strong>sonale preposto nonera stato coinvolto e ben informato sugli obiettivi, sul<strong>la</strong>metodologia e sull’importanza di rispettare un determinato iter diraccolta.10


• Errata valutazione dei tempi. Una pianificazione irrealistica deitempi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca può produrre “salti” ed accelerazioni nelprocesso di ricerca con <strong>il</strong> risultato di abbassare <strong>la</strong> qualità e <strong>il</strong>livello di approfondimento dei risultati previsti (ad esempio,molto spesso si sottovaluta <strong>il</strong> tempo <strong>del</strong>le attività di inserimentodati: con un questionario di circa 3 pagine è possib<strong>il</strong>el’inserimento giornaliero di non più di 50-60 questionari <strong>per</strong>addetto).• Scegliere l’alternativa più economica. Talvolta <strong>la</strong> ricerca viene<strong>per</strong>cepita dal management <strong>del</strong>le organizzazioni culturali come uninvestimento oneroso, una tantum, <strong>il</strong> cui costo deve essereammortizzato attraverso <strong>la</strong> massimizzazione degli risultati attesi e<strong>del</strong> potenziale conoscitivo <strong>del</strong>l’indagine: si tende così ad inserireun gran numero di domande attinenti a diverse ipotesi di ricerca,con <strong>la</strong> conseguenza di appesantire <strong>il</strong> questionario e provocare unrifiuto nei rispondenti. Inoltre <strong>la</strong> decisione di impiegare volontario <strong>per</strong>sonale non preparato nell’attività di r<strong>il</strong>evazione può causareerrori, distorsioni nel<strong>la</strong> raccolta <strong>del</strong> dato o provocare cadute neltasso di risposta.• Scegliere un metodo non adatto. Ci sono molti esempi di sceltanon corretta <strong>del</strong> metodo o degli strumenti ut<strong>il</strong>izzati. Ad esempio,far comp<strong>il</strong>are a bambini un questionario quando sarebbe moltopiù produttivo par<strong>la</strong>re con loro in gruppo o raccogliereinformazioni attraverso giochi e simu<strong>la</strong>zioni.11


• Non essere in grado di analizzare i risultati. Può accadere che siraccolgano i dati e <strong>per</strong> mancanza di tempo o di know-how nonvengano e<strong>la</strong>borati ed interpretati in modo appropriato. Inoltre, piùi temi di ricerca riguardano argomenti molto complessi, piùl’attività di analisi richiede <strong>per</strong>sonale con competenze specifiche edifferenziate.• Non fare nul<strong>la</strong> una volta ottenuti i risultati. La <strong>conoscenza</strong> non siè tradotta in azione. È <strong>la</strong> situazione più <strong>per</strong>icolosa e più frustrante.12


4. Le fasi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricercaLe fasi principali <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca sono:• Definizione degli obiettivi• Analisi <strong>del</strong>le risorse umane e finanziarie occorrenti• Definizione <strong>del</strong><strong>la</strong> metodologia e re<strong>la</strong>tiva tecnica di ricerca• Raccolta dei dati• Analisi dei dati• Interpretazione dei dati• Redazione <strong>del</strong> rapporto di ricerca.Come già ricordato, l’obiettivo di questa guida non è quello diesaurire dal punto di vista metodologico tutte le problematiche legate altema <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca sociale, quanto quello di fornire indicazioni, consigli,strumenti sia metodologici sia o<strong>per</strong>ativi che aiutino gli o<strong>per</strong>atori: a impostare e organizzare un’indagine realizzata direttamente a dialogare costruttivamente con <strong>il</strong> soggetto esterno incaricato<strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca.Qui di seguito si affronterà <strong>il</strong> tema <strong>del</strong><strong>la</strong> scelta <strong>del</strong>l’approccio metodologicopiù adatto e si passeranno in rassegna gli strumenti maggiormente ut<strong>il</strong>izzatinell’ambito museale <strong>per</strong> approfondire infine le modalità di realizzazione edi ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>lo strumento principe <strong>del</strong>l’approccio quantitativo: <strong>il</strong>questionario.13


5. Approccio quantitativo e approccio qualitativoUna volta definiti gli obiettivi, chiarite le ipotesi, valutati i tempi e le risorsea disposizione si hanno gli elementi <strong>per</strong> decidere l’approccio metodologicopiù opportuno da adottare. In 2 questa prospettiva <strong>la</strong> distinzione piùgenerale è tra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa. Su vantaggi esvantaggi <strong>del</strong>l’uno e <strong>del</strong>l’altro approccio esiste da decenni un dibattito nonancora esaurito; tuttavia si può affermare che tale distinzione o<strong>per</strong>a su unpiano <strong>per</strong> così dire epistemologico e su un altro più strettamente o<strong>per</strong>ativo.Nell’economia di questo testo ci limiteremo alle conseguenze o<strong>per</strong>ative ealle implicazioni strumentali derivanti dai due differenti approcci.L’approccio quantitativo è finalizzato prevalentemente a misurare ifenomeni e a generalizzare i risultati ottenuti. Le informazioni sonoacquisite attraverso procedure standardizzate che consentano <strong>la</strong>codificazione, <strong>la</strong> misurazione e l’interpretazione statistica dei dati raccolti.Generalmente si preferisce somministrare un numero non molto numerosodi domande ad un numero piuttosto elevato di soggetti. Le informazioni daacquisire devono essere semplici e chiare affinché possano essere tradotte invariab<strong>il</strong>i e quindi misurate. Il ricercatore che ut<strong>il</strong>izza un approccioquantitativo è interessato a generalizzare i risultati e quindi sarà attento astab<strong>il</strong>ire in maniera scrupolosa e attendib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> proprio campo diosservazione.L’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>l’approccio qualitativo implica una minore attenzione <strong>per</strong> <strong>la</strong>misurab<strong>il</strong>ità e <strong>la</strong> generalizzab<strong>il</strong>ità. L’interesse è incentrato sul<strong>la</strong>comprensione dei fenomeni, da raggiungere attraverso le rappresentazioniche ne danno gli attori coinvolti e attraverso i f<strong>il</strong>tri e le categorie concettualiut<strong>il</strong>izzati dal ricercatore, <strong>il</strong> cui punto di vista “soggettivo” ha un ruolor<strong>il</strong>evante nell’interpretazione dei significati.14


6. Gli strumenti più ut<strong>il</strong>izzati in ambito musealeNell’ambito <strong>del</strong>l’approccio metodologico quantitativo lo strumento piùut<strong>il</strong>izzato nelle indagini sul <strong>pubblico</strong> dei musei è <strong>il</strong> questionario.Strumento <strong>per</strong> eccellenza <strong>del</strong>le indagini campionarie (survey), <strong>il</strong>questionario è costituito da un elenco strutturato di domande (<strong>per</strong> unmaggiore approfondimento si veda <strong>il</strong> capitolo 8 interamente dedicato a talestrumento).Al<strong>la</strong> tradizione <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca qualitativa appartengono diversi metodi qualiquello etno-antropologico, quello biografico e degli studi di caso, in cui si faprevalentemente ricorso all’osservazione, al colloquio e all’intervista eall’analisi di testi e materiale documentario.Nell’ambito <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca qualitativa gli strumenti più ut<strong>il</strong>izzati in ambitomuseale sono:• i focus group• le interviste in profondità• l’analisi <strong>del</strong> registro dei visitatori (o guest book)• l’osservazione.I focus group e le intervisteIl focus group è una tecnica di ricerca che consiste in una riunione di gruppo<strong>del</strong><strong>la</strong> durata di alcune ore, durante <strong>la</strong> quale, attraverso <strong>la</strong> sollecitazione aldialogo e l’ut<strong>il</strong>izzo di "tecniche proiettive" (libere associazioni di idee,completamento di frasi, simu<strong>la</strong>zione di situazioni, giochi di ruolo, ecc.) ipartecipanti esprimono pensieri e opinioni in modo non strutturato, in cuiprevale <strong>la</strong> componente istintiva e spontanea su quel<strong>la</strong> razionale.15


La tecnica dei focus group applicata al contesto museale è stata ut<strong>il</strong>izzata<strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta all’inizio anni ’80 negli Stati Uniti 2 . Da allora sempre piùmusei hanno fatto ricorso a questo strumento di indagine re<strong>la</strong>tivamenteeconomico che può coinvolgere diverse categorie di utenza: i visitatori, glies<strong>per</strong>ti museali, lo staff <strong>del</strong> <strong>museo</strong>. Le discussioni, guidate da un moderatorespecializzato, sono ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> conoscere le aspettative e le <strong>per</strong>cezioni deivisitatori, i comportamenti nei confronti di un determinatoprodotto/es<strong>per</strong>ienza, nonché <strong>per</strong> approfondire e spiegare le motivazioni chesottendono ai medesimi. I focus group possono altresì servire <strong>per</strong> testare <strong>il</strong>gradimento rispetto a nuove attività, nuovi programmi didattici o potenzialiservizi (ad esempio valutare <strong>il</strong> grado di interesse verso <strong>la</strong> realizzazione di unsistema di membership rivolto al <strong>pubblico</strong> più coinvolto nel<strong>la</strong> vita <strong>del</strong><strong>museo</strong>).Diversamente dall’intervista in profondità, <strong>il</strong> focus group <strong>per</strong>mette diinnescare dinamiche di gruppo, interazioni che consentono una maggiorspontaneità, una caduta <strong>del</strong>le resistenze dei partecipanti, un maggiorconfronto e di conseguenza migliore comprensione di problematiche,aspettative e opinioni re<strong>la</strong>tive all’oggetto di discussione. Consentono altresìdi compiere verifiche dirette e di sv<strong>il</strong>uppare progettualità conseguenti irisultati. Si tratta di una tecnica molto ut<strong>il</strong>e soprattutto quando l’argomentoconcerne attività o es<strong>per</strong>ienze - come quelle legate al<strong>la</strong> visita museale - chesono fruite in un contesto sociale.Nelle interviste invece si instaura un dialogo “a due voci” tra l’intervistatoree l’intervistato. Le interviste possono essere non direttive o semi-direttive:2 I focus group vennero ut<strong>il</strong>izzati in quel <strong>per</strong>iodo in maniera pionieristica e innovativa dal J.Paul Getty Museum e dal Getty Center for Education.16


• <strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione dei <strong>per</strong>corsi di visita e i re<strong>la</strong>tivi tempi di <strong>per</strong>manenza• l’individuazione degli elementi (re<strong>per</strong>ti, vetrine, pannelli,didascalie, ecc.) che maggiormente attraggono l’attenzione ovengono ignorati (potere attrattivo o repulsivo)• <strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong>l’affaticamento da visita (museum fatigue)• <strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong> livello di interazione con gli oggetti <strong>del</strong> <strong>per</strong>corsomuseale• l’analisi <strong>del</strong><strong>la</strong> “prossemica museale” (l’analisi <strong>del</strong>le distanze trautente ed oggetto, tra utente e utente, tra oggetto e oggetto).Nel capitolo dedicato al<strong>la</strong> valutazione si approfondiranno le potenzialità<strong>del</strong>l’osservazione come strumento da impiegare nelle differenti fasi <strong>del</strong>processo di valutazione di un determinato progetto museale.Data <strong>la</strong> loro natura ibrida, molte indagini sul <strong>pubblico</strong> dei musei siavvalgono di diverse tecniche di ricerca ut<strong>il</strong>izzate in modo integrato ecomplementare. Una metodologia prevalentemente quantitativa come <strong>il</strong>questionario può essere integrata dall’applicazione di strumenti di naturaqualitativa come i focus group, più adatti al<strong>la</strong> comprensione di argomenticomplessi come le motivazioni, <strong>il</strong> processo decisionale, <strong>la</strong> valutazione<strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza o <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione <strong>del</strong> <strong>museo</strong>. In altri casi l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>leinterviste <strong>per</strong> sondare opinioni e giudizi può essere combinato conl’osservazione e <strong>la</strong> codificazione dei comportamenti di fruizione durante <strong>la</strong>visita. Non sempre <strong>la</strong> distinzione tra i diversi strumenti è così netta, ma <strong>per</strong>poter cogliere i vantaggi derivanti dal loro ut<strong>il</strong>izzo è importante aver chiarole peculiarità di ciascuno, così come è importante essere consapevoli de<strong>il</strong>imiti che ciascuno comporta.18


Qui di seguito viene fornita una matrice che segna<strong>la</strong> gli strumenti o lecombinazioni di strumenti adatte a sondare e comprendere i differenti temidi indagine.Matrice strumenti / temi di indagineStrumento tema Questionario Interviste Focus Analisi Osservazionedi indagineinprofonditàgroup guest bookProf<strong>il</strong>o sociodemograficoXModalità di XOfruizioneMotivazioni O X XValutazioneX X X Oes<strong>per</strong>ienzaAnalisi impatto O X XcognitivoCanaliXOcomunicaz.ut<strong>il</strong>izzatiConsumi e Xfam<strong>il</strong>iarità<strong>museo</strong>ComportamentoXdurante <strong>la</strong> visitaX: possib<strong>il</strong>ità di ut<strong>il</strong>izzare lo strumento in modo indipendente ed efficaceO: auspicab<strong>il</strong>e un ut<strong>il</strong>izzo in forma complementare ad altristrumenti/approcci19


Qui di seguito verrà affrontato in modo approfondito e prevalentementeo<strong>per</strong>ativo <strong>il</strong> processo di realizzazione <strong>del</strong> questionario in quanto strumento<strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca quantitativa che ha trovato una diffusa accoglienza nelle prassidi ricerca di molte istituzioni museali italiane. Successivamente, nel<strong>la</strong>sezione dedicata al<strong>la</strong> valutazione, verranno fornite linee-guida e mo<strong>del</strong>liesemplificativi <strong>per</strong> l’impostazione di un processo e di uno strumento diricerca differente: l’osservazione.Prima di addentrarsi nel<strong>la</strong> spiegazione dei modi di realizzazione e di ut<strong>il</strong>izzo<strong>del</strong> questionario è bene affrontare un argomento “centrale” nel processo diricerca quantitativo: <strong>il</strong> campionamento.20


7. Il campionamento: quanto, quando e comeUno degli aspetti che maggiormente influenza <strong>la</strong> qualità dei dati cheemergono dalle ricerche è <strong>la</strong> scelta <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone (in termine tecnico si par<strong>la</strong>di unità di analisi <strong>per</strong> indicare i soggetti coinvolti - <strong>per</strong>sone singole,famiglie o altri gruppi -) che verranno interpel<strong>la</strong>te nel corso <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca.Si deve innanzitutto individuare <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di interesse o “diriferimento”, ovvero <strong>il</strong> tipo di <strong>per</strong>sone che sono r<strong>il</strong>evanti <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricerca (es. ivisitatori di un <strong>museo</strong>, le comitive sco<strong>la</strong>stiche, i partecipanti ad un<strong>la</strong>boratorio di didattica). Rispetto al numero di <strong>per</strong>sone da intervistare lealternative sono due:• Intervistarle tutte (censimento)• Intervistarne una parte (campionamento)In ambito culturale, <strong>per</strong> ragioni di tempo, di difficoltàorganizzative e di denaro, l’indagine campionaria è nettamente piùut<strong>il</strong>izzata.Il campione non è altro che “una porzione <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione diriferimento che consente di trarre conclusioni sull'intera popo<strong>la</strong>zione senzadover<strong>la</strong> intervistare tutta” (Ba<strong>il</strong>ey, 1997). Il processo attraverso <strong>il</strong> quale sidetermina un campione si dice metodo di campionamento. La logica <strong>del</strong>campionamento è re<strong>la</strong>tivamente semplice: dapprima si individua <strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione di interesse (ad esempio tutte le <strong>per</strong>sone maggiorenni cheentrano in un <strong>museo</strong>), quindi si seleziona un sottoinsieme di questapopo<strong>la</strong>zione. Tale sottoinsieme dovrebbe rappresentare adeguatamente <strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione di riferimento, nel senso che l’informazione ottenutaanalizzando <strong>il</strong> campione dovrebbe possedere lo stesso grado di accuratezza21


di quel<strong>la</strong> che avremmo ottenuto esaminando l’intera popo<strong>la</strong>zione. Ilprincipio base <strong>del</strong> campionamento è dunque quello <strong>del</strong><strong>la</strong> rappresentatività,nel senso che <strong>il</strong> campione deve riprodurre, sia pure su sca<strong>la</strong> ridotta, <strong>la</strong>composizione <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di riferimento in rapporto a talune suecaratteristiche e proprietà.I metodi di campionamento riconducono a due categorie di campione:• Probab<strong>il</strong>istico• Non probab<strong>il</strong>isticoNel primo tipo di campione qualunque individuo facente parte<strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione può rientrarvi e <strong>la</strong> sua eventuale inclusione è affidataesclusivamente al caso (o meglio, è affidata a una qualche procedura diestrazione casuale basata su un metodo probab<strong>il</strong>istico), mentre <strong>la</strong>costruzione <strong>del</strong> campione non-probab<strong>il</strong>istico si basa su un procedimentosoggettivo, ovvero è <strong>il</strong> frutto di valutazioni e scelte ragionate <strong>del</strong> ricercatore.Al campionamento probab<strong>il</strong>istico si ricorre ogniqualvolta si sia interessati ao<strong>per</strong>are generalizzazioni dei risultati ottenuti sull’intera popo<strong>la</strong>zione diriferimento. Tale soluzione è preferita nel caso di ricerche basate su unapproccio metodologico di tipo quantitativo e costruite su un campionepiuttosto ampio.Il campione probab<strong>il</strong>istico può essere:• casuale (semplice e sistematico): consiste in una selezione oestrazione di intervistati attraverso un criterio prestab<strong>il</strong>ito (ad22


esempio 1 <strong>per</strong>sona ogni x che entra nel <strong>museo</strong> dà luogo a unmetodo di campionamento casuale e sistematico);• stratificato: si suddivide <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione in gruppi omogenei (stessaetà, stessa professione, ecc.) e si preleva da ogni strato unsottogruppo casuale;• a blocchi: si selezionano in modo casuale sottogruppi, chiamatiblocchi, e si interrogano tutti gli individui facenti parte <strong>del</strong> blocco.Il campione non probab<strong>il</strong>istico si basa sul<strong>la</strong> praticità e sul<strong>la</strong> fac<strong>il</strong>ità dicontatto con i soggetti da intervistare: possiamo infatti decidere diintervistare tra <strong>il</strong> <strong>pubblico</strong> le <strong>per</strong>sone di nostra <strong>conoscenza</strong> <strong>per</strong>ché siamo piùfac<strong>il</strong>itati nell'approccio e abbiamo più garanzie sul<strong>la</strong> loro sincerità edisponib<strong>il</strong>ità a rispondere.Il numero dei soggetti che costituiranno <strong>il</strong> campione è un fattore r<strong>il</strong>evantenel<strong>la</strong> fase di raccolta dei dati e dipende da più fattori:• l’ampiezza <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di riferimento e l’identificab<strong>il</strong>ità deisoggetti che ne fanno parte;• gli obiettivi assegnati e <strong>il</strong> livello di approfondimento che ci siattende;• <strong>il</strong> margine di errore che si può sopportare.Quale campione <strong>per</strong> <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione museale?Quando si realizza una ricerca quantitativa in cui <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione diriferimento è costituita dal <strong>pubblico</strong> che visita <strong>il</strong> <strong>museo</strong>, <strong>la</strong> quantificazione ele modalità di costruzione di un campione rappresentativo possono risultareo<strong>per</strong>azioni complesse. Innanzitutto <strong>per</strong>ché è diffic<strong>il</strong>e definire a priori23


l’ampiezza e <strong>la</strong> composizione <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di partenza. Il concetto di<strong>pubblico</strong> è <strong>per</strong> sua natura un concetto dinamico, fluido, in continuocambiamento, caratterizzato da una forte imprevedib<strong>il</strong>ità. Purtroppo nonesiste una lista di campionamento con tutti i nomi e i recapiti <strong>del</strong>le <strong>per</strong>soneche fanno e faranno parte <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> di un <strong>museo</strong>!Bisogna quindi procedere <strong>per</strong> stime e approssimazioni, ricercando <strong>il</strong>metodo di campionamento che meglio si adatta al contesto e alle condizionidi estrazione <strong>del</strong> campione.Un procedimento col<strong>la</strong>udato è quello di guardare al passato <strong>per</strong> prevedere <strong>il</strong>futuro.Si possono prendere, ad esempio, le statistiche degli ingressi degli ultimi 3anni e calco<strong>la</strong>re i valori medi di affluenza annui e mens<strong>il</strong>i e, se si dispone<strong>del</strong> dato, anche settimanali. Si stimerà così l’affluenza futura sul<strong>la</strong> base diquel<strong>la</strong> degli anni passati corretta in positivo o in negativo da eventualifattori straordinari (una chiusura temporanea, una mostra di r<strong>il</strong>ievointernazionale, un partico<strong>la</strong>re evento cittadino, etc.). La stima <strong>del</strong><strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione di riferimento ci consente di definire l’ampiezza <strong>del</strong> campione(si veda di seguito <strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> di M<strong>il</strong>lman).Come rego<strong>la</strong> pratica, un’indagine con un campione complessivo inferiorealle 100 unità è statisticamente poco significativo 3 .Anne M<strong>il</strong>lman suggerisce dimensioni di campione in funzione <strong>del</strong> numerocomplessivo di visite annue 4 .3 Si veda al proposito D. J. Champion (1970) e K. D. Ba<strong>il</strong>ey (1995)4 A. M<strong>il</strong>lman, Prove it! A practical guide to market research for museums and visitorattractions, Bedfordshire Museums, 199924


Numero annuo visitatori Dimensione campione suggerita300 – 5.000 100 –3005.000 – 10.000 300 –40010.000 – 20.000 500 –750> 20.000 > 750Si tratta ovviamente di una indicazione pratica dettata dall’es<strong>per</strong>ienza <strong>del</strong><strong>la</strong>ricercatrice da ut<strong>il</strong>izzarsi come “ordine di grandezza” in quanto, come si èvisto in precedenza, sono molti i fattori che influenzano l’ampiezza <strong>del</strong>campione (grado di omogeneità <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di riferimento, livello diapprofondimento e significatività richiesti dal<strong>la</strong> ricerca).Per quanto riguarda <strong>il</strong> metodo di campionamento più adatto, uno di quelliut<strong>il</strong>izzati con maggiore frequenza è <strong>il</strong> metodo casuale sistematico. Si trattadi una tecnica di estrazione casuale che avviene attraverso <strong>la</strong> selezione di nunità tra le N che costituiscono <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione in base ad un intervallo dicampionamento k.Dove n=N/k e k=N/nSe, ad esempio, <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di riferimento è costituita dalle 1000 <strong>per</strong>sone(N) che si stima entrino in un <strong>museo</strong> in un intervallo dato di tempo, <strong>il</strong>campione dovrà essere costituito dalle 100 unità (n) estratte casualmenteattraverso un intervallo di campionamento (o passo di campionamento) paria 10 (k). Nel <strong>museo</strong> questa procedura può essere messa in pratica conre<strong>la</strong>tiva fac<strong>il</strong>ità <strong>per</strong>ché si può decidere di costruire <strong>il</strong> campione intervistandoun visitatore ogni x <strong>per</strong>sone che entrano <strong>per</strong> effettuare una visita in un25


determinato <strong>per</strong>iodo di tempo. Ovviamente <strong>per</strong> raggiungere l’obiettivo diraccolta atteso si deve tenere conto anche <strong>del</strong> possib<strong>il</strong>e tasso di rifiuto,ovvero dal<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità che l’intervistato non intenda prendere parteall’indagine.L’altra possib<strong>il</strong>ità è quel<strong>la</strong> di un campione autoselezionato, ovvero uncampione costituito da tutte quelle unità che spontaneamente hanno decisodi prendere parte all’indagine senza nessun processo di estrazione “esterna”da parte <strong>del</strong> ricercatore. Questo tipo di campione si ottiene nel caso diut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong> questionario auto-comp<strong>il</strong>ato. Nel paragrafo successivo sonospiegate le caratteristiche <strong>del</strong>lo strumento e i possib<strong>il</strong>i rischi di distorsione<strong>del</strong> campione che si viene a costituire. In tale procedimento <strong>il</strong> campione ècompleto quando si realizza l’obiettivo numerico di raccolta prefissato (ades. non appena comp<strong>il</strong>ati 1.000 questionari).Anche <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo di raccolta può influenzare <strong>la</strong> composizione e <strong>la</strong>rappresentatività <strong>del</strong> campione. Se si vuole che <strong>il</strong> campione siarappresentativo <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>del</strong> <strong>museo</strong> nel suo complesso, limitare <strong>la</strong>raccolta in un <strong>per</strong>iodo molto circoscritto (qualche settimana in un solo mese,durante le festività o iniziative partico<strong>la</strong>ri) può non consentire <strong>la</strong>generalizzazione dei risultati. Conviene ripetere <strong>la</strong> raccolta dei dati più voltee in <strong>per</strong>iodi diversi durante l’anno, se si ritiene che fattori di stagionalità odi ciclicità possano provocare distorsioni al campione. Una raccolta datieffettuata esclusivamente tra apr<strong>il</strong>e e maggio potrebbe, ad esempio, sovrarappresentare<strong>il</strong> numero di ragazzi a causa <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong>le gitesco<strong>la</strong>stiche concentrate in quel <strong>per</strong>iodo, così come si dovrebbe cercare diequ<strong>il</strong>ibrare <strong>la</strong> raccolta tra giorni feriali e giorni festivi (<strong>il</strong> <strong>pubblico</strong> <strong>del</strong> week-26


end potrebbe avere caratteristiche diverse da quello che visita <strong>il</strong> <strong>museo</strong>durante <strong>la</strong> settimana).Accuratezza e affidab<strong>il</strong>ità dei datiC’è solo un modo <strong>per</strong> essere sicuri che i dati <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca sianoaccurati e affidab<strong>il</strong>i al 100%: intervistare tutte le unità <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione diinteresse!Se ciò non avviene bisogna essere preparati ad accettare un certo margine dierrore. Più grande è <strong>il</strong> campione, maggiore sarà l’affidab<strong>il</strong>ità dei dati emaggiore <strong>la</strong> consapevolezza che i risultati emersi siano accurati. Ma <strong>la</strong>dimensione <strong>del</strong> campione non è tutto: un campione quantitativamenter<strong>il</strong>evante frutto di scelte di campionamento o di piani di campionamentomal fatti può portare a risultati statisticamente corretti ma a conclusionicompletamente errate.La seguente tabel<strong>la</strong> sintetizza <strong>il</strong> margine di errore dei dati ottenutiin funzione <strong>del</strong><strong>la</strong> numerosità <strong>del</strong> campione, dato un livello di confidenza <strong>del</strong>95%.Un livello di confidenza <strong>del</strong> 95% significa che si può essere sicuri al 95%che i dati siano accurati. Si tratta di un livello di confidenza generalmenteritenuto standard in questo tipo di analisi.27


Tabel<strong>la</strong> dei margini di erroreDimensione<strong>del</strong> campioneRisultato ottenuto (in termini %)Livello di confidenza <strong>del</strong> 95%10% o 90% 20% o 80% 30% o 70% 40% o 60% 50%1.500 ± 1.5 ± 2.0 ± 2.3 ± 2.5 ± 2.51.000 ±1.7 ± 2.2 ± 2.5 ± 2.7 ± 2.8500 ± 2.6 ± 3.5 ± 4.0 ± 4.2 ± 4.4250 ± 3.7 ± 5.0 ± 5.7 ± 6.1 ± 6.2100 ± 5.9 ±7.8 ±9.0 ± 9.6 ±9.8Come interpretare <strong>la</strong> tabel<strong>la</strong>?Se <strong>il</strong> mio campione è composto da 1.000 <strong>per</strong>sone e ho ottenuto, <strong>per</strong>esempio, che <strong>il</strong> 30% dei rispondenti ha dichiarato di avere già visitato <strong>il</strong><strong>museo</strong> in passato, si può dire con <strong>il</strong> 95% <strong>del</strong><strong>la</strong> certezza che tra <strong>il</strong> 27,5%(30%-2,5%) e <strong>il</strong> 32,5% (30% +2,5%) <strong>il</strong> mio <strong>pubblico</strong> è composto da<strong>per</strong>sone che hanno già visitato <strong>il</strong> <strong>museo</strong>.28


8. Il questionarioIl questionario è uno strumento molto ut<strong>il</strong>izzato in ambito culturale<strong>per</strong>ché si rive<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>rmente efficace <strong>per</strong> “fotografare” una determinatasituazione o un problema, <strong>per</strong> raccogliere informazioni sull’identità <strong>del</strong><strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione analizzata e <strong>per</strong> poter quindi descrivere <strong>il</strong> fenomeno osservato(Bollo, 2003).Il questionario è uno strumento tipico <strong>del</strong>l’approccio quantitativo econsente di ottenere un certa quantità di informazioni (generalmentelimitata) da un numero di soggetti piuttosto ampio.Il questionario è una partico<strong>la</strong>re forma di inchiesta (survey) checonsiste nel porre un certo numero di domande, in uno specifico momento,ad un gruppo di soggetti scelti in modo da essere rappresentativi <strong>del</strong>l’interapopo<strong>la</strong>zione che si osserva (Ba<strong>il</strong>ey ,1995).Ciò che contraddistingue <strong>il</strong> questionario è l’elevato grado distandardizzazione <strong>del</strong>le procedure adottate nel<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione <strong>del</strong>leinformazioni. Nel questionario infatti è prevista una precisa formu<strong>la</strong>zione<strong>del</strong>le domande e, <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggior parte di esse, un elenco predefinito ealtrettanto preciso di possib<strong>il</strong>i risposte.Per riassumere, <strong>il</strong> questionario è un partico<strong>la</strong>re tipo di inchiesta checonsente:a) di porre un certo numero di domande ad un gruppo disoggetti sceltib) di codificare i risultati <strong>del</strong>le risposte così da rendere possib<strong>il</strong>imisurazioni e confronti29


8.1. Questionario autocomp<strong>il</strong>ato, questionario somministratoLa raccolta <strong>del</strong>le informazioni tramite questionario può avvenire in modidiversi.La distinzione più importante è tra :• questionario autocomp<strong>il</strong>ato direttamente dall’intervistato• questionario somministrato dall’intervistatore.Nel primo caso l’intervistato prende autonomamente visione <strong>del</strong>questionario e risponde alle domande, nel secondo caso è l’intervistatore aporre le domande (attraverso una intervista vis à vis o telefonica) e ariportare le risposte. Recentemente si sta s<strong>per</strong>imentando Internet comemezzo alternativo <strong>per</strong> porre quesiti (le cosiddette web survey) e ottenere lerisposte direttamente in formato digitale.Entrambi i modi presentano vantaggi e svantaggi. Nel<strong>la</strong> prassi <strong>del</strong>le indaginisul <strong>pubblico</strong> dei musei molto spesso si preferisce ricorrere al questionarioautocomp<strong>il</strong>ato.• Il principale vantaggio risiede nel<strong>la</strong> maggiore economicità<strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>azione: non è necessaria <strong>la</strong> presenza <strong>del</strong>l’intervistatore edè sufficiente un addetto al<strong>la</strong> consegna e al<strong>la</strong> raccolta. Piùsemplicemente <strong>il</strong> questionario può venire <strong>la</strong>sciato in uno spaziovisib<strong>il</strong>e all’ingresso o all’uscita <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso.• Un possib<strong>il</strong>e svantaggio consiste in un tasso di comp<strong>il</strong>azione piùbasso e in una possib<strong>il</strong>e distorsione <strong>del</strong> campione dei rispondenti:l’autocomp<strong>il</strong>azione tende a selezionare un visitatore “es<strong>per</strong>to”, chesi sente a proprio agio, attento alle sollecitazioni provenienti30


dall’offerta museale e quindi non totalmente rappresentativo ditutte le possib<strong>il</strong>i categorie di utenza (Solima, Bollo, 2003).Qualora si decida di optare <strong>per</strong> <strong>il</strong> questionario autocomp<strong>il</strong>ato può essereut<strong>il</strong>e invitare a partecipare all’indagine ricorrendo ad alcune “sollecitazioni”tra cui:• Manifesti informativi posti nei pressi <strong>del</strong><strong>la</strong> biglietteria/accoglienzache informino i visitatori <strong>del</strong>l’esistenza <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca e che invitinoal<strong>la</strong> comp<strong>il</strong>azione <strong>del</strong> questionario;• Il <strong>per</strong>sonale di sa<strong>la</strong> che da notizia <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca e invita al<strong>la</strong>comp<strong>il</strong>azione consegnando materialmente <strong>il</strong> questionario;• L’offerta di un gadget (es. una cartolina <strong>del</strong> <strong>museo</strong>) a fronte <strong>del</strong><strong>la</strong>comp<strong>il</strong>azione <strong>del</strong> questionario.8.2 L’incipit <strong>del</strong> questionarioPartendo dagli obiettivi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca, questi si dovranno tradurre in temi di<strong>conoscenza</strong> che a loro volta si declineranno in specifiche domande.Non esiste un mo<strong>del</strong>lo ideale o univoco <strong>per</strong> strutturare <strong>il</strong> questionario; sipossono <strong>per</strong>ò ut<strong>il</strong>izzare accorgimenti <strong>per</strong> migliorarne <strong>la</strong> comprensib<strong>il</strong>ità, <strong>per</strong>ridurre <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e le ambiguità nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>le domande e iconseguenti errori nelle risposte.È importante convincere l’intervistato che <strong>la</strong> ricerca è ut<strong>il</strong>e.Prima <strong>del</strong>l’intervista è quindi buona norma informare sugli obiettivi<strong>del</strong>l’indagine (sia essa fatta vis-à-vis o tramite un questionario31


autocomp<strong>il</strong>ato) e sul <strong>per</strong>ché è importante che l’intervistato risponda (es.mettere al corrente l’intervistato che le informazioni ricavate dal<strong>la</strong> ricercasaranno ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> migliorare <strong>il</strong> servizio offerto).Esempio di possib<strong>il</strong>e incipit <strong>per</strong> un questionario da autocomp<strong>il</strong>are:Gent<strong>il</strong>e Visitatore,Le saremmo grati se Lei potesse dedicare un po’ <strong>del</strong> suo tempo <strong>per</strong>comp<strong>il</strong>are <strong>il</strong> questionario, che dovrà essere consegnato al termine <strong>del</strong><strong>la</strong>visita. L’indagine serve <strong>per</strong> conoscere meglio chi frequenta <strong>il</strong> <strong>museo</strong>.Capire le esigenze e ascoltare le opinioni <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> ci consente dirispondere meglio alle sue aspettative.La ringraziamo <strong>per</strong> l’attenzione e <strong>per</strong> <strong>la</strong> Sua preziosa col<strong>la</strong>borazione.8.3 Il questionario: lunghezza e ordinamento <strong>del</strong>le domandeIl questionario non deve essere troppo lungo.Un questionario “pesante”, ovvero molto fitto di domande può causare unadiminuzione nel<strong>la</strong> quantità dei questionari comp<strong>il</strong>ati e nel<strong>la</strong> qualità <strong>del</strong>lerisposte ottenute. Molti intervistati potrebbero infatti rifiutare l’intervista<strong>per</strong> paura di <strong>per</strong>dere troppo tempo. Qualora decidessero di procedere al<strong>la</strong>comp<strong>il</strong>azione potrebbe verificarsi un calo nel<strong>la</strong> concentrazione con <strong>il</strong> rischiodi risposte su<strong>per</strong>ficiali o incomplete. Generalmente, <strong>per</strong> ridurre lo sforzo e itempi di comp<strong>il</strong>azione si preferisce ricorrere alle domande a risposta chiusa(si veda più avanti <strong>il</strong> paragrafo 6.1.5 “domande a<strong>per</strong>te, domande chiuse”).Come e in che successione porre le domande?Qui di seguito vengono elencati alcuni suggerimenti pratici <strong>per</strong> migliorarel’efficacia <strong>del</strong> questionario:E’ preferib<strong>il</strong>e porre all’inizio le domande a cui è più fac<strong>il</strong>e rispondere(l’intervistato deve essere introdotto gradualmente al questionario). La32


prima parte <strong>del</strong> questionario deve servire quindi a mettere <strong>il</strong> rispondente aproprio agio;Le domande <strong>del</strong>icate, potenzialmente imbarazzanti o a<strong>per</strong>te vannopreferib<strong>il</strong>mente inserite nelle parti finali <strong>del</strong> questionario;Chiedere subito le informazioni che serviranno <strong>per</strong> le domande successive;Evitare di favorire orientamenti o risposte in serie (response set). Ilresponse set è una tendenza a rispondere alle voci <strong>del</strong> questionario in modosempre identico, quale che sia <strong>il</strong> contenuto <strong>del</strong><strong>la</strong> domanda. Tale tendenzapuò ingenerarsi, ad esempio, quando molte domande consecutive sono postesullo stesso argomento.A tale proposito un accorgimento formale potrebbe essere quello di variare<strong>la</strong> lunghezza e <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>le domande;In questionari molto lunghi (con più di 15-20 domande) è preferib<strong>il</strong>einserire le domande di tipo anagrafico al<strong>la</strong> fine <strong>del</strong> questionario: <strong>il</strong>rispondente generalmente si stanca, <strong>per</strong>de concentrazione e quindi puòaffrontare l’ultima parte con domande semplici che non richiedono sforzicognitivi.8.4 Come formu<strong>la</strong>re le domandeEvitare domande non necessarie. Molto spesso si tende ad ottimizzare glisforzi (economici e di risorse umane) cedendo al<strong>la</strong> tentazione di inserire nelquestionario <strong>il</strong> maggiore numero di domande. Si rischia così di renderetroppo “pesante” <strong>il</strong> questionario e di ut<strong>il</strong>izzare poi in maniera tropposu<strong>per</strong>ficiale le molte informazioni ottenib<strong>il</strong>i.33


Evitare le domande doppie. Non includere due o più domande in una stessaproposizione (control<strong>la</strong>re le congiunzioni e/o).Un esempio:Negli ultimi 12 mesi quante volte è andato al cinema e a <strong>museo</strong>?nessuna da una a tre da quattro a sei da sette a dodici oltre 12Evitare le domande ambigue o imprecise (è sconsigliato usare terminigergali, tecnicismi, parole straniere):Come valuta i “servizi aggiuntivi” <strong>del</strong> <strong>museo</strong>? Insoddisfacenti soddisfacenti molto soddisfacentiMolti intervistati potrebbero non essere a <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> significato <strong>del</strong>termine “servizi aggiuntivi” e inoltre non è chiaro a quale attività specificasi faccia riferimento.Evitare di esercitare influenza sulle risposte che si ricercano (principio<strong>del</strong><strong>la</strong> chiarezza e <strong>del</strong><strong>la</strong> parsimonia). La domanda migliore è quel<strong>la</strong> piùbreve: Esempio:La maggior parte dei critici ritiene che questa mostra abbia unallestimento attento alle esigenze <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>, Lei è d’accordo?_____________________________________________________________34


meglio:Ritiene che questa mostra abbia un allestimento attento alle esigenze<strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>?_________________________________________________Evitare domande potenzialmente imbarazzanti o compromettenti (spesso siottengono risposte normative, ossia risposte che sono coerenti con unanorma anche quando ciò non corrisponde a realtà); in ambito culturale ledomande potenzialmente imbarazzanti possono riguardare le informazionisul reddito.Anziché una domanda diretta in cui si chiede al rispondente di esplicitare <strong>il</strong>reddito annuo o mens<strong>il</strong>e è preferib<strong>il</strong>e piuttosto fornire <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità diselezionare intervalli di reddito.Un esempio:Approssimativamente, può indicare <strong>il</strong> suo reddito annuo? meno di 10.000 €tra 10.000 € e 15.000 €tra 15.000 € e 25.000 €tra 25.000 € e 40.000 €oltre 40.000 €8.5 Domande a<strong>per</strong>te o domande chiuseLa formu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>le domande non è l’unico problema che si incontra nel<strong>la</strong>preparazione <strong>del</strong> questionario. Occorre prestare attenzione anche al<strong>la</strong>modalità di risposta che accompagnano le singole risposte. In base al tipo dirisposta che richiedono le domande si definiscono “a<strong>per</strong>te” o “chiuse”.35


Le domande chiuse costringono l’intervistato a rispondere con una <strong>del</strong>lemodalità previste. Un esempio:Quanto tempo è durata <strong>la</strong> visita al <strong>museo</strong>? meno di 30 minuti 30 minuti – 1 ora 1 ora – 2 ore più di 2 oreQuando si costruiscono le risposte pre-codificate bisogna sempre partire dai3 criteri <strong>del</strong><strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione (esaustività, mutua esclusività, unicità <strong>del</strong>fundamentum divisionis).Le modalità di risposta che si prevedono devono riuscire a “coprire” l’interaestensione <strong>del</strong> concetto. Quando non è possib<strong>il</strong>e prevedere categorie dirisposte che esauriscano completamente un concetto si possono ut<strong>il</strong>izzare lecategorie “altro” e “non so/non intende rispondere”.Se le frequenze <strong>per</strong> le categorie “altro” e “non so” sono partico<strong>la</strong>rmentenumerose probab<strong>il</strong>mente <strong>la</strong> domanda è posta in modo non corretto oincompleto.Le domande a<strong>per</strong>te non hanno modalità di risposta prefissate; ci si limita afornire all’intervista un certo spazio <strong>per</strong> rispondere al<strong>la</strong> domanda. Unesempio:Ha opinioni, suggerimenti a proposito <strong>del</strong><strong>la</strong> visita di oggi?………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………Un buon questionario deve avere un ut<strong>il</strong>izzo equ<strong>il</strong>ibrato di domande a<strong>per</strong>tee domande chiuse. Queste due modalità di r<strong>il</strong>evazione <strong>del</strong>le informazionipresentano vantaggi e svantaggi (indicati nel<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> successiva).Nel<strong>la</strong> prassi o<strong>per</strong>ativa vi è netta prevalenza di domande chiuse (da unastima fatta sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>l’analisi <strong>del</strong>le più recenti indagini sul <strong>pubblico</strong> deimusei <strong>il</strong> rapporto è mediamente di 8 a 2).36


DOMANDE CHIUSEDOMANDE APERTEVantaggiVantagg<strong>il</strong>e risposte sono standardizzate e sono ut<strong>il</strong>i quando non si conoscono aconsentono di confrontare i risultati priori le possib<strong>il</strong>i modalità di rispostale risposte sono più fac<strong>il</strong>i da codificare consentono un maggiore dettaglio nellee analizzarerispostele domande possono essere più chiare sono ut<strong>il</strong>i quando le modalità di risposta<strong>per</strong> <strong>il</strong> rispondentesono troppo numerosele risposte sono re<strong>la</strong>tivamente complete vanno bene <strong>per</strong> problemi o <strong>per</strong> i concetticompless<strong>il</strong>asciano libero spazio al<strong>la</strong> creatività eall'autonomiaSvantaggiSvantaggii rispondenti possono “tirare aindovinare” nelle domande su cui nonhanno opinioni<strong>il</strong> rispondente può provare fastidio ofrustrazione di fronte a modalità dirisposta inadeguate<strong>per</strong> <strong>il</strong> ricercatore è più diffic<strong>il</strong>e capirese <strong>la</strong> domanda è posta in manieraambigua (dal<strong>la</strong> risposta di una domandaa<strong>per</strong>ta è più semplice capire sel’intervistato ha male interpretato <strong>il</strong>quesito)è più alta <strong>la</strong> <strong>per</strong>centuale di errorepossono portare informazioni inut<strong>il</strong>i oirr<strong>il</strong>evantipresentano una maggiore difficoltà diconfronto<strong>la</strong> codifica è più <strong>la</strong>boriosa, vi è minoreattendib<strong>il</strong>ità(soggettivitànell'interpretazione)richiedono un maggiore impegno conconseguente <strong>per</strong>centuale più alta di rifiutoè richiesto un livello di istruzione piùelevato negli intervistati(Bollo, 2003)37


8.6 Nero su bianco: i temi e le domandeQui di seguito, <strong>per</strong> i principali temi di <strong>conoscenza</strong> (identità, modalità difruizione, motivazioni, consumi culturali, valutazione <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza divisita, etc.) che normalmente si affrontano nelle indagini sul <strong>pubblico</strong> deimusei, vengono riportati alcuni set esemplificativi di quesiti in cui le scelteformali (costruzione sintattica, opzioni semantiche, editing finale) etipologiche (domanda a<strong>per</strong>ta, chiusa, sca<strong>la</strong>) sono state oggetto di analisi es<strong>per</strong>imentazione in precedenti ricerche. Tale elenco non ha ovviamentepretesa di esaustività, fornisce <strong>per</strong>ò una prima traccia <strong>del</strong>le informazioni (edei modi <strong>per</strong> re<strong>per</strong>irle) che dovrebbero essere tenute in considerazione ognivolta che si affronta un determinato tema di ricercaIl lettore che desideri realizzare in proprio un questionario, una volta definitigli obiettivi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca e individuati i principali temi <strong>del</strong>l’indagine, puòut<strong>il</strong>izzare le domande qui riportate, modificando eventualmente <strong>il</strong> testo <strong>del</strong><strong>la</strong>domanda o le modalità di risposta affinché <strong>il</strong> quesito si attagli a situazioni econtesti specifici.E’ molto importante ut<strong>il</strong>izzare domande <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e standardizzate alfine di poter confrontare i risultati nel tempo e tra diverse istituzionimuseali.38


A) MODALITA’ DI FRUIZIONENelle indagini sul <strong>pubblico</strong> spesso sono poste interrogazioni volte adanalizzare <strong>il</strong> modo e <strong>il</strong> tipo di comportamento tenuto dal visitatore durantel’es<strong>per</strong>ienza di visita (ad es. se visita da solo o in gruppo, se è <strong>la</strong> prima voltache visita, quando visita, quanto dura <strong>la</strong> visita, se <strong>il</strong> tempo a disposizione èstato sufficiente, se vengono ut<strong>il</strong>izzati anche servizi aggiuntivi come leaudioguide o <strong>il</strong> bookshop).Questo tipo di informazioni può essere ut<strong>il</strong>e al <strong>museo</strong> <strong>per</strong> modu<strong>la</strong>re leattività di comunicazione e promozione e <strong>per</strong> valutare l’efficacia dei serviziaggiuntivi attivati. Può inoltre servire <strong>per</strong> individuare segmenti su cuiimpostare azioni mirate di marketing. I risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca potrebbero, adesempio, far emergere l’opportunità di attivare forme di incentivo al<strong>la</strong> visitacongiunta di nonni/nipoti, genitori/figli attraverso riduzioni di prezzo oattività specifiche come visite guidate teatralizzate.Con chi è venuto al <strong>museo</strong>? da solo con <strong>il</strong> partner/coniuge con i genitori con i figli con altri parenti con amici/conoscenti con un gruppo organizzatoSe accompagnato, con quante <strong>per</strong>sone? n° ………………Quanto tempo è durata <strong>la</strong> visita al <strong>museo</strong>? meno di 30 minuti 30 minuti – 1 ora 1 ora – 2 ore più di 2 oreHa effettuato <strong>la</strong> visita: con l’aus<strong>il</strong>io di una guida stampata con visita guidata con l’aus<strong>il</strong>iodi una audioguida liberamenteE’ <strong>la</strong> prima volta che visita questo <strong>museo</strong>? Sì No39


B) I CANALI DI COMUNICAZIONE UTILIZZATILa domanda consente di valutare l’efficacia dei diversi canali dicomunicazione anche <strong>il</strong> re<strong>la</strong>zione all’effettiva strategia di comunicazioneposta in essere dal <strong>museo</strong>. La <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong>l’esposizione ai media deitarget principali consente di economizzare e di rendere più efficace l’attivitàdi comunicazione anche tenendo conto che i budget a disposizione moltospesso non consentono interventi di comunicazione importanti ediversificati.Come è venuto a <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong> <strong>museo</strong>? (è possib<strong>il</strong>e fornire più di unarisposta) comunicazione a domic<strong>il</strong>io articoli/pubblicità su quotidiani articoli/pubblicità su riviste pubblicità stradale/locandine radio TV Internet tramite amici e parenti <strong>per</strong> caso conoscevo già <strong>il</strong> <strong>museo</strong> attraverso <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>/università altro (specificare)............ ……………Le modalità di risposta saranno inserite in re<strong>la</strong>zione agli effettivi canali dicomunicazione attivati dall’Istituzione.40


C) MOTIVAZIONILe domande forniscono indicazioni sulle motivazioni e chiariscono taluniaspetti <strong>del</strong> processo decisionale pre- e post-es<strong>per</strong>ienza.Per un <strong>museo</strong> è infatti importante poter comprendere quali sono lemotivazioni che spingono al<strong>la</strong> visita e come si struttura un processodecisionale (<strong>il</strong> momento <strong>del</strong><strong>la</strong> scelta, chi o che cosa <strong>la</strong> influenza, qual è <strong>il</strong>tipo di processo decisionale prevalente, quali sono i benefici ricercatinell’es<strong>per</strong>ienza di visita). Le motivazioni non sempre sono connesse alprodotto culturale in sé, ma possono riguardare anche aspetti extraculturali(socializzazione, re<strong>la</strong>x, divertimento, turismo, ecc.).Per quale motivo ha scelto di visitare <strong>il</strong> <strong>museo</strong>? (è possib<strong>il</strong>e fornire più diuna risposta) interesse specifico <strong>per</strong> le collezioni motivi di studio/professionali interesse <strong>per</strong> un o<strong>per</strong>a/re<strong>per</strong>to/oggetto <strong>per</strong> accrescere le mieconoscenze <strong>per</strong> scoprire un <strong>museo</strong> che non avevo ancora visitato <strong>per</strong> accompagnareamici/conoscenti come parte di una visita turistica nel<strong>la</strong> zona/città interesse <strong>per</strong> <strong>la</strong> mostra temporaneaaltro (specificare) ………………………………………………….Quando ha deciso di visitare <strong>il</strong> <strong>museo</strong>? oggi nell’ultima settimana ho programmato <strong>la</strong> visita con anticipoSa<strong>per</strong>e se <strong>il</strong> proprio <strong>pubblico</strong> visita <strong>il</strong> <strong>museo</strong> prevalentemente sul<strong>la</strong> base diuna scelta intertemporale di breve <strong>per</strong>iodo, con modalità “di impulso” o se<strong>la</strong> decisione è frutto di una scelta meditata e programmata con <strong>la</strong>rgo41


anticipo, consente di valutare l’efficacia <strong>del</strong> piano promozionale e diindividuare i modi e i canali di comunicazione più adeguati. Un <strong>pubblico</strong> <strong>il</strong>cui processo di scelta nasce da un desiderio che nel<strong>la</strong> prospettiva <strong>del</strong> “qui eora” richiede l’appagamento immediato (amplificando così l’importanza<strong>del</strong><strong>la</strong> componente emozionale e affettiva), potrebbe essere partico<strong>la</strong>rmenteinfluenzab<strong>il</strong>e da un’efficace campagna stampa o di affissione esterna, dallecapacità evocative e simboliche <strong>del</strong>l’edificio stesso. Al contrario un’utenzache si caratterizza <strong>per</strong> un processo decisionale fortemente cognitivo, in cu<strong>il</strong>a scelta <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza culturale viene maturata con <strong>la</strong>rgo anticipo, habisogno di canali di comunicazione che forniscano informazioni dettagliate,disponib<strong>il</strong>i in anticipo e in modo puntuale.Che cosa intende fare dopo <strong>la</strong> visita al <strong>museo</strong>? visitare i dintorni visitare <strong>la</strong> località sede <strong>del</strong> <strong>museo</strong> fare shopping pranzare in ristoranti/trattorie/pizzerie <strong>del</strong><strong>la</strong> zona visitare altri musei tornare a casa/in ufficio/in albergoaltro (specificare) ………………………………………………….42


D) I CONSUMI CULTURALI E LA FAMILIARITÀ CONL’ESPERIENZA MUSEALELe domande consentono di analizzare i consumi culturali <strong>del</strong>l’utenza ed <strong>il</strong>grado di fam<strong>il</strong>iarità con <strong>il</strong> <strong>museo</strong> in oggetto. Attraverso l’e<strong>la</strong>borazionestatistica si può verificare, ad esempio, se tra “forti” consumatori econsumatori occasionali ci sono differenze di tipo socio-anagrafico, oppurese ai “neofiti” e ai visitatori “assidui” corrispondono diverse modalità difruizione o diversi fabbisogni informativi.E’ <strong>la</strong> prima volta che visita questo <strong>museo</strong>? si noNegli ultimi 12 mesi quanti musei ha visitato? N________oppurenessuno da uno a tre da quattro a sei da sette a dodici oltre 12Negli ultimi 12 mesi quante mostre ha visitato? N________oppurenessuno da uno a tre da quattro a sei da sette a dodici oltre 12Negli ultimi 12 mesi quante volte è andato al cinema(oppure a teatro oal concerto di musica c<strong>la</strong>ssica)?nessuna da una a tre da quattro a sei da sette a dodici oltre 12Quanti libri legge in un anno? n° libri ……………………Legge i quotidiani?mai saltuariamente2/3 volte a settimana ogni giorno43


OppureLegge qualcuno dei seguenti quotidiani?La StampaOgnigiorno4/5 volte asettimana1 / 2 volte asettimana2 / 3 volte asettimanamaiLa RepubblicaIl Corriere <strong>del</strong><strong>la</strong> SeraIl GiornaleIl Sole 24 oreAltro quotidiano…Ut<strong>il</strong>izza Internet? si, frequentemente si, saltuariamente no, mai44


E) VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA O DI PARTICOLARIASPETTI DELL’OFFERTA DEL MUSEOLe domande consentono di raccogliere giudizi, opinioni e valutazioni inmerito all’es<strong>per</strong>ienza di visita nel suo complesso o a specifici aspetti<strong>del</strong>l’offerta. Le indicazioni sono partico<strong>la</strong>rmente ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> <strong>il</strong> management inquanto <strong>per</strong>mettono di r<strong>il</strong>evare eventuali <strong>la</strong>cune o debolezze re<strong>la</strong>tivamentealle diverse funzioni <strong>del</strong>l’accoglienza, <strong>del</strong>l’assistenza, <strong>del</strong>l’apparatointerpretativo e comunicativo <strong>del</strong> <strong>museo</strong>.In generale è soddisfatto <strong>del</strong><strong>la</strong> visita? molto abbastanza poco nienteSe si ritiene poco o niente soddisfatto, <strong>per</strong> quale motivo?………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………Come giudica <strong>la</strong> visita rispetto al tempo che aveva a disposizione? sono riuscito a vedere tutto quello che volevo non sono riuscito a vedere tutto quello che volevo vorrei ritornare <strong>per</strong> approfondire meglio mi aspettavo che <strong>la</strong> visita richiedesse più tempo45


Del <strong>museo</strong> ha apprezzato:molto abbastanza poco nienteLe o<strong>per</strong>e/re<strong>per</strong>ti/oggetti esposti Il <strong>per</strong>corso di visita I luoghi di sosta e di riposo Il materiale informativo (pannelli, didascalie, depliant, ecc.)I supporti multimediali Gli orari di a<strong>per</strong>tura La caffetteria Il bookshop La visita guidata Le audioguide La cortesia e <strong>la</strong> professionalità <strong>del</strong> <strong>per</strong>sonale Ha opinioni, suggerimenti da esprimere a proposito <strong>del</strong><strong>la</strong> visita di oggi?……………………………………………………………………………………………….………………………………………………………………La domanda sulle opinioni e sui suggerimenti viene generalmente posta informa a<strong>per</strong>ta sia <strong>per</strong> <strong>la</strong>sciare massima libertà di espressione e diformalizzazione al rispondente sia <strong>per</strong>ché risulterebbe molto complicatoprevedere e preconfezionare tutte le possib<strong>il</strong>i modalità di risposta senzacorrere <strong>il</strong> rischio di fornire elenchi o troppo parziali o infinitamente lunghi.46


Sempre nell’ottica di raccogliere informazioni in merito alle impressioni divisita e a eventuali suggerimenti, <strong>il</strong> registro dei visitatori (o guest book)spesso fornisce indicazioni che, senza pretesa di essere scientifiche ostatisticamente rappresentative, testimoniano <strong>del</strong>le sensazioni e <strong>del</strong>leemozioni suscitate dal<strong>la</strong> visita e consentono di raccogliere giudizisull’es<strong>per</strong>ienza e sui servizi che <strong>il</strong> <strong>museo</strong> offre.47


F) VALUTAZIONE DELL’IMPATTO COGNITIVO DELLA VISITALa valutazione <strong>del</strong>l’impatto cognitivo <strong>del</strong><strong>la</strong> visita richiede procedimentipiuttosto complessi e si avvale generalmente di approcci metodologici ditipo qualititativo (focus group, interviste in profondità, etc). Anche <strong>il</strong>questionario può comunque ospitare alcune domande finalizzate araccogliere indicazioni sull’impatto cognitivo derivante dal<strong>la</strong> visita ad unamostra o ad una collezione e sul rapporto tra conoscenze pregresse ecapacità di apprendimento. In questo caso l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong> questionario puòessere integrato da ulteriori strumenti come un’intervista di follow up che,in un <strong>per</strong>iodo successivo al<strong>la</strong> visita, consenta di verificare se e quanto <strong>la</strong>visita abbia modificato e arricchito <strong>il</strong> capitale culturale <strong>del</strong>l’intervistato oabbia indotto comportamenti automi di accrescimento <strong>del</strong>le conoscenze suun dato argomento.In che misura le conoscenze già possedute l’hanno aiutata acomprendere le collezioni esposte?<strong>per</strong> niente poco abbastanza moltoIn che misura <strong>la</strong> visita l’ha stimo<strong>la</strong>ta ad approfondire ulteriormente lesue conoscenze?<strong>per</strong> niente poco abbastanza moltoComplessivamente ritiene che <strong>la</strong> visita a questo <strong>museo</strong>:Le abbia trasmesso informazioni che già avevasi no non so48


Le abbia fornito nuove conoscenzesi no non soL’abbia disorientatasi no non soRispetto alle sue esigenze di tipo informativo, durante <strong>la</strong> visita di cosaha sentito maggiormente bisogno? (è possib<strong>il</strong>e fornire più di una risposta)informazioni generali sul <strong>museo</strong>informazioni di dettaglio più approfonditeinformazioni di orientamento sul <strong>per</strong>corso di visita altro……………………………………………….49


G) IDENTITÀ E PROFILO SOCIO-ANAGRAFICOLe domande consentono di ricostruire <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o <strong>del</strong> rispondente in funzionedei principali descrittori di tipo anagrafico (genere, età, provenienza, ecc.) ein base al mondo di riferimento socio-culturale (categorie professionali,livello di istruzione, pratiche artistiche, pratiche associative, ecc.).Ricostruire l’identità <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> che si sta studiando rappresenta <strong>il</strong> puntodi partenza <strong>del</strong> processo di <strong>conoscenza</strong>; è <strong>il</strong> nutrimento naturale <strong>per</strong>qualsiasi ragionamento e riflessione specifici sul fenomeno osservato. Ladescrizione <strong>del</strong> prof<strong>il</strong>o avviene attraverso l’ut<strong>il</strong>izzo di descrittori socioanagrafici(<strong>il</strong> genere, l’età, <strong>la</strong> provenienza, <strong>la</strong> categoria professionale, <strong>il</strong>titolo di studio, <strong>la</strong> composizione famigliare, ecc.). Fornisce un primo quadrodi riferimento a livello informativo, ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> indirizzare alcuni ragionamentidi carattere generale, anche se spesso non esaustivo <strong>per</strong> pianificare strategiedi marketing come <strong>la</strong> segmentazione e <strong>il</strong> posizionamento.Sesso: M FEtà: anni ……………………Provenienza: Città………………Provincia……Stato…….La provenienza può fornire una prima ut<strong>il</strong>e indicazione <strong>per</strong> segmentare <strong>il</strong><strong>pubblico</strong> attuale ed individuare potenziali target. Si pensi ad un <strong>museo</strong>situato in un luogo ad elevata presenza turistica, i cui contenuti possanoessere di interesse anche <strong>per</strong> un’utenza non locale: se dal<strong>la</strong> ricerca emergeche l’incidenza dei visitatori stranieri o provenienti da fuori regione èmarginale o molto bassa, allora si potrebbero ipotizzare attività di marketing50


e comunicazione <strong>per</strong> rafforzare <strong>la</strong> capacità <strong>del</strong> <strong>museo</strong> nell’intercettare taletarget.Titolo di studio: Titoli post-<strong>la</strong>urea  Laurea Diploma Licenza Media Inf. Licenza elementare altro……………………………Professione: imprenditore dirigente/docente univ./magistratoliberoprofessionistainsegnante impiegato commerciante/esercente artigiano o<strong>per</strong>aio studente pensionato casalinga disoccupato altro (specificare)………………………………………..………….……………………….Può essere vantaggioso ut<strong>il</strong>izzare <strong>del</strong>le categorie professionali che ricalcanoquelle che ut<strong>il</strong>izza dall’ISTAT <strong>per</strong> definire <strong>la</strong> composizione <strong>del</strong><strong>la</strong> societàitaliana. In tale modo si possono confrontare i dati <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>del</strong><strong>museo</strong> con quelli <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione italiana o di una specifica areaterritoriale.Fa parte di qualche associazione culturale? nosiSe sì, può indicare quali?………………………………………………………………………………………………………….…………………………………………………..51


9. Un approfondimento: <strong>la</strong> valutazione come strumentoo<strong>per</strong>ativo nel<strong>la</strong> realtà italianaRicerca e valutazione sono concetti che rimandano ad attività spessoconfuse e non fac<strong>il</strong>mente distinguib<strong>il</strong>i nel<strong>la</strong> pratica museale. La natura ditale confusione è duplice: da un <strong>la</strong>to dipende dal fatto che entrambi iprocessi ut<strong>il</strong>izzano spesso gli stessi strumenti (questionari, focus group,interviste) e dall’altro che anche gli obiettivi di fondo possono sovrapporsi.La principale distinzione, ut<strong>il</strong>izzando le riflessioni di Munley 5 , è che <strong>la</strong>valutazione nasce dal bisogno di ottenere informazioni specifiche <strong>per</strong> azionia breve termine, mentre <strong>la</strong> ricerca è stimo<strong>la</strong>ta dal bisogno di maggiore<strong>conoscenza</strong> professionale o <strong>per</strong>sonale che non necessariamente deve fornirenell’immediato informazioni ut<strong>il</strong>i, ma offre materiale <strong>per</strong> e<strong>la</strong>borazioniteoriche.La valutazione è un concetto usato in campo museale come espressione dariferire alle indagini e alle analisi che si instaurano prima, durante e dopo undeterminato processo/progetto (generalmente ci si riferisce a progetti diallestimenti, attività didattiche e di comunicazione). Korn 6 suggerisce diconsiderare <strong>la</strong> valutazione come “un sistematico insieme di dati einformazioni sulle caratteristiche, attività e risultati di un allestimento o diun programma educativo, da usare nel prendere decisioni su propositi dimiglioramento e di sv<strong>il</strong>uppo”.Gli studi di valutazione si sono soprattutto affermati nelle istituzionimuseali statunitensi <strong>per</strong>ché sin dalle origini <strong>il</strong> <strong>museo</strong> americano nasce conuna spiccata vocazione educativa e si indirizza al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione nel suo5 Munley M. E. (1987). Intentions and Accomplishments: Principles for Museum EvaluationResearch, in Past Meets Present. Jo B<strong>la</strong>tti (ed). Washington, DC: Smithsonian Press.6 Korn R. (1994). Studying Your Visitors: Where to Begin, in, Hystory News, n. 49/2.52


complesso piuttosto che ad una ristretta élite colta e borghese. Il <strong>pubblico</strong>, <strong>il</strong>destinatario principale <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong> <strong>museo</strong> è stato al centro fin da subito<strong>del</strong>l’attenzione e <strong>del</strong>l’interesse <strong>del</strong>le istituzioni museali. Basti pensare chegià nel 1916 un <strong>museo</strong>logo americano, Benjamin G<strong>il</strong>lman, condusse studisul fenomeno <strong>del</strong>l’affaticamento da visita museale (museum fatigue)ut<strong>il</strong>izzando lo strumento fotografico e che negli anni ’20 si realizzarono iprimi studi sui visitatori: Otto Neurath analizzò l’efficacia <strong>del</strong> sistema diinterpretazione <strong>del</strong> <strong>museo</strong> e paralle<strong>la</strong>mente studiosi <strong>del</strong><strong>la</strong> Carnegie Mellonintrapresero studi empirici volti a comprendere i comportamenti di fruizionee l’interazione visitatore-<strong>museo</strong>.In Italia <strong>la</strong> distinzione tra ricerca e valutazione <strong>per</strong>de ancora più disignificato in quanto <strong>il</strong> concetto e <strong>la</strong> pratica <strong>del</strong><strong>la</strong> valutazione, così comeintesa e applicata nel contesto statunitense o australiano, hanno ottenuto unatiepida accoglienza sia nelle riflessioni <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>museo</strong>logia nostrana, sia nel<strong>la</strong>pratica o<strong>per</strong>ativa <strong>del</strong><strong>la</strong> maggior parte dei musei.Vista <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva “giovinezza” <strong>del</strong> tema nel nostro paese, ricerca evalutazione rimangono spesso concetti indistinti; semmai quando sipropongono distinzioni si par<strong>la</strong> di ricerche a sca<strong>la</strong> “micro” (promosse dauna singo<strong>la</strong> istituzione, realizzate generalmente <strong>per</strong> fornire informazioniut<strong>il</strong>i al<strong>la</strong> funzione marketing o a quel<strong>la</strong> educativa <strong>del</strong> <strong>museo</strong>) e ricerche asca<strong>la</strong> “macro” (promosse da un ente sovraterritoriale o sovraistituzionale –<strong>il</strong> Ministero, le Regioni, istituti di ricerca -, in cui <strong>la</strong> <strong>conoscenza</strong> di unfenomeno di partico<strong>la</strong>re attualità rappresenta l’obiettivo principale), oppuresi applicano le categorie c<strong>la</strong>ssiche <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca pura e <strong>del</strong><strong>la</strong> ricercaapplicata.Se è vero che, come già ricordato, le prime ricerche sul <strong>pubblico</strong> dei museisono state realizzate nel mondo anglossassone (soprattutto negli Stati Uniti)53


già nei primi decenni <strong>del</strong> XX secolo, <strong>per</strong> quanto riguarda l’Italia èsoprattutto a partire dagli anni ’80-’90 che si è sentita l’esigenza di studiare<strong>il</strong> <strong>pubblico</strong> dei musei. Dal<strong>la</strong> somministrazione di questionari, al<strong>la</strong>realizzazione di focus group, fino al<strong>la</strong> s<strong>per</strong>imentazione di tecnicheinnovative <strong>per</strong> <strong>il</strong> nostro paese come le “indagini osservanti”, con sempremaggiore consapevolezza le singole istituzioni museali e gli enti prepostial<strong>la</strong> politica culturale si sono avvalsi di strumenti di <strong>conoscenza</strong> <strong>del</strong><strong>pubblico</strong>. Se <strong>per</strong> gli enti pubblici (ai diversi livelli di governo) le ricerchesono state condotte con finalità prevalentemente conoscitive (con approccidi tipo economico o sociologico) funzionali ad orientare puntuali interventidi policy, <strong>per</strong> i singoli musei le indagini sul <strong>pubblico</strong> sono statemaggiormente ut<strong>il</strong>izzate in una logica <strong>per</strong> così dire “microaziendalistica”,come strumenti o<strong>per</strong>ativi di cui avvalersi <strong>per</strong> definire strategie di marketing,<strong>per</strong> migliorare <strong>la</strong> comunicazione o i servizi offerti.Esu<strong>la</strong> dal presente <strong>la</strong>voro rendere conto <strong>del</strong>le molte ricerche condotte alivello di singo<strong>la</strong> istituzione museale; si tenterà invece di indicare alcuni deiprincipali f<strong>il</strong>oni di ricerca, degli strumenti prevalentemente ut<strong>il</strong>izzati e <strong>del</strong>lericerche più significative e di più ampio respiro.Già dai primi anni ’80 si può constatare un significativo impegno da partesia <strong>del</strong>l’ISTAT sia <strong>del</strong>le istituzioni pubbliche nazionali e regionali <strong>per</strong>ricostruire <strong>il</strong> quadro complessivo <strong>del</strong>l’offerta e <strong>per</strong> misurare le principaligrandezze re<strong>la</strong>tive all’affluenza dei musei, ma è dal<strong>la</strong> metà degli anniNovanta che si ritrovano analisi più approfondite sui visitatori, sul loroprof<strong>il</strong>o socio-demografico, sul processo decisionale e motivazionale 7 .7Tra le altre si citano le indagini promosse dal Comune di Venezia, dal Comune di Roma,dall’Associazione Amici di Castelvecchio e dei Civici Musei d’Arte di Verona, dal<strong>la</strong>Fondazione Giovanni Agnelli di Torino. Si tratta, nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, di studi54


Indagini su target specifici sono state inoltre condotte nell’ottica di ampliarei bacini di utenza e di comprendere le motivazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> minore propensioneal consumo museale di partico<strong>la</strong>ri strati <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, avvalendosi, tragli altri, anche di strumenti qualitativi come i focus group e le interviste inprofondità. In partico<strong>la</strong>re si ricordano le ricerche sul rapporto tra anziani epartecipazione al <strong>museo</strong> 8 e sul<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione <strong>del</strong>l’offerta museale da parte deigiovani 9 .Dal 1993, con l’applicazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Legge Ronchey, un nuovo f<strong>il</strong>one diricerca ha riguardato <strong>il</strong> rapporto tra utenza e servizi aggiuntivi: varieindagini sono state infatti condotte <strong>per</strong> verificare <strong>il</strong> livello di <strong>conoscenza</strong> edi ut<strong>il</strong>izzo dei servizi offerti e <strong>per</strong> valutare l’apprezzamento espressodall’utenza nei confronti <strong>del</strong> sistema di accoglienza e ospitalità <strong>del</strong> <strong>museo</strong> 10 .Recentemente nuovi f<strong>il</strong>oni di studio si sono imposti all’attenzione deiricercatori e <strong>del</strong>le istituzioni: in partico<strong>la</strong>re gli studi volti a valutarel’impatto cognitivo prodotto dal<strong>la</strong> visita e quelli finalizzati a descrivere <strong>il</strong>comportamento <strong>del</strong> fruitore all’interno <strong>del</strong> <strong>museo</strong>. A tale proposito occorresegna<strong>la</strong>re <strong>il</strong> recente ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>l’indagine osservante come strumento dianalisi dei comportamenti di fruizione all’interno di uno spazio definito (un<strong>museo</strong>, un parco, una città). Si tratta di un metodo di ricerca non standardpartico<strong>la</strong>rmente ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> verificare l’impatto sui visitatori <strong>del</strong>le scelte diallestimento, <strong>per</strong> individuare gli oggetti e i luoghi che attraggonorealizzati <strong>per</strong> mezzo di questionari e finalizzati ad analizzare le caratteristiche <strong>del</strong> visitatore, lemodalità <strong>del</strong><strong>la</strong> visita ed <strong>il</strong> processo decisionale di acquisto.8 Si veda al proposito: Città di Torino (2002). Un <strong>museo</strong> tanti pubblici. Condizioni diaccessib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> i visitatori anziani. Risultati di un’indagine, Quaderni dei musei civici, n. 8,sett. 2002.9 Maresca Compagna A., Bucci E., Di Marco S. (a cura di), (1998). I giovani e <strong>il</strong> <strong>museo</strong>.Indagine p<strong>il</strong>ota sui visitatori dei Musei e <strong>del</strong>le aree archeologiche statali: guida al<strong>la</strong> lettura deirisultati, Ministero <strong>per</strong> i beni e le attività culturali, Ufficio Studi, Roma10 A tale proposito occorre menzionare le due ricerche condotte da Nomisma nel 2000 e nel2001 e da Solima e Bollo nel 2002.55


maggiormente l’attenzione, <strong>per</strong> studiare le azioni e le reazioni <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>durante <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso di visita 11 .Fatte queste precisazioni si può ritornare al concetto e al<strong>la</strong> spiegazione <strong>del</strong>processo di valutazione così come viene realizzato nel contesto statunitense.11A tale proposito si può ricordare <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro di Ludovico Solima, che ha applicato l’indagineosservante al Sistema Museale di San Miniato (2001) e al Museo Archeologico Nazionale diNapoli (2002). La Città di Torino ha promosso nel 2003 un’indagine osservante in occasione<strong>del</strong>l’a<strong>per</strong>tura <strong>del</strong> nuovo Museo Diffuso <strong>del</strong><strong>la</strong> Resistenza, <strong>del</strong><strong>la</strong> Deportazione, <strong>del</strong><strong>la</strong> Guerra, deiDiritti e <strong>del</strong><strong>la</strong> Libertà. I risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca, realizzata dall’Osservatorio Culturale <strong>del</strong>Piemonte, sono sintetizzati nei Quaderni dei Musei Civici <strong>del</strong><strong>la</strong> Città di Torino, n. 10, febbraio2004.56


9.1 I tre stadi <strong>del</strong><strong>la</strong> valutazioneIl processo di valutazione di un progetto museale può essere artico<strong>la</strong>to in tremomenti legati al ciclo di vita <strong>del</strong> progetto oggetto <strong>del</strong>l’analisi. Nel contestoanglosassone si distingue <strong>per</strong>tanto tra front-end evaluation, formativeevaluation, summative evaluation.La front-end evaluation si realizza nel momento <strong>del</strong>l’ideazione di unprogetto allestitivo (es. una mostra, l’a<strong>per</strong>tura di una nuova a<strong>la</strong> di un <strong>museo</strong>,un nuovo programma educativo o <strong>per</strong>corso didattico), <strong>la</strong> formativeevaluation consiste sostanzialmente in test e analisi che vengono effettuatidurante lo sv<strong>il</strong>uppo e <strong>la</strong> produzione <strong>del</strong> progetto, <strong>la</strong> summative evaluationconsente di verificare ex-post se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti.9.2 La valutazione front-endIn ambito museale <strong>la</strong> valutazione front-end viene ut<strong>il</strong>izzata soprattutto <strong>per</strong>prevedere come i visitatori <strong>per</strong>cepiranno e comprenderanno le idee e iconcetti che saranno presentati nell’esposizione. Come già ricordato si trattadi uno studio che si realizza durante le fasi iniziali di progettazione diun'esposizione (sia che si tratti di un allestimento di una collezione<strong>per</strong>manente, sia che si tratti di una mostra). Nello specifico sono esaminat<strong>il</strong>a fam<strong>il</strong>iarità e <strong>la</strong> comprensione generale dei visitatori con i temi e gliargomenti affrontati nell'esposizione. Tale valutazione può venire inoltreut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> migliorare le capacità <strong>per</strong>suasive e affabu<strong>la</strong>torie <strong>del</strong><strong>la</strong>comunicazione: si possono infatti individuare gli elementi, gli aspetti<strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza, le parole chiave in grado di invogliare i visitatori a visitarel’esposizione.57


La valutazione front-end consente quindi ai curatori di comprendere meglio<strong>il</strong> processo di apprendimento dei visitatori, <strong>il</strong> loro fabbisogno conoscitivo ele capacità di interpretazione dei concetti proposti durante <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso divisita.In una front-end evaluation realizzata dall’Australian Museum di Sidney inoccasione di una mostra sugli “Aborigeni australiani” si è chiesto, attraversofocus group, a gruppi di potenziali visitatori e agli insegnanti di indicare glistrumenti di comunicazione ritenuti più adatti <strong>per</strong> veico<strong>la</strong>re i contenuti e <strong>il</strong>tipo di es<strong>per</strong>ienza che i curatori si erano prefissati. Va inoltre sottolineatoche durante <strong>il</strong> medesimo processo di valutazione sono stati realizzatiincontri e giornate seminariali con le comunità locali di aborigeni <strong>per</strong>riflettere sugli aspetti più significativi <strong>del</strong> vivere quotidiano, sul concetto ditradizione, sui preconcetti legati al<strong>la</strong> cultura aborigena 12 .Si tratta di un processo di ricerca di tipo sostanzialmente esplorativo, in cuisi è piuttosto liberi nel definire gli obiettivi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca, i soggetti daanalizzare, gli strumenti più adatti.L'es<strong>per</strong>ienza <strong>del</strong> <strong>museo</strong> è <strong>il</strong> prodotto <strong>del</strong>le interazioni tra i visitatori,l’esposizione e <strong>la</strong> struttura concettuale in cui gli oggetti sono presentati. Ivisitatori sono complessi e “unici”, hanno es<strong>per</strong>ienze di vita, conoscenzepregresse, bisogni e aspettative che influiscono in modo significativo sul<strong>la</strong>qualità <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza. Se condotta in modo adeguato <strong>la</strong> valutazione frontendconsente ai curatori di capire quale sarà <strong>la</strong> portata potenziale <strong>del</strong><strong>la</strong> visitanel contesto <strong>del</strong>l’idea di esposizione. Poiché <strong>la</strong> front-end è condottasolitamente prima che un'esposizione sia sv<strong>il</strong>uppata, deve essere (ri)creatoun contesto nel quale “simu<strong>la</strong>re” l’es<strong>per</strong>ienza da valutare: oggetti re<strong>la</strong>tivi12 Per un approfondimento si veda L. Kelly, Front-end evaluation – beyond the field of dreams,Australian Museums.58


ad un'altra esposizione, fotografie degli oggetti, e <strong>per</strong>sino estratti da libripossono venire ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> questo tipo di o<strong>per</strong>azione.Le domande alle quali deve rispondere una valutazione di questo tipo sono:· Che cosa pensano i visitatori quando confrontano tra loro oggettispecifici e/o idee?· Che significato emerge dal loro incontro?· Quali oggetti catturano maggiormente l'attenzione? Perché?· Gli oggetti mostrati sono in grado di veico<strong>la</strong>re associazionimentali?· Quanto già si conosce su questo tema o soggetto?· Che cosa pensano di imparare dall’esposizione?· Che cosa immaginano di vedere nell'esposizione?Fare domande basate sul grado di <strong>conoscenza</strong> è forse <strong>la</strong> sfida più diffic<strong>il</strong>e<strong>del</strong><strong>la</strong> valutazione front-end e le indagini, quindi, devono essere progettatecon attenzione.I questionari standardizzati sono molto ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> alcuni generi di studi, ma inqueste fasi iniziali di sv<strong>il</strong>uppo è preferib<strong>il</strong>e fare ricorso alle interviste condomande a<strong>per</strong>te o alle conversazioni informali, che consentono al visitatoredi descrivere liberamente le proprie opinioni sull’es<strong>per</strong>ienza <strong>del</strong><strong>la</strong> visita.Gli strumenti ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nel<strong>la</strong> front-end (Linda Kelly, 2002):• focus group• questionari• interviste semi-strutturate e non direttive• conversazioni informali• workshop con lo staff o con target specifici di utenza59


9.3 La formative evaluation“The answer lies not in the exhibit,but in the way the visitors <strong>per</strong>ceive the exhibit.An understanding of how people respond to exhibitsrequires an understanding of people, not exhibits”(Michael Alt e Stephen Griggs)La formative evaluation si usa <strong>per</strong> testare i nuovi exhibits all’interno di un<strong>per</strong>corso espositivo. Viene realizzata durante <strong>la</strong> fase di progettazione diun'esposizione o di un programma educativo usando mo<strong>del</strong>li di simu<strong>la</strong>zionepoco costosi che consentono di r<strong>il</strong>evare ed iso<strong>la</strong>re i problemi nel<strong>la</strong> faseiniziale <strong>del</strong> processo e prima <strong>del</strong><strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodotto finale.A questo tipo di valutazione prendono parte professionalità e competenzemolto diverse quali <strong>il</strong> designer, <strong>il</strong> curatore, e, a seconda dei casi, <strong>il</strong>responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong><strong>la</strong> comunicazione e <strong>del</strong><strong>la</strong> didattica, al fine di verificare tutti idiversi aspetti <strong>del</strong>l’elemento: <strong>il</strong> contenuto, <strong>il</strong> design, <strong>la</strong> forma dipresentazione <strong>del</strong> messaggio, l’ergonomia, gli aspetti tecnici, <strong>il</strong> grado dide<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>l’oggetto.I dati necessari al<strong>la</strong> valutazione possono essere raccolti principalmenteosservando e/o intervistando i visitatori 13 . Attraverso le osservazioni sipossono valutare le “reazioni” e i comportamenti dei visitatori di fronte adun determinato elemento allestitivo o verificare come (e se) si ut<strong>il</strong>izzanoapparecchi e dispositivi che richiedono specifiche modalità di interazione.13A volte le indagini sono condotte con visitatori cosiddetti cued, ovvero visitatoriconsapevoli: alcune <strong>per</strong>sone vengono reclutate <strong>per</strong> osservare l'esposizione sapendo che inseguito dovranno rispondere ad alcune domande. La spiegazione di tale scelta risiede nel fattoche le <strong>per</strong>sone prestano più attenzione ad un'esposizione se sanno che dovrannosuccessivamente rispondere a <strong>del</strong>le domande.60


La formative evaluation viene realizzata soprattutto nei musei scientifici, incui è importante testare l’efficacia di ambientazioni molto costose come idiorama e dove l’ut<strong>il</strong>izzo di panelli e materiale informativo diventaessenziale <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itare <strong>la</strong> comprensione di fenomeni e concetti complessi.Nel Museo <strong>del</strong><strong>la</strong> Scienza di Boston, ad esempio, è stato creato uno spazioapposito chiamato “test tube”, un vero e proprio <strong>la</strong>boratorio <strong>per</strong> testare inuovi prototipi di exhibits <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>museo</strong>. Si tratta di una stanza di circa 70metri quadrati, attrezzata con videocamere e sistemi di videoregistrazioneocculti, alle cui pareti vengono collocati gli exhibit e i prototipi che sivogliono testare.Il “test tube” è collocato in una zona visitab<strong>il</strong>e all’interno <strong>del</strong> <strong>per</strong>corsomuseale e consente al gruppo di ricerca di osservare e studiare <strong>il</strong>comportamento e le reazioni <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong>.Le domande alle quali <strong>la</strong> formative evaluation intende dare risposta sono:· le istruzioni <strong>per</strong> l’uso degli exhibits sono chiare?· i visitatori usano gli strumenti interattivi come previsto?· i visitatori comprendono <strong>il</strong> messaggio e<strong>la</strong>borato dai curatori<strong>del</strong>l'esposizione?· le segna<strong>la</strong>zioni di <strong>per</strong>corso sono disposte in modo strategico?· si riescono a vedere tutti gli oggetti esposti o ci sono problemi divisib<strong>il</strong>ità/leggib<strong>il</strong>ità?· <strong>la</strong> durata dei video è adeguata?· <strong>il</strong> contenuto dei pannelli e <strong>del</strong>le etichette è chiaro?La formative evaluation viene inoltre ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> verificare <strong>la</strong> leggib<strong>il</strong>itàdei pannelli informativi e <strong>la</strong> comprensione <strong>del</strong>le informazioni di base in essi61


contenute. Alcuni test realizzati dall’Anniston Museum of Natural History<strong>del</strong>l’A<strong>la</strong>bama hanno dimostrato che l’aumento <strong>del</strong>le dimensioni <strong>del</strong>losfondo dei pannelli e l’inserimento <strong>del</strong>le immagini non modificanol’attenzione dei lettori 14 . Le reazioni al<strong>la</strong> diversa distribuzione <strong>del</strong> testo nelpannello indica che i lettori non hanno paura di ricevere molte informazioni,rimangono semmai negativamente influenzati se ricevono le informazioni inun unico blocco di testo. Nel caso specifico un pannello di 150 parole èstato reso più leggib<strong>il</strong>e semplicemente dividendo <strong>il</strong> testo in tre blocchiseparati, pur mantenendo inalterato <strong>il</strong> numero complessivo <strong>del</strong>le parole.Gli strumenti ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i (Linda Kelly, 2002):• prototipi e campioni da testare su un numero limitato di visitatori(15-20 individui)• interviste semi-strutturate• osservazione dei comportamenti• workshop con lo staff o con target specifici di utenza.14 E’ stato ridotto <strong>il</strong> numero di parole contenuto nei pannelli e distribuito <strong>il</strong> testo in manieradifferente; sono state aumentate le dimensioni dei caratteri <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itare <strong>la</strong> leggib<strong>il</strong>ità e ipannelli sono stati collocati più vicini agli oggetti.62


9.4 La summative evaluationViene realizzata quando <strong>la</strong> progettazione <strong>del</strong>l’esposizione è già terminata edè finalizzata a valutare le reazioni dei visitatori rispetto alle diversecomponenti <strong>del</strong>l’allestimento. La summative evaluation è importante <strong>per</strong>chéconsidera elementi di progetto (come i flussi dei visitatori, i tempi di<strong>per</strong>manenza e di sosta, <strong>la</strong> disposizione dei componenti <strong>del</strong>l'esposizione) chepossono essere analizzati solo dopo che l’allestimento è stato completato.L'obiettivo di fondo è di determinare l'efficacia generale <strong>del</strong>l'esposizionecosì come l'efficacia dei singoli componenti: attraverso tale processo, icomportamenti, le es<strong>per</strong>ienze, <strong>la</strong> produzione di senso dei visitatori sonoconfrontati con gli obiettivi <strong>del</strong>l'esposizione definiti all'inizio <strong>del</strong> progetto.I concetti di cambiamento e di turn over stanno diventando concetti chiave<strong>del</strong>le politiche museali: l'idea di cambiare posto ad un elemento<strong>del</strong>l'esposizione che non è abbastanza valorizzato è oggi molto piùaccettab<strong>il</strong>e che in passato. La summative può giocare quindi un ruolo chiavenel fornire le indicazioni necessarie <strong>per</strong> pianificare le scelte di rotazionedegli oggetti/o<strong>per</strong>e e di ripensamento totale o parziale dei <strong>per</strong>corsi.Le domande alle quali <strong>la</strong> summative evaluation intende dare risposta sono:· l’esposizione è comprensib<strong>il</strong>e?· i visitatori ut<strong>il</strong>izzano <strong>il</strong> corredo informativo <strong>del</strong>l’esposizione?· i visitatori usano gli strumenti interattivi correttamente?· quali componenti attraggono l'attenzione? Quali componentitrattengono l'attenzione?· che cosa fanno i visitatori quando si fermano davanti alle bachecheo ad un oggetto esposto?63


· quanto tempo i visitatori passano nelle varie sale espositive?La tipologia di domande a cui si vuole dare risposta determina solitamentegli strumenti da ut<strong>il</strong>izzare. L’osservazione diretta dei visitatori, <strong>per</strong>esempio, <strong>per</strong>mette di determinare quali componenti hanno attrattol'attenzione ed <strong>il</strong> tempo speso davanti ad ogni elemento significativo <strong>del</strong><strong>per</strong>corso. Le interviste consentono invece di indagare le reazioni associateal<strong>la</strong> visita o a specifici oggetti/contenuti <strong>del</strong>l’esposizione, oppure <strong>il</strong> grado dichiarezza o di disorientamento generato dai messaggi <strong>del</strong>l’allestimento.Dalle interviste si ricavano spesso risultati inattesi, in grado di restituire <strong>la</strong>complessità e <strong>la</strong> diversità <strong>del</strong>l'es<strong>per</strong>ienza di visita e <strong>la</strong> difficoltà nelprevedere cosa accade quando un visitatore interagisce con un'esposizione.Gli strumenti ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i (Linda Kelly, 2002):• questionario su campioni significativi• indagine osservante• interviste in profondità• test con visitatori o gruppi.In Italia si stanno s<strong>per</strong>imentando le prime es<strong>per</strong>ienze di summativeevaluation, facendo ricorso principalmente all’osservazione non intrusivadei comportamenti di fruizione (<strong>la</strong> cosiddetta “indagine osservante”). Sitratta di un metodo ancora “pionieristico” nel contesto dei musei italiani, maapplicato da tempo e diffusamente negli Stati Uniti e in Australia.L’indagine osservante consiste nell’osservazione, nel<strong>la</strong> codificazione, nel<strong>la</strong>misurazione dei tempi di <strong>per</strong>manenza e nell’interpretazione deicomportamenti di fruizione dei visitatori all’interno <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso di visita.64


È importante ricordare che non vi è alcuna forma di partecipazione <strong>del</strong>ricercatore né di interazione tra osservante e osservato: <strong>la</strong> mancanza di unare<strong>la</strong>zione diretta con <strong>il</strong> soggetto indagato evita quei condizionamenticomportamentali che possono verificarsi nell’interazione tra questi ed <strong>il</strong>ricercatore.Questo approccio metodologico è stato applicato, ad esempio, alle salededicate a “Partenope e Neapolis” <strong>del</strong> Museo Archeologico Nazionale diNapoli 15 , al Museo Nazionale <strong>del</strong><strong>la</strong> Scienza e <strong>del</strong><strong>la</strong> Tecnologia di M<strong>il</strong>ano, alMuseo Diffuso <strong>del</strong><strong>la</strong> Resistenza, <strong>del</strong><strong>la</strong> Deportazione, <strong>del</strong><strong>la</strong> Guerra, deiDiritti e <strong>del</strong><strong>la</strong> Libertà di Torino e al Museo Nazionale <strong>del</strong> Cinema di Torino.Un caso di studio 16Qui di seguito vengono presentati - a titolo esemplificativo <strong>del</strong> portato e<strong>del</strong>le indicazioni o<strong>per</strong>ative conseguib<strong>il</strong>i con questo tipo di indagine - alcunirisultati derivanti dall’osservazione al Museo Diffuso <strong>del</strong><strong>la</strong> Resistenza, <strong>del</strong><strong>la</strong>Deportazione, <strong>del</strong><strong>la</strong> Guerra, dei Diritti e <strong>del</strong><strong>la</strong> Libertà di Torino.Il Museo è stato inaugurato nel maggio 2003 negli spazi interamenterestaurati <strong>del</strong> pa<strong>la</strong>zzo juvarriano dei Quartieri M<strong>il</strong>itari, in una zona centraledi Torino. Il <strong>museo</strong> diffuso si caratterizza <strong>per</strong> l’assenza di una collezione<strong>per</strong>manente intesa nel senso tradizionale e <strong>per</strong> l’aspirazione a diventare <strong>il</strong>centro simbolico e lo snodo principale di un sistema costituito dai luoghi dimemoria <strong>del</strong><strong>la</strong> città e <strong>del</strong><strong>la</strong> sua provincia (dal Sacrario <strong>del</strong> Martinetto, al15 Si veda L. Solima (2002). Indagine osservante sui comportamenti di fruizione dei visitatori<strong>del</strong><strong>la</strong> sezione “Partenope e Neapolis” <strong>del</strong> Museo Nazionale di Napoli, Megaride, Napoli.16 Per una lettura approfondita dei risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca si rimanda a V. Simone (a cura di),(2004). I primi visitatori <strong>del</strong> Museo Diffuso <strong>del</strong><strong>la</strong> Resistenza, <strong>del</strong><strong>la</strong> Deportazione, <strong>del</strong><strong>la</strong> Guerra,dei Diritti e <strong>del</strong><strong>la</strong> Libertà, in Quaderni dei Musei Civici <strong>del</strong><strong>la</strong> Città di Torino, n. 10, 2004.65


Colle <strong>del</strong> Lys, al Rifugio antiaereo di piazza Risorgimento ai Sentieri <strong>del</strong><strong>la</strong>libertà <strong>del</strong><strong>la</strong> Val Pellice).L’a<strong>per</strong>tura a Torino di un <strong>museo</strong> così peculiare nei contenuti che proponeva,negli obiettivi che si prefiggeva e nelle impostazioni <strong>museo</strong>grafiche adottateè stata l’occasione <strong>per</strong> s<strong>per</strong>imentare questo tipo di valutazione. L’indagine èstata promossa dal Settore Musei <strong>del</strong><strong>la</strong> Città di Torino e realizzatadall’Osservatorio Culturale <strong>del</strong> Piemonte.L’obiettivo di carattere generale <strong>del</strong>lo studio era valutare i comportamenti difruizione <strong>del</strong> <strong>pubblico</strong> ed in partico<strong>la</strong>re verificare:• <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso seguito dai visitatori al piano terra <strong>del</strong> <strong>museo</strong> (spazio incui è collocato <strong>il</strong> “<strong>museo</strong> diffuso”) e al piano su<strong>per</strong>iore, dove èallestita <strong>la</strong> mostra “Un’immagine <strong>del</strong>l’Italia. Mostra su una mostra<strong>del</strong><strong>la</strong> resistenza (1946-2003)”• <strong>il</strong> grado di attrazione e di “trattenimento” degli elementi dimaggiore r<strong>il</strong>ievo costituenti <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso di visita• i tempi di <strong>per</strong>manenza all’interno <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso di visita• le diverse attività svolte dai visitatori durante <strong>la</strong> fruizione <strong>del</strong>lospazio musealeal fine di fornire ai responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong> <strong>museo</strong> indicazioni o<strong>per</strong>ative <strong>per</strong>apportare (eventuali) miglioramenti al <strong>per</strong>corso di visita, al<strong>la</strong> segnaleticainterna, al corredo interpretativo.Sono state effettuate circa 80 osservazioni realizzate nell’arco di tre mesi.Le <strong>per</strong>sone osservate sono state seguite <strong>per</strong> tutta <strong>la</strong> durata <strong>del</strong><strong>la</strong> loro<strong>per</strong>manenza nel <strong>museo</strong>.66


I risultati e le rappresentazioni grafiche prodotte hanno consentito di:• individuare le principali direttrici di visita• misurare gli indici di attrazione e di trattenimento <strong>per</strong> gli elementidi r<strong>il</strong>ievo <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso espositivo 17• individuare le aree <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso a maggiore/minore attrazione• registrare le azioni e i comportamenti di fruizione prevalenti lungo<strong>il</strong> <strong>per</strong>corsoI principali risultatiL’analisi dei tracciati e degli indicatori evidenzia come i visitatori “iningresso” siano attratti dall’accoglienza come luogo di partenza <strong>per</strong>definire l’orientamento e <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso di visita e poi sostino di fronte alpannello multischermo <strong>del</strong> video di Guido Chiesa (parte A). Il 75% degliosservati appena entrato si è diretto verso <strong>il</strong> bancone <strong>del</strong>l’accoglienza.17 L’indice di attrazione (attraction power) indica l’incidenza re<strong>la</strong>tiva <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone che hannosostato davanti ad un oggetto <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso di visita. Si calco<strong>la</strong> dividendo <strong>il</strong> numero di <strong>per</strong>soneche si fermano sul totale <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone che hanno visitato <strong>il</strong> <strong>museo</strong>. L’indicatore fornisce unprimo indice “grezzo” sul grado di attrattività o di attenzione esercitato da un oggetto <strong>del</strong><strong>la</strong>collezione. L’indice varia da 0 a 1; più l’indice è vicino ad 1, maggiore è <strong>la</strong> capacità diattrazione <strong>del</strong>l’elemento a cui si riferisce.L’indice di trattenimento (holding power) misura <strong>il</strong> tempo medio che si spende davanti ad unelemento informativo-comunicativo. È calco<strong>la</strong>to dividendo <strong>il</strong> tempo medio di sosta con <strong>il</strong>tempo “necessario” <strong>per</strong> leggere o rivedere un oggetto. Il computo <strong>del</strong> tempo “necessario” vienedeterminato dai ricercatori che misurano <strong>il</strong> tempo indispensab<strong>il</strong>e <strong>per</strong> fruire di tutta <strong>la</strong>comunicazione di uno specifico oggetto. L’indice varia da 0 a 1; più l’indice è vicino ad 1,maggiore è <strong>la</strong> capacità di trattenimento <strong>del</strong>l’elemento a cui si riferisce.È importante poter applicare entrambi gli indicatori <strong>per</strong>ché l’analisi congiunta consentevalutazioni di natura sia quantitativa sia qualitativa. Il pannello informativo di una sa<strong>la</strong> o di unambiente potrebbe avere un indice di attrazione molto alto, ma un indice di trattenimentomodesto: <strong>il</strong> che <strong>la</strong>scerebbe supporre che <strong>il</strong> pannello è collocato in una zona ad alta visib<strong>il</strong>ità,ma o è troppo denso di informazioni, oppure lo st<strong>il</strong>e e i contenuti <strong>del</strong>l’informazione noninvogliano al<strong>la</strong> lettura.67


PARTE BPARTE APer alcuni dei visitatori osservati <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> <strong>del</strong> <strong>museo</strong> al piano terreno (<strong>il</strong> vero eproprio Museo Diffuso) viene interpretata non tanto come l’incipit vero eproprio <strong>del</strong><strong>la</strong> visita quanto come un luogo di informazione e di passaggio,un “interregno” in cui recu<strong>per</strong>are informazioni e a cui dedicare, semmai,una visione grandango<strong>la</strong>re e d’insieme (<strong>il</strong> 50% dei visitatori rimane nellospazio di ingresso <strong>per</strong> meno di 5 minuti). Assumono <strong>per</strong>tanto partico<strong>la</strong>reimportanza le funzioni re<strong>la</strong>zionali e di orientamento attribuite al <strong>per</strong>sonale<strong>del</strong>l’accoglienza: loro infatti possono “introdurre” <strong>il</strong> visitatoreall’interpretazione <strong>del</strong>lo spazio al piano terreno fornendo alcune chiavi di68


lettura su come muoversi e su cosa vedere. A sostegno ed integrazione <strong>del</strong><strong>la</strong>funzione comunicativa <strong>del</strong> <strong>per</strong>sonale <strong>del</strong>l’accoglienza si possono ipotizzareforme di segnaletica pavimentale che inducano <strong>il</strong> visitatore a fermarsi e asostare anche nel<strong>la</strong> parte B.Qui di seguito viene presentata una <strong>del</strong>le tavole contenente i <strong>per</strong>corsi tipicidi visita raggruppati <strong>per</strong> tempo di <strong>per</strong>manenza (cosa guardano e come simuovono le <strong>per</strong>sone che hanno realizzato una visita breve, una visita mediae una visita lunga di quel<strong>la</strong> sezione di <strong>museo</strong>).69


Per quanto riguarda <strong>il</strong> piano su<strong>per</strong>iore (ospitante le mostre temporanee)didascalie e pannelli informativi sono, in media, osservati da circa <strong>la</strong> metàdei visitatori; <strong>la</strong> maggior parte <strong>del</strong>le volte <strong>per</strong>ò sono letti in modo parziale esu<strong>per</strong>ficiale: quasi nessuno legge tutti i pannelli e <strong>per</strong> intero.Il forte coinvolgimento emotivo e l’interesse suscitato dal<strong>la</strong> mostra sonoconfermati anche dall’analisi dei comportamenti di fruizione adottatidurante <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso di visita. Mediamente si nota un atteggiamento difruizione puntuale di quasi tutto <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso espositivo. Sono moltoinfrequenti i fenomeni di “passeggiata museale”, ovvero di transitotangenziale e “grandango<strong>la</strong>re” di chi passa senza soffermarsi su nul<strong>la</strong> inpartico<strong>la</strong>re. In questa parte <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso si segna<strong>la</strong> <strong>la</strong> buona capacitàattrattiva <strong>del</strong> video su “Albe Steiner, un grafico nel dopoguerra” e <strong>del</strong><strong>la</strong>bacheca contenente volumi e documenti originali (indice di attrazionerispettivamente di 0,69 e 0,49). Si può supporre che sia <strong>il</strong> video sia <strong>la</strong>bacheca fungano da elementi di rottura, media diversi che spezzano <strong>la</strong>continuità dei pannelli e che <strong>per</strong>tanto, anche a livello <strong>per</strong>cettivo, si offranocome zona di interesse.L’inserimento di sedie lungo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso assume funzioni e significatiinaspettati: <strong>la</strong> sedia spesso non viene ut<strong>il</strong>izzata come oggetto <strong>per</strong> <strong>il</strong> riposo e<strong>la</strong> sosta, ma viene interpretata come un elemento segnaletico <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso.Le <strong>per</strong>sone si fermano dove ci sono le sedie, a volte rimanendo in piedi,come se <strong>la</strong> presenza <strong>del</strong><strong>la</strong> sedia indicasse che di fronte è situato un oggettoche “vale <strong>la</strong> pena di essere visto”.70


10. GlossarioCAMPIONE: è un sotto-insieme degli elementi di una popo<strong>la</strong>zione diinteresse. Il campione non è altro che “una porzione <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione diriferimento che consente di trarre conclusioni sull'intera popo<strong>la</strong>zione senzadover<strong>la</strong> intervistare tutta” (Ba<strong>il</strong>ey, 1997). Il processo attraverso <strong>il</strong> quale sidetermina un campione si dice metodo di campionamento.CLASSIFICAZIONE: è un’o<strong>per</strong>azione concettuale che mira a dare unintento ordinativo, a dare un ordine cognitivo al mondo. C<strong>la</strong>ssificare vuoldire ordinare gli oggetti e scindere i concetti in categorie.E’ un’o<strong>per</strong>azione tutto sommato arbitraria e funzionale agli scopi preposti.Serve ad assegnare alle c<strong>la</strong>ssi formate i soggetti che interrogo. E’ quindiimportante capire qual è <strong>la</strong> logica c<strong>la</strong>ssificatoria che sta dietro ad ognidomanda che si pone in una intervista, o ad un elenco di elementi che siritiene possano esaurire <strong>la</strong> <strong>conoscenza</strong> su un determinato aspetto.DATABASE: sistema di dati che contiene le informazioni re<strong>la</strong>tive ad aziendee/o individui che costituisce <strong>la</strong> base <strong>del</strong>l’attività di marketing ecomunicazione.DATI INTERNI (Sistema Informativo di marketing): <strong>il</strong> flusso diinformazioni presenti all’interno <strong>del</strong>l'organizzazione disponib<strong>il</strong>i in formapiù o meno strutturata (es. confronto tra le affluenze <strong>del</strong> <strong>per</strong>iodo con gli anniprecedenti, analisi <strong>del</strong><strong>la</strong> stagionalità, quote di mercato).71


DATI PRIMARI (Sistema Informativo di marketing): tutte le informazioniraccolte direttamente dai pubblici (reali e potenziali) <strong>del</strong>l'organizzazioneattraverso specifiche ricerche.DATI SECONDARI (Sistema Informativo di marketing): informazionire<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>i da fonti esterne sia pubbliche (Uffici di Statistica, Osservatorispecifici) sia private (centri di ricerca specializzati nel produrre rapporti diricerca, quotidiani, riviste specialistiche, associazioni di categoria).DIFFERENZIALE SEMANTICO (o Sca<strong>la</strong> di Osgood): tecnica di ricercaqualitativa basata sul concetto <strong>del</strong>le scale ordinali.Consiste in due definizioni antitetiche di un aggettivo o qualità poste agliestremi di una sca<strong>la</strong> a 5 valori (es. eccitante 1-2-3-4-5 r<strong>il</strong>assante). L’ipotesidi Osgood è che le parole rappresentano comportamenti, sia pure verbali,in re<strong>la</strong>zione ai quali <strong>il</strong> pensiero assume <strong>il</strong> ruolo di stimolo. Le parole, quindi,si prestano ad essere ut<strong>il</strong>izzate come strumenti di mediazionerappresentativa <strong>del</strong> pensiero. Tali osservazioni hanno suggerito a Osgood <strong>la</strong>tipica forma <strong>del</strong> suo strumento di r<strong>il</strong>evazione <strong>del</strong> significato, determinatadal<strong>la</strong> presenza di coppie po<strong>la</strong>ri di aggettivi.DOMANDA APERTA: le domande a<strong>per</strong>te sono quelle in cui non esistonomodalità di risposte prefissate; ci si limita a fornire all’intervista un certospazio <strong>per</strong> rispondere al<strong>la</strong> domanda.72


Un esempio:Ha opinioni, suggerimenti da esprimere a proposito <strong>del</strong><strong>la</strong> visita di oggi?………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………DOMANDA CHIUSA: le domande chiuse sono quelle domande checostringono l’intervistato a rispondere con una <strong>del</strong>le modalità previste.Un esempio:Con chi è venuto al <strong>museo</strong>? da solo con <strong>il</strong> partner/coniuge con i genitori con i figli con altri parenti con amici/conoscenti con un gruppo organizzato altro………………………………………………..FOCUS GROUP: una tecnica di r<strong>il</strong>evazione <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricerca sociale, basatasul<strong>la</strong> discussione tra un piccolo gruppo di <strong>per</strong>sone, al<strong>la</strong> presenza di uno opiù moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole indagare inprofondità (S. Corrao) .INCHIESTA: si rivolge a un problema di r<strong>il</strong>evanza sociale, spesso conl’obiettivo di fornire adeguato supporto cognitivo a un successivo interventointeso a risolvere o quanto meno affrontare <strong>il</strong> problema stesso.INDAGINE: equivale all’inglese survey : nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi (manon necessariamente) si avvale di questionari, e si distingue dal sondaggio<strong>per</strong> <strong>il</strong> fatto di esser collegata a una problematica teorica.73


INDICE: è una tecnica che consente di trasformare <strong>la</strong> serie dei valoriassoluti in una serie di numeri indici che mantenga inalterate lecaratteristiche <strong>del</strong><strong>la</strong> serie originale, ma che ne fac<strong>il</strong>iti <strong>la</strong> lettura.I numeri indici (molto ut<strong>il</strong>izzati nelle serie storiche) si determinano in modomolto semplice. Si stab<strong>il</strong>isce convenzionalmente che uno dei valori assolutiè uguale a 100, e si calco<strong>la</strong>no i numeri indici corrispondenti ai restantivalori come rapporto <strong>per</strong>centuale tra ciascuno di essi ed <strong>il</strong> valore assuntocome base di riferimento.INTERVISTATORE: colui che raccoglie informazioni durante un’intervistao tramite somministrazione di un questionarioMEDIA PLAN: è un documento che <strong>per</strong>mette di decidere e ripartirel’ingenza <strong>del</strong>le risorse disponib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> ogni canale pubblicitario ut<strong>il</strong>izzato.Oltre al<strong>la</strong> quantità, <strong>il</strong> media p<strong>la</strong>nning <strong>per</strong>mette di specificare <strong>il</strong> tipo didiffusione da ut<strong>il</strong>izzare e <strong>il</strong> timing di diffusione, ossia <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo e <strong>la</strong> duratadi ogni singolo intervento comunicazionale.MISSION: è una breve e chiara descrizione degli elementi distintivi diun’organizzazione: esprime <strong>la</strong> visione strategica, <strong>la</strong> ragione d’essere a lungotermine, ne riflette i valori e l’identità.Il concetto di missione deve includere quattro elementi fondamentali: ·• Cosa fa l'organizzazione ·• Dove <strong>la</strong> fa (ambito territoriale) ·• A chi intende offrire i propri prodotti e servizi ·• Quali bisogni intende soddisfare74


OSSERVAZIONE ETNOGRAFICA: metodo qualitativo basatosull'osservazione dei comportamenti <strong>del</strong> soggetto analizzato che consente dicostruire narrazioni finalizzate a spiegare l'es<strong>per</strong>ienza <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone con lecose, ovvero con <strong>il</strong> sistema funzionale dei manufatti e con <strong>il</strong> sistemasimbolico dei valori.PANEL: gruppo di <strong>per</strong>sone (famiglie, consumatori, es<strong>per</strong>ti) che si prestanoad essere intervistate <strong>per</strong> una r<strong>il</strong>evazione di comportamenti, atteggiamenti,ecc.POPOLAZIONE: l’insieme degli esemp<strong>la</strong>ri di una certa unità effettivamentepresenti entro l’ambito scelto <strong>per</strong> una ricerca. Una popo<strong>la</strong>zione è quindicomposta da elementi tutti effettivamente indagati o indagab<strong>il</strong>i nel corso diuna ricerca.QUERY: interrogazione effettuata al fine di estrarre le informazioni ut<strong>il</strong>i, adesempio da un database o da un motore di ricerca.RICERCATORE: una <strong>del</strong>le figure chiave di ogni ricerca. Il ricercatore ècolui che disegna <strong>la</strong> ricerca, può avere <strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong><strong>la</strong> su<strong>per</strong>visione esolitamente analizza i dati o ne coordina l’analisi.SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING: “è una struttura di <strong>per</strong>sone,procedure e attrezzature che si propone di riunire, selezionare, analizzare,valutare e distribuire in tempo ut<strong>il</strong>e informazioni <strong>per</strong>tinenti e valide,provenienti da fonti interne ed esterne all’impresa e destinate a fungere dabase alle decisioni di marketing.” (Kotler 1990).75


SONDAGGIO: equivale all’inglese poll, cioè a una raccolta di opinioni sutemi contingenti, non collegati a problematiche teoriche e talvolta scollegatianche fra loro. E’ tipicamente eseguito su un campione <strong>del</strong>l’interapopo<strong>la</strong>zione di riferimento.STAKEHOLDER: qualsiasi <strong>per</strong>sona, gruppo o istituzione che ha interessi inuna policy, in un programma o in un progetto e che può essere influenzata opuò influenzare lo sv<strong>il</strong>uppo e l’attuazione di una strategia o di un progetto.Sono possib<strong>il</strong>i stakeholder: <strong>la</strong> Pubblica Amministrazione, i finanziatoriprivati, <strong>la</strong> comunità locale, i media, <strong>la</strong> comunità artistica, ecc.TARGET: viene ut<strong>il</strong>izzato come sinonimo di segmento-obiettivo, <strong>pubblico</strong>obiettivo,<strong>pubblico</strong> di riferimento.L’individuazione e <strong>la</strong> definizione di un target sono frutto di un processo diselezione che porta al frazionamento di un vasto mercato di consumatori insegmenti, ovvero gruppi di <strong>per</strong>sone che possiedono una <strong>per</strong>cezione sim<strong>il</strong>e diun bisogno, <strong>del</strong>le sue caratteristiche e <strong>del</strong>le motivazioni che a questi siaccompagnano, diversa da quel<strong>la</strong> degli altri gruppi di consumatori, che liporta a sv<strong>il</strong>uppare un comportamento omogeneo nel<strong>la</strong> soluzione di unproblema (consumare, non consumare e cosa).Target può anche indicare l’obiettivo che si intende raggiungere con unadeterminata azione di marketing o campagna di comunicazione.TASSONOMIA: è un insieme di c<strong>la</strong>ssificazioni successive e concatenate,costruite rispettando ad ogni livello i principi <strong>del</strong><strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione. E’ unasequenza di c<strong>la</strong>ssificazioni.76


TIPOLOGIA: è un insieme di c<strong>la</strong>ssificazioni che ut<strong>il</strong>izzano criteri disuddivisione incrociati. Ut<strong>il</strong>izza quindi più criteri di suddivisionecontemporaneamente.VALIDITA’ (STATISTICA): <strong>la</strong> validità di uno strumento di misurazione puòessere definita come <strong>il</strong> grado in cui le differenze di punteggio riflettonoautentiche differenze tra gli individui re<strong>la</strong>tivamente alle caratteristiche checerchiamo di misurare.VARIABILE: le caratteristiche potenzialmente misurab<strong>il</strong>i <strong>del</strong>l’unità dianalisi sono dette variab<strong>il</strong>i, o proprietà.Se l’unità di analisi è, <strong>per</strong> esempio, l’italiano adulto, le variab<strong>il</strong>i misurab<strong>il</strong>ipossono essere l’età, <strong>il</strong> genere, <strong>il</strong> titolo di studio, <strong>la</strong> professione ecc.Le variab<strong>il</strong>i quantitative sono misurate attraverso numeri.Il peso, l’altezza sono variab<strong>il</strong>i quantitativeLe variab<strong>il</strong>i qualitative sono misurate attraverso l’assegnazione didenominazioni e non di numeri.Il genere, <strong>il</strong> colore degli occhi, l’appartenenza politica sono variab<strong>il</strong>iqualitative.77


11. Risorse bibliograficheManuali di metodologia <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca socialeSi segna<strong>la</strong>no solo alcuni dei molti manuali di metodologia <strong>del</strong><strong>la</strong> ricercasociale, in partico<strong>la</strong>re:Ba<strong>il</strong>ey K. D. (1995). Metodi <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca sociale, Il Mulino, BolognaCipol<strong>la</strong> C. (a cura di), (1998). Il ciclo metodologico <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca sociale,Franco Angeli, M<strong>il</strong>anoCorbetta P. (1999). Metodologia e tecniche <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca sociale, Il Mulino,BolognaCorrao S. (2000). Il focus group, Franco Angeli, M<strong>il</strong>anoDe Rose C. (2003). Che cos’è <strong>la</strong> ricerca sociale, Carocci, RomaGobo G. (1997). Le risposte e <strong>il</strong> loro contesto. Processi cognitivi ecomunicativi nelle interviste standardizzate, Franco Angeli, M<strong>il</strong>anoMarradi A. (1988). Costruire <strong>il</strong> dato. Sulle tecniche di raccolta <strong>del</strong>leinformazioni nelle scienze sociali, Franco Angeli, M<strong>il</strong>anoStudi sui visitatori: gli apporti teoriciBitgood, S. (1988). The Methodology of Visitor Studies, in Visitor Behavior,3(3).Kirchberg, V. (2000). Mystery Visitors in Museums: an Underused andUnderestimated Tool for Testing Visitor Service, in International Journal ofArts Management, Vol. 3, n.1, 2000Maresca Compagna A. (1998). Il <strong>pubblico</strong> reale e potenziale dei musei:ricerche all’estero e in Italia, in Per una gestione manageriale dei musei78


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Bourgeon-Renault D. (2000), Evaluating Consumer Behaviour in the Fieldof Arts and Culture Marketing, International Journal of Arts Management,vol. 3, n.1, Fall 2000Di Maggio P., Are Art-Museum Visitors Different from Other People? TheRe<strong>la</strong>tionship between Attendance and Social and Political Attitudes in theUnited States, in Poetics, 24, pp. 161-180Donnat O. (dir.), (2003). Regards croisés sur les pratiques culturelles, LaDocumentation Française, DAG, Ministère de <strong>la</strong> Culture et de <strong>la</strong>communication, ParisDonnat, O. et Octobre, S. (2001). Les publics des équipements culturels:méthodes et résultats d'enquetes, Département des études et de <strong>la</strong><strong>per</strong>spective, ParisDonnat O., Tol<strong>il</strong>a P. (2003). Le(s) Public(s) de <strong>la</strong> culture, Presse desciences Po, ParisHoo<strong>per</strong>-Greenh<strong>il</strong>l, E. (1994). Museums and Their Visitors, Routledge,London - New YorkLouvre, Conférences et colloques. (2002). Les institutions culturelles auplus près du public, La Documentation Française, ParisEvaluation Studies: ricerche compiute, contributi teorici, strumenti <strong>per</strong><strong>la</strong> valutazioneAlt, M.B. Designing and Carrying Out the Evaluation Study, in M<strong>il</strong>es, R.S.,Alt, M.B., Gosling, D.C., Lewis, B.N., Tout, A.F. (1988). The Design ofEducational Exhibits, Allen & Unwin, London82


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Arts MarketingOnline. http://www.artsmarketing.orgUno dei più importanti portali americani sul marketing culturale. Contieneinformazioni su pubblicazioni e link. Sono scaricab<strong>il</strong>i manuali <strong>per</strong> realizzarericerche sul <strong>pubblico</strong>.EVRSIG http://amol.org.au/evrsig/Sito australiano <strong>del</strong> “Evaluation and Visitor Research Special InterestGroup” (EVRSIG), gestito da un gruppo di professionisti dei museiinteressati a sostenere <strong>la</strong> prospettiva <strong>del</strong> visitatore all’interno <strong>del</strong><strong>la</strong> praticamuseale.Fizz, marketing culturale e dintorni http://www.fizz.itPortale italiano dedicato al marketing <strong>del</strong>l’arte e <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura e ai temi <strong>del</strong><strong>la</strong>fruizione culturale. Contiene pa<strong>per</strong> teorici, casi di studio, contributi dio<strong>per</strong>atori culturali e recensioni di libri e pubblicazioni.Fuel4arts. http://www.fuel4arts.comPortale australiano interamente dedicato a contributi teorici e strumentio<strong>per</strong>ativi <strong>per</strong> migliorare <strong>la</strong> comprensione <strong>del</strong>l’audience e i progetti diaudience development.Contiene articoli, casi di studio e pubblicazioni sul tema.Institute for museum studies http://www.smb.spk-berlin.de/ifm/e/index.htmlSi possono consultare alcuni <strong>la</strong>vori e alcune statistiche <strong>del</strong> "Institut fürMuseumskunde" (Institute for Museum Studies) e ad avere un panorama dei85


musei e dei loro visitatori in Germania. Il materiale è corredato di sintesi inlingua ingleseMuseiScuol@ http://www.comune.torino.it/museiscuo<strong>la</strong>/E’ un sito internet dedicato al<strong>la</strong> pedagogia <strong>del</strong> patrimonio culturale e al<strong>la</strong>funzione educativa dei musei in cui sono presenti link e risorse re<strong>la</strong>tivi aglistudi sui visitatori e ai problemi <strong>del</strong><strong>la</strong> fruizione museale.Revista marketing cultural online http://www.marketingcultural.com.brPer chi conosce <strong>il</strong> portoghese, una finestra a<strong>per</strong>ta sulle riflessioni dimarketing e fund raising re<strong>la</strong>tive al contesto sud americano.Visitor Studies Association http://www.visitorstudies.org/Un sito interamente dedicato agli studi sui visitatori in ambito museale.L'associazione organizza una conferenza annuale sul tema e pubblica unarivista.86


Alessandro Bollo è coordinatore <strong>del</strong>l'area Ricerca <strong>del</strong><strong>la</strong> FondazioneFitzcarraldo e <strong>del</strong>l'Osservatorio Culturale <strong>del</strong> Piemonte. Insegna marketingdei beni e dei servizi culturali presso <strong>la</strong> II Facoltà di Architettura <strong>del</strong>Politecnico di Torino. Svolge attività di ricerca nel settore dei beni culturalie <strong>del</strong>lo spettacolo, con partico<strong>la</strong>re attenzione al<strong>la</strong> fruizione culturale e almanagement <strong>del</strong>le istituzioni culturali. E' autore, insieme a L. Solima, <strong>del</strong>libro "I musei e le imprese" (Electa Napoli, 2002).A cura di: Valentina Galloni, Margherita SaniEditing Eros Merli87

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