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monitoraggio performance cliniche 9-05-2013.pdf - Ipasvi

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15diversi dal <strong>monitoraggio</strong> della qualità delle prestazioni, questi indicatori possono risentire dellemodalità di codifica adottate nell’ambito dei servizi, orientate in modo specifico a soddisfare lefinalità amministrative di questi sistemi, piuttosto che la segnalazione di specifici eventi di interesseai fini della qualità dell’assistenza.Inoltre, questo tipo di database non offre una descrizione accurata delle caratteristiche<strong>cliniche</strong> dei pazienti e spesso nemmeno dei processi assistenziali effettivamente adottati, essendoprincipalmente focalizzati sulla rilevazione di quegli atti assistenziali che abbiano un’implicazioneeconomico tariffaria.Queste fonti informative soffrono dunque di importanti limitazioni, soprattutto quando lavalutazione della qualità richiede necessariamente una accurata considerazione delle differenze<strong>cliniche</strong> dei pazienti, per esempio ai fini di un confronto di mortalità tra diversi centri. Un’altracircostanza in cui si evidenziano i limiti dei database amministrativi è rappresentata dallavalutazione della appropriatezza nell’uso di interventi sanitari. Infatti, per essere attendibile ecredibile, la valutazione della congruenza tra bisogno assistenziale del paziente e ricorso ad unospecifico intervento, richiede necessariamente una esaustiva e dettagliata descrizione dellecaratteristiche <strong>cliniche</strong> di quel paziente, informazioni solitamente non disponibili nei databaseamministrativi.In queste le circostanze emerge la necessità di ricorrere direttamente alla documentazioneclinica come fonte informativa primaria, come avviene tipicamente nell’ambito di un audit clinico,fondamentale strumento di auto-valutazione delle <strong>performance</strong> di singole unità operative.Una nota particolare meritano i database clinici; sono frutto di una sistematica raccolta diinformazioni, condotta in forma stabile e continuativa con l’obiettivo di acquisire informazioni supazienti che accedono ad un determinato servizio o prestazione/procedura, non con finalitàamministrative, ma con lo scopo di documentare la qualità dei processi assistenziali erogati e deiloro esiti. In questo senso, i database clinici finiscono per configurare un vero e proprio flussoinformativo ad hoc, vale a dire pensato e realizzato per monitorare una specifica area assistenzialeche, in considerazione dell’impegno richiesto, deve essere di particolare rilevanza. La realizzazionedi un database clinico implica il coinvolgimento di più servizi pertinenti all’area assistenziale diinteresse e, nella gran parte dei casi, simili esperienze tendono ad acquisire la forma di veri e propriregistri che coinvolgono tutti i servizi dello stesso tipo afferenti ad una determinata area geografica.Lo sviluppo e la conduzione di un database clinico è un’attività complessa e pone spessosignificative difficoltà tecniche ed organizzative.Un’altra importante potenzialità dei database clinici è rappresentata dall’offrire l’opportunitàdi costituire una piattaforma utile non solo alla valutazione della qualità, ma anche per la

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