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bioarchitettura - Corso di Dottorato in Tecnologia dell'Architettura

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II<strong>Dottorato</strong> <strong>di</strong> Ricerca <strong>in</strong> <strong>Tecnologia</strong> dell’Architettura_XX cicloDipartimento <strong>di</strong> Progettazione UrbanaDipartimento <strong>di</strong> Attuazione e Configurazione dell’ArchitetturaDottoranda: Sara ScapicchioBIOARCHITETTURAParole chiave:Ecologia, sostenibilità, bioclimatica.Abstract.Attualmente si parla spesso <strong>di</strong> "<strong>bioarchitettura</strong>", ma anche <strong>in</strong><strong>di</strong>st<strong>in</strong>tamente <strong>di</strong> "architettura ecologica", <strong>di</strong>"architettura bioclimatica" e <strong>di</strong> "architettura solare". Il presente lavoro vuole s<strong>in</strong>teticamente chiarire l’ambito <strong>di</strong><strong>in</strong>teresse della <strong>bioarchitettura</strong>, le sue implicazioni sociali e scientifiche.Si def<strong>in</strong>isce Bioarchitettura la <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a progettuale che, <strong>in</strong>crociando i saperi dell’architetto,dell’<strong>in</strong>gegnere, del me<strong>di</strong>co e del chimico, propone criteri ecologicamente corretti per la costruzione e<strong>di</strong>lizianell’ambito <strong>di</strong> una lettura ecologista della realtà. Nei paesi <strong>di</strong> l<strong>in</strong>gua tedesca, dov’è nata, si chiamaBaubiologie, letteralmente biologia del costruire; il term<strong>in</strong>e italiano deriva dall’unione del suffisso Bio (dalgreco bios = vita) alla parola architettura, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> letteralmente architettura della vita. Volendo leggere peròl’<strong>in</strong>tera derivazione della parola, ricor<strong>di</strong>amo che architettura deriva sempre dal greco arkè = pr<strong>in</strong>cipi etecnazo = costruire. La parola <strong>bioarchitettura</strong> può qu<strong>in</strong><strong>di</strong> essere letta come “costruzione dei pr<strong>in</strong>cipi dellavita” o “costruzione secondo i pr<strong>in</strong>cipi della vita” nella doppia accezione che denota la forte <strong>in</strong>terconnessionetra l’atto costruttivo e l’ambiente. Costruendo creiamo gli spazi atti allo svolgimento della nostra vita,mo<strong>di</strong>ficando l’ambiente dove già viviamo, <strong>in</strong>terferendo nel suo attuale stato. La <strong>bioarchitettura</strong> ha <strong>in</strong> se lacoscienza <strong>di</strong> questo atto e mira ad una reciproca def<strong>in</strong>izione tra ambiente costruito e non, <strong>in</strong>tegrando, nonsolo <strong>in</strong>serendo le strutture nell’ecosistema <strong>in</strong> un’ottica <strong>di</strong> sostenibilità ambientale e <strong>di</strong> attenzione alla vita deifruitori delle stesse ma anche dell’<strong>in</strong>tero ecosistema. Comunemente, come s<strong>in</strong>onimo <strong>di</strong> Bioarchitettura,viene usata la def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> architettura bioecologica nella cui etimologia bio si riferisce alla vita dell’uomo,eco si ricollega alle relazioni fra gli esseri viventi (l’ecosistema e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la natura) e logica allude alla logicadel costruire, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> all’architettura, ai suoi materiali ed alle sue tecniche costruttive.La Baubiologie sorse <strong>in</strong> Germania già negli anni '60, <strong>in</strong>sieme all'ambientalismo e all'agricoltura biologica,come un movimento che vuole <strong>di</strong>fendere l'uomo dalle "malattie del progresso", dall'<strong>in</strong>salubrità degli e<strong>di</strong>fici edell'ambiente e si adopera per una vita sana e <strong>in</strong> armonia con la natura. Essa vede la pr<strong>in</strong>cipale causa deimali sociali, quali caos e malattie, nell'alienazione dell'uomo dalla natura, nello stile <strong>di</strong> vita nella nostrasocietà e nella vita <strong>in</strong> mezzo a materie plastiche. La Baubiologie contesta la chimizzazione della nostra vita,cioè la vasta <strong>di</strong>ffusione e l'uso <strong>di</strong> prodotti chimici che <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ano le nostre case e preferisce materiali 'naturali'e tecnologie soft, materiali <strong>in</strong>nocui come l'argilla, il legno, le fibre vegetali, i colori estratti da piante o da terrecolorate, che comportano un impatto m<strong>in</strong>imo sull'ambiente e sulla salute. Ha riferimenti culturali eterogenei:dal Tao della fisica alla geomanzia, dal pensiero ecosistemico <strong>di</strong> Gregory Bateson all’antroposofiaste<strong>in</strong>eriana. Alcuni architetti come Joachim Eble e Ton Alberts, che si ispirano appunto alle idee <strong>di</strong> RudolfSte<strong>in</strong>er, danno molta importanza anche alle “esigenze spirituali” dell'uomo ed <strong>in</strong>tendono non solo proteggerloda fattori nocivi, ma cercano <strong>di</strong> creare nelle abitazioni anche un "clima terapeutico" <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> compensare i<strong>di</strong>sturbi causati dall'<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e dal degrado della natura. Nella loro architettura i materiali naturali, laluce, il clima <strong>in</strong>terno, i colori e i suoni rivestono un ruolo importante.


In Italia la <strong>bioarchitettura</strong> ha mosso i primi passi a Bolzano e nel Sud Tirolo dagli anni settanta; qui èstato poi fondato l’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Bioarchitettura INBAR nel 1991. Nello statuto dell’Istituto all’art.2 silegge la def<strong>in</strong>izione data dallo stesso al term<strong>in</strong>e Bioarchitettura: “Si def<strong>in</strong>isce BIOARCHITETTURA la<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a progettuale che attua e presuppone un atteggiamento ecologicamente corretto nei confrontidell’ecosistema ambientale. In una visione caratterizzata dalla più ampia <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>arità e da un utilizzorazionale e ottimale delle risorse,la <strong>bioarchitettura</strong> tende alla conciliazione ed <strong>in</strong>tegrazione delle attività e deicomportamenti umani con le preesistenze ambientali ed i fenomeni naturali. Ciò al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> realizzare ungeneralizzato miglioramento degli standard qualitativi della vita attuale e futura”.La Bioarchitettura, lungi dall'essere un nuovo modello formale, obbliga <strong>in</strong> primo luogo a guardare <strong>in</strong>torno,a scoprire con r<strong>in</strong>novata attenzione e sensibilita' la cont<strong>in</strong>uita' che ci lega alla nostra specifica storia, alletra<strong>di</strong>zioni, al paesaggio sempre <strong>di</strong>verso. L'aspetto formale <strong>in</strong> Bioarchitettura non è prefissato e non è frutto <strong>di</strong>uno stile. Fonti <strong>di</strong> ispirazione sono sicuramente l'architettura organica, l'ecologia e l'architettura bioclimaticama la cosa più <strong>in</strong>teressante <strong>in</strong> Bioarchitettura è la convergenza <strong>di</strong> più <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>e al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> ampliare l'approccioe la soluzione dei problemi della città, dell'ambiente, delle abitazioni. Oggi <strong>in</strong>fatti il territorio risulta ormaiampiamente antropizzato e contam<strong>in</strong>ato e la visione <strong>di</strong> un pianeta <strong>in</strong>vivibile <strong>di</strong>venta sempre più concreta:sotto questa prospettiva il rapporto classico tra architettura e natura <strong>di</strong>venta piuttosto secondario. Lapr<strong>in</strong>cipale questione non è più quella formale, bensì quella della sopravvivenza e della tutela dell'ambiente.Molteplici sono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> i campi <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse affrontati dalla <strong>bioarchitettura</strong>: dalla problematica della saluteIndoor alla tecnologia bioe<strong>di</strong>le, dall’impiantistica biologica alla elettrobiologia. Il bioarchitetto deve qu<strong>in</strong><strong>di</strong>avere delle conoscenze <strong>di</strong> base che spaziano dalla biologia, con particolare attenzione alla biologia cognitiva(F. Varala, H. Maturana) e all’ipotesi gaiana (J. Lovelock, L. Margulis), alla fisica tecnica ed all’<strong>in</strong>gegneria deimateriali.Fondamentale è l’apporto della architettura bioclimatica che si può def<strong>in</strong>ire come un'alternativa aquell'architettura che, <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dalle con<strong>di</strong>zioni climatiche locali, produce e<strong>di</strong>fici il cui comfortclimatico <strong>in</strong>terno deve essere mantenuto nel corso <strong>di</strong> tutto l'anno da impianti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento edall'illum<strong>in</strong>azione artificiale. Questi e<strong>di</strong>fici consumano enormi quantità <strong>di</strong> energia e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> contribuiscononotevolmente all'<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento atmosferico; l'architettura bioclimatica propone come alternativa lacostruzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici progettati <strong>in</strong> rapporto al clima locale, che sfruttano al massimo gli apporti naturali <strong>di</strong>energia, il sole e i venti, per la climatizzazione e che consumano un m<strong>in</strong>imo <strong>di</strong> energia esterna. Prima <strong>di</strong>ricorrere ad altre fonti energetiche, un e<strong>di</strong>ficio bioclimatico sfrutta al massimo possibile gli apporti solari <strong>in</strong>maniera "passiva", cioè senza l'impiego <strong>di</strong> particolari impianti tecnologici. Ulteriore energia viene fornita aquesti e<strong>di</strong>fici me<strong>di</strong>ante sistemi solari "attivi": collettori solari, pannelli fotovoltaici , etc...Una gran parte della ricerca sulla <strong>bioarchitettura</strong> si basa <strong>in</strong>oltre sul riconoscimento che questi nuovicriteri sull’orientamento, il risparmio energetico e idrico, la circolazione dell’aria e l’uso del verde erano allabase <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni millenarie come l’architettura araba o quella mesopotamica. Nel camm<strong>in</strong>o verso l’uso <strong>di</strong>tecnologie più sane, sono avvantaggiate alcune tra<strong>di</strong>zioni regionali nell’arco alp<strong>in</strong>o, ma anche nel sud rurale,dove si è salvata una consuetu<strong>di</strong>ne all’uso <strong>di</strong> tecnologie e materiali altrove ritenuti superati. Oggi si trattaqu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> recuperare la cultura materiale e le tra<strong>di</strong>zioni costruttive tramandateci dall’antichità, proprio nell’areame<strong>di</strong>terranea, naturalmente coniugando a queste le più recenti scoperte scientifiche e le tecniche <strong>di</strong> riciclodei materiali. L’approccio all’utilizzo <strong>di</strong> tecniche tra<strong>di</strong>zionali <strong>in</strong> chiave moderna è da più parti riconosciutocome un’ottima soluzione ai problemi costruttivi dei Paesi <strong>in</strong> via <strong>di</strong> sviluppo. Un filone <strong>di</strong> ricerca della


ioarchitettura si è ad esempio <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzato verso il recupero delle tecniche tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> costruzioni <strong>in</strong> terracruda.Il concetto <strong>di</strong> recupero del senso orig<strong>in</strong>ario del costruire da parte della <strong>bioarchitettura</strong> costituisce spessoun equivoco sulla sua <strong>in</strong>terpretazione. Esso <strong>in</strong>fatti viene <strong>in</strong>teso troppo spesso come semplice riutilizzo <strong>di</strong>materiali e tecniche costruttive del passato, mentre ci si riferisce al recupero degli archetipi dei progettivernacolari (che <strong>di</strong>pendevano dalle esigenze del luogo e degli utenti f<strong>in</strong>ali) che non rifiuta a priori i nuovimateriali e le nuove tecnologie costruttive. La <strong>bioarchitettura</strong> cerca <strong>di</strong> riportare la complessità dei nostri tempidentro la materia, cerca <strong>di</strong> creare una cultura consapevole dei processi <strong>di</strong> cui siamo parte <strong>in</strong>tegrante, senzaper questo voler guardare <strong>in</strong><strong>di</strong>etro a tutti i costi; la <strong>bioarchitettura</strong> non esclude i materiali e le tecniche <strong>di</strong>nuova impostazione, semplicemente li guarda con occhi aperti, controlla i processi <strong>di</strong> lavorazione «dalla cullaalla tomba», verifica che i componenti non siano nocivi per l'uomo, tiene presente la quantità <strong>di</strong> energia chesi spende all'<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> lavorazione, o <strong>di</strong> trasporto, anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> emissioni <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti, esoprattutto si rapporta alla «terra» <strong>in</strong> cui nasce, senza per questo voler fare del <strong>di</strong>etrismo.Un’ultima problematica si è <strong>di</strong> recente sviluppata nell’ambito della materia per quanto riguarda il settorerelativo all’elettromagnetismo ed alla geomanzia. Si tratta <strong>in</strong>fatti <strong>di</strong> settori ancora relativamente pococonosciuti scientificamente ma su cui molte aziende stanno speculando <strong>di</strong>ffondendo allarmismo e paurasfruttata commercialmente dal mercato dei prodotti "bio" che oggi promette e permette ottimi affari; ciò staportando <strong>in</strong>vece allo scre<strong>di</strong>tamento della <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a <strong>in</strong> ambito scientifico.Bibliografia• Bateson G., Mente e natura, Adelphi, 1984• Bertagn<strong>in</strong> M., Bioe<strong>di</strong>lizia, E<strong>di</strong>zioni GB, 1996• Herzog Thomas, Solar Energy <strong>in</strong> Architecture and Urban Plann<strong>in</strong>g, Munich/New York, 1996• Los S., Regionalismo dell'architettura, Franco Muzzio ed., 1990• Omodeo Salè S., Verdeaureo dell’architettura, Maggioli E<strong>di</strong>tore, 2001• Thompson W. I. (a cura <strong>di</strong>), Ecologia e autonomia, Feltr<strong>in</strong>elli, Milano, 1988• Uwe Wienke, Dizionario dell’e<strong>di</strong>lizia bioecologica, DEI, Tipografia del Genio Civile, 2001• INBAR, Statuto, 1991• AA.VV., Un <strong>di</strong>segno <strong>in</strong> ere<strong>di</strong>tà - <strong>in</strong> memoria <strong>di</strong> Adriana Soletti, Melfi 2004

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