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GIOVANNI DE CARO«Nel 2015 basta con la moda delle startup (e ne voto duE)»iovanni De Caro,Glaureato in Economiae Commercio pressol’Università di Napoli“Federico II” è Investment Managerpresso Atlante Ventures.Qual è la startup dell’anno? Perché?Ne voto due. Una è CharityStarsdi Francesco Nazari Fusetti, unapiattaforma che vende all’astaoggetti appartenuti a personaggifamosi e devolve il ricavato inbeneficienza, perché ha un teammolto solido, una piattaformarobusta, metriche interessanti,crescita sostenuta, è ben finanziataed è decisamente sociallycorrect.L’altra è Oncoxx, spinoffdell’Università di Chieti finanziatada Fira con un investimentoda un milione di euro; una biotechcompany che ha brevettato eumanizzato due anticorpi monoclonaliper affrontare il cancrocome se fosse l’influenza. Il suofondatore, Saverio Alberti, è unoncologo di fama internazionalee ho trovato in lui un commitmentverso il progetto che è moltoraro nell’università italiana.Com’è stato l’annodelle startup in Italiadal tuo osservatorio?E’ stato l’anno della moda e delleopportunità. Ho visto tanta gentetentare una startup perché fatendenza e tanti altri che si sonoimprovvisati mentor o advisorper paura di restare fuori dalgioco. Ma è stato un anno in cuisi sono moltiplicate le opportunità,soprattutto quelle provenientidal basso, con tante startupcompetition, percorsi di accelerazione,incubatori, fondi regionalie tanti investitori privati.E’ anche l’anno in cui le startuphanno scoperto che in Italia possonoindebitarsi, grazie al fondodi garanzia di MediocreditoCentrale e al nuovo Smart&Start.Insomma soldi per tutti, tuttiquelli che sono pronti a rischiare,con mille opportunità perabbassare il rischio selezionandoi mentors e gli acceleratori migliori.Cosa dobbiamo fare permigliorare nel 2015?Sistema e angel investing. InItalia manca il sistema. Nonche altrove sia particolarmentesviluppato, ma questo non è unbuon motivo per non provarci.Gli attori del sistema si conosconopiù o meno tutti, ma nonfanno sistema, se non su baseassolutamente volontaria e purtroppodiscontinua. I tentatividel governo e di ItaliaStartup sisono rivelati maldestri e irrimediabilmentefocalizzati sul centro-nord.Non esistono più investimentiprivi di rischio e il rapportorischio/rendimento delle varieasset class tende ad allinearsidrammaticamente; questa tendenzafa emergere l’opportunitàdi investire in settori dove ilrendimento potenziale è assaielevato e il rischio può essere ridottoda azioni di sistema, grazieall’azione di operatori che possonomigliorare la capacità di executiondel team (mentors e acceleratori),generare opportunitàcommerciali (open innovation)ed erogare finanza per il kick off,anche tanta (le banche, si, propriole banche); quest’azione puòaprire la strada ai capitali privati,ai business angels, che non sonopiù quelli di una volta, sono piùricchi e sono molti di più. Perattirarli bisogna ridurre l’asimmetriainformativa e avere storieda raccontare. Ci stiamo attrezzando.48

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