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Full Text (PDF) - Comitato Glaciologico Italiano

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TER, 1982). La ricerca sembra privilegiare gli studi suifenomeni crionivali (su cui si e svolto un convegno nazionale a Bologna nel 1980) e sulla morfogenesi glacialequaternaria.I motivi di tale riduzione degli interessi scientificiper la Glaciologia sono elementari e noti. Mi voglio riferiresoprattutto alIa carenza di quella dotazione strumentaleche altrove e supporto essenziale anche per lapromozione e l'articolazione delle ricerche e ,per il loroaffinamento metodologico. Lo sparuto manipolo di valorosioperatori nostrani non e dunque ne invogliato neattrezzato per tali ricerche.Eppure, il controllo di un'area glacializzata comequella alpina , della quale disponiamo del versante pilidifferenziato e tipico per condizioni c1imatiche, oltre chelitologiche, tettoniche, morfologiche e, aggiungiamo anche,umane, per l'apporto, nell'area montuosa pili popolatadella Terra, di influssi e interventi artificiali sull'ambientenaturale, conferirebbe significate insostituibileai risultati di nostre eventuali ricerche empiriche nelcampo della Glaciologia pura ed applicata. Inoltre, ilrilevamento dell'assetto topografico dei nostri ghiacciai,condotto con estrema sisternaticita ormai da quasi ottant'anni,fornisce ad eventuali programmi particolari diricerca, una serie di dati quantitativi preziosa , anche setalvolta non omogenea, oltre ad una gamma di osservazioniqualitative, cui la non infrequente soggettivitanon toglie peraltro il significate documentario.Il «Catasto dei Ghiacciai Italiani », pubblicato inoccasione dell'Anno Geofisico In ternazionale e il suorifacimento ed aggiornamento in atto, come collaborazioneal Catasto Mondiale, sono il risultato, pure importante,di tali ricerche e costituiscono dunque una cospicuabase informativa su cui impostare una ripresa deglistudioCerto, per Ie carenze sopra menzionate, non e pensabileun rapido allineamento nostro ai livelli internazionali, anche perche i risultati ottenuti all'estero sonofrutto del lavoro di gruppi di ricercatori, maturati inesperienza e competenza con anni di attivita sistematica.Da queste constatazioni sembrano nascere indicazioniper formulare alcune proposte preventive, di ordineorganizzativo. Occorrerebbe iniziare con l'istituzione,presso alcune Iacolta universitarie (Scienze e Ingegneria),per iniziativa e sotto gli auspici del <strong>Comitato</strong> <strong>Glaciologico</strong><strong>Italiano</strong> e col patrocinio del CNR , di corsi residenzialidi durata limitata, per la preparazione di opera toriche continuino, con adeguata competenza e dotazionestrumentale, il rilevamento annuale del glacialismo alpino. Occorrerebbe tuttavia modificare l'impostazione ditale rilevamento affiancandovi l'osservazione su alcuniindividui glaciali, scelti in base a criteri di evidente rappresentativita,e affidandone il compito a gruppi di lavoropermanenti, che assicurino continuita e omogeneitametodologica nella rilevazione analitica della dinamicadei singoli apparati. La durata dei corsi sopra rnenzionatidovrebbe in seguito diventare annuale con programmidi studio, integrati da campagne di rilevamento sulterreno, che assicurino la formazione di esperti rilevatoriglaciologici. Cia dovrebbe consentire l'introduzione dellaGlaciologia nei piani di studio dei corsi di laurea di pertinenza,il che garantirebbe la polarizzazione di interessiscientifici suI nostro campo di studi e di conseguenza lapossibilita di concretare iniziative per I'avvio di programmidi ricerca pili impegnativi con personale preparato econ strumenti adeguati. Sarebbe il preludio alIa istituzionedi una 0 pili scuole di specializzazione in Glaciologia.AlIa promozione e al finanziamento di tali iniziative, oltre a quello del CNR per i progetti finalizzati diricerca, sarebbe legittimo il concorso di Enti pubblici(Regioni, ENEL, ecc.) e privati, e cia per i risvolti applicativi,sia nel campo della tutela ambientale, come inquello geotecnico e idrologico , che tali programmi implicitamenteoffrono.Il <strong>Comitato</strong> <strong>Glaciologico</strong> <strong>Italiano</strong> dovrebbe assumerein prima persona, potenziandola, la gestione delle relazionie dei collegamenti scientifici con gli analoghi centridi studio stranieri. Come intervento immediate dovrebbepromuovere l'inserimento di una nostra rappresentanzaqualificata almeno in un « working group» di Glaciologiagia a partire dal prossimo Congresso GeograficoInternazionale del 1984, il cui tema e appunto:« Le Alpi ».Si tratta di un complesso di iniziative e di interventiche richiedono certamente convinta partecipazione dimolti, impegno costante e, consentitemi, un pizzico dipassione per quell'ambiente delle nostre montagne e deiloro ghiacciai pieno di fascino e di inconsuete suggestioni.La presenza numerosa a questo convegno pili cheauspici sembra suggerire certezze.BIBLIOGRAFIAALIVERTI G . (1964) - Glaciologia. Suppl. Boll. CGI, ser. 2,11, 49.ALIVERTI G. (1970) - « Surges» dei gbiacciai della regione alpina.Boll. CGI, ser. 2, 18, 35-41.BERNER W. & alii (1977) - Dynamic glacier flow model and theproduction of internal meltwat er. Zeitseh. Gletseh. Glazialgeol.,13, 209-217._BINDSCHADLER R. A. (1977) - Geometry and Dynamics of a surgetypeglacier. Journ. 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