Pag. 2XVII Centenario di Sant’AmbrogioMessaggio del Vescovo“Ai fratelli Sacerdoti e ai fedeli della Santa Chiesa di Dio che vive in Frosinone-Veroli-Ferentino, e in modo particolare ai fratelli della nobile città di Ferentino”.Fratelli carissimi,il 16 agosto dell’anno 304,durante la feroce persecuzione diDiocleziano imperatore, il Santocenturione Ambrogio, patronodella città di Ferentino e di questanostra Diocesi, rendeva con ilsangue la suprema testimonianzaa Cristo Signore.Nello snodarsi dei secoli, lacomunità cristiana di Ferentinonon ha cessato mai di fare solennememoria dell’evento, e in particolaread ogni ritorno centenariodella data del martirio.Allo scendere del XVII centenariodel glorioso transito di Ambrogio,sono grato al Signore dipoter vivere con la città di Ferentinoe con la diocesi intera, quellache, con la fattiva collaborazionedi tutti e di ciascuno, potràessere un’esperienza indimenticabiledi Fede che, degna delpassato sia pastoralmente efficaceper il nostro futuro.Le celebrazioni centenarieche ci vedranno impegnati neiprossimi mesi, e che culminerannoil 16 agosto del prossimo annovanno perciò inserite e compresenello sforzo della nostra diocesidi essere alla luce del progettopastorale che ci siamo dati, unavera comunità missionaria e accoglientedove tutti i fratelli possonofare esperienza concreta delSignore Risorto.Commemorare il nostroMartire, significa per noi, dopo17 secoli, riproporre l’esempiointramontabile di fedeltà al battesimoe di coraggiosa coerenza aduna oggettiva scala di valori chemette al primo posto il regno diDio e la sua giustizia, e subitodopo, l’uomo nella sua piena dignitàdi immagine somigliante all’Eterno.Commemorare Ambrogi, èper noi commemorare anche lanostra Chiesa di Frosinone-Veroli-Ferentino,che fa sue le memoree la Fede delle precedenti Diocesiche l’hanno generata. Unachiesa che tradizionalmente haascoltato il primo annuncio dellaSalvezza dalla bocca di PietroApostolo e dalla silenziosa testimonianzadi Salome, una chiesache è stata madre feconda di Santinell’ordinarietà del quotidianocome nella straordinarietà dellapersecuzione, quando al sanguedi Ambrogio si mescolò quellodegli eroici cittadini di Ferentinoche con Lui testimoniarono Cristo.La nostra storia, mentre ciha trasmesso l’esempio stupendodella vita di Ambrogio, ci ricordaanche come egli ha protetto e difesola comunità affidata al suopatrocinio. Nel corso dei secoli,nel nome e con la protezione diAmbrogio, Ferentino ha saputomantenersi fedele alla sua identitàcristiana e ha saputo superarecon coraggio le vicende più avverse:guerre carestie e calamità.Ecco allora che commemorare ilP. Antonio Caliciotti, missionario in Brasile, presiede la Celebrazione del29 dicembre 2003 in Cattedrale.Martire, vuol dire anche ringraziarloper quella protezione cheabbiamo da sempre sperimentatoe che certamente mai ci verràmeno.Nella attuale situazione incui anche la nostra Chiesa, diventaormai per numero e perforza minoritaria, è chiamata adessere testimone credibile dinanziad una realtà sociale sempre piùreligiosamente indifferente, l’esempiodi Ambrogio ci invita adapprofondire la nostra identità ea trasformarci in autentici profetiin ogni luogo in cui siamo presentiȦuspico pertanto che, al dilà delle manifestazioni esterneche giustamente ci accingiamoad organizzare per onorare il nostroMartire per questo centenarioche inizia ci veda impegnatiin un ascolto più attento dellaParola di Dio, in una più intensavita spirituale e in una più coraggiosatestimonianza.Il pellegrinaggio nelle Parrocchiedella città di Ferentino enelle altre Chiese della Diocesiche lo richiederanno, della insignereliquia del capo di S. Ambrogio,che in occasione di questocentenario, viene restituita alculto pubblico, sia occasione diverifica del nostro impegno e incitamentoa lavorare sempre piùe sempre meglio perché si realizziin mezzo a noi quel “Regno”per cui il nostro martire non esitòa donare la vita.Possa davvero questo annodi grazia e di memoria, riaccenderenel cuore di tutti noi le virtùche furono di Ambrogio, possa lanostra Chiesa essere ancora oggitestimone credibile per gridare atutti che solo Gesù è la nostrasperanza!Per questo prego e per questoinvoco su tutti la Benedizionedi Dio, premio e corona dei suoiservi fedeli.Evviva S. Ambrogio!Frosinone, 1 agosto 2003+ Salvatore Boccaccio,vescovoCronaca del centenarioOgni sedici del mese si stanno alternando in Cattedrale a presiedere la celebrazionein onore di S. Ambrogio i nostri sacerdoti che hanno un legame con lanostra città, privilegiando i sacerdoti ferentinesi più lontani dalla propria terra.Così nel mesedi settembresiamo stati moltocontenti di averein mezzo a noidon Luigi Reali,guanelliano, chesvolge il suo nonfacile apostolatoin Brasile nellacittà di Curitiba.Nel mese diottobre abbiamoavuto don GuidoMangiapelo, cheesercita il suo impegnativoministerocome cappellanonella casacircondariale diPROGRAMMA RELIGIOSOPER LA FESTA DI S. AMBROGIO 200420 aprile21 aprile21 aprile22 aprile23 aprile24 aprile25 aprile26 aprile27 aprile28 aprile29 aprile30 aprile01 maggio02 maggio– Martedì – ore 20.30– In mattinata– a sera – ore 19.00– Mercoledì– Giovedì– Venerdì– Sabato– Domenica– Lunedì– Martedì– Mercoledì– Giovedì– ore 15.00– ore 11.00– ore 17.00– ore 18.00– ore 18.30– ore 19.45– ore 06,45 • Inizio della celebrazione SS. Messe in Cattedrale– ore 09,15 • Messa per le Confraternite nel Carcere di Sant’Ambrogio– ore 10.00 •Pontificale solenne di Mons. Vescovo– ore 11.30 • PROCESSIONE con la STATUA– ore 17.00-18.00-19.00 • SS. Messe– ore 11.00– ore 19.00• VIA MARTYRIS da Porta S. Agata alla Cattedrale• Udienza del Papa a Roma• INIZIO della NOVENA• Parrocchia San Pietro apostolo e Sant’ Ippolito martire• Parrocchia San Rocco• Parrocchia San Valentino e Madonna degli Angeli• Parrocchia Sacro Cuore• Parrocchia Santa Maria Maggiore – Solenne concelebrazioneper l’apertura del sepolcro di S. Ambrogio ed esposizionedelle Sacre Reliquie• Pellegrinaggio al Cimitero – Parrocchia Santa Maria deiGaudenti.• Santa Maria Maddalena con la Madonna di Fatina• Parrocchia Sant’ Agata• Sant’Antonio Abate e SS. Giuseppe e AmbrogioVIGILIA DELLA FESTA• Solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo DiocesanoMons. Salvatore Boccaccio ed Esposizione della Statua•Ricevimento degli “Incollatori” al Comune•“Cammino” delle Confraternite verso la Cattedrale seguitodal corteo delle Autorità•Vespri pontificali e racconto della vita del Martire• PROCESSIONE con la RELIQUIAGIORNO DELLA FESTA•S. Messa• Solenne Concelebrazione e Reposizione della StatuaLe Sacre Reliquie di S. Ambrogio resteranno esposte fino al 16 agostoper la Grandiosa <strong>Pro</strong>cessione di chiusura del Centenario.I fedeli della Parrocchia di S. Maria dei Gaudenti, domenica8 febbraio 2004, riaccompagnano la Reliquia delCapo di S. Ambrogio in Cattedrale.Frosinone e nella città di Veroli. Il 16 novembre abbiamo avuto l’illustre presenzadi mons. Armando Brambilla, vescovo ausiliare di Roma e incaricato per lapastorale sanitaria negli ospedali e per le Confraternite. Gli facevano corona ungrandissimo numero di confratelli delle confraternite della nostra città.Il 16 dicembre ha presieduto la celebrazione padre Vincenzo Zaccari, deiClarettiani, che risiede a Trieste. Il 29 dicembre in occasione della festa ricordatividella Deposizione del Corpo di S. Ambrogio sotto l’altare maggiore della Cattedrale,ha presieduto la Messa e la processione padre Antonio Camiciotti, deimissionari del PIME, che lavora indefessamente da 44 anni in Brasile. Nel mesedi gennaio abbiamo avuto la presenza di don Giuseppe Principali, parroco del S.Cuore alla Tofe di Ferentino e giudice per le cause matrimoniali al Tribunale delVicariato di Roma.Il 16 di febbraio ha animato la celebrazione don Italo Cardarilli, arciprete aGiuliano di Roma e residente nell’episcopio di Frosinone.Intanto è iniziata la “Peregrinatio” della Reliquia del capo di S. Ambrogioper le parrocchie della nostra città.Per tutta la prima settimanadi febbraio essa ha visitato la parrocchia di S.Maria dei Cavalieri Gaudenti. La mattina della domenica 8 febbraio è stata riaccompagnataprocessionalmente in Cattedrale, dove il parroco padre Giorgio Giovanniniha presieduto la solenne celebrazione della S. Messa delle ore 11.oo nellaCattedrale stipata di gente.Dal giovedì, 12 febbraio don Luigi Di Stefano ha portato la Reliquia in ognicasa delle parrocchie della Cattedrale e di S. Ippolito per l’annuale benedizionedelle famiglie, concludendo con la processione di rientro nel pomeriggio di domenica7 marzo dalla Chiesa di S. Ippolito alla Cattedrale.Già da lunedì, 8 marzo, la reliquia visiterà la parrocchia di S. Maria Maggiore.Successivamente nella settimana dal 23 marzo al 4 aprile sarà a S. Antonioabate. Dal 17 al 23 maggio è stata richiesta da S. Valentino. Dal 24 al 29 maggiosarà a S. Giuseppe alla Stazione; mentre dal 30 maggio al 6 giugno girerà lezone della parrocchia del S. Cuore alle Tofe.E così man mano S. Ambrogio nella sua reliquia visiteràtutta la nostra città, lasciando sicuramente una scia dibene e di favori nei suoi devoti.Lettera dei parrociFerentino, 10 febbraio 2004Carissimi,Nella nostra città stiamo vivendo a pieno l’AnnoCentenario del Martirio di S. Ambrogio, che, secondol’impostazione suggerita da mons. Vescovonel suo messaggio, deve essere inteso non solo comeuna grande rievocazione storica o solenni celebrazionidi massa, ma in modo religioso e spirituale,come “un ritorno alle radici di fede della nostraComunità cristiana di Ferentino”.La nostra antica comunità è stata particolarmenteformata e temprata nella fede in Cristo: attentaa non lasciarsi assorbire e confondere con lealtre religioni del tempo più allettanti e meno impegnative.Portatrice del messaggio nuovo dell’amore fraterno,è stata capace di dare un volto nuovo all’umanitàe ristabilire un assetto di pace nella società.Una comunità che ha formato all’onestà, allarettitudine e alla santità un giovane soldato-sceltodella tempra di Ambrogio, che ha lasciato una testimonianzadi sangue nella fedeltà a Cristo, tale dasfidare i secoli.Vorremmo essere degni del nostro glorioso passatodi fede!Già il Servo di Dio il papa Paolo VI, visitandola nostra Cattedrale il 1° settembre 1966, ebbe a dire:“Voi siete eredi di una grandissima tradizione:mantenere ciò che di bello, di grande, di nobile i vostripadri vi hanno tramandato!”.Che S. Ambrogio nel suo passaggio per le nostreparrocchie ci ricostituisca e rafforzi come unicagrande comunità, la sua comunità, in cui regninoi valori della concordia, dell’amore e dellasolidarietà. Aggrappati saldamente alla mano diAmbrogio, vi benediciamo in un sol cuore.I vostri parrocid. Luigi De Castris, d. Luigi Di Stefano,p. Giorgio Giovannini, d. Rocco Gigliola,p. Giambruno Chitò, d. Giuseppe Principali,p. Francesco Tomasoni, d. Sergio Reali,mons. Giovanni Di Stefano, d. Fabio Fanisio.
Pag. 3STATUTUM CIVITATISFERENTINIContinuiamo la pubblicazione integrale dei Capitoli LXI, LXII, LXIII, LXIV del Libro 2°, tradotti dal prof. CesareBianchi e contenuti nel manoscritto 532, che trovasi a Roma nell’Archivio di Stato (reparto Statuti)LXICHE NESSUNO DIA FUOCO ALLESTOPPIE SINO ALLA FESTA DIS. MARIA DEL MESE DI AGOSTOSimilmente, stabiliamo che nessunodia fuoco alle stoppie del territoriodi Ferentino, nel tempo dellamietitura, sino alla festa di s. Mariadel mese di agosto, sotto pena di venticinquelibbre di denari del senato, erisarcisa il danno, a meno che questonon fosse concesso con una pubblicadichiarazione del consiglio e non fossestato deliberato per la opportunitàdel tempo, o per i raccolti fatti piùpresto, o per altro giusto motivo. Nelqual caso, sia consentito a ciascunodi appiccare il fuoco alle stoppie,senza pena; e la stessa deliberazione,anche se scritta negli atti della curia,sia fatta conoscere con bando attraversoi luoghi consueti della città. Eche, dopo questa festa, oppure dopola deliberazione e il permesso sopradetto,sia consentito a ciascuno di appiccarfuoco, senza pena; se invece,avrà recato danno, risarcisa il danno enon sia sottoposto ad altre pene. Siaconsentito, inoltre, al podestà, o alrettore, o al giudice, qualora il consiglioritardasse a provvedere e a daredisposizioni sulle cose premesse,considerata l’opportunità del tempo,di dare detto permesso di appiccarfuoco a qualsiasi nostro cittadino chelo chieda e lo voglia, e di concederloal medesimo in questo modo, cioèche, prima che lo appicchi, la curia ricevavalide cauzioni dei fideiussoridi non arrecar danno ai beni di qualcuno,con la scusa del fuoco che deveessere appiccato da lui, sotto pena dicento soldi. Se avrà contravvenuto,risarcisa il danno, con giuramento dicolui che ha sofferto il danno, e lacuria lo costringa a questa pena e alrisarcimento del danno, come sopra,tutte le volte che da lui fosse stato fatto.Aggiungendo che il podestà e ilgiudice possa procedere contro predetticon inchiesta, in tutti e singoli ipredetti casi, e punire i trasgressori; eche, se l’inchiesta o occusa fatta suquesto da un teste idoneo sarà risultataprovata, sia sufficiente. Similmente,stabiliamo che nessuno appicchi ilfuoco nella proprietà altrui, senza ilpermesso del padrone, sotto pena didieci libbre, senza diminuzione, e chela curia possa procedere con inchiestaed accusa, e sia creduto all’accusatore,con un solo testimonio di buonareputazione, ed abbia la terza partedella pena.LXIIDI COLORO CHE VIOLENTANOUNA DONNA DI FACILI COSTUMINON CONIUGATASimilmente, stabiliamo che, seuna donna di facile costume e vita saràstata violentata, il violentore siapunito con quindici libbre, e questose alla curia sarà risultato, per pubblicadiceria nella contrada in cui abitala donna, che la donna sia di facilecostume e vita; ma che, se una donnadissoluta avrà accusato di violenzaqualcuno, che l’abbia tenuta peramante almeno per un mese, taledonna non si ascolti, purché sia risultatoalla curia, attraverso un testimonioo la pubblica fama, che sia stata osia amante di quello, durante dettotempo. Similmente diciamo se saràstato proceduto contro di lui per inchiesta,a meno che a quel tale nonsia stato proibito dalla predetta donnadi andare da lei per il futuro, alla presenzadi due testimoni.LXIIIDI COLORO CHE ACCETTANOLA SIMONIA (DENARO PERCORRUZIONE)Similmente, stabiliamo che,qualora capiti che il podestà o il rettoredella città di Ferentino, il giudice,il notaio o qualcuno della servitù,riceva da qualcuno, personalmente oattraverso un altro, pubblicamente odi nascosto, o faccia che si riceva, lasimonia, consistente in denari o inqualunque altra cosa che valga diecisoldi, per evitar pene alle quali (quello)fosse tenuto o potrebbe essere tenutodall’amministrazione del Comunedi Ferentino, per qualchecolpa, eccesso od offesa fatta da lui oda altri, o provenienti da qualunquealtra circostanza, ciascuno dei predettiche riceva, o faccia che si riceva,detta simonia, come sopra detto,sia punito con cinquanta libbre di denaridel senato (eccettuati i servi e ibirri, che vogliamo che sian tenuti allepredette pene di tre libbre per ciascuno),tutte le volte che si scoprisseche abbia mancato al proprio dovere,e che sia tenuto a restituire la stessasimonia a colui che la dà o che fungeda mediatore, e che, per questo, sicreda e si stia al giuramento di chi dàla simonia e alla parola di un sol teste,purché siano uomini di buona reputazione,e di vita e costumi onorati.E che i quattro officiali “in capite”,i quali, nell’occasione, saranno in carica,possano e debbano fare svolgereuna diligente inchiesta su questo e farpunire i trasgressori con la predettapena, da corrispondere all’amministrazionedel Comune di Ferentino. Estabiliamo che, se qualche guardianodiurno, anche delle selve maggiori, oi sorveglianti dei macellai o dei pesi emisure, o qualunque altro officialedel Comune, del quale lo statuto nonparla in modo particolare, in questocaso avrà ricevuto la simonia daqualcuno per conto suo o per conto diun altro, sia punito, ogni volta, conquindici libbre di denari del senato. Eche, se si procedesse con un’inchiesta,ciò che espressamente si concedeche si faccia, si creda ad un solo testimonio;se (si procedesse) per accusa,si creda all’accusatore, con un solotestimonio di buona reputazione.Ma che, se avrà accusato colui che dàla simonia, o sarà stato preso cometestimonio durante l’inchiesta, non sicreda al medesimo, se non ha un testimonedi buona reputazione e questoabbia valore a carico dei menzionatiofficiali fuori della curia e acarico degli officiali della curia.LXIVDI COLORO CHE TAGLIANOUNA VIGNA UNA PERGOLA OALBERI DA FRUTTOSimilmente, stabiliamo che coloroche tagliano le vigne, completamenteo in parte, da due filari in su,siano puniti con cento libbre di denarie risarciscano il danno; se, invece,le avranno tagliate da due filari ingiù, per ogni vite, siano puniti conquaranta soldi di denari, dopo che siastato, ciò non ostante, risarcito il danno.E che i predetti tagliatori sianocostretti al risarcimento del dannoprima che al pagamento della pena.Ma, se (uno) avrà tagliato una vite ouna pergola, nella città di Ferentino onei sobborghi, o l’avrà sradicata, cosìche si secchi completamente o in parte,sia punito con dieci libbre di denari.E stabiliamo che, se qualcunoavrà portato via o smosso qualche alberopiantato da poco, o innestato oinsetato, per ogni albero, sia punitocon cento soldi. Il medesimo diciamodelle viti piantate da poco, in un terrenorecentemente dissodato (pastino)od altrove o da poco zappate. Mache, se avrà divelto una pianta cresciutanaturalmente, eccettuati le selvee gli sterpeti, per ciascuna pianta,sia in pena di venti soldi. E che nonsia consentito a nessuno di piantareuna pianta non fruttifera nell’orto, onella vigna, o in luogo di sua proprietà,presso i confini, a danno del suovicino, e se l’avrà piantata, il podestào il rettore e il giudice ordinino chetali piante siano rimosse dalle radici,a richiesta del vicino in danno delquale si facesse o sarà stata fatta lapiantagione, senza che nessun prezzovenga pagato dal vicino che ciò richiede.Stabiliamo anche che chiunqueavrà tagliato un albero da fruttodal podere di qualcuno o l’avrà stincato,dopo aver risarcito il danno coldoppio, con l’imposta della curia, siapunito con sei libbre di denari, e sicreda al padrone del podere e si stiaalla sua accusa con un identico giudizioe segnamente se giura che ha vistoed ha trovato e qualora la stincaturao lo sradicamento fatto appaiachiaramente. Ma, se avrà troncato oavrà stincato un albero infruttifero diun luogo coltivato, sia punito conquaranta soldi, coll’emendamentodel danno, come sopra, a meno chenon fosse un albero sul quale stesseappoggiata una vite o sul quale lastessa vite si sostenesse, nel qual caso,il troncatore o stincatore sia punitocon quella pena come se si trattassedi una pianta fruttifera di un luogocoltivato e risarcisca il danno. Mache, per un albero da frutto di un luogocoltivato, eccettuati le selve e glisterpeti, sia punito con tre libbre didenari, con il risarcimento del danno,come sopra detto. E che, per un alberoinfruttifero di un luogo non coltivato,eccettuati le selve e gli sterpeti,come sopra, sia punito, nel modo predetto,con dieci soldi, salvo che vadasenza pena, se qualcuno avrà troncatouna frasca od una torta nelle selveo negli sterpeti degli altri; se, al contrario,avrà tagliato un albero infruttifero,sia in pena di dieci soldi, con risarcimento,ciò non ostante, deldanno. Aggiungiamo che chiunque(avesse) alberi infruttiferi in un suopodere coltivato, accanto ad un poderecoltivato di un vicino, e per lo stessoalbero od alberi, in seguito, il suovicino patisse un danno, e lo stessovicino volesse comprare lo stesso albero,per abbatterlo, quel tale cheavrà avuto detto albero sia tenuto apermettere di venderlo e di tagliarlo,secondo la stima di due vicini. E, sequalcuno avrà troncato un ramo d’alberoda frutto di un altro, sia punito,per ciascun ramo, con venti soldi econ il risarcimento del danno al padronedell’albero. Stabiliamo ancheche, se qualcuno avrà un albero fruttiferoo infruttifero nel confine o inun posto che penda completamente, oin parte, sopra il podere di un vicino,quel tale che avrà avuto detto albero,a richiesta del vicino, a scapito delquale pende quell’albero, sia tenuto atagliarlo e ad abbatterlo. E che, se ilmedesimo non avrà voluto tagliarlo oabbatterlo, fatta in giudizio, col podestà,col giudice o col rettore, la richiestadi abbattere e troncare quell’alberoche pende, alla presenzadella parte interessata od anche incontumacia di quella, gli sia consentitodi troncarlo senza penalità e, ciònon ostante, il padrone dell’albero siapunito con dieci soldi da corrisponderealla nostra amministrazione comunale.E che il podestà, il giudice oil rettore sia tenuto, a richiesta di colui,al quale dal predetto albero fossestato fatto o fosse fatto il danno, adordinare anche sia tagliato detto alberoo parte dell’albero, a discrezionedei medesimi.Aggiungiamo che, se qualcunoavrà avuto un albero dentro la città oi sobborghi, vicino alla casa o alla località,di qualcuno, le cui radici o ramiledano o nuocciano o possanonuocere (alla casa o alla località)dello stesso vicino, costui sia tenuto oa troncare lo stesso albero, in tutto oin parte, a giudizio di due uomini, dascegliersi dal podestà o dal giudicedi Ferentino, al cui giudizio o dichiarazionesia tenuto a rimettersi ilpadrone dell’albero, sotto pena didieci libbre, ogni volta che avrà contravvenutoalle predette norme.FERENTINO: Il Mercato Romanoe la scacchiera misteriosaUna passeggiata per i vicoli del proprio paese natale per scoprirei segreti più reconditi dei luoghi più conosciuti.Riporto qui di seguito l’esempio del Mercato Romano Copertodi Ferentino, conosciuto come monumento nazionale appartenenteall’epoca dei romani e sito dirimpetto all’Acropoli, con la sua strutturagrandiosa e imponente.La mia curiosità mi ha spinto oltre le guide turistiche, reperibilipresso gli ufficidella <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>.Esse parlanodelle originimercantili, dellegrandezze e dellostile.Dalla letturadelle guide ealtri libri cheapprofondisconopiù o menola storia delmercato, ho dedottoche nell’ultimosecoloquesto luogo èstato adibito adabitazione, stallae rifugio.Non contentami sonorecata propriosul luogo e hocominciato a faredomande quae là, scoprendo aspetti molto interessanti.Il Mercato RomanoAd esempio mi hanno riferito che molte persone hanno abitatoall’interno del Mercato, ma le più ricordate sono la famiglia Caliciottie “Cicorietta”.Il signor Luigi Caliciotti, detto Giotto, possedeva dei muli cheallevava nella parte posteriore del Mercato e li utilizzava per il trasportodel carbone e dei fascini che vendeva ai suoi concittadini: unaforma di commercio che ci riporta alle origini. Anche sua figlia Mariaè rimasta nel cuore dei vicini.La signora Cicorietta (questo è solo un soprannome) viveva nellaparte più esterna con i suoi 5 figli, in condizioni di vita pessime comesi può ben immaginare; non che al di fuori la vita era migliore.Oltre ad essere un riparo per i senza tetto, il Mercato è stato unimportante punto di riferimento durante la guerra, come rifugio daibombardamenti.Le persone più o meno anziane che ho intervistato mi hanno raccontato,che fino ad una trentina di anni fa il mercato era un punto diritrovo, soprattutto per il gioco di grandi e piccoli.I giochi si svolgevano davanti la grande porta del Mercato, intornoad un muricciolo di pietra, ancora esistente.Alcune signore mi hanno fatto notare che su di esso giace, daquasi un secolo, una scacchiera scolpita per giocare a ‘filetto’ o a dama.In pochi conoscono l’esistenza di questo stupendo regalo dei nostriantenati. Trattasi di una scoperta oppure no, mi ritengo comunquemolto fortunata.Un’altra signora mi ha parlato di un passaggio segreto, chiusodopo i restauri, che portava dall’altra parte del paese e questo suo ricordomi lascia pensare e correre molto con la fantasia.Oggi il Mercato è un museo spesso fermo e vuoto, ma alcunemanifestazioni di tanto in tanto lo rendono vivo.V.L.