santuario beata vergine delle grazie - Parrocchia di Stuffione di ...
santuario beata vergine delle grazie - Parrocchia di Stuffione di ...
santuario beata vergine delle grazie - Parrocchia di Stuffione di ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
prodotto antisale, e successivi rilavaggi.<br />
Solo dopo questo lungo proce<strong>di</strong>mento<br />
si é proceduto a stendere il prodotto<br />
premiscelato con un primo rinzaffo e poi<br />
con il successivo intonaco deumi<strong>di</strong>fi cante<br />
nello spessore minimo <strong>di</strong> due centimetri<br />
e la rasatura fi nale.<br />
Nella prima metà del 1998 Il Parroco, Don<br />
Aldo Pellacani, fu chiamato ad altri incarichi<br />
e venne sostituito<br />
da un giovane<br />
sacerdote Don<br />
Alberto Belloni.<br />
Egli seppe infondere<br />
nuovo vigore<br />
e nuova passione<br />
al proseguo del<br />
restauro e si impegnò<br />
da subito<br />
nel gravoso intento<br />
<strong>di</strong> recuperare<br />
i fon<strong>di</strong> necessari.<br />
Dobbiamo probabilmente<br />
alla<br />
sua guida gran<br />
parte dei risultati<br />
ottenuti. Si <strong>di</strong>ede quin<strong>di</strong> inizio ai lavori <strong>di</strong><br />
deumi<strong>di</strong>fi cazione <strong>delle</strong> murature con un<br />
rinnovato spirito e, alla fi ne d’ottobre dello<br />
stesso anno, l’intervento era terminato. Si<br />
sarebbe però continuato fi no alla fi ne del<br />
1999 in quanto, nello stesso stralcio, avevamo<br />
anche il restauro del catino absidale<br />
che, con le sue lesioni e gli evidenti <strong>di</strong>ssesti,<br />
ci davano reali motivi <strong>di</strong> preoccupazione.<br />
A tale proposito era stato, infatti, chiesto il<br />
necessario “nulla osta” alla Soprintendenza<br />
<strong>di</strong> Bologna che, dopo svariate richieste <strong>di</strong><br />
documentazione integrativa ce lo aveva rilasciato<br />
in data 29/06/1999.<br />
Come già accennato, sul catino e su parte<br />
della volta presbiteriale, si aprivano vistose<br />
crepe e fessurazioni, alcune <strong>delle</strong> quali <strong>di</strong><br />
entità tale da far temere per la stabilità della<br />
struttura stessa. In alcuni casi, infatti, si<br />
trattava <strong>di</strong> fessure passanti (riscontrate sia<br />
all’estradosso che<br />
all’intradosso)<br />
che interessavano<br />
perciò, anche se<br />
in maniera non<br />
lineare, l’intero<br />
spessore del corpo.<br />
In occasione<br />
<strong>di</strong> un evento sismico<br />
avvenuto<br />
in quegli anni<br />
nelle Province<br />
<strong>di</strong> Modena e<br />
Reggio Emilia<br />
la situazione era<br />
anche peggiorata<br />
in quanto furono<br />
trovati a terra, dopo il sisma, piccole parti<br />
<strong>di</strong> intonaco e briciole <strong>di</strong> colore, soprattutto<br />
in quelle zone. Era però prioritario capire<br />
il perché tali fessurazioni si erano manifestate<br />
ed i motivi all’origine del problema.<br />
Da un’attenta analisi <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni generali<br />
d’equilibrio statico della struttura si<br />
notava imme<strong>di</strong>atamente la vistosa deformazione<br />
<strong>delle</strong> lesene e dei muri portanti in<br />
corrispondenza della zona presbiteriale.<br />
Sia la parete <strong>di</strong> destra, ma soprattutto<br />
Lesioni sulla trabeazione nella zona absidale<br />
Lesioni a ridosso dell’ancona absidale<br />
la parete <strong>di</strong> sinistra, all’altezza dell’altar<br />
maggiore, erano vistosamente inclinate<br />
all’esterno con un “giù <strong>di</strong> piombo” <strong>di</strong> alcuni<br />
centimetri. Era importante notare la<br />
spiccata deformazione che aveva assunto<br />
tutta quest’ala della chiesa come se fosse<br />
stata interessata da un abbassamento<br />
o sprofondamento localizzato. Non ci<br />
era dato sapere in che epoca e per quanto<br />
tempo il fenomeno fosse perdurato,<br />
ma eravamo in grado <strong>di</strong> affermare, con<br />
ragionevole certezza, che negli ultimi<br />
20-30 anni non vi erano state mo<strong>di</strong>fi che<br />
apprezzabili o ce<strong>di</strong>menti ulteriori. Questo<br />
perché in più punti l’intonaco, risalente a<br />
quel periodo, che sanava vecchi ce<strong>di</strong>menti<br />
e spostamenti, non aveva subito fessurazioni<br />
o <strong>di</strong>stacchi <strong>di</strong> alcun genere. Se ne<br />
deduceva che tali movimenti fossero antecedenti<br />
e per qualche ragione, molto probabilmente<br />
per defi nitivo assestamento e<br />
ritrovato equilibrio, si erano arrestati. Il<br />
motivo che aveva determinato tali movimenti<br />
era senza dubbio da ricercare nell’enorme<br />
massa che corrisponde al campanile<br />
o meglio alle sue antiche fondazioni.<br />
L’attuale campanile era stato, infatti, ricostruito<br />
nel dopoguerra su copia esatta del<br />
precedente demolito per motivi statici.<br />
In occasione <strong>di</strong> scavi fatti all’esterno si <strong>di</strong>ce<br />
che le fondazioni <strong>di</strong> quel manufatto arrivassero<br />
ad una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cinque metri<br />
e che fossero un unico enorme blocco <strong>di</strong><br />
pietra. Se tanto era vero non era impossibile<br />
ipotizzare che, per un motivo <strong>di</strong> abbassamento<br />
<strong>di</strong> falda o per qualsiasi altro caso,<br />
l’enorme peso <strong>di</strong> questa massa si fosse tra-<br />
40 L’avventura del Restauro<br />
L’avventura del Restauro 41