numero 7 - Amici dei Popoli
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colpiti dalla dissenteria . . . e di Rino, di Lina, diGianfranco che di Rilima erano e sono i primi<strong>Amici</strong>.Erano anni in cui, per me e per gli amici chegravitano intorno a Milano, l’impegno per ilRwanda significava impegno a favore di Rilima,dell’ospedale prima e del Centro per orfani edhandicappati dopo.E intanto ci si caricava, rinforzando le fila e allargandoil cerchio per far posto a chi desideravaoffrire qualcosa di proprio per la realizzazione<strong>dei</strong> progetti in Africa. Giungeva la decisionedi creare, pur fra qualche difficoltà e disaccordo,una sede degli A.d.R. a Milano e conessa il mio incarico di responsabile.Fu un’iniziativa azzardata, sfortunata?. . . L’esitonon sembrerebbe dare spazio a giudizi conclusivipositivi, che in parte sono veri e riferibilia cause contingenti, ma io un po’ egoisticamentee un po’ ottimisticamente ricordo quel periodocome una ricca occasione di scambiinterpersonali carichi di significato, di approfondimentodialettico <strong>dei</strong> valori che ci tenevanoinsieme e di continui e magari faticosi sforzi persostenere le iniziative del gruppo ,prima fra tuttequella relativa al Progetto per i ragazzi di strada.Sono gli anni dell’andirivieni tra Padova,Treviglio, Bologna, Brescia, <strong>dei</strong> gioiosi incontricon tanti amici vecchi e nuovi e <strong>dei</strong> forti richiamialla coerenza cristiana di don Ferdinando,che non si stancava e non si stanca mai (grazieNando !) di ricordarci “il bene grande d’essereamati da un Padre buono” e il nostro dovere diriversare quest’amore su chi nel mondo ne soffrela mancanza sotto varie forme, anche a causanostra.Poi la decisione di allargare l’impegno di solidarietàad altre realtà e ad altri <strong>Popoli</strong>, la grandetragedia della guerra civile in Rwanda nel ’94,l’arrivo in Italia <strong>dei</strong> piccoli profughi, l’allontanamento“ verso altre strade” da parte di qualcunodi noi . . . .Ed ora eccoci qua: ci ritroviamo idealmente perconsiderare quanta e quale strada abbiamo percorsoin questi 25 anni.E così vorrei approfittare di questa magnificaoccasione per salutare Lina, Pierangela,Gianfranco e Lucina, Gianmaria ed Elisabetta,Pietro e Pia, Bruna, Giuliano e Paola, Enrico ePatrizia, Gino, Franco e Raffaella, Gianmario,Elena, Lorenzo e Sandra, Maurizio e Marita,Michele e Grazia, Anna, Cristina, Luigi eAntonella, Caterina, Simonetta, Rosella, Gianni,Barbara, Katia, Elisabetta, Eugenio, Rossella,Monica, Massimiliano, don Bombardieri e ringraziarlicon tanto affetto per il tempo spesoinsieme.³²³²³²³²²²³²³²³²³Non si sale su un albero con unamano sola(Proverbio pangue - Africa)³²³²³²³²²²³²³²³²³Donna rwandese con il suo bimbo28