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numero 7 - Amici dei Popoli

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ATTUALITÀCarissimi amici,vorrei poter scrivere al singolare connome e cognome di ciascuno, così è nel cuore enella preghiera, ma questa lettera invece accettatelain forma collettiva.Venticinque anni fa Padre Tiziano mialfabetizzava, permettendomi di fare con lui econ i cari amici di Reggio Emilia e di Treviglio, ilprimo viaggio in Rwanda. Per molti di noi è statala “conversione”. Al ritorno, dalla pienezzadel cuore, è nato il movimento degli <strong>Amici</strong> delRwanda che continua tuttora, in forma più omeno strutturata, a Reggio Emilia, a Treviglio, aPadova, ad Altamura, a Bologna e in ogni luogodove abita qualcuno <strong>dei</strong> duemila che hanno fattol’esperienza formativa di un mese con noi.Il cammino è stato consolidato dal sacrificiodi Padre Tiziano e di Don Gigi; dal martiriodi Antonia Locatelli, di Padre Valmajo e ditante vittime innocenti di una assurda guerrache ancora sconvolge tante regioni dell’Africa,perché dietro ci sono i crescenti interessi commerciali<strong>dei</strong> Paesi ricchi a cui anche noi apparteniamo.Altri amici ci proteggono dal cielo: LuisaCanevisio, Fiorenza Perico, Felice Secchia, PadreCroy, Padre Manolo, Don Gabriele Sanità,la principessa Thérese, Roger ZanardiNshirnirimana, .....Dalle conoscenze fatte in gruppo sononate tante famiglie, si sono formate coppie traregioni d’Italia diverse e tra i paesi del Sud e delNord e sono nati un <strong>numero</strong> incalcolabile dibambini, di cui alcuni sono ormai, a loro volta,alla vigilia del matrimonio. Qualcuno è entratoin convento e molti hanno scelto di regalare aipoveri due o più anni della loro vita come volontari.Tutti hanno impostato la loro vita consensibilità e dimensioni nuove.La valutazione più difficile, che lascio alSignore, è che cosa ha significato questa nostraCARISSIMI AMICI . . .“storia umana” per le persone <strong>dei</strong> Paesi Poveria cui ci siamo affiancati nello snodarsi della loroe della nostra vita.Abbiamo ricevuto per noi luce e criteri di valutazionedella vita e abbiamo donato parte dinoi stessi per alimentare la loro speranza, illoro coraggio.Abbiamo cercato di essere fedeli e costanti nellasolidarietà e oggi ci ritroviamo capaci di giudicaree contestare scelte egoistiche che la nostracultura consumistica vorrebbe giustificare.Negli ultimi anni il gruppo ha apertol’orizzonte <strong>dei</strong> suoi interessi ad altri <strong>Popoli</strong>, adaltri poveri, ad altre persone: ritengo che sia uncriterio sicuro per crescere e maturare. Esserefedeli ai poveri e rispondere, nei limiti che cisono consentiti, al loro bisogno di umanità, didignità: è l’unico motivo serio che ci induce amantenere in vita strutture organizzative e progettidi sviluppo o a sentirci AMICI DEI POPO-LI.Per segnare in modo sostanziale questoventicinquesimo anno di vita vi propongo ungesto concretissimo che tutti e ciascuno dovrebberofare: impegnare nel sostegno a distanza diun ragazzo o ragazza per i prossimi tre anni:2000 vite in crescita nei Paesi Poveri sostenutedalle nostre 2000 vite che sono state arricchiteproprio dai poveri nelle esperienze di questi 25anni.Vi invito tutti a trovarvi a Treviglio, il25 aprile 1999, quando insieme rifonderemola nostra solidarietà, molto più consapevoli delleimplicazioni umane e religiose di questo gesto.Venite benedetti del Padre mio... perché avevofame, ero nudo, ero prigioniero...Venite a ringraziare insieme il Signore che ci haaperto gli occhi e ha guarito il nostro egoismo.Un affettuosissimo abbraccio da chi staancora imparando ad amare e si ostina a frequentarela scuola <strong>dei</strong> poveri.Don Ferdinando8

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