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Impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati (MOGM)

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Normativa sull’impiego <strong>confinato</strong> <strong>di</strong><strong>microrganismi</strong> <strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficati‣ La sicurezza delle attività comportanti l’utilizzo<strong>di</strong> materiale <strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficato ègarantita in Italia dall’operatività <strong>di</strong> decreti cherecepiscono il contenuto <strong>di</strong> precise DirettiveEuropee rivolte alla tutela dell’uomo,dell’ambiente e dell’ecosistema in generale.‣ Queste <strong>di</strong>sposizioni stabiliscono inparticolare le misure e le norme procedurali daottemperare per chiunque voglia manipolare,produrre in laboratorio, utilizzare o rilasciarenell’ambiente esterno <strong>microrganismi</strong> o organismi<strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficati.


• Con il Decreto Legislativo 12 aprile 2001, n. 206,viene data attuazione in Italia alla <strong>di</strong>rettiva98/81/CE, che mo<strong>di</strong>fica la precedente Direttiva90/219/CE sull’impiego <strong>confinato</strong> <strong>di</strong> <strong>MOGM</strong>.• Il nuovo decreto supera, abrogandolo, il DecretoLegislativo 3 Marzo 1993 n. 91, che recepiva laprecedente <strong>di</strong>rettiva.• Il presente Decreto stabilisce le misure perl’impiego <strong>confinato</strong> dei <strong>MOGM</strong>, volte a tutelare lasalute umana dell’uomo e dell’ambiente.


D.L.vo 206/01:Attuazione della Direttiva 98/81/CEMisure per l’impiego <strong>confinato</strong> dei <strong>microrganismi</strong><strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficati, volte a tutelare la la salutedell’uomo e l’ambienteCampo <strong>di</strong> applicazione:• Tutte le attività che implicano l’uso <strong>di</strong> <strong>microrganismi</strong><strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficati (<strong>MOGM</strong>), inclusa la sempliceconservazione <strong>di</strong> ceppi o linee cellulari.Esclusione:• I <strong>microrganismi</strong> mo<strong>di</strong>ficati con tecniche <strong>di</strong> mutagenesitra<strong>di</strong>zionale (cioè non DNA-ricombinante)• I mogm ottenuti tramite autoclonazione (self-cloning),purchè non patogeni per l’uomo, animali o piante.


D.L.vo 206/01: Definizioni• Microrganismo: ogni entità microbiologica cellulare onon cellulare capace <strong>di</strong> replicarsi o <strong>di</strong> trasferire materialegenetico (compresi virus, viroi<strong>di</strong>, cellule animali e cellulevegetali in coltura).• Microrganismo <strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficato (<strong>MOGM</strong>):un microrganismo il cui materiale genetico è statomo<strong>di</strong>ficato in un modo che non avviene in natura, <strong>di</strong>solito me<strong>di</strong>ate tecnica del DNA-ricombinate.Ricadono quin<strong>di</strong> nell’ambito della normativa:• Sistemi ospite-vettore per espressione <strong>di</strong> proteinericombinati (es. procariotici: E.coli+plasmi<strong>di</strong>;eucariotici: lieviti +plasmi<strong>di</strong>, lineee cellulari incoltura+plasmi<strong>di</strong> o vettori virali).• Vettori virali e cellule <strong>di</strong> packaging


• <strong>Impiego</strong> <strong>confinato</strong>: ogni attività nella quale i<strong>microrganismi</strong> vengono mo<strong>di</strong>ficati <strong>geneticamente</strong> o i<strong>MOGM</strong> vengono messi in coltura, conservati, utilizzati,<strong>di</strong>strutti, smaltiti e per la quale vengono usate misurespecifiche <strong>di</strong> contenimento, al fine <strong>di</strong> limitare il contattodegli stessi con la popolazione o con l’ambiente.• Incidente: ogni evento imprevisto che comporti una<strong>di</strong>ffusione non intenzionale <strong>di</strong> <strong>MOGM</strong> nel corso del loroimpiego <strong>confinato</strong> che possa presentare un pericoloimme<strong>di</strong>ato o <strong>di</strong>fferito, per la salute dell’uomo o perl’ambiente.• Utilizzatore: il responsabile scientifico e gestionaledell’impiego <strong>confinato</strong> <strong>di</strong> <strong>MOGM</strong>.• Notifica: la presentazione da parte dell’utilizzatore e deltitolare dell’impianto al Ministero della Salute deidocumenti contenenti le informazioni richieste a normadel decreto.


Autorità Competente: Ministero della Salutepresso il il quale viene istituita una CommissioneInterministeriale <strong>di</strong> <strong>di</strong> Valutazione composta da:• Direttore Generale del Dip.to Prevezione del Min.Sal.presidente• 11 rappresentanti dei Ministeri dell’ambiente, dellepolitiche agricole e forestali, del lavoro e previdenzasociale, dell’industria, commercio e artigianato,dell’interno, dell’università e della ricerca scientifica etecnologica, e della Conferenza permanente per i rapportitra lo Stato, le regioni e le provincie autonome.• 11 esperti <strong>di</strong> comprovata competenza scientifica: espertidell’Istituto superiore <strong>di</strong> sanità, dell’Istituto superiore per laprevenzione e la sicurezza del lavoro, dell’Agenzianazionale per la protezione ambientale e dell’Agenzianazionale per la protezione civile.


Tutte le notifiche, sia <strong>di</strong> impiego che <strong>di</strong>impianto, devono essere presentate alMinistero della SaluteIl decreto legislativo 206/01 prevede un regime <strong>di</strong>notifica e autorizzazione per gli impieghi confinatiche ricadono nel suo campo <strong>di</strong> applicazione eper gli impianti ove si intende mettere in atto taliimpieghi.


La valutazione dell’impiego• Elemento essenziale per la preparazione <strong>di</strong> una notifica<strong>di</strong> impiego è la valutazione della classe dell’impiego<strong>confinato</strong> che si intende eseguire (art. 5 del D. L.vo206/01).• In analogia con i gruppi <strong>di</strong> rischio 1-4 previsti dal D. L.vo626/94, sono infatti previste quattro classi <strong>di</strong> impiego,definite sulla base del livello <strong>di</strong> contenimento necessarioa proteggere la salute umana e l’ambiente dai possibilirischi connessi con l’uso del particolare <strong>MOGM</strong>.• Si noti che mentre a norma del D. L.vo 626/94 siclassificano in gruppi <strong>di</strong> rischio gli agenti biologici, quil’oggetto della classificazione non sono i <strong>MOGM</strong> bensìgli impieghi previsti.


• E’ compito del notificante quello <strong>di</strong> valutare -seguendo le linee in<strong>di</strong>cate nell’allegato III al D.L.vo 206/01- quali sono le misure <strong>di</strong>contenimento minime adeguate al caso,scegliendole tra i quattro progressivi livelli <strong>di</strong>contenimento specificati nell’allegato IV allostesso decreto.• E’ il livello <strong>di</strong> contenimento adeguato a garantirela sicurezza che determina la classedell’impiego <strong>confinato</strong>. Nel processo <strong>di</strong>valutazione, delineato nell’allegato III, si tieneconto anche della presenza o meno, nei pressidell’impianto, <strong>di</strong> specie animali o vegetalisuscettibili ad una eventuale azione patogenadel <strong>MOGM</strong>.


Classi <strong>di</strong> rischio, cioè <strong>di</strong> impiego <strong>confinato</strong>del <strong>MOGM</strong>Classe 1 impieghi confinati che presentano rischi nulli o trascurabili,ovvero operazioni per le quali un livello 1 <strong>di</strong> contenimento èadeguato a proteggere la salute umana e l’ambienteClasse 2 impieghi confinati a basso rischio, ovvero operazioni per lequali un livello 2 <strong>di</strong> contenimento è adeguato a proteggerela salute umana e l’ambienteClasse 3 impieghi confinati che presentano un rischio moderato,ovvero operazioni per le quali un livello 3 <strong>di</strong> contenimento èadeguato a proteggere la salute umana e l’ambienteClasse 4 impieghi confinati ad alto rischio, ovvero operazioni per lequali un livello 4 <strong>di</strong> contenimento è adeguato a proteggerela salute umana e l’ambienteIl livello <strong>di</strong> contenimento adeguato a garantire la sicurezzadetermina la classe dell’impiego <strong>confinato</strong>


Principi per la valutazione del rischio• Identificazione <strong>di</strong> tutti gli effetti potenzialmente nocivi, in particolarequelli associati a:• microrganismo ricevente• materiale genetico inserito (proveniente da un organismo donatore)• vettore• microrganismo donatore (quanto è usato durante le operazioni)• <strong>MOGM</strong>• Valutazione della gravità degli effetti potenzialmente nocivi• Valutazione della probabilità con cui gli effetti nocivi possonoverificarsi (probabilità <strong>di</strong> esposizione <strong>di</strong> soggetti umani odell’ambiente <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> operazioni effettuate, portata <strong>di</strong> talioperazioni, insieme alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contenimento).


Procedura della valutazione del rischio• In<strong>di</strong>viduazione del livello <strong>di</strong> rischio associatoal <strong>MOGM</strong>: l’utilizzatore può fare riferimento a normativenazionali e comunitarie pertinenti, in particolare alla 626,ovvero a normative internazionali. I gruppi <strong>di</strong> rischioidentificati possono essere usati dall’utilizzatore comeriferimento per la classificazione delle attività <strong>di</strong> impiego<strong>confinato</strong> nelle 4 classi <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> cui all’art.5.L’utilizzatore può anche consultare schemi <strong>di</strong>classificazione che si riferiscono ad agenti patogeni perpiante o animali.• Tali normative forniranno solo una in<strong>di</strong>cazione provvisoriadella classe <strong>di</strong> rischio dell’impiego <strong>confinato</strong> e dellerelative misure <strong>di</strong> contenimento.


• Al fine <strong>di</strong> selezionare le misure <strong>di</strong> contenimento sidevono tener presenti le caratteristiche dell’ambientepotenzialmente esposto ai <strong>MOGM</strong>, l’entità dell’impiego, ola natura delle operazioni (concentrazione del <strong>MOGM</strong>,portata: volume assoluto <strong>di</strong> un’unica operazione)• Sulla base degli elementi al punto precedente il livello <strong>di</strong>rischio del <strong>MOGM</strong> associato all’impiego <strong>confinato</strong>, puòessere ridotto o incrementato.• Tale valutazione eseguita in conformità allein<strong>di</strong>cazioni precedenti deve consentirel’assegnazione dell’impiego <strong>confinato</strong> ad un delle 4classi.


• E’ chiaro che un impiego <strong>di</strong> una determinata classe potràessere eseguito solo in un impianto che realizzi lecorrispondenti misure <strong>di</strong> contenimento.• Sarà cura dell’Autorità competente verificare lacorrispondenza tra classe <strong>di</strong> impiego e livello <strong>di</strong>contenimento realizzato presso l’impianto proposto perla sua esecuzione, avendo anzitutto verificato lacorrettezza della classe proposta dal notificante sullabase della propria valutazione.• Tale valutazione (e la conseguente scelta della classeda assegnare all’impiego) va argomentata per iscritto, ecostituisce un documento che va conservato pressol’impianto. L’intero documento (nei casi <strong>di</strong> notifiche <strong>di</strong>impieghi <strong>di</strong> classe 3 o 4) od una sua sintesi (nel caso <strong>di</strong>notifiche <strong>di</strong> impieghi <strong>di</strong> classe 2) forma parte integranteed essenziale della notifica <strong>di</strong> impiego.


NOTIFICA DI IMPIANTO• In or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, la prima notifica da presentare sarà quellarelativa all’impianto.• La notifica dovrà essere firmata e presentata al Ministero dellaSalute dal titolare dell’impianto, da identificarsi con il datore <strong>di</strong> lavoroai sensi del D. L.vo 626/94 (e successive mo<strong>di</strong>ficazioni).• Essa contiene le informazioni relative all’impianto, come specificatonella parte A dell’allegato V al D. L.vo 206/01.• Non contiene informazioni relative ai <strong>MOGM</strong>, che saranno contenutenelle notifiche <strong>di</strong> impiego, obbligatorie per impieghi <strong>di</strong> classe 2, 3 o4.• Solo per impieghi <strong>di</strong> classe 1, per i quali non è prevista ulteriorenotifica, la notifica <strong>di</strong> impianto conterrà un riepilogo della valutazione<strong>di</strong> cui sopra, oltre ad informazioni sulla gestione dei rifiuti. Per tutti gliimpieghi, inclusi quelli <strong>di</strong> classe 1, i documenti <strong>di</strong> valutazionecompleti saranno conservati presso l’impianto.


NOTIFICA DI IMPIEGO• La notifica <strong>di</strong> impiego <strong>di</strong> un determinato <strong>MOGM</strong> (conin<strong>di</strong>cazione del microrganismo ricevente -o ospite-, deltipo <strong>di</strong> inserto e dell’eventuale vettore utilizzato) vienepresentata dall’utilizzatore.• E’ a lui che compete la valutazione e la conseguenteassegnazione dell’impiego <strong>confinato</strong> ad una delle 4classi.• La notifica dovrà essere vistata dal titolare dell’impianto,cui essa viene consegnata in copia, unitamente aldocumento <strong>di</strong> valutazione.


RESPONSABILITA’Notificante (titolare dell’impianto, e utilizzatore per l’impiego):• Valutare quali siano le misure <strong>di</strong> contenimento minime adeguate alcaso, scegliendole tra quelle in<strong>di</strong>cate nel decreto per i quattroprogressivi livelliUtilizzatore:• Assicurasi che per tutta la durata dell’impiego <strong>confinato</strong> sianoapplicate le misure <strong>di</strong> contenimento e <strong>di</strong> protezione specificate• Conservare i quaderni (o i file) in cui sono registrate le operazionieseguite• Riesaminare perio<strong>di</strong>camente (annualmente per gli impieghi <strong>di</strong> classe3 e 4, almeno ogni 3 anni per gli impieghi <strong>di</strong> classe 1 e 2) lavalutazione della classe <strong>di</strong> impiego• Re<strong>di</strong>gere un documento <strong>di</strong> riesame che dovrà essere consegnato altitolare dell’impianto• Al verificarsi <strong>di</strong> un incidente, informarne imme<strong>di</strong>atamente il Ministerodella Salute


Terapia genica• Approccio terapeutico basato sulla mo<strong>di</strong>ficazione delmateriale genetico delle cellule viventi in vista <strong>di</strong> scopi<strong>di</strong>agnostici, terapeutici e <strong>di</strong> prevenzione.


• Geni co<strong>di</strong>ficanti:Possibili geni terapeuticigeni sostitutivi <strong>di</strong> una funzione cellulare mancantegeni in grado <strong>di</strong> modulare una funzione cellularegeni in grado <strong>di</strong> produrre una proteina che viene secretaGeni che inducono apoptosiGeni che inducono il riconoscimento della cellula da parte del sistemaimmunitario• Geni che co<strong>di</strong>ficano per proteine con finivaccinali• Geni che co<strong>di</strong>ficano per anticorpi intracellulari• Ribozimi• RNA o DNA che competono per il legame <strong>di</strong>proteine cellulari


Tecniche <strong>di</strong> trasferimento geneticoIl successo <strong>di</strong> un approccio <strong>di</strong> terapia genica è strettamente <strong>di</strong>pendentedall’efficacia con cui il trasferimento del gene terapeutico avviene.StrategiaTrasferimento <strong>di</strong> geni percitochine immunoregolatorieTrasferimento <strong>di</strong> geni perproteine immunogenicheTrasferimento <strong>di</strong> geni chebloccano la proliferazioneTrasferimento <strong>di</strong> geni cheattivano un profarmaco tossicoTrasferimento <strong>di</strong> geni chemigliorano l’in<strong>di</strong>ce terapeuticodella chemioterapiaGeni terapeuticiIL2, IL12, IL7, IL4, GM-CSFAntigeni MHC classe I e IIAntigeni tumore-specificip53,p16Timi<strong>di</strong>no chinasi <strong>di</strong> HSV-1(+ganciclovir)Citosina deaminasi (+5-fluorocitosina)mdr-1


Vettori virali• Sfruttano le proprietà fisiologiche dei virus<strong>di</strong> infettare le cellule bersaglio con altaefficienza utilizzando recettori specifici.• Almeno 4 principali classi <strong>di</strong> virus sonocorrentemente usate a questo scopo:retrovirus, adenovirus, virus adenoassociatied herpesvirus


Retrovirus aviari e murini• Semplicità genetica• Infettano ad alta efficienza una vasta serie<strong>di</strong> tipi cellulari• Ciclo biologico: DNA provirale si integranel genoma della cellula ospite


ProvirusLTRgag pol envLTRLTRgagLTRpsiGene terapeuticoVettore retrovirale


Packaging cell line• La piu’ semplice linea <strong>di</strong> packagingconsiste in una linea cellulare stabimenteinfettata, che ha integrato un provirus(gag-pol-env) con sequenza <strong>di</strong> packagingdeleta (Ψ)


• Transfezione con il vettore retroviraledeleto delle regioni strutturali• Selezione delle cellule attraverso uso <strong>di</strong>marker• I cloni risultanti rilasciano particelle viralicontenenti:il gene terapeutico e le sequenze perintegrasi e trascrittasi inversa• Tali particelli virali saranno usate perinfettare le cellule target• La cellula target transfettata conterra’ ilgene terapeutico stabilmente integrato manon sara’ in grado <strong>di</strong> rilasciare virioni.


Valutazione del rischio• Microrganismo <strong>di</strong> partenza:virus nel caso <strong>di</strong> costrutti <strong>di</strong> origine viralelinee cellulari nel caso <strong>di</strong> cellule somatiche<strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficateAd es.: Valutare se la mo<strong>di</strong>fica apportata aumenti la capacità <strong>di</strong>espressione, <strong>di</strong> integrazione o <strong>di</strong> replicazione del vettore


• Inserto (adeguata valutazione delpotenziamento del rischio):geni che controllano la proliferazione cellularegeni ad alto impatto biologico (fattori <strong>di</strong> crescita,citochine, neurotrasmettitori)sequenze sconosciuteAd es. vanno valutate le possibili conseguenze <strong>di</strong> unevento accidentale che esponga i tessuti dell’operatorealla possibilità <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong> un costrutto esprimentesostanze ad elevata attività biologica• Donatorel’organismo da cui proviene l’inserto


• RiceventeCellule <strong>di</strong> packagingsistemi ecotropici (non pongonoproblemi per l’operatore)sistemi amfotropici


• Nella valutazione si deve tener conto <strong>di</strong> unpossibile recupero della competenza allareplicazione da parte <strong>di</strong> vettori viraliprogettati per essere <strong>di</strong>fettivi.• Ciò deve essere valutato in relazione aisistemi <strong>di</strong> complementazione e allapossibilità <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> ricombinazione chepermettano la ricostituzione <strong>di</strong> particellevirali capaci <strong>di</strong> replicarsi.


Sperimentazione clinica• Il rischio sarà determinato caso per caso in funzione delvettore, del materiale genetico trasferito, e della via <strong>di</strong>introduzione.• Classe 2:- camere in area protetta, con accesso controllato,simbolo<strong>di</strong> rischio biologico. Autoclave sul piano……• Classe 3- Camere in depressione, filtri HEPA…Controllo per lapresenza <strong>di</strong> virus ricombinanti nei liqui<strong>di</strong> biologici,autoclave passante. Percorsi in entrata e in uscitaattraverso locali a<strong>di</strong>biti a spogliatoi e doccia ad ogniuscita.


Procedura <strong>di</strong> autorizzazione comunitaria alrilascio deliberato <strong>di</strong> OGMDirettiva 90/220Parte B: Ricerca e sviluppoParte C: Immissione in commercioAutorizzazione alla realizzazionedei campi sperimentaliAutorizzazione alla commercializzazione"visto ambientale"Novel foodLegge sementiera:Iscrizione al registrodelle varietà(UE/IT)Ven<strong>di</strong>ta per usonon certificato(ad esempio: granella <strong>di</strong> maisper alimentazione animale)Autorizzazione al consumodell'OGM in quanto tale(esempio: pomodoro)Autorizzazione al consumo<strong>di</strong> prodotti GM sostanzialmente equivalenti(esempio: farina ed olio <strong>di</strong> mais)Ven<strong>di</strong>ta per la produzione<strong>di</strong> semente certificata(UE/IT)Fonte: Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità


LIBRO BIANCO 2000Dir. n.98/81 e d.l.von.206/4/2001: impiego<strong>confinato</strong> <strong>di</strong> <strong>MOGM</strong>Reg. n.178/2002Sicurezza alimentareReg. n.258/97Novel food/feedDir. n.2001/18 e d.l.von.224/7/2003: rilascionell’ambiente <strong>di</strong> OGMAi sensi art.31,par.2Dec. n.204/2004Registri OGMAi sensi art.8,comma 6d.l.vo224: DM per valutazionerischio agrobio<strong>di</strong>versità,sistemi agrari e filieraagroalimentareFonte: MipafA E S AReg.(CE)n.641/2004norme attuativeRaccomandazionen.556/2003CoesistenzaReg.n.1829/2003Alimenti e mangimi GMReg.n.1830/2003Tracciabilità/EtichettaturaAi sensi dell’art. 8 del Reg. 1830:Reg. n.65/2004 identificatoriuniciRacc. n. 787/2004/CE Orientamenti tecniciMeto<strong>di</strong> <strong>di</strong> campionamento e analisi OGM:ai sensi dell’art.9 del Reg.1830/2003


Dal 1998 in Europa è stato attivato il il processo <strong>di</strong>revisione della normativa relativa agli OGM che avevadeterminato una “moratoria <strong>di</strong> fatto” delle richieste <strong>di</strong>commercializzazione


Dir.(CE) n.2001/18/CE e D.L.vo n.224/2003La <strong>di</strong>rettiva 2001/18/CE regola l'immissione nell'ambiente a scopisperimentali <strong>di</strong> organismi <strong>geneticamente</strong> mo<strong>di</strong>ficati e l’immissione incommercio:• Dopo <strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> emissioni sperimentali, l’azienda interessata presentaall'Autorità Nazionale competente notifica <strong>di</strong> commercializzazione• La notifica comprende una completa valutazione del rischio per l'impattoambientale e relativo monitoraggio• Valutazione del dossier da parte dell’Autorità Nazionale Competente (AC)del Paese Membro nel quale il prodotto sarà commercializzato• In caso <strong>di</strong> esito favorevole, l’AC informa la Commissione e questa gli altriPaesi membri• Salvo obiezioni in senso contrario, il Paese membro può autorizzarnel'immissione in commercio sul proprio territorio, tale autorizzazione siintende valida per tutta l'Unione Europea• Il Comitato Autorità Competenti per la <strong>di</strong>r.2001/18 autorizza formalmente lacommercializzazione con una specifica decisione


Richieste presentate ai sensi della Direttiva2001/18/CE27 richieste, 3 delle quali sono state ritirate, tutte riguardano pianteGM, 14 includono la coltivazione:- 10 mais, 6 colza, 5 cotone, 2 barbabietola, 1 patata, 1 soia, 1 riso e1 trifoglio- mo<strong>di</strong>ficate per la tolleranza agli erbici<strong>di</strong> e/o per la resistenza a insettifitofagi, eccetto la patata10 richieste sono state autorizzate dallo Stato Membro ricevente esono ora esaminate a livello comunitarioLe richieste sono pubblicate dalla Commissione UE sul sitohttp://gmoinfo.jrc.it


Elementi che formano la base per lavalutazione del rischio‣ Caratteristiche dell’organismo non mo<strong>di</strong>ficato‣ Tratti introdotti che provocano lo sviluppo dell’OGM‣ <strong>Impiego</strong> previsto‣ Ambiente ricevente‣ Interazioni tra questi ultimi due elementi


Elementi che possono essere consideraticome potenzialmente effetti nocivi‣ Patogenicità per l’uomo, gli animali e le piante‣ Compromissione dei trattamenti profilattici o terapeutici‣ Effetti della <strong>di</strong>namica della popolazione all’internodell’ambiente ricevente‣ Diffusione incontrollta dell’OGM nell’ambiente e<strong>di</strong>nvasione degli ecosistemi non correlati‣ Effetti risultanti dal trasferimento <strong>di</strong> materiale geneticoinserito ad altri organismi‣ Instabilità fenotipica e genotipica


Sicuroper l’ambienteTollerabileSi Si procede al al rilascioValutazione della sicurezzaQuesiti:Quali sono gli hazards?Qual è il il danno potenziale?SI SI1. 1. Identificazione degli impatti2. 2. Elaborazione scenario hazard-danno3. 3. Valutazione globaleIntollerabileRiprogettazione dell’OGMMisure <strong>di</strong> <strong>di</strong> confinamentoRicerca sull’impattoNOAnalisi rischio-beneficioQuesiti:Il Il beneficio è sostanziale?Il Il rischio è accettabile?Rinuncia al al rilascioRinuncia al al rilascio


Esempio <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong> scenario hazard/danno (fonte Kappeli e Auberson, Tibtech 1997, Vol. 15: 342-348)Scenario retrospettivo | Scenario prospettivoProcessi naturaliHazardsDanniIl Bacillus t. sitrova in naturaDecomposizione <strong>di</strong>un OGM- geni dellatossina Bt o dellaresistenza aderbici<strong>di</strong>Gli erbici<strong>di</strong> sonogià stati usati inquell’ambienteTrasferimentoorizzontaleMutazionispontanee.Pressione selettivaMicroorganismi delsuolo trasformatiesprimenti latossina Bt oresistenti aglierbici<strong>di</strong>Microorganismierbicida-resistentiDiffusione epersistenza tra lamicroflora delsuoloProliferazioneTrasformazionedelle cellule dellera<strong>di</strong>ciTrasferimentogenico involontarioad altre pianteMicroorganismi delsuolo non nativiesprimenti latossina Bt oresistenti aglierbici<strong>di</strong>Tessuti vegetaliesprimenti latossina Bt oresistenti aglierbici<strong>di</strong> (effettolocalizzato)


GlossarioImpattoÈ un probabile evento futuro chesuscita <strong>di</strong>fficoltà e preoccupazionePericolo potenzialeHazardDannoRischioSicurezzaStato, con<strong>di</strong>zione o processo chesuscita effetti indesiderabili o dannosi,costituisce fonte <strong>di</strong> <strong>di</strong> rischioSi Si riferisce al al valore o alla funzionedovuta al al verificarsi <strong>di</strong> <strong>di</strong> un certo pericolo(hazard)Misura quantitativa della probabilitàcon<strong>di</strong>zionale del danno;è una funzione espressasia dalla probabilitàche dall’entità <strong>di</strong> <strong>di</strong> un certo dannoTermine relativo definito dalivelli <strong>di</strong> <strong>di</strong> accettabilità e tollerabilità


Informazioni da considerare nella valutazionedella possibilità <strong>di</strong> trasferimento dei geni per laresistenza agli antibiotici presenti come markersnelle PGM• Importanza dell’antibiotico e suaunicità in terapia• Frequenza nell’uso• Eventuale somministrazione orale• Presenza <strong>di</strong> pressione selettiva in caso<strong>di</strong> trasformazione dei batteridell’intestino• Livello <strong>di</strong> resistenza agli antibioticinella popolazione batterica


Potenziale allergenico <strong>di</strong> un OGML’allergia alimentare è una risposta ad uncomponente proteico <strong>di</strong> un alimento insoggetti, <strong>geneticamente</strong> pre<strong>di</strong>sposti, altoproduttori<strong>di</strong> IgE.Le allergie alimentari sono causate, nellamaggior parte dei casi, da otto gruppi <strong>di</strong>alimenti (crostacei, uova, pesce, latte,noccioline americane, soia, noci e frumento).


Elementi da valutare‣ Trasferimento <strong>di</strong> una proteina allergenica‣ Possibilità che una proteina non-allergenicalo <strong>di</strong>venti nell’OGMQuesta possibilità è altamente improbabile,a meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze nella glicosilazione onei siti <strong>di</strong> accumulo che la rendano piùresistente alla <strong>di</strong>gestione‣ Alterazione dell’allergenicità della pianta ospiteFinora gli esami con IgE specifiche non hannoevidenziato <strong>di</strong>fferenze tra OGM e pianta ospite


Come valutare il potenziale allergenico delleproteine inserite nelle piante <strong>geneticamente</strong>mo<strong>di</strong>ficate• Caratteristiche della fonte del gene inserito• Proprietà fisico-chimiche della proteina• Omologia <strong>di</strong> sequenza della proteina introdottacon gli allergeni conosciuti• Reattività immunologica della proteina con le IgEdel siero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui allergici alla fonte del geneinserito• Tests in-vivo (Skin Prick and Double BlindPlacebo Controlled Food-Challenge DBPCFC)Fonte: Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità


Recombinant food proteins: allergen riskassessmentRecombinantproteinKnownAllergen SourceUnknownAllergenic ActivityIn-vitroAssaysAminoacid SequenceComparison with KnownAllergen EpitopesSkin Prick testConfirm withIn-vitro AssaysDouble BlindPlacebo ControlledFood ChallengetestDiscard,Mo<strong>di</strong>fy Label,MonitorPhysical-ChemicalBiological PropertiesAnimal Model Stu<strong>di</strong>esConfirm withIn-vitro AssaysFonte: Istituto Superiore <strong>di</strong> SanitàProductRelease


Regolamento n.1829/2003In vigore dal 18 aprile 2004Prevede un'unica procedura centralizzata (principio "one door-one key")<strong>di</strong> valutazione del rischio per la salute umana, animale ed ambientaleIl notificante presenta una sola richiesta per raggiungere due obiettivi:• l’autorizzazione all’emissione deliberata <strong>di</strong> un OGM nell’ambienteconformemente ai criteri <strong>di</strong> cui alla Direttiva (CE) n.2001/18.• l’autorizzazione all’utilizzo <strong>di</strong> tale OGM negli alimenti e/o nei mangimisecondo i criteri previsti nel Regolamento (CE) n.1829/2003.Valutazione del rischio per l’uomo e per gli animali connesso all’uso <strong>di</strong>un OGM o <strong>di</strong> un prodotto derivato come alimento o mangime, e lavalutazione dell’impatto ambientale è demandata all’AutoritàAlimentare Europea (AESA) (Istituita con il Reg. (CE) n.178/2002)


Il Il notificante, dopo la la fase <strong>di</strong> <strong>di</strong> sperimentazione, potràchiedere l’autorizzazione al al commercio sia attraverso il ilRegolamento n.1829/2003 sugli alimenti sia attraverso la la<strong>di</strong>rettiva n.2001/18/CE


Raccomandazione UE n.556n“Orientamenti per lo sviluppo <strong>di</strong> strategie nazionali e miglioripratiche per garantire la Coesistenza fra agricoltura convenzionale,agricoltura con metodo biologico e colture <strong>geneticamente</strong>mo<strong>di</strong>ficate”.•Scopo: fornire “linee guida” in materia <strong>di</strong> coesistenza agli Stati Membrima, <strong>di</strong> contro, lascia aperti molti “quesiti” <strong>di</strong> natura tecnica, economica egiuri<strong>di</strong>ca.

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